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tomasso

Grande Franco Coppoli, impedisce il controllo antidroga in classe

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A prescinde da Coppoli con cui se po esse daccordo o meno...

Io cerco sempre de immedesimamme nelle situazioni e allora penso:

 

SONO ATEO:

se sul muro ce sta la statuetta de Cristo, Ghandi, Budda, Maometto, Ausilia o l'omo luce che fastidio me da? so ateo, ce possono appicca de tutto.

 

SONO CRISTIANO O DE QUALSIASI ALTRA RELIGIONE:

davvero se ci sta o meno un crocifisso appeso al muro o meno me dovrei senti' turbato? basta cosi poco per fa vacillà la mia fede?

 

Possibile che questo dei crocefissi sia diventato uno dei problemi più grossi?

 

il fatto è che ci sta SOLO il crocifisso...

 

o tutte o nessuna per me. capisco che tutte sia assurdo, allora ben venga nessuno... peccato che alla chiesa, in italia, piace mettere bocca su tutto...

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A prescinde da Coppoli con cui se po esse daccordo o meno...

Io cerco sempre de immedesimamme nelle situazioni e allora penso:

 

SONO ATEO:

se sul muro ce sta la statuetta de Cristo, Ghandi, Budda, Maometto, Ausilia o l'omo luce che fastidio me da? so ateo, ce possono appicca de tutto.

 

SONO CRISTIANO O DE QUALSIASI ALTRA RELIGIONE:

davvero se ci sta o meno un crocifisso appeso al muro o meno me dovrei senti' turbato? basta cosi poco per fa vacillà la mia fede?

 

Possibile che questo dei crocefissi sia diventato uno dei problemi più grossi?

Me da l'idea che spesso la gente abbia voglia de scassa' le palle all'altri per non guarda la vita propria...

Perché, caro mio, il motivo è un altro. A QUISTI non frega un cazzo del crocifisso.

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peccato che alla chiesa, in italia, piace mettere bocca su tutto...

Secondo me il problema non è che alla chiesa piace mettere bocca su tutto, ma che lo stato dà retta alla chiesa su tutto...

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SONO CRISTIANO O DE QUALSIASI ALTRA RELIGIONE:

davvero se ci sta o meno un crocifisso appeso al muro o meno me dovrei senti' turbato? basta cosi poco per fa vacillà la mia fede?

 

Appunto.

 

Basta a far vacillare la mia fede il fatto che non venga IMPOSTO (in esclusiva) il mio simbolo religioso in spazi pubblici?

 

 

Grande sintomo di debolezza: secondo me la stragrande maggioranza dei cattolici italiani giustamente se ne sbattono del crocefisso in aula e se per legge lo levassero in piazza a protestare ci andrebbero 4 fanatici e basta.

 

Personalmente sono per tenerlo a memoria dei deboli nella propria fede, tanto prima o poi sarà qualche Papa intelligente e cristiano a chiedere di toglierli, come il velo alle donne in chiesa,la messa in latino, la condanna dei gay ed altri rimasugli anti-moderni.

Modificato da passaparola

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Non conosco sti decreti, ma ti domando: INDICATA (come scrivi tu), quindi permessa, o resa obbligatoria?

C'è grossa differenza!

 

 

non lo sò e non sò risponderti.....il punto ti ripeto però è un altro: fai la tua battaglia nelle sedi opportune e cerca di vincerla.....fatto questo vai in classe e ti comporti di conseguenza...io, ripeto, a differenza di molti credenti sono favorevole al togliere simboli religiosi da spazi pubblici ma non per questo domani mattina li vado a spiccà giù tutti....educare significa anche far capire ai ragazzi la differenza tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.....se e dici se lo dovessero condannare non è stato un buon educatore !

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Dal Vangelo secondo Luca

 

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

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Topic ad altissimo tasso di medioevo!

 

 

Argomentare?. No perché onestamente ste sentenze sanno un po' di medioevo....queste si, come quelle della Santa Inquisizione.

 

La battuta di Miran è condivisibile e c'è ben poco da argomentare.

 

A leggere alcuni commenti sembra che qualcuno non sappia che l'Italia è un paese da tempo secolarizzato come secolarizzati sono tutti i paesi moderni, liberi e democratici.

Non siamo più nel medioevo.

Lo Stato è lo Stato, la Chiesa è la Chiesa.

 

La scuola è dello Stato, è cosa pubblica, è cosa LAICA, quindi non ci debbono essere obbligatoriamente simboli religiosi, non ci debbono essere obbligatoriamente crocifissi.

Quelli stanno nei luoghi di culto, nelle abitazioni private, non possono essere imposti nelle scuole STATALI.

 

In queste ultime potrebbe al limite essere imposta la foto del Presidente della Repubblica non dei crocifissi.

