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cesenticerqua

CALDO BLUFF

Messaggi raccomandati

Chi cerca di negarlo, può fare grossi danni all'umanità...

 

.Ciauz

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ok, oggi me costituisco su la caserma de Papigno :P

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Il "chi" era riferito ai potenti...non a Cesenti... :P

 

.Ciauz

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errori che potrebbero farci tirare sospiri di sollievo.

ma sono "errori" di valutazione/misurazione che cambiano la situazione di qualche millesimo di grado per il mondo e una percentuale maggiore per gli Stati Uniti, dove l'errore è più marchiano.

 

ma l'effetto serra è una realtà - in aumento -, i ghiacci e i ghiacciai si sciolgono (nel 2005 l'estensione minima mai toccata nell'artico) e le temperature potrebbero salire fino a 6 gradi di più entro il 2100, a causa delle emissioni, mica eventi "naturali".

1162910[/snapback]

 

esattamente, l'artico è ridotto ai minimi termini :(

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l'Artico va a puttane e questa è una certezza. i cambiamenti dei livelli dei mari dovuti allo scioglimento definitivo del pack glaciale dell'oceano artico non influirà particolarmente sui livelli dei mari perché questo è ghiaccio che si trova già sul mare (l'oceano artico).

 

lo sarà, invece, e piuttosto seriamente, l'eventuale scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e dell'Antartide (che invece sono rispettivamente un'isola, grande, e un continente, cioè c'è roccia e terra e non solo mare come al polo nord). in questi due luoghi i ghiacci si trovano messi "in sicurezza" a quote elevate e latitudini estreme che rallentano notevolmente lo scioglimento, cosa che peraltro sta avvenendo.

 

stime affermano che se si sciogliessero i ghiaccia più piccoli e i ghiacci ai margini della Groenlandia e della penisola antartica, al polo sud, il livello del mare si alzererebbe di 0,5 metri, mentre se si sciogliessero solo quelli della Groenalndia, tutti, si alzerebbe di 7,2 metri. se si sciogliessero quelli dell'Antartide i metri sarebbero 61,1.

 

sebbene queste stime siano ancora incerte e sebbene ci vogliano millenni perché questa "catastrofe" accada, proprio per i motivi di cui sopra (altitudine dei ghiacci ecc...), l'innalzamento delle temperature contribuirà considerevolmente a fare aumentare, comunque, i livelli dei mari in alcune zone del pianeta gia' a partire da questo secolo - e in alcune zone aumenterà di più rispetto ad altre.

 

il livello dei mari era 130 metri più in basso 18.000 anni fa, durante l'ultima era glaciale.

da 3.000 anni fa al 19mo secolo l'innalzamento è stato pressoché costante e poco significativo (da 0,1 mm a 0,2 mm per anno di innalzamento dei mari).

dal 1900 l'innalzamento è stato da 1 a 2 mm l'anno. dal 1990 è a 3mm all'anno.

Modificato da Aghy

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Se si sciogliessero tutti i ghiacci terrestri il livello marino a quanto salirebbe ?

Per curiosita' ?

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TUTTI!? tantissimo. come ho scritto nel precedente documento, forse più di 61 metri.

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Sea_level_rise

 

 

 

 

ANSA

 

CLIMA: NUOVO ATLANTE MONDO, ANCHE ITALIA CAMBIA PROFILO

 

ROMA - Il pianeta cambia geografia sotto l' effetto dei cambiamenti climatici e gli atlanti mondiali sono costretti ad adeguarsi. L'allarme colpisce anche l'Italia dove i disastri del clima malato sono già evidenti. A lanciare l' Sos mondiale i cartografi dell'Atlante edito da Collins, un punto di riferimento per le mappe a livello mondiale. E "anche la carta dell'Italia dovrà essere riconsiderata alla luce del globale effetto serra", afferma il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.

