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Magnus Rosèn

Indagato don Pierino Gelmini

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nn ho letto il topic, scusateme.

io ho conosciuto d.pierino, e nn mi schiero di certo!

dico solo che quelli che di piu' odio e giudico menzonieri come i piduisti, i fascisti e silvio ....si son schierati subito a difenderlo......e cio' nn va certo in suo favore!!!!!

per il resto staremo a vedere, ma certo.....io notai nei giorni che da piccolo ho visitato la comunità........un certo attaccamneto ai potenti e soprattutto ai loro soldi!!!

poi, nn me ne vogliano i preti (ce ne sono di veralmente vocati) ...ma reprimersi nella vita, ...reprimere qualsiasi cosa........porta a comportamenti devianti che a volte sono scontati!!!!

 

ad esempio, un prete da oratorio.....nn sta' a contatto con belle donne, ma magari coi bambini, e cio' porta a sviluppare devianze represse ecc.....

 

nel suo caso il mio giudizio, 30 anni fa', era di ammirazione incondizionata, per poi passare a dubbioso, e poi quasi ad antipatia, ma nn so' spiegarvi perche'!

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non mi sento di dare un giudizio non conoscendo personalmente don pierino e tanto meno la vicenda in cui è implicato

 

c'è un indagine, vedremo gli sviluppi; se è colpevole deve essere condannato come qualsiasi altro cittadino

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Don Mazzi dal pm contro don Gelmini Il fondatore di Exodus interrogato su un episodio del '93 conferma le confidenze di un ragazzo: «Mi disse di aver subito violenze»

 

 

ROMA — Torna indietro nel tempo fino al '93 l'inchiesta sulle presunte violenze sessuali commesse da don Pierino Gelmini su alcuni tossicodipendenti all'interno della Comunità incontro. La novità è emersa dall'interrogatorio come «persona informata sui fatti» di don Antonio Mazzi, il padre di Exodus: è stato sentito dai magistrati di Terni all'inizio della scorsa settimana e ha confermato il contenuto di una lettera da lui inviata a un ragazzo che aveva assistito nel suo centro per un paio d'anni.

Il giovane ha denunciato di aver appunto subito gli abusi 14 anni fa, quando ha trascorso un periodo di sei mesi ad Amelia. Poi si è trasferito in una struttura di don Mazzi, con il quale si è confidato e ha continuato a mantenere rapporti epistolari. Il procuratore Carlo Maria Scipio e il pm Barbara Mazzullo volevano sapere dal fondatore di Exodus se confermava quello che aveva scritto all'ex drogato nel 2003. Il sacerdote, nel corso dell'interrogatorio, ha ribadito punto per punto quello che aveva sottolineato nella missiva, in cui c'è un chiaro riferimento alle violenze sessuali.

Le parole del fondatore di Exodus avrebbero aggravato la posizione di don Gelmini: per gli inquirenti sono una conferma, seppure indiretta, delle accuse nei suoi confronti. Almeno da parte di uno dei sei ragazzi, cinque dei quali si sono rivolti agli investigatori dopo essere stati allontanati dalla Comunità per aver commesso dei furti. «Faremo presto, non perché c'è qualcuno che ce lo chiede, ma perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo» ha annunciato la Mazzullo, lasciando capire che la conclusione dell'indagine è vicina. Più cauto l'avvocato Lanfranco Frezza, che difende don Gelmini insieme con Franco Coppi: «Non ci aspettiamo novità prima della fine di settembre ». Don Gelmini ieri era a Pompei. E il sindaco Claudio D'Alessio ha riportato le sue parole: «La Chiesa mi è vicina: io non mollo, mi sento un leone. L'albero più alto è quello che rischia di più di essere abbattuto dal vento», ha aggiunto con una metafora il capo della Comunità incontro. «L'unico vero giudice è la coscienza e io sono in pace con la mia...».

Dal mondo politico, altre manifestazioni di solidarietà per don Gelmini. «Devono finire le aggressioni che continuano nei suoi confronti», ha chiesto l'esponente di Forza Italia ed ex ministro Stefania Prestigiacomo. E Don Luigi Ciotti: «Continuo a essere vicino a don Gelmini come persona. Però per andare avanti — ha ribadito — le strutture devono essere garantite solo dagli enti locali, dalle istituzioni preposte e dai cittadini. Non dalla politica».