 

Ora io posso capire che alla stragrande maggioranza delle persone (me compreso) che siano cristiani, musulmani o atei, possa non dar nessun fastidio un crocifisso a scuola.

Ma per quanto sia una cosa assurda da capire, ci sono anche pochissime persone che vivono ancora secondo i principii e tali principii vogliono che siano rispettati.

 

Ricapitolando, per chi è duro e non ha ancora capito:

la scuola pubblica è laica

crocifissi o altri simboli religiosi non possono essere imposti DA NESSUNO nei luoghi pubblici che sono dello STATO LAICO SECOLARIZZATO.

 

ergo

 

COPPOLI HA RAGIONE A TOGLIERE I CROCIFISSI.

Modificato da callea
  • Voto Positivo 1

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il fatto è che ci sta SOLO il crocifisso...

 

o tutte o nessuna per me. capisco che tutte sia assurdo, allora ben venga nessuno... peccato che alla chiesa, in italia, piace mettere bocca su tutto...

 

Puoi star tranquillo che tra una ventina d'anni saranno proprio i cristiani, o almeno quelli che oggi vogliono a tutti i costi il crocifisso a scuola, a doversi appellare alla laicità dello Stato...

Modificato da callea

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COPPOLI NON C'HA RAGIONE MANCO PER CAZZO!!! NESSUNO HA IMPOSTO I CROCIFISSI. QUESTI CI SONO SEMPRE STATI. SIETE VOI CHE VOLETE IMPORRE DI TOGLIERLI.

CHE FASTIDIO VI DANNO?!? VI TURBANO POVERINI.

ALLORA A ME DA FASTIDIO VEDERE QUELLI CON L'ORECCHINO NEI LUOGHI PUBBLICI GUARDA UN PO'. MÒ DA DOMANI SE NE VEDO UNO GLIELO STRAPPO DA LA RECCHIA. NON POTETE IMPORRE GENTE CON L'ORECCHINO NEI LUOGHI PUBBLICI.

Modificato da Borgobellooooo!!!

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COPPOLI NON C'HA RAGIONE MANCO PER CAZZO!!! NESSUNO HA IMPOSTO I CROCIFISSI. QUESTI CI SONO SEMPRE STATI. SIETE VOI CHE VOLETE IMPORRE DI TOGLIERLI.

CHE FASTIDIO VI DANNO?!? VI TURBANO POVERINI.

ALLORA A ME DA FASTIDIO VEDERE QUELLI CON L'ORECCHINO NEI LUOGHI PUBBLICI GUARDA UN PO'. MÒ DA DOMANI SE NE VEDO UNO GLIELO STRAPPO DA LA RECCHIA. NON POTETE IMPORRE GENTE CON L'ORECCHINO NEI LUOGHI PUBBLICI.

 

i tempi cambiano borgobè, se lo stato è laico è laico. non cè vole una scienza per capirlo o accettarlo.

 

il fatto che ci siano sempre stati non è un motivo ne buono ne logico per perseverare in tale direzione.

 

Non è questione di turbamento. è questo che è un imposizione di un simbolo religioso a un gruppo di cittadini che non per forza devono essere tutti religiosi.

Modificato da Signore dei draghi

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La battuta di Miran è condivisibile e c'è ben poco da argomentare.

 

A leggere alcuni commenti sembra che qualcuno non sappia che l'Italia è un paese da tempo secolarizzato come secolarizzati sono tutti i paesi moderni, liberi e democratici.

Non siamo più nel medioevo.

Lo Stato è lo Stato, la Chiesa è la Chiesa.

 

La scuola è dello Stato, è cosa pubblica, è cosa LAICA, quindi non ci debbono essere obbligatoriamente simboli religiosi, non ci debbono essere obbligatoriamente crocifissi.

Quelli stanno nei luoghi di culto, nelle abitazioni private, non possono essere imposti nelle scuole STATALI.

 

In queste ultime potrebbe al limite essere imposta la foto del Presidente della Repubblica non dei crocifissi.

 

Ora io posso capire che alla stragrande maggioranza delle persone (me compreso) che siano cristiani, musulmani o atei, possa non dar nessun fastidio un crocifisso a scuola.

Ma per quanto sia una cosa assurda da capire, ci sono anche pochissime persone che vivono ancora secondo i principii e tali principii vogliono che siano rispettati.

 

Ricapitolando, per chi è duro e non ha ancora capito:

la scuola pubblica è laica

crocifissi o altri simboli religiosi non possono essere imposti DA NESSUNO nei luoghi pubblici che sono dello STATO LAICO SECOLARIZZATO.

 

ergo

 

COPPOLI HA RAGIONE A TOGLIERE I CROCIFISSI.

