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Verità per Aldo Bianzino...

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E’ morto tra le mura di un carcere, dov’era finito perché possedeva due piantine di marijuana per uso personale. È questa la sorte toccata ad Aldo Bianzino, cinquantaquattrenne di Pietralunga, nel nord dell’Umbria, morto in una cella del carcere di Capanne, a Perugia, nella notte tra il 13 e il 14 ottobre scorsi. Nessuna traccia apparente di violenza sul suo corpo, ma «lesioni compatibili con l’omicidio» dice l’autopsia, che rivela quattro emorragie cerebrali, traumi al fegato e due costole rotte. Sembrano i segni di un pestaggio.

Aldo Branzino era stato portato nel commissariato di Città di Castello e poi trasferito nel carcere di Capanne, nel pomeriggio del 13 ottobre, insieme alla sua compagna Roberta, dopo una perquisizione della polizia nel loro casale immerso nella campagna umbra. E fino al suo ingresso in carcere, Aldo stava bene. Separati al momento di entrare in prigione, Aldo e Roberta sono stati visitati dall’avvocato d’ufficio che ha registrato il loro normale stato di salute, e la preoccupazione di Aldo per Roberta.

Falegname di professione, incensurato, Aldo si era trasferito dal Piemonte in Umbria, passando dall’India, alla ricerca di una vita più vicina alla natura, armoniosa, che aveva trovato nel rapporto con una piccola comunità spirituale vicina agli Hare Krishna. Dai suoi conoscenti e amici i commenti sono di incredulità assoluta. Aldo viene descritto come «la mitezza in persona» e il suo credo nonviolento di stampo gandhiano esclude qualsiasi lite con altri detenuti. Peraltro, l’unico giorno in carcere di tutta la sua vita, Aldo l’avrebbe passato in isolamento.

Al senato, Haidi Giuliani, Giovanni Russo Spena e Erminia Emprin Gilardini hanno chiesto martedì 23 ottobre in una interrogazione parlamentare urgente al ministro della giustizia Clemente Mastella, di avviare una procedura immediata per fare chiarezza sulla vicenda.

«Il decesso di Aldo Branzino – si legge – deve essere chiarito. Dalle notizie apprese dalla stampa, risulta che le lesioni riscontrate sul corpo di Aldo Branzino, dopo il suo decesso, configurerebbero la compatibilità con l’omicidio, in quanto il medico legale escluderebbe la morte per infarto, riscontrando quattro commozioni cerebrali, lesioni al fegato, due costole rotte. Branzino sarebbe stato ristretto in cella da solo, dato che la prassi prevede l’isolamento dell’arrestato prima dell’incontro con il giudice preliminare». Un’altra interrogazione, presentata dal senatore Mauro Bulgarelli [insieme con l’Unione], denuncia «un fatto di inaudita gravità, se fossero accertate le gravissime lesioni che sarebbero state riscontrate sul corpo di Aldo Bianzino». «E’ sconcertante – dice Bulgarelli – che a 24 ore dall’arresto, le cui circostanze sono peraltro da chiarire, un uomo muoia per cause che potrebbero essere non accidentali e fare addirittura ipotizzare un pestaggio».

La procura di Perugia ha aperto un’indagine «sulle cause del decesso del detenuto».

Dieci giorni dopo la morte di Aldo, né la sua compagna, né i suoi tre figli, né i suoi familiari hanno potuto vedere il suo corpo.

Nel moderno carcere di Capanne, inaugurato da Roberto Castelli quando era ministro della giustizia del governo Berlusconi, non è la prima volta che un detenuto muore. Nel rapporto «Morire di carcere», pubblicato dall’associazione Ristretti orizzonti del giugno 2006, sono segnalate due altre vicende. Quella di una detenuta italiana di 44 anni, che si era suicidata nel centro clinico penitenziario del carcere di Perugia e quella di un detenuto straniero, morto dopo un intervento chirurgico alle emorroidi, per mancanza di assistenza notturna.

