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Cacafocu

Il paradosso di Abilene

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C'ho ragionato a fondo. Perchè tre anni di scempio?. Perchè questa gestione?. Perchè questo sfascio voluto?.

Poi....l'illuminazione!. Ma certo, mi sono detto: "Il paradosso di Abilene!". Me lo trovai di fronte all'università....ma poi gli anni seppelliscono molti ricordi....

Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

http://wikipedia.it/

 

Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

La storia [modifica]

Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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C'ho ragionato a fondo. Perchè tre anni di scempio?. Perchè questa gestione?. Perchè questo sfascio voluto?.

Poi....l'illuminazione!. Ma certo, mi sono detto: "Il paradosso di Abilene!". Me lo trovai di fronte all'università....ma poi gli anni seppelliscono molti ricordi....

Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

http://wikipedia.it/

 

Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

La storia  [modifica]

Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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Ecco la trasposizione per i nostri eroi...

1) "Il suocero", cioè Longarini, propone di acquistare la Ternana

2) "La figlia, il genero e la moglie": Longarini Junior, Fioretti e impiegati vari....

3) "La scampagnata": tre anni di gestioni fallimentari

4) "Finale con scazzo di tutti": a nessuno frega un cazzo della Ternana

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cacafò, dimme do la trovi quella robetta che te fumi che ultimamente girà un puzzone che non sballa un cazzo  :lol:  :lol:  :lol:

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:D:D:P:P

 

Leggi la mia spiegazione, uomo di fede assente :)

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Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

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Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

La storia  [modifica]

Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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Ecco la trasposizione per i nostri eroi...

1) "Il suocero", cioè Longarini, propone di acquistare la Ternana

2) "La figlia, il genero e la moglie": Longarini Junior, Fioretti e impiegati vari....

3) "La scampagnata": tre anni di gestioni fallimentari

4) "Finale con scazzo di tutti": a nessuno frega un cazzo della Ternana

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Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

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Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

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Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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Ecco la trasposizione per i nostri eroi...

1) "Il suocero", cioè Longarini, propone di acquistare la Ternana

2) "La figlia, il genero e la moglie": Longarini Junior, Fioretti e impiegati vari....

3) "La scampagnata": tre anni di gestioni fallimentari

4) "Finale con scazzo di tutti": a nessuno frega un cazzo della Ternana

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:o:o:o:ph34r::ph34r::ph34r:

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Finalmente uno che c'arriva :D

Sto avanti anni luce, me dispiace :lol::lol::lol:

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Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

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Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

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Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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Ecco la trasposizione per i nostri eroi...

1) "Il suocero", cioè Longarini, propone di acquistare la Ternana

2) "La figlia, il genero e la moglie": Longarini Junior, Fioretti e impiegati vari....

3) "La scampagnata": tre anni di gestioni fallimentari

4) "Finale con scazzo di tutti": a nessuno frega un cazzo della Ternana

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Finalmente uno che c'arriva :D

Sto avanti anni luce, me dispiace :lol::lol::lol:

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a primo acchitto ho pensato anch'io di farmi dare il numero del tuo spacciatore... :lol:

ma tutto quello successo in questi anni è cosi insensato....che questa è la spiegazione più sensata che ho sentito...

 

:ph34r:

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Teorema completamente riscontrabile nella situazione Ternana......................nasce però spontanea una domanda :

"Se quel giorno Longarini non sapeva che cazzo fà e se sentiva annoiato perchè NON E' ANNATO A MAGNA' A ABILENE, PORCA MAXXXXX ???"

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Ce semo giocati anche Cacafocu...  :P

Un giorno dovranno rendere conto anche di questo!  :lol:

1188753[/snapback]

 

è proprio vero. ci sta facendo uscire pazzi. ci sta facendo mettere uno contro l altro e roba varia. è proprio ora di finirla xke siamo arrivati de cottura! ANNATEVENE!

