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Bellimbusto

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  1. 14 minutes ago, wild.duck said:

    Ho la sensazione però che questo sistema con punti che si guadagnano in modo prevedibile e non si perdono in nessun caso, solo a scadenza, ci sia anche per "incoraggiare" i top a fare i tornei minori, magari anche quando non sono al meglio. 

    Se faccio un 250 o un 500 invece di stare a casa e perdo al primo o secondo turno amen, comunque faccio più punti che se sto a casa, se vado da acciaccato con un sistema di ranking molto legato al livello dell'avversario facile che mi tocca arrivare in fondo o giù di li per non perdere tanti punti. 

    Il sistema Elo, intendi? In realtà se ti batte uno scarso è un bagno di sangue, infatti è previsto che tu perda punti in caso di sconfitta. Ed un Nole che le busca da Nardi sarebbe stata tanta roba.

     

    A proposito, visto che questo sistema esiste, ecco le classifiche Elo aggiornate al dopo Miami. Inutile dire chi c'è in testa.

     

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  2. Beccatevi allora il corollario del corollario.

    Preferisco una classifica tipo Elo, il sistema di punteggio degli scacchi: lì se batti uno più forte di te guadagni molto, se batti uno più scarso avanzi di poco. Oggi troviamo 250, 500 o anche 1000 molto differenti fra loro, a pari rango: a volte te li ritrovi pieni di big, altre volte no, però pagano tutti allo stesso modo. C'è arbitrarietà. Viceversa, tutti fanno in modo di esserci ai tornei santificati, vincerli ha un peso specifico maggiore proprio per quello.

     


  3. 1 minute ago, altoforno said:

    Aggiungo anche io un corollario per stimolare la tua riflessione ( @Bellimbusto😞 la storia l'ha fatta Tomba nel 1988, però nessuno di noi considerava la sua carriera completa fino a quando non è riuscito a vincere la Coppa del Mondo generale nel 1995, verso la fine della sua carriera. E aveva già vinto le Olimpiadi e i Mondiali.

     

    Viviamo con addosso la solitudine dei numeri primi, quindi vicini nel pensiero ma mai abbastanza. Resto dell'idea che la grandezza la ottieni vincendo gli slam. La classifica la puoi fare anche facendo man bassa di 500, qualche mille, più ottimi piazzamenti negli AO, UsOpen, Wimbledon e R.Garros. Per come eravamo messi anni fa, quando per gioire bastava una finale a Gstaad, capisco che stiamo sezionando il capello in quattro, ma nel tennis c'è una gerarchia di tornei. La classifica è un aspetto numerico che mi appassiona meno, è il risultato di una codifica: un giorno cambiano le regole, il 500 diventa 450 e le classifiche possono essere stravolte. 

     

     


  4. corollario

     

    E' il discorso di sempre. Conta vincere le gare o accumulare piazzamenti e vincere le classifiche? La risposta banale, vincere tutto e ovunque, non vale.

    Io un'idea me la sono fatta nel 1988, quando Pirmin Zurbriggen soffiò per una manciata di punti la Coppa del Mondo generale a Tomba: lo svizzero vinse una sola gara, una libera (più una combinata), Albertone ben 9. Due cadute nelle ultime due gare e la mamma che gli impedì di fare qualche discesa o super-G gli tolsero ogni possibilità di successo. Ma ditemi chi, fra i due, fece realmente la storia, quell'anno...

     


  5. 40 minutes ago, altoforno said:

    ...

    Capitolo n. 1 al mondo.

    ...

    Tutto bene, tutto bello, ma non hai dato i tuoi pronostici.

