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Avvocato

NON E' FOLLIA VISITATORI TUTTI...

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Pura utopia: a Terni NON SIAMO STATI CAPACI DI SALVARE LA TERNANA E FARLA FALLIRE PER 200 MILIONI DELLE VECCHIE LIRE!!!!!!!!

 

QUESTO deve far riflettere.... altro che azionariato....

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Purtroppo questa è REALTA'

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...scusate la mia profonda ignoranza...ma l'argomento mi attizza!!!!

....non si potrebbe coinvolgere anche le istituzioni locale (Comune, Provincia) a mo' di sponsor tipo il Palermo...sarebbe una bella mano....

 

ed inltre pensavo che cedendo Jimenez la societa' incasserebbe parte di quei 15-18 milioni di euro che pare richiedano per la cessione...quindi alcuni fondi andrebbero a coprire il bilancio da qui a fine stagione (parlando sempre un po' a cazzo, si intende!!! :)  )

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E chi ce l'ha 1000€ ???? :blink:

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tassamo le mignotte come fanno a amburgo  :D  :D  :D  :D

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se non fossimo servi del vaticano....

 

il problema è che 500 euri forse si, 1000 de sicuro te li danno pochi...

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AVVOCA' io sarei uno dei primi.... Organizziamoci! ;)

E poi non è mica detto che tutti debbano mettere solo 1000 euri!

Si possono fare diversi tipi di affiliazione, come ad esempio "socio sostenitore" che potrebbe investire qualche migliaio di euro, "socio ordinario" i 1000 da te proposti, "tifoso" che si impegnerebbe per 500 euri ad esempio. Ovviamente ai "tifosi" che pagano solo 500 euri sarebbe concesso l'ingresso gratuito solo in curva, a quelli "ordinari" in curva e ai distinti B, e così via. Per accedere ad altri settori dovrebbero pagare una quota di differenza riservata (scontata)....

 

Così facendo, i soci "sostenitori" potrebbero essere degli imprenditori che sottoscrivono quote da 10mila euro in su. Da studiare ovviamente come poi questi "investimenti" più onerosi possano fruttare quantomeno il rientro della spesa iniziale... Ovviamente la beneficienza non te la fa nessuno!!!

Allo stesso modo poi si dovrebbe riuscire ad amministrare la società in modo tale che i soci non debbano sborsare ogni anno la cifra del primo anno (altrimenti diventa più oneroso di un mutuo!) ma che tali cifre possano abbassarsi notevolmente e diventare pari alle quote di un normale abbonamento, questo significa appunto che la società riesce ad avere un utile (da reinvestire poi sempre nella società e nella squadra).

Significa pure che così facendo hai ogni hanno un numero di abbonati assicurato, che potrebbe pure crescere!

Puoi pure pensare ad una SPA con azionariato popolare, ma per questa occorrerebbero degli investimenti iniziali più importanti, e credo pure che servirebbe un gruppo di imprenditori disposti a mettersi a lavorare a tale progetto, investendo delle somme pari a X percentuale di azioni.

Insomma, non è certo qui il posto più adatto per parlarne ma la cosa a mio giudizio potrebbe essere meglio approfondita e valutata!

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Anche io avevo pensato a vari scaglioni, ed alla possibilità di poter con gli anni diminuire la quota annuale, io sono disposizione da subito se vogliamo incontrarci per opprofondire l'argomento sono pronto e determinato.

Siamo nel campo delle ipotesi e ripeto la proposta è bizzarra, però crediamoci, nulla è impossibile, con impegno ed abnegazione serietà rispetto trasparenza si possono fare cose che potrebbero sembrare inimmaginabili.

Questo forum ha una grande forza e visitatori affatto sciocchi, non lasciamo intentate cose che potrebbero essere alla portata.

A mio avviso questa città ha molte qualità bisogna credere molto di più in noi stessi e nei propri mezzi.

