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ternano_84

Lega pro/girone A, B,C.

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In bocca al lupo a Pagni 

Non dimentichiamoci che gente come iannarilli Fazio diakite Lopez Bergamelli (tanto per rimanere alla difesa che è  la meno perforata dei prof.) Li ha portati lui 

Per inciso siamo l'unica squadra tra gli stessi prof. Senza un direttore sportivo che è  bene saperlo non lavora solo durante il calcio mercato .....ma soprattutto in questo mesi morti per visionare giocatori e giovani da prendere nella prossima stagione 

Speriamo che la società per crescere ulteriormente e per programmare bene provveda anche a questo 

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16 minuti fa, dragonball ha scritto:

In bocca al lupo a Pagni 

Non dimentichiamoci che gente come iannarilli Fazio diakite Lopez Bergamelli (tanto per rimanere alla difesa che è  la meno perforata dei prof.) Li ha portati lui 

Per inciso siamo l'unica squadra tra gli stessi prof. Senza un direttore sportivo che è  bene saperlo non lavora solo durante il calcio mercato .....ma soprattutto in questo mesi morti per visionare giocatori e giovani da prendere nella prossima stagione 

Speriamo che la società per crescere ulteriormente e per programmare bene provveda anche a questo 

Mai una cosa normale.....ce mancava il tuttologo

In bocca al lupo direttore

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6 minuti fa, Razzotico ha scritto:

 

Spero i problemi familiari si siano risolti

Si, le cazzate de unicusano! Ma quali problemi familiari....! Problemi con de canio! Vabbe

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6 ore fa, angelooo ha scritto:

Ma quali problemi familiari....! Problemi con de canio! Vabbe

si, ma ormai lo considerava uno di casa. Per cui il problema é diventato familiare....

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42 minuti fa, Razzotico ha scritto:

 

Ma dai?

Lo so , che lo sapevi, era solo per dire che unicusano poteva evita de spara quelle cazzate sui problemi familiari :)

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34 minuti fa, angelooo ha scritto:

Lo so , che lo sapevi, era solo per dire che unicusano poteva evita de spara quelle cazzate sui problemi familiari :)

Ah ok

Anche perché  lo sanno pure le bandierine del calcio d’angolo 

 

Pure tu però, mettice le faccette! 😂

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INTERVISTA TC - Pochesci: "Squadre U23? Il senso del fallimento"

16.11.2018 07:30 di Claudia Marrone Twitter: @claudilyn_emma  articolo letto 1128 volte
 
© foto di Federico Gaetano
INTERVISTA TC - Pochesci: "Squadre U23? Il senso del fallimento"
 

Senza peli sulla lingua. Anche a costo di critiche o esoneri, quegli esoneri che lo portano a essere per la prima volta senza squadra nel mesi di novembre. Fece scalpore Sandro Pochesci, ex mister della Ternana, lo scorso anno, quando prima di Italia-Svezia, la gara che agli Azzurri costò il Mondiale, disse che un tempo "menavamo e vincevamo, ora ce menano e piagnemo", aggiungendo poi che questa era la politica di un calcio che non privilegiava più gli italiani e che stava finendo. Perché senza un Mondiale avremmo perso tutti. Dopo un anno, la sua "profezia" si è avverata.
Ai microfoni di TuttoC.com è il tecnico stesso a parlare.