    Che poi le vittorie nei tornei sono le cose che fanno davvero la grandezza di un giocatore, meglio se queste arrivano in condizioni differenti. In questo senso, sto con Sinner, lui è probabilmente il meno incline a farsi condizionare dalle classifiche. Fregauntubo se arriverà al primo posto a giugno, a settembre o nel 2027. Magari a causa del forfait di qualche big, come accadde ad esempio all'Infante la prima volta. Difatti, Alcaraz legittimò la posizione raggiunta proprio sul campo, battendo Djokovic a Wimbledon: e credo che anche a lui, se qualcuno gli chiedesse di barattare il Nr.1 per uno slam, opterebbe per il secondo.

     

    E anch'io preferirei che Jannik vincesse le Olimpiadi o un secondo slam, da qui a fine anno, piuttosto di vederlo al numero 1 però perdendo finali o semifinali a ripetizione.

     

     


  6. Buona giornata per gli italiani nel primo turno dei tornei di Marrakesh e Washington. Ad Estoril invece Musetti entrerà in scena dopodomani, contro Nuno Borges.

    In Marocco hanno vinto Berrettini, Cobolli e Fognini, mentre s'è fermato Matteo Gigante, ritiratosi suk (devo indagare col mio neuropsichiatra su questo errore di battitura...) 4/6 0/2 contro Carballes Baena.

    Berretto ha giocato una buonissima partita, anche se il neo-kazako Shevchenko ha giocato in modo quasi imbarazzante, come spesso gli capita in questa fase della stagione: 6/2 6/1. Matteo avrà Munar (domani alle 16), che ha eliminato Luchino van Assche. Domani esordirà anche Sonego (alle 13) e con una vittoria a testa i due italiani potranno ritrovarsi contro dopo Wimbledon 2023.

    Nessun problema oggi per Cobolli, il giordano Shelbayh ha fatto quello che ha potuto, 6/1 6/4. Per il romano domani ci sarà Kotov (14:30).

    Fognini ha vinto in rimonta un bel duello contro Gaston, finito 6/4 al terzo. Domani gli tocca il numero 1 del tabellone, Djere (17:30).

     

    In Texas è tornato in campo Darderi, che ha dato ancora una prova di temperamento, recuperando una partenza morbida contro l'americano Kudla: 3/6 7/6 6/2. Domani ecco Cerundolo, in orario da stabilire.

     

    Gira in rete un questionario sui prossimi tornei su terra, si tratta di indovinare i vincitori di Montecarlo, Madrid, Roma e Parigi. 

    Sapendo di non beccarne uno, ho scelto nell'ordine: Rune, Alcaraz, Djokovic e Alcaraz.

     

     


  7. 2 hours ago, mbriacu de viparo said:

    Io questa sconfitta l'avevo messa in preventivo ma fatico parecchio a digerirla perché l'hai persa per un atteggiamento da squadra che sta tranquilla e non per una squadra con l'acqua alla gola.

    Non accetto prendere un goal in contropiede a 7 minuti dalla fine.

    Non accetto le mancate coperture, non accetto nessun cambio in mezzo, non accetto che non abbiamo voluto soffrire per strappare un pareggio che a Marassi sarebbe stato oro colato.

    Con questo atteggiamento non si affrontano le 7 partite per provare a fare il miracolo. Con questo atteggiamento vai a picco ben prima della fine.

    Ho avuto l'impressione che facessimo addirittura un pensierino al colpaccio. Dopo il nostro pareggio, già figlio di una discreta nostra pressione, loro hanno avuto un contraccolpo importante e si sono sfilacciati. Però i  cambi hanno ridato fisicità al centrocampo, mentre la nostra scelta è stata quella di non spezzare gli equilibri di squadra: cosa che a posteriori si è rivelata fatale, perché perdine chiave non ne avevano quasi più. Bravi loro ad infilarci con un contropiede perfetto, nato da uno dei nostri tradizionali errori di impostazione, con squadra proiettata in avanti. 
    Approvo la mentalità, ma non la perseveranza nell'incappare nello stesso errore di sempre. Ci è costata un punto, che avevamo pure meritato. Tanto per cambiare.


