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lubiondo

DEVOLUTION

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Finalmente siamo arrivati al nodo cruciale del programma governativo: LA DEVOLUTION.

Secondo tale ddl ( composto da un solo articolo che dovrebbe aggiungersi al quarto comma dell'art.117 cost.) alle regioni sarebbero affidate materie come: POLIZIA - ISTRUZIONE - SANITA'.

ergo le regioni sarebbero le responsabili , a livello istituzionale, della disciplina e dell'attuazione degli indirizzi politici in tali settori.

 

per voi questo:

 

- è un ulteriore passo verso il completamento , in senso positivo, dell'autonomia degli enti regionali?

 

-è un passo verso la completa eterogeneità dell'ordinamento regionale italiano?

 

ha senso secondo voi parlare di devolution quando ancora deve essere attuata la riforma del titolo V, che vorrebbe far tendere l'ordinamento dello stato verso il federalismo?

 

Mi piacerebbe sentire come la pensate in questo argomento, che a prima vista potrebbe sembrare pure una cazzata, ma non lo è assolutamente.

( ANCHE PERKE' POTREBBE, SE IL DDL DIVENTASSE LEGGE COST.LE, FARSI UN REFERENDUM PROPRIO SU TALE COSA )

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biondissimo, qui pe annà bene bisognerebbe pijà un sito dominio nuovo per affrontare una discussione di tale livello.....

ovviamente ci sono, come in tutte le cose, i pro e i contro, solo che i pro so tanti, e i contro altrettanti....... secondo me famo mejo a organizzà un incontro dibattito al tabard inn......cominciamo a parlà seriamente poi verso la fine della seconda birra..... sti cazzi della devolution e viva la fica......

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L'argomento che proponi a tutto gli amici del forum è veramente interessante, ma come afferma acidfash sarebbe necessario un sito per

discutere di questo argomento.

Mi limiterò, quindi, a fare solo poche semplici riflessioni sul tema.

1)Perchè tanta fretta di modificare l'articolo 117 della costituzione, quando

si devono ancora approvare i decreti attuativi della modifica del titolo V della costituzione stessa?

2) pensate che il Ministro Bossi, per indole ed equilibrio, sia la persona adatta a promuovere in tutto il paese riforme tanto laceranti?

Date una vostra opinione per favore.

 

Marco.

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io purtroppo non sono molto ferrato in materia, ma correggetemi se sbaglio... è un ulteriore passo verso la secessione leghista o qualcosa del genere? ulteriore potere ed autonomia alle regioni da noi si tradurrebbe come "ulteriore egemonia e prepotenza di perugia"? la cosa effettivamente, almeno per me, non è chiarissima

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L'argomento che proponi a tutto gli amici del forum è veramente interessante, ma come afferma acidfash sarebbe necessario un sito per

discutere di questo argomento.

Mi limiterò, quindi, a fare solo poche semplici riflessioni sul tema.

1)Perchè tanta fretta di modificare l'articolo 117 della costituzione, quando

si devono ancora approvare i decreti attuativi della modifica del titolo V della costituzione stessa?

2) pensate che il Ministro Bossi, per indole ed equilibrio, sia la persona adatta a promuovere in tutto il paese riforme tanto laceranti?

Date una vostra opinione per favore.

 

Marco.

hai perfettamente ragione.

 

1) le regioni ancora devono modificare gli statuti e scegliere la forma di governo da attuare. Se scegliessero quella semi-presidenziale ( esecutivo molto forte ) , che comporta un depotenziamento parziale del consiglio, i tre settori sarebbero nelle mani della giunta. ( non sarebbe una dittatura eh considerando pure che cmq almeno finanziariamente , la regione deve essere coordinata con lo stato );

 

2)Bossi? sicuramente l'idea è di stampo contrario all'unità della repubblica , specialmente per quanto riguarda l'istruzione. se ogni regione desse troppo risalto alla cultura locale, l'istruzione italiana sarebbe , dal punto di vista del contenuto, troppo eterogenea.

Io invece penso che per quanto riguarda la sanità ci sia lo zampino del berlusca; affidare alle regioni la sanità, se questo affidamento non viene accompagnato pure da un fondo nazionale in grado da sanare eccessivi squilibri da una regione all'altra, da un certo punto di vista potrebbe essere accompagnato ad una volontà di privilegiare il settore privato; le strutture pubbliche andrebbero in decadenza ( senza lilleri non se lallera ) e il privato resterebbe l'unica via per ricevere trattamenti sanitari.

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regà, quanti di voi conoscono la seguente strofa?

 

Noi siamo da secoli

Calpesti, derisi,

Perché non siam popolo,

Perché siam divisi.

Raccolgaci un'unica

Bandiera, una speme:

Di fonderci insieme

Già l'ora suonò.

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

L'Italia chiamò.

 

mi sa che per quelli che non la conoscono poco importa… mi domandavo se è per questo motivo che si è parlato tanto di cambiare l'inno nazionale: poco si adatterebbe alla nuova italia.

 

cmq non so se questo sia un passo avanti… l'europa si unisce, si cerca una vita quanto più possibile comunitaria e noi ci dividiamo. tralaltro mi sorprende un pò l'affidamento della polizia alla regione. berlusconi si è sempre opposto (a quanto mi risulta) alla creazione di una forza dell’ordine comunitaria in europa, ma affidare la polizia alla regione…

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Le considerazioni degli amici intervenuti sono tutte fondate, in particolare ritengo che le motivazioni che stanno spingendo il governo verso la devoluzione, non risiedano nel pensiero politico ma piuttosto su interessi economici.

Prendiamo in esame ad esempio il problema sanità, in un sistema di servizio sanitario nazionale in grado di far fronte alla gran parte delle richieste dei cittadini, le assicurazini ricoprono un ruolo secondario, con una raccolta di premi minimo, mentre, se in alcune regioni si usasse un sitema privatistico, di tipo americano, le cose si rovescierebbero certamente.

Pesate che sia un interesse da poco,che convolge poche persone?

Per non parlare della scuola, che dall' unità d'Italia ha rivestito un ruolo insostituibile per creare gli Italiani, perseguendo L'auspicio del conte di Cavour.

Se ogni regione per la scuola, avesse la possibilità di fare propri programmi, autonomamente, senza tenere minimamente conto del "contesto Italia",

sarebbe certamente l'anticamera della divisione del paese e il rischio di lacerazioni sociali che da sempre trovano tereno fertile preprio nelle differenze culturali.

Un sentitissimi BRAVO a Lu Biondo che ha proposto L'argomento.

Marco

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Inoltre poi la cosa che desta + meraviglia è questa:

 

MA COME CAZZO SI FA A PARLARE DI FEDERALISMO QUANDO ALLE REGIONI NON VIENE ANCORA ATTRIBUITO IL POTERE GIUDIZIARIO?

 

sappiamo tutti che la differenza principale tra uno stato membro ed una regione ( oltre al differente modo di partecipare alla politica cost.le ecc..) sta proprio nel fatto che il primo possiede un proprio potere giudiziario mentre la seconda no.

 

MA CHE CONSIDERANO COME FEDERALISMO SOLO QUELLO CHE PARE A LORO?

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