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DA NAPOLISOCCER.NET INTERVISTA SHOCK A NICOLAO DUMITRU: "ERO CONSIDERATO IL NUOVO HENRY, ORA PREFERISCO ANDARE IN PANCHINA, SONO UN GIOCATORE BRUCIATO, A NAPOLI MI SONO BRUCIATO!"

 

Meraviglie nei vari campionati primavera, e al torneo di Viareggio; la trafila delle nazionali giovanili, e l’esordio in B a diciassette anni; poi il trasferimento in una grande. Nicolao Dumitru sembrava essere un predestinato, ma qualcosa si è inceppato…

 

Di nome fa Nicolao Manuel, di cognome Dumitru Cardoso. È nato in una cittadina svedese da padre rumeno e mamma brasiliana. La famiglia a fine anni Novanta si trasferisce in Toscana. Nel cassetto delle mutande ci sono quattro passaporti e quella foto: il padre con il piccolo Nicolao in braccio, su un cargo battente bandiera liberiana. Nicolao me la mostra orgoglioso. Nicolao è un ragazzo dolce e gentile, forse un po’ timido – a Napoli direbbero scornoso – ma mai sfuggente.

 

-Nicolao, di dove sei?

"Mah, guarda, in realtà non mi sento di appartenere a nessun luogo in particolare. Mi piace Napoli, ma come disprezzare Todi? Goteborg è bella, ma d’inverno me ne vado a Ipanema. Amo la Svizzera e passeggiare tra i mercatini di Friburgo. Il quindici d’agosto vado a Morcone con i miei, ma ho nostalgia della Val di Chiana e cerco di tornarci quando posso. Al mare vado in Montenegro con alcuni amici maghrebini, giriamo i Balcani con una vecchia Lada Niva, fermandoci dove capita. Il Natale lo passo in Finlandia con i miei, che ora vivono a Santo Domingo".

 

-Ho capito…

"Vedi, io e te ora siamo qui, ma io con la testa sto pensando già alla prossima partita. Alla quale assisterò dalla panchina".

 

-Ecco, appunto, parliamo di te. Questo tuo perenne pensare ad altro, non so, vogliamo chiamarla svagatezza? Ti è stata rimproverata più volte…

"Si, la svagatezza, giusto. Vedi, io non so come spiegartelo. Diciamo che fino a poco più di un anno fa io non ero così…"

 

-Così come?

"Così “svagato”, come dici tu".

 

-Spiegaci, di grazia.

"Ecco, magari prima di venire qua ti sei informato. Prima di andare a Napoli io ero considerato uno dei talenti più in vista del calcio italiano, un attaccante dotato di notevole fisicità, cui abbino eleganza in progressione e abilità palla al piede. Sono parole di Wikipedia, lo so, ma ogni tanto le rileggo per ricordarmi chi ero. Ricordo i titoli dei giornali, due anni fa: “Il Napoli si aggiudica il nuovo Henry”.

 

-Non ti rispecchiano più queste parole?

"No, per niente. Tu mi hai visto giocare quest’anno a Terni? Finora ho fatto quindici partite, e non parliamo dei gol".

 

-In effetti un solo gol, un po’ pochino. Ma com’è cominciato questo calvario?

"Tutto è cominciato a Napoli. Era la mia seconda partita, stavamo perdendo. Mi danno palla, punto l’avversario e vengo fermato. Dai distinti sento: «Madò Dumì, fai le cose semplici!», allora quando mi ridanno palla appoggio tranquillamente dietro, ad Aronica. A quel punto sento un baccano: «E jà, Dumì – perdona il mio napoletano – pigliate ‘na responsabilità! Tieni vint’anne, se non lo fai mò, quando lo fai?». Così continuai a giocare, ma molto intimorito. Se provavo un tiro, mi dicevano che volevo fare l’eroe quando invece dovevo fare le cose semplici, così pure se provavo un dribbling e non riuscivo. Se passavo il pallone dicevano che ero un cacasotto, che a venti anni devi metterti in vetrina e dimostrare di saperci fare. Non dicevano proprio così, ma me lo facevano capire".

 

-E tu che hai fatto?

