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TORNA "L'ALLENATORE NEL PALLONE"

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"Oronzo Canà è pronto alla sfida e visto come stanno andando le cose nel mondo del pallone è davvero necessario che torni". Dopo vent'anni e 150mila Dvd venduti, a fine 2006 arriva il sequel del mitico L'allenatore nel pallone, l'avventura di Oronzo Canà-Lino Banfi alle prese con la promozione in serie A della squadra di calcio "Longobarda". Nel 1984 Banfi, diretto da Sergio Martino, era affiancato da Gigi (Sammarchi) e Andrea (Roncato). Oggi, al suo ritorno al grande schermo, vorrebbe recitare di nuovo accanto a Edwige Fenech, con cui ha realizzato 11 film. ""Oronzo Canà, allenatore pazzo e incompetente, pioniere del modulo 5-5-5, è un tipo che piace - ha spiegato Banfi a 'il Giornale' - E con lo scandalo Moggi la storia è di estrema attualità. Così mi sono inventato che una squadra di calcio nella bufera si metta alla ricerca di un allenatore in pensione vecchio stampo, per il rilancio sportivo".

 

DITE LA VOSTRA......

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"Oronzo Canà è pronto alla sfida e visto come stanno andando le cose nel mondo del pallone è davvero necessario che torni". Dopo vent'anni e 150mila Dvd venduti, a fine 2006 arriva il sequel del mitico L'allenatore nel pallone, l'avventura di Oronzo Canà-Lino Banfi alle prese con la promozione in serie A della squadra di calcio "Longobarda". Nel 1984 Banfi, diretto da Sergio Martino, era affiancato da Gigi (Sammarchi) e Andrea (Roncato). Oggi, al suo ritorno al grande schermo, vorrebbe recitare di nuovo accanto a Edwige Fenech, con cui ha realizzato 11 film. ""Oronzo Canà, allenatore pazzo e incompetente, pioniere del modulo 5-5-5, è un tipo che piace - ha spiegato Banfi a 'il Giornale' - E con lo scandalo Moggi la storia è di estrema attualità. Così mi sono inventato che una squadra di calcio nella bufera si metta alla ricerca di un allenatore in pensione vecchio stampo, per il rilancio sportivo".

 

DITE LA VOSTRA......

872844[/snapback]

E' sempre difficile (se non impossibile) realizzare un buon sequel di un cult-movie.

Soprattutto, temo che la Fenech non sarebbe disponibile... ;)

Modificato da Hlvs

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eccezziunale veramente 2 e' stata una stronzata commerciale,

ho paura che il seguito dell'allenatore fara' la stessa fine..

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ma siete impazziti????MICA ce stava la fenech..ce stava quella co le zinne grosse mora che annava a spettorazzasse SPERONI.... :lol::lol::lol::lol:

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ma siete impazziti????MICA ce stava la fenech..ce stava quella co le zinne grosse mora che annava a spettorazzasse SPERONI.... :lol:  :lol:  :lol:  :lol:

872961[/snapback]

infatti, non c'era mica la Fenech.... :huh:

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ma aristoteles ce starà ancora?

:lol:

872992[/snapback]

 

Ormai avra' messo su lui na squadra di calcio con la figlia dell'allenatore... :D

 

 

temo i seguiti cmq :( speriamo bene va'

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lino benfi resta sempre lino benfi...

 

quando non recita parti serie... fa comunque cappottà dal ridere... qualsiasi cosa dica o faccia.

 

ecchecchezzoooo!!! :lol:

 

 

poi, dopo calciopoli... di cherne al fuoco ce ne sta pure troppa

 

quindi, il nuovo film sarà un capolavoro... minimo minimo ci saranno pure moggi, bergamo, pairetto e carraro... altro che aristoteles... :lol:

 

secondo me ce mettono dentro pure mughini e piccinini... (shevchenkkkkkkooooooooooo!) :lol:

Modificato da BIG_LUCIANO

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"...la storia è di estrema attualità. Così mi sono inventato che una squadra di calcio nella bufera si metta alla ricerca di un allenatore in pensione vecchio stampo, per il rilancio sportivo".

872844[/snapback]

:D

 

ma aristoteles ce starà ancora?e il mitico crisantemi? :lol:

872992[/snapback]

:D

 

E poi ce lamentamo che a livello nazionale tutti se disinteressano delle sorti delle Fere. Questi hanno visitato per un pò il il Forum e hanno tirato giù una sceneggiatura.

 

Ce dovrebbero pagà i diritti...

 

:lol::lol::lol:

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ma siete impazziti????MICA ce stava la fenech..ce stava quella co le zinne grosse mora che annava a spettorazzasse SPERONI.... :lol:  :lol:  :lol:  :lol:

872961[/snapback]

Infatti non c'era la Fenech, bensì la propserosa Licinia Lentini. :D

Nell'articolo postato da Jok, era Banfi che diceva di desiderare di avere la Fenech al proprio fianco in questa nuova pellicola. ;)

 

PS: www.hokutoaudioteca.it/film_drago_al/ l'allenatore%20nel%20pallone.shtml

Modificato da Hlvs

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Cmq secondo me gli date troppa importanza, voglio dire i sequel l'hanno fatti un po' per tutti i film, venendo sempre più o meno una schifezza ma il fatto è che di questi, a differenza dei film storici, nessuno si ricorderà più tra un anno o due....

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L'ho trovata su internet...non so se sia vera!

 

Schermo blu.

 

In sottofondo una musichetta allegra. Sulle note della musica è possibile sentire delle ovazioni, classiche da tifo da Stadio.

 

Sullo schermo in blu appare una scritta di colore bianco:

 

La Papele ‘o Marenaro Production presenta:

 

La scritta scompare e ne appare un’altra:

 

Un film di Sergio Martino

 

Da questo momento in poi, ogni nome nei titoli di testa sarà accompagnato da delle immagini a cartoni animati.

 

Lino Banfi in

 

Sullo schermo appare l’immagine di Oronzo Canà (Lino Banfi) in versione animata. Indossa una tuta blu e passeggia avanti e indietro. Ad un certo punto l’uomo si ferma al centro dello schermo e guarda in alto. Una scritta gli precipita addosso schiacciandolo:

 

L’ALLENATORE NEL PALLONE 2

 

Le immagini animate continuano. Stavolta Canà è su un campo da calcio, e sta cercando di insegnare degli schemi alla sua squadra. I giocatori sono tutti attorno a lui, mentre il mister mostra dei disegni su una lavagna. Lo schema è confusissimo, ci sono frecce che vanno in ogni direzione e i giocatori si guardano tra di loro senza capire cosa devono fare, mentre l’allenatore continua anche ad aggiungere altre frecce sulla lavagna e a spiegare la tattica facendo ampi gesti con la mano.

 

Con Andrea Roncato e Gigi Sammarchi

 

Ora i giocatori sono disposti in campo, mentre Canà è a bordo campo. Dopo la prima azione la palla rotola verso di lui. I giocatori, confusi dallo schema di gioco, corrono tutti verso la sfera, travolgendo l’allenatore.

 

Leo Gullotta

 

L’immagine scompare e ne appare un’altra. Sempre Oronzo Canà in tuta blu che passeggia. Gli si affianca un giovane calciatore (Brando De Sica) in divisa da gioco bianca, che sta palleggiando con un pallone. Alle loro spalle c’è una porta di calcio. Canà fa segno al giovane di tirare in porta, spostandosi di lato, ma il ragazzo tirando colpisce il palo e la palla sbatte violentemente contro la faccia dell’allenatore, che si accascia a terra. Su queste immagini appare un altro nome nei titoli di testa:

 

Brando De Sica

 

La scritta si dissolve e ne appare un'altra:

 

Mathias Mougouè, per la prima volta sullo schermo

 

L’immagine scompare e ne appare un’altra. Canà è in piedi e dalla panchina fa gesti strani rivolto ai giocatori in campo. Un arbitro (Alvaro Vitali) gli si avvicina e gli fa segno di indietreggiare, per non invadere il campo. Canà indietreggia, ma appena l’arbitro si volta avanza nuovamente. Quest’ultimo spingendolo con le braccia lo fa tornare indietro, ma ancora una volta l’allenatore non gli da retta e avanza ancora. L’arbitro, spazientito, gli mostra il cartellino rosso. Canà, infuriato, gli da un calcio nel sedere. Il direttore di gara, in tutta risposta, lo insegue minacciando di prenderlo a testate. Il mister scappa spaventato.

 

Su queste immagini appare la scritta:

 

E la partecipazione straordinaria di:

Alvaro Vitali

 

Sceneggiatura di Tommaso Marino

 

Prodotto dalla Papele ‘o Marenaro Production

 

Regia di Sergio Martino

 

Fine dei titoli di testa. Schermo nero.

 

Sullo schermo immagini di rotative in movimento. La mdp si ferma sul titolo del quotidiano, che dice:

 

Andrea Bergonzoni, nuovo Presidente della Longobarda, riconferma Canà

 

Sotto c’è anche una foto in bianco e nero in cui vediamo Oronzo Canà che stringe la mano ad Andrea Bergonzoni (Andrea Roncato).

 

Altre rotative. La mdp inquadra un altro titolo di giornale:

 

Canà porta nuovamente la squadra alla salvezza

 

Sotto la scritta un’altra foto: Canà portato in trionfo dai giocatori.

 

Sempre con le immagini delle rotative in movimento, appare un altro titolo sul giornale. La scritta recita:

 

Ultima giornata di campionato: la Longobarda sogna l’Intertoto

 

Sotto, stavolta, c’è una foto di Oronzo Canà che si copre il volto con le mani. Ma vediamo un suo occhio che sbircia tra le dita.

 

EST. GIORNO - STADIO

 

Inquadratura degli spalti di un campo da calcio. Lo stadio è gremitissimo, si vedono striscioni e bandiere che sventolano ovunque. La mdp scende fino ad inquadrare il campo, in cui ci sono le due squadre in azione. Una è la Longobarda, riconoscibile dalla sua divisa bianca. L’altra è il Bologna, famosa per i suoi colori rossoblù.

