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Lu fallacciano

RIAPRE IL PROCESSO DI CALCIOPOLI...

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le stesse cose che faceva moggi le facevano anche altri dirigenti questo è quello che sta uscendo fuori dal processo..

 

"piaccia o non piaccia"

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le stesse cose che faceva moggi le facevano anche altri dirigenti questo è quello che sta uscendo fuori dal processo..

 

"piaccia o non piaccia"

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e come sempre

2 pesi 2 misure..

l'italietta di oggi è questa... :angry:

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questo è un topic dv per fortuna si riporta quello che succede a Napoli..ognuno a le proprie idee.. ma vedo che molta gente fa finta di non leggere e commenta c'ho che vuole..perchè ancora sto aspettando persone che commentano l'intercettazione facchetti-bergamo e bertini-bergamo ma penso che invecchierò prima che succeda...

 

:D Vabbe' va...

 

C'e' gente che e' invecchiata aspettando il "maledetto" 22 maggio...

 

io dico forza direttore perchè sta facendo venire fuori la verità...e forse brucia sapere che le cose che faceva moggi le facevano pure gli altri....

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Ah, ecco perche' lo dici... Allora mi aspetto a breve una laurea honoris causa in giurisprudenza e pure una medaglia al valore da Napolitano per il bene che sta facendo San Luciano all'Italia.

 

Rendiamo grazie a Luciano.

Modificato da Nerbo

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questo è un topic dv per fortuna si riporta quello che succede a Napoli..ognuno a le proprie idee.. ma vedo che molta gente fa finta di non leggere e commenta c'ho che vuole..perchè ancora sto aspettando persone che commentano l'intercettazione facchetti-bergamo e bertini-bergamo ma penso che invecchierò prima che succeda...

 

:D Vabbe' va...

 

C'e' gente che e' invecchiata aspettando il "maledetto" 22 maggio...

 

io dico forza direttore perchè sta facendo venire fuori la verità...e forse brucia sapere che le cose che faceva moggi le facevano pure gli altri....

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Ah, ecco perche' lo dici... Allora mi aspetto a breve una laurea honoris causa in giurisprudenza e pure una medaglia al valore da Napolitano per il bene che sta facendo San Luciano all'Italia.

 

Rendiamo grazie a Luciano.

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non ho detto questo..ho detto solomente che sta cercando di fare chiarezza tutto qua...e ci sta riuscendo benissimo...molta gente sti sta ricredendo basta informarsi un pochetto per capire la pagliacciata che è stata il 2006 un processo fatto su intenzioni e supposizioni (vedi mancini )senza certezze in 40 giorni....ma continuate con i luoghi comuni e con i titoli dei giornali che fate bene...per fortuna che questo è solo uno sport e alla fine sono altri i veri problemi ma io prima di parlare e giudicare mi informo..sarò fatto male io non lo so ma so fatto cosi...

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la verità che sta venendo fuori al processo è che tutti parlavano con i designatori qualcuno parlava con gli arbitri molti andavano negli spogliatoi a parlare direttamente con gli arbitri

 

la domanda è una sola: come mai sono uscite fuori adesso queste intercettazioni e non 4 anni fa????????????????????????????????

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la verità che sta venendo fuori al processo è che tutti parlavano con i designatori qualcuno parlava con gli arbitri molti andavano negli spogliatoi a parlare direttamente con gli arbitri

 

la domanda è una sola: come mai sono uscite fuori adesso queste intercettazioni e non 4 anni fa????????????????????????????????

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chiedilo a labbrone.. tronchetto e al sig guido rossi! :blink:

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o scandalo "Calciopoli" continua a vivere la sua fase processuale nell’aula 216 del tribunale di Napoli. Uno degli imputati di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva” è l'ex arbitro Massimo De Santis, accusato di essere il capo della fantomatica “combriccola romana”.

A difenderlo c’è il noto avvocato romano, Paolo Gallinelli, avvocato di diversi personaggi VIP di Roma, e di diversi personaggi dello sport.

Ringraziamo Mimmo Celsi per aver realizzato questa intervista.

 

 

Che idea si è fatto ad oggi di questo processo?

E' un processo con voragini probatorie enormi. Sono solo indizi processuali, e nessuno di questi costituiva prova penalmente rilevante.

 

Cosa intende dire che non costituivano prova penalmente rilevante, parlandone al passato?

Fino ad un certo punto del processo i PM consideravano prove rilevanti solo le telefonate di Moggi, mentre il lavoro certosino dei consulenti della difesa portava alla luce nuove intercettazioni. Poi, due settimane fa, hanno presentato una lista di 78 telefonate (sempre lavoro di Penta e del suo staff), ed hanno ammesso che tutte sono oggi penalmente rilevanti. Questo è un passo avanti per noi, e per l’opportunità di poter lavorare più serenamente a questo processo”.

 

Quindi possiamo dire che il processo ha subito una svolta notevole...

Vede, le indagini sono state condotte in modo unilaterale, sono stati selezionati degli imputati, con prove che però non danno adito a colpevolizzazioni di sorta, visto che dalle telefonate portate in tribunale risulta che tutti telefonavano. E quindi non era solo Moggi a telefonare.

 

Riferendosi a De Santis il suo assistito, allora chi gli telefonava?

Moggi non di certo, non ci sono telefonate illecite tra i due, mentre Facchetti chiama De Santis dalla sede e da cellulari, e le telefonate saranno presentate. E non è l’unico, l’ex presidente dell’Inter, anche altre società lo facevano.

 

Moggi è stato accusato di scendere negli spogliatoi e di parlare con De Santis.

Esisteva già, all’epoca dei fatti il 2004, una circolare che permetteva a tutti i dirigenti di scendere negli spogliatoi a salutare gli arbitri, come rituale ospitale, fino a 20 minuti prima della partita. E poi dopo la partita successivamente alla consegna del referto. Questa circolare, inoltre, indicava chi poteva avere l’accesso allo spogliatoio, quindi oltre ai dirigenti addetti agli arbitri anche i presidenti e amministratori delle società (Moggi e Giraudo erano accreditati essendo amministratori della Juventus), e indicava che potevano consegnare dei souvenir e gadget agli arbitri (cappellini e magliette)

 

Inoltre De Santis viene accusato di avere rapporti confidenziali solo con Moggi...

Anche questa è una diceria smentita tra l’altro proprio dall’imputato che doveva confermarla, Ancelotti, il quale ha ammesso che De Santis è una persona molto aperta e dà del tu a tutti. Lo stesso Moggi ieri commentava come, anche al Presidente della Repubblica se lo avesse davanti, l’ex arbitro darebbe del tu. Io non vedo in questo prove di illecito. Anzi solo una certa apertura caratteriale.