"Dopo le prime tre partite non avevo fatto ancora gol, il pubblico insisteva, e io ero sempre più spaesato. Così decisi di parlare con l’allenatore, Mazzarri. Gli chiesi proprio: «Mister, ma io non ho capito come devo comportarmi…». Lui mi disse delle parole che non dimenticherò mai: «Dumì, tu devi essere umile e al momento giusto devi far valere la tua freschezza». Solo che non ci riuscivo. Io o gioco in un modo o in un altro. Allora mi ricordo che in allenamento provavo a fare come mi diceva Mazzarri. A un certo punto, se per esempio passavo il pallone, Lucarelli mi veniva vicino e mi diceva: «Ma lì punta l’uomo e saltalo, che aspetti! Che razza di attaccante sei!». Se provavo a saltare l’uomo, arrivava Campagnaro e mi dava uno scozzetto: «Dai la palla indietro! Sii più umile, giovane!».

 

-E poi?

"Poi ho cominciato a deprimermi. Qualsiasi cosa facevo, sbagliavo. Mi rinchiudevo in un angolo della camera a Castelvolturno a piangere, e quanto piangevo! A fine anno chiesi alla società di tornare a Empoli, loro subito mi hanno accontentato. «Non tieni la tempra», mi hanno detto".

 

-A Empoli non è andata meglio. Ma nemmeno a Terni in realtà…

"Macchè! Questa insicurezza oramai non me la toglie più nessuno. Preferisco la panchina, davvero. E poi ho capito una cosa…"

 

-Che cosa?

"Mi sono bruciato. Napoli mi ha bruciato".

 

Redazione NapoliSoccer.Net – fonte: napolimonitor.it

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DA NAPOLISOCCER.NET INTERVISTA SHOCK A NICOLAO DUMITRU: "ERO CONSIDERATO IL NUOVO HENRY, ORA PREFERISCO ANDARE IN PANCHINA, SONO UN GIOCATORE BRUCIATO, A NAPOLI MI SONO BRUCIATO!"

 

Meraviglie nei vari campionati primavera, e al torneo di Viareggio; la trafila delle nazionali giovanili, e l’esordio in B a diciassette anni; poi il trasferimento in una grande. Nicolao Dumitru sembrava essere un predestinato, ma qualcosa si è inceppato…

 

Di nome fa Nicolao Manuel, di cognome Dumitru Cardoso. È nato in una cittadina svedese da padre rumeno e mamma brasiliana. La famiglia a fine anni Novanta si trasferisce in Toscana. Nel cassetto delle mutande ci sono quattro passaporti e quella foto: il padre con il piccolo Nicolao in braccio, su un cargo battente bandiera liberiana. Nicolao me la mostra orgoglioso. Nicolao è un ragazzo dolce e gentile, forse un po’ timido – a Napoli direbbero scornoso – ma mai sfuggente.

 

-Nicolao, di dove sei?

"Mah, guarda, in realtà non mi sento di appartenere a nessun luogo in particolare. Mi piace Napoli, ma come disprezzare Todi? Goteborg è bella, ma d’inverno me ne vado a Ipanema. Amo la Svizzera e passeggiare tra i mercatini di Friburgo. Il quindici d’agosto vado a Morcone con i miei, ma ho nostalgia della Val di Chiana e cerco di tornarci quando posso. Al mare vado in Montenegro con alcuni amici maghrebini, giriamo i Balcani con una vecchia Lada Niva, fermandoci dove capita. Il Natale lo passo in Finlandia con i miei, che ora vivono a Santo Domingo".

 

-Ho capito…

"Vedi, io e te ora siamo qui, ma io con la testa sto pensando già alla prossima partita. Alla quale assisterò dalla panchina".

 

-Ecco, appunto, parliamo di te. Questo tuo perenne pensare ad altro, non so, vogliamo chiamarla svagatezza? Ti è stata rimproverata più volte…

"Si, la svagatezza, giusto. Vedi, io non so come spiegartelo. Diciamo che fino a poco più di un anno fa io non ero così…"

 

-Così come?

"Così “svagato”, come dici tu".

 

-Spiegaci, di grazia.

"Ecco, magari prima di venire qua ti sei informato. Prima di andare a Napoli io ero considerato uno dei talenti più in vista del calcio italiano, un attaccante dotato di notevole fisicità, cui abbino eleganza in progressione e abilità palla al piede. Sono parole di Wikipedia, lo so, ma ogni tanto le rileggo per ricordarmi chi ero. Ricordo i titoli dei giornali, due anni fa: “Il Napoli si aggiudica il nuovo Henry”.