 

VOCE DEL TELECRONISTA (Bruno Pizzul): Mancano ormai pochi minuti al termine della gara. Le due squadre sono ancora ferme sullo 0-0, ed è difficile immaginare che la situazione cambi. Ricordiamo che se la partita dovesse terminare in parità, il Bologna approderebbe all’Intertoto, mentre, in caso di vittoria della Longobarda, quest’ultima, sorpasserebbe proprio il Bologna. L’impresa sembra, però, impossibile.

 

Viene inquadrato per un paio di secondi il telecronista (Bruno Pizzul), che commenta la partita dalla sua postazione.

 

Inquadratura sulla panchina della Longobarda. Ci sono i vari panchinari seduti, i massaggiatori ed il vice-allenatore che assistono alla gara. E’ possibile vedere solo le loro teste, dato che la panchina è scavata nel terreno. Dopo qualche secondo, il vice allenatore alza lo sguardo verso l’alto.

 

VICE ALLENATORE (rivolto a qualcuno in alto): Mister, credo che le converrebbe scendere da lassù.

 

La mdp sale verso l’alto. Sul tetto della panchina c’è Oronzo Canà che assiste alla partita concentratissimo da quella particolare posizione. E’ visibilmente sudato e cammina avanti e indietro in quell’improbabile postazione.

 

ORONZO CANA’ (senza distogliere lo sguardo dal campo): Non ti preoccupère. Da qua vedo meglio la partita. Quanto manca?

 

VICE ALLENATORE: Un minuto.

 

ORONZO CANA’ (piagnucolando e passandosi una mano sulla pelata): Mannèggia la miseria. Non ce la faremo mai.

 

L’inquadratura torna su Bruno Pizzul che commenta la partita.

 

PIZZUL: Calcio d’angolo per la Longobarda. E’ l’ultima azione di giuoco. Il tempo regolamentare è ormai scaduto. Parte il cross…

 

Primo piano di Oronzo Canà che guarda a bocca spalancata verso l’alto. Sentiamo la voce del telecronista fuori campo.

 

PIZZUL: Naso del difensore… Nuca… Tibia… ancora Naso… una mischia incredibile. Lobo di un difensore… Perone… Ginocchio…

 

La confusione dell’azione è resa ancora meno chiara dal primo piano di Canà che guarda velocemente in alto, poi in basso, a destra e a sinistra in continuazione, sempre a bocca spalancata.

 

PIZZUL: Un difensore tenta di spazzare… la palla rimbalza contro un’anca dell’attaccante e termina in rete!!!

 

L’inquadratura passa in campo, dove vediamo i giocatori della Longobarda che si abbracciano festeggiando. In sottofondo sentiamo sempre la voce del telecronista

 

PIZZUL: Incredibile! La Longobarda segna all’ultimo minuto e vince la partita, accedendo così all’Intertoto. Quindi, risultato finale: Longobarda 1 – Bologna 0.

 

Primo piano di Oronzo Canà, col volto incredulo. Sembra non rendersi conto di quello che è accaduto.

 

ORONZO CANA’ (bisbigliando): Gol…

 

Vediamo la squadra che si raggruppa ai piedi della panchina per i festeggiamenti. Canà è sempre sul tetto della panchina, immobile. Primo piano su di lui.

 

ORONZO CANA’: Abbièmo vinto.

 

Il vice allenatore guarda in alto rivolgendosi a lui

 

VICE ALLENATORE: Mister! Ce l’abbiamo fatta!

 

Finalmente Oronzo Canà sembra realizzare quanto accaduto. Sul suo volto si disegna una gioia indescrivibile, mista alla sua solita incontrollabile rabbia agonistica.

 

ORONZO CANA’ (strillando isterico): Abbièmo vinto! Abbièmo vinto! Non ci posso credere! Madooonna Benedetta, abbièmo vinto!

 

Canà salta come un invasato sul tetto della panchina, sempre urlando come un forsennato.

 

ORONZO CANA’: Intertoto! Intertoto!! Intertoootooo!!!

 

Il mister salta ancora sul tetto della panchina. Improvvisamente quest’ultima cede e l’allenatore precipita giù.

 

INT. GIORNO - SPOGLIATOIO

 

Oronzo Canà è steso su una panca, sopra la sua testa ci sono degli armadietti aperti. E’ circondato dai suoi giocatori che cercano di rianimarlo. Il mister da segnali di risveglio.

 

ORONZO CANA’ (ancora intontito): Ahhh… Intertoto… Intertoto…

 

GIOCATORE: Mister, si sente meglio?

 

ORONZO CANA’ (ancora confuso): Ho fatto un sogno… abbièmo vinto la partita e siamo arrivati in Intertoto…

 

GIOCATORE: Non era un sogno, mister. Abbiamo vinto.

 

ORONZO CANA’: Veramènde?

 

L’allenatore si alza di scatto sbattendo con la testa contro uno degli armadietti, riaccasciandosi nuovamente. Stavolta, però, si rialza subito.

 

ORONZO CANA’: Madonna Benedetta, non ci posso credere!

 

Il mister esce dallo spogliatoio e si avvia per i corridoi.

 

ORONZO CANA’: E chi se lo poteva immaginère… (Canà fa la voce impostata, come se stesse leggendo il titolo di un giornale) Oronzo Canà: porta la sua squadra all’Intertoto.

 

(tornando a fare la voce normale) All’ultimo minuto li abbiamo freghèti. Bologna, tiè! Bologna, tiè!

 

Canà sorridendo fa il gesto dell’ombrello mentre ripete queste parole. Un giornalista gli si avvicina all’improvviso, senza farsi vedere.

 

GIORNALISTA: Signor Canà?

 

Canà si ferma di botto. Poi voltandosi fa finta di toccarsi il braccio, per non ripetere quel gesto.

 

ORONZO CANA’: Ahhh, questo braccio, che dolore. Mi dica?

 

GIORNALISTA: Vorremmo sapere le vostre impressioni sulla gara. Sarà certamente soddisfatto del risultato finale, credo.

 

ORONZO CANA’: Beh, siamo ovviamènde molto felici di questo risultato. Abbiamo cercato di raggiungere la vittoria fino alla fine e quel gol di cu… di cu… insomma, quel gol di Cuore ci ha ripagati di tanto impegno.

 

GIORNALISTA: Un gol davvero fortuito a dire il vero… Grazie per le dichiarazioni e ancora complimenti. Sta arrivando proprio in questo momento l’allenatore del Bologna, Carletto Mazzone.

 

Sullo schermo appare Carlo Mazzone, accanto al giornalista. Appare davvero infuriato.

 

GIORNALISTA: Allora, signor Mazzone…

 

MAZZONE (Senza dargli il tempo di parlare): Come se fa a perde na partita così, io non lo so. Uscì fori dall’Intertoto per colpa di quel gol de mm… demmeritato, ecco. Nun se perdono così le partite. Er coso qua… l’allenatore della Longobarda, se dovrebbe vergognà d’annà a fare l’Intertoto in questo modo.

 

GIORNALISTA (cercando di chiudere la discussione): I commenti a caldo, in questo momento, sono forse troppo eccessivi. Ringraziamo i due allenatori per la loro disponibilità.

 

Mentre il giornalista parla rivolto verso la telecamera, Mazzone fa dei gesti minacciosi verso Oronzo Canà, mostrandogli il pugno chiuso e bisbigliando qualcosa a bassa voce. Il giornalista si allontana, e anche Mazzone fa lo stesso, dando le spalle a Canà. Appena l’uomo si volta, Oronzo ridendo gli fa di nuovo il gesto dell’ombrello, ma Mazzone si volta di scatto, e Canà e costretto ad allontanarsi facendo di nuovo finta di avere dei dolori al braccio.

 

Schermo Nero.

 

Sullo schermo nero appare una scritta di colore bianco:

Un mese dopo

 

INT. GIORNO - CASA DI ORONZO CANA'

 

L’allenatore della Longobarda sta stirando dei panni, nel salone. E’ molto preso dal lavoro e ascolta in sottofondo la televisione. Stanno trasmettendo un Tg Sportivo. Sentiamo le notizie trasmesse.

 

ANNUNCIATORE: Una bufera colpisce alcune delle più blasonate squadre di calcio della serie A…

 

Oronzo Canà, indaffarato, non ascolta con attenzione la notizia. Afferra un altro vestito e comincia a stirarlo.

 

ANNUNCIATORE: … Pene severe sono state inflitte a ben quattro squadre della massima serie, che sono state automaticamente retrocesse in virtù dello scandalo doping. Mai terremoto così improvviso ha devastato il campionato più bello del mondo.

 

Mentre l’annunciatore continua a trasmettere la notizia, uno dei vestiti di Canà cade a terra, e Oronzo, chinandosi per raccoglierlo, posa finalmente lo sguardo sul televisore.

 

ANNUNCIATORE: A causa di questo improvviso scossone delle classifiche, quindi, la Longobarda si ritrova automaticamente al quarto posto in classifica, accedendo così di diritto alla Champions League.

 

Canà resta a bocca spalancata, ancora chinato a terra. Stavolta non ha strane reazioni, ma si rialza lentamente restando con lo sguardo fisso verso la televisione. Sempre guardando la tv, Canà raccoglie il ferro da stiro per continuare il lavoro.

 

ANNUNCIATORE: Facciamo, di conseguenza, i complimenti alla squadra di Oronzo Canà e gli auguriamo di rappresentare nel miglior modo possibile il calcio italiano in Europa.

 

ORONZO CANA’: Ma cos’è? Uno scherzo?

 

Canà si rivolge direttamente al televisore. Un leggero fumo si solleva verso il suo viso.

 

ORONZO CANA’: Guardate che se sono su "Scherzi a parte" mi inchèzzo come una iena, sapete?