  8. Questa la nuova classifica Atp, che sarà ufficializzata domani:

     

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    E questa è invece la Olimpic Race, che tiene conto dei risultati dallo scorso giugno: servirà per gestire i tabelloni del torneo olimpico di PArigi 2024:

     

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    E questa infine è la Race to Turin, dove Jannik ha accumulato un vantaggio impressionante, frutto dei pazzeschi risultati di questo primo trimestre del 2024:

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    I numeri parlano, anzi urlano a squarciagola. La superficie prediletta ha detto che Sinner è il migliore al mondo. Punto e a capo.

    Ci sono in circolazione altri bei talenti tennistici, uno di questi, Carlitos, è persino migliore di Carotone. Ma per nostra fortuna il tennis non è fatto di sola tecnica, di colpi, di eleganza: esistono altri requisiti che Jannik possiede in abbondanza e che gli permettono di colmare il gap tecnico con quei pochissimi individui del circuito che partono da basi più consolidate.

    Ora tutti lo attendono al varco sulla terra, ipotizzando (o forse invocando) possibili disagi nel suo tennis. Sinner sull'argilla ci ha giocato sempre, sin da bambino: semplicemente le sue caratteristiche sono esaltate sulle superfici veloci, dove la sua palla viaggia come nessun'altra. Credo invece che ci divertiremo un bel po', perché la forza mentale e fisica mostrata negli ultimi 7-8 mesi sarà il motore che lo guiderà anche nella imminente nuova campagna. 

    Sehr gut gemacht, Jan.

     

     


  9. Nardi ha vinto il Challenger di Napoli, battendo in rimonta il francese Herbert: brutta partenza, errori assortiti, pessima risposta. Poi il pesarese-napoletano rimette le cose a posto, complice anche il sostegno caliente del pubblico. C'era da scommetterlo...

    Grazie ai 125 punti intascati, Nardi ottiene il best ranking, salendo al 76.mo posto. Importante, per potersi assicurare una presenza stabile nei vari tornei, senza passare continuamente dalle qualificazioni.


    La settimana entrante popone tre tornei sulla terra, tutti di rango 250: Estoril, Houston e Marrakesh. Il solito preludio di Montecarlo.

     

    In Marocco la gerarchia parla di Djere, Ofner, Evans e Sonego prime teste di serie, esentate dal primo turno. Il bandanato avrà Moutet o l'indiano Nagal. Ci sono anche Cobolli e Berrettini. Coby esordirà col giordano Shelybah, una wild card; Berretto (in tabellone grazie al ranking protetto) avrà il kazako Shevchenko. Dalle qualificazioni potrebbe poi arrivare anche Fognini, dovrà battere l'ultimo avversario, l'austriaco Miedler.

     

    Sull'argilla grigioverde texana è Shelton l'uomo da battere: ci sono poi Cerundolo, Tiafoe ed Etcheverry. Little Italy è rappresentata da Darderi, che partirà con Denis Kudla.

     

    In Portogallo, infine, Ruud, Urka, Musetti e Fokina sono i quattro da battere. Il Muso (bye)  aspetta N.Borges o un qualificato. Non ci sono altri azzurri.

     

     

    Stasera godetevi la finale di Miami che chiude il Sunshine Double più piovoso degli ultimi anni. Ho prove e non ho rinviato a domani, visto che giocano le Fere. Spero che Jannik non ne risenta troppo.

     

     

    • Grazie 1

  10. Il Miami Open è alla resa dei conti. Oggi le finali del doppio maschile (17:30) e del singolo femminile (20:00), domani il doppio femminile (18:30 o giù di lì) e del singolare maschile (non prima delle 21).

    Stanotte Errani/Paolini hanno avuto la loro chance contro due quotate avversarie, ma pur giocando bene sono crollate nel super-tiebreak, perso 10-1.