 

-Non ti rispecchiano più queste parole?

"No, per niente. Tu mi hai visto giocare quest’anno a Terni? Finora ho fatto quindici partite, e non parliamo dei gol".

 

-In effetti un solo gol, un po’ pochino. Ma com’è cominciato questo calvario?

"Tutto è cominciato a Napoli. Era la mia seconda partita, stavamo perdendo. Mi danno palla, punto l’avversario e vengo fermato. Dai distinti sento: «Madò Dumì, fai le cose semplici!», allora quando mi ridanno palla appoggio tranquillamente dietro, ad Aronica. A quel punto sento un baccano: «E jà, Dumì – perdona il mio napoletano – pigliate ‘na responsabilità! Tieni vint’anne, se non lo fai mò, quando lo fai?». Così continuai a giocare, ma molto intimorito. Se provavo un tiro, mi dicevano che volevo fare l’eroe quando invece dovevo fare le cose semplici, così pure se provavo un dribbling e non riuscivo. Se passavo il pallone dicevano che ero un cacasotto, che a venti anni devi metterti in vetrina e dimostrare di saperci fare. Non dicevano proprio così, ma me lo facevano capire".

 

-E tu che hai fatto?

"Dopo le prime tre partite non avevo fatto ancora gol, il pubblico insisteva, e io ero sempre più spaesato. Così decisi di parlare con l’allenatore, Mazzarri. Gli chiesi proprio: «Mister, ma io non ho capito come devo comportarmi…». Lui mi disse delle parole che non dimenticherò mai: «Dumì, tu devi essere umile e al momento giusto devi far valere la tua freschezza». Solo che non ci riuscivo. Io o gioco in un modo o in un altro. Allora mi ricordo che in allenamento provavo a fare come mi diceva Mazzarri. A un certo punto, se per esempio passavo il pallone, Lucarelli mi veniva vicino e mi diceva: «Ma lì punta l’uomo e saltalo, che aspetti! Che razza di attaccante sei!». Se provavo a saltare l’uomo, arrivava Campagnaro e mi dava uno scozzetto: «Dai la palla indietro! Sii più umile, giovane!».

 

-E poi?

"Poi ho cominciato a deprimermi. Qualsiasi cosa facevo, sbagliavo. Mi rinchiudevo in un angolo della camera a Castelvolturno a piangere, e quanto piangevo! A fine anno chiesi alla società di tornare a Empoli, loro subito mi hanno accontentato. «Non tieni la tempra», mi hanno detto".

 

-A Empoli non è andata meglio. Ma nemmeno a Terni in realtà…

"Macchè! Questa insicurezza oramai non me la toglie più nessuno. Preferisco la panchina, davvero. E poi ho capito una cosa…"

 

-Che cosa?

"Mi sono bruciato. Napoli mi ha bruciato".

 

Redazione NapoliSoccer.Net – fonte: napolimonitor.it

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Questa intervista dovrebbe farvi capire che questo ragazzo ha bisogno di tanto sostegno e fiducia.

 

Non è con gli insulti, le critiche o con le prese in giro che gli si ridà fiducia. Poi fate come volete, ma non capisco che soddisfazione provate a dare addosso a questo ragazzo.

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Questo ragazzo fa il calciatore e come tale se gioca bene prende applausi , diventa un idolo ,guadagna miliardi ecc ecc

Se gioca male pija le critiche , se non soffia (che per me è la cosa piu grave ) pija le paraculate .. È la "dura" vita del calciatore

Senno , può sempre annà a fa il metalmeccanico e vedrai che non se li pija de petto nessuno nel bene e nel male

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si,ma non è piagnennose adosso co li giornali de napoli che risolve qualcosa.Capisco che da le stelle s'è artrovato dentro le stalle e me dispiace perchè noto in lui una certa sensibilità e umiltà che me piace; ma un giocatore de calcio non può dì che preferisce annà in panchina perchè mostra a se stesso e a tutti de non vedè nessun tipo de prospettiva nella vita.Gli si ritorce solo contro.Daje reagisci bardasciu,te vojo vedè fera!

 

p.s:semmai quanno giochi foderate le recchie de prosciuttu! ;)

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quello che dice lustroncolino è vero.

la vita del calciatore è questa, ma è anche vero che non tutti siamo uguali e anche chi fa un mestiere da privilegiato è pur sempre un essere umano.

ci sono le persone dal carattere più forte e quelle più fragili.

