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68rossoverde

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    Presidente
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    Maschio
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    Quartiere Italia e ho detto tutto

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    TERNI

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  1. 68rossoverde

    Stadio

    Quali risultati producono le strutture sanitarie private in Umbria? E i residenti nel territorio della Usl 2, che ne ha meno rispetto alla Usl 1, risultano penalizzati? E come funziona l’ospedale pubblico di Terni? C’è uno studio che monitora gli esiti dei ricoveri. Il funzionamento e i dati ce li siamo fatti spiegare da Carlo Romagnoli, per anni direttore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Umbria di Fabrizio Marcucci La presentazione del progetto per la realizzazione di una clinica privata da parte del presidente della Ternana, Stefano Bandecchi, ha aperto un dibattito a livello cittadino e regionale. Della questione Cronache Umbre si è già occupata. Riassumendo brevemente: Bandecchi, sulle ali della straordinaria stagione della Ternana, ha manifestato l’intenzione di realizzare il nuovo stadio che, con le strutture che vi sarebbero annesse, consentirebbe entrate che verrebbero investite sulla squadra di calcio, la quale si gioverebbe quindi della nuova struttura. Connessa al nuovo stadio, vi sarebbe la costruzione di una clinica privata che Bandecchi vuole convenzionata con il sistema sanitario regionale. Tradotto, significa che la Regione dovrebbe garantire alla clinica un flusso di entrate di diverse centinaia di migliaia di euro l’anno. La connessione “nuovo stadio – clinica” è stata stabilita dallo stesso presidente, che di fatto ha così collegato (e sottoposto) le eventuali fortune della Ternana alla condizione che gli si permetta di costruire la clinica e di ricevere i finanziamenti. Come si può capire, la commistione tra un elemento di programmazione sanitaria e un altro in cui entrano in ballo le questioni identitarie solleticate da una squadra di calcio, non aiuta ad affrontare l’argomento con la razionalità che sarebbe necessaria. I favorevoli al progetto di Bandecchi argomentano la loro posizione sostenendo la sperequazione che ci sarebbe in Umbria tra il territorio della Usl 1 (Perugia, Media e Alta Valle del Tevere, Alto Chiascio e Trasimeno) e quello della Usl 2 (Terni, Spoleto, Foligno e Valnerina). Nell’Umbria del nord vi sono quattro cliniche convenzionate, mentre a sud se ne conta solo una, per cui un riequilibrio sarebbe doveroso, si sostiene. Il sottinteso di questo ragionare è che la gestione privata della sanità porterebbe benefici alla popolazione. Quella appena riportata è però una opinione che non poggia sulla realtà, o almeno i suoi propugnatori non la corredano di dati e misurazioni che possano aiutare a orientarsi sui costi/benefici di una operazione come quella prospettata da Bandecchi. In definitiva, occorre rispondere alle seguenti domande sulla base di dati: è lecito aspettarsi benefici sulla popolazione dalla realizzazione di una clinica privata? Gli umbri che vivono nel territorio coperto dalla Usl 1 sono davvero privilegiati grazie alla presenza di quattro case di cura private convenzionate col pubblico? Sono domande cruciali, dal momento che coinvolgono la salute dei cittadini e un discreto dispendio di risorse pubbliche. Per questo ci è parso opportuno rivolgerci a Carlo Romagnoli, medico che si è occupato a lungo di valutazione dei servizi sanitari in qualità di direttore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Umbria, ruolo che ha ricoperto dal 2000 