 

Canà si guarda intorno, come se cercasse delle telecamere nascoste.

 

ORONZO CANA’: Mi volete fare fesso a me? Io sento puzza di bruciato lontano un miglio…

 

Canà annusa l’aria attorno a se, notando l’effettiva presenza di fumo nell’aria. L’uomo guarda in basso e vede che uno dei suoi vestiti è completamente rovinato, essendosi bruciato a causa del ferro da stiro.

 

ORONZO CANA’: Porca puttèna, il vestito!

 

Canà sembra parecchio adirato, ma guardando nuovamente la televisione, e rendendosi conto che non si tratta di uno scherzo, diventa nuovamente allegro.

 

ORONZO CANA’: Ma che me ne freca a me del vestito? La Longobarda in Coppa dei Chèmpioni!

 

Canà si inginocchia a terra, pregando verso il cielo.

 

ORONZO CANA': Madonna dell’Incoronèta, grazie! Grazie!

 

Stacco.

 

INT. GIORNO - UFFICIO DEL PRESIDENTE

 

Siamo all’interno dell’ufficio del Presidente della Longobarda, Andrea Bergonzoni (Andrea Roncato). L’uomo è seduto alla scrivania e sta parlando al telefono.

 

BERGONZONI: Si, capisco benissimo. Va bene, arrivederci.

 

Bergonzoni, dopo aver posato la cornetta, ha un volto non proprio felice. In quel momento bussano alla porta. Entra nell’ufficio Oronzo Canà, che ha con sé una bottiglia di spumante.

 

BERGONZONI (ancora con il volto preoccupato): Ah, ciao Oronzo.

 

ORONZO CANA’ (raggiante di felicità): E che cos’è quella faccia da funerale? Sorridi, dobbiamo festeggière!

 

BERGONZONI (fingendo allegria in maniera pessima): Ma si! Alè! Alè!

 

ORONZO CANA’: Lo spumante lo beviamo subito o aspettiamo gli altri?

 

BERGONZONI: Sssi, aspettiamo gli altri… senti, Oronzo, ti devo parlare di una cosa molto seria.

 

Vedendo il tono serio del Presidente anche Canà si rabbuia in un istante.

 

ORONZO CANA’: Lo sapevo io che era uno scherzo, me l’immagginaaavo io! Era impossibile che la nostra squadra arrivasse in Coppa dei Chèmpioni. Chi ha fètto lo scherzo?

 

BERGONZONI: No, no. La nostra squadra è davvero in Champions. Il problema è un altro.

 

ORONZO CANA’: Di che si tratta?

 

BERGONZONI: Ecco… si, insomma… uhm… dunque, come posso dire, come posso dire, come posso dire…

 

ORONZO CANA’ (innervosito): Guarda Bergonzoni, non mi fare inchèzzere, sa? Se devi parlare, parla!

 

BERGONZONI: Guarda… riassumendo brevemente, ecco… diciamo che siamo rimasti senza un soldo e siamo sommersi di debiti. L’unico modo per salvare la società e metterci a posto con i pagamenti è vendere tutti i giocatori.

 

Canà guarda fisso Bergonzoni. Dopo un po’ comincia inspiegabilmente a ridere.

 

ORONZO CANA’ (ridendo): Io… io ho portato la squadra in Coppa dei Chèmpioni…

 

Il presidente comincia a ridere assieme ad Oronzo, per assecondarlo.

 

ORONZO CANA’ (ridendo): … e tu… tu mi vieni a dire che siamo rimasti senza soldi e dobbiamo vendere i giocatori…

 

BERGONZONI (con una risata falsissima): Ah, ah, ah.

 

Bergonzoni continua a ridere con l’allenatore, ma ha lo sguardo preoccupato.

 

ORONZO CANA’ (ridendo e sbattendo le mani): Non può essere, non può essere…

 

Nel bel mezzo della risata, Canà afferra la bottiglia e la fracassa sulla scrivania. Bergonzoni si alza di scatto in piedi, e altrettanto fa Oronzo, che brandisce minacciosamente per il collo la bottiglia rotta dello spumante.

 

ORONZO CANA’: Disgrazièto maledetto! Tu mi vuoi rovinare a me!

 

BERGONZONI: Oronzo, calmati! Oronzo, calmati!

 

I due si rincorrono per un paio di volte attorno al tavolo della scrivania.

 

BERGONZONI: Ho un piano per salvare la squadra, fidati di me.

 

ORONZO CANA’: Io mi fido sempre di te! Sempre! E’ quello il problema!

 

BERGONZONI: Se vendiamo tutti i giocatori, potrai partecipare alla Champions League. E' un’occasione unica per noi, pensaci!

 

ORONZO CANA’ (gridando isterico): E con chi la faccio? Con chi, che ti vuoi vendere tutta la squadra? Che faccio io, ci chiamo mia nonna a giocare contro il Real Madrid? Quelli ci fanno un culo così!

 

BERGONZONI: Ti ho detto che ho una soluzione. Se solo mi lasci spiegare…

 

Canà si ferma di botto e si siede finalmente alla scrivania.

 

ORONZO CANA’: Sentiamo, dai. Ti ammèzzo un’altra volta…

 

BERGONZONI: Io e Giginho abbiamo già calcolato ogni cosa. Lo sai che lui ha le mani in pasta dappertutto, no?

 

Canà annuisce poco convinto.

 

BERGONZONI: Ecco, lui è in grado di rifarti la squadra da cima a fondo senza spendere una lira.

 

ORONZO CANA’: E come fa?

 

BERGONZONI: Ormai tutti le piccole società vanno alla ricerca degli stranieri. Costano poco ma rendono molto, capisci? Lui ne ha già adocchiati un paio che fanno al caso nostro. In più ci può fornire un paio di giocatori in scadenza di contratto che arriverebbero a costo zero. (ostentando sicurezza) Caro Canà, siamo in una botte di ferro, ti dico.

 

ORONZO CANA’: Una botte di ferro, eh? Guarda, Bergonzoni… io ti do' retta per l’ultima volta, ma se non mi fai una squadra come si deve… altro che botte di ferro! (gridando) A botte ti ci prendo io! Con una mazza di ferro, capito? Azzo!

 

Canà esce dall’ufficio sbattendo la porta.

 

BERGONZONI (ancora scosso): Oddìo!

 

Stacco.

 

INT. GIORNO - SEDE DEL CALCIOMERCATO

 

Con una musichetta allegra in sottofondo, Canà si aggira per i corridoi dell’edificio. Una voce lo fa voltare.

 

VFC: Canà!

 

Oronzo Canà si volta e vede alle sue spalle Giginho (Gigi Sammarchi).

 

GIGINHO (abbracciandolo): Vienes aquì, fatte abbracciar! Como estas?

 

ORONZO CANA’: Ehhh, como estos… male, come vuoi che stias?

 

 

GIGINHO: Su, no se preoccupe. Tengo muy calciator per vostra squadra. Venga a veder!

 

Giginho trascina Oronzo Canà dentro una stanza, dove ci sono dei calciatori seduti su varie poltrone.

 

GIGINHO: Guardi qua! Questi sono i nuovi talenti della Longobarda! Son todos jogador che ho scoperto mi!

 

Oronzo Canà guarda poco convinto i vari calciatori, mentre Giginho glieli presenta. Il primo è un giocatore di colore, molto grosso fisicamente (Mathias Mougouè).

 

GIGINHO: Esto es Muzungu, viene dall’Africa.

 

MUZUNGU (stringendo la mano all’allenatore): Piacere.

 

ORONZO CANA’: Piacer…ahhh….

 

Vediamo che la stretta di mano del giocatore è fortissima e ciò provoca dolore a Canà.

 

GIGINHO: Quest’altro aquì viene dalla Grecia. Katzorakis.

 

 

ORONZO CANA’: Uè, non ti permettere di dire 'ste cose a me, sa?

 

GIGINHO: Ma cos’ha capito, mister? E’ il nome del giocatore, Theodoropulos Katzorakis.

 

ORONZO CANA’: Ah, mi credevo. Andiamo avanti.

 

GIGINHO: Ed ecco la mia grande scoperta. Questo qui viene dall’Arabia Saudita, sarà la nostra arma segreta: Al Calin!

 

Oronzo Canà guarda con un certo timore l’uomo, che indossa i classici vestiti arabi. Poi si rivolge a Giginho.

 

ORONZO CANA’: Questo va a pile?

 

GIGINHO: Como?

 

ORONZO CANA’: Niente, niente. Il resto della squadra dov’è?

 

GIGINHO: Quale resto?

 

ORONZO CANA’: Come quale resto? Io la Coppa con chi la faccio? Ho bisogno di una rosa di 20/25 giocatori, almeno.

 

GIGINHO: Con calma, Canà. Tengo muy jogador in scadenza di contratto, sono praticamente nostri. In più possiamo promuovere un paio di nuovi talenti delle giovanili. Abbiamo la situazione in pugno.

 

ORONZO CANA’ (innervosendosi come al solito): Qua mi dite tutti che la situazione è sotto controllo. (afferrando la maglietta di Giginho) Guarda che se per la prima giornata di Coppa non c’ho la squadra io vi faccio un passare un guaio a voi.

 

GIGINHO (spaventato): Non si preoccupi, Canà.

 

ORONZO CANA’: Io non mi preoccupo, siete che voi che vi dovete preoccupère! Qua mi sembra che i giocatori ce li sta mandando l’esercito della salvezza!

 

GIGINHO: Ma questi sono tutti ottimi calciatori, gliel’assicuro. Li provi in allenamento e vedrà.

 

ORONZO CANA’: E va bene. Ma tu portami altri giocatori, capito?

 

GIGINHO: Certo, certo.

 

Stacco.

