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matteo

W il calcio pulito......

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Calcio e Fisco, 64 indagati. E la Guardia di Finanza va nella sede del Milan

 

Tra gli indagati Galliani, De Laurentiis, Lotito, l'ex presidente della Juventus Jean Claude Blanc e Alessandro Moggi. Sequestrati beni per un valore complessivo di circa 12 milioni

 

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vabbè, ma come sempre finirà in una bolla di sapone.

anche perché, se per davvero decidessero di andare fino in fondo, il calcio italiano chiuderebbe...e ovviamente non solo quello italiano.

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vabbè, ma come sempre finirà in una bolla di sapone.

anche perché, se per davvero decidessero di andare fino in fondo, il calcio italiano chiuderebbe...e ovviamente non solo quello italiano.

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forse c'è anche zadotti, forse.

repubblica.it riporta tale francesco zanotti; un sito locale parla proprio di zadotti.

http://napoli.repubblica.it/sport/2016/01/26/news/napoli_calcio_fatture_inesistenti-132056923/?ref=HREA-1

http://www.calcioternano.it/ternana-lex-presidente-zadotti-indagato/

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forse c'è anche zadotti, forse.

repubblica.it riporta tale francesco zanotti; un sito locale parla proprio di zadotti.

http://napoli.repubblica.it/sport/2016/01/26/news/napoli_calcio_fatture_inesistenti-132056923/?ref=HREA-1

http://www.calcioternano.it/ternana-lex-presidente-zadotti-indagato/

C'e' anche lui confermo. fonte sky

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ANSA) - ROMA, 26 GEN - "Ho parlato con Lotito, non ha ricevuto nessun atto dal quale risulta che è indagato. Nessun avviso di garanzia, niente. Ha saputo tutto dalle notizie di oggi". Così l'avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, in merito all'indagine della procura di Napoli, 'Operazione Fuorigioco', che vede tra gli indagati anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito. "Se è indagato? La procura non se lo sarà inventato, ma ad oggi Lotito non ha avuto nessuna notifica di alcun atto", sottolinea ancora il legale, che ha escluso anche la possibilità che la Guardia di Finanza possa aver perquisito gli uffici del patron laziale: "Non abbiamo nessun segnale di alcun tipo, se ci fosse stata una perquisizione - ha concluso - Lotito me lo avrebbe detto".

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Milan, tramite un comunicato ufficiale apparso sul proprio sito - e firmato dai propri avvocati - ha spiegato la posizione nei confronti della inchiesta "Fuorigioco". "La Procura - si legge - della Repubblica di Napoli ha ritenuto quest'oggi di notificare ad Adriano Galliani avviso di chiusura delle indagini per una vicenda assolutamente marginale e non fondata, che troverà la sua risoluzione sia sotto il profilo tributario, sia sotto il profilo penale, in una doverosa archiviazione".

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E poi ci sono sempre i soliti nomi noti. ma quando la faremo una pulizia totale una volta per tutte?

Chi è che guida la Federcalcio?

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Chi è che guida la Federcalcio?

Non è colpa del solo Tavecchio. I vertici della Federcalcio sono sempre stati in mano a persone a dir poco sospette. Sordillo, Carraro, Abete e Tavecchio tanto per citarne akcuni.

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altro giro, altra corsa!

da lastampa.it

 

“Sequestrate il Crotone” La dda fa tremare la Serie B

I magistrati contro il patron della squadra rivelazione. “Attiguo alla mafia, è un imprenditore disposto a tutto”
Crotone sogna la serie A. La squadra della città calabrese sembra non avere rivali, anche il Cagliari, con cui si contende il primato nel campionato di Serie B, ha pagato dazio nel piccolo stadio della città di Pitagora. Ma la partita più importante si giocherà tra qualche settimane in un’aula della Corte d’Appello di Catanzaro. Sul Football club Crotone pende una richiesta di sequestro avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. La società, infatti, rientra nel lungo elenco di beni, per un valore totale di circa 800 milioni di euro, su cui l’antimafia calabrese vorrebbe apporre i sigilli.

Per il procuratore Giovanni Bombardieri e il sostituto Domenico Guarascio il patron del Crotone Raffaele Vrenna e il fratello Giovanni sono socialmente pericolosi tanto da richiedere nei loro confronti la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per 5 anni. Ex vicepresidente regionale di Confindustria, il 57enne Raffaele Vrenna dagli anni Novanta in poi ha costruito un vero e proprio impero con la spazzatura.

Da anni gli inquirenti hanno acceso i riflettori sulle attività dei fratelli Vrenna e così dopo aver raccolto migliaia di pagine di informative del Gico, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ricostruito gli assetti societari e i legami “scomodi” di parentela, dalla Procura è partita una richiesta di sequestro. Per restare in gergo calcistico, la gara di andata se l’è aggiudicata il gruppo Vrenna. Lo scorso 16 gennaio il Tribunale di Crotone, sezione misure di prevenzione, ha rigettato la richiesta della Dda, per i giudici i fratelli Vrenna sono vittime dei clan.

Da Catanzaro però la Procura insiste: «Sono imprenditori attigui al fenomeno mafioso per essersi sin dalla genesi della loro attività accordati con le consorterie criminali e segnatamente con quella denominata Vrenna-Corigliano-Bonaventura». A sostegno della loro tesi i magistrati della Dda riportano, nel loro appello, le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia per spiegare «come il Vrenna, appoggiato dalla cosca sia stato capace di sbaragliare la concorrenza e godere di protezione nei confronti delle altre ‘ndrine».

A garantire la “sicurezza” dell’azienda ci avrebbe pensato Luigi Bonaventura nipote del boss Pino Vrenna e ora collaboratore di giustizia. È lui stesso a raccontare di essere stato assunto nel maggio 1990 dal «cugino» Raffaele Vrenna e di aver poi percepito «uno stipendio a parte però fuori busta, diciamo un mezzo pizzo se così possiamo definirlo». Una “mutual corroboration” la chiamano i magistrati della Dda: da una parte gli imprenditori concedono denaro e assunzioni, dall’altro la cosca garantisce protezione e «l’espansione degli affari commerciali». E, infatti, quando un’impresa di Raffaele Vrenna prese un appalto nel Cosentino il boss Pino Vrenna inviò un suo emissario a «trattare con i clan di quella zona».

Il rapporto stretto con il capobastone troverebbe conferma anche nelle dichiarazioni del pentito Domenico Bumbaca secondo cui «i fratelli Vrenna hanno sostenuto le spese legali di Pino Vrenna pagando gli onorari degli avvocati». Ma è addirittura il leader del Locale di Cutro Nicolino Grande Aracri a definire Raffaele Vrenna «un grande compagno nostro». Nel 2006 l’imprenditore venne accusato di concorso esterno. Condannato in primo grado venne poi assolto. Proprio questa sentenza viene richiamata dai giudici di Crotone per sostenere l’assoluta estraneità di Vrenna alle dinamiche criminali.

Al contrario i magistrati della Dda sostengono che proprio in quella assoluzione c’è la prova della pericolosità sociale del patron del Crotone. Nella sentenza Raffaele Vrenna viene infatti descritto come «disposto a tutto, a commettere falsi e abusi e anche fare affari con persone che sa o intuisce essere losche (rectius ‘ndranghetisti) ma tutto ciò, nei suoi piani, è di importanza secondaria».

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e perché mai?

Avrebbe un appoggio popolare enorme, Generale.

Visibilità....soldi.....sponsor che entrano in una cittadina calabrese...e chi lo tocca?

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