Dumitru evidentemente fa parte della seconda categoria.

ovviamente condivido le critiche di tutti....se perdi in casa con l'Ascoli e l'allenatore ti manda in campo, tu devi mozzicare l'aria.

ma lo stesso vale per i gol mangiati a porta vuota contro la ProVercelli quando sei in vantaggio di due o tre gol....se li sbagli o sei scarso oppure hai un blocco psicologico che e' una montagna.

siccome Dumitru tutto è tranne che scarso tecnicamente, evidentemente questo ragazzo è bloccato.

andrebbe aiutato, ma sono sicuro che in questo una persona dallo spessore umano notevolissimo come Mimmo Toscano è quanto di meglio possa trovare il buon Dumitru.

purtroppo per lui, pero', i tifosi non possono aspettare troppo un calciatore....vale a Napoli, a Terni, a Empoli oppure ovunque.

per questo, se alla fine di questo campionato non si sara' sufficientemente sbloccato, gli consiglio di avere l'umiltà di scendere in legapro e cominciare a conquistarsi il pane partita dopo partita.

sarebbe dura per uno che era definito il nuovo Henry, ma lo fortificherebbe non poco.

ma ovviamente il mio augurio è di sbloccarsi e di cominciare a segnare subito con la maglia della Ternana.

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DA NAPOLISOCCER.NET INTERVISTA SHOCK A NICOLAO DUMITRU: "ERO CONSIDERATO IL NUOVO HENRY, ORA PREFERISCO ANDARE IN PANCHINA, SONO UN GIOCATORE BRUCIATO, A NAPOLI MI SONO BRUCIATO!"

 

Meraviglie nei vari campionati primavera, e al torneo di Viareggio; la trafila delle nazionali giovanili, e l’esordio in B a diciassette anni; poi il trasferimento in una grande. Nicolao Dumitru sembrava essere un predestinato, ma qualcosa si è inceppato…

 

Di nome fa Nicolao Manuel, di cognome Dumitru Cardoso. È nato in una cittadina svedese da padre rumeno e mamma brasiliana. La famiglia a fine anni Novanta si trasferisce in Toscana. Nel cassetto delle mutande ci sono quattro passaporti e quella foto: il padre con il piccolo Nicolao in braccio, su un cargo battente bandiera liberiana. Nicolao me la mostra orgoglioso. Nicolao è un ragazzo dolce e gentile, forse un po’ timido – a Napoli direbbero scornoso – ma mai sfuggente.

 

-Nicolao, di dove sei?

"Mah, guarda, in realtà non mi sento di appartenere a nessun luogo in particolare. Mi piace Napoli, ma come disprezzare Todi? Goteborg è bella, ma d’inverno me ne vado a Ipanema. Amo la Svizzera e passeggiare tra i mercatini di Friburgo. Il quindici d’agosto vado a Morcone con i miei, ma ho nostalgia della Val di Chiana e cerco di tornarci quando posso. Al mare vado in Montenegro con alcuni amici maghrebini, giriamo i Balcani con una vecchia Lada Niva, fermandoci dove capita. Il Natale lo passo in Finlandia con i miei, che ora vivono a Santo Domingo".

 

-Ho capito…

"Vedi, io e te ora siamo qui, ma io con la testa sto pensando già alla prossima partita. Alla quale assisterò dalla panchina".

 

-Ecco, appunto, parliamo di te. Questo tuo perenne pensare ad altro, non so, vogliamo chiamarla svagatezza? Ti è stata rimproverata più volte…

"Si, la svagatezza, giusto. Vedi, io non so come spiegartelo. Diciamo che fino a poco più di un anno fa io non ero così…"

 

-Così come?

"Così “svagato”, come dici tu".

 

-Spiegaci, di grazia.

"Ecco, magari prima di venire qua ti sei informato. Prima di andare a Napoli io ero considerato uno dei talenti più in vista del calcio italiano, un attaccante dotato di notevole fisicità, cui abbino eleganza in progressione e abilità palla al piede. Sono parole di Wikipedia, lo so, ma ogni tanto le rileggo per ricordarmi chi ero. Ricordo i titoli dei giornali, due anni fa: “Il Napoli si aggiudica il nuovo Henry”.