Non hai capito, forse perché non hai letto, ciò che ho scritto.

Io non discuto sull'opportunità o meno del crocifisso.contesto a Coppoli l'atto, UNILATERALE,AUTONOMO, di toglierlo. I MURI DI QUELLA CLASSE NON SONO SUOI, I BANCHI,LE SEDIE, LA LAVAGNA, IL CROCEFISSO E TUTTO IL RESTO SONO COSA PUBBLICA. NON SONO OGGETTI PERSONALI SUOI,DUNQUE NON PUÒ , A SUA DISCREZIONE, TOGLIERLI.

IO SONO PIÙ LAICO DI TE SE NON LHAI CAPITO!

Confondi la laicità con l'etica pubblica.

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Non hai capito, forse perché non hai letto, ciò che ho scritto.

Io non discuto sull'opportunità o meno del crocifisso.contesto a Coppoli l'atto, UNILATERALE,AUTONOMO, di toglierlo. I MURI DI QUELLA CLASSE NON SONO SUOI, I BANCHI,LE SEDIE, LA LAVAGNA, IL CROCEFISSO E TUTTO IL RESTO SONO COSA PUBBLICA. NON SONO OGGETTI PERSONALI SUOI,DUNQUE NON PUÒ , A SUA DISCREZIONE, TOGLIERLI.

IO SONO PIÙ LAICO DI TE SE NON LHAI CAPITO!

Confondi la laicità con l'etica pubblica.

 

Sì, questo è vero, non è un caso che gli viene contestato di aver danneggiato il muro non di aver tolto un crocifisso.

 

Il suo deve essere inteso come un gesto plateale e simbolico di affermazione di un principio sacrosanto, la laicità dello Stato e della scuola.

Sugli effetti collaterali di tale atto (danneggiamento del muro) ne risponde e ne paga le conseguenze in prima persona.

 

Per questo merita un plauso.

Modificato da callea

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Crocifisso esposto, nessuna minaccia per la libertà religiosa

by Annarita Ferri 22 marzo

crocifisso_2.gifSentenza favorevole della Corte di Strarburgo,il sindaco Mastromauro: “E’ la risposta a chi aveva ritenuto insensata e illegittima la mia ordinanza”.

GIULIANOVA (TE) – Il sindaco Francesco Mastromauro sottolinea che quanto riportato nella sua passata ordinanza di non togliere i crocifissi dalle scuole e luoghi pubblici sia perfettamente collimante con le argomentazioni espresse dai giudici della Suprema Corte di Cassazione e da quelli della Corte di Strasburgo.

Le due pronunce delle Corti infatti, hanno confermato in sostanza quanto il primo cittadino giuliese aveva scritto nell’ordinanza che imponeva l’esposizione del Crocifisso negli uffici pubblici e nelle scuole e cioè che fosse rappresentativo dei riferimenti storici, culturali e valoriali della nostra Nazione, quindi inidoneo a ledere la dignità di alcuno anche perché simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili (tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti) che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato.

 

La recente sentenza della Corte di Strasburgo, adottata con 15 voti favorevoli e appena due contrari e l’altra della Corte di Cassazione, che l’ha di poco preceduta infatti, afferma a chiare lettere come l’esposizione del Crocifisso negli uffici pubblici non costituisca minaccia per la libertà religiosa di chi non è cristiano,

ha affermato il primo cittadino giuliese,proseguendo:

rappresentano le migliori ed eloquenti risposte a quanti, non numerosi ma agguerriti, hanno definito inutile, insensata ed illegittima la mia ordinanza dell’11 dicembre 2009, arrivando a definire tale provvedimento degno degli Ayatollah e il sottoscritto, con inusitata ruvidezza, un oscurantista.

E coglie l’occasione per ricordare quanto aveva detto Giovanni Reale, il principale studioso italiano di filosofia antica, in riferimento alle ormai periodiche richieste di togliere il crocifisso:

E’ dunque una vittoria della ragionevolezza, oltre alla conferma che non avevo forzato la mano con la mia ordinanza. E ciò contrariamente a quanti avevano sostenuto il contrario, attaccandomi in maniera direi furente e a mio giudizio reputo persino irrispettosa, affibbiandomi epiteti che non mi appartengono e che, alla luce di quanto ora autorevolmente deciso in punto di diritto, dovrebbero almeno per buona educazione ed onestà intellettuale costituire motivo di scusa, oltre che di riflessione e di una maggiore umiltà. Lungi da me quella inclinazione alla polemica che, invece, altri hanno dimostrato di prediligere non facendo mancare inarcature ideologiche.

