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Paolo Maldini

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L'ignobiltà militante che avvelena il calcio. Di M.Serra

 

Paolo Maldini - come Giacinto Facchetti, come Gaetano Scirea – è una di quelle rare figure di campione che non appartengono solo alla propria comunità sportiva. La loro integrità fisica e la loro longevità atletica rispecchiano, con il tempo, la loro integrità morale. Non cambiano maglia perché considerano la fedeltà ai colori sociali un valore non commerciabile. Sono, nel calcio moralmente squinternato dei nostri giorni, un punto di riferimento per tutti. Per questo i fischi che una porzione consistente della curva rossonera ha voluto riservargli proprio nel giorno della sua ultima partita a San Siro stanno facendo il giro del mondo. E sono l´ennesima, pessima pubblicità non solo e non tanto al calcio italiano, ma all´Italia in genere: un inspiegabile, velenoso oltraggio che una plebe incarognita dalla propria smania di protagonismo ha riservato non solo al proprio campione, ma ai propri colori e alla propria storia.

 

Si dice che Maldini non sia particolarmente amato dagli ultras perché, a differenza di molti, troppi calciatori, ha sempre preferito non frequentarli e dunque, implicitamente, non sdoganarli. Ma neppure questa "spiegazione", che comunque la dice lunga sulla mentalità mafiosa di molte curve, basta a motivare il livore cieco e volgare di domenica pomeriggio. E´ un livore che allude a uno sconquasso sociale e psicologico davvero vertiginoso. Perché travalica perfino il fanatismo del tifo fondamentalista e ce lo rivela, forse per la prima volta, per quello che è davvero: un protagonismo malato, disposto a calpestare anche i propri colori, a espropriare i sentimenti di uno stadio intero, pur di accendere i riflettori su di sé.

 

Si è spesso sottolineato questo passaggio di ruolo degli ultras, da spettatori a attori. Il calcio come un reality di massa, un gigantesco studio televisivo a cielo aperto nel quale migliaia di ragazzi entrano, ogni domenica, contando su un buon numero di inquadrature. Oggi sappiamo che questo fine altera i mezzi, utilizza il calcio come un pretesto infine minimo (a dispetto delle proclamate "fedi" ultras), lo sottomette ad altre regole: perché nessuna, dico nessuna regola sportiva o tifosa, ha mai prodotto uno spettacolo così sconcertante. La spiegazione è dunque altrove. Sta in quella specie di follia narcisa che ha permesso a gruppi di ultras (non solo del Milan) di sgorbiare il copione destinato agli atleti e solo a loro. Si sentono parte decisiva della scena, hanno perduto lo status di pubblico (e dunque anche la competenza che ne consegue) e acquisito la spocchia dei comprimari frustrati. Non valgono, nemmeno in branco, un'unghia di Maldini, ma non hanno altra maniera, per esistere, che cercare di deviare le telecamere dal volto di un grande campione che saluta e se ne va. Ci sono riusciti così bene che mezzo mondo, oggi, li addita come esempio di ignobiltà militante.

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Milan-Maldini, che strappo"Brutto il silenzio sugli ultras"

 

 

Ha lasciato che passassero un paio di giorni. Per farsi scivolare via di dosso la rabbia e ripensarci un po' su. Poi ha parlato, senza freni, con crudezza. Paolo Maldini "attacca" il Milan e questo, dopo 24 anni d'amore, ha dell'incredibile: "Pur essendo passate più di 48 ore da quell'episodio - ha detto - la società non ha ancora preso posizione. Dal presidente in giù nessuno ha avuto una parola di solidarietà verso di me. Sono deluso".

 

 

 

 

Parola come macigni per provare a strapparsi dallo stomaco tutte le brutte sensazioni provate in quello che doveva essere il giorno della sua festa ed è diventato l'attimo della rottura. Con tutti, indistintamente. Prima con la Curva con cui - spiega Maldini a Corriere della Sera e Gazzetta - "in tutti questi anni ci sono stati soltanto due motivi di frizione". Quindi con il suo Milan, "che avrebbe anche potuto dissociarsi e invece non l'ha fatto". Nessun responsabilie preciso, ma nemmeno un "libera tutti ecumenico". Già, ma chi ha più colpe? Berlusconi o Galliani? Maldini, in pratica, non risponde: "Il presidente l'ho visto un minuto... - continua -. Galliani gira con la scorta... Bastava un dirigente qualsiasi".

 

Bastava, magari, Leonardo. Perché nel giorno degli equivoci c'è da chiarire anche l'equivoco-Leonardo: "Hanno scritto che abbiamo litigato, ma è ridicolo. Lui mi ha detto in un orecchio di lasciare perdere e io gli ho risposto che non ci pensavo nemmeno, che un uomo deve essere uomo fino in fondo. Quando ci è stato riferito che secondo alcuni avremmo litigato, ci siamo messi a ridere". Capitolo chiuso, almeno questo, per sempre.

 

Per sempre, come per sempre rimarrà aperta la ferita per la contestazione della Curva: "Io ho sbagliato, ho offeso i contestatori conun gesto istintivo e tante parolacce. Me ne assumo la responsabilità. Però l'ho fatto per reagire contro una cosa organizzata, preparata e pensata senza che io potessi rispondere". E ancora: "Molti calciatori si avvicinano alla Curva per sentirsi più protetti, perché così ti fanno i cori a favore e gli striscioni. Ma sa qual è stata la persona che ha rafforzato le mie convinzioni? Franco Baresi. Mi ripeteva: fai tutto in campo, non cercare aiuti esterni. Mi ha insegnato a camminare a schiena dritta".