 

EST. GIORNO - CAMPO DELLA LONGOBARDA

 

Ci troviamo sul campo della Longobarda, per il primo allenamento con la squadra. Il mister è in piedi, e i suoi giocatori sono tutti seduti a terra, per ascoltare la tattica. Alle spalle dell’allenatore c’è la solita lavagna piena di schemi incomprensibili. La Longobarda ha molti giocatori, adesso. I nuovi acquisti sono arrivati.

 

ORONZO CANA’: Allora, cominciamo subito. Qualcuno di voi, guardando la lavagna, ha già capito di che schema si tratta?

 

I giocatori restano tutti in silenzio. Qualcuno abbassa anche il capo.

 

ORONZO CANA’: Non fa niente. Tanto ve lo spiego io. Innanzitutto, scordatevi tutto quello che sapete sul calcio giochèto. Con la mia nuova tattica voi andrete oltre il semplice dare calci ad un pallone, chiaro?

 

I giocatori si guardano tra di loro, allibiti.

 

ORONZO CANA’: Oh, bene. Per comincière, direi che dobbiamo…

 

VFC: Scusi, mister.

 

Uno dei calciatori si è alzato in piedi e si avvicina a Canà masticando un chewing-gum. E’ un ragazzo ancora giovane (Brando De Sica), si chiama Marco Latini.

 

ORONZO CANA’: Si, che c’è? Non vedi che sto spieghèndo la tattica?

 

MARCO LATINI: Mi scusi, volevo solo darle un suggerimento, permette?

 

ORONZO CANA’: Sentiamo.

 

LATINI (afferrando il gessetto): Ecco, ho uno schema molto semplice da consigliare, invece di tutti questi scarabocchi. Voi mi date la palla qui (Marco segna con una X la zona in fondo al campo), e io poi faccio così, così, così…

 

Mentre Marco Latini parla, vediamo che con il gessetto disegna una linea in mezzo al campo che rappresenterebbe egli stesso che dribbla tutti gli avversari fino ad arrivare alla porta avversaria.

 

LATINI: Così… e goal. Facile, no?

 

I compagni di squadra ridono.

 

ORONZO CANA’: Latini, vuoi fare lo spiritoso?

 

LATINI (serissimo): No, mister.

 

 

ORONZO CANA’: Vatti a sedere e non mi disturbare più. Disgrazièto… vuoi venire a insegnare il calcio a me.

 

Marco, sconsolato, va a sedersi di nuovo tra i compagni.

 

ORONZO CANA’: Ora, se nessun altro ha qualcosa da dire o ha qualche tattica strampalèta da consigliare, direi di andare avanti. Mercoledì abbiamo una amichevole con l’Inter e ci terrei a fare bella figura.

 

Canà guarda con sguardo minaccioso il giovane calciatore.

 

EST. SERA - STADIO

 

E’ il giorno dell’amichevole con l’Inter. Lo stadio è già pieno e le due squadre stanno facendo il loro ingresso in campo. A capo delle due formazioni ci sono i rispettivi allenatori: Oronzo Canà per la Longobarda e Ciccio Graziani, mister dell’Inter.

 

CICCIO GRAZIANI (amichevolmente): Allora, Oronzo, quanti te ne dobbiamo fare oggi?

 

ORONZO CANA’ (scherzando, ma con tono nervoso): Non essere così sicuro, Ciccio. Prima o poi te lo faccio uno sgambetto…

 

CICCIO GRAZIANI: Sono anni che me lo dici e non sei ancora riuscito a battermi. Ma non preoccuparti, un miracolo può sempre accadere.

 

ORONZO CANA’: Fai lo spiritoso, Ciccio? Ride bene chi ride ultimo, sa?

 

CICCIO GRAZIANI (sempre con tono sornione): Allora mi preparo per le risate a fine partita. Magari ti rifiliamo un’altra cinquina… come quella di tanto tempo fa, ricordi?

 

ORONZO CANA’: Come no. Ricordo anche che ti dissi che presto mi avresti fatto compagnia (Canà si passa una mano sulla pelata per far capire a cosa si riferisce).

 

CICCIO GRAZIANI: Beh, almeno qualcosa in comune ce l’abbiamo, no?

 

Ciccio Graziani si allontana per raggiungere la sua squadra.

 

ORONZO CANA’: Madonna, come mi fa inchèzzere, quello! Me la faccio io una risata se vinciamo, si, si!

 

Un giornalista avvicina Canà.

 

GIORNALISTA: Signor Canà, permette un paio di domande?

 

ORONZO CANA’: Certo.

 

GIORNALISTA: Questa è la prima partita di un certo rilievo per la sua nuova Longobarda. Crede di aver dato un’impronta alla squadra?

 

ORONZO CANA’: Ehhh, caro giornalista. Questo solo il tempo potrà dircelo. Quello che posso dirle è che ho una squèdra ricca di calciatori di valore, solo che nessuno lo sa… (sottovoce) Nemmeno loro, purtroppo.

 

GIORNALISTA: E che tattica adopererà? Farà ancora ricorso alla sua mitica B-Zona?

 

ORONZO CANA’: Lei mi parla di cose che si riferiscono al passèto, ormai. Oggi il calcio è cambièto, si basa tutto su: passaggi veloci, gioco sulle fasce e ritmi frenetici. Il caro vecchio 5-5-5 non è più attuabile nel calcio odierno.

 

GIORNALISTA: Grazie per le dichiarazioni. Arrivederci, Canà.

 

Canà si siede in panchina, le due squadre sono già pronte per il calcio d’inizio. Il mister si volta verso la panchina dell’Inter. Ciccio Graziani, sorridendo, saluta Canà con le cinque dita della mano, alludendo alla batosta di tanti anni prima. Canà si volta schifato dall’altro lato e si morde il pugno con rabbia per non esplodere.

 

Primo piano del calcio d’inizio. E’ l’Inter a giocare il primo pallone. In sottofondo sentiamo le ovazioni dei tifosi. Canà è già in piedi e si sbraccia come un forsennato.

 

ORONZO CANA’: Sulle fasce! Sulle fasce! Azzo!

 

Canà si risiede in panchina, innervosito. Accanto a lui c’è Marco Latini.

 

MARCO LATINI: Mister, oggi mi farà entrare?

 

ORONZO CANA’ (distratto dalla partita): Ma tu guarda che combinano quelli…

 

MARCO LATINI: Mister, mi sente?

 

ORONZO CANA’: Eh, che c’è? Sto guardando la partita, per piacere, Latini!

 

Canà si volta dall’altro lato sbuffando per le insistenze del giovane.

 

 

Un’azione di gioco: un giocatore dell’Inter si smarca sul fondo, fa partire il cross ed un altro calciatore insacca di testa. Uno a zero per l’Inter. Canà si porta le mani al volto, disperato.

 

LATINI: Mister, dopo mi fa entrare, vero?

 

ORONZO CANA’: Ahhh, ancòra tu? Finiscila! Già stiamo perdendo, azzo!

 

La partita, intanto, continua. Vediamo che le poche azioni della Longobarda vengono facilmente frenate dalla retroguardia nerazzurra. In attacco si trovano Muzungu e Katzorakis. Quest’ultimo ha appena perso palla.

 

ORONZO CANA’ (rialzandosi in piedi e urlando): Katzorakis! Che cazzo, fai? Io ti sostituisco, sa?

 

LATINI: Mister, se le serve un attaccante di riserva ci sono io.

 

ORONZO CANA’ (sempre urlando): E tu la vuoi finire? Quelli ti mangiano vivo a te!

 

Canà si toglie l’impermeabile e lo lancia contro il giocatore, furibondo.

 

In rapida successione vediamo altri quattro goal dell’Inter: uno da fuori area, uno su rigore, un altro di testa ed uno a porta vuota, dopo una papera del portiere. L’estremo difensore si china per raccogliere il pallone, vediamo scritto sulla maglietta il suo nome: Gargiulo.

 

ORONZO CANA’ (guardano il portiere disperato): Gargiulo, Gargiulo… più ti guardo e più ti romperei il cu…

 

Canà si morde una mano per non dire parolacce.

 

LATINI: Mister, manca poco. Mi faccia entrare, la prego.

 

Oronzo Canà comincia a gridare delle parole in maniera isterica. Non si capisce nulla di quello che sta dicendo. D’improvviso si ferma di botto.

 

ORONZO CANA’: Vai, entra. Non ce la fèccio più con te.

 

Marco Latini in pochi secondi è pronto per entrare. Viene effettuata la sostituzione, e allo stesso tempo viene annunciato che manca un minuto al termine della gara. Proprio nell’ultima azione, il giovane prende palla e da fuori area lascia partire uno splendido tiro che si stampa sul palo. Dopo l’azione, l’arbitro dà il fischio di chiusura. Le due squadre lasciano il campo. Alcuni giocatori della Longobarda escono a testa bassa, altri stringono le mani agli avversari.

 

Inquadratura sulla panchina della Longobarda. Canà è ancora seduto, sconsolato. Gli si avvicina Ciccio Graziani.

 

CICCIO GRAZIANI: Allora, mister? Queste cinque pappine le hanno fatto bene?

 

Oronzo Canà si alza di scatto e spinge via Ciccio Graziani con rabbia.

 

ORONZO CANA’: Ma la vuoi finire, tu? Guarda che ti faccio passare un brutto dopo-partita!

 

I due cominciano a spintonarsi e a cercare di prendersi a testate, sfruttando la loro pelata. Dopo pochi secondi vengono divisi.

 

ORONZO CANA’: Io ti faccio un culo così a te!

 

Ciccio, allontanandosi, saluta di nuovo Canà con le cinque dita.

 

INT. SERA - SPOGLIATOIO DELLA LONGOBARDA

 

I giocatori sono tutti indaffarati nel cambiarsi. Qualcuno sta ancora facendosi la doccia. Nessuno parla. Canà rientra nello spogliatoio sbattendo la porta. Con lui c’è anche il Presidente Bergonzoni.

 

BERGONZONI: Vi sembra il modo di giocare, questo?

 

Nessuno risponde. Qualcuno abbassa lo sguardo.