 

In particolare l'effetto serra ha ridisegnato il profilo dello stivale. Il 37% dei litorali sabbiosi è arretrato negli ultimi 35 anni. 1.500 chilometri di costa non sono più come erano stati disegnati nelle carte geografiche e la loro linea dovrà essere nuovamente tracciata. Cambiano anche i confini delle città: il cemento ha invaso il litorale con un incremento delle zone costiere urbanizzate del 60% in soli 10 anni (dal 1990 al 2000). Le zone umide nell'ultimo secolo sono diminuite dell'80%. Sono salve solo le lagune e zone costiere comprese in aree protette. Anche la geografia delle montagne italiane appare diversa, con una diminuzione dei ghiacciai del 30% della loro superficie e del 50% del volume negli ultimi cento anni. In crescita le foreste. Di come affrontare questi punti di crisi discuterà la Conferenza nazionale sui Cambiamenti Climatici, voluta dal Ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat per il 12 e 13 settembre. "I cambiamenti climatici legati all'incremento dei gas serra stanno modificando sensibilmente anche la geografia del nostro Paese", ha dichiarato Pecoraro Scanio secondo il quale "mettere in campo misure di adattamento significa prevenire i danni ambientali causati dal cambiamento climatico già in atto e non intervenire dopo che i disastri ambientali sono avvenuti. Bisogna porre un argine al consumo dissennato del territorio ed al tempo stesso mettere a punto un forte piano di contrasto al dissesto idro-geologico favorito dai fenomeni climatici estremi". Per il ministro "le misure di adattamento sono necessarie a non essere impreparati al nuovo scenario che i cambiamenti climatici stanno disegnando".

 

"Gli effetti provocati dalle emissioni di CO2 hanno prodotto mutamenti visibili che sono ormai sotto gli occhi di tutti - sottolinea Vincenzo Ferrara, Coordinatore scientifico della Conferenza nazionale che si terrà a Roma, alla Fao - sarà necessario tenere conto di questo nuovo profilo nel ridisegnare la mappa geografica dell'Italia e del mondo. Anche riuscendo a ridurre o addirittura eliminare l'emissione di gas serra, azioni di adattamento sono ormai divenute indispensabili non solo per limitare i danni, ma anche per contrastare i mutamenti del clima e impostare nuove politiche sociali ed economiche". I cartografi mondiali, hanno quindi pubblicato l'Atlante completo del mondo di Times 2007. I suoi autori hanno detto di essersi visti costretti a cambiare la linea delle coste in alcune zone rispetto alle ultime carte, fatte nel 2003. "Possiamo letteralmente vedere il disastro ambientale consumarsi sotto i nostri occhi. Temiamo che in un prossimo futuro paesaggi celebri spariranno per sempre", ha detto Nick Ashworth, direttore dell'Atlante. "I contorni di certe regioni - ha aggiunto - cambiano. Per esempio in Bangladesh. Il livello del mare sale di 3 millimetri l'anno e ciò ha vari effetti sulle coste. In altri casi si vede che fiumi come il fiume Giallo, in Cina, non arrivano più fino alla costa" mentre in alcune aree, come in Alaska, il mare avanza sulle coste basse di almeno tre metri l'anno. Grandi fiumi poi, dal Rio Grande al Colorado al Tigri, per la siccità, perdono dei bracci, che in estate si seccano completamente modificando le coste.

 

 

ON-LINE FILO DIRETTO CON PECORARO SCANIO

La questione clima arriva on line. Parte infatti un dialogo aperto in cui i cittadini potranno fare osservazioni e dire la loro sulla web tv del sito della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, dove l' appuntamento clou sara' il faccia a faccia con il ministro dell' Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, previsto lunedi' 10 settembre. Bastera' armarsi di computer e sara' possibile confrontarsi con il ministro via webcam o tramite email. Chiunque si puo' registrare. A dare il via al 'filo diretto' con i responsabili scientifici ed organizzativi sara' il confronto con Giancarlo Viglione, commissario straordinario dell'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), giovedi' 6 settembre, dalle 19 alle 20. Venerdi' sara' invece il turno del coordinatore scientifico dell'evento, Vincenzo Ferrara. I tre appuntamenti aperti a tutti sono parte integrante della preparazione della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat, che si apre a Roma il 12 settembre con il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, il commissario Apat, Giancarlo Viglione, il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il giorno seguente, i lavori continueranno alla presenza del presidente del Senato, Franco Marini, con la partecipazione di un folto numero di ministri (Padoa Schioppa, Bersani, De Castro, Mussi) e rappresentanti del mondo del lavoro e della produzione (i segretari delle Confederazioni sindacali, Marcegaglia per Confindustria), della ricerca (tra gli altri il premio Nobel Rubbia), della politica e degli organismi internazionali. Secondo il programma diffuso dagli organizzatori, concludono i lavori il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio e il presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Modificato da Aghy