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Francamente 1.000 € me li tengo da perte per altri progetti... che ne so, una moto, una vacanza... a prescindere dal fatto che sono studente e ancora non lavoro, e come me, almeno 1/3 dei frequentanti lo stadio... proposta inutile, scusa avvocà!!!! ;)

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ipossibile. 1000 euro!!!! co la fame che ce sta de sti tempi, tu pensi che la gente sia disposta a fare queste pazzia per la ternana!!! non è vero che a terni ce sta tutto sto attaccamento!! tra quei 15000 mila c' è gente che magari non va allo stadio con la scusa che il biglietto costa troppo, e tu pensi che siano disposti a paga 1000 euro per la ternana!! :)

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basterebbe regalare un tv al plasma per ogni sottoscrittore!!!!un ultrapiatto, che poi sarebbe una foto delle fere!!!

prima che si accorgano che non è una tv, ......

apparte li scherzi, io l'ho sempre sostenuto, ma non ce mettemo d'accordo qui'....figuramoce dopo per gesti' li sordi!!!

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Perchè non compriamo una squadra in categoria inferiore e costruiamo un serio progetto per farla salire e fare concorrenza alla Ternana?

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Calcio e imprenditoria: il caso del Manchester

 

Pensiamo al Manchester, nel lontano 1997 aveva ricavato dallo stadio Old Trafford e dalle strutture annesse un guadagno netto di 8 milioni di euro, biglietti per le partite esclusi, una somma che nel 2001 è quasi raddoppiata. 55.000 posti, tutti a sedere, suite esclusive per complessivi cinquemila posti, sistema televisivo a circuito chiuso che consente un controllo capillare dei tifosi, campo riscaldato per proteggere il manto erboso anche nelle stagioni fredde: questo il frutto di una politica intelligente, che oltretutto ha garantito un rapido recupero degli investimenti. E a proposito di botteghini, il Manchester ha battuto un altro record: prima dell’avvio della scorsa stagione ha venduto con una campagna particolarmente accattivante ben 41.000 abbonamenti, il che fra l’altro contribuisce a stabilizzare le quotazioni azionarie perché in tal modo le entrate di questo tipo sono soggette solo in parte agli umori della tifoseria. Inoltre i soci dei Manchester club sono 120 mila, e ovviamente pagano una quota. Quanto alla ristorazione, genera da sola un fatturato di 3 milioni di euro, ma ora il club dei “Diavoli Rossi” punta ad un obiettivo davvero ambizioso: aprire “Red Cafè” in tutto il mondo, attraverso una catena di franchising. Luoghi di ritrovo per i tifosi, che con l’occasione potranno anche acquistare i gadgets della loro squadra.

 

Ma i dirigenti del Manchester hanno recentemente escogitato altre nuove idee, che sembrano promettere molto bene. Per fidelizzare lo spettatore-tifoso-cliente, la società propone ora tutta una serie di servizi finanziari, dai mutui ai prestiti alle carte di credito, e adesso stanno pensando anche al turismo, per offrire, ad esempio, soggiorni vacanza a prezzi vantaggiosi per chi segue la squadra in trasferta negli incontri di Coppa e vuole fermarsi per visitare il posto. Ma il Manchester non agisce soltanto sul fronte delle entrate. Per contenere le uscite alla voce stipendi, una parte è ora legata ai risultati del campo, sotto forma di premi partita che vengono pagati mano a mano che si superano obiettivi prefissati in ciascuna competizione. Altra forma di risparmio, l’investimento nel vivaio. L’Italia una volta produceva talenti, poi è sembrato più comodo comprarli all’estero, anche se più di una volta abbiamo importato autentici brocchi. Il Manchester ha in assoluto una delle migliori scuole di calcio per ragazzi, il Newcastle ha investito nel settore giovanile 15 milioni di euro a stagione, l’Ajax ha rinunciato a spendere il ricavato del collocamento in Borsa per l’acquisto di nuovi giocatori, utilizzando le nuove entrate per potenziare il marchio e per formare i campioni del futuro, campioni poi venduti a peso d’oro, come Van Basten, Overmars, Rijkard, Kluivert e Davids. E per il Manchester i risultati si sono visti, non solo in Borsa ma anche a livello aziendale. Alla chiusura della stagione 2001-2002, ha infatti registrato un aumento dei profitti di ben il 48 per cento rispetto all’anno precedente, un risultato da far invidia a una società della new economy dei tempi d’oro.

 

Campione d’Inghilterra per tre anni consecutivi dal 1999 al 2001, nel 2002 i Red Devils non si sono ripetuti ma questo non ha influito sul titolo e sui bilanci, tanto che al 31 luglio del 2002 gli utili avevano oltrepassato i 33 milioni di sterline, 50 milioni di euro. In attesa che si concretizzi l’idea di una Superlega europea, che all’incertezza di una possibile eliminazione in Coppa sostituisca la sicurezza economica di una competizione internazionale di altissimo livello con partite garantite, la strada da seguire è dunque quella del Manchester. Una società che con grande lungimiranza ed efficacia ha saputo applicare al calcio i princìpi dell’imprenditoria moderna.