 

BERGONZONI: Voglio più grinta, ragazzi. Più grinta! In campo dovete tirare fuori gli occhi della tigre! Dovete graffiare gli avversari, dovete morderli! Grrr, Grrr!

 

Bergonzoni impugna le mani ad artigli e continua a ringhiare, per rendere l’idea. Canà lo guarda inferocito.

 

BERGONZONI (guardando Canà): Ecco, un po’ come ha lo sguardo il mister quando lo disturbo, vero?

 

ORONZO CANA’: Esatto. Fila via, Bergonzelli…

 

BERGONZONI (correggendolo): Bergonzoni…

 

ORONZO CANA’ (infuriato): Sparisci!

 

Bergonzoni scappa via dallo spogliatoio.

 

ORONZO CANA’ (rivolto ai giocatori): Non date retta a quel rincoglionito del Prèsidente. E’ vero, però, se dice che ci vuole più grinta, più determinazione. Tra pochi giorni ci sono i sorteggi per la Coppa Chèmpioni, abbièmo ancora molto da lavorare.

 

MARCO LATINI: Mister, ha visto che palo che ho preso?

 

ORONZO CANA’ (gridando): Io ho visto che tu ti devi stare zitto, capito? Azzo! Sempre a parlère, stai! (di nuovo rivolto ai giocatori, stavolta urlando) In campo dovete tirare fuori i coglioni, è chiaro? Vi dovete rompere il cu…

 

Proprio mentre sta terminando la frase, esce dalle docce Muzungu, ancora tutto nudo. Canà lascia in sospeso la frase e guarda con meraviglia le parti basse del giocatore. Muzungu si allontana per prendere i vestiti.

 

Primo piano del volto di Canà, ancora meravigliato.

 

ORONZO CANA’: Mamma mia! Ma che c’ha tre gambe questo?

 

Stacco.

 

INT. GIORNO - SEDE SPORTIVA

 

E’ il giorno dei sorteggi per la Champions. Vediamo molti allenatori e dirigenti seduti a seguire lo sviluppo dei gironi. Canà è seduto in prima fila, ha le dita incrociate e fa continuamente gli scongiuri con un corno in mano. Il sorteggiatore è un uomo stempiato, un sosia di Blatter.

 

SORTEGGIATORE (afferrando un bussolotto e leggendo il nome): Group E… Longobarda!

 

Canà si emoziona a sentire il nome della sua squadra. Ora tocca estrarre le altre tre squadre del girone.

 

SORTEGGIATORE (leggendo un altro nome): Trabzonspor!

 

Canà festeggia, essendo una delle squadre più deboli del Torneo. Si guarda intorno, vedendo come tutti siano seri, e riacquista un po’ di contegno.

 

SORTEGGIATORE (leggendo): Group E… Dinamo Kiev!

 

Canà stavolta non riesce a trattenere l’entusiasmo. La Dinamo Kiev è evidentemente una delle squadre "meno forti" tra tutte. Oronzo sale sul palco dove avvengono i sorteggi e comincia a baciare il sorteggiatore sulla pelata.

 

ORONZO CANA’: Bello! Continua a sorteggiare così!

 

Alcuni uomini della Security accompagnano Canà al suo posto. Gli altri allenatori lo guardando con commiserazione.

 

Primo piano della mano del sorteggiatore che mischia i bussolotti.

 

ORONZO CANA’: Ti prego, una squadra scarsa. Ti prego, Madonna benedetta, fammi una grazia…

 

Il sorteggiatore pesca un bussolotto e lo apre.

 

Primo piano di Canà con gli occhi sbarrati.

 

Primo piano del sorteggiatore che legge il nome.

 

SORTEGGIATORE: Real Madrid!

 

Si sente un tonfo spaventoso. Tutti si voltano verso la direzione da cui è provenuto il rumore. Si tratta di Canà, che è crollato a terra, svenuto.

 

INT. SERA - STADIO DI CALCIO

 

Siamo alla prima partita di Champions League. Lo stadio è interamente ricoperto di neve. Qualche fiocco di neve cade dal cielo. Canà è seduto in panchina. Indossa un pesante cappotto nero, guanti dello stesso colore, una lunga sciarpa rossa che gli copre tutto il viso ed un cappellino di lana sempre rosso. Accanto a lui ci sono Marco Latini e l’arabo Al Calin.

 

PIZZUL (con il paraorecchie): La temperatura è di due gradi sotto zero, il campo è ai limiti della praticabilità, ma l’arbitro e le due società hanno dato l’ok per dare il via alla partita. Sono passati venti minuti, Dinamo Kiev e Longobarda sono ancora sullo 0 – 0, ma gli uomini di Canà sono parecchio in difficoltà.

 

Vediamo qualche azione di gioco. La Dinamo Kiev ha saldamente in mano il controllo delle azioni. Si gioca con il classico pallone di colore rosso, usato per essere visibile nonostante la neve. Primo piano di Canà, preoccupato.

 

ORONZO CANA’: Questi il campo lo conoscono a memoria. Guarda che controllo di palla che c’hanno.

 

LATINI (sorridendo): C'hanno le "dinamo" al posto delle gambe…

 

Oronzo Canà non gradisce la battutaccia del giocatore e lo guarda con aria schifata. Nel frattempo, Al Calin si alza improvvisamente in piedi e da’ indicazioni alla squadra. Si sbraccia e pronuncia qualche parola incomprensibile nella sua lingua.

 

ORONZO CANA’ (guardandolo spaventato): E che gli ha preso a questo?

 

Al Calin si rivolge ora all’allenatore, senza che si capisca una parola di quello che dice.

 

ORONZO CANA’: Uè, ma si può sapere che chèzzo vuoi? Mettiti a sedere!

 

AL CALIN (sedendosi): Allah! Allah!

 

ORONZO CANA’ (disperato): Oh, Madonna! Ma che vuole?

 

Il giocatore fa segno a Canà di guardare la partita.

 

ORONZO CANA’ (realizzando): Ahhh, volevi dire: guarda allà, giusto?

 

Al Calin fa segno di si, e Canà gli da uno schiaffone sulla testa.

 

ORONZO CANA’: E la prossima volta parla chièro, azzo!

 

Nel momento stesso in cui l’allenatore torna a guardare la partita, la Dinamo Kiev realizza la rete del vantaggio, dopo una splendida azione corale.

 

ORONZO CANA’: Porca puttèna, lo sapevo!

 

LATINI: Mister, se è in difficoltà posso entrà io, sa?

 

ORONZO CANA’: Latini, già stiamo perdendo, per piacere. Non ricomincière!

 

Un’altra azione di gioco, stavolta dal lato della panchina della Longobarda. Dopo un contrasto la palla termina fuori. Canà, per velocizzare l’azione, si alza per raccogliere la sfera, ma scivola e cade a terra. Un giocatore ucraino, scambiando la sua testa rossa per il pallone gli sferra un grosso calcio sulla nuca, facendolo stramazzare a terra per il dolore.

 

Primo piano di Canà con il volto rintronato dopo la botta.

 

ORONZO CANA’: Madooonna, che botta!

 

Canà sviene.

 

Immagini di rotative in movimento. Un giornale appare davanti allo schermo, la scritta recita:

Dinamo Kiev – Longobarda 3-0

 

INT. GIORNO - SALA STAMPA

 

Molti giornalisti sono assiepati all’interno della sala. Sullo sfondo intravediamo un lungo bancone, dietro il quale sono seduti Oronzo Canà ed altri dirigenti.

 

PRIMO GIORNALISTA: Canà, la sua squadra dovrà affrontare un impegno durissimo, contro il Real Madrid. Una sconfitta potrebbe significare l’addio al passaggio del turno.

 

ORONZO CANA’: Mah, indubbiamènde è una partita difficilissima… il Real Madrid è una squadra ricca di ottimi talenti… Zidane, Ronaldo, Roberto Carlos… ma la mia squadra non avrà paura dell’impegno.

 

SECONDO GIORNALISTA: Scusi la franchezza, ma la sua squadra non mi sembra in grado di poter competere con una compagine tanto blasonata. Contro la Dinamo Kiev avete sofferto molto, ed era una squadra alla vostra portata.

 

 

ORONZO CANA’: Ma questo che significa? Venga lei a giocare su un campo ghiaccièto come quello. Comunque, a me piace parlère coi fatti. Sul campo assisterete alla rinascita della Longobarda!

 

Stacco.

 

INT. SERA - STADIO DELLA LONGOBARDA

 

Seconda giornata di Champions. E’ la tanto attesa sfida contro il Real Madrid. Canà va a stringere la mano all’allenatore rivale, Fulgencio (Leo Gullotta). L’uomo ha dei baffetti neri ed un aspetto marziale.

 

FULGENCIO (con accento spagnolo): In bocca al lupo, Canà. Ne avrà bisogno…

 

Canà, girandosi, fa il segno delle corna e alza lo sguardo verso il cielo. Un addetto stampa si avvicina all’allenatore del Real Madrid.

 

INTERVISTATORE: Fulgencio, cosa si aspetta da questa partita?

 

FULGENCIO: El nuestro obiectivo es la victoria (gridando) siempre! Ma en esto caso nosotros no volemos solo ganar l’avversario. (ancora gridando) Nuestro obiectivo es la distrucciòn de la Longobarda! Esta es una guerra! Ta-ta-ta-ta-ta.

 

Fulgencio mima il gesto della mitragliatrice in maniera folle. Il giornalista si allontana, intimorito. L’allenatore del Real Madrid guarda in modo furibondo Canà e poi va a sedersi in panchina.

 

ORONZO CANA’: Questo si è fumèto l’erba del campo prima di venire…

 

Come al solito, c’è Bruno Pizzul ad occuparsi della telecronaca. Lo vediamo nella sua postazione solita.

 

PIZZUL: Primo impegno casalingo per la Longobarda in Champions, contro un’avversaria temibilissima: il Real Madrid. Molti hanno già preparato il pallottoliere…

 

Assistiamo al calcio d’inizio. A battere è la Longobarda. L’inquadratura poi passa sulla panchina di Canà.