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per non dimenticare..... :D

 

 

 

 

 

ANSA

 

PRIMI OTTO MESI DEL 2007 I PIU' CALDI DEGLI ULTIMI 250 ANNI

 

ROMA - Italia bollente fra gennaio e agosto di quest'anno, registrando un caldo record rispetto agli ultimi 250 anni, cioé dall'inizio delle osservazioni meteorologiche. La temperature media dei primo otto mesi del 2007 è stata la più elevata mai registrata. "Dai dati preliminari ora disponibili, il gruppo dei primi otto mesi del 2007 risulta per l'Italia il più caldo dall'inizio delle misure meteorologiche - spiega Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana - I massimi precedenti, toccati nello stesso periodo del 2003, sono stati superati di un valore dai 0,3 ai 0,5 gradi". In particolare, secondo le prime elaborazioni della Società meteorologica italiana, al Centro-Nord c'é stata una diminuzione delle precipitazioni rispetto alla norma compreso fra -10% e -40%, mentre alcune località del Sud hanno ricevuto più pioggia del normale (Palermo +29%), specialmente grazie a un mese di marzo molto piovoso.

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ROMA - L'estate 2007 verrà ricordata dal punto di vista climatico come una fra le più torride per gli abitanti del sud Italia, calda per quelli del Centro e "normale" per quelli del nord. Anche se manca ancora qualche giorno a sancire la fine dell'estate - ha affermato il colonnello Mario Giuliacci, direttore del Centro Epson Meteo - da punto di vista climatico è terminata il 31 agosto e quindi si può già trattare un bilancio definitivo.

 

E dal confronto tra le temperature massime di 40 città di pianura osservate nella stagione appena passata e la media delle temperature massime estive dal 1980 ad oggi, emerge che l'estate 2007 è stata quasi nella norma al Nord (media delle temperature massime 28,2 gradi a fronte di una media climatica di 27,9 gradi), abbastanza calda al Centro (29,2 gradi contro una media climatica di 28,6 gradi), molto calda invece al Sud (30,1 gradi contro una media di 28,8 gradi). "Per quanto riguarda il Meridione questa estate - ha aggiunto Giuliacci - è risultata la più calda almeno degli ultimi 50 anni dopo quella del 2003. In una classifica su base nazionale delle estati più calde degli ultimi 30 anni, quella del 2007 occupa il settimo posto, una riprova della tendenza delle stagioni a divenire via via più calde". Secondo lo studio elaborato dal Centro Epson Meteo, il numero di giornate estive "calde", ovvero con temperature massime superiori a 30 gradi, è stato di 27 al Nord, 37 al Centro, 50 al Sud.

 

Invece il numero di giornate "fredde", ovvero con temperature massime inferiori a 25 gradi è risultato di 15 al Nord, 10 al Centro, 8 al Sud. Tre le ondate di caldo della passata stagione: una nell' ultima decade di giugno, con valori record al Sud; un'altra nell'ultima quindicina di luglio e che è risultata la quarta più intensa degli ultimi 50 anni; una terza ondata nell'ultima decade di agosto, molto intensa al Sud. "Altro elemento di rilievo di questa estate - ha sottolineato Giuliacci - è stata la forte siccità che in luglio-agosto ha afflitto il centro Italia (deficit idrico intorno al 60%) e il sud (deficit idrico intorno al 90%)". Le proiezioni a lunga scadenza del Centro Epson Meteo non lasciano intravedere, in questo mese, il ritorno di un periodo caldo di sapore estivo, "perché le temperature si manterranno su valori gradevoli per tutto settembre, mentre un periodo piovoso significativo è previsto per giorni prossimi al 21 settembre".