 

Schiena dritta e testa alta, come nel giorno dello scontro che i tifosi non gli hanno mai perdonato: "Hanno detto che gli ho dato dei pezzenti, ma una parola del genere non appartiene al mio vocabolario. Nel 2005, di ritorno dalla finale di Istanbul, all'aeroporto mi si avvicina uno di vent'anni e mi dice: ci dovete chiedere scusa. Cosa? Io gioco da vent'anni e devo chiedere scusa a un ragazzino dopo una finale persa, ma dominata sul piano dello spettacolo? Ma siamo matti?". Matti, certo. Completamente matti. Perché solo una follia poteva mandare in frantumi un amore folle.

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Caso Maldini, alle 20 su Sportitalia i capi della "Curva Sud"

28.05.2009 16.36 di Redazione TMW articolo letto 2035 volte

© foto di Giacomo MoriniDopo le tensioni di domenica a San Siro tra la Curva e il Capitano del Milan, Paolo Maldini, trasmissione tutta incentrata sul "caso" della settimana a Sportitalia: alle ore 20 infatti, durante la trasmissione "SoloCalcio" si ascolterà il punto di vista dei capi della Curva Sud rossonera, invitati proprio per chiarire ed approfondire la vicenda che ha fatto il giro del Mondo calcistico negli ultimi giorni. Appuntamento dunque sul canale 225 del digitale satellitare e visibile gratuitamente sul digitale terrestre, alle ore 20 in punto: a seguire, alle 20.30, lo Speciale Calciomercato

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Maldini, gli Ultras a Sportitalia: "A Firenze forse..."

28.05.2009 21.49 di Redazione TMW articolo letto 1433 volte

© foto di Giacomo MoriniUn segnale di apertura abbastanza chiaro, non un passo indietro sulla vicenda ma quantomeno una volontà di conciliazione: così i capi della Sud, Giancarlo Capelli (detto "il Barone") e Giancarlo Lombardi (detto "Sandokan") hanno spiegato il loro punto di vista sulla vicenda Maldini a Sportitalia durante la trasmissione "SoloCalcio". "Un amico di Maldini, esterno al mondo del Calcio, ci aveva chiesto di preparare una coreografia per il Capitano: noi ci eravamo dati disponibili ma poi non si è potuto fare: problemi con Maldini? Tutto è nato dagli episodi di Istanbul che ormai sono di dominio pubblico. Tempo fa poi Paolo ci chiamò di sua spontanea volontà per impegnarsi con la società per poter permetterci di portare di nuovo allo stadio tamburi e quant'altro, proibiti dalle ultime leggi: andammo con una delegazione di cinque persone a Milanello per questa vicenda eppure non mantenne le promesse". Tanti piccoli problemi, sommati, e che hanno fatto il gelo: "Noi chiediamo rispetto per le persone da parte sua e poi, i rapporti con la Curva o si hanno sempre o non si hanno mai: vi posso fare l'esempio di gente come Cafu, Serginho, Albertini, sempre abbastanza distanti da noi, ma che pure hanno avuto un grandissimo saluto dal nostro gruppo". Problemi con la persona Maldini, più che con il giocatore, ma forse si può tentare almeno, per il bene del Milan e del Calcio, di rimediare in angolo: "A Firenze stiamo pensando ad uno striscione distensivo verso il Capitano, come giocatore, per ringraziarlo nella sua ultima partita". Nessun problema invece, con Galliani: "Non abbiamo nulla da ricucire perchè, nonostante quanto si dica, siamo in buoni rapporti, tant'è che era anche alla nostra festa di Natale".

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Maldini, gli Ultras a Sportitalia: "A Firenze forse..."

28.05.2009 21.49 di Redazione TMW  articolo letto 1433 volte

© foto di Giacomo MoriniUn segnale di apertura abbastanza chiaro, non un passo indietro sulla vicenda ma quantomeno una volontà di conciliazione: così i capi della Sud, Giancarlo Capelli (detto "il Barone") e Giancarlo Lombardi (detto "Sandokan") hanno spiegato il loro punto di vista sulla vicenda Maldini a Sportitalia durante la trasmissione "SoloCalcio". "Un amico di Maldini, esterno al mondo del Calcio, ci aveva chiesto di preparare una coreografia per il Capitano: noi ci eravamo dati disponibili ma poi non si è potuto fare: problemi con Maldini? Tutto è nato dagli episodi di Istanbul che ormai sono di dominio pubblico. Tempo fa poi Paolo ci chiamò di sua spontanea volontà per impegnarsi con la società per poter permetterci di portare di nuovo allo stadio tamburi e quant'altro, proibiti dalle ultime leggi: andammo con una delegazione di cinque persone a Milanello per questa vicenda eppure non mantenne le promesse". Tanti piccoli problemi, sommati, e che hanno fatto il gelo: "Noi chiediamo rispetto per le persone da parte sua e poi, i rapporti con la Curva o si hanno sempre o non si hanno mai: vi posso fare l'esempio di gente come Cafu, Serginho, Albertini, sempre abbastanza distanti da noi, ma che pure hanno avuto un grandissimo saluto dal nostro gruppo". Problemi con la persona Maldini, più che con il giocatore, ma forse si può tentare almeno, per il bene del Milan e del Calcio, di rimediare in angolo: "A Firenze stiamo pensando ad uno striscione distensivo verso il Capitano, come giocatore, per ringraziarlo nella sua ultima partita". Nessun problema invece, con Galliani: "Non abbiamo nulla da ricucire perchè, nonostante quanto si dica, siamo in buoni rapporti, tant'è che era anche alla nostra festa di Natale".

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non era meglio se stavano zitti? <_<

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