 

ORONZO CANA’ (rivolto al vice allenatore): Quanto manca? Quanto manca? Quanto manca?

 

VICE-ALLENATORE: 89 minuti.

 

ORONZO CANA’ (urlando alla squadra): Forza, resistete! Manca poco! Che minuto è?

 

VICE ALLENATORE: Sono appena passati due minuti…

 

ORONZO CANA’: Due minuti e siamo ancora 0-0 con il Real Madrid. Forza, raghèzzi! Non mollète… non mollète… non mollète!

 

Il Real Madrid è al limite dell’area. Dopo uno scambio veloce un giocatore si trova davanti al portiere e lo trafigge.

 

ORONZO CANA’: … hanno mollèto.

 

Canà è disperato.

 

In rapida successione vediamo che il tabellone del risultato cambia continuamente. 0-1, 0-2, 0-3, 0-4, 0-5, 0-6, 0-7, 0-8, 0-9.

 

Inquadratura su Canà in panchina.

 

ORONZO CANA’ (piagnucolando): Quanto manca?

 

VICE ALLENATORE: E’ l’ottantesimo. Coraggio, mister!

 

Un giocatore del Real Madrid effettua un cross, e Zinedine Zidane insacca di testa. Lo vediamo, poi, festeggiare con i suoi compagni dandosi degli schiaffetti sulla testa stempiata. Canà si alza dalla panchina e si rivolge a lui dandosi a sua volta gli schiaffi sulla pelata. Udiamo un suono metallico ogni volta che la mano colpisce la testa.

 

ORONZO CANA’: Pure io sono bravo con la chèpa, che ti credi Zidène?

 

Canà si volta verso Fulgencio. Quest’ultimo lo guarda con aria di trionfo.

 

PIZZUL: L’arbitro dichiara chiuse le ostilità. E’ un risultato clamoroso: Longobarda – Real Madrid 0-10. Tutti i giocatori, ad eccezione del portiere, sono andati a segno.

 

Stacco.

 

INT. GIORNO - UFFICIO DEL PRESIDENTE

 

Il Presidente Bergonzoni sta parlando con alcuni dirigenti. Assieme a lui c’è anche il suo socio Giginho.

 

DIRIGENTE: La situazione è diventata insostenibile. Ci deridono tutti, ormai. Non possiamo andare avanti così. O se ne va Canà, o ce ne andiamo noi, portandoci dietro tutti i soldi che abbiamo dato per salvare la società. Si metta nei nostri panni…

 

BERGONZONI: Suvvia, non siate precipitosi. E’ vero che la squadra ha collezionato 0 punti in Champions League. E’ vero che ha subito tredici goal e non ne ha fatto neanche uno. E’ vero che in Campionato navighiamo nelle zone basse della classifica. Ma se fossi nei vostri panni… ecco, me ne sarei già andato da un pezzo, ma non è questo il punto…

 

GIGINHO (interrompendolo): … quello che el presidente vuol dir…

 

BERGONZONI (interrompendolo a sua volta): E tu la smetti di parlare brasiliano? Lo sanno tutti che sei italiano!

 

GIGINHO: Ma perché devi sempre sindacare su quello che faccio, non ho capito?

 

I due cominciano a battibeccare alzando la voce. I dirigenti interrompono la discussione.

 

DIRIGENTE (sbattendo un pugno sulla scrivania): Statemi a sentire! Vi diamo un ultimatum. O la Longobarda supera il primo turno di Champions, o noi molliamo tutto. Trovate voi i soldi per salvare la società!

 

I dirigenti si alzano e vanno via.

 

BERGONZONI: Non preoccupatevi. Canà ha la situazione in pugno. Alla prossima partita risorgeremo. Diglielo anche tu, Giginho.

 

Giginho scuote il capo, disperato.

 

Un giornale in prima pagina, leggiamo la notizia:

 

Trabzonspor-Longobarda 2-0

 

Subito dopo, un’altra notizia di giornale:

 

Classifica dopo le prime tre gare:

 

Real Madrid 9 punti

 

Dinamo Kiev 4

 

Trabzonspor 4

 

Longobarda 0

 

INT. GIORNO - CAMPO DI ALLENAMENTO

 

Una scena già vista. Canà in piedi a parlare con i suoi giocatori, seduti a terra.

 

ORONZO CANA’: Allora, raghèzzi. La situazione la sappiamo tutti qual è, non è il chèso di tornarci sopra. Sièmo ultimi in Coppa, lottiamo per non retrocedere in campionèto e siamo sull’orlo del fallimèndo! Sapete perché questa situazione non mi preoccupa?

 

I giocatori mormorano di no.

 

ORONZO CANA’: Perché so con certezza che peggio di così non può andare, vi pare?

 

Qualche goccia di pioggia comincia a cadere. In breve tempo si scatena un acquazzone incredibile. Canà guarda in cielo, sconsolato.

 

ORONZO CANA’: Ho testé preparato una tabella di marcia per i prossimi tre impegni di coppa. Abbiamo il ritorno con il Traszn… Trabock… vabbè, avete capito, in casa, e dobbiamo ottenere i tre punti, assolutamènde! Un’altra partita in casa con la Dinamo Kiev, in cui altri tre punti sono categorici, e la sfida con il Real Madrid, in cui, se ho fatto bene i calcoli, gli avversari saranno già qualifichèti e ci concederanno l’occasione per strappare almeno un pareggio. 7 punti, se le altre partite andranno come ho immaginèto passeremo il turno. E’ tutto chièro?

 

I ragazzi si guardano, non molto convinti.

 

ORONZO CANA’ (segnando con una X la partita con il Trabzonspor): Primo obiettivo: vincere la prossima partita!

 

Inquadrato in primo piano il titolo di un giornale:

Longobarda-Trabzonspor 0-0

 

La squadra di Canà a un passo dall’eliminazione.

 

Un’altra notizia subito dopo:

 

Classifica:

Real Madrid 12

 

Trabzonspor 5

 

Dinamo Kiev 4

 

Longobarda 1

 

INT. GIORNO - CAMPO DI ALLENAMENTO

 

Canà segna con una X la partita con la Dinamo Kiev, e poi si rivolge alla sua squadra.

 

ORONZO CANA’: Vabbè, abbièmo conquistato il primo punto almeno. Vorrà dire che vinceremo la prossima e dovremo sperare che il Real Madrid ci regali la vittoria.

 

LATINI: Scusi, Mister?

 

ORONZO CANA’: Che c’è, Latini?

 

LATINI: Mi sembra impossibile che il Real ci regali una vittoria. Giocando in casa, per giunta.

 

ORONZO CANA’ (innervosendosi): Che cosa sono questi discorsi? Chi l’ha detto che non potete battere il Real Madrid?

 

LATINI: Non ho detto che non possiamo batterli. Se lei mi lasciasse giocare almeno una volta…

 

ORONZO CANA’: Ecco… e lo sapevo io che ricominciavi con i tuoi soliti discorsi! Adesso mi dirai che con te in campo noi battevamo il Real Madrid, la Dinamo Kiev e il Trabzènspock…

 

LATINI (correggendolo): Trabzonspor.

 

ORONZO CANA’ (urlando): Trabzocchop, come chèzzo si chiama, va bene? La prossima partita stai in tribuna, va bene? Azzo!

 

(rivolgendosi a tutta la squadra) E voi, vedete di segnare almeno un gol la prossima partita, che poi ci penso io a farvi mantenere il risultato.

 

Stacco.

 

INT. SERA - CAMPO DELLA LONGOBARDA

 

 

E’ l’atteso ritorno con la Dinamo Kiev. Assistiamo ai soliti rituali pre-partita: l’ingresso delle due squadre, le strette di mano, la scelta del campo. Viene inquadrato per un attimo Marco Latini, in tribuna.

 

Primo piano sul volto di Canà, in panchina. Sembra stia pregando.

 

ORONZO CANA’: Raghèzzi, non deludetemi.

 

Notiamo solo ora che tira un fortissimo vento. Parte il calcio d’inizio, la Dinamo Kiev tenta un lancio lungo, che termina direttamente nell’area avversaria. Il portiere Gargiulo aggancia con sicurezza la sfera, ma improvvisamente questa gli sfugge di mano e rischierebbe di finire in rete se l’estremo difensore non fosse abbastanza svelto da ribloccarla al volo.

 

ORONZO CANA’ (infuriato): Gargiulo! Maledètto! Tu mi fai venire un infarto a me!

 

Il portiere effettua la rimessa. Il suo tiro è molto potente, ed agevolato dal forte vento, fa finire il pallone direttamente nell’area avversaria, dove l’altro portiere, impreparato, si fa superare incredulo. La palla è in rete!

 

ORONZO CANA’: Goool!

 

I giocatori abbracciano il portiere, autore di questo stranissimo goal.

 

ORONZO CANA’ (rivolto alla panchina): Avete visto che gol! Ha fatto un tiro con il rinculo. Giustamènde: Gargiulo – Rinculo, no?

 

Canà ride da solo a questa battuta squallida, mentre la panchina gli sorride cortesemente.

 

La Dinamo Kiev riparte furiosa, e la Longobarda comincia a rintanarsi nella propria meta campo.

 

ORONZO CANA’: Raghèzzi, via al Supercatenaccio!

 

Una scena incredibile: tutta la squadra della Longobarda è disposta in fila davanti all’area di rigore. Due giocatori sono più arretrati, ma è praticamente impossibile superare questa muraglia. I giocatori avversari tentano di effettuare lanci lunghi, dei dribbling, delle triangolazioni, ma lo spazio è chiuso da ogni parte.

 

ORONZO CANA’ (esaltato): Funziona!