al 2007. Romagnoli, è possibile misurare l’impatto sulla popolazione delle strutture sanitarie pubbliche e private? «Sì, ci si può avvalere del Programma nazionale esiti (Pne), che è in grado di fornire valutazioni sulle attività, i risultati e i tempi di attesa di tutte le strutture ospedaliere attive in Italia. I dati vengono anche aggregati sulla base dei residenti nelle diverse Unità sanitarie locali». Di cosa si tratta? E soprattutto, il Pne è attendibile? «Il Pne è sviluppato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) per conto del ministero della Salute e fornisce a livello nazionale valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario. Gli indicatori utilizzati sono documentati da protocolli scientifici basati sulla letteratura disponibile, con una chiara definizione dell’esito misurabile di salute in studio». Nello specifico, che cosa misura il Pne? «Misura i risultati dei ricoveri ospedalieri di una data struttura, sia pubblica che privata, o su una fascia di popolazione, come appunto avviene con l’aggregazione dei dati per singola Usl. Quanti ricoveri per patologia, quante complicanze in seguito ai ricoveri, quanti nuovi interventi si sono resi necessari successivamente a quello eseguito, quante complicanze sono sopravvenute in un determinato periodo di tempo dopo una operazione. Tutto questo viene messo in relazione con la media nazionale e con quanto è avvenuto negli anni precedenti nella stessa struttura, cosicché è possibile avere una misurazione dell’efficiacia degli interventi e agire sulle eventuali criticità che vengono registrate». Venendo a noi. I ternani possono fidarsi della sanità pubblica? E nelle aree della regione in cui sono presenti più cliniche private, i cittadini sono curati meglio? «I residenti in Umbria assistiti dalla Usl 2, quella che serve la città di Terni, sono circa 381 mila. Il Pne ci consente in prima battuta di verificare la quantità di ricoveri prodotta in questo territorio per 75 cause di ricovero; poi ci fornisce un confronto degli esiti a cui hanno dato luogo quei ricoveri rispetto al resto d’Italia e rispetto all’anno precedente nella stessa Usl. Infine, sono resi disponibili i tempi di attesa che sono stati necessari per accedere alla prestazione (qui ad esempio, ci sono quelli relativi alla mediana dei giorni di attesa per ricovero in seguito a frattura di tibia e perone e per operarsi alla colecisti)». Lei quei dati li ha studiati. Che cosa emerge? «Secondo i dati relativi al 2019 la popolazione residente nel territorio della Usl 2 ha potuto usufruire di risultati non peggiori rispetto alla media italiana. Se si fa un confronto con l’anno precedente, vi sarebbero stati miglioramenti nella assistenza a scompenso cardiaco (meno riammissioni a 30 giorni), nelle operazioni alla colecisti (meno reiterventi) e in quelle per le protesi d’anca (meno revisioni entro due anni dall’intervento), mentre peggioramenti vi sarebbero stati per le embolie polmonari (maggiore mortalità a 30 giorni), per alcune tecniche di ricostruzione della mammella dopo intervento demolitivo, e per la percentuale di infartuati trattati trattati in emodinamica entro due giorni. Il condizionale è d’obbligo in quanto questi esiti vanno confermati attraverso approfondite analisi delle specifiche casistiche che servono soprattutto per individuare cosa migliorare». E per quanto riguarda più specificamente l’ospedale di Terni? «I dati sui volumi di attività del “Santa Maria” sono relativi a 71 delle 75 cause di ricovero, e un primo dato che emerge è che la struttura è stata in grado di prendere in carico il 94,6 per cento della casistica prodotta dalla popolazione ricadente sotto il territorio di copertura. Se guardiamo