 

corriere.it

 

prete contro prete :unsure:

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Don Mazzi dal pm contro don Gelmini Il fondatore di Exodus interrogato su un episodio del '93 conferma le confidenze di un ragazzo: «Mi disse di aver subito violenze»

 

 

ROMA — Torna indietro nel tempo fino al '93 l'inchiesta sulle presunte violenze sessuali commesse da don Pierino Gelmini su alcuni tossicodipendenti all'interno della Comunità incontro. La novità è emersa dall'interrogatorio come «persona informata sui fatti» di don Antonio Mazzi, il padre di Exodus: è stato sentito dai magistrati di Terni all'inizio della scorsa settimana e ha confermato il contenuto di una lettera da lui inviata a un ragazzo che aveva assistito nel suo centro per un paio d'anni.

Il giovane ha denunciato di aver appunto subito gli abusi 14 anni fa, quando ha trascorso un periodo di sei mesi ad Amelia. Poi si è trasferito in una struttura di don Mazzi, con il quale si è confidato e ha continuato a mantenere rapporti epistolari. Il procuratore Carlo Maria Scipio e il pm Barbara Mazzullo volevano sapere dal fondatore di Exodus se confermava quello che aveva scritto all'ex drogato nel 2003. Il sacerdote, nel corso dell'interrogatorio, ha ribadito punto per punto quello che aveva sottolineato nella missiva, in cui c'è un chiaro riferimento alle violenze sessuali.

Le parole del fondatore di Exodus avrebbero aggravato la posizione di don Gelmini: per gli inquirenti sono una conferma, seppure indiretta, delle accuse nei suoi confronti. Almeno da parte di uno dei sei ragazzi, cinque dei quali si sono rivolti agli investigatori dopo essere stati allontanati dalla Comunità per aver commesso dei furti. «Faremo presto, non perché c'è qualcuno che ce lo chiede, ma perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo» ha annunciato la Mazzullo, lasciando capire che la conclusione dell'indagine è vicina. Più cauto l'avvocato Lanfranco Frezza, che difende don Gelmini insieme con Franco Coppi: «Non ci aspettiamo novità prima della fine di settembre ». Don Gelmini ieri era a Pompei. E il sindaco Claudio D'Alessio ha riportato le sue parole: «La Chiesa mi è vicina: io non mollo, mi sento un leone. L'albero più alto è quello che rischia di più di essere abbattuto dal vento», ha aggiunto con una metafora il capo della Comunità incontro. «L'unico vero giudice è la coscienza e io sono in pace con la mia...».

Dal mondo politico, altre manifestazioni di solidarietà per don Gelmini. «Devono finire le aggressioni che continuano nei suoi confronti», ha chiesto l'esponente di Forza Italia ed ex ministro Stefania Prestigiacomo. E Don Luigi Ciotti: «Continuo a essere vicino a don Gelmini come persona. Però per andare avanti — ha ribadito — le strutture devono essere garantite solo dagli enti locali, dalle istituzioni preposte e dai cittadini. Non dalla politica».

 

corriere.it

 

prete contro prete  :unsure:

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Ah, capirai, Don Mazzi, il prete dei salotti televisivi.

Farebbe e fa di tutto per un pò di notorietà.

Figurati ci si è buttato a capofitto, così rimedia un altro paio di comparsate

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LI PRETI SE DEVONO DA SPOSAAA'

 

DEVONO ANNUSA' LA PICCHIA , SE NO COME CAZZO FANNO A PARLA' DE FAMIGLIE E DE FIGLI??