Un anno fa, circa Italia-Svezia, disse che se l'Italia non partecipava al Mondali tutti avremmo perso. L'estate trascorsa ha confermato ciò.
"Purtroppo quello che avevo detto si è verificato, anche sotto l'aspetto di un calcio malato a causa di una classe dirigenziale che ha portato allo scempio, ai campionati falsati di B e C. Ma si va avanti, e io confido nei nuovi presidenti, che rispetto a quelli del passato sono uomini di calcio, dal declino portato da Tavecchio si può solo risalire: e lo dice uno che il calcio lo conosce, è da quando ho sei anni che sono affiliato, sono partito dalla 1^ Categoria. E nella mia vita mi ha fatto male non vedere l'Italia ai Mondiali, competizione dove andava non da comparsa, ma sempre da favorita: io mi sono rifiutato di vederli. Non siamo gli inventori del calcio, ma prima ci rispettavano tutti: poi chi c'era ha fallito, e lo si è visto dal fatto che chi c'era non sapeva dove metter le mani, alcune squadre hanno iniziato il campionato a novembre, non hanno saputo come strutturare le squadre. Chi gestisce solo per i propri interessi, e le persone son sempre le stesse, deve essere cacciato".

Parlò di riforme già allora. Da dove si deve partire?
"I campionati vanno fatti con delle regole che tutti devono rispettare e che nessuno deve stravolgere a proprio piacimento. Ma prima ancora di questo servono le strutture e i centri sportivi di proprietà, come all'estero, dove tutte le formazioni di un club si allenano nel medesimo sito: e su questo deve intervenire il Governo. Poi appunto i campionati: ma è normale che in C ci siano già delle penalizzazioni? Io chi non rispetta le regole lo retrocederei, anche a campionato in corso: guardate l'Entella, per queste situazioni ha pagato un prezzo salatissimo. Meglio premiare le società sane, che possono poi rimediare a un aspetto più strettamente tecnico tattico: a marzo si fanno già le iscrizioni per il torneo successivo, e chi non può sostenere questa spesa lascia. Come ultimo step, mi rifaccio a un'altra cosa già detta: i troppi stranieri nei nostri campionati. Io metterei obbligatoriamente un minimo di 6 calciatori italiani in campo, e in rosa almeno 5 provenienti dal settore giovanile che, come detto, deve poter contare su strutture, impianti e istruttori qualificati. Mi auguro che il neo presidente, a costo di risultare impopolare a livello europeo, pensi a queste possibilità".

In C sono state introdotte le Squadre B: che senso hanno?
"Il senso del fallimento. Solo la Juventus ha aderito, e per altro con una formazioni di stranieri e over: tanto valeva ripescare squadre come Taranto o Messina che fanno 12mila spettatori allo stadio. La Juventus vuole la Serie B per i contributi, così non si sta valorizzando nessuno: ma le U23 devono nascere per dare poi i giovani alle Nazionali U19, U20 e U21. Le big possono aiutare il calcio solo se accettano di far giocare sempre almeno tre giocatori della Primavera, da formare. Porto l'esempio di Plizzari, classe 2000 del Milan che avevo a Terni: con me 23 presenze, ora fa il quarto ai rossoneri. Come è possibile? E come si fa a formare così i giovani?"

Prima accennava anche agli istruttori che formano i giovani. E la C deve essere un po' questo. Ci sono allenatori all'altezza?
"Gli allenatori italiani sono i più preparati, è il sistema che li stritola: se non vinci dopo 4 gare ti esonerano, è chiaro che uno punta poi solo ai calciatori di esperienza. Ma voglio far due nomi, Totti e Rivera, che a 16 anni erano in Serie A: giocavano perché erano forti, e c'era chi dava loro fiducia, mentre adesso in Serie A i giovani non ci giocano praticamente più. Se ci fosse una sorta di piramide di opportunità, sarebbe diverso, per mister e calciatori".

Come vede quindi la regola degli Under in Serie C?
"E' un concetto sbagliato, e non vado in contraddizione per un semplice fatto: non crea la piramide cui accennavo prima. Si dovrebbe trovare un equilibrio tra obblighi e facoltà, dando possibilità anche a chi non riesce a fare il salto, per evitare che a 23 anni i giocatori smettano di giocare. Il calcio è un patrimonio importante per tutti, non dimentichiamocelo. Anche le formazioni big dovrebbero dare spazio a chi merita, perché se a livello giovanile siamo forti ma poi a livello maggiore non ci qualifichiamo neppure al mondiale vuol dire che un tassello viene a mancare. Un esempio potrebbe essere la Coppa Italia, che io farei giocare solo agli italiani: diamo loro un premio, hanno più senso di appartenenza e crescono".