 

De Santis era un arbitro con una carriera di successo davanti a sé, e invece è fuori dal mondo del calcio. Se alla fine ne uscirà assolto, prevedete azioni risarcitorie?

De Santis all’epoca di Calciopoli era un arbitro designato ai Mondiali, e credo che per come li stesse preparando non avrebbe fallito; purtroppo di danni ne ha subiti anche tanti, ma io confido nella giustizia. I giudici, la Casoria in testa a tutti, si sono dimostrati attenti ed imparziali nella conduzione dell’istruttoria dibattimentale, nonostante la richiesta di ricusazione dei PM, ed hanno mantenuto i toni e le condizioni del processo in modo egregio, portandolo ad un dibattimento che ad oggi è stato esemplare. Per le azioni risarcitorie ci sarà tempo di valutare, prima aspettiamo la sentenza.

 

Lei conosce De Santis molto bene, cosa ci può dire di più?

Penso che il calcio italiano abbia perso un ottimo arbitro, sicuramente uno dei migliori, che avrebbe potuto ricoprire ruoli importanti in sede di CAN o AIA, come consulente o in altre vesti. Invece mi tocca sentire che gente come Cornieti, che non ha avuto una carriera folgorante, ed è stato dismesso per una tendinite, faccia il consulente portando in aula prove di presunti favori per il Parma con ammonizioni mirate e ed espulsioni ad hoc, ma non nota invece poi l’espulsione di Couto, dimenticando che Petruzzi, uno degli espulsi del Chievo, era invece uno dei calciatori più fallosi di quel campionato.

 

Quindi pensa che la sua carriera calcistica sia definitivamente finita?

Non posso dirlo per certo, ma è paradossale che gente come Collina, Trefoloni e Rosetti, che sono intercettati con telefonate indirette, non sono state all’epoca dei fatti oggetto di intercettazione diretta sulle loro utenze telefoniche, e come siano in attività e il Collina anche designatore, facendo passare il processo sportivo 2006 come una pulizia del calcio italiano… non sono sicuro che questa pulizia sia stata fatta davvero.. E il De Santis si trova a dover soffrire per la mancanza dai campi di calcio, che sono una passione forte per lui.

 

La vicenda Facchetti, è stata oggetto di ulteriori discussioni, e di recente il figlio ha ricordato di una lettera di scuse firmata da De Santis...

Questa è un’altra storia. De Santis, cosi come Bergamo e Pairetto, sosteneva che riceveva telefonate da Facchetti e dall’Inter. All’epoca le prove non esistevano; dopo una denuncia, De Santis nel rispetto della memoria di Facchetti ha dovuto al fine di evitare una condanna ingiusta, firmare una lettera di scuse. Oggi le prove ci sono, grazie sempre all’aiuto dei consulenti di Moggi, Penta su tutti e, nonostante sia dovuta, la lettera di scuse dal figlio di Facchetti a De Santis non è stata restituita e il mio assistito è ancora in attesa delle scuse ufficiali.

 

 

cavolo che cupola.....Moggi aveva una cupola con De Santis ma non lo chiamava...wow....

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Roma, 28 mag (Il Velino) - Il 30 maggio 2005, il giorno dopo Lecce-Parma (ultima di campionato, finita 3-3, obbligando allo spareggio il Parma col Bologna), l’arbitro Roberto Rosetti chiama il collega Massimo De Santis, che ha diretto il match. I dirigenti del Parma, fa sapere De Santis, lo hanno accusato dell’esistenza di “un disegno”. Poi nello spogliatoio, sempre a quanto fa sapere l’arbitro, Vignaroli si rende protagonista di una minaccia per un’ammonizione (“Te lo giuro su mia madre, ti vengo a prendere fino a casa…”, “Se sei ‘n omo m’aspetti fuori…”). Poi arriva Cinquini, all’epoca dirigente sportivo del Parma, per chiedere “una mano” per i troppi cartellini gialli. “A me la partita iniziava al primo minuto e finiva al novantesimo minuto”, gli risponde De Santis, lasciando intendere di non essere interessato alla sorte dei diffidati. “Ma chi li pensa!”, aveva detto prima riferito alle preoccupazioni degli emiliani.

DE SANTIS - Pronto!

 

ROSETTI - Buongiorno, la prima telefonata del mattino, eh?

 

DE SANTIS - Ti senti un po’ più tranquillo eh?

 

ROSETTI - Meno male, va, lascia stare…

 

DE SANTIS - Infatti pensavo a te durante ‘a partita…

 

ROSETTI - Come stai?

 

DE SANTIS - Bene, va, tutto a posto

 

ROSETTI - Tutto a posto? Ho visto…

 

DE SANTIS - Tranquillo….

 

ROSETTI - Secondo me hai arbitrato molto bene, proprio bene bene bene

 

DE SANTIS - So’ stato un po’ troppo duro, troppo severo

 

ROSETTI - Mah, secondo me ci stavano tutte perfettamente

 

DE SANTIS - Ma chi li pensa, è venuto Cinquini: “questo è un disegno…”

 

ROSETTI - Disegno, sì… disegno… artistico!

 

DE SANTIS - Episodi non ce ne so’ stati

 

ROSETTI - Zero, zero… anzi… anzi, ti devo dir la verità, che la punizione quando fanno il primo gol, cioè poteva anche non starci, per dirti no?

 

DE SANTIS - Sì, perché gli pesta il piede…

 

ROSETTI - Eh eh eh, per cui…

 

DE SANTIS - …la scarpa

 

ROSETTI - No guarda secondo me hai arbitrato benissimo. Allora mi porti a fare il quarto con te, il prossimo anno a giugno…

 

DE SANTIS - Secondo me stavi come stavo io quando è successo Parma-Juve.

 

ROSETTI - (risate)

 

DE SANTIS - Alla fine quando è finita la partita, ho detto, dico “Com’è annata a finì…?”, dice “no, ce l’ho spareggio cor Bologna…”. a fine partita, che non è successo niente, poi ho dovuto ammonì quer deficiente di (incomprensibile) che ha preso a palla, m’ha buttata davanti e me la butta ‘n tribuna, no?

 

ROSETTI - Ma infatti, infatti…

 

Mentre andavo via, viene Vignaroli che mi fa: “bravo bravo, sei un fenomeno a fenomeno”, a me questo. C’era pure lì Minotti vicino a me. Ho detto, dico: “Minotti hai sentito?” e ho scritto 40 sul taccuino, il numero.