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ROMA - L'estate 2007 verrà ricordata dal punto di vista climatico come una fra le più torride per gli abitanti del sud Italia, calda per quelli del Centro e "normale" per quelli del nord. Anche se manca ancora qualche giorno a sancire la fine dell'estate - ha affermato il colonnello Mario Giuliacci, direttore del Centro Epson Meteo - da punto di vista climatico è terminata il 31 agosto e quindi si può già trattare un bilancio definitivo.

 

E dal confronto tra le temperature massime di 40 città di pianura osservate nella stagione appena passata e la media delle temperature massime estive dal 1980 ad oggi, emerge che l'estate 2007 è stata quasi nella norma al Nord (media delle temperature massime 28,2 gradi a fronte di una media climatica di 27,9 gradi), abbastanza calda al Centro (29,2 gradi contro una media climatica di 28,6 gradi), molto calda invece al Sud (30,1 gradi contro una media di 28,8 gradi). "Per quanto riguarda il Meridione questa estate - ha aggiunto Giuliacci - è risultata la più calda almeno degli ultimi 50 anni dopo quella del 2003. In una classifica su base nazionale delle estati più calde degli ultimi 30 anni, quella del 2007 occupa il settimo posto, una riprova della tendenza delle stagioni a divenire via via più calde". Secondo lo studio elaborato dal Centro Epson Meteo, il numero di giornate estive "calde", ovvero con temperature massime superiori a 30 gradi, è stato di 27 al Nord, 37 al Centro, 50 al Sud.

 

Invece il numero di giornate "fredde", ovvero con temperature massime inferiori a 25 gradi è risultato di 15 al Nord, 10 al Centro, 8 al Sud. Tre le ondate di caldo della passata stagione: una nell' ultima decade di giugno, con valori record al Sud; un'altra nell'ultima quindicina di luglio e che è risultata la quarta più intensa degli ultimi 50 anni; una terza ondata nell'ultima decade di agosto, molto intensa al Sud. "Altro elemento di rilievo di questa estate - ha sottolineato Giuliacci - è stata la forte siccità che in luglio-agosto ha afflitto il centro Italia (deficit idrico intorno al 60%) e il sud (deficit idrico intorno al 90%)". Le proiezioni a lunga scadenza del Centro Epson Meteo non lasciano intravedere, in questo mese, il ritorno di un periodo caldo di sapore estivo, "perché le temperature si manterranno su valori gradevoli per tutto settembre, mentre un periodo piovoso significativo è previsto per giorni prossimi al 21 settembre".

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quindi stiamo 2-1 per me (te il nord, io sud, centro e isole...)! :lol:

Modificato da Aghy

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sia chiaro, a me i Verdi stanno sui coglioni per una serie di motivi tutti "italiani" comunque...

 

ANSA

 

PECORARO: IL CAMBIAMENTO DEL CLIMA E' QUI E ORA

 

ROMA - "Il cambiamento climatico è qui e ora". Cosìil ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha aperto la Conferenza Nazionale sul Clima in corso a Roma. "Noi sappiamo che il nostro Paese è tra quelli che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdite di vite umane e salute, costi economicì. l ministro ha ricordato anche gli effetti del cambiamento del clima sulla salute: "C'éun incremento dei decessi in Europa valutato tra otto e dodicimila persone per anno e per ogni grado di aumento della temperatura".

 

All' Italia, contro i cambiamenti climatici, serve "un vero e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del nostro Paese". Ha detto il ministro . Pacchetto sicurezza che, ha detto Pecoraro, "uscirà da questa conferenza". "L' emergenza climatica è davanti agli occhi di tutti. La conferenza - ha aggiunto - è un solo segnale chiaro e non si deve ragionare solo sulla mitigazione e su come ridurremo la CO2, ma anche come, essendo il clima già cambiato, l' Italia si attrezza per la tutela del mare, delle coste, sul risparmio idrico. Ci vuole anche un segnale sul fronte dell' adattamento, che permetta ai nostri cittadini di avere più sicurezza ambientale".