Si parla molto di semiprofessionismo: potrebbe essere una via risolutiva?
"Per me può esserci anche solo il professionismo, se mi alleno 5 volte le settimana anche se gioco tra i dilettanti, è la mutualità che deve cambiare. Dobbiamo essere bravi a trovare l'equilibrio che modera le spese, snellisce le tasse, lo stato deve aiutare. E' inutile dare i soldi alla A per Cristiano Ronaldo, i soldi vanno dati anche alle base, conta anche quella per crescere".

La mutualità sarà comunque uno dei temi che toccherà Gravina.
"La mutualità non può esser la stessa tra A e C, praticamente si mette sullo stesso piano CR7 e un calciatore, a esempio, del Gozzano, ma CR7 porta i soldi alla Juve, in C questo non accade: accade solo che le mutualità strozzano i presidenti, che in C vanno a rimessa, hanno solo un minimo di visibilità e niente più. Al massimo vanno in pari in B ma se sono bravi, come quello del Cittadella. Servono maggiori agevolazioni fiscali, ormai le società di calcio sono aziende vere e proprie che portano posti di lavoro".

 
 

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3 ore fa, cascata rossoverde ha scritto:

INTERVISTA TC - Pochesci: "Squadre U23? Il senso del fallimento"

16.11.2018 07:30 di Claudia Marrone Twitter: @claudilyn_emma  articolo letto 1128 volte
 
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INTERVISTA TC - Pochesci: "Squadre U23? Il senso del fallimento"
 

Senza peli sulla lingua. Anche a costo di critiche o esoneri, quegli esoneri che lo portano a essere per la prima volta senza squadra nel mesi di novembre. Fece scalpore Sandro Pochesci, ex mister della Ternana, lo scorso anno, quando prima di Italia-Svezia, la gara che agli Azzurri costò il Mondiale, disse che un tempo "menavamo e vincevamo, ora ce menano e piagnemo", aggiungendo poi che questa era la politica di un calcio che non privilegiava più gli italiani e che stava finendo. Perché senza un Mondiale avremmo perso tutti. Dopo un anno, la sua "profezia" si è avverata.
Ai microfoni di TuttoC.com è il tecnico stesso a parlare.

Un anno fa, circa Italia-Svezia, disse che se l'Italia non partecipava al Mondali tutti avremmo perso. L'estate trascorsa ha confermato ciò.
"Purtroppo quello che avevo detto si è verificato, anche sotto l'aspetto di un calcio malato a causa di una classe dirigenziale che ha portato allo scempio, ai campionati falsati di B e C. Ma si va avanti, e io confido nei nuovi presidenti, che rispetto a quelli del passato sono uomini di calcio, dal declino portato da Tavecchio si può solo risalire: e lo dice uno che il calcio lo conosce, è da quando ho sei anni che sono affiliato, sono partito dalla 1^ Categoria. E nella mia vita mi ha fatto male non vedere l'Italia ai Mondiali, competizione dove andava non da comparsa, ma sempre da favorita: io mi sono rifiutato di vederli. Non siamo gli inventori del calcio, ma prima ci rispettavano tutti: poi chi c'era ha fallito, e lo si è visto dal fatto che chi c'era non sapeva dove metter le mani, alcune squadre hanno iniziato il campionato a novembre, non hanno saputo come strutturare le squadre. Chi gestisce solo per i propri interessi, e le persone son sempre le stesse, deve essere cacciato".