 

ROSETTI - Eh…

 

DE SANTIS - Questo qui ritorna, mi fa: “Te lo giuro su mia madre, ti vengo a prendere fino a casa…”. A me? A me, Vignaroli? Sono andato l’ufficio indagini, ho detto: “Sentito?” Me lo portano via. Scendo le scalette, lui l’avevano portato via… riscende le scalette, ‘n antra vorta viene rincontro: “Se sei ‘n omo m’aspetti fuori…”

 

ROSETTI - Così ti diceva?

 

DE SANTIS - A me! Ho detto: “Scusa, scusa ma…”. Stava a torso nudo no?

 

ROSETTI - Eh…

 

DE SANTIS - Allora gli faccio: “Scusa, ti puoi rimettere la maglietta, perché… non so chi sei? p***o giuda, è diventato verde, Roby! Io tranquillo, no? Allora a un certo punto, lui se n’è andato via, è venuto (incomprensibile), mi fa: “Nove!” E io je faccio: “A Renà, questo se pensa che so’ de Busto Arsizio…”

 

ROSETTI - (Risate)

 

DE SANTIS - Difatti m’ha detto (incomprensibile) …si stavano ammazzando dalle risate. Dopo appena… ‘n ‘antra volta gli ho fatto: “Ma lo volete portà via questo?” Mentre arrivo sopra le scalette trovo Cinquini..

 

ROSETTI - Eh, eh…

 

DE SANTIS - Con quella faccia che c’ha lui, già pronto a..

 

ROSETTI - Sì sì…

 

DE SANTIS - Allora mi fa “no perché…”. Gli ho detto: “No perché qua non ce poi sta, perché non sei autorizzato. E quindi via, sparisci dalla mia vista. Via…”

 

ROSETTI - (risate)

 

DE SANTIS - È rimasto con la bocca aperta cor dito così… Io so’ entrato e so’ andato dentro ar sottopassaggio. Arriva quello di Sky che mi fa: “Ma Vignaroli?” “Vignaroli mo je scrivo io”, gli ho fatto, a quello de Sky, che era ‘n amico, no? Insomma dopo un po’, dopo… 20 minuti, un quarto d’ora, torna Cinquini nello spogliatoio. Bussa: “Scusa, posso entrare”. Io certo che puoi entrare… (…) Allora lui mi fa: “No, io non ho niente da dire, però non m’è sembrata una partita cattiva, per cui tutte queste ammonizioni… con un po’ di buonsenso…” Allora ho fatto, dico: “Senta, Cinquini, allora le dico la verità. A me, primo: non cita il buonsenso. Secondo: non stabilisce che il fallo per essere bisognoso di ammonizione deve essere necessariamente cattivo”. “No, perché…” Ho detto: “Terzo: penso, Cinquini, che lei non è la persona più idonea a vedermi e a insegnare come si arbitra. Mi potrebbe insegnare a fare il dirigente sportivo, ma questo è un altro tipo di discorso che non mi interessa (…) Comunque, stringi, in termini poveri, che devo fa: te devo dà ‘na mano? Volevi questo? Allora io mi chiamo Massimo De Santis, sono un arbitro di calcio, sono venuto qui ad arbitrare Lecce-Parma, ultima giornata di campionato, a me la partita iniziava al primo minuto finiva al novantesimo minuto. A me dei diffidati, de quello, de quell’altro… io ho applicato il regolamento (…)”. Me so’ girato, ho detto: “Ma che c’avemo il contratto cor Parma noi?” Se so’ messi tutti a ride…

 

ROSETTI - Fatto bene.

 

DE SANTIS - Mi vuol dire che le devo dare una mano? Eccole la mano: arrivederci. (…) Dopo cinque minuti entra Minotti: “Scusa, Massimo, ma che è stato ammonito anche Gilardino?” “Sì” “No, perché noi non ce ne siamo accorti”. “Ma Gilardino se ne è accorto?” “Sì” “Allora basta: basta che me ne so’ accorto io, se n’è accorto Gilardino, stamo a posto tutti…”

 

ilvelino.it

 

sta cosa è vergognosa!!!ma dove sta questa combriccola Romana!?!??dv sta questa cupola...con queste telefonate oscurate nel 2006 si sarebbe capovolto tutto...che schifo...e c'è gente che ancora crede nella cupola....

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TORINO, 31 maggio - A quattro anni dal trionfo di Berlino, riviviamo su Sky le emozioni del Mondiale 2006: il miglior modo per accompagnare gli azzurri verso il Sudafrica. "Campioni 2006 Rewind", in onda dal 31 maggio nel corso della programmazione quotidiana su SkyMondiale1 (canale 205 e 251) farà rivivere da una prospettiva del tutto inedita la splendida avventura della squadra di Marcello Lippi in Germania, attraverso le testimonianze in esclusiva dei Campioni del Mondo. La squadra è al completo, con tanto di panchina, e di una tifosa d'eccezione come Alena Seredova. Si alterneranno nel corso delle sette puntate, ciascuna dedicata a una partita del Mondiale, tutti i grandi protagonisti del 2006, alcuni dei quali saranno in campo anche in Sudafrica. Sarà un emozionante viaggio nei ricordi di Gigi Buffon, Fabio Cannavaro, Alessandro Del Piero, Daniele De Rossi, Gennaro Gattuso, Alberto Gilardino, Fabio Grosso, Vincenzo Iaquinta, Marco Materazzi, Andrea Pirlo, Luca Toni, Francesco Totti e Vincenzo Iaquinta. accompagna il racconto dei Campioni. Ad accompagnare il racconto dei Campioni, i ricordi di Marcello Lippi e il diario della programmazione Sky del 2006, quello che era stato definito una sorta di "reality" sempre al seguito degli Azzurri. Un promemoria di ciò che gli abbonati potranno godersi tra pochi giorni: emozioni ad alta definizione in diretta dal Sudafrica. Al termine di ogni puntata andrà in onda la partita integrale con il commento di Fabio Caressa e Beppe Bergomi.

 

Ecco un estratto della prima puntata, dedicata a Italia-Ghana e al lungo ritiro premondiale in piena bufera Calciopoli. Fabio Cannavaro è tornato sulla conferenza stampa che molto scalpore fece 4 anni fa a Coverciano, in cui il capitano azzurro disse la sua su quanto stava accadendo alla Juventus e non soltanto. Ecco cosa emerge dal confronto delle sue parole di allora, e quelle di oggi:

 

Cannavaro 2010: "Sicuramente era una vigilia molto particolare, perché era l'inizio di Calciopoli. Allora c'era questa brutta abitudine, di chiamare i designatori, di confrontarsi con loro... All'epoca avevo detto che era una cosa diffusa, adesso sento parlare e vedo che c'erano altre telefonate, ma sta alla giustizia fare chiarezza. Di certo ormai il danno alla Juventus e a noi è stato fatto, purtroppo la società ha pagato, purtroppo fu smantellata una squadra fortissima".