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É lo stadio la carta vincente del calcio

 

Dalla Juventus al Perugia le società puntano a migliorare la sicurezza e a progettare luoghi capaci di attrarre anche le famiglie con concerti, centri commerciali e cinema - Un business su modello inglese che porterà profitti ai club. Con 125 milioni, Moratti sogna una struttura simile al Da Luz di Lisbona. Pochi spettatori. La Reggiana (apripista) in trattativa per un unico sponsor: impianto e maglia

 

 

 

Il calcio in crisi finanziaria, il calcio che vive un'emorragia di spettatori ha ancora una partita da giocare: trasformare gli stadi in luoghi sicuri, pensati per attrarre visitatori tutta la settimana, con concerti, negozi e musei. In un Paese che ha come anno medio di costruzione degli impianti il 1961, la gestione diretta modello Chelsea o Manchester può apparire un miraggio. Ma i club italiani ora cominciano a capire che il modello fortunato è quello inglese, che richiama anche le famiglie, stacca sempre più biglietti al botteghino - nonostante la forza della tv - e arricchisce i club.

Tra i progetti più ambiziosi c'è quello di Massimo Moratti, che accarezza l'idea di un nuovo stadio per i nerazzurri, che ora dividono il "Meazza" con il Milan. La cogestione avviene attraverso il Consorzio San Siro 2000 che ha una concessione trentennale con il Comune, al quale le due società pagano 6,9 milioni all'anno di affitto. In Italia, d'altra parte, la proprietà è quasi esclusivamente dei Comuni, fatto che non aiuta gli investimenti delle società. I due club puntano ad acquisire l'impianto. Milan e Inter hanno offerto 35 milioni, sulla base di uno studio di Pirelli Re, che ha fatto un'analisi comparativa con la cessione del "Delle Alpi" alla Juventus. Il Comune però ne richiedeva 150.

Ora le trattative per la cessione del diritto di superficie si stanno avvicinando a una svolta. L'amministrazione entra in scadenza, i tempi stringono. Le due società hanno affidato allo studio Boeri la progettazione del quarto anello, collocato all'esterno dello stadio: un recinto concentrico destinato ad accogliere servizi e spazi ricettivi, aree commerciali, ristoranti. Ma ancora manca un business plan. <Milano ha bisogno di uno stadio per le famiglie - spiega l'assessore comunale allo Sport Aldo Brandirali -. Le questioni sono tre: qualità, sicurezza e valorizzazione commerciale. Ma ancora le società non hanno strategie chiare>. Al Consorzio dicono che entro un mese il piano dovrebbe arrivare a Palazzo Marino. Poi il Comune affiderà la stima del valore all'Agenzia del Territorio.

<L'Inter vuole rimanere al Meazza, questa è la nostra priorità - afferma Luciano Cucchia, dirigente nerazzurro e a.d. del Consorzio -. Ma se le trattative dovessero naufragare, dobbiamo partire subito con il nuovo stadio. I costi al "Meazza" sono troppo alti>. Moratti guarda al modello "Da Luz" di Lisbona, inaugurato l'anno scorso per gli Europei, con 65mila posti e servizi di livello. Lo stadio è costato circa 125 milioni. Un investimento simile potrebbe essere necessario per il nuovo stadio, che potrebbe sorgere a Sesto San Giovanni o a Rozzano. E la dirigenza dell'Inter intanto è andata a visitare lo stadio del Manchester City.

A Reggio Emilia invece le ruspe si sono già messe in moto da qualche settimana per costruire - su un'area di 25mila metri quadrati - un cinema con 12 sale, una galleria commerciale, ristoranti, un albergo con 30 stanze. Tra un anno lo stadio "Giglio" diventerà così il cuore di una cittadella dello sport perché lì sorge già un parco acquatico e il Comune ha previsto nuove strutture tra cui il Palazzetto dello sport. L'investimento è di 50 milioni. Ma i ricavi non andranno nelle casse dell'A.C. Reggiana. La società ha ceduto i diritti edificatori ad alcuni imprenditori. Una scelta inevitabile, per la società appesantita dai costi di realizzazione dell'impianto - unico in Italia di proprietà di un club - dieci anni fa, 30 miliardi di vecchie lire.

