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Redbaron

In Iraq gli italiani fanno un'importante scoperta

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NASSIRIYA - La collinetta sopra il villaggio dell'antica Eridu era un posto strategicamente invitante. Alta e isolata, in una regione desolata e pianeggiante: ai generali di Saddam Hussein era sembrata il posto ideale per mettere una postazione antiaerea. Nessuno poteva obiettare. Il sito archeologico che stava lì sotto, ben noto agli studiosi, era l'ultima preoccupazione. c'era infatti da affrontare l'esercito americano nella madre di tutte le battaglie. L'unità irachena era durata pochissimo, spazzata via dall'aviazione Usa nei primi momenti dell'offensiva. Nell'attacco degli F-16 qualcosa si era smosso sotto il terreno. Tavolette di argilla e pezzi di pece, insolitamente lisci, erano rimasti sparsi sotto il sole e la polvere della provincia di Dhi Qar. Fino a ieri.

 

Nel frattempo, "Antica Babilonia" aveva stabilito il suo quartier generale poco lontano. Aveva avviato il suo impegno, l'aiuto nella ricostruzione del paese, a due passi dalla ziqqurat di Ur, simbolo dell'antica capitale sumera. Pochi mesi prima l'esercito del raìs, senza nessuno scrupolo, l'aveva trasformato in un'altra postazione antiaerea, ma per fortuna il tempio era sopravvissuto all'offensiva degli alleati. Però i soldati non avevano molto tempo per il turismo. Le operazioni umanitarie, gli sforzi per la ricostruzione, gli aiuti alla gente, la sorveglianza alle strutture superstiti e ai pozzi di petrolio, erano impegno più importante.

 

E quando all'inizio di marzo una delegazione del Consiglio nazionale delle ricerche, guidata da Giovanni Pettinato, grande esperto di culture mesopotamiche, è arrivata in Iraq per verificare che cosa era rimasto delle ricchezze archeologiche, qualcuno da Roma ha chiesto che i soldati garantissero la sicurezza degli studiosi. Un incarico in più, fra i tanti, in mezzo alla polvere del deserto, da accettare senza discussioni.

Tanto più che fra i carabinieri della Unità specializzata multinazionale c'erano anche esperti di archeologia, utilizzati per preparare le guardie irachene a combattere i tombaroli e dunque ben disposti a scorrazzare gli studiosi sui siti della ricerca, a coprirgli le spalle e ad assisterli nella ricerca.

 

Poi dai sassi delle colline attorno a Nassiriya sono emersi i tesori. Prima è saltata fuori la pietra angolare di un tempio dedicato al dio Nanna, con un'iscrizione che Pettinato ha subito letto. "Letto", insiste con orgoglio il professore, "non tradotto". Ieri poi fra le zolle del Dhi Qar prosciugate dal sole sono ricomparse le tavolette di argilla e i pezzi di pece, distribuiti dall'esplosione o forse anche da un cedimento del terreno. Silvia Chiodi, collaboratrice di Pettinato, si è fermata incredula: sulle tavolette, e anche sulla pece, c'erano tracce di iscrizioni. "Si sbracciava gridando: Giovanni! Giovanni! Vieni immediatamente!", racconta lo studioso.

 

L'entusiasmo era giustificato: i reperti testimoniavano che il sito di Eridu, conosciuto come "preistorico", in realtà ospitava opere scritte. "Testi storici, letterari, lessicali del periodo paleo-accadico", dice Pettinato: in parole povere, scritti di ogni tipo, persino nozioni di botanica e mineralogia, compiti scolastici e testi accademici dell'antichità. I pezzi di pece, invece, hanno conservato le iscrizioni agendo come un calco. In passato qualcuno aveva cercato di utilizzare le tavolette d'argilla come mattoni da costruzione, usando la pece come collante: le iscrizioni sono impresse "in negativo" sulla pece, e non è improbabile che possano servire a sostituire pezzi mancanti.

L'esperto di assirologia non ha esitazioni: "Non si sbaglia se si definisce questo ritrovamento l'enciclopedia più antica della storia dell'umanità", aggiunge il professore, e va oltre: "Questa scoperta ci costringerà a riscrivere i libri di storia. I miei, quelli degli altri: tutti".

 

Pettinato e i suoi hanno contattato Bagdad, per segnalare il ritrovamento ai responsabili del museo della capitale, che ora dovranno provvedere alla raccolta e alla catalogazione degli scritti. Poi è tornato a Campo Mittica, dove era difficile capire chi fosse più soddisfatto, fra i soldati della Brigata Sassari e gli archeologi. I militari hanno offerto a Pettinato un giro sull'elicottero HH-3F per vedere Eridu dall'alto. Ma il professore ha sorriso: "No. La nostra parte è finita".

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Gli americani saranno felicissimi di questa notizia... ormai svanito l'effetto della cazzata sulle armi di distruzione di massa, ora potranno bombardare tutto x "fini archeologico/umanitari" (la parola "umanitario" ci stà sempre bene).

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l'ho sempre saputo che esisteva il DIO NANNA :lol:  :lol:  :lol:

800394[/snapback]

 

Si poi è passato all'anagrafe e ora a seconda dei dialetti si fa chiamare Gesù o Allah :D

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