i dati aggregati riguardanti le diverse aree cliniche resi disponibili dalla Treemap, notiamo che siamo in presenza di esiti classificati “buoni” o “nella media” e che non non si evidenziano aree con livelli di qualità “bassi” o “molto bassi”. Se andiamo a vedere gli esiti prodotto per specifico tipo di intervento ospedaliero, si registrano risultati migliori della media per i parti naturali, per alcune tecniche di ricostruzione della mammella dopo intervento demolitivo e per l’infarto del miocardio; mentre ci sono criticità nella gestione delle fratture del collo del femore entro due giorni». E le cliniche private che operano in Umbria, che risultati danno? «Un’analoga analisi dei dati il Pne la fa anche per le strutture private, che in Umbria sono cinque: le quattro ricadenti nel territorio della Usl 1 (Porta Sole, Liotti, Lami e Villa Fiorita, tutte a Perugia) e quella nella Usl 2 (Villa Aurora, a Foligno). In due casi, Porta Sole e Liotti, si registra un’adesione di qualità bassa agli standard. Va notato anche che per quanto riguarda Porta Sole i volumi di attività sono relativi a 31 cause di ricovero rispetto alle 75 valutate per la popolazione residente nella Usl 1, e di queste solo tre hanno fatto registrare una numerosità sufficiente a far scattare la rilevazione. Per la clinica Liotti invece, i volumi riguardano 25 cause e solo per sei di esse è stato possibile procedere a misurazione. Nei restanti tre casi, sia per la Lami, che per Villa Fiorita che per Villa Aurora non è possibile visualizzare le rispettive treemap a causa della scarsità del numero di interventi. Nel caso della Lami e di Villa Fiorita peraltro, il rischio di dover essere sottoposti a nuovo intervento nei casi di artroscopia al ginocchio è rispettivamente doppio e quintuplo». Che quadro generale se ne ricava? «Con i dati esposti ognuno può farsi una sua idea. Io ritengo che l’assistenza ospedaliera garantita dalla Usl 2 sia complessivamente di buona qualità se confrontata alla media italiana, e un giudizio del tutto analogo si può trarre per quanto riguarda l’ospedale di Terni. Le case di cura private e convenzionate di Perugia e Foligno non producono risultati di qualità e non garantiscono neanche l’emergenza-urgenza, la terapia intensiva e la rianimazione. Questi dati ci dicono che i guadagni in salute derivanti dalla realizzazione di nuove cliniche private a Terni e altrove potrebbero essere inferiori alle aspettative».
  2. 68rossoverde

    Stadio

    Futura memoria: il motivo è questo e per me hanno fatto male dovevano votare contro non astenersi il pre-requisito presente nello studio di fattibilità a proposito del "non assoggettamento delle imposte" per 33 anni per tutte le opere realizzate nell'area dello stadio, comprese le aree commerciali. "Perchè il Comune deve esonerare la società dal pagamento dell'Imu e delle tasse comunali? Si può comprendere questa cosa per lo stadio, ma non è accettabile sulle aree commerciali. E allo stesso modo perchè il Comune "deve" riconoscere il diritto di superficie gratuito anche per aree che non riguardano lo stadio?
  3. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Questa sera avrò ospite il dottor Gianni Giovannini, ex (fino al 2019) dirigente del Servizio Programmazione dell'assistenza ospedaliera, accreditamento, autorizzazioni sanitarie e sociosanitarie della Regione Umbria per cercare di capire meglio i funzionamenti giuridici e le varie normative sanitarie in riferimento ad accrediti autorizzazioni e convenzioni al SSN e per quanto possa comprendere la questione legata al progetto della Ternana Calcio. In diretta dalle ore 21:00 sulla pagina Facebook e sui canali You Tube e twitch Tv di Radio Fere Terni per chi vuole.