 

"Nel nostro Paese i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici si stimano a partire da 50 miliardi di euro all'anno". Così il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nel discorso di apertura della conferenza nazionale sui mutamenti climatici voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat, in corso a Roma. Così il ministro dell'Ambiente ha riportato all'Italia le stime del rapporto Stern sull'inazione (nell'ipotesi che la temperatura globale cresca solo di 1,5 gradi) di fronte ai cambiamenti climatici: "Per mettere in campo le azioni che permettono di tagliare le nostre emissioni di gas-serra - ha detto il ministro - ci servono da tre a cinque miliardi l'anno, mentre predisporre le misure di adattamento costa da un miliardo e mezzo a due miliardi di euro l'anno". Pecoraro ha sottolineato poi, in particolare, che "la differenza tra quello che ci costa non agire e quello che ci costa agire è tra 10 e 40 volte maggiore a favore dell'azione. Tagliare le emissioni e fare l'adattamento - ha concluso il ministro dell'Ambiente - ci costa tra meno di cinque e sette miliardi ogni anno, contro un massimo di 200. E prima si fa meno ci costa".

 

La temperatura in Italia è aumentata quattro volte di più che nel resto del mondo. Lo ha ricordato il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nella sua relazione introduttiva alla Conferenza Nazionale sul Clima. "Già ora la temperatura in Italia è aumentata quattro volte più rispetto al resto del mondo - ha ricordato il ministro - già ora le piogge diminuiscono, del 5% nell'ultimo secolo, gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per il Sud ma per la Pianura Padana. I nostri ghiacciai hanno perso metà del volume, e un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche".

 

BERTINOTTI: C'E' POLITICA DI RAPINA NATURA

I cambiamenti climatici andrebbero chiamati in un altro modo, perché questa espressione appare "neutrale", non dà conto delle cause e delle responsabilità, che "risiedono nella politica di rapina e di dominio della natura che per un lungo ciclo economico ha perpetrato un tipo di sviluppo fordista-taylorista", ha detto il presidente della Camera Fausto Bertinotti, portando il saluto alla conferenza sui cambiamenti climatici, che si è aperta alla Fao alla presenza di Giorgio Napolitano. Bertinotti ha sottolineato che la sfida si presenta difficile perché deve fare i conti con "inadeguatezze culturali e dure resistenze di interessi".

 

In futuro, ha ammonito, le espressioni "sviluppo e crescita andranno usate con una sorveglianza critica". Il Mediterraneo risente fortemente dei danni causati dai cambiamenti del clima ma, ha concluso Bertinotti, il Mediterraneo ha le risorse per fronteggiare questi problemi con cambiamenti culturali e di comportamento per la cui definizione questa conferenza può dare importanti contributi.

 

NAPOLITANO: EUROPA PARLI CON UNA SOLA VOCE

"Per influenzare intese e sforzi coordinati che devono realizzarsi a livello mondiale per fronteggiare il problema del cambiamento climatico innanzitutto é essenziale che l'Europa parli con una sola voce", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lasciando la Fao dove ha assistito alla sessione di apertura della Conferenza sui Cambiamenti Climatici.

 

"Quindi è necessario - ha aggiunto - che si porti davvero avanti quella politica europea integrata dell'ambiente e dell'energia che è stata avviata nel Consiglio Europeo in primavera, e che l'Italia faccia la sua parte". Il Capo dello Stato ha sottolineato che "il problema del cambiamento climatico e del futuro dell'ambiente è uno dei più gravi e complessi problemi globali del nostro tempo". Nel suo saluto, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha citato un analogo richiamo di Giorgio Napolitano: "energia e ambiente sono sfide che possono essere vinte solo se stiamo uniti in una politica comune".

