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andreap3

Radio Galileo dedica la vittoria al Sindaco

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Se radio Galileo vive ancora è grazie ai contributi che fece arrivare DJ come senatore. Uno scandalo (possiamo dirlo) che con la creazione di un gruppo parlamentare di soli tre senatori ha permesso di identificare la radio come mezzo di comunicazione dello stesso gruppo facendogli arrivare in tre anni qualcosa vicino ai 2,5 ml/€. Il pratica è la quarta radio in Italia per finanziamenti dopo radio radicale, radio padania e non mi ricordo l'altra. Ce credo che gli dedicano qualcosa. E noi pagammo...

Questa radio nacque da una sottoscrizione del PCI. Da sempre radio di partito, anche se dichiarava di non esserlo (storiche le prese in giro della allora radio di sinistra vera, Radio Evelin, che col Prof. Ricci (quello del Progetto Mandela) la chiamavano "Radio Galilea, la radio comunista, ma non comunista, un pò fascista"). E' un fatto che nella sua storia ha goduto sempre dell'appoggio di tutte le amministrazioni politiche di Terni (tranne nel periodo Ciaurro).

Una delle tante cooperative di famiglia dove i soci ed amministratori sono non tutti i lavoratori, che prendono parte al tutto nello spitito cooperativistico, ma i fondatori con figli, mogli, ecc...

Poi arriva il Dott. Leo, viene fatto senatore. Sfruttando una legge da interpretare, legalmente c'è da sottolinearlo, ma molto stiracchiato, si inventano un movimento con qualche iscritto, lo spacciano per partito politico, ed ecco la firma di Leo che sblocca come "organo di partito" milioni e milioni di euro pubblici per l'emittente la quale incassa. Nessuno sa che quella radio sia un organo ufficiale di partito politico, fino a che non esce pubblicamente la storia. Fatto sta che di quei soldi pubblici non c'è traccia dopo poco tempo, se è vero che l'emittente, sempre in crisi nera, è costretta a svendere i gioielli di casa: gli impianti migliori che ha, a poco prezzo e di corsa, rimanendo con quelli piccoli e locali. Un fiume di soldi pubblici sono transitati, nessuno ha verificato (almeno da quanto mi risulta).

Il minimo che si possa fare nei loro panni, naturalmente, è essere riconoscenti al loro capo vero, cioè a chi comanda il "partito" di cui loro sono organo ufficiale. Tutto legale almeno fino a prova contraria, tutto strano, almeno per me. Nella sua storia brilla anche il sig. Raffaelli, ragazzo che lavorandone all'interno, viene fatto giornalista, poi in rai3 regione, poi deputato, poi con l'epopea agariniana (e, pare, anche con i suoi soldi) sindaco. Ma, dicono loro, con la politica non c'entrano. Bisogna crederli.

Edited by Pessimo
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