 

da www.liberazione.it

 

Storie di ordinario amore

tra una donna e un prete

 

Tiziana Barrucci

«Gli unici momenti in cui potevamo veramente stare soli era quando andavamo in vacanza. Di solito fuori dalla Svizzera. Erano momenti speciali, e lui, trascinato dalla situazione, mi faceva tante promesse, mi giurava che tutto sarebbe cambiato, che finalmente la nostra relazione sarebbe diventata ufficiale. Ma poi tornavamo a casa a Friburgo e dopo qualche giorno la normalità prendeva il sopravvento. Lui mi ripeteva che non poteva farlo. Non poteva dare quel dispiacere alla sua famiglia, ai suoi amici, ai fedeli». Sembra l'attacco di un romanzo d'amore, e lo potrebbe anche essere, ma è pure parte di una storia vera. Quella di Gabriella Loser Friedli e del suo compagno, un prete di una parrocchia di Friburgo. E' la storia dei loro ventidue anni di relazione clandestina, di un figlio voluto e nato di nascosto. La storia di paure, incertezze, sofferenze fino alla grande svolta, dopo ventidue anni: il matrimonio e l'abbandono della Chiesa. «Sono passati 12 anni - racconta Gabriella - e un giorno lui ha sentito che poteva fare il grande passo. Sua madre era morta e convincere il padre che sposarsi non era una vergogna è stato più semplice. Abbiamo perso degli amici, ma ci sono state anche persone che ci hanno aiutato». Gabriella aveva 21 anni quando ha conosciuto il suo principe azzurro, che però prima di lei aveva conosciuto Dio. Dopo le prime resistenze nasce una storia. «Essere in clandestinità è difficile, ancora oggi mi sembra impossibile che io sia restata in quella situazione per 22 anni. Eppure l'ho fatto. Non volevo perderlo». Gabriella assieme a un'altra donna, Khatarina Thomas Kanka ha fondato l' Associazione delle donne vittime del celibato in Svizzera ( Verein der vom Zölibat betroffenen Frauen in der Schweiz , abbreviato ZöFra ). Coma la sua, sparse per il mondo esistono molte organizzazioni con lo scopo di portare consulenza e offrire ascolto e aiuto alle donne dei preti. Secondo statistiche più o meno ufficiali ben il 60% dei preti in tutto il mondo avrebbe una relazione con una donna. «Era il 1994 quando ho deciso di iniziare questa battaglia, per aiutare tutte le donne che hanno una storia simile alla mia e magari sono state anche meno fortunate di me», ricorda Gabriella. ZöFra è formata da un gruppo di donne, unite dal fatto di amare o di avere amato un prete cattolico. Accompagna donne che vivono in segreto una relazione con un prete cattolico, che sono state lasciate da un prete per un'altra donna, che hanno dei figli dai loro compagni sacerdoti e si trovano in difficoltà perché il padre continua a svolgere il suo ministero, che sono state abusate da un prete, che hanno lasciato il proprio ordine per amore di un uomo, il cui compagno è morto e non sanno dove trovare conforto perché la loro era una relazione segreta. Dalla sua fondazione a oggi, ZöFra ha seguito quasi 500 donne, in tutta la Svizzera. «La metà di loro sono alla fine riuscite a sposarsi». Nel 2003, ZöFra ha condotto un'indagine anonima sulla condizione dei preti che amano una donna e delle loro compagne. Sono stati presi in considerazione 310 casi (e dunque, 620 persone adulte, senza contare i figli), nella maggior parte dei cantoni svizzeri, Ticino e Grigioni compresi. I risultati dell'indagine, che secondo l'associazione non rappresenta che la punta dell'iceberg di un fenomeno diffuso, sono stati trasmessi alla Conferenza dei Vescovi Svizzeri, sono stati utilizzati da ZöFra nelle sue iniziative a favore dell'abolizione del celibato in Svizzera e sono stati presentati alle associazioni che lavorano nello stesso settore, in altri Paesi europei. «Sono quindici anni che scriviamo al Vaticano, ma non abbiamo mai ricevuto risposta, neanche una lettera che riconosca la nostra associazione». Eppure la questione dei preti cattolici con relazioni clandestine è una realtà «molto più presente di quanto la gente comune pensi», spiega Ciril Berthel, ex prete cattolico sposato e ora in pensione (senza soldi perché ha lasciato il sacerdozio) che ha fondato nel 2003 l'associazione Preti che hanno una relazione ( Priester in Beziehung ), con sede sempre in Svizzera. «E il Vaticano sa che si tratta di un fenomeno che riguarda molto più della metà dei preti cattolici nel mondo». Preti che hanno una relazione è composto da quindici preti cattolici sposati «alcuni di loro hanno mantenuto un lavoro nella chiesa ma non possono più dire messa, altri hanno dovuto abbandonare la loro vecchia professione». Secondo Ciril Berther il sistema attuale in vigore nella chiesa cattolica non favorisce il coming-out dei sacerdoti che hanno una relazione con una donna. Ciò che viene favorito è invece il silenzio. «Il problema non è la relazione in sé, ma che la relazione diventi pubblica», afferma Berther. «In molte parrocchie quasi tutti sono a conoscenza del fatto che il prete ha una relazione con una donna, ma il fatto che la cosa non sia ufficialmente nota, fa sì che non ci siano conseguenze». «Gli uomini che escono allo scoperto sono di gran lunga meno delle donne perché sono i primi a rischiare - dice Gabriella -sanno che perderebbero il lavoro, e che sarebbero oggetto del biasimo generale». Cosa fa il Vaticano? «L'unica cosa che abbiamo strappato è un incontro annuale con un gruppo di vescovi che fa finta di ascoltare le nostre richieste, ma che si dà da fare affinché nulla cambi - continua Gabriella -. Le richieste basilari che facciamo sono semplici: che all'uomo che decide di rendere la sua relazione ufficiale non venga tolto il lavoro, o che gliene venga offerto uno nuovo, che venga trattato con rispetto. Abbiamo anche chiesto la formazione di un fondo che possa assicurare un nuovo ciclo di formazioni per coloro che se la sentono di ricominciare. E che ci sia un gruppo di intermediari che ascolti e aiuti il prete che decide di raccontare la sua relazione o di riconoscere il proprio figlio». Perché, altra assurdità, il prete cattolico non può sposarsi ma per la legge svizzera può riconoscere un figlio. «La giustificazione che danno i vescovi a che le cose restino come sono oggi è che la società non è pronta a un cambiamento - conclude Gabriella - ma è una menzogna. Esistono fior di statistiche ufficiali che dimostrano come in realtà gli stessi fedeli siano d'accordo a che il prete si sposi. Anzi, molto spesso preferiscono un prete capace che ha però una relazione a uno incompetente».