 

La solita notizia riportata dal giornale:

Longobarda – Dinamo Kiev 1-0

 

 

Un’altra notizia:

 

Classifica:

Real Madrid 15

 

Trabzonspor 5

 

Dinamo Kiev 4

 

Longobarda 4

 

INT. GIORNO - STUDIO DEL PRESIDENTE

 

I dirigenti parlottano con Bergonzoni e Giginho.

 

BERGONZONI: Avete visto? Mica male il nostro Canà, eh?

 

DIRIGENTE: Non canti vittoria troppo presto. Per qualificarci dovremo battere il Real Madrid e sperare che le altre due squadre pareggino.

 

BERGONZONI: Suvvia, un po’ di ottimismo, no?

 

DIRIGENTE: Vedremo…

 

I dirigenti escono. Subito dopo entra Canà.

 

ORONZO CANA’: Non si fidano di me, eh? Maledètti. (rivolto a Giginho) Allora, hai preparèto tutto?

 

GIGINHO: No se preoccupe, Canà. Parlerò con Fulgencio, l’allenatore del Real Madrid. Siamo vecchi amici, siamo stati fratelli de leche! Ci concederà la vittoria senza problemi.

 

Stacco.

 

INT. GIORNO - SEDE DEL REAL MADRID

 

Giginho entra in una stanza in cui si trova Fulgencio.

 

GIGINHO: Permesso?

 

FULGENCIO (serio): Ah, eres tu…

 

GIGINHO: Vai alla grande con il Real, vero? Primo in campionato, primo e già qualificato in Champions…

 

FULGENCIO: Che quieres?

 

GIGINHO: Ecco, sei già qualificato per il prossimo turno, non potresti concedere la vittoria alla nostra squadra?

 

FULGENCIO (Gridando e alzandosi in piedi): Che cosa?

 

GIGINHO: No, dico, potresti…

 

FULGENCIO: Se vosotros avete squadra de mierda non vedo por que io devo farvi ganar! Fuori!

 

Giginho si allontana intimorito verso la porta. Si volta un attimo prima di uscire.

 

GIGINHO: Neanche un pareggio?

 

Fulgencio prende la prima cosa che gli capita a tiro, un portapenne pieno, e lo lancia contro Giginho colpendolo in pieno volto. Quest’ultimo, ricevuto il messaggio, se ne va.

 

INT. SERA - STADIO DEL REAL MADRID

 

La partita è già cominciata. Il tabellone riporta il risultato: Real Madrid – Longobarda 4-0, ed è il quindicesimo del primo tempo.

 

ORONZO CANA’: Qua ci vorrebbe solo un mirècholo per vincere.

 

Canà si volta verso Latini, che lo guarda in modo ammiccante.

 

ORONZO CANA’: Ho detto un mirècholo, non una catastrofe, Latini! Resta in panchina.

 

L’arbitro fischia la fine del primo tempo. Canà si alza in piedi per scendere negli spogliatoi.

 

ORONZO CANA’: Solo una botta di fortuna ci può salvare…

 

Appena terminata la frase, qualcosa colpisce al volto Canà, che crolla a terra.

 

Giocatori e arbitro si avvicinano a lui per accertarsi delle sue condizioni.

 

GIOCATORE: Cos’è stato?

 

SECONDO GIOCATORE: Guardate, è stato colpito da quella monetina…

 

ARBITRO: Rimettetelo in piedi e portatelo in infermeria, presto!

 

Vediamo inquadrati gli spalti gremiti e il tifo incessante dei tifosi. Qualche coro in spagnolo, probabilmente irriguardoso, viene rivolto nei confronti di Canà.

 

Compare un giornale sullo schermo. La scritta recita:

Real Madrid – Longobarda 0 – 3 a tavolino

 

Un’altra scritta compare:

 

Classifica:

Real Madrid 15

 

Longobarda 7

 

Trabzonspor 6

 

Dinamo Kiev 5

 

Clamorosa qualificazione della Longobarda!

 

Infine, un’ultima notizia:

Sorteggio Champions: Longobarda – Bayern Monaco

 

INT. GIORNO - CAMPO DI ALLENAMENTO

 

Canà, che ha una vistosa fasciatura sul naso, sta diramando i nomi dell’11 che partirà titolare per la sfida contro il Bayern Monaco.

 

ORONZO CANA’ (schiarendosi la voce): Allora, in porta: Gargiulo, in difesa: Nugnes, Musagic, Rapillo e Oliva; a centrocampo: Marrandino, Tavoletta, Esposito, Al Calin. In attacco: Muzungu e Katzorakis.

 

Vediamo Marco Latini che non reagisce bene alle scelte del mister.

 

ORONZO CANA’: (rivolto ai due attaccanti) Muzungu! Katzorakis! Mi aspetto molto dai voi due per il prossimo impegno. Avete visto che con il Super- Catenaccio difficilmènde gli avversari riescono a tirare in porta. Il nostro obiettivo è segnare almeno un gol, ed è per questo che voi due dovete tirare fuori le pèlle sul campo. Mi dispiace essere duro con voi, ma finora siete stati una coppia della minchia, di nome (Canà guarda verso Katzorakis) e di fatto (Canà guarda verso Muzungu).

 

Stacco.

 

INT. SERA - STADIO DELLA LONGOBARDA

 

La partita è già cominciata, è il trentesimo del primo tempo, il risultato è ancora sullo zero a zero.

 

PIZZUL: Amici telespettatori, per chi si fosse collegato in questo istante, ricordiamo che la gara è ancora ferma sullo 0-0. La Longobarda si difende bene, ma è poco incisiva in attacco, come al solito. Il Bayern sembra invece giochicchiare con il pallone, aspettando l’occasione giusta per portarsi in vantaggio.

 

La scena passa su Canà, in panchina.

 

ORONZO CANA’: Questi sembrano dei caterpillar, guardali, che cosce che c'hanno.

 

Muzungu riceve palla in attacco, ma viene steso a terra da un difensore del Bayern Monaco di colore. Dal nome sulla maglia leggiamo che si tratta di Kuffour.

 

ORONZO CANA': Ahia! Muzungu ha trovato pène per i suoi denti!

 

LATINI: Intende dì pane, mister?

 

ORONZO CANA': No, no. Intendo proprio pene.

 

LATINI: Non capisco…

 

ORONZO CANA': Eh, capisco io, Latini…

 

L'arbitro dichiara la fine del primo tempo, e le due squadre scendono negli spogliatoi.

 

INT. SERA - SPOGLIATOIO

 

Canà cerca di motivare i suoi giocatori, che appaiono parecchio stremati dalla contesa.

 

ORONZO CANA' (urlando): Forza raghèzzi, forza! Abbiamo retto un tempo, ce la possiamo fare!

 

MUZUNGU: Mister, ma quel difensore mi sta distruggendo.

 

ORONZO CANA': Muzungu, da te non me l'aspettavo questo. Tu devi tirare fuori le pèlle in campo. Reagisci colpo su colpo, tu hai qualcosa in più rispetto all'avversario, e lui lo sa. C'ha paura di te.

 

Muzungu guarda con attenzione Canà, e soprattutto i suoi gesti eloquenti quando si riferisce al suo "avere qualcosa in più".

 

ORONZO CANA': Voi siete come due guerrieri… armati di una grande scimitarra. Lui ti aggredisce, cercando di metterti in difficoltà, ma al momèndo giusto tu… PAC! Lo infili a sorpresa, capito?

 

Muzungu fa un cenno affermativo con il capo, convinto.

 

ORONZO CANA': Bene, e ricordate: l'importante è fare almeno un goal, perché a subirne non ne subiamo.

 

Stacco veloce su un'azione del Bayern che realizza la rete del vantaggio.

 

PIZZUL: Rete! Rete del Bayern Monaco. Dopo settantacinque minuti di gioco il risultato si sblocca. 1-0 per la squadra tedesca.

 

Inquadratura sulla panchina di Cana'.

 

ORONZO CANA': E lo sapevo io, lo sapeeeevo! Per forza, se il fluidificante non fluidifica e il centro-mediano di rottura non centro-mediana, di conseguènza il terzino deve scalare e fare il secondino. Loro si trovano in superiorità numerica e segnano. E' normale!

 

LATINI: Mister, manca poco. Mi faccia entrà!

 

ORONZO CANA': Guarda, ti posso mettere al posto del mediano di rottura a te. Saresti perfetto, perché in quanto a rompere non ti batte nessuno! Azzo!

 

L'inquadratura torna sulla postazione del telecronista.

 

PIZZUL: 5 minuti più recupero al termine della gara. Il risultato è sempre a favore del Bayern Monaco. Ma, attenzione, Al Calin si porta sul fondo ed effettua il cross. Sul pallone si avventano Muzungu e Kuffour. La palla è in rete! Pareggio della Longobarda!

 

Muzungu viene abbracciato dai suoi compagni, ma vediamo che alcuni giocatori del Bayern si portano verso il guardalinee per protestare.

 

PIZZUL: Veementi proteste da parte dei giocatori tedeschi, che reclamano per un fallo di mano dell'attaccante. Il replay non riesce a porre rimedio alla questione, ma l'arbitro è irremovibile. Il goal è valido.

 

Canà in panchina esulta.

 

ORONZO CANA': Madonna Benedetta! Lo ha infilato con la scimitarra, come gli avevo detto io! Incredibile!

 

Inquadratura sull'arbitro che fischia la fine della partita. Le squadre escono dal campo. Canà fa lo stesso, ma viene fermato dal solito giornalista.

 

GIORNALISTA: Allora, Canà, un commento a caldo dopo la partita?

 

ORONZO CANA': E che c'è da dire? La mia squadra ha dimostrato ancora una volta di che pasta è fatta. Tutti i giocatori, e in particolare Muzungu, hanno tirato fuori qualcosa in più rispetto agli avversari. Adesso ci giocheremo tutto al ritorno.

 

GIORNALISTA: E cosa ha da dire sulla rete del pareggio? Le immagini non sono chiare, ma i giocatori del Bayern hanno protestato per un presunto fallo di mano dell'attaccante.