I movimenti antiproibizionisti di Perugia e di tutta Italia, assieme alle associazioni di tutela dei detenuti, stanno pensando a un’iniziativa da tenere nel capoluogo umbro nei prossimi giorni. Per protestare contro il carcere che uccide. (24/10/07)

 

 

 

ALDO/ ANCHE VIA ARENULA INDAGA. MENTRE IL CASO DIVENTA EUROPEO 26/10/07

Sulla morte di Aldo Bianzino, ucciso nel carcere Capanne di Perugia nella notte tra sabato e domenica dieci giorni fa, indaga anche il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che ha aperto un'inchiesta amministrativa. Mentre il caso diventa, da fatto di cronaca meramente italiano, anche un dossier del Comitato europeo per la prevenzione della tortura di Strasburgo

 

 

 

IL CASO BIANZINO ARRIVA SUL TAVOLO DI AMNESTY 30/10/07

Visita strettamente privata alla famiglia dell'artigiano ucciso due settimane fa a Perugia del sottosegretario alla giustizia Luigi Manconi. Che all'uscita dal carcere di Capanne dice di ritenere “dovere istituzionale e punto d'onore irrinunciabile adoperarci perchè sulla morte di Bianzino non rimanga alcun dubbio o zona d'ombra”. Aperta una sottoscrizione per la compagna Roberta e il figlio Rudra. Mentre un dossier viene aperto anche a Londra

 

 

Giovedi' 1 Novembre 2007

 

 

CASO BIANZINO, MANCONI A RADIO3MONDO: NESSUN RISCHIO INSABBIAMENTO

PRESTO A PERUGIA NOMINA GARANTE CIVILE PER I DETENUTI

 

Intervenendo alla trasmissione odierna di radio3mondo condotta da Edoardo Cimurri su Radio3, il sottosegretario alla giustizia Luigi Manconi, parlando del caso di Aldo Bianzino, il cittadino trovato morto nel carcere Capanne di Perugia domenica 14 ottobre, ha detto di considerare che non esista “nessun pericolo di insabbiamento” e di considerare l’accertamento della verità un “punto d’onore irrinunciabile”. Manconi ha aggiunto che la magistratura perugina che si sta occupando del caso “deve essere sostenuta nella sua opera di accertamento della verità “ sulle cause e la dinamica della morte di Bianzino.

La garante civile per i detenuti della provincia di Milano Patrizia Giardiello, intervenendo in trasmissione, ha detto essere imminente la nomina di un garante civile anche per la città umbra ma che comunque queste figure “hanno poteri limitati”.

Patrizio Gonnella presidente di Antigone ha ricordato che sull’istituzione di un difensore civico nazionale per i detenuti c’è invece un progetto di legge arenato al senato e che pure il progetto di legge sulla tortura è fermo al senato dopo l’approvazione alla camera. E’ intervenuto inoltre Sebastiano Ardita, direttore dell’Ufficio centrale detenuti e trattamento del Dap

 

 

IL 10 NOVEMBRE UNA MANIFESTAZIONE PER ALDO A PERUGIA 1/11/07

Organizzata dal ''Comitato verità per Aldo Bianzino''

 

 

 

 

 

Sabato 3 Novembre 2007

 

Il funerale di Aldo Bianzino era stato fissato per oggi pomeriggio alle 16, nella chiesa della Madonna dei rimedi a due chilometri dal comune di Pietralunga, luogo di residenza del falegname ucciso nel carcere di Perugia venti giorni fa. Ma le esequie, così attese dalla famiglia di Aldo, dai suoi tre figli Elia, Aruna Prem e Rudra, dai parenti e dagli amici, all'ultimo momento è saltato e ha subito un ennesimo rinvio. Così almeno dopo le pressioni del legale di Roberta Radici, che fu portata con Aldo al carcere di Capanne la sera del 12 ottobre. L'avvocato Massimo Zaganelli ha infatti inviato alla procura di Perugia un' istanza propositiva, così si chiama in gergo, per “ulteriori esigenze di accertamento”, come ci spiega al telefono. E la famiglia, anche se a prezzo di un ennesimo dolore, si è detta d’accordo.