  4. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Dopo una pausa voglio riscrivere qualcosa sulla questione.Intanto sarebbe intelligente e maturo per una tifoseria che è anche una città che vuole sentirsi "avanti" smetter di fare la caccia alle streghe quando qualcuno cerca di capire,ragionare non per sentito dire ,ma,utilizzando fonti e carte documentali.L'ideologie che rispetto a dismisura,che siano da me condivisibili o meno, non portano da nessuna parte se non a diventare strumento della partitica (non politica) che riesce come sempre a mettere i poveri cristi gli uni contro gli altri. Qui bisognerebbe scindere fra ciò che fa a livello sportivo o a livello sociale o a livello imprenditoriale , Bandecchi.Intanto non si dovrebbe mai ragionare partendo da mi sta sul cazzo e dovrebbe valere per tutti.Io le persone debbo conoscerle per poterlo dire, non è a pelle. Ecco, tornando a Radio Fere , l'idea nacque 5 anni fa, ma a differenza di oggi, le valutazioni sono sul merito, non sul me sta sul cazzo 68 rossoverde,che è già un passo avanti.Se piacessi a tutti, avrei fatto la zoccola. Invece viva Dio io sono io e voi ..no scherzo, io sono fatto a modo mio, giusto o sbagliato che sia, ho il mio modo di agire e pensare, che non è la verità,nessuno ce l'ha, è solo ragionamento.Può essere che sbagli,come tutti,se accade dirò, ho sbagliato.Tutto qua. Ora, finito il pippone di cui sopra, andiamo a fulcro: Intanto vedo parlare di inceneritori,Agarini accostando non so perchè, il fatto che siano opera del centrosinistra del tempo (1996) quando il centrosinistra si insediò allora nel 1998. Non capisco perchè poi si accosti, chi oggi dica apertamente ragioniamo prima,come rifondazione comunista, che non era quel centrosinistra di allora, o a chi come Potere al Popolo è contrario a qualsiasi clinica privata in convenzione,come del resto lo è il Partito Comunista- Il centrosinistra di oggi, ovvero il PD, è favorevole,ha votato ieri un atto in consiglio comunale a favore, voterà a favore in Regione. Perchè mettere assieme due cose che non ci azzeccano nulla, nè sul contesto nè sulla cronistoria. Qui il video del 1997 (Agarini / Ciaurro) Terni Ena. https://youtu.be/rV6DZ_Wt8UY Detto ciò è chiaro che una clinica sia indiscutibilmente meglio che un inceneritore, che sia opera di Cdx o continuazione di csx poco importa. Ma ragionare solo su è meglio o no è riduttivo. Il nodo è solo sull'accreditamento e poi sulle convenzioni. Fino al 2018 erano automatiche, perchè l'iter dell'ente accreditante OTAR non c'era. Nel 2019 la giunta attuale concede alla stessa maniera le autorizzazioni e accreditamenti per poi fermare questa prassi e darte il via all'istituzione dell'OTAR stessa.Quindi dal 2019 non è più automatico. L'OTAR quando si attiverà, deciderà gli accreditamenti e le convenzioni insieme alle ASL in base alle VERIFICHE deelle strutture , affinchè abbiano i requisiti richiesti.va da se che nessuna verifica può essere fatta su di un progetto di costruzione. Prima il Comune autorizza, poi la Regione autorizza, poi Bndecchi la costruisce, la allestisce, rende presente di cosa si occupa, poi L'OTAR verifica, da l'accreditamento e infine OTAR ed ASL danno le convenzioni in base al regolamento previsto nelle normative riguardanti numeri dei letti. Non c'è nulla da aggiungere ne ricercare chi rema contro. Le stesse cliniche di Perugia potrebbero non avere più determinati requisiti per cui OTAR e ASL decidono diversamente. E' chiaro che se Bandecchi costruisse oggi, sarebbe avvantaggiato rispetto a cliniche datate.Credo che otterrebbe sicuramente l'accredito e i posti in convenzione, non so se 100 o meno, ma prima...deve costruirla. Lo faccia.Non aspetti certezze.E' un imprenditore, fa parte del rischio di impresa. Clinica di eccellenza + Stadio. Non serve farlo domani, è Bandecchi, spende 55.000 euro in un week end, lo ha detto lui. Coraggio, faccia l'imprenditore senza dover mettere in riga nessuno. Si prenda del tempo intamto gestisca la Ternana per essere pronto al grande salto. E' il mio parere,senza fare l'avvocato nè di politici (non voto da quando a Padova il mio faro si è spento) nè vado contro opportunità inequivocabili per la città. E dico anche , basta col cercare le medaglie del sono stato io, qui se si fa, è per opera di tutti.