 

Cannavaro 2006: "Gli scudetti che ho vinto, mi sento di averli vinti sul campo, me li sento comunque miei".

 

Cannavaro 2010: "Me la ricordo bene quella conferenza. Dissi di aspettare prima di giudicare delle persone, però in quel momento lì sembrava quasi una difesa verso Moggi. E alla fine ci fu quest'attacco nei miei confronti".

 

Cannavaro 2006: "Il direttore era amico di tutti...Aveva tanti amici...Aveva tanti amici come tanti nemici. Adesso è normale che gli amici sono diminuiti un po'".

 

Cannavaro 2010: "Moggi era il dirigente della mia società, era il dirigente della Juve. Era persona che conoscevo, che mi aveva dato molto e quindi mi sembrava giusto parlare così".

 

Cannavaro 2006: "Sono un italiano e quindi ho voglia di sapere anch'io come andrà a finire. Penso che comunque sia non solo una cosa che riguarda i dirigenti Juve ma penso che sia un sistema calcio che andava così".

 

Cannavaro 2010: "Per come sono andate le cose, a questo punto risentendo quelle parole sarebbe facile dire: "io l'avevo detto". Col senno di poi si possono dire tantissime cose, però aspettiamo ancora, e vediamo come andrà a finire. Di sicuro sono stato di parole, anche quando dissi di aspettare a giudicarci per quello che avremmo fatto sul campo, in Germania..."

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Verranno ascoltati Farina e Pisacreta. Assenti giustificati i 'mondiali' Rosetti e Calcagno. Moggi querela GazzoniNAPOLI, 1 giugno - Sta cominciando l'udienza odierna al tribunale di Napoli per Calciopoli. Oggi è previsto l'ascolto dei testimoni chiamati dalla difesa di Pairetto. Si assiterà ad una vera sfilata di arbitri. Testimone chiave sarà il notaio Iori di Roma, uno di quelli che presiedeva il sorteggio che l'accusa ritiene truccato. Il notaio non è mai stato interrogato dall'accusa nella fase preliminare.

 

ASSENTI GIUSTIFICATI ROSETTI E CALCAGNO - Fra i testimoni chiamati anche l'ex arbitro Stefano Farina, attualmente commissario Can D, gli ex assistenti Ivaldi e Pisacreta, quest'ultimo attualmente vicepresidente dell'Aia. Assenti giustificati i due arbitri della terna italiana che in queste ore sta partendo per il Sudafrica, ovvero Rosetti e Calcagno e analogamente il designatore Collina, anche lui chiamato tra i testimoni da Pairetto.

 

MOGGI, QUERELA A GAZZONI - Verrà sentito in mattinata anche uno dei giornalisti che presenziavano ai sorteggi estraendo le palline della discordia. Si ascolteranno anche le risposte del curatore fallimentare del Bologna il dottor Enea Cocchi. A proposito del Bologna, proprio stamattina Moggi ha presentato la querela per diffamazione contro l'ex presidente rossoblu Gazzoni per averlo diffamato nel corso di alcune interviste.

 

ASCOLTATO PESCIAROLI - Ascoltato il giornalista Pesciaroli interrogato inizialmente dal legale di Pairetto sulle modalità del sorteggio alle quali Pesciaroli a Roma era «quasi sempre presente». «Ero uno statistico degli arbitri, ho partecipato a quasi tutti i sorteggi avvenuti a Roma e a qualcuno di quelli avvenuti a Firenze. La presenza del notaio mi tranquillizzava anche se speravo da giornalista di poter tornare al giornale una volta dicendo che il sorteggio era stato truccato ma non ce n'è stato mai motivo... Il notaio era al centro del tavolo nella sede Aia di via Tevere. La stanza era così piccola che chi estraeva era quasi a portata di mano. Non ho mai avuto impressione che ci fosse qualcosa di sospetto. Magari avessi fatto questo scoop almeno avrei avuto la possibilità di allungarmi la carriera. Se avessi visto qualcosa di irregolare certo non me ne sarei stato zitto».

 

IORI: «ESTRAZIONI REGOLARE» - E' stato poi interrogato il notaio delle estrazioni Iori: «Tutto quello che concerneva questi sorteggi è comunque nei verbali che sono agli atti di questo processo. Le palline le aprivano e io facevo provvedere a richiuderle e a rimescolarle nelle urne che erano trasparenti. Non si potevano leggere i contenuti nelle palline perchè i fogli erano piegati. Non ho mai avuto sosperti di irregolarità».

Alle domande del pm Capuano su quante volte si fossero aperte queste palloine Iori dice: «Potrà essere successo una decina di volte in tutti gli anni nei quali ho svolto questo servizio. Nei verbali non ritenevo di scrivere dell'apertura delle palline perchè avevo il controllo della situazione e potevo rendermi conto se queste erano chiuse o visibilmente diverse le une dalle altre e quindi riconoscibili. Comunque quando io verbalizzo un'estrazione, verbalizzo l'estrazione. Io non consideravo anomalo che una volta ogni tanto le palline potevano aprirsi al momento dell'inserimento nell'urna perchè poi facevo provvedere al rimescolamento. E poi comunque il foglietto all'interno era piegato. Non ho mai segnalato anomalie al riguardo».

 

tuttosport.it

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sò curioso de sapè che dice concasse

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io invece so curioso de sapè quello che dite voi!!

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aggiungo al post di prima

 

TRENTALANGE: «PAIRETTO? MAI CHIESTO DI AVERE OCCHI DI RIGUARDO» - Chiamato a testimoniare l'arbitro torinese Alfredo Trentalange, all'epoca dei fatti osservatore arbitrale, attualmente responsabile tecnico dell'Aia. Comincia l'audizione con le domande del legale di Pairetto: «Pairetto non m'ha mai chiesto di avere occhi di riguardo per squadre o tesserati - dice Trentalange - tra me e lui c'era molta confidenza: siamo entrambi di Torino e suo padre Antonio è stato il mio maestro, quello che mi ha fatto crescere come arbitro da quando ero un ragazzino appena emigrato a Torino che cominciava la carriera sui campetti di terra. Il padre di Gigi Pairetto aveva rapporti amicali con Moggi da decenni, visto che Moggi è stato dirigente del Torino. Mai mi hanno chiesto di modificare voti agli arbitri mentre facevo l'osservatore». Poi gli chiedono di Chievo-Lazio arbitrata da Rocchi e Juve-Lazio arbitrata da Dondarini: «Diedi un voto abbastanza alto a Rocchi, avevo pensato che solo l'espulsione di Couto fosse troppo severa. Quanto a Juve-Lazio per me Dondarini (condannato per quella gara, ndr) aveva arbitrato bene e gli diedi un voto alto. Ho la massima stima di Pairetto e non ho mai subito pressioni da Bergamo anche se lui non era mai stato tenero con me». Alla fine Pandolfi pone una domanda a Trentalange, citato da uno dei testi, l'ex dipendente della Juventus Maurizio Capobianco. Capobianco sostiene, dice la giudice Casoria, che lei, Trantalange, abbia avuto un'auto da Giraudo e Trentalange risponde: «Non ho avuto nessuna auto da Giraudo, ho comprato per me e mia moglie negli anni diverse auto con lo sconto fatto ai vip dalla Fiat».