Pessima notizia per la comunità di amici di Aldo che da venti giorni attendono il suo corpo. Soprattutto per i suoi figli, uno dei quali minorenne, che stanno seguendo con ansia la vicenda orribile di cui il padre è stato indifeso protagonista. Il funerale chiuderebbe infatti almeno un primo doloroso capitolo. Ma secondo una lettura fredda dei fatti forse il cimitero può ancora aspettare. Nel momento in cui il corpo di Aldo fosse interrato ci sarebbe infatti almeno un mese di tempo per un'eventuale riesumazione ma, posto che sarebbe un'ennesima tortura per il suo corpo fisico e la famiglia, futuri rilievi - così ha spiegato più di un patologo a Zaganelli - potrebbero essere messi in dubbio. E se dubbi non ce ne sono sul fatto che esteriormente il corpo di Aldo non portava segni o ematomi (e resta dunque tutta da accertare la dinamica della sua oscura morte) i dubbi potrebbero riguardare i traumi interni. Le famose “due costole” fratturate - poi diventate una sola nella ridda di voci e indiscrezioni – che addirittura deriverebbero da un massaggio cardiaco...per rianimarlo. Aldo è stato visitato dal medico legale scelto dalla procura e da quello nominato dalla prima moglie ma non da un altro perito di parte indicato da Zaganelli. Ecco perché la richiesta di rinvio. Un eccesso di zelo forse che l'avvocato non ha difficoltà ad ammettere ma che un suo senso, stando al legale, ce l'ha. Anche gli altri avvocati si sono detti d’accordo.

Un senso ce l'ha anche perché il nulla osta per il rilascio del cadavere arriva in un periodo festivo e dunque in condizioni difficili per poter organizzare una nuova perizia forse necessaria in questa vicenda dai contorni molto confusi e che ieri si è arricchita di un nuovo antipatico particolare.

La procura ha infatti ordinato per lunedi al carcere di Capanne un “incidente probatorio”, un atto che, nel caso specifico, riguarda il confronto tra una guardia carceraria indagata per omissione di soccorso e alcuni detenuti che avrebbero sentito Aldo lamentarsi la domenica mattina prima che se ne constatasse il decesso. Il fatto piuttosto incredibile è che, al confronto, i legali dell'ex moglie di Aldo, Gioia, e di Roberta Radici, non erano stati invitati. La cosa si è risolta dopo un colloquio in procura e le convocazioni dovrebbero giungere stamani agli avvocati che così presenzieranno all'incontro di lunedi. Incontro sostanziale e ovviamente legato, seppur indirettamente, con la morte di Aldo per mano di ignoti.

Intanto i rilievi autoptici su alcune parti interne del suo corpo, la materia cerebrale segnatamente, sono ancora in corso e richiederanno tempo. Un tempo lungo e foriero di altro dolore soprattutto per i suoi figli. Con uno di loro, Elia, abbiamo parlato. Ha un bellissimo ricordo del padre e sia lui che Aruna Prem hanno un ottimo rapporto col piccolo Rudra. I loro genitori si preoccupano giustamente della sofferenza di questi ragazzi. E' il motivo per cui, prima dei funerali, rinviati di una settimana, hanno fatto sapere di non volere né fotoreporter né telecamere.

Aldo Bianzino, arrestato per la coltivazione di diverse piante di marijuana, entrò nel carcere di Perugia la sera di venerdi 12 ottobre e al sabato incontrò il legale d'ufficio nominato dalla procura. Ma la mattina della domenica il suo corpo inanimato, con la testa riversa sul letto della cella dalla parte dei piedi, fu notato da un inserviente. E qui si aprono i misteri. Sull'ora e la dinamica della sua morte e soprattutto sulla mano che lo uccise.

 

 

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Naturalmente non ho postato tutti gli articoli riguardanti il fatto poichè il post sarebbe diventato troppo lungo da leggere (anche se due minuti di lettura possono essere sprecati), chiunque si voglia informare meglio sulla questione, può andare sul sito dei giornalisti indipendenti o cercare con Google...

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20 letture e solo un reply....evidentemente questo fatto di cronaca non colpisce...

 

qualè la differenza tra Aldo e la ragazza inglese uccisa dentro casa sua? qualè la differenza tra Aldo e il rumeno che uccide la moglie di un generale? quali sono le differenze di cronaca che portano ad evidenziare solo alcuni fatti e nasconderne di altri?

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perchè uno che more perchè c'ha lu vizio de fasse le canne terrorizza a tal punto che è meglio pensà che una cosa così a noi non capiterà mai...è questo che non lascia coinvolgere da questa storia

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evidentemente per la gente sono piu importanti i fatti su emanuele carioti, su che stilisti so li mejo, su mister spammone e la posta del cuore.....che bello

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La verità su Bianzino mai la vedremo.

Ma tutti la sappiamo, come sappiamo che il nostro è un paese che adopera dei metodi cileni e mette in galera un uomo per delle piante di canapa indiana.

Tutto questo mentre si parla di rom e mentre qualcuno depenalizza il falso in bilancio (anche se il governo Prodi da questo punto di vista ha fatto un assai ammirevole passo indietro).

