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Intervista a Verdelli

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«Voglio un gruppo motivato!»

 

Ternana, il nuovo tecnico disegna il profilo della sua squadra

 

 

 

di ANTONIO DE ANGELIS

 

 

«Ternana eccomi!». Corrado Verdelli, il tecnico dell’ennesima rifondazione rossoverde si presenta. Parlando del suo passato di giocatore, e di tecnico. E provando a delineare le coordinate del progetto Ternana griffato Mascella & Fioretti. «Sono partito dalla gavetta», attacca. «E vincendo campionati, mettendo in fila risultati ho scalato le varie categorie. Da giocatore professionista, come libero, ho iniziato nella squadra del mio paese, il Fanfulla, in serie C2 nell’81-’82. Ma ho militato pure in Interregionale con l’Oltrepò ed in C1 con il Monza. Sono arrivato in A nell’86. Compagno di squadra all’Inter di Tardelli e Passarella. E poi, due anni dopo, sono riuscito a vincere uno scudetto da protagonista sempre nell’Inter di Trapattoni del 1989. Lo squadrone dei record di punti fatti e reti segnate. Quello di Matheus, Brehme, Ramon Diaz, Berti e Serena. Poi ho vinto due campionati di B alla Cremonese alla corte di Gigi Simoni. E sempre in grigiorosso ho ottenuto tre salvezze in serie A. Con la Cremonese mi sono poi aggiudicato il torneo Anglo-italiano battendo in finale a Wembley il Derby County con un mio gol. Niente male,no?». Proprio no.

Ed anche quando Verdelli decide di appendere gli scarpini al chiodo e si cimenta con il mestiere di allenatore, le cose non cambiano. Arrivano i successi su palcoscenici importanti. Sempre partendo dal gradino più basso. «Ho iniziato ad allenare partendo dal Fanfulla. Due anni e quindi il passaggio al settore giovanile dell’Inter. Dove mi sono tolto la soddisfazione con la Primavera di aggiudicarmi nello stesso anno sia il campionato che il Viareggio. L’esperienza di secondo con Cuper e Zaccheroni e adesso eccomi qua. Pronto a far bene con la Ternana!».

Ma che tipo di tecnico è Verdelli sotto il profilo tattico? E che Ternana devono attendersi di vedere in campo i tifosi rossoverdi? «Sono una sintesi dei tanti allenatori che ho avuto come giocatore e con cui ho collaborato da tecnico. Da tutti ho provato a prendere qualcosa realizzando una sintesi. Da arricchire con miei contributi personali. Sono stato fortunato perché mi sono formato a contatto con personalità molto diverse tra loro. E questo mi ha permesso di maturare molto, di crearmi un bagaglio di esperienze molto completo. Da Trapattoni ad esempio ho preso la praticità ed il senso della concretezza, il suo realismo innanzitutto. E da Simoni la capacità nella gestione delle dinamiche interne del gruppo insieme alla sensibilità nella cura dei rapporti con i giocatori. Un aspetto che ho affinato quando ho lavorato insieme a Cuper. Si erano rotte le comunicazioni tra lo spogliatoio ed il tecnico, e fui mandato da Moratti a ripristinare i collegamenti. Lì ho imparato a trattare con igrandi campioni. Ancora adesso mi sento spesso con Bobo Vieri e Alvaro Recoba, con cui è nato un rapporto molto intenso. Tuttora mi chiamano. Fondamentale è stato poi il contatto con Alberto Zaccheroni», prosegue Verdelli.

«Un tecnico che lavora tantissimo sugli schemi e sui movimenti senza palla - dice di sé - E non lascia mai nulla al caso. Mi ha maturato nella componente della gestione tattica del match». Quali sono le qualità che dovrà avere la sua Ternana? «Chiedo tre ingredienti per realizzare un disegno vincente. Il primo è l’entusiasmo. Tutti i giocatori devono credere in quello che si fa. Il secondo è lo spirito di gruppo. Senza l’unione non si va da nessuna parte. E poi voglio dei rossoverdi che siano incontentabili. Che non si fermino mai, non stiano seduti sui loro risultati nemmeno un secondo. Migliorarsi sempre, questa deve essere la chiave».

Sotto il profilo del modulo come fa giocare le sue squadre? «Ho due moduli di riferimento base. Il 4-4-2 con a centrocampo un regista classico ed un mediano di interdizione. Ed il 4-2-3-1 con due incontristi davanti alla difesa. La difesa a quattro è la base da cui non mi discosto mai. Con questi numeri ho vinto molto al settore giovanile dell’Inter. Ma soprattutto la mia Ternana dovrà essere una squadra duttile, capace di cambiare pelle, modulo e disposizione in campo non solo da una gara all’altra, ma anche nel corso dello stesso incontro. Leggere la partita, intervenire in corsa con le sostituzioni e gli adattamenti tattici è il mio marchio di fabbrica. Nessun immobilismo o copioni troppo rigidi. E di conseguenza voglio dai miei nuovi giocatori elasticità mentale e predisposizione alla rotazione. Non mi vedrete mai insistere sempre sullo stesso undici».

Se potesse replicare alla Ternana un modello di squadra vincente degli ultimi anni quale indicherebbe? «Il Parma di Prandelli dell’ultimo campionato. Un mix di giovani ed esperti assembalto attorno ad un 4-2-3-1 dinamico e divertente». Terni è una piazza critica ed esigente. «Chi ha giocato a San Siro, alla Scala del calcio sa cosa vuol dire la pressione. Non tremo».

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sintetizzo...

ha firmato

:D

 

e la grama allenatore per i pessimisti rompi coglioni è tolta

:D

 

mo j'è rimasto solo il fallimento :D

e zampagna che fino a 2 settimane fa se ne doveva anda

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sintetizzo...

ha firmato

Dove sta scritto che ha firmato?

ok scusa non ha firmato

parlave della ternana de scudetto :D

Io non mi fido più nemmeno di mia madre.

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