 

GUIDI: «IL CALCIO STRESSA» - Sul banco dei testimoni si avvicenda Alessandro Guidi, ex osservatore e poi dirigente del Bologna di Cazzola. anche lui conferma che il rapporto di amicizia tra Moggi e Pairetto deriva da una frequentazione del padre dell'ex designatore. Guidi racconta anche delle pressioni vissute anche da dirigente: «Il calcio stressa, non solo gli arbitri, anche i dirigenti».

 

PISACRETA: «ROMA-JUVE 1-2, GARA DIFFICILE» - L'ultima deposizione prima della pausa è stata quella dell'assistente Pisacreta, attuale vice presidente dell'Aia e primo assitente di una delle partite chiave della vicenda Calciopoli, Roma-Juve 1-2 del febbraio 2005: «Pairetto e Bergamo non mi hanno mai chiesto di favorire o sfavorire giudizi in riferimento ad una squadra. Anche a Roma-Juve io ricordo di aver commesso l'errore di convalidare il primo gol di Cannavaro ma era un episodio difficile, una palla colpita dall'attacante della Juve (Ibrahimovic, ndr.) parata dal portiere e ribadita in rete da Cannavaro in posizione di fuorigioco di 10-20 centrimetri. Era difficile da percepire. Me ne sono accorto rivedendo i replay dopo la gara ma ricordo a tutti che le raccomandazioni della Fifa erano: in dubbio non alzare la bandierina perchè le statistiche dicono che fra quello che percepisce l'occhio e quello che si vede alla moviola la possibilità di errore in caso dubbio che fermi il gioco è del 90%. Così io non alzai la bandierina. Poi ci fu l'episodio del rigore fischiato a favore della Juve per un contatto ai limiti dell'aria su Zalayeta. Non potei essere d'aiuto a Racalbuto e gli dissi che non avevo certezze se il contatto fosse avvenuto fuori la riga o dentro l'area ma era comunque un episodio difficile da valutare in una partita difficilissima da un punto di vista ambientale: Capello era appena passato alla Juve, così come Emerson. In quella partita nel secondo tempo venne ingiustamente annullato un gol a Ibrahimovic e il mio collega Ivaldi segnalò un fuorigioco che non c'era, anche quello questione di centimetri». Alla domanda se poi, visto che aveva favorito la Juve, non fosse stato fermato dai designatori per motivi tecnici, a causa di quegli errori, Pisacreta è chiarissimo: «Fui fermato per circa un mese, riuscii a rientrare solo perchè sostituivo un collega infortunato. E comunque nelle mie ultime due stagioni in serie A arbitrai 11 volte la Juve: con me persero le uniche 6 partite in cui la squadra bianconera è uscita sconfitta dal campo».

 

«NESSUNA PRESSIONE» - Le audizioni dell’ex arbitro Stefano Farina e degli ex assistenti Ivaldo e Mitro confermano quanto emerso nelle precedenti audizioni: «Nessuna pressione da Bergamo e Pairetto per arbitraggi o favoritismi e par condicio della evidenziazione nei raduni di Coverciano degli errori a favore o sfavore di Juve o altre squadre». In udienza a Napoli svelati altri presunti misteri: «Sorteggi taroccati? No. Visite vietate negli spogliatoi? No». A fine udienza si fissa il calendario delle audizioni: gli assenti di oggi dovranno presentarsi, a meno di motivi forti e ben spiegati. La cosa vale anche per il designatore Collina che ha opposto, secondo quanto emerso in aula, motivi personali alla convocazione. Dovrà essere in aula l’8 giugno o fornire un’adeguata motivazione all’eventuale assenza: a Cellino dopo due “buche” toccò l’accompagnamento coatto. Dopo i testi di Pairetto, toccherà, per chiudere la stagione di Calciopoli (udienze prima del break estivo fino ad ottobre l’8, il 15, il 18 e 22 giugno). Finale a sorpresa con Massimo De Santis che ha prodotto la circolare di Lega Calcio del 4 agosto 2004, alla vigilia della stagione di Calciopoli, in cui si dettavano le norme di comportamento per i dirigenti negli spogliatoi: visite consentite prima e dopo la gara, divieto di regali che non fossero di poca entità, obbligo di tesseramento del dirigente accompagnatore degli arbitri (il Meani di turno). «Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto che voglio leggere (il pm Capuano ha provato ad opporsi, stoppato dal giudice Casoria, ndr) e letto le disposizioni certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente (Ancelotti, Mancini, ndr) parlare a sproposito delle visite di Moggi: ma tutti sapevano cosa si poteva e non poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura: ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni...»

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Bastava chiedere, in fondo. Chiedere ai notai dei sorteggi attesi come taroccati, chiedergli notizie e certificazio­ni anche postume della presa delle palline da parte di 38 giornalisti 38, chiedere come facessero i prestidigitatori Bergamoe Pairetto a darla a bere a tutti a via Tevere e Co­verciano. Bastava chiedere al­la Lega Calcio il documento prodotto ieri in udienza da Massimo De Santis: mica il quarto segreto di Fatima, una circolare del 5 agosto 2004, al­ba dei giorni di Calciopoli, in cui si dettava il vademecum del perfetto rapporto arbitro­dirigente e i limiti e le caratte­ristiche dei mitici “addetti agli arbitri”. E invece abbiamo do­vuto attendere oltre quattro anni per farci un’idea magari diversa da quella delle informative dei carabinieri. Ebbe­ne, il giorno è però arrivato: ie­ri udienza a Napoli parla il no­taio Ioli, seguiranno una teoria di arbitri e assistenti ora qua­si tutti dirigenti apicali dell’Aia ma allora sui campi da prota­gonisti nella stagione dei vele­ni: manca Collina, per l’8 giu­gno dovrà produrre convincen­te motivazione o presentarsi.