Che Bianzino possa riposare in pace.

A lui va tutto il mio affetto.

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evidentemente per la gente sono piu importanti i fatti su emanuele carioti, su che stilisti so li mejo, su mister spammone e la posta del cuore.....che bello

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forse ognuno c'ha da pensa a tanti cazzi che magari sul forum vorrebbe svagarsi un po' piuttosto che leggere fatti come questo, gravi, che testimoniano come funziona la giustizia in italia.

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evidentemente per la gente sono piu importanti i fatti su emanuele carioti, su che stilisti so li mejo, su mister spammone e la posta del cuore.....che bello

1212285[/snapback]

 

 

io posso dirti che l'ho letto e sono pienamente schifato dell'accaduto, ma la cosa non mi sorprende affatto, visto che la polizia non è nuova ad abusare del proprio potere... si sa, fanno le fiction sui poliziotti che danno la vita per la divisa ma quando sono altri a dare la propria vita come prezzo per l'abuso di potere di chi la divisa la indossa c'è il silenzio, per fortuna rotto da chi ancora ha il coraggio di lottare per uno stato libero e democratico (cosa che l'italia non è)

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Un'altra verità che non sapremo mai, fra l'altro i giornali anche locali hanno fatto a gara a NON parlarnarne...

1212365[/snapback]

Tutti leoni...

La dignità è una merce rara. ;)

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(PRIMA) PERUGIA – “Se fosse accertato che le gravissime lesioni riscontrate sul cadavere del falegname di Pietralunga, Aldo Bianzino, siano state provocate da percosse subite in carcere, saremmo di fronte ad un fatto di sconcertante gravità che getta un'ombra pesante sul nostro sistema carcerario ed in particolare sulla rispondenza tra presunti reati commessi e pene inflitte”. Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini annuncia l'adesione del Gruppo dei Verdi e civici "a tutte le iniziative finalizzate ad ottenere chiarezza sulla vicenda che ha coinvolto l'artigiano altotiberino e la sua famiglia". “Pur con tutta la possibile cautela circa le cause del decesso – ha aggiunto l'esponente del Sole che ride - "è del tutto evidente che ci troviamo di fronte a un fatto grave e inspiegabile, del quale vanno accertate le eventuali responsabilità, da qualsiasi parte provengano. Il fatto che il caso stia assumendo un rilievo nazionale e internazionale e che il sottosegretario Manconi assicuri trasparenza e collaborazione riguardo all'individuazione delle cause della morte ci tranquillizza, ma non rende ragione a una famiglia spezzata senza apparenti motivi. E' giusto che la comunità regionale e l'intero Paese si mobilitino per chiedere la verità e una spiegazione razionale e coerente per una vicenda con troppi lati oscuri". (PRIMA)

 

 

Data: 05/11/07 10:30

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ah jack... e dacce tempo no?!

anche se, obiettivamente, c'è ben poco da dire....

prima di tutto... carcerato per due piante de maria... già questo dovrebbe far riflettere.... ma del resto noi italiani semo quelli che se chiedono se è giusto o no violare il segreto professionale per far arrestare un pedofilo......

poi... poi.... poi è meglio tacere..... perchè lo schifo ormai ha raggiunto livelli spaventosi....

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ah jack... e dacce tempo no?!

anche se, obiettivamente, c'è ben poco da dire....

prima di tutto... carcerato per due piante de maria... già questo dovrebbe far riflettere.... ma del resto noi italiani semo quelli che se chiedono se è giusto o no violare il segreto professionale per far arrestare un pedofilo......

poi... poi.... poi è meglio tacere..... perchè lo schifo ormai ha raggiunto livelli spaventosi....

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eheheh no acid mi hai frainteso :) stavo dando aggiornamenti sulla storia non volevo "forzare" nessuno :)

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ah jack... e dacce tempo no?!

anche se, obiettivamente, c'è ben poco da dire....

prima di tutto... carcerato per due piante de maria... già questo dovrebbe far riflettere.... ma del resto noi italiani semo quelli che se chiedono se è giusto o no violare il segreto professionale per far arrestare un pedofilo......

poi... poi.... poi è meglio tacere..... perchè lo schifo ormai ha raggiunto livelli spaventosi....

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eheheh no acid mi hai frainteso :) stavo dando aggiornamenti sulla storia non volevo "forzare" nessuno :)

1212449[/snapback]

allora appustu :D

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