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Me pizzica me mozzica

St. Pauli - bell'articolo su La Repubblica

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St.Pauli, i ribelli della Bundesliga. Quando il calcio è "contro il sistema"

20/08/2010

 

Prendete una squadra di calcio. Di quelle che non vincono mai. Prendete l'impegno sociale, una bandiera dei pirati, la lotta all'omofobia e al razzismo. Prendete il comunismo, il punk anni ‘80, la prostituzione libera, l'anarchia sociale e l'aria umida di un porto tedesco. Mettete tutto nel peggior quartiere della Germania. A quel punto avrete il St. Pauli Football Club, la squadra più a sinistra del mondo. Nel giorno in cui ricomincia la caccia ai campioni del Bayern, la Bundesliga ritrova anche quegli anarchici incalliti del St. Pauli, secondo club di Amburgo. L'ultima apparizione fu un disastro: nel 2002 solo 4 vittorie e una retrocessione. Poi ha vivacchiato, per lo più in III Divisione, fino a quando è passato nelle mani dell'impresario teatrale Corry Littmann, il primo presidente dichiaratamente omosessuale nella storia del calcio tedesco. Appena arrivato, Littmann ha capito che il St. Pauli non era una società come le altre. Qui contano i principi, bisogna essere fedeli alla linea. Tutto ciò che è business ed establishment viene apprezzato quanto un astemio in un pub amburghese. Bilancio e classifica sono dettagli. Una filosofia di vita stampata nello stemma: "Non established since 1910". Liberamente tradotto: rifiutiamo tutto ciò che è "sistema".

 

Per trovare la sede sociale del St. Pauli bisogna infilarsi nel quartiere più malfamato di Amburgo, segnalato in tutte le guide europee come il posto da non visitare mai: il distretto a luci rosse Reeperbahn, vicino al porto. Nascondiglio per prostitute, ruffiani, spacciatori e criminali. Tutti tifosi del St. Pauli, naturalmente. La bandiera della squadra è il vessillo dei pirati, adottato dal club quando un gruppo di squatter lo portò per scherzo ai giocatori vent´anni fa. Da allora i tifosi si sono ribattezzati "i bucanieri". La leggenda del St. Pauli, squadra dai risultati sportivi irrilevanti senza fenomeni in campo, con in panchina il suo ex giocatore Holgar Stanislawski, nasce negli anni ‘80. Punk, artisti, prostitute, studenti e banditi bazzicavano tutti le vie di Reeperbahn. Risse, criminalità e guerre tra bande erano pane quotidiano. Poi la domenica occupavano i 35mila posti del Millerntor Stadium. In mano la bandiera dei pirati, o quella di Che Guevara. Addosso magliette contro il razzismo e il neo-nazismo. Ieri se n'è occupata la Cnn. È stata la prima società di calcio a promuovere campagne sociali. Ha ospitato il mondiale per nazioni non riconosciute, ha giocato contro Cuba per solidarietà a Castro, ha messo in piedi un torneo per rifugiati politici. Quanto basta per raccogliere - secondo Ufa Sports - 11 milioni di fan. Tifosi che decidono le politiche della società: di recente hanno impedito la vendita dei diritti del nome dello stadio, mossa che avrebbe portato nelle casse svariati milioni, ma giudicata commerciale. Così il St. Pauli ha solo due obiettivi: battere i cugini ricchi dell'Amburgo e rimanere fedeli alla linea.

 

Fabio Tonacci - La Repubblica

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mepi' visto che sta passione ce l'emo in comune, sai che per le vie di Reeperbahn e' praticamente nato quel gruppetto musicale chiamato Beatles??

un motivo in piu' per amare il Sankt Pauli ed un motivo in piu' per essere orgogliosi dell'amicizia che lega la nostra tifoseria alla loro. :):):)

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carino l'articolo, forse però troppo pompato (e la pomposità non rende giustizia all'umiltà del st. pauli) e con diverse inesattezze, a partire dal nome del distretto o quartiere che si chiama appunto sankt pauli. reperbahn è il nome della via principale del quartiere

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mepi' visto che sta passione ce l'emo in comune, sai che per le vie di Reeperbahn e' praticamente nato quel gruppetto musicale chiamato Beatles??

un motivo in piu' per amare il Sankt Pauli ed un motivo in piu' per essere orgogliosi dell'amicizia che lega la nostra tifoseria alla loro.  :)  :)  :)

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si lo so ...tutto cominciò lì :)

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carino l'articolo, forse però troppo pompato (e la pomposità non rende giustizia all'umiltà del st. pauli) e con diverse inesattezze, a partire dal nome del distretto o quartiere che si chiama appunto sankt pauli. reperbahn è il nome della via principale del quartiere

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che poi ce so stato qualche mese fa e era pieno de turisti e per niente "ghetto malfamato"

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carino l'articolo, forse però troppo pompato (e la pomposità non rende giustizia all'umiltà del st. pauli) e con diverse inesattezze, a partire dal nome del distretto o quartiere che si chiama appunto sankt pauli. reperbahn è il nome della via principale del quartiere

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che poi ce so stato qualche mese fa e era pieno de turisti e per niente "ghetto malfamato"

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malfamato magari lo è anche, conoscendo la gente che ce gira :D

 

solo che st'articolo puzzicchia de schiccheria. già il fatto che il giornalista s'è sbagliato sul nome del quartiere fa intuì quanto se possa esse informato... in piú, la frase con cui conclude se non fosse ingenua saprebbe quasi de presa per il culo. battere l'amburgo ce sta, ma che c'entra quel ricchi? me ricorda tanta gente che è convinta che il ricco sta sulle palle solo perché cià i soldi e la gente è invidiosa.

 

 

...Così il St. Pauli ha solo due obiettivi: battere i cugini ricchi dell'Amburgo e rimanere fedeli alla linea.

 

Fabio Tonacci - La Repubblica

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