 

ATTO NOTARILE - Parte il giornalista Pesciaroli, grande esperto di statistiche arbitrali. «Ho preso parte a quasi tutti i sorteggi avvenuti all’Aia e qualcuno avvenuto a Firenze: speravo, una volta almeno, di portare a casa lo scoop di un sorteggio truccato. E invece niente: non ce n’erano motivi, la presenza del notaio lì vicino mi tranquillizzava. Non ho mai avuto sospetti, se avessi vi­sto qualcosa di irregolare l’a­vrei scritta sul Corriere dello Sport. Le griglie? Era statisti­ca, qualche volta ci azzeccavo, altre no. Come mi attivavo per capire se c’erano trucchi? Guardavo tutto con attenzio­ne, ero lì. E pur avendo fatto anche l’estrazione di anomalie, non ho registrato al tatto alcu­na anomalia nelle palline. Quando si aprivano, venivano richiuse e rimescolate». Passa e chiude, testimone al notaio An­tonio Ioli. «I verbali da me re­datti sono agli atti, quando la pallina e sarà capitato qualche volta nelle centinaia di estra­zioni si apriva, provvedevo a farla richiudere: non era possi­bile leggere il foglietto all’inter­no perché ripiegato in quattro (da Manfredi Martino, ndr): il nome di arbitro o partita non si poteva leggere. Io non ho mai avuto sospetti di irregolarità di quelle estrazioni che io certifi­cavo: non avevo bisogno di re­fertare sulla qualità delle pal­line, ero nel controllo della si­tuazione». Narducci chiede se non avesse sentito il dovere di chiedere alla Figc palline nuo­ve. «Dottore, mi parli del conte­nuto dei miei atti: io non consi­deravo anomale queste circo­stanze. Mai avuto il sentore di anomalie nella procedura».

 

FISCHIETTI E BANDIERE - Tocca a Trentalange: «Pairet­to e Bergamo, che pure non mi trattava benissimo, non mi hanno mai chiesto favoritismi o fatto pressioni. Conosco da una vita anche il padre di Pier­luigi Pairetto, Antonio che era un amico di Moggi di antica data. Se sono mai stato ferma­to? E’ toccato anche a me: 4 mesi senza serie A per aver espulso Capello. Ma allora al­lenava la Roma» Poi la giudice a latere Pandolfi ricorda la de­posizione dell’ex dipendente Juve, Capobianco. «Ha avuto un’auto da Giraudo?» «Girau­do? No, ho comprato un’auto dalla Fiat con lo sconto che si faceva, non ricordo che auto, era nel 1995».

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non vi capisco...quattro anni fa vi schifavate di tutto e puntavate forte sull'onestà e adesso neanche commentate...

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:quoto::quoto:

 

non capisco quale è il problema!?!? se vi da tanto fastidio che postiamo cose che riguardano calciopoli potete anche non aprire il topic...lo so che vi farà male sapere la verità....

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non vi capisco...quattro anni fa vi schifavate di tutto e puntavate forte sull'onestà e adesso neanche commentate...

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non vi capisco...quattro anni fa vi schifavate di tutto e puntavate forte sull'onestà e adesso neanche commentate...

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:quoto::quoto:

 

non capisco quale è il problema!?!? se vi da tanto fastidio che postiamo cose che riguardano calciopoli potete anche non aprire il topic...lo so che vi farà male sapere la verità....

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non c'è niente da fare, siete personaggi scomodi.

li travaglio de noandri

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personalmente mi piace approfondire prime di parlare...qui si sta parlando di un processo e dei suoi atti che credo sia importanti per quanto riguarda il filone di calciopoli...se non sono rilevanti si può chiudere il topic e tanti saluti

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state a parlare del nulla..

poichè questa volta finirà nella classica italica bolla di sapone..

certe telefonate dovevano venire fuori 4 anni fà..

purtroppo non sono venite fuori..

e solo una società a pagato per tutti... :(:unsure:

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personalmente mi piace approfondire prime di parlare...qui si sta parlando di un processo e dei suoi atti che credo sia importanti per quanto riguarda il filone di calciopoli...se non sono rilevanti si può chiudere il topic e tanti saluti

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io so d'accordo con Concasse ci sono moderati se questo topic vi annoia allora chiedete di chiudere e basta io vivo lo stesso e mi informo lo stesso su quello che è successo...

 

state a parlare del nulla..

poichè questa volta finirà nella classica italica bolla di sapone..

certe telefonate dovevano venire fuori 4 anni fà..

purtroppo non sono venite fuori..

e solo una società a pagato per tutti... :(  :unsure:

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io penso una cosa...che almeno noi juventini dovremmo esse tutti uniti verso un unica direzione la giustizia e alla ricerca della verità posso capi gli altri che forse da fastidio che le verità potrebbero essere altre rispetto al 2006 e fanno finta de niente ma noi ci dobbiamo credere punto e basta...

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Imminente audizione dell’ex capo della security Telecom. Il presidente: «Non ho mai conferito mandato». L’ex uomo di Tronchetti: «Sono rimasto sorpreso che né la Figc, né i pm mi abbiano chiesto molto...»ROMA, 7 giugno - Non sarà dirimente come la maxiaudizione a rate del colonnello Auricchio, ma l’attesissima e imminente au dizione del testimone Giulia no Tavaroli si annuncia come una delle altre svolte del pro cesso Calciopoli. Moggi aveva annunciato di voler sentire l’uomo dei dossier e dello spio naggio operato sulla supervi sione dello stesso ex capo del la security Telecom dal 2002, ma adesso le interviste a Re pubblica e (immaginiamo) l’ampia serata dedicata da Te lelombardia all’ascolto della verità di Tavaroli hanno stuz zicato anche l’interesse dei pm napoletani, Capuano e Nar ducci. Interessante, però, an che la scoperta dell’integrale deposizione del presidente dell ’Inter, Massimo Moratti, messa a confronto con le verità dell’uomo dei dossier Ladroni e Como. E’ un vero e proprio derby delle dichiarazioni, quel la che si svolge tra il segugio scatenato - per il tramite di Tronchetti - e il patron interista. Domani il processo napo letano riprende, ma le udienze da qui al 22 giugno si attendo no ricche di colpi di scena pro prio per la discesa in campo di big quali Galliani, Spinelli, Pieroni, ma anche Collina e proprio gli uomini ex Telecom.