In generale, <la privatizzazione degli stadi non risolve i problemi del calcio ma aiuta - spiega Andrea Valentini, presidente del Credito sportivo -. Però le società prima di pensare a questi investimenti devono varare seri piani di risanamento. Poi ente pubblico e società si devono mettere attorno a un tavolo>. La strada sembra obbligata. <Non esiste stadio italiano che possa ospitare una finale di Coppa europea. Siamo indietro. Bisogna lavorare su due versanti. In primo luogo quello agevolativo, con incentivi fiscali o abbattimento dei tassi interessi. E poi la sburocratizzazione delle procedure>.

Reggio Emilia intanto hanno un'altra carta da giocare: la società sta trattando, primo caso in Italia, una sponsorizzazione unica per stadio e maglia (ora rispettivamente, Giglio e Credem). Contatti sono in corso con quattro società (nel settore finanziario, della grande distribuzione e immobiliare) per un milione l'anno. Risorse fresche che per 5-10 anni potrebbero essere reinvestite.

Anche Perugia è un caso innovativo. L'anno scorso la società ha firmato una concessione per 80 anni con il Comune che prevede anche dotazioni urbanistiche non sportive, per 90mila metri cubi adiacenti lo stadio "Curi". La società dovrebbe ristrutturare lo stadio o costruirne un altro ex novo, con l'aiuto dei finanziamenti a tasso agevolati del Credito sportivo, che arriveranno solo quando A.C. Perugia avrà ottenuto il diritto di superficie dal Comune. La banca dello sport ha scelto il Perugia come progetto pilota a sostegno di stadi polifunzionali. Infatti la società ha elaborato, con l'assistenza legale, economico-finanziaria di Kpmg, un progetto per costruire un albergo da 70-80 camere, un centro commerciale da 6.500 metri quadrati, un centro congressi di 5mila metri quadrati, un "palamusica" con 2.500 posti, uffici, ristoranti. La società è orientata a rimanere nel "Curi", con un'ipotesi investimento da circa 35 milioni. Nel caso di uno stadio nuovo, da 30mila posti, l'investimento complessivo sarebbe di circa 50 milioni. Metà a tasso agevolato, metà deriverebbero da una perequazione urbanistica con il Comune.

In Italia il primo caso di concessione per 99 anni è quello della Juventus per il Delle Alpi, su una superficie (compresa l'area esterna) di 356mila metri quadrati: a fronte di un canone di 25 milioni, dello svolgimento della manutenzione ordinaria e straordinaria e di un investimento iniziale di 150 milioni che "personalizzerà" lo stadio sul modello di gestione avviato da Manchester e Chelsea. I lavori dureranno 18 mesi dal rilascio delle concessioni edilizie, che dovrebbe avvenire entro fine anno: si conta di finirli entro il 2006. Oltre al rifacimento dello stadio per rendere più godibile lo spettacolo, anche attraverso la riduzione dei posti da 75mila a 40mila tutti coperti, l'investimento è finalizzato ad attrarre le famiglie sette giorni la settimana, con negozi, bar, ristoranti, multisala, oltre alla sede sociale, che troverà posto in una palazzina alle spalle della tribuna nord, con il fan shop e il museo.

Ai 5,4 ettari di superficie utile esistente, completamente interessati dal progetto di riqualificazione, si aggiungeranno 26.400 metri quadrati di nuovo insediamento esterno alla stadio, destinato al commerciale (2 ettari di cui 1,7 vendibili) e al tempo libero (5mila metri quadrati, quasi esclusivamente sale cinematografiche). Anche nell'area dello stadio troveranno posto nuove attività di intrattenimento.

In forte ritardo sulla questione stadi è Roma, con l'Olimpico, per cui solo un mese fa è stato presentato dal Coni un progetto di riqualificazione da 100 milioni di investimenti che comprende anche il restyling dell'intera area del Foro Italico, una superficie di 500mila metri quadrati, posseduta per 310mila metri quadrati dal Coni e per i restanti 190mila ancora di proprietà del demanio. Un "progetto obiettivo" (così lo ha chiamato il Coni con riferimento alla legge del ministro Lunardi) che parte in salita, considerando che la Lazio accarezza l'idea di costruire un proprio impianto da 35mila posti fuori del Gra. E che la Roma sembra più disponibile a una trattativa, che è, però, tutta in salita.