     

    Ovviamente per noi e per la maggior parte del pianeta, le attenzioni sono sulla sfida tra Dimitrov e Sinner, la quarta della loro storia personale: il bulgaro vinse sulla terra del Foro Italico nel 2020, Jannik la spuntò l'anno scorso sia a Miami sia a Pechino, rispettivamente nei 16.mi e nei quarti di finale. Tutta roba vecchissima, se paragonata a quello che sono diventati  oggi i due contendenti. E se per Carotone la cosa non sorprende, vista l'età e la naturale curva di crescita, per Grigor non può che sorprendere il clamoroso salto di qualità degli ultimi mesi, che l'ha portato dopo anni di attesa a confermare premesse e promesse mai mantenute dagli albori della sua carriera. Lui ammette che non si è mai allenato così bene come nell'ultimo anno ed ora sta semplicemente raccogliendo i frutti. Poi ha anche stabilizzato una vita privata sempre abbastanza movimentata, ed anche questo può avere un peso.

    Questo nuovo Dimitrov può realmente costituire una seria minaccia a uno Jannik spietato nelle occasioni che contano? Se lo si chiede a Urka, a Carlitos e a Zverev già immaginate la risposta. Se si analizza il suo gioco e lo si proietta dall'altra parte del campo, di fronte a Sinner, si scopre che le difficoltà maggior dovrebbero arrivare su un terreno solitamente congeniale al roscio, la diagonale di rovescio. Perché? Perché il bulgaro gioca prevalentemente lo slice, conferendo alla palla rimbalzi lunghi e bassi. Lo gioca più spesso e meglio di quanto fatto da O'Connell, contro il quale Sinner andò parzialmente fuori giri (nel primo set, almeno). Però il nostro golden boy ha una grande dote, quella di imparare dagli errori e di lavorare sodo sulle difficoltà: c'è appena passato, quindi sa cosa aspettarsi e come comportarsi. Sorpreso Alcaraz sull'anticipo e sul ritmo, beccato Zverev inconsistente in risposta, Dimitrov dovrà cercare altrove il modo di mettere a novanta Carotone.

    Tutti e due hanno faticato nei primi turni: Dimitrov addirittura è stato ad un amen dall'eliminazione contro Tabilo, sotto di un set e 2-5 nei tiebreak del secondo. Ma, grazie all'odierna giornata di riposo, immagino che entrambi arriveranno freschi all'appuntamento. 

    Pronostico una vittoria di Sinner in due set, probabilmente molto sostenuti e battagliati: uno dei fattori che fanno propendere la bilancia a favore del nostro è la maggiore freddezza già mostrata in queste occasioni, la capacità di risolvere problemi in corso d'opera. Grigor è abbastanza emotivo, sa che tantissimo dipenderà dai bioritmi del proprio avversario. Che però sembrano belli stabili, in fase positiva.

     

     


  11. La seconda semifinale di partita ne ha regalata tanta, e pure bella. Alla fine Dimitrov ha completato l'opera iniziata con Urka, proseguita con l'Infante e risolta con Zverev. Tanto equilibrio in verità, spezzato da un paio di passaggi a vuoto (gli unici) al servizio di Zverev, al 10° gioco del primo ed al 7° del terzo set. In realtà la differenza l'ha fatta proprio la risposta del bulgaro, o meglio l'inconsistenza di quella del russotedesco.

     

    Domenica sera, alle 21, Jannik troverà un avversario tosto. L'avversario tosto, invece, troverà un Carotone quasi insuperabile, in queste situazioni.


  12. Mi resta il tarlo di quello che può essere successo dopo il primo set della finale di Indian Wells. Perché a sto punto l'idea è che questo quando alza il livello diventa in giocabile, ma per davvero. È stato così anche con Alcaraz, per un'ora. Poi è successo qualcosa, ma non  sapremo mai cosa,  perché Sinner è anche uno che non cerca mai alibi per giustificare prestazioni non brillanti.

    Domenica sera una prima conferma, se ce ne fosse bisogno.

     

    Intanto stasera è stato grande, non ha nemmeno sbadigliato. Io si.

     

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