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LI PRETI SE DEVONO DA SPOSAAA'

 

DEVONO ANNUSA' LA PICCHIA , SE NO COME CAZZO FANNO A PARLA' DE FAMIGLIE E DE FIGLI??

 

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quoto ;)

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ma infatti sticazzi insomma che i preti si possano anche sposare...

 

 

chiaramente però oltre il matrimonio dopo je fai paga le tasse, spero

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OLTRE 50 NUOVE TESTIMONIANZE CONTRO DON PIERINO!!!!!!!!!

 

 

ROMA — È come se avessero preso coraggio all'improvviso, trovando la forza di rivelare segreti fino ad allora apparsi inconfessabili. Sono una cinquantina le persone che durante l'estate hanno presentato formale denuncia contro don Pierino Gelmini. Si sono unite al coro di chi lo accusa di averli molestati, insidiati, a volte violentati.

 

La maggior parte si è presentata spontaneamente davanti al pubblico ministero di Terni. Ha ripercorso episodi di tanti anni fa che, hanno detto in molti, «mi hanno cambiato la vita». Due di loro hanno raccontato di aver subito abusi dal fondatore della comunità «Incontro» — che assiste i tossicodipendenti in programmi di recupero — quando erano minorenni. Non c'è ancora una nuova contestazione formale, ma se queste dichiarazioni trovassero conferma, la posizione del prete già indagato per violenza sessuale, potrebbe aggravarsi. Perché si tratterebbe di episodi di pedofilia e dunque un reato diverso da quello finora ipotizzato nei suoi confronti.