 

-Non ti rispecchiano più queste parole?

"No, per niente. Tu mi hai visto giocare quest’anno a Terni? Finora ho fatto quindici partite, e non parliamo dei gol".

 

-In effetti un solo gol, un po’ pochino. Ma com’è cominciato questo calvario?

"Tutto è cominciato a Napoli. Era la mia seconda partita, stavamo perdendo. Mi danno palla, punto l’avversario e vengo fermato. Dai distinti sento: «Madò Dumì, fai le cose semplici!», allora quando mi ridanno palla appoggio tranquillamente dietro, ad Aronica. A quel punto sento un baccano: «E jà, Dumì – perdona il mio napoletano – pigliate ‘na responsabilità! Tieni vint’anne, se non lo fai mò, quando lo fai?». Così continuai a giocare, ma molto intimorito. Se provavo un tiro, mi dicevano che volevo fare l’eroe quando invece dovevo fare le cose semplici, così pure se provavo un dribbling e non riuscivo. Se passavo il pallone dicevano che ero un cacasotto, che a venti anni devi metterti in vetrina e dimostrare di saperci fare. Non dicevano proprio così, ma me lo facevano capire".

 

-E tu che hai fatto?

"Dopo le prime tre partite non avevo fatto ancora gol, il pubblico insisteva, e io ero sempre più spaesato. Così decisi di parlare con l’allenatore, Mazzarri. Gli chiesi proprio: «Mister, ma io non ho capito come devo comportarmi…». Lui mi disse delle parole che non dimenticherò mai: «Dumì, tu devi essere umile e al momento giusto devi far valere la tua freschezza». Solo che non ci riuscivo. Io o gioco in un modo o in un altro. Allora mi ricordo che in allenamento provavo a fare come mi diceva Mazzarri. A un certo punto, se per esempio passavo il pallone, Lucarelli mi veniva vicino e mi diceva: «Ma lì punta l’uomo e saltalo, che aspetti! Che razza di attaccante sei!». Se provavo a saltare l’uomo, arrivava Campagnaro e mi dava uno scozzetto: «Dai la palla indietro! Sii più umile, giovane!».

 

-E poi?

"Poi ho cominciato a deprimermi. Qualsiasi cosa facevo, sbagliavo. Mi rinchiudevo in un angolo della camera a Castelvolturno a piangere, e quanto piangevo! A fine anno chiesi alla società di tornare a Empoli, loro subito mi hanno accontentato. «Non tieni la tempra», mi hanno detto".

 

-A Empoli non è andata meglio. Ma nemmeno a Terni in realtà…

"Macchè! Questa insicurezza oramai non me la toglie più nessuno. Preferisco la panchina, davvero. E poi ho capito una cosa…"

 

-Che cosa?

"Mi sono bruciato. Napoli mi ha bruciato".

 

Redazione NapoliSoccer.Net – fonte: napolimonitor.it

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Non dimenticare che a colleluna se gioca spessoa ruzzolone, magari te aspettatno questa estate, prima della croazia. :ph34r::ph34r::ph34r:

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è una bufala (l'intervista)

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:blink:

l'ho postata da Ternana calcio magazine che a loro volta l'hanno presa da non me ricordo napoli qualcosa boh ...

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è una bufala (l'intervista)

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:blink:

l'ho postata da Ternana calcio magazine che a loro volta l'hanno presa da non me ricordo napoli qualcosa boh ...

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il bello è che la gente continua a insultarlo lo stesso.

un po come quello che mena alla moglie, tanto lei lo sa che ha fatto

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Ieri Dumitru ha esordito col Cittadella e ha preso un palo incredibile da fuori area con un gran tiro e ha sfiorato il gol sempre con un tiro a giro... Vedendo le sintesi mi è parso tutt'altro giocatore, con più personalità... Per carità, per quanto ha dimostrato qui non lo rimpiangeremo di sicuro ;)

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Ieri Dumitru ha esordito col Cittadella e ha preso un palo incredibile da fuori area con un gran tiro e ha sfiorato il gol sempre con un tiro a giro... Vedendo le sintesi mi è parso tutt'altro giocatore, con più personalità... Per carità, per quanto ha dimostrato qui non lo rimpiangeremo di sicuro ;)

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una rondine non fà primavera e a Terni l'avemo visto...