Parlò di riforme già allora. Da dove si deve partire?
"I campionati vanno fatti con delle regole che tutti devono rispettare e che nessuno deve stravolgere a proprio piacimento. Ma prima ancora di questo servono le strutture e i centri sportivi di proprietà, come all'estero, dove tutte le formazioni di un club si allenano nel medesimo sito: e su questo deve intervenire il Governo. Poi appunto i campionati: ma è normale che in C ci siano già delle penalizzazioni? Io chi non rispetta le regole lo retrocederei, anche a campionato in corso: guardate l'Entella, per queste situazioni ha pagato un prezzo salatissimo. Meglio premiare le società sane, che possono poi rimediare a un aspetto più strettamente tecnico tattico: a marzo si fanno già le iscrizioni per il torneo successivo, e chi non può sostenere questa spesa lascia. Come ultimo step, mi rifaccio a un'altra cosa già detta: i troppi stranieri nei nostri campionati. Io metterei obbligatoriamente un minimo di 6 calciatori italiani in campo, e in rosa almeno 5 provenienti dal settore giovanile che, come detto, deve poter contare su strutture, impianti e istruttori qualificati. Mi auguro che il neo presidente, a costo di risultare impopolare a livello europeo, pensi a queste possibilità".

In C sono state introdotte le Squadre B: che senso hanno?
"Il senso del fallimento. Solo la Juventus ha aderito, e per altro con una formazioni di stranieri e over: tanto valeva ripescare squadre come Taranto o Messina che fanno 12mila spettatori allo stadio. La Juventus vuole la Serie B per i contributi, così non si sta valorizzando nessuno: ma le U23 devono nascere per dare poi i giovani alle Nazionali U19, U20 e U21. Le big possono aiutare il calcio solo se accettano di far giocare sempre almeno tre giocatori della Primavera, da formare. Porto l'esempio di Plizzari, classe 2000 del Milan che avevo a Terni: con me 23 presenze, ora fa il quarto ai rossoneri. Come è possibile? E come si fa a formare così i giovani?"

Prima accennava anche agli istruttori che formano i giovani. E la C deve essere un po' questo. Ci sono allenatori all'altezza?
"Gli allenatori italiani sono i più preparati, è il sistema che li stritola: se non vinci dopo 4 gare ti esonerano, è chiaro che uno punta poi solo ai calciatori di esperienza. Ma voglio far due nomi, Totti e Rivera, che a 16 anni erano in Serie A: giocavano perché erano forti, e c'era chi dava loro fiducia, mentre adesso in Serie A i giovani non ci giocano praticamente più. Se ci fosse una sorta di piramide di opportunità, sarebbe diverso, per mister e calciatori".

Come vede quindi la regola degli Under in Serie C?
"E' un concetto sbagliato, e non vado in contraddizione per un semplice fatto: non crea la piramide cui accennavo prima. Si dovrebbe trovare un equilibrio tra obblighi e facoltà, dando possibilità anche a chi non riesce a fare il salto, per evitare che a 23 anni i giocatori smettano di giocare. Il calcio è un patrimonio importante per tutti, non dimentichiamocelo. Anche le formazioni big dovrebbero dare spazio a chi merita, perché se a livello giovanile siamo forti ma poi a livello maggiore non ci qualifichiamo neppure al mondiale vuol dire che un tassello viene a mancare. Un esempio potrebbe essere la Coppa Italia, che io farei giocare solo agli italiani: diamo loro un premio, hanno più senso di appartenenza e crescono".

Si parla molto di semiprofessionismo: potrebbe essere una via risolutiva?
"Per me può esserci anche solo il professionismo, se mi alleno 5 volte le settimana anche se gioco tra i dilettanti, è la mutualità che deve cambiare. Dobbiamo essere bravi a trovare l'equilibrio che modera le spese, snellisce le tasse, lo stato deve aiutare. E' inutile dare i soldi alla A per Cristiano Ronaldo, i soldi vanno dati anche alle base, conta anche quella per crescere".