 

«NON RILEVANTE» - Singo lare la coincidenza, nell’ormai lontano 2006. Indagine di Bor relli sui pedinamenti a Vierie De Santis: interrogato Morat ti il 3 ottobre 2006, richiesta degli attivi relativi all’interro gatorio di Tavaroli il 18 otto bre, l’interrogatorio si svolse il 29 settembre. Moratti sostie ne a Borrelli: «Una persona si offrì di mettere sotto sorve glianza De Santis. Il compian to Facchetti mi riferì di una serie di colloqui da lui avuti con Nuciniil quale gli manife stava un clima arbitrale non particolarmente favorevole al l’Inter. Nucini non parlava esplicitamente di De Santis, ma faceva riferimento ad un sistema fortemente costituito in danno dell’Inter». Moratti non ricorda «se avvenne o me no un incontro a tre tra me, Ta varoli e Facchetti? Non ho mai dato mandato al Tavaroli di re digere alcun dossier sull’arbi tro De Santis né ho mai visto alcun documento in merito» in ogni caso Moratti afferma alla Figc, dopo Calciopoli, «non venne fuori nulla, per quanto a mia conoscenza, l’incontro con Tavaroli non aveva avuto al cun concreto seguito, in quan to lo stesso Tavaroli aveva det to che sulla vicenda non vi era nulla di rilevante».

 

tuttosport.it

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UDIENZA TERMINATA

Nessuno dei testi convocati da Bergamo si è presentato in aula. Il giudice Casoria, infastidita: «A Collina fategli sapere che la prossima volta lo sanno tutti che deve venire. Faccia in modo di presentarsi». Prima delal conclusione l'avvocato di Moggi, Priopreschi ha fatto un elenco dei testimoni per l'udienza del 15: Sandulli, Artico, Battaglia, Gottardo, il giornalista Bianchi, Frascione, Piccolomini, Ricciardi, Speciale, Venerato, Abete, Antonelli , Baldini, il giudice Mastrandrea, De Gennaro.

 

TERMINATO INTERROGATORIO DI STAGNOLI: ALTA TENSIONE IN AULA

Alta tensione tra il pm Narducci e Stagnoli sulle risposte dell'ex assistente arbitrale in riferimento ad una telefonata in cui Meani si lamenta di un arbitraggio in Siena-Milan, con ripettute accuse agli arbitri della gara, e risposte di Stangoli tipo «Infatti, infatti... Ah, Ah». Al termine dell'audizione i pm Capuano e Narducci la prendono a male e chiedono l'acquisizione della copia stenografica dell'interrogatorio per procedere contro uno dei vice di Collina, dice il giudice Casoria allargando le braccia «evidentemente per presunta falsa testimonianza». Protesta degli avvocati in aula per l'atteggiamento aggressivo nei confronti del teste da parte dei pm. Adesso chiamato a testimoniare l'osservatore arbitrale De Marchi.

 

TIFOSI JUVE: «PALAZZI, DATTI UNA MOSSA»

 

STAGNOLI: «AMMONIZIONI MIRATE? NON CONOSCEVAMO DIFFIIDATI»

Stagnoli a proposito dell'accusa di ammonizioni mirate: «Non sapevamo chi fossero i diffidati delle gare che preparavamo. Mai con De Santis abbiamo discusso di questo e men che meno per Fiorentina-Milan. A noi non interessava questo dato»

 

STAGNOLI: «L'ANALISI DEGLI ERRORI OGGI UGUALE AD ALLORA»

Stagnoli, ex assistente arbitrale e ora vice di Collina: «Il clima nell'attuale Can è simile a quello del 2004-2005, gli errori sono studiati ora come lo erano allora, quando c'erano Bergamo e Pairetto. Io una grande differrenza non la vedo». In riferimento ad eventuali rimproveri particolari a chi sbagliava a favore o contro la Juve: «L'analisi degli errori è ora come era allora».

 

STAGNOLI: «CONTATTI CON MOGGI SOLO QUANDO ARBITRAVO SUE SQUADRE»

Stagnoli, ex assistente arbitrale: «Contatti con Moggi? Solo quando arbitravo le sue squadre, i soliti rapporti di cordialità nel ricevere la terna arbitrale»

 

LEGITTIMO IMPEDIMENTO PER COLLINA

Come anticipato, Collina non è presente per legittimo impedimento. Il designatore arbitrale sarà in aula martedì prossimo

 

UDIENZA, ECCO I PRESENTI

In aula sono presenti Moggi, De Santis, Bergamo, Fabiani e Bertini.

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ROMA, 8 giugno - Un atto di diffida ad agire a Palazzi su Calciopoli2, come dire muovetevi e fateci sapere in modo trasparente co­me e perché. Muovetevi e fate­ci capire se e perché si dovrà arrivare a una declaratoria di prescrizione per le telefonate imbarazzanti che emergono in queste settimane su Calciopo­li 2, perché si possa individua­re a chi chiedere una monta­gna di soldi di danni in caso di “nulla di fatto”, dopo il tanto fatto contro la Juve nel 2006. C’è questo e di più nell’atto fat­to recapitare proprio ieri alla Figc ( Abete), al presidente del­la commissione di Garanzia Figc, De Lise, al presidente della Corte di giustizia, Corag­gio, a Stefano Palazzi, al presi­dente Coni, Petrucci, a Fifa, Uefa e anche ad Andrea Agnelli dall’associazione Giu­lemanidallajuve sotto forma di vera e propria class action.

 

TROPPO FERMI - I soci della combattiva associazione di tifosi e azionisti bianconeri ha scritto per sollecitare Stefano Palazzi ad agire, appunto: l’in­dagine per Calciopoli2 è aper­ta da troppe settimane a nes­sun atto concreto è stato fatto. Raccolti gli articoli di stampa, in un primo momento, scelti gli investigatori del pool, inviate le lettere per acquisire le qua­si 300 telefonate inserite nel fascicolo processuale, predispo­sta la stanza delle audizioni a via Po 42, con tanto di guardia giurata a tutela dei faldoni, la Procura si sta così come le fo­glie d’autunno?