  5. 68rossoverde

    Stadio

    Ciao.grazie per l'interesse mostrato.Lo avevo scritto il motivo lo riporto: Per quanto concerne la decisione di SOSPENDERE le dirette con esponenti politici e per quanto riguarda la questione Stadio/Clinica NON abbiamo ricevuto alcuna pressione o minaccia nè qualcuno vuole silenziare nulla come leggo nei commenti. Semplicemente abbiamo scelto di seguire le indicazioni che ci vengono date , ovvero, in questa fase delicata, dopo aver ospitato tutti i maggiori esponenti che si sono espressi PUBBLICAMENTE, è ritenuto più utile far concentrare le varie componenti politiche nei luoghi preposti evitando così di creare confusione in una fase critica decisionale,tutto questo,auspicando che la scelta sia utile per il raggiungimento dell'obiettivo.Nulla di più.
  6. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    impegnati che hai capito bene che volevo dì, anche perchè mesà che so parecchio più vecchio de te e me ricordo molto meglio di te non solo di inceneritori ma pure di papigno .. comunque che c'erano è ovvio, che siano legati a uno invece che a un'altro è falso ..
  7. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    però je vojo bene come fosse normale sia chiaro
  8. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Comunque tornando a prima questi sono gli ITER. stante agli articoli 41 e 43 della Costituzione bisogna trattare il soggetto pubblico e privato in egual modo, permettendo così di esperire una collaborazione tra i due soggetti. Sulla scorta di quanto, un soggetto privato che lavora con il Sistema Sanitario Nazionale avrà dei diritti e degli obblighi da rispettare affinché gli venga assicurato un buon livello di prestazioni alla clientela. Il tutto attorniato da ottima qualità simile a quella delle strutture sanitarie pubbliche. L’iter dunque che le cliniche sanitarie private possono seguire per godere della collaborazione con l’SSN, è detto comunemente sistema delle tre A (Autorizzazione – Accreditamento - Accordi contrattuali). Esso si divide in tre fasi che permettono alla clinica di passare sulla stessa lunghezza d’onda di quelle pubbliche. La fase dell’Autorizzazione Il primo momento di richiesta accreditamento è dato dall'autorizzazione. Si tratta di quel mezzo atto a consentire che possa essere esercitata l’attività sanitaria. Pertanto tutti coloro che (sia soggetto pubblico che soggetto privato) lavorano all’interno del SSN deve ottenere l’autorizzazione ai sensi dell’ex d.lgs. 502/92. Essa potrà essere richiesta alla Regione nel cui territorio si intende avviare l’attività. Il procedimento può essere esperito sia da tutte strutture pubbliche sia da quelle private. Tale regola vale soprattutto se nell’obiettivo di esercizio dell’attività venga richiesto l’esercizio delle prestazioni in regime di ricovero, nonché per le prestazioni in regime ambulatoriale. La medesima regola vale se la clinica ha l’intenzione di erogare prestazioni in regime residenziale e per gli studi odontoiatrici/medici/altre professioni sanitarie, inclusi quelli infermieristici. Per tutti i principi contenuti nel D.Lgs succitato, ogni singolo requisito va esaminato nel dettaglio dai funzionari della regione. Sarà l’amministrazione a decidere infatti se sussistono i criteri di inclusione, e se la struttura possiede tutti i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi richiesti per legge. In questo step, come ultima cosa, l’autorizzazione da parte della Regione può essere rilasciata se il Comune di appartenenza ha eseguito una regolare verificadella struttura all’interno della quale verrà ospitata la clinica privata. In merito a questa verifica ispettiva, l’imprenditore dovrà disporre di tutta la documentazione prevista dalla D.G.R. 3586/2004. Qualora il controllo dovesse avere un esito positivo, la Regione darà il via libero a passare allo step successivo: in caso contrario comunica all’imprenditore potenziale quali sono le mancanze affinché lo stesso possa adeguarsi ai requisiti mancanti. Se il richiedente ottempera alle modifiche, avviene una nuova ispezione, al termine della quale (se a norma) l'ufficio predispone l'atto autorizzativo. La domanda alla segreteria dell’ufficio sanitario Prima di passare alla fase di accreditamento c’è ancora uno step appartenente al processo autorizzativo. Ovvero, nel rispetto della Deliberazione della Giunta Regionale n.3586 del 30/12/2004, dopo che il richiedente ha ottenuto il via libera all'autorizzazione per l’apertura dell’attività e dopo essere entrato in possesso del certificato di agibilità, ha l’obbligo