La mutualità sarà comunque uno dei temi che toccherà Gravina.
"La mutualità non può esser la stessa tra A e C, praticamente si mette sullo stesso piano CR7 e un calciatore, a esempio, del Gozzano, ma CR7 porta i soldi alla Juve, in C questo non accade: accade solo che le mutualità strozzano i presidenti, che in C vanno a rimessa, hanno solo un minimo di visibilità e niente più. Al massimo vanno in pari in B ma se sono bravi, come quello del Cittadella. Servono maggiori agevolazioni fiscali, ormai le società di calcio sono aziende vere e proprie che portano posti di lavoro".

 
 
 

Il calcio ormai sta in una situazione talmente paradossale che per alcune cose c ha ragione lui 

pe da un’idea della situazione 

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3 ore fa, Razzotico ha scritto:

Il calcio ormai sta in una situazione talmente paradossale che per alcune cose c ha ragione lui 

pe da un’idea della situazione 

il problema suo è solo che ha accettato di allenare in serie B una squadra di serie C 

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8 hours ago, cascata rossoverde said:

INTERVISTA TC - Pochesci: "Squadre U23? Il senso del fallimento"

16.11.2018 07:30 di Claudia Marrone Twitter: @claudilyn_emma  articolo letto 1128 volte
 
© foto di Federico Gaetano
INTERVISTA TC - Pochesci: "Squadre U23? Il senso del fallimento"
 

Senza peli sulla lingua. Anche a costo di critiche o esoneri, quegli esoneri che lo portano a essere per la prima volta senza squadra nel mesi di novembre. Fece scalpore Sandro Pochesci, ex mister della Ternana, lo scorso anno, quando prima di Italia-Svezia, la gara che agli Azzurri costò il Mondiale, disse che un tempo "menavamo e vincevamo, ora ce menano e piagnemo", aggiungendo poi che questa era la politica di un calcio che non privilegiava più gli italiani e che stava finendo. Perché senza un Mondiale avremmo perso tutti. Dopo un anno, la sua "profezia" si è avverata.
Ai microfoni di TuttoC.com è il tecnico stesso a parlare.

Un anno fa, circa Italia-Svezia, disse che se l'Italia non partecipava al Mondali tutti avremmo perso. L'estate trascorsa ha confermato ciò.
"Purtroppo quello che avevo detto si è verificato, anche sotto l'aspetto di un calcio malato a causa di una classe dirigenziale che ha portato allo scempio, ai campionati falsati di B e C. Ma si va avanti, e io confido nei nuovi presidenti, che rispetto a quelli del passato sono uomini di calcio, dal declino portato da Tavecchio si può solo risalire: e lo dice uno che il calcio lo conosce, è da quando ho sei anni che sono affiliato, sono partito dalla 1^ Categoria. E nella mia vita mi ha fatto male non vedere l'Italia ai Mondiali, competizione dove andava non da comparsa, ma sempre da favorita: io mi sono rifiutato di vederli. Non siamo gli inventori del calcio, ma prima ci rispettavano tutti: poi chi c'era ha fallito, e lo si è visto dal fatto che chi c'era non sapeva dove metter le mani, alcune squadre hanno iniziato il campionato a novembre, non hanno saputo come strutturare le squadre. Chi gestisce solo per i propri interessi, e le persone son sempre le stesse, deve essere cacciato".

Parlò di riforme già allora. Da dove si deve partire?
"I campionati vanno fatti con delle regole che tutti devono rispettare e che nessuno deve stravolgere a proprio piacimento. Ma prima ancora di questo servono le strutture e i centri sportivi di proprietà, come all'estero, dove tutte le formazioni di un club si allenano nel medesimo sito: e su questo deve intervenire il Governo. Poi appunto i campionati: ma è normale che in C ci siano già delle penalizzazioni? Io chi non rispetta le regole lo retrocederei, anche a campionato in corso: guardate l'Entella, per queste situazioni ha pagato un prezzo salatissimo. Meglio premiare le società sane, che possono poi rimediare a un aspetto più strettamente tecnico tattico: a marzo si fanno già le iscrizioni per il torneo successivo, e chi non può sostenere questa spesa lascia. Come ultimo step, mi rifaccio a un'altra cosa già detta: i troppi stranieri nei nostri campionati. Io metterei obbligatoriamente un minimo di 6 calciatori italiani in campo, e in rosa almeno 5 provenienti dal settore giovanile che, come detto, deve poter contare su strutture, impianti e istruttori qualificati. Mi auguro che il neo presidente, a costo di risultare impopolare a livello europeo, pensi a queste possibilità".