 

ORONZO CANA': Infatti il fallo c'era… ma non era di mano. Arrivederci.

 

Stacco.

 

EST. GIORNO - AEREOPORTO

 

Un aereo è appena atterrato in pista. Dal portellone scende Oronzo Canà, seguito dalla squadra. I ragazzi sono sbarcati in Germania.

 

ORONZO CANA': Raghèzzi, avete tutta la mattinèta libera. Incontriamoci al campo d'allenamèndo alle 15 in punto, mi raccomando.

 

Stacco.

 

EST. GIORNO - STRADE DI MONACO

 

La squadra si sta godendo un giro panoramico della città. I giocatori scherzano tra di loro. In prima fila ci sono Latini e Muzungu.

 

LATINI: Ahò, a me m'è venuta fame. Me compro un panino.

 

Latini si avvicina ad un chioschetto, assieme a Muzungu.

 

LATINI (rivolto a Muzungu): Questo me capisce se parlo in italiano?

 

MUZUNGU (scherzosamente): Ma perché, sai parlare anche italiano tu?

 

LATINI: Ehhh, 'a Senegal… se non vinciamo la Champions te prendo per le orecchie e te arzo come na Coppa Campioni, capito?

 

MUZUNGU (sempre ridendo): Certo, come no.

 

LATINI (rivolto al gestore del chioschetto): Scusi, mi da un panino?

 

Il gestore è un uomo corpulento, calvo.

 

GESTORE: Ein Brot?

 

In basso leggiamo i sottotitoli in italiano: Un panino?

 

LATINI: Ahò, brutto a chi? Ma te sei visto? Me pari l'omino della Michelin!

 

Muzungu allontana Latini dall'uomo, riportandolo alla calma.

 

MUZUNGU: Lascia stare. Te lo compro io un panino. E' venuta fame anche a me. Mi sa che prendo un Hot Dog…

 

LATINI: N'altro? Nun te basta quello che te ritrovi tra le gambr?

 

Latini ride alla sua battua, Muzungu scuote il capoccione.

 

INT. GIORNO - CONFERENZA STAMPA

 

Canà deve effettuare la solita conferenza stampa pre-partita. E' seduto ad un lungo bancone ed è circondato da numerosi giornalisti. Sono tutti tedeschi.

 

PRIMO GIORNALISTA (parlando in precario italiano): Mister Canà… che effetto le fa essere qui in Germania, per affrontare un così duro impegno?

 

ORONZO CANA': Come ben saprete, io adoro tutto il popolo tedesco. Da questa terra sono sorti fior fior di campioni: Matthaus… Beckenbauer… Rumenigge, che è stato per pochi minuti un giocatore della Longobarda. Sono molto emozionèto, e mi aspetto una grande prova dai miei.\\\

 

SECONDO GIORNALISTA (sempre in italiano): Qui a Monaco, ricordiamo tutti la sfuriata che fece Trapattoni contro alcuni giocatori del Bayern, in particolare verso Strunz. Ma dopo aver visto lei in campo dicono che l'esplosione di rabbia del Trap non era niente in confronto alle sue… ecco… diciamo, intemperie.

 

ORONZO CANA' (innervosendosi subito): Questo che significa? Sono un po' focoso, lo ammètto, ma ho sempre grande rispetto degli avversari e di chi mi sta di fronte.

 

TERZO GIORNALISTA (parlando in tedesco): Trapattoni sagte: "Wenn sie in dem Sack nicht haben, keine Katze sagen"…

 

In basso leggiamo la traduzione: Trapattoni diceva: non dire gatto, se non ce l'hai nel sacco…

 

ORONZO CANA' (interrompendolo, rabbioso): Senta lei, a me non mi si piglia in giro chiaro?

 

Canà si alza in piedi, sbattendo i pugni sul bancone.

 

ORONZO CANA' (ripetendo le parole del giornalista, nel modo in cui le ha capite): "Che cazz sape", a me? Io ti spezzo le gambe e ci verso la birra dèntro, capito?

 

Si crea una gran confusione, alcuni uomini cercano di calmare Canà, altri provano a sedare la discussione. Ma la situazione diventa ancora più confusa e complicata.

 

ORONZO CANA' (mentre viene portato via): Giornalisti di merda!

 

Canà si rivolge ad alcuni uomini intorno a lui, cercando di giustificarsi.

 

ORONZO CANA: Ma quello mi ha detto: "che cazz ne sape, tu?" Mi stava offendèndo!

 

Stacco.

 

INT. SERA - STADIO DEL BAYERN MONACO

 

Inquadratura sugli spalti. Lo stadio è gremito, ma sembrano esserci solo tifosi del Bayern Monaco dato che vediamo unicamente bandiere del loro colore. In sottofondo sentiamo l'inno della Champions League, mentre le squadre posano per la foto di rito. Canà è in panchina, e sembra stia pregando.

 

ORONZO CANA': Sant'Antonio e San Pasquale, fategli far bene la diagonale. Sant'Ambrogio e San Simone, fategli fare un goal su punizione. San Severo e…

 

LATINI (interrompendolo): Mister, oggi deve farmi assolutamente giocà. E' la mia gara, lo sento.

 

ORONZO CANA' (con tono implorante)

 

… San Severo e San Filippo… fallo stare un poco zitto. Amen.

 

La partita ha inizio. Il Bayern attacca in maniera arrembante, ma nonostante tutto, la Longobarda riesce a mantenere il risultato in parità, grazie alla solita super difesa.

 

LATINI: Mister, la squadra non segna. Se finisce zero a zero usciamo dalla coppa, lo sa?

 

ORONZO CANA': Lo so, lo so. Ma non temere, la fortuna è dalla nostra. Riusciremo a segnare, ne sono sicuro.

 

Proprio mentre Canà sta parlando, il Bayern riesce a portarsi in vantaggio. Lo stadio esplode di gioia. L'allenatore, disperato, si strappa dalla testa i pochi capelli rimasti.

 

Con uno stacco veloce, vediamo che siamo giunti al settantacinquesimo minuto, e la partita è sempre sull' 1-0.

 

LATINI: Mister, questi ci hanno preso le misure. Stanno amministrando la partita…

 

 

ORONZO CANA': Latini, che ti credi che non me ne sono accorto?

 

LATINI: Mi faccia entrà, la prego. Non abbiamo niente da perdere, ormai.

 

Oronzo Canà resta per qualche secondo in silenzio, pensieroso. Poi da l'ok al giocatore.

 

ORONZO CANA': Vai, entra, dai. Tanto non abbiamo niente da perdere… abbiamo già perso.

 

Latini si riscalda in fretta ed entra in campo. Subito va a cercar palla a centrocampo, una volta ricevuta, salta un avversario, ne salta un altro e serve un suo compagno libero. Canà è meravigliato.

 

ORONZO CANA': Ma chi è… Maradona?

 

Latini riceve palla al limite dell'area, salta un difensore e con un preciso destro infila il portiere.

 

ORONZO CANA' (esultante): Ma che Maradona, questo è più forte di cinque Maradona messi insieme! Goool!

 

Latini va ad abbracciare Canà, che saltella come un forsennato a bordo campo. I due inscenano un balletto allegro per festeggiare.

 

ORONZO CANA': Ed ora sbattiamoli fuori questi Strunz!

 

Latini torna in campo, e ruba subito il pallone agli avversari.

 

ORONZO CANA': Vai, vai… corri, corri… passa, passa… dribbla, dribbla… tira, tira…

 

Canà si dimena in piedi come se stesse correndo lui stesso in campo.

 

Latini è entrato in area di rigore, scarta il portiere e deposita il pallone in rete a porta vuota.

 

L'esultanza di Canà è indescrivibile, salta da un lato all'altro del campo senza sosta, comincia ad abbracciare i giocatori in panchina, fino ad arrivare al quarto uomo e a riempirlo di baci. Questi cerca di spingerlo vi

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ma......non mi pare 1 grande idea.......i sequel fatti a così tnta distanza di tempo non sono mai ll'altezza delle aspettative....

 

anzi.....rovinano anche la fama dei film che li hanno preceduti......

 

aspettiamo e vedremo..... :ph34r:

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ho letto tutto anch'io.......

 

la trama c'è ed è anche ben scritta con una sua logica..... adesso bisogna vedere la resa, i tempi e il peso di certe battute e situazioni......

 

bellissime le citazioni da altri film.... su tutti vitali che ripropone due suoi personaggi calcistici: l'arbitro e paulo roberto cotechino........

 

staremo comunque a vedere....... concordo con nikita che gli anni pesano cmq per tutti e il rischio è alto.....

Modificato da JOK

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LATINI (afferrando il gessetto): Ecco, ho uno schema molto semplice da consigliare, invece di tutti questi scarabocchi. Voi mi date la palla qui (Marco segna con una X la zona in fondo al campo), e io poi faccio così, così, così…

 

Mentre Marco Latini parla, vediamo che con il gessetto disegna una linea in mezzo al campo che rappresenterebbe egli stesso che dribbla tutti gli avversari fino ad arrivare alla porta avversaria.

 

LATINI: Così… e goal. Facile, no?

 

Sketch ladrato da "Fuga per la vittoria". :D

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PELE' (afferrando il gessetto): Ecco, ho uno schema molto semplice da consigliare, invece di tutti questi scarabocchi. Voi mi date la palla qui (PELE' segna con una X la zona in fondo al campo), e io poi faccio così, così, così…

 

Mentre PELE' parla, vediamo che con il gessetto disegna una linea in mezzo al campo che rappresenterebbe egli stesso che dribbla tutti gli avversari fino ad arrivare alla porta avversaria.

 

PELE': Così… e goal. Facile, no?

 

Sketch ladrato da "Fuga per la vittoria". :D

876980[/snapback]

 

:D

 

 

 

 

@Luckyy: PraticamenDDDDDDDeeeeeeeee! non c'è più bisogno di vedere il film... :D

Modificato da BIG_LUCIANO

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