 

FAO: VITTIME FAME DIPENDONO ANCHE DA CLIMA

"Sono 852 milioni le persone vittime della fame nel mondo e 815 vivono nei Paesi in via di sviluppo: questa cifra sta aumentando e la situazione peggiora di anno in anno. Le ragioni sono tante e complesse e i cambiamenti del clima è una di queste". Così David Harcharik, vicedirettore della Fao, ha aperto la Conferenza nazionale sui mutamenti climatici a Roma, voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat (Agenzia per l'ambiente e per i servizi tecnici).

 

"I cambiamenti climatici nel Pianeta - ha affermato Harcharik - sono una realtà, studi fatti parlano di alluvioni più frequenti, aumento della siccità, innalzamento dei mari e rialzo della temperatura: dobbiamo da ora riuscire ad adattarci a questa realtà". E secondo il vicedirettore della Fao " alla luce di questi cambiamenti occorre cambiare, ad esempio, le pratiche agricole, per poter assicurare cibo a tutti".

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ANSA

 

CLIMA, ITALIA SOTTO ESAME

 

Si apre a Roma, al palazzo della Fao, la prima Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Agenzia per la protezione dell'Ambiente (Apat).

 

Il 12 e 13 settembre la due giorni dovrà fare il punto dell'emergenza clima. Situazione non rosea per l'Italia dove gli effetti, come nel resto del Pianeta, sono già in atto e anche evidenti. Spiagge che scompaiono, coste che arretrano, ghiacci alpini che continuano la ritirata, scenari tropicali nella natura. Saranno oltre 100 gli scienziati al capezzale del clima.

 

Ad ascoltare una platea vastissima visti i numeri da record di partecipazione: oltre 2.200 gli accrediti già rilasciati per la presenza attiva alla conferenza; 240 i giornalisti e più di 80 tra operatori e fotografi registrati. In più, per assicurare la più vasta partecipazione tutta la Conferenza sarà trasmessa in diretta sia in streaming video sul sito web www.conferenzacambiamenticlimatici2007.it che in diretta sul canale satellitare Cinquestelle Sky906.

 

Presenzia all'apertura dei lavori il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Chiuderà la due giorni, il 13 settembre, il premier Romano Prodi. Tante le sessioni di studio, dalle risorse idriche all'agricoltura, dal suolo e coste alla biodiversità e foreste. Argomenti trattati nei 16 appuntamenti di avvicinamento alla conferenza organizzati in tutta Italia tra giugno e luglio. Alla Conferenza di Roma, ci sarà anche la dimensione europea con i massimi rappresentanti delle organizzazioni internazionali. Padrone di casa il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Obiettivo della Conferenza, quello di arrivare a un piano di sicurezza ambientale.

 

GHIACCIAI ITALIANI MALATI - Ennesimo bilancio in negativo nell' estate 2007 per i ghiacciai alpini italiani, che sotto i 3.500 metri a questo ritmo rischiano di scomparire nel giro di 20 anni. "Il ghiacciaio di Ciardoney sul Gran Paradiso quest' estate ha perso 1,5 metri di spessore e il fronte glaciale è arretrato di 10 metri di lunghezza rispetto all'anno scorso" afferma Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, appena rientrato dall'ultimo monitoraggio. La salute dei nostri ghiacciai e le possibili strategie per difenderli dall'estinzione,saranno uno dei nodi chiave che verranno affrontati dalla Conferenza.

 

 

"Quello dello Ciardoney infatti si può considerare un ghiacciaio campione rispetto alla zona alpina occidentale - spiega Mercalli - un dato significativo per l'area tra Francia, Italia e Valle d'Aosta".

 

Lo Ciardoney insomma fa da termometro della salute di tutti gli altri ghiacciai sotto i 3.500 metri, per questo viene misurato regolarmente. "Il monitoraggio si effettua tutti gli anni a settembre - afferma l'esperto - l'anno glaciologico infatti comincia ad ottobre, con la prima neve invernale in alta quota, e termina a settembre, in questi giorni, quando conclude la sua fusione estiva".