In C sono state introdotte le Squadre B: che senso hanno?
"Il senso del fallimento. Solo la Juventus ha aderito, e per altro con una formazioni di stranieri e over: tanto valeva ripescare squadre come Taranto o Messina che fanno 12mila spettatori allo stadio. La Juventus vuole la Serie B per i contributi, così non si sta valorizzando nessuno: ma le U23 devono nascere per dare poi i giovani alle Nazionali U19, U20 e U21. Le big possono aiutare il calcio solo se accettano di far giocare sempre almeno tre giocatori della Primavera, da formare. Porto l'esempio di Plizzari, classe 2000 del Milan che avevo a Terni: con me 23 presenze, ora fa il quarto ai rossoneri. Come è possibile? E come si fa a formare così i giovani?"

Prima accennava anche agli istruttori che formano i giovani. E la C deve essere un po' questo. Ci sono allenatori all'altezza?
"Gli allenatori italiani sono i più preparati, è il sistema che li stritola: se non vinci dopo 4 gare ti esonerano, è chiaro che uno punta poi solo ai calciatori di esperienza. Ma voglio far due nomi, Totti e Rivera, che a 16 anni erano in Serie A: giocavano perché erano forti, e c'era chi dava loro fiducia, mentre adesso in Serie A i giovani non ci giocano praticamente più. Se ci fosse una sorta di piramide di opportunità, sarebbe diverso, per mister e calciatori".

Come vede quindi la regola degli Under in Serie C?
"E' un concetto sbagliato, e non vado in contraddizione per un semplice fatto: non crea la piramide cui accennavo prima. Si dovrebbe trovare un equilibrio tra obblighi e facoltà, dando possibilità anche a chi non riesce a fare il salto, per evitare che a 23 anni i giocatori smettano di giocare. Il calcio è un patrimonio importante per tutti, non dimentichiamocelo. Anche le formazioni big dovrebbero dare spazio a chi merita, perché se a livello giovanile siamo forti ma poi a livello maggiore non ci qualifichiamo neppure al mondiale vuol dire che un tassello viene a mancare. Un esempio potrebbe essere la Coppa Italia, che io farei giocare solo agli italiani: diamo loro un premio, hanno più senso di appartenenza e crescono".

Si parla molto di semiprofessionismo: potrebbe essere una via risolutiva?
"Per me può esserci anche solo il professionismo, se mi alleno 5 volte le settimana anche se gioco tra i dilettanti, è la mutualità che deve cambiare. Dobbiamo essere bravi a trovare l'equilibrio che modera le spese, snellisce le tasse, lo stato deve aiutare. E' inutile dare i soldi alla A per Cristiano Ronaldo, i soldi vanno dati anche alle base, conta anche quella per crescere".

La mutualità sarà comunque uno dei temi che toccherà Gravina.
"La mutualità non può esser la stessa tra A e C, praticamente si mette sullo stesso piano CR7 e un calciatore, a esempio, del Gozzano, ma CR7 porta i soldi alla Juve, in C questo non accade: accade solo che le mutualità strozzano i presidenti, che in C vanno a rimessa, hanno solo un minimo di visibilità e niente più. Al massimo vanno in pari in B ma se sono bravi, come quello del Cittadella. Servono maggiori agevolazioni fiscali, ormai le società di calcio sono aziende vere e proprie che portano posti di lavoro".

 
 
 

Non  caso l'intervista inizia ricordando la cazzata che disse l'anno scorso sulla nazionale. Dicendo cazzate, magari volgari e in dialetto, si diventa famosi.