A suo dire la richiesta di togliere il crocifisso deriva da una presunzione fatale, da un’idea di onnipotenza culturale. Un atto di superbia assoluta, una cosa spaventosa, rimarcava Giovanni Reale, fatta in nome di tanti nobili parole: la scienza, il progresso, il pluralismo.

e conclude il sindaco chiedendosi:

Ma quale pluralismo? Quale libertà? Quella di un individuo o di un gruppo di pressione, si domandava il filosofo, di offendere la storia, la tradizione millenaria, il senso comune dei popoli? E questa è una domanda che anch’io non posso evitare di pormi e di porre

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A prescinde da Coppoli con cui se po esse daccordo o meno...

Io cerco sempre de immedesimamme nelle situazioni e allora penso:

 

SONO ATEO:

se sul muro ce sta la statuetta de Cristo, Ghandi, Budda, Maometto, Ausilia o l'omo luce che fastidio me da? so ateo, ce possono appicca de tutto.

 

SONO CRISTIANO O DE QUALSIASI ALTRA RELIGIONE:

davvero se ci sta o meno un crocifisso appeso al muro o meno me dovrei senti' turbato? basta cosi poco per fa vacillà la mia fede?

 

Possibile che questo dei crocefissi sia diventato uno dei problemi più grossi?

Me da l'idea che spesso la gente abbia voglia de scassa' le palle all'altri per non guarda la vita propria...

io ste argomentazioni non le capisco, veramente. per lo stesso motivo se io sono un satanista o un cristiano incazzato o uno che ce l'ha semplicemente co gesù cristo posso piazzacce anche una bestemmia a fianco del crocifisso... a te cattolico praticante che te frega? tanto quella bestemmia non ti riguarda, riguarda quella percentuale di alunni che caccia una bestemmia ogni volta che ne sente la necessità. anzi, te guardi semplicemente il crocifisso e via, te ne freghi pure se qualcun altro sul muro ci ha appiccato la foto de na picchia. a ognuno il suo dio e la sua religione.

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Non hai capito, forse perché non hai letto, ciò che ho scritto.

Io non discuto sull'opportunità o meno del crocifisso.contesto a Coppoli l'atto, UNILATERALE,AUTONOMO, di toglierlo. I MURI DI QUELLA CLASSE NON SONO SUOI, I BANCHI,LE SEDIE, LA LAVAGNA, IL CROCEFISSO E TUTTO IL RESTO SONO COSA PUBBLICA. NON SONO OGGETTI PERSONALI SUOI,DUNQUE NON PUÒ , A SUA DISCREZIONE, TOGLIERLI.

IO SONO PIÙ LAICO DI TE SE NON LHAI CAPITO!

Confondi la laicità con l'etica pubblica.

 

concordo....

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Terni, crocefisso in aula: slitta il contraddittorio del professor Coppoli, presidio dei Cobas

Appuntamento al 13 febbraio: pronta una manifestazione sotto l’Ufficio scolastico

Slitta al 13 febbraio il contraddittorio che vedrà protagonista il professor Franco Coppoli e i responsabili dell’Ufficio scolastico regionale dopo il nuovo procedimento aperto a carico dell’insegnante. Per quella data i Cobas di Terni e l’Uaar (Unione Atei Agnostici Razionalistici) hanno indetto una manifestazione sotto la sede del provveditorato di Terni.

Nuova data Era in programma venerdì 5 febbraio il contraddittorio tra Franco Coppoli e i responsabili dell’Ufficio scolastico regionale, in merito al nuovo procedimento aperto a carico dell’insegnante. Ma l’appuntamento slitta al 13 febbraio. Il professor Coppoli dovrà rispondere di quanto gli viene contestato, cioè di aver tolto il crocefisso dall’aula dell’istituto Allievi-San Gallo di Terni durante la sua lezione.

Cobas e Uaar Cobas della scuola e Uaar intanto per quella mattina hanno organizzato un presidio sotto il provveditorato di Terni per esprimere solidarietà al professore. «Sembra un paradosso – si legge in una nota dei Cobas – che ancora nel 2015 si rischi il posto di lavoro per lottare contro gli inaccettabili privilegi della chiesa cattolica e contro l’ostentazione di un simbolo di una specifica religione nelle aule della scuola pubblica di uno Stato che dovrebbe essere laico. Non esiste alcuna tradizione riguardo alla presenza di questi simboli di una religione particolare nelle aule delle scuole pubbliche. Le aule della scuola pubblica sono piene di colori e di mondo, di ragazze, ragazzi e docenti credenti, atei o agnostici e di tante religioni diverse, ed è semplicemente inaccettabile che un solo un simbolo abbia il privilegio di essere esposto sulla testa degli insegnanti in una posizione di massima rilevanza simbolica».