 

Durante l'estate 2007 sono state confermate variazioni di temperature rilevanti? "La temperatura registrata nei tre mesi di giugno, luglio e agosto nella zona alpina occidentale è stata di un grado superiore alla norma" spiega Mercalli. "Sullo Ciardoney - spiega l'esperto - non è rimasto nulla della neve invernale: non c'é nessuna riserva per i prossimi anni, è come aver lasciato il freezer con lo sportello aperto". Il bilancio 2007 è quindi negativo, ma per fortuna non eccezionale, quanto la terribile annata del 2003, quando erano stati persi ben tre metri di spessore. E anche nel 2007 i fronti glaciali sotto i 3.500 metri si confermano quelli più a rischio estinzione. "Questi piccoli ghiacciai tra i 3.000 e i 3.500 metri a questo ritmo scompariranno nel giro di 20 anni - afferma l'esperto - a differenza di quelli presenti su Monte Bianco o Monte Rosa, oltre i 4.000 metri, che dovrebbero resistere qualche decennio in più ". L'allarme ghiacciai 2007 infatti risulta in linea con i dati degli anni precedenti. Come quanto emerso dalla campagna glaciologica dello scorso anno nelle Alpi Occidentali: su 71 ghiacciai misurati nel 2006, ben 69 risultavano in regresso. A fornire questi numeri Gianni Mortara, dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Cnr di Torino.

 

Tre in particolare i ghiacciai che risultavano in maggiore arretramento: il ghiacciaio del Gran Paradiso, la cui estensione si è ridotta di 174 m negli ultimi tre anni, quello del Soches-Tsanteleina nel settore piemontese valdostano, che segna un meno 116 metri nello stesso arco temporale e il Lavassey, con una regressione pari a meno 76 metri. Anche il Lys, uno dei due ghiacciai del versante sud del Monte Rosa, di cui Luca Mercalli ha studiato l'andamento dal 1812 ad oggi, sta cambiando aspetto. Dai dati della ricerca emerge che nel 1999 questo ghiacciaio ha raggiunto il punto più arretrato degli ultimi due secoli e continua ad indietreggiare. In generale, le formazioni glaciali stanno facendo dietrofront sempre più velocemente, in particolare dal 2003, complice anche la diminuzione della nevosità in regioni come la Valle d'Aosta. Dal 1926 si sono sempre verificate con una certa regolarità, circa ogni 5 anni, annate di neve fresca particolarmente abbondante. Nel 1986 invece è iniziata una netta inversione di tendenza e solamente nel 2003-2004 è stato registrato un inverno poco più nevoso del normale e non particolarmente abbondante.

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basta per dio!!

 

il lago di duchessa spessissimo attraversa estati di secca, dato che è alimentato esclusivamente con il deflusso piovano e con quello derivante dallo scioglimento delle nevi.

se parli co li vecchi del posto ti dicono che se ne ricordano parecchie di estati così.

 

Il clima sta cambiando, è vero, il limite delle nevi persistenti pure......però non diciamo cazzate per favore.

Modificato da lubiondo

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basta per dio!!

 

il lago di duchessa spessissimo attraversa estati di secca, dato che è alimentato esclusivamente con il deflusso piovano e con quello derivante dallo scioglimento delle nevi.

se parli co li vecchi del posto ti dicono che se ne ricordano parecchie di estati così.

 

Il clima sta cambiando, è vero, il limite delle nevi persistenti pure......però non diciamo cazzate per favore.

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io riporto quello che c'è scritto sull'ANSA. mandagli una email.

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basta per dio!!

 

il lago di duchessa spessissimo attraversa estati di secca, dato che è alimentato esclusivamente con il deflusso piovano e con quello derivante dallo scioglimento delle nevi.

se parli co li vecchi del posto ti dicono che se ne ricordano parecchie di estati così.

 

Il clima sta cambiando, è vero, il limite delle nevi persistenti pure......però non diciamo cazzate per favore.

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io riporto quello che c'è scritto sull'ANSA. mandagli una email.