di consegnare una domanda alla segreteria dell'Ufficio strutture sanitarie. Questo step è necessario ai fini dell’apertura, ma anche in caso di trasferimento, ampliamento o modifiche della struttura. Per poter presentare la suddetta domanda non c’è obbligo di effettuare una prenotazione. Essa può essere sia presentata amezzo posta, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, sia di persona recandosi presso l'ufficio strutture sanitarie private. Questa domanda è soggetta al pagamento di una tassa, che varia a seconda del tariffario della regione di appartenenza: di norma l’importo cambia a seconda della classificazione della struttura e in base al numero dei locali. La domanda va accompagnata da tutti i documenti richiesti dal D.G.R. 3586/2004 con potenziali integrazioni richieste dall'ufficio. Possono presentare la domanda tutte le persone o/e i professionisti che vogliono avviare una struttura clinica privata. La fase di accreditamento La seconda fase dell’iter consiste dell’accreditamento. Quest’ultima è obbligatoria soltanto per quelle cliniche private che però vogliono conservarsi una percentuale di guadagnò operando in convenzione con la sanità pubblica. Viceversa se si intende lavorare in totale autonomia l’unico step da seguire sarà quello della richiesta autorizzativa. L’accreditamento viene elargito sia in base alla rispondenza con la programmazione sanitaria regionale sia tenendo conto di altri requisiti di qualificazione indicati dalla Regione ai sensi del d.lgs 59/97. Sfruttando il vantaggio dell’accreditamento la clinica (che è comunque privata) può operare in nome e per conto del SSN. Può adottare le medesime tariffe e ogni mese percepisce quindi una quota attinta dal finanziamento sanitario regionale. Dopo aver fatto richiesta di accreditamento, l’imprenditore dovrà firmare un contratto, al cui interno verrà indicata la programmazione obiettiva che verrà periodicamente controllata dai funzionali regionali per stabilire la genuinità delle prestazioni erogate. Il che significa correre anche il rischio di vedersi revocare l’accreditamento, qualora da verifiche effettuate siano venuti a mancare i requisiti qualitativi che hanno permesso di godere della concessione. Gli accordi contrattuali Dal momento che l’accreditamento rende al richiedente il possesso di una qualifica di gestore del servizio pubblico, sono due le parti coinvolte per cui occorre stabilire dei reciproci vantaggiosi accordi contrattuali. Questi ultimi servono ad equilibrare il rapporto lavorativo tra i due soggetti (pubblico e privato). L’accordo contrattuale pertanto è un contratto di disciplina pubblicistica che mette in relazione la struttura privata con la pubblica amministrazione. Esso viene stipulato solo dopo il via libera dato dall'SSN all’accreditamento e di norma si compone di due tipi di atti: il primo unilaterale è quello elargito dalla pubblica amministrazione che mette la clinica privata sul suo stesso livello, e il secondo che permette l’operatività della struttura privata, attraverso un vero e proprio accordo tra le parti. Le Regioni hanno l’obbligo di stabilire il regime applicativo degli accordi. Inoltre vanno individuati i soggetti interessati, per stabilire l’eventuale responsabilità della Regione e della Asl all’interno dell’accordo. Sarà infatti la struttura pubblica sia a stabilire la formulazione dei programmi di attività, che a decidere le morali di remunerazione. La questione della Remunerazione L’apertura di una clinica privata sulla base della collaborazione con il SSN è molto vantaggiosa soprattutto sul piano remunerativo. Questo in particolarese i servizierogati concernono l'assistenza ospedaliera e ambulatoriale. Ambedue i servizi risultano infatti a carico del SSN, il quale finanzia la struttura privata in base ad un ammontare globale predefinito, chiamato tetto di spesa. Quest’ultimo viene previamente stabilito e scritto negli accordi contrattuali stipulati. Per quanto concerne le modalità di remunerazione esse avvengono in modo omogeneo ed equo su tutto il territorio nazionale. Stesso criterio viene usato per stabilire le tariffe massime remunerabili che si calcolano su un campione rappresentativo di strutture accreditate, senza mai tralasciare i costi standard e i tariffari regionali. Infine una volta ottemperati tutti i passaggi obbligatori sarà necessario dedicare tempo e soprattutto denaro a strategie di marketing e web marketing utilizzando campagne pubblicitarie su tv locali, quotidiani locali e mettendo online un sito web professionale vetrina dell'attività.