 

un gol ad empoli e poi il nulla

 

per me stàbene do stà

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Ieri Dumitru ha esordito col Cittadella e ha preso un palo incredibile da fuori area con un gran tiro e ha sfiorato il gol sempre con un tiro a giro... Vedendo le sintesi mi è parso tutt'altro giocatore, con più personalità... Per carità, per quanto ha dimostrato qui non lo rimpiangeremo di sicuro ;)

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una rondine non fà primavera e a Terni l'avemo visto...

 

un gol ad empoli e poi il nulla

 

per me stàbene do stà

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idem per me, anzi troppe opportunità ha avute qui e non le ha sapute sfruttare ;)

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Cittadella, Dumitru si racconta:"Citta ultimo treno, voglio rilanciarmi. A Terni sono stato preso in giro".

 

E' stato il migliore in campo sabato contro il Cesena. Nicolao Dumitru si è presentato nel migliore dei modi davanti al pubblico cittadellese. L'ex baby prodigio di Empoli e Napoli, ospite durante la trasmissione PadovaSport, ha parlato della partita e in generale della sua carriera.

 

Su Foscarini e sul Cittadella: “Non lo conoscevo personalmente, lo conoscevo solamente di fama e perché ci avevo giocato contro. Devo dire che non è stato per niente difficile ambientarsi qui a Cittadella. I ragazzi e l’ambiente in sé hanno un che di molto famigliare, e ti permettono quindi di lavorare facilmente senza pressioni. Qui un giocatore arriva, va in campo per l’allenamento e poi riesce ad esprimersi al meglio in partita. È tutto molto positivo. Sabato? Sono partito bene, sono contento del mio approccio alla gara. Devo lavorare perché non ho ancora i 90 minuti nelle gambe. Spero di avere continuità perché questo è stato il mio problema da quando sono uscito da Napoli. Abbiamo iniziato bene dobbiamo continuare cosi.”

 

Crisi di risultati: "Siamo preoccupati si, perché i play-out non sono cosi distanti se osserviamo la classifica. Però la squadra gioca e crea. Sinceramente penso che i problemi veri vengano quando la squadra non crea e quando non riesce ad esprimersi. Noi ci stiamo esprimendo e dobbiamo continuare cosi quindi perché i punti arriveranno e anche le soddisfazioni.”

 

Da Napoli a Cittadella: "Allora, io ho avuto un processo strano perché sono uscito dalla primavera dell’Empoli ed ho avuto tutto subito. Infatti a 18 anni ho debuttato in serie A ed in Europa League in una piazza importantissima come Napoli, quindi ho fatto un salto non indifferente. Poi ho avuto bisogno di riconfermarmi e sono tornato ad Empoli e purtroppo le cose non sono andate benissimo. Quindi chiaramente, avendo 80mila spettatori le gambe tremano, ma il calcio è bello anche per questo. Ripeto Cittadella ha tutto per farti esprimere al meglio.”

 

Napoli: "Uscito dalla primavera dell’Empoli, ripeto, e sono arrivato a Napoli e i primi sei mesi sono andati bene: ho giocato tanto per le aspettative, dato che pensavo di debuttare con la primavera. Da gennaio in poi, con i nuovi obiettivi della società e i nuovi arrivi, lo spazio è diminuito: Cavani, Quagliarella, Lavezzi, dai quali ho imparato moltissimo. A Giugno ho deciso di tornare a casa, ad Empoli, per giocare con continuità, per esprimermi al meglio. Siamo partiti bene per poi finire maluccio, ci siamo salvati ma io non mi sono espresso come io e tutti si aspettavano.”

 

L'esperienza con la Ternana: "A Terni ho avuto un rapporto strano con il mister diciamo. Mi sentivo dire la stessa frase ogni volta “sei il piu forte” e poi non giocavo. Penso sia la frase più odiosa che un giocatore possa sentirsi dire. Mi sono un po' sentito preso in giro".

 

Multietnia: "Ho iniziato con le giovanili dell’Italia, dall’under 15 alla 21. Ho scelto l’Italia, sono cresciuto qui e mi sento italiano. Discriminazioni razziali? E’ una cosa che non fa onore ad un paese bellissimo con delle belle persone come l’Italia. Io sono stato fortunato perché ho sempre conosciuto gente civile e rispettosa. Penso che ci sia una sorta di paura del diverso diciamo. Però vedo che piano piano la cultura sta cambiando, vedendo anche altri paesi che hanno giocatori con altri origini, L’italia si sta adeguando e penso sia anche una cosa bella. Sono italiano d'adozione, nato in Svezia, da madre brasiliana e padre rumeno. E per finire la mia ragazza (nella foto) è danese!"