Lo studio (elaborato dalla Coni servizi, spa direttamente controllata dal ministero dell'Economia, e dalla Bain & Company) parte da un obiettivo scontato, ridurre i costi gestionali che oggi vedono una perdita di 11,5 milioni, con cinque milioni di ricavi e 16,5 di costi. Ma si presenta come strumento vecchio, di origine pubblica e lontano dal "modello Manchester", in cui la spinta viene dalle società calcistiche. E per quanto si proponga l'insediamento di 80 esercizi commerciali e l'attrazione di 2,8 milioni di nuovi utenti nell'area dei servizi, anche la ricerca dei partner privati sembra tutt'altro che semplice. L'Olimpico verrebbe riqualificato al costo di 15 milioni, realizzando 50 box vip nelle tribune, un'area vip e stampa di mille metri quadrati, un ristorante per 350 coperti e un fast food, musei e negozi di Roma e Lazio e una sala conferenze. di Alessia Maccaferri e Giorgio Santilli da Il Sole 24 Ore (L'articolo è stato pubblicato grazie alla collaborazione di Rosanna M.)

 

NON SONO UTOPIE E' REALTA' RAGAZZI,IL MONDO VA VERSO QUESTA DIREZIONE, E NOI DOBBIAMO ACCODARCI, FARE TESORO DI CIO' CHE FANNO I GRANDI E PROPORCI LIMITATAMENTE ALLA NOSTRA REALTA' ED ALLE NOSTRE ESIGENZE, MA IN QUESTO SENSO.

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HO VOGLIA DI PORTARVI ATTENZIONE UNA MIA IPOTESI:

 

Se è vero, come è vero che a Terni c'è questa fede nella Ternana Calcio S.p.a., che molte persone vivono solo per questa realtà che ha sempre cionvolto migliaia e migliaia di persone, perchè non proviamo a rilevarla noi tutti?

 

Provate a pensare se 15.000 tifosi è non sono numeri esageratamente grandi,perchè questa piazza li potrebbe avere, versassero € 1.000,00 ognuno avremo a disposizione 15 MILIONI DI EURO, si potrebbe costituire un cooperativa, ovviamente i sottoscrittori sarebbero soci ed avrebbero il diritto di ingresso gratuito a tutte le partite; praticamente come fare un abbonamento.

Dovremmo trovare dei leader di questa iniziativa, persone serie, capaci, trasparenti, e con l'unico scopo di operare solo e ribadisco solo per l'interesse della squadra.

Inserendo nella direzione amministrativa, gestionale e  tecnica,solo figure di capacità elevate e spirito di intraprendere un'iniziativa che forse non ha precedenti.

 

Non stò scherzando con questi budget si potrebbero fare cose molto ma molto interessanti, senza dover dipendere da nessun salvatore di una patria, se è vero che la ternana è dei ternani ed uno solo nono la può prendere perchè non ci sono imprenditori che se la possono permettere, allora vi dico che una città intera lo potrebbe fare.

Sarebbe come pagare un abbonamento ad una palestra, un'iscrizione ad un circolo tipo rotary o i canottieri di piediluco. 

 

Sono pronto a confrontami con tutti voi, è bizzarro me non impossibile.

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SICCOME SIAMO UNA MANICA DE PACI,

 

..."dove vanno a sfogarsi giornalisti, amici dei giornalisti, venditori di stufe, caldaie e affini, geometri, e repressi vari, che poco, ovviamente hanno a che spartire con i veri tifosi della Ternana Calcio"...

 

VORREI UN ATTIMO PERO' PRECISARE, CHE QUI' CI SONO ANCHE, AVVOCATI, COMMERCIALISTI, FISCALISTI,NOTAI,ASSAI BRAVI E PREPARATI, NONCHE' PICCOLI IMPRENDITORI....

 

CHE NE DITE DI VALUTARE IN MODO ATTENTO LA MANDRAKATA !!!

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Se è vero, come è vero che a Terni c'è questa fede nella Ternana Calcio S.p.a., che molte persone vivono solo per questa realtà che ha sempre cionvolto migliaia e migliaia di persone, perchè non proviamo a rilevarla noi tutti?