  9. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Ma io non me la prendo sul serio, solo che non credo che Raffaele dica esattamenete una battuta.Fosse per lui al posto dell'AST doveva esserci un parco stile New York ,sicuramente meglio,solo che magnavano stocazzo
  10. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Che c'entra: quello di Terni Ena era collegato al progetto di teleriscaldamento e non è fonte di problemi. Non c'entra nulla con ASM cioè quello chiuso questo sfatavo. Caso mai per la Ternana in A c'entra altro e cioè Raffaelli e Agarini in ogni dove : cellule staminali, Ast,Centro Multimediale ...ecc. ecc.
  11. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    anche questa cosa va un pò sfatat: Agarini fece l'ex Terni Ena su autorizzazione del Comune di Terni Giunta Ciaurro sentito il parere tecnico del Ministero Ambiente allora Ministro Ronchi governo Prodi.
  12. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Oncologia non rientra da quello che ha affermato il dirigente Giovannini, fra quelle convenzionabili. In merito all'essere tutti da una parte,la dichiarazione espressa è favorevole da parte della minoranza sia in regione che in comune Quindi se fosse solo questo il nodo, non ci sarebbe un nodo o sbaglio? E ripeto, comunque prima, devi costruirla e per farlo, nella fattispecie, devi attendere lo svincolo dell'area che attualmente risulta a rischio esondazione. Chiudo dicendo che i tempi sono quelli che sono, non capisco quindi la fretta messa in campo. Inoltre nessuno può prima garantire posti in convenzione se non crei la struttura, ne hai requisiti specifici che autorizza il resto non ricordo la legge, ma si trova. Se puoi correggere ciò che dico fai pure è uitle a capire.
  13. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Ho già risposto prima, effettivamente sono andato a risentire ed è esatto come spieghi,cioè ha acquistato il 40% della clinica a Roma ed ha a ggiunto che sta acquistandone due in Toscana.Ed ho sotolineato che non so se fossero o meno già convenzionate ma da quello che scrivi, quella di Roma non lo è. In merito al preambolo, non h odubbi che sia come dici.Quindi saprai anche che Per essere convenzionati con il SSN la struttura deve essere funzionante. Il convenzionalmente serve al pubblico ASL per acquisire sul mercato prestazioni che non riesce a garantire. È fuori dalla realtà un convenzionamento a priori. L'imprenditore e tale se rischia del suo.Le cliniche di PG hanno i letti accreditati ma la convenzione è un finanziamento che ha un tetto. Complessivamente le 5 cliniche hanno un budget complessivo di una ventina di mioni di euro. Con questo budget vanno avanti per circa 6 mesi. Il resto del fatturato lo fanno con utenti di altre regioni.
  14. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Scusa hai ragione, sono andato a risentire, avevo capito male, ero in diretta mentre ascoltavo effettivamente ha detto che ha acquistato il 40% di una clinica e sta chiudendo per altre due in Toscana.Non so se siano o meno già convenzionate
  15. 68rossoverde

    Grazie PRESIDENTE

    Io di ciò che succede in città non so nulla,so quello che leggo nei commenti durant l dirette e ognuno esprime le propri idee e ideologie ,ma che addirittura invitino a non firmare,per quanto io so,non è vero.Se poi c'è qualcuno che lo fa, non lo so,chi lo dice avrà modo di poterlo dimostrare sennò anche io posso dì che tu si frocio
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