E una volta diventato famoso per aver detto volgari cazzate ti intervistano come fossi un esperto. 

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Il 14/11/2018 Alle 23:13, babylon ha scritto:

ma non si era dimesso per problemi personali di famiglia?......quanta paraculagine ce sta ancora sotto a sta cupola!!!!

Magari li ha risolti

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Ma quindi qual'è il problema in relazione a Pagni? Ci sono cose che accadono ma di cui formalmente e pubblicamente non se ne può discutere (o si danno motivazioni farlocche). Succede a tutti i livelli della società. 

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1 ora fa, altoforno ha scritto:

il problema suo è solo che ha accettato di allenare in serie B una squadra di serie C 

Il problema suo e' che e' un portantino che voleva allena in b!

  • Grazie 1

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10 minuti fa, C'emo credutu ha scritto:

Ma quindi qual'è il problema in relazione a Pagni? Ci sono cose che accadono ma di cui formalmente e pubblicamente non se ne può discutere (o si danno motivazioni farlocche). Succede a tutti i livelli della società. 

infatti...dispiace per Pagni ma pazienza, per sua fortuna ha già trovato un altro datore di lavoro.

tutto questo aumenta solo il grado di responsabilità che si è assunto De Canio.

 

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17 minutes ago, C'emo credutu said:

Ma quindi qual'è il problema in relazione a Pagni? Ci sono cose che accadono ma di cui formalmente e pubblicamente non se ne può discutere (o si danno motivazioni farlocche). Succede a tutti i livelli della società. 

Ma se tu si stato lu primo che c'ha creduto! 😂

Modificato da LuTer

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20 minutes ago, altoforno said:

infatti...dispiace per Pagni ma pazienza, per sua fortuna ha già trovato un altro datore di lavoro.

tutto questo aumenta solo il grado di responsabilità che si è assunto De Canio.

 

Si sono d'accordo e al grande Danilone faccio ancora una volta l'imbocca al lupo 

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6 ore fa, altoforno ha scritto:

infatti...dispiace per Pagni ma pazienza, per sua fortuna ha già trovato un altro datore di lavoro.

tutto questo aumenta solo il grado di responsabilità che si è assunto De Canio.

 

Una società senza ds come può progettare il futuro?

I giocatori in giro chi li guarda/scopre..

Bho.

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6 ore fa, ternano_84 ha scritto:

Una società senza ds come può progettare il futuro?

I giocatori in giro chi li guarda/scopre..

Bho.

Questo è sicuro. Pagni a parte, certo la società ci ha regalato un'ulteriore steanezza. Penso che sarà Tagliavento. Altrimenti la sua è una figura senza futuro.

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Il 15/11/2018 Alle 14:32, angelooo ha scritto:

Si, le cazzate de unicusano! Ma quali problemi familiari....

forse i problemi familiari erano che la macchina a Orte invece de piglià il raccordo per Terni , gli girava a sx verso Vt

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cmq  se a quest'incompetente e strampalato allenatore avessero affiancato un Ds normale che gli avrebbe comprato 1 portiere e 3 difensori forti , sono convinto che la Ternana si salvava pure con lui.

Secondo me Glerean, Cadregari, o tanti altri allenatori di serie c stanno grossomodo al suo livello.

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1 ora fa, Lu Trejo ha scritto:

cmq  se a quest'incompetente e strampalato allenatore avessero affiancato un Ds normale che gli avrebbe comprato 1 portiere e 3 difensori forti , sono convinto che la Ternana si salvava pure con lui.

Secondo me Glerean, Cadregari, o tanti altri allenatori di serie c stanno grossomodo al suo livello.

Infatti secondo me il vero guaio è stato avere giocatori dei quali molti erano scarsi anche per la C. Però bisogna anche dire che, come minimo, ha fatto una preparazione ridicola. Almeno lì spaccali, poi sulla tattica ne possiamo discutere...

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