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Ce semo giocati anche Cacafocu...  :P

Un giorno dovranno rendere conto anche di questo!  :lol:

1188753[/snapback]

Esatto... :lol::lol::lol::lol::lol:

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Poi....l'illuminazione!. Ma certo, mi sono detto: "Il paradosso di Abilene!". Me lo trovai di fronte all'università....ma poi gli anni seppelliscono molti ricordi....

Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

http://wikipedia.it/

 

Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

La storia  [modifica]

Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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per quelli che non hanno frequentato gli scranni .....similparadosso senza scomoda abilene ..."E come quillo che pe fa un dispettu alla moje se taglia lu picchiu .Co na differenza .Il nostro zio edo essendo un supereroe gli arcresce lu picchiu .Morale c ha talmente tanti sordi che stu sfiziu se lo pole leva

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Il paradosso di Abilene....gli calza a pennello ai nostri eroi. Leggere per credere!.

 

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Il Paradosso di Abilene è un paradosso in cui un gruppo di persone prende una decisione che va contro agli interessi di tutti gli individui del gruppo. È causato da un problema di comunicazione interno al gruppo, per cui ciascun membro crede erroneamente che la propria preferenza sia contraria a quella del gruppo e non prova nemmeno a sollevare obiezioni. Il paradosso è descritto con una storia spesso presentata ai corsi di management.

 

 

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Una tranquilla famiglia americana composta da una ragazza, dal marito e dai genitori di lei, stava trascorrendo un afoso pomeriggio estivo a Coleman nel Texas, in una bella casa con giardino, aria condizionata e piscina. Erano in veranda e giocavano a carte. In un momento in cui la conversazione languiva, il suocero se ne uscì con un "Che ne direste di andarcene tutti a cena ad Abilene?" La ragazza, per compiacere il padre, subito disse "Mi pare una bella idea!". Il marito, che pensava alle oltre 50 miglia da passare alla guida con quel caldo, ma non voleva contrastare il suocero, disse alla suocera "Se anche tu sei d'accordo potremmo metterci in macchina". E la suocera "Certo che vengo volentieri, è da parecchio che non vado ad Abilene." Detto fatto si misero in cammino. Il viaggio fu caldo, polveroso, e con molto traffico. Ad Abilene cercarono una pizzeria per mangiare e dopo vari giri per trovare un parcheggio finirono in una trattoria messicana dove mangiarono male e spesero uno sproposito. Sulla via del ritorno bucarono una gomma e stentarono a trovare una stazione di servizio che li aiutasse. Dopo quattro ore si ritrovarono a casa accaldati, stanchi e delusi. Erano sdraiati sui divani ed il vecchio azzardò ambiguamente "È stato un bel tragitto!". La suocera disse che avrebbe preferito rimanere a casa ma che non voleva raffreddare l'entusiasmo degli altri. Anche il marito disse che aveva accettato solo per compiacere gli altri tre. La ragazza aggiunse "Dovevamo essere pazzi a metterci in macchina con questo caldo!". Concluse il suocero "Io l'ho proposto perché mi sembravate annoiati."

 

Morale: questa favoletta, probabilmente inventata, tende ad attirare l'attenzione sul fatto che nella maggioranza dei casi l'essere umano si adegua istintivamente a quella che crede essere la volontà del gruppo. Questo atteggiamento fa il paio con "Ma lo fanno tutti" che è la classica scusa di chi non trova altra giustificazione ad un proprio errore. Con questo esempio invece si vuol spingere l'individuo ad una realistica ed indipendente valutazione di ogni situazione, scegliendo e proponendo quella che a suo giudizio è la soluzione migliore. Possono rimanere perplessi gli amanti della democrazia "ideale".

 

I ricercatori in questo campo hanno proposto vari mezzi con i quali i gruppi di persone possano evitare tale comportamento disfunzionale[citazione necessaria]. Tra questi, nessuno si è mostrato più efficace di includere persone con diversi retroterra nel processo decisionale[citazione necessaria]. I gruppi così costituiti tendono a essere più efficaci nell'evitare il Paradosso di Abilene e tendono ad essere capaci di prendere decisioni molto migliori.

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Ragionamento troppo complicato per me,non ce la fo'. :lol:

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