 

AUTONOMI O NO? - Sorpren­de, non solo Glmdj (come chia­meremo d’ora in avanti Giule­manidallajuve), che proprio la Figc che ha sempre proclama­to la “differenza” di piste che la giustizia sportiva doveva bat­tere rispetto a quella penale, non abbia ancora provveduto a investigare in proprio sulle 171 mila telefonate: si acquistino (35 mila euro) i diritti per gli audio, si ascoltino e ci si formi un’idea completa e autonoma dell’istituzione sportiva. Visto che nel 2006 le sentenze sono arrivate su parziali ricostruzio­ni, brogliacci e relazioni dell’ac­cusa. Insomma: agire subito per dimostrarsi davvero indi­pendenti. Perché, in fondo, la selezione delle telefonate fatta da Moggi e dai pm rischia di essere parzialissima. «Dal marzo 2008 la Figc era nella facoltà di autonoma acquisizio­ne di tutto il materiale proba­torio necessario a determina­re penalità per altri club o mi­nori sanzioni per la Juventus», scrivono. Glmdj prende cap­pello, carta e penna per molti motivi: la diffida arriva sotto forma di esposto che - proba­bilmente - non potrà produrre grandi effetti dal punto di vista della giustizia sportiva (caran­za di legittimazione all’azione) ma da questo punto di vista il fascicolo Calciopli2 è aperto e c’è anche l’esposto della Juven­tus, voluto da Andrea Agnelli, perché si faccia giustizia alla stessa velocità del 2006. Evi­denziate a sufficienza le conse­guenze sul titolo Juventus del­le vicende del processo del 2006, ma anche tutto quanto è stato lo scoperchiamento degli ultimi mesi: le parole di San­dulli (allegato 1) («eviden­ziammo cattive abitudini, mi­ca illeciti»), ma anche le incer­tezze e le verità sconvolgenti sulle modalità dell’inchiesta del colonnello Auricchio al processo di Napoli (allegato 2), poi le inesattezze e gli errori materiali della sentenza Gi­raudo. Ma c’è anche («sfugge alla comprensione») il motivo per cui siano stati ignorati l’in­terrogatorio all’Ufficio Indagi­ni di Bergamo (qui anticipato ad aprile) in cui chiamava in causa « Sacchi, Facchetti, Meani, Capello e altri diri­genti ». «Esisteva un diffuso si­stema di contatti», scrive Giu­seppe Belviso, firmatario del­l’esposto- class action che fa ca­pire come non fosse «esclusiva dei dirigenti della Juve» e quindi «decade il presupposto dell’unicità di rapporti» vanta­to dall’accusa di Calciopoli. Un accenno alla vicenda Milito­Motta di cui parliamo a lato. Poi ancora «perché tanto at­tendismo per le ormai palesi violazioni del codice di taluni club, uno dei quali (l’Inter, ndr) veniva premiato per principi di etica».

 

COSTA CARA - «L’eventuale prescrizione - scrive Glmdj ­produrrà l’automatica costitu­zione in giudizio da parte del­la nostra associazione per il sofferente danno. Allo stesso modo si riterrà la Figc respon­sabile dei danni». Belviso e la sua associazione chiede la re­vocazione del titolo 2006, la rassegnazione alla Juve dei ti­toli 2005 e 2006, chiedendo in modo perentorio a Palazzi di verificare le posizioni degli al­tri club e dare notizia dello sta­to del procedimento. Conclu­dendo con la citazione dell’arti­colo 328 del codice penale, quello relativo agli atti d’omis­sione degli incaricati di pubbli­co servizio. Allegando audio delle intercettazioni, articoli di stampa urlano a Palazzi di muoversi. Potranno respinge­re questo esposto per difetto di legittimazione ( Glmdj non è associato Figc), non potranno non tenerne conto.

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Cambio di rotta: la "nuova" Juventus, quella di Andrea Agnelli, è pronta a depositare in Federcalcio 80-85 intercettazioni contro l´Inter, chiedendo appunto la revoca dello scudetto 2006, ed è anche pronta a "schierare" a Napoli, sin dall´udienza del 1° ottobre, l´avvocato Luigi Chiappero, che difese Antonio Giraudo nel processo sportivo di Calciopoli. È una scelta radicale: la nuova Juve ha deciso di dare battaglia a tutto campo, quello che non fece quattro anni fa. Ma ora John Elkann ed Andrea Agnelli, non per niente cresciuto all´ombra di Giraudo, hanno stabilito una strategia più aggressiva, tanto che il presidente bianconero, di recente, ha ricordato ad Abete che aspetta fiducioso una risposta dalla Federcalcio, «entro breve tempo, molto breve», sulla revoca degli scudetti. In ballo soprattutto quello del 2006, tolto alla Juventus e assegnato all´Inter dai saggi (ora pentiti...) di Guido Rossi. Per accelerare i tempi dell´indagine Figc, la Juve è pronta a depositare in via Allegri le intercettazioni - file audio e trascrizione di periti giurati - che riguardano prevalentemente l´Inter (Moratti e Facchetti). Sono le stesse su cui ha lavorato per mesi il consulente di Luciano Moggi, Nicola Penta, e che sono state acquisite già nel processo penale: si parla di griglie, sorteggi, amicizie, raccomandazioni, telefonate (proibite) agli arbitri, regali da ritirare in sede, eccetera. Quanto basta, secondo la Juventus, per togliere quello scudetto all´Inter.

 

La mossa della Juve è prevista prima della ripresa delle udienze a Napoli, proprio per mettere pressione sulla Figc. Giancarlo Abete ha promesso un´inchiesta e la farà: i problemi, semmai, sono i tempi. La Figc ha acquisito dalla procura di Napoli tutti i file con le 180.000 intercettazioni di Calciopoli: costo di diritti di cancelleria, 67.228 euro. Ora vanno fatte sbobinare: costo, intorno ai 350.000 euro. E, soprattutto, tempi difficili da stabilire: secondo alcuni esperti, ci vogliono almeno due anni. Basti pensare che i periti ingaggiati da Moggi ne devono ancora sbobinare oltre 70.000, mentre il 1° ottobre, quando a Napoli andrà anche Collina a deporre, Nicola Penta ne consegnerà un altro centinaio (riguardano lo stesso Collina, Lanese, Rosetti, eccetera). È stato scoperto che Facchetti aveva due telefonini, uno intestato all´agenzia di assicurazioni e l´altro all´Inter. Sul secondo, che deve essere ancora "aperto", ci dovrebbero essere le chiamate con Pairetto, Bergamo e Ghirelli. Moggi ad ottobre chiamerà come testimoni anche Tronchetti Provera, Tavaroli, Cipriani e Moratti. Il presidente del collegio, Maria Teresa Casoria, vuole arrivare a sentenza a gennaio-febbraio 2011. A che punto sarà in quel periodo l´indagine del superprocuratore Figc, Stefano Palazzi?

 

La Juventus, comunque, manda in campo a Napoli anche l´avvocato Chiappero, ed è un segnale importante: non c´è più quel distacco con Moggi come in passato, ma la convinzione che d´ora in avanti si debba fare una difesa, se non comune, di sicuro meno "distaccata" dall´ex dg bianconero. Nel maggio 2006 John Elkann disse «sono state fatte cose riprovevoli», l´avvocato juventino Cesare Zaccone accettò la serie B (come male minore): ora la nuova Juve non accetta più nulla. E attacca.

 

Fulvio Bianchi - La Repubblica

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