 

Provate a pensare se 15.000 tifosi è non sono numeri esageratamente grandi,perchè questa piazza li potrebbe avere, versassero € 1.000,00 ognuno avremo a disposizione 15 MILIONI DI EURO, si potrebbe costituire un cooperativa, ovviamente i sottoscrittori sarebbero soci ed avrebbero il diritto di ingresso gratuito a tutte le partite; praticamente come fare un abbonamento.

Dovremmo trovare dei leader di questa iniziativa, persone serie, capaci, trasparenti, e con l'unico scopo di operare solo e ribadisco solo per l'interesse della squadra.

Inserendo nella direzione amministrativa, gestionale e  tecnica,solo figure di capacità elevate e spirito di intraprendere un'iniziativa che forse non ha precedenti.

 

Non stò scherzando con questi budget si potrebbero fare cose molto ma molto interessanti, senza dover dipendere da nessun salvatore di una patria, se è vero che la ternana è dei ternani ed uno solo nono la può prendere perchè non ci sono imprenditori che se la possono permettere, allora vi dico che una città intera lo potrebbe fare.

Sarebbe come pagare un abbonamento ad una palestra, un'iscrizione ad un circolo tipo rotary o i canottieri di piediluco. 

 

Sono pronto a confrontami con tutti voi, è bizzarro me non impossibile.

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SICCOME SIAMO UNA MANICA DE PACI,

 

..."dove vanno a sfogarsi giornalisti, amici dei giornalisti, venditori di stufe, caldaie e affini, geometri, e repressi vari, che poco, ovviamente hanno a che spartire con i veri tifosi della Ternana Calcio"...

 

VORREI UN ATTIMO PERO' PRECISARE, CHE QUI' CI SONO ANCHE, AVVOCATI, COMMERCIALISTI, FISCALISTI,NOTAI,ASSAI BRAVI E PREPARATI, NONCHE' PICCOLI IMPRENDITORI....

 

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ANCORA NO!!!

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Se è vero, come è vero che a Terni c'è questa fede nella Ternana Calcio S.p.a., che molte persone vivono solo per questa realtà che ha sempre cionvolto migliaia e migliaia di persone, perchè non proviamo a rilevarla noi tutti?

 

Provate a pensare se 15.000 tifosi è non sono numeri esageratamente grandi,perchè questa piazza li potrebbe avere, versassero € 1.000,00 ognuno avremo a disposizione 15 MILIONI DI EURO, si potrebbe costituire un cooperativa, ovviamente i sottoscrittori sarebbero soci ed avrebbero il diritto di ingresso gratuito a tutte le partite; praticamente come fare un abbonamento.

Dovremmo trovare dei leader di questa iniziativa, persone serie, capaci, trasparenti, e con l'unico scopo di operare solo e ribadisco solo per l'interesse della squadra.

Inserendo nella direzione amministrativa, gestionale e  tecnica,solo figure di capacità elevate e spirito di intraprendere un'iniziativa che forse non ha precedenti.

 

Non stò scherzando con questi budget si potrebbero fare cose molto ma molto interessanti, senza dover dipendere da nessun salvatore di una patria, se è vero che la ternana è dei ternani ed uno solo nono la può prendere perchè non ci sono imprenditori che se la possono permettere, allora vi dico che una città intera lo potrebbe fare.

Sarebbe come pagare un abbonamento ad una palestra, un'iscrizione ad un circolo tipo rotary o i canottieri di piediluco. 

 

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SICCOME SIAMO UNA MANICA DE PACI,

 

..."dove vanno a sfogarsi giornalisti, amici dei giornalisti, venditori di stufe, caldaie e affini, geometri, e repressi vari, che poco, ovviamente hanno a che spartire con i veri tifosi della Ternana Calcio"...

 

VORREI UN ATTIMO PERO' PRECISARE, CHE QUI' CI SONO ANCHE, AVVOCATI, COMMERCIALISTI, FISCALISTI,NOTAI,ASSAI BRAVI E PREPARATI, NONCHE' PICCOLI IMPRENDITORI....

 

CHE NE DITE DI VALUTARE IN MODO ATTENTO LA MANDRAKATA !!!

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ANCORA NO!!!

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considera che non ce stanno tifosi delle fere solo a terni(pensa x esempio a tutta la provincia)...metti anche 5-10 milioni all'anno piu l'aiuto di un imprenditore che ne sborsa 5-10(meglio se locale)....cosi se potrebbe fa...e a 3-400 euri l'anno ce se arriva in 20-30 mila persone che te lo fanno

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