 

http://www.umbria24.it/terni-crocefisso-in-aula-slitta-il-contraddittorio-del-professor-coppoli-presidio-dei-cobas/343820.html

 

 

vedremo poi come finirà

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Firenze, cani antidroga a scuola. Presidi divisi dopo il no di un dirigente scolastico

“Non accetterò che un cane antidroga sia puntato contro un mio studente”. E così è stato, tant’è che Ludovico Arte, preside dell’Istituto Marco Polo di Firenze, ha impedito il controllo delle unità cinofile nella sua scuola. Una presa di posizione che ha scatenato un forte dibattito tra i dirigenti scolastici del capoluogo toscano. “Nella maggioranza dei casi i cani trovano poca roba – continua Arte – E chi viene beccato con qualche sostanza il giorno dopo torna a farlo”. Di tutt’altra idea Valerio Vagnoli, preside del Istituto Saffi, che recentemente ha chiesto e ottenuto un nuovo blitz a scuola: “I controlli servono, sono un deterrente. E questo consente di intervenire non solo da un punto di vista penale”. “Il preside chiede di sospendere la lezione, gli studenti escono e il cane li annusa”, spiega Yuri, poliziotto dell’unità cinofila. Che poi chiarisce: “Quasi sempre troviamo droga, ma segnalazioni (verso persone specifiche, ndr) fino ad adesso non sono state fatte”. Per Arte, la lotta alla droga “è un gioco che si vince se tu crei benessere: un ragazzo smette se trova una ragione per smettere, e la trova se lo convinci che fare scuola è importante”

di Max Brod

 

 

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/02/05/controlli-antidroga-a-scuola-presidi-fiorentini-divisi-dopo-no-di-dirigente-scolastico/337316/

 

per tutti quelli che vogliono discutere e confrontarsi, civilmente.

 

 

 

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Firenze, cani antidroga a scuola. Presidi divisi dopo il no di un dirigente scolastico

“Non accetterò che un cane antidroga sia puntato contro un mio studente”. E così è stato, tant’è che Ludovico Arte, preside dell’Istituto Marco Polo di Firenze, ha impedito il controllo delle unità cinofile nella sua scuola. Una presa di posizione che ha scatenato un forte dibattito tra i dirigenti scolastici del capoluogo toscano. “Nella maggioranza dei casi i cani trovano poca roba – continua Arte – E chi viene beccato con qualche sostanza il giorno dopo torna a farlo”. Di tutt’altra idea Valerio Vagnoli, preside del Istituto Saffi, che recentemente ha chiesto e ottenuto un nuovo blitz a scuola: “I controlli servono, sono un deterrente. E questo consente di intervenire non solo da un punto di vista penale”. “Il preside chiede di sospendere la lezione, gli studenti escono e il cane li annusa”, spiega Yuri, poliziotto dell’unità cinofila. Che poi chiarisce: “Quasi sempre troviamo droga, ma segnalazioni (verso persone specifiche, ndr) fino ad adesso non sono state fatte”. Per Arte, la lotta alla droga “è un gioco che si vince se tu crei benessere: un ragazzo smette se trova una ragione per smettere, e la trova se lo convinci che fare scuola è importante”

di Max Brod

 

 

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/02/05/controlli-antidroga-a-scuola-presidi-fiorentini-divisi-dopo-no-di-dirigente-scolastico/337316/

 

per tutti quelli che vogliono discutere e confrontarsi, civilmente.

 

 

 

Sti comunisti toscani.....

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Firenze, cani antidroga a scuola.

 

Presidi divisi dopo il no di un dirigente scolastico

“Non accetterò che un cane antidroga sia puntato contro un mio studente”. E così è stato, tant’è che Ludovico Arte, preside dell’Istituto Marco Polo di Firenze, ha impedito il controllo delle unità cinofile nella sua scuola. Una presa di posizione che ha scatenato un forte dibattito tra i dirigenti scolastici del capoluogo toscano. “Nella maggioranza dei casi i cani trovano poca roba – continua Arte – E chi viene beccato con qualche sostanza il giorno dopo torna a farlo”. Di tutt’altra idea Valerio Vagnoli, preside del Istituto Saffi, che recentemente ha chiesto e ottenuto un nuovo blitz a scuola: “I controlli servono, sono un deterrente. E questo consente di intervenire non solo da un punto di vista penale”. “Il preside chiede di sospendere la lezione, gli studenti escono e il cane li annusa”, spiega Yuri, poliziotto dell’unità cinofila. Che poi chiarisce: “Quasi sempre troviamo droga, ma segnalazioni (verso persone specifiche, ndr) fino ad adesso non sono state fatte”. Per Arte, la lotta alla droga “è un gioco che si vince se tu crei benessere: un ragazzo smette se trova una ragione per smettere, e la trova se lo convinci che fare scuola è importante”

di Max Brod

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/02/05/controlli-antidroga-a-scuola-presidi-fiorentini-divisi-dopo-no-di-dirigente-scolastico/337316/

 

per tutti quelli che vogliono discutere e confrontarsi, civilmente.