 

LE INDAGINI — I magistrati procedono con cautela, sanno bene che in casi del genere ci può essere una sorta di suggestione, talvolta anche un desiderio di rivalsa. Ma sanno anche che i collaboratori più stretti di don Gelmini si sono attivati per convincere alcuni giovani a ritrattare. In almeno due casi avrebbero cercato di incontrare chi aveva presentato la denuncia, avrebbero offerto soldi e favori per tentare di mettere tutto a tacere. E questo ha naturalmente contribuito a confermare il quadro accusatorio già delineato dai pubblici ministeri. Al fascicolo gli investigatori della squadra mobile di Terni hanno allegato decine e decine di intercettazioni telefoniche che mostrerebbero questa volontà di alcuni operatori della comunità di favorire don Gelmini. La voce del prete si sente raramente nei colloqui. Ad ascoltare le registrazioni sembra che ad occuparsi della vicenda siano i responsabili della sua segreteria. Sono loro a tenere i contatti con chi accusa, a tentare di far cambiare idea a chi ha fatto riaffiorare i ricordi. I magistrati hanno già verificato una trasferta a Torino di uno di loro che sarebbe stata organizzata per incontrare in carcere due giovani detenuti che erano stati tra i primi a presentare denuncia. Ora si va avanti. Il primo accertamento da svolgere per verificare i nuovi verbali riempiti nelle ultime settimane riguarda il periodo di permanenza di ogni giovane all'interno della comunità. Poi bisogna verificare che tipo di legami avessero con il fondatore, se ci siano stati problemi, quali siano stati i rapporti successivi. Sembra che in alcuni casi gli episodi raccontati siano molto circostanziati, che alcuni abbiano anche indicato testimoni in grado di confermare le proprie dichiarazioni. Soltanto al termine dei nuovi controlli, il magistrato deciderà eventuali provvedimenti. A metà agosto era circolata voce che potesse essere richiesta al giudice per le indagini preliminari una misura interdettiva per impedire un eventuale inquinamento delle prove. In realtà erano in corso altri riscontri e proprio in questi giorni si starebbe rivalutando la possibilità di sollecitare un pronunciamento del gip.

 

LA DIFESA — Inizialmente erano sei le persone che avevano raccontato le violenze. Uno ha narrato fatti risalenti al 1993, ha detto di essersi anche confidato con don Mazzi quando si è trasferito nella sua comunità. Il sacerdote ha confermato di aver ricevuto quelle confidenze, di aver consigliato al giovane di rivolgersi ad uno psicologo, di aver continuato ad aiutarlo prima di perdere le sue tracce. «Mi accusano — si era difeso don Gelmini — perché li ho allontanati dalla comunità. Alcuni di loro erano stati scoperti a compiere reati e sono stati cacciati. È la loro vendetta. Sono innocente e dunque resto assolutamente tranquillo. Porto la croce e prego per loro». Aveva anche attaccato la lobby ebraica e la massoneria come ispiratrici «di questa campagna diffamatoria contro di me» e ciò aveva spinto il suo avvocato Franco Coppi ad abbandonare la difesa. Ma poi la lista si è allungata, altri tre ragazzi sono usciti allo scoperto dopo aver saputo che era stata avviata un'inchiesta. E con il trascorrere delle settimane le denunce sono diventate decine. Adesso è possibile che don Gelmini decida di farsi nuovamente interrogare per continuare a respingere quelle che ha sempre definito «fantasie».

 

PERO' I PRETI SO BRAVE PERSONE... :unsure:

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quanti anni gli hanno dato?

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boh, informati te, vedi sul sito del vaticano, magari leggi che l'hanno assolto :D

Modificato da Luriccio

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quanti anni gli hanno dato?

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boh, informati te, vedi sul sito del vaticano, magari leggi che l'hanno assolto :D

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bene, te lo dico io allora: 0

adesso, dimmi te, sei il giudice di terni, uno che vanta abusi da don Gelmini o uno che gli piace chiacchierà?

dimmi almeno mi regolo

non facciamo di ogni erba un fascio

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te fa rosicà che so uscite fori altre 50 testimonianze?

te fa rosica che don pierino co tutti si e co te no?

si un catecumeno plagiato?

 

dimmelo almeno mi regolo.

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aspettiamo il giudizio finale

1171867[/snapback]

io lo aspetto...ma manco so stupido...o ce sta una congiura de massa...oppure sto "poro prete" quarchicosa ha fatto.

non ce pijamo per culo...dai.