 

Diciamo che a Terni sei stato preso per sbaglio più che altro....

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Che poi tra parentesi, penso che per un giocatore sentirsi dire dal proprio allenatore "Sei il più forte", sia per stimolarti a fare meglio che per farti convincere dei tuoi mezzi, sia il massimo che uno può chiedere! Inoltre dovrebbe stare zitto e ringrazire Toscano, dato che le sue occasioni le ha avute senza mai incidere e anzi spesso quando entrava era come regalare un uomo agli avversari ;)

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per me scarso non lo è, ha delle ottime qualità ma anche un carattere un po' particolare e credo che le persone che gli stanno più vicine non sappiano aiutarlo. a terni si lamentava del napoli e dell'empoli, e a cittadella si lamenta del fatto che qui non veniva fatto giocare, che forse è l'ultima cosa di cui può lamentarsi. l'in bocca al lupo glielo faccio lo stesso ma glielo faccio più come persona che come giocatore, perché se non matura la prima non maturerà mai nemmeno il secondo.

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che mungo! ( per le dichirazioni)

se ogni palla persa avesse ricevuto un calcio in culo a quest'ora sarebbe in orbita nella Fascia di Kuiper.

Detto questo, se la deve prendere solo con sè stesso con tutte le occasioni cha ha avuto (farà il fenomeno contro di noi ,lo so)

A 21 anni ancora può fare tutto ,deve capire come deve giocare essendo un contropiedista .

Mo po' anna anche fanculo. stop.

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comunque vorrei far notare che la nostra rosa è composta da:

 

brignoli (cappellaru, non scappa e non para li rigori)

ambrosi (è grasso e cappellaru)

brosco (fino a tre settimane fa era definito scarso)

botta (e scarso e qualche idiota dice che porta scarogna)

vitale (è napoletano)

maniero (porta la zavorra e non segna)

alfageme (non vede la porta manco co lu binocolo)

dideo (sta più infortunato che in campo)

miglietta (che è diventato scarso da non più di due settimane)

scozzarella o come se chiama (ma chi se crede de esse, che per firmà c'ha messo una vita)

fazio (ogni entrata fa un rigore)

carcuro (a posto de li piedi c'ha du ferri da stiro)

 

e qualcuno me lo scordo.

effettivamente semo proprio de bocca bona

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comunque vorrei far notare che la nostra rosa è composta da:

 

brignoli (cappellaru, non scappa e non para li rigori)

ambrosi (è grasso e cappellaru)

brosco (fino a tre settimane fa era definito scarso)

botta (e scarso e qualche idiota dice che porta scarogna)

vitale (è napoletano)

maniero (porta la zavorra e non segna)

alfageme (non vede la porta manco co lu binocolo)

dideo (sta più infortunato che in campo)

miglietta (che è diventato scarso da non più di due settimane)

scozzarella o come se chiama (ma chi se crede de esse, che per firmà c'ha messo una vita)

fazio (ogni entrata fa un rigore)

carcuro (a posto de li piedi c'ha du ferri da stiro)

 

e qualcuno me lo scordo.

effettivamente semo proprio de bocca bona

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Lauro:e' lento come una tartaruga che traina un carritto

Litteri:non segna manco a porta vota

Dianda:la serie B gli sta' larga figuramoce la serie A

Pisacane:e' troppo basso pe' fa' il centrale

Meccariello:ma chi e' quistu?da' do' vene?

Di Deo: le minestre riscaldate non vanno mai bene

Ceravolo:e' costato troppo,il rapporto qualita' prezzo non e' conveniente!

Nole':e' troppo innamorato della palla,se deve sveglia' a dalla di piu'

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Staremo a vedere... :biastimo:

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Ci tengo a precisare caro Cinello, che per me questo non e' solo un pistamintuccia, ma proprio inconcludente... imho l'acquisto peggiore che potessimo fare e vorrei tanto esser smentito.

2123163[/snapback]

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da tuttomercatoweb.com

 

 

 

Cittadella, Dumitru si racconta:"Citta ultimo treno, voglio rilanciarmi. A Terni sono stato preso in giro".