 

Nandro cobas!!

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No, a li professori co' l'orecchino e co' lu pirsinghe a lu naso, che si dimostrano degli xenofobi contro li crocifissi e degli antianimalisti, che non vojono fa' entra' li cani in classe. Tocca manifesta' contro questi soggetti, che simboleggiano lu gumbagno medio ed influiscono sull'educazione degli studenti indirizzandola su un percorso di becero estremismo di sinistra. Li professori devono essere apartitici. Via questi soggetti, che minano la buona educazione degli studenti.

Modificato da Borgobellooooo!!!

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Questi sono gli anni dell’opportunità. Annate intitolate al perbenismo, che fa malissimo. Sono gli anni in cui il politicamente corretto detta l’agenda alla parola, imponendo l’iniquità violenta. È come giocare una partita a punti, ognuno ha un punteggio iniziale: se sei straniero od omosessuale o, più ingenerale, ritenuto un diverso parti avvantaggiato. Attenzione però che è un bluff, perché fingendo di volerti al tavolo dei pari dignità, i giocatori del politicamente corretto, sottolineano che pari non sei. Non si tratta di siglare politiche inclusive, di livellare le differenze permettendo che tutti inizino la partita della vita dal medesimo livello, bensì di accaparrarsi il trofeo (leggasi anche voti) del più buono e vicino al differente. Perché se nell’omosessualità non vedi nulla di male, chiami l’omosessuale uomo, non gay. E se lo aggrediscono per ragion di bassezza e razzismo, quell’omosessuale, esigi che venga protetto al pari degli altri cittadini, che a letto vanno con le donne. Ghettizzarlo in leggi speciali non solo non lo avvicina al resto della comunità ma discrimina chi non fa parte della sua categoria.

 

Io in questa gara a punti parto decisamente male: sono italiana, non sono indigente, ho un tetto sulla testa e non sono omosessuale né musulmana. Non mi sono fatta sparare addosso in qualche viaggio umanitario e vivo a Milano, dove non vado a cena con i centri sociali. Il tutto non fa punteggio. La pagella da scarsona la tiro su sul finale: non sono cattolica (e non per posa), sono cristiana perché cresciuta nella cultura occidentale, respirando la letteratura e la cultura per cui l’uomo è il centro dell’esistere, non credo in Cristo né in Dio. Rispetto e invidio chi ha Fede ma la cosa pare non faccia per me. Fin qui nulla d’eccezionale. Scalo la classifica con quel che arriva ora: io non sono battezzata.

 

E questo di punti me ne dà parecchi, credetemi. Certo, professassi qualche religione impronunciabile o indossassi un velo sarebbe meglio ma è già qualcosa. Ora, da non cattolica (o senza Dio, scegliete voi) vi confesso che crescere in un paese cattolico non mi ha fatto schifo. Non mi ha offesa o traumatizzato. Io, discriminata, non mi ci sono mai sentita, perché la mia nazione non mi ci ha mai fatto sentire. Perché non sono mai partita dal presupposto di essere una diversa, ma dalla coscienza di essere banalmente diversa. Ho amato i presepi, sono andata alcune volte a messa e sì, a volte è stato imbarazzante, da bimba qual ero, spiegare perché io al catechismo non ci andassi. Nessun oratorio mi ha negato l’ingresso, nessun crocifisso mi ha turbata. Quel simbolo era lì, per me, a ricordare la grandezza di una Cristo fattosi carne, forse inventato da un immaginario collettivo grandioso come solo l’uomo sa essere, ma tele. A rappresentare la cultura che mastico e indosso, quella che mi ha sempre portato a guardare il prossimo, nero, giallo o blu che fosse, come essere umano. Amo la cena di Natale, ho guardato con tenerezza a mia nonna che ostinatamente tentava di insegnarmi il Padre nostro di nascosto da mamma e papà, e ho visto le mie compagne di classe uscire la domenica mattina imbellettate per il sermone.