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il che conferma che va di moda il catastrofismo

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comunque, da quello che c'è scritto qui, pare che questo lago, sebbene vari di livello, non sia solito essere in secca. <_<

 

 

 

Lago della Duchessa: un luogo incantato protetto dalle vette

 

I Monti della Duchessa comprendono alcune cime del massiccio del Monte Velino che domina Borgorose e Corvaro, nell'alta Valle del Salto.

 

Tra le due cime più alte di questi monti, il Murolungo (m 2184) e il Morrone (m 2141), giace il piccolo Lago della Duchessa, un limpido specchio d'acqua lungo 400 m e largo 150, situato a 1788 m di quota.

 

Il lago è alimentato dalle nevi e dalle acque meteoriche e subisce di conseguenza notevoli variazioni di livello.

 

Si ritiene che il lago sia di origine carsica. La sua forma un po' insolita, a otto, suggerisce l'idea che questo bacino sia derivato dalla fusione di due doline contigue.

 

Nel lago si abbevera il numeroso bestiame che pascola nelle praterie vicine durante l'estate. Talvolta vi sostano brevemente gli uccelli di passo.

 

Per raggiungere il lago da Borgorose, si può salire in macchina fino a Cartore, piccolo gruppo di case. Di lì a piedi, in 2 ore e mezza, o in fuoristrada si giunge fino alla Valle del Cieco, dalla quale il lago dista mezz’ora di cammino.

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basta per dio!!

 

il lago di duchessa spessissimo attraversa estati di secca, dato che è alimentato esclusivamente con il deflusso piovano e con quello derivante dallo scioglimento delle nevi.

se parli co li vecchi del posto ti dicono che se ne ricordano parecchie di estati così.

 

Il clima sta cambiando, è vero, il limite delle nevi persistenti pure......però non diciamo cazzate per favore.

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io riporto quello che c'è scritto sull'ANSA. mandagli una email.

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il che conferma che va di moda il catastrofismo

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non mi ritengo un "catastrofista", parola anch'essa che va molto di moda quasi come se ci si dovesse dividere in due fazioni opposte. mi ritengo un "seriamete preoccupato degli eventi in corso".

 

OT:

d'altronde un catastrofista non potrebbe mai essere un sostenitore del ritorno in Italia delle nucleare, come sono io, soluzione pulita e che potrebbe garantirci un ritorno alla normalità del nostro Paese che tra qualche anno si ritroverà in un deficit energetico spaventoso e costi altissimi. tanto poi l'energia prodotta col nucleare la compriamo dai Paesi confinanti...

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comunque, da quello che c'è scritto qui, pare che questo lago, sebbene vari di livello, non sia solito essere in secca.  <_<

 

 

 

Lago della Duchessa: un luogo incantato protetto dalle vette

 

I Monti della Duchessa comprendono alcune cime del massiccio del Monte Velino che domina Borgorose e Corvaro, nell'alta Valle del Salto.

 

Tra le due cime più alte di questi monti, il Murolungo (m 2184) e il Morrone (m 2141), giace il piccolo Lago della Duchessa, un limpido specchio d'acqua lungo 400 m e largo 150, situato a 1788 m di quota.

 

Il lago è alimentato dalle nevi e dalle acque meteoriche e subisce di conseguenza notevoli variazioni di livello.

 

Si ritiene che il lago sia di origine carsica. La sua forma un po' insolita, a otto, suggerisce l'idea che questo bacino sia derivato dalla fusione di due doline contigue.

 

Nel lago si abbevera il numeroso bestiame che pascola nelle praterie vicine durante l'estate. Talvolta vi sostano brevemente gli uccelli di passo.

 

Per raggiungere il lago da Borgorose, si può salire in macchina fino a Cartore, piccolo gruppo di case. Di lì a piedi, in 2 ore e mezza, o in fuoristrada si giunge fino alla Valle del Cieco, dalla quale il lago dista mezz’ora di cammino.

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ce possono scrive quello che gli pare, ma chi vi va a pescare durante l'estate spesso deve rintornarsi perchè non c'è acqua a sufficienza e il pesce si ammucchia tutto nella piccolissima zona dove resta un pò di acqua ( coperta dalla vegetazione ).

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