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. Secondo statistiche più o meno ufficiali ben il 60% dei preti in tutto il mondo avrebbe una relazione con una donna.

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e quell'antro 40%??

...regazzini???

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. Secondo statistiche più o meno ufficiali ben il 60% dei preti in tutto il mondo avrebbe una relazione con una donna.

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e quell'antro 40%??

...regazzini???

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no, il 39% li regazzini, mentre il restante 1% sono i preti bravi... almeno spero... :unsure:

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Mi pare ovvio e solare che, con l'inchiesta ancora in corso, bisogna parlare di "presunto" reato, come però mi pare ovvio che la stessa dignità (ossia, presunte verità) bisogna darla alle denunce fatte che, dalle iniziali sono arrivate ad un numero che supera le 50.

All'inizio, qualcuno ha provato a far passare anche questa inchiesta come la vendetta di qualcuno a cui il don stava sulle palle, ma di fronte a denunce circostanziate, sempre più numerose, noto che la grancassa preventiva, ispirata dalla litania della persecuzione che era partita sparata, è un po' di tempo che tace.

Visto l'andazzo degli ultimi anni, se l'inchiesta fosse stata lacunosa e avesse lasciato dubbi, il don e la sua potente corte (della quale allego solo alcune testimonianze grafiche) avrebbero occupato reti tv e giornali per sparare a zero sui magistrati politicizzati e malati di protagonismo: evidentemente, le cose stanno un pochino diversamente..........

 

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quindi quando berlusconi andava in televisione vuol dire che era sempre innocente.

potrebbe anche essere che tanti hanno cavalcato l'onda vedendo la possibilità di far tirar fuori qualche soldo a don pierino...

bene.

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Mi pare ovvio e solare che, con l'inchiesta ancora in corso, bisogna parlare di "presunto" reato, come però mi pare ovvio che la stessa dignità (ossia, presunte verità) bisogna darla alle denunce fatte che, dalle iniziali sono arrivate ad un numero che supera le 50.

All'inizio, qualcuno ha provato a far passare anche questa inchiesta come la vendetta di qualcuno a cui il don stava sulle palle, ma di fronte a denunce circostanziate, sempre più numerose, noto che la grancassa preventiva, ispirata dalla litania della persecuzione che era partita sparata, è un po' di tempo che tace.

Visto l'andazzo degli ultimi anni, se l'inchiesta fosse stata lacunosa e avesse lasciato dubbi, il don e la sua potente corte (della quale allego solo alcune testimonianze grafiche) avrebbero occupato reti tv e giornali per sparare a zero sui magistrati politicizzati e malati di protagonismo: evidentemente, le cose stanno un pochino diversamente..........

 

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Hai detto in maniera diplomatica quello che ho detto anch'io, e ribadisco...alle congiure di massa non ci credo!!!

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quindi quando berlusconi andava in televisione vuol dire che era sempre innocente.

potrebbe anche essere che tanti hanno cavalcato l'onda vedendo la possibilità di far tirar fuori qualche soldo a don pierino...

bene.

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Se fossi Don Pierino te farei un monumento! :D

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quindi quando berlusconi andava in televisione vuol dire che era sempre innocente.

bene.

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no no, berlusconi era colpevole, ma poi ha fatto la legge e adesso è innocente.

male.

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ritiro su questa discussione perchè lunedi ho letto sui vari giornali l'imminente uscita di un film su Don Pierino che dovrebbe toccare (a quanto si legge) anche alcune fasi del processo....

 

qualcuno ne sa qualcosa di più??

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ritiro su questa discussione perchè lunedi ho letto sui vari giornali l'imminente uscita di un film su Don Pierino che dovrebbe toccare (a quanto si legge) anche alcune fasi del processo....

 

qualcuno ne sa qualcosa di più??

1895677[/snapback]

togli pure il condizionale :lol:

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ritiro su questa discussione perchè lunedi ho letto sui vari giornali l'imminente uscita di un film su Don Pierino che dovrebbe toccare (a quanto si legge) anche alcune fasi del processo....

 

qualcuno ne sa qualcosa di più??

1895677[/snapback]

togli pure il condizionale :lol:

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questa secondo me non ha riscosso il successo che meritava... :D

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