 

Tutto questo è l’Italia, il mio Paese. Che non mi ha offesa, perché ha portato avanti se stesso. Allora non ammetto si parli di eliminare il crocifisso dalle scuole, che in vista di Natale, come avvenuto a Varese, ci si faccia la guerra perché il prete non viene autorizzato a benedire gli alunni. Non è giusto che per non «turbare i bambini di fedi differenti» si neghi lo spazio a chi quella benedizione vuol riceverla. Come fanno i bimbi, senza coscienza piena. Com’è giusto sia. Perché dall’aula si può uscire, perché non è annullando una cultura che s’include quell’altrui. E negare una benedizione, così come il presepe, significa negare l’Italia. E quei bimbi di fede diversa non vi saranno grati per aver esteso il ghetto ideale e dannoso all’intera scuola. Non funziona così. Io, secondo il punteggio perbenista, ho diritto di parola in questa querelle. E io, da diversa, dico di non essermi mai sentita diversa perché nessun presuntuoso certo di aver la verità in mano ha preteso di dirmi cosa provavo e cosa avrei dovuto provare. Sì alle benedizioni di Natale, sì ai crocifissi, sì ai presepi. L’Italia è questo, è quella cultura. Chi vuole viverci l’amerà domani proprio perché fedele a se stessa. E i diversi, i limitati in confini iniqui, sono quelli che vogliono annullare la scelta libera e la coscienza individuale. Peggio ancora quando mirano a quella d’un popolo.

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Il crocifisso nelle scuole

 

In Italia, dopo che il Tribunale de L'Aquila, aderendo alla richiesta di Adel Smith, presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, aveva autorizzato la rimozione del crocifisso dalle aule della scuola di Ofena, si è fatto un gran parlare sulla questione di togliere o no il crocifisso dalle scuole. Per avere un'idea serena ed obbiettiva sull'argomento si riportano alcune affermazioni e considerazioni sul problema.

 

Secondo Adel Smith e seguaci, il crocifisso andrebbe tolto da ogni scuola perchè quel "cadavere in miniatura" turba l'animo sensibile dei bambini. Un'insegnante di scuola media di La Spezia ha fatto staccare dal muro della sua aula il crocifisso, dichiarando che così favoriva l'integrazione in classe di un'alunna musulmana. Un docente metodista di Bologna ha dichiarato di aver insegnato per molti anni con il crocifisso alle spalle, senza mai notare che la presenza del crocifisso suscitasse negli alunni riflessioni profonde sul destino umano o sul senso della vita. Anzi, a suo parere, gli sguardi distratti degl alunni degradavano l'immagine sacra al rango di una banale suppellettile, paragonabile agli attaccapanni o alla lavagna. Nessuno si accorgeva che la quotidiana attività didattica si svolgeva di fronte alla rappresentazione del Cristo crocifisso, per cui, a suo parere, la croce può essere considerata un insignificante ornamento della parete.

 

Alcuni sostengono che uno stato laico non deve privilegiare alcuna religione e che nessuno dovrebbe esporre in pubblico i simboli della propria religione. Qualcuno vorrebbe che sia lasciata a tutti la libertà di scelta e che nelle scuole siano insegnanti, genitori e studenti a prendere decisioni per ciò che concerne la religione. Fa riflettere il fatto che, mentre in Italia ci si mobilita contro il crocifisso, simbolo della fede cristiana per eccellenza e segno della partecipazione di Dio alla vicenda umana, negli Stati Uniti il presidente della nazione nell'assumere l'incarico giura sulla Bibbia e invoca la bendizione di Dio sulla nazione, e questo appare normale a tutti.

 

La maggior parte degli italiani sono contrari alla rimozione del crocifisso dalle scuole. Molti ricordano con nostalgia quando alle elementari pubbliche la maestra prima di inziare la lezione faceva dire una preghiera. Si vedeva il crocifisso sulla parete, e a nessuno veniva in mente che l'immagine del crocifisso potesse provocare traumi o far del male a qualcuno. Si potrebbe sottolineare che in una Società in cui a Dio si pensa troppo poco, un'immagine sacra aiuta a ricordarsi che esiste Dio. Se si toglie qualsiasi simbolo religioso è come se si fosse tutti atei. Non è da sottovalutare che la religione cristiana cattolica è tuttora quella seguita dalla maggior parte degli italiani, anche se non tutti sono assidui praticanti.

 

Sul problema del crocifisso si è cominciato a discutere a causa della presenza di alunni musulmani e di altre religioni nelle scuole italiane. Per alcuni sarebbe conveniente che ai ragazzi non cattolici presenti nelle scuole in Italia, come segno di rispetto per gli italiani, si dovrebbe dare la possibilità di conoscere la religione cattolica, non per imporre una religione diversa dalla loro, ma per far loro capire che vivono in un paese dove c'è una religione diversa dalla loro. In questo modo sarebbero educati a conoscere e rispettare la civiltà e la cultura del popolo che li ha accolti.

 

Anche gli alunni cattolici dovrebbero essere educati a prendere coscienza che esistono amici e compagni che seguono altre religioni per evitare che ci siano discriminazioni basate sulla religione. Questo dovrebbe essere attuato in modo particolare durante l'ora dell'insegnamento della religione. Il cristiano dovrebbe portare sempre impresso nella propria mente e nel proprio cuore il ricordo di Gesù che è morto in croce per la salvezza di tutti e testimoniare con una vita onesta e coerente la propria fede. Il cristiano dovrebbe esprimere la propria fede non solo conducendo una vita onesta, ma anche curando la propria vita spirituale e la propria istruzione religiosa.