19.02.2013 12.00 di Giuseppe Borghe per tuttob.com articolo letto 179 volte

© foto di Federico De Luca

 

E' stato il migliore in campo sabato contro il Cesena. Nicolao Dumitru si è presentato nel migliore dei modi davanti al pubblico cittadellese. L'ex baby prodigio di Empoli e Napoli, ospite durante la trasmissione PadovaSport, ha parlato della partita e in generale della sua carriera.

 

Su Foscarini e sul Cittadella: “Non lo conoscevo personalmente, lo conoscevo solamente di fama e perché ci avevo giocato contro. Devo dire che non è stato per niente difficile ambientarsi qui a Cittadella. I ragazzi e l’ambiente in sé hanno un che di molto famigliare, e ti permettono quindi di lavorare facilmente senza pressioni. Qui un giocatore arriva, va in campo per l’allenamento e poi riesce ad esprimersi al meglio in partita. È tutto molto positivo. Sabato? Sono partito bene, sono contento del mio approccio alla gara. Devo lavorare perché non ho ancora i 90 minuti nelle gambe. Spero di avere continuità perché questo è stato il mio problema da quando sono uscito da Napoli. Abbiamo iniziato bene dobbiamo continuare cosi.”

 

Crisi di risultati: "Siamo preoccupati si, perché i play-out non sono cosi distanti se osserviamo la classifica. Però la squadra gioca e crea. Sinceramente penso che i problemi veri vengano quando la squadra non crea e quando non riesce ad esprimersi. Noi ci stiamo esprimendo e dobbiamo continuare cosi quindi perché i punti arriveranno e anche le soddisfazioni.”

 

Da Napoli a Cittadella: "Allora, io ho avuto un processo strano perché sono uscito dalla primavera dell’Empoli ed ho avuto tutto subito. Infatti a 18 anni ho debuttato in serie A ed in Europa League in una piazza importantissima come Napoli, quindi ho fatto un salto non indifferente. Poi ho avuto bisogno di riconfermarmi e sono tornato ad Empoli e purtroppo le cose non sono andate benissimo. Quindi chiaramente, avendo 80mila spettatori le gambe tremano, ma il calcio è bello anche per questo. Ripeto Cittadella ha tutto per farti esprimere al meglio.”

 

Napoli: "Uscito dalla primavera dell’Empoli, ripeto, e sono arrivato a Napoli e i primi sei mesi sono andati bene: ho giocato tanto per le aspettative, dato che pensavo di debuttare con la primavera. Da gennaio in poi, con i nuovi obiettivi della società e i nuovi arrivi, lo spazio è diminuito: Cavani, Quagliarella, Lavezzi, dai quali ho imparato moltissimo. A Giugno ho deciso di tornare a casa, ad Empoli, per giocare con continuità, per esprimermi al meglio. Siamo partiti bene per poi finire maluccio, ci siamo salvati ma io non mi sono espresso come io e tutti si aspettavano.”

 

L'esperienza con la Ternana: "A Terni ho avuto un rapporto strano con il mister diciamo. Mi sentivo dire la stessa frase ogni volta “sei il piu forte” e poi non giocavo. Penso sia la frase più odiosa che un giocatore possa sentirsi dire. Mi sono un po' sentito preso in giro".

 

Multietnia: "Ho iniziato con le giovanili dell’Italia, dall’under 15 alla 21. Ho scelto l’Italia, sono cresciuto qui e mi sento italiano. Discriminazioni razziali? E’ una cosa che non fa onore ad un paese bellissimo con delle belle persone come l’Italia. Io sono stato fortunato perché ho sempre conosciuto gente civile e rispettosa. Penso che ci sia una sorta di paura del diverso diciamo. Però vedo che piano piano la cultura sta cambiando, vedendo anche altri paesi che hanno giocatori con altri origini, L’italia si sta adeguando e penso sia anche una cosa bella. Sono italiano d'adozione, nato in Svezia, da madre brasiliana e padre rumeno. E per finire la mia ragazza (nella foto) è danese!"

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Se non tiri fori li cojoni e non ce soffi poli esse forte quantu te pare bardà...... Addio :D

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Le signorine prime donne a Terni non sono accettate Toscano con le sue parole cercava de motivarlo.... stattene a Cittadella:ciao: :ciao:

Modificato da gargallozzu

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