 

 

 

Lo sguardo al crocifisso appeso ad una parete dovrebbe aiutare a ricordare che in Gesù "Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare tra noi". Lui innocente ha sofferto per noi e ha portato la croce di tutti. Poichè non è facile pensare alle verità spirituali ed invisibili, le immagini sacre aiutano a non dimenticare l'esistenza di queste verità che fanno riferimento a Dio. Nei tempi in cui a pochi era data la possibilità di avere dei libri, sulle pareti delle chiese venivano dipinti episodi e scene della Bibbia, in modo che tutti potevano ammirare e conoscere il contenuto del testo sacro. Anche se l'nflusso dei cattolici nella vita sociale diventa sempre meno visibile, tutti riconoscono che la storia dell'Italia è impregnata di elementi che fanno riferimento alla religione cristiana cattolica.

 

Si potrebbe dire che se dalle città italiane si togliessero tutti i monumenti artistici che direttamente o indirettamente fanno riferimento al cristianesimo, rimarrebbe solo l'asfalto delle strade. Quelli che con pretesti vari propongono di togliere i simboli religiosi cari al popolo italiano, è come se volessero togliere agli italiani la loro identità culturale, storica e religiosa. Coloro che sostengono che bisogna togliere il crocifisso dalle scuole per facilitare l'integrazione dei musulmani immigrati in Italia, dovrbbero provare a chiedere se i musulmani desiderano questo e se sono disposti a fare altrettanto nei loro paesi.

 

Se in un paese musulmano agli stranieri non è consentito di professare pubblicamente la propria religione e tutti sono costretti a rispettare le loro leggi, basate sul Corano, appare poco chiaro il motivo per cui agli italiani, col pretesto di un'equivoca tolleranza, si chiede di togliere dai luoghi pubblici il crocifisso, che è il principale simbolo della cultura e della religione cristiana. Se a qualcuno da fastidio vedere in una scuola o in un luogo pubblico l'immagine del crocifisso, perchè simbolo della religione cristiana, e ne reclama con arroganza la rimozione, anche se il paragone potrà sembrare esagerato, viene da pensare che, se a qualcuno da fastidio incontrare sul suo cammino una chiesa, perchè fa riferimento a Cristo, allora tutte le chiese dovrebbero essere abbattute!

 

Che direbbero i musulmani, che tenacemente difendono i propri simboli e i propri riti, se si chiedesse loro di togliere il fondamento islamico da tutte le loro leggi? Il crocifisso non è un oggetto qualunque appeso alla parete come un attaccapanni, ma è un'immagine che vuole rendere visibile una delle principali verità della religione cristiana. Non è insignificante il segno della croce che il cristiano fa al mattino o quando sale in macchina. In quel gesto si esprime la fede che da significato e sostegno al modo di vivere del cristiano. Tra la vita che si conduce e il riferimento al crocifisso c'è un legame molto forte. Chi chiede di eliminare il crocifisso fa trasparire un provocante atteggiamento iconoclasta con cui si mira a eliminare i riferimenti visibili alla religione cristiana, comprese le domeniche e le altre feste cristiane.

 

Questo potrebbe provocare come reazione il risveglio delle antiche lotte di religione, dal momento che vengono oltraggiati dei valori per i quali nel passato ci sono state persone capaci di sacrificare la propria vita. Chiedere che il crocifisso resti al suo posto non significa imporre agli altri le proprie convinzioni, ma chiedere che siano rispettate espressioni di civiltà che hanno radici molto profonde. Tutti veniamo condizionati dall'ambiente in cui nasciamo o viviamo: famiglia, scuola, televisione. Tuttavia quando si acquisisce la capacità di conoscere e decidere, dopo aver valutato ciò che si è ricevuto dagli altri, si dovrebbe avere la capacità e responsabilità di decidere fino a che punto si è disposti a farsi condizionare dall'ambiente.

 

Ogni civiltà e cultura comprende elementi ereditati dal passato. La civiltà europea è permeata di elementi provenienti dalle antiche civiltà della Grecia e di Roma. Non ci si può indignare constatando che l'antico diritto romano fu modificato per l'influsso del cristianesimo! Neanche gli italiani si rendono conto fino in fondo di quanto la loro vita sia impregnata di cristianesimo. Quando i musulmani con arroganza reclamano che sia tolto il crocifisso dalle scuole arrecano un grave insulto non solo alla religione cristiana, ma a tutto il popolo italiano.

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