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LuFranco

INTER

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comunque rilassateve fiji miei.

sò d'accordo che l'arbitro non è stato il massimo, però l'arbitro fa parte del gioco.

quello che non fa parte del gioco, ma è di parte e quindi non dovrebbe sbagliare contro chi lo paga è invece ranieri.

vorrei ricordare che, invece de tirà fuori la pugnetta dei falli, ranieri dovrebbe spiegare il criterio delle sostituzioni di merda che ha fatto domenica.

ecco, li giornalari e tanti pecoroni che gli vanno appresso, avrebbero dovuto chiedergli conto di fathi o come cazzo se chiama, e dell'uscita di menez.

invece tutto è passato in secondo piano perchè preteranieri ha cacciato fori la storia de 4 zampate e due cartellini.

e li pecoroni appresso.

e la sensi intanto paga (se ce l'ha....).

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ma l'hai vista la rosa della roma??????

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certo.

mi sbaglio o aveva guberti in panchina insieme a fathi o come cazzo se chiama?

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boh, forse non avrà seguito per filo e per segno il regolamento l' arbitro, ma non m' è sembrato scandaloso come viene detto...muntari andava espulso e interpretando il regolamento anche motta...ma poi bisogna interpretarlo in modo rigoroso anche in tutte le altre occasioni!!! cioè calcio d' angolo per l' inter, trattenuta dei difensori della roma : rigore!!! e viceversa!! allora tutti questi discorsi avranno senso...sennò, come è il calcio ora, si usa di più il buon senso!!!! esempio eclatante il fallo di motta : seguendo il regolamento, il giocatore dell' inter doveva essere ammonito per la seconda volta e quindi espulso, ma perrotta doveva essere ammonito per simulazione, perchè il fallo in sè non ha causato la caduta ed il giocatore si è lasciato cadere! ;)

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io ho solo risposto alle solite chiacchiere farneticanti di cctc :P

per il resto che Ranieri se n'è passato è evidente, credo che ormai lo conosciamo, è solito trovare sempre delle scuse quando perde o pareggia.... ma non era lui quello che non parlava degli arbitri?? :unsure:

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ma l'hai vista la rosa della roma??????

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certo.

mi sbaglio o aveva guberti in panchina insieme a fathi o come cazzo se chiama?

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si ma se mette guberti al centro ci vado io?

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si ma se mette guberti al centro ci vado io?

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invece con fathi p come cazzo se chiama chi c'è annato?

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cazzo, ho sbagliato topic :unsure::unsure::unsure:

 

ero convinto di essere entrato in quello dell'inter :D:P

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Julio Cesar-Inter fino al 2014

"E ora tante nuove vittorie"

Trovato l'accordo per il rinnovo tra il portiere brasiliano e il club nerazzurro: "Qui ho giá vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi"

 

MILANO, 10 novembre 2009 - Julio Cesar ha rinnovato con l'Inter fino al 30 giugno 2014. Lo ha annunciato il club nerazzurro. "E adesso voglio festeggiare con tante nuove vittorie", dice il portiere brasiliano sul sito dell'Inter al termine della riunione con il vice presidente Rinado Ghelfi e il direttore tecnico Marco Branca. L'accordo formalizzato oggi sará depositato ni prossimi giorno negli uffici della Lega. "Sono molto contento e ringrazio il presidente Moratti e tutta la societá", prosegue Julio Cesar, in partenza dall'Italia per rispondere alla convocazione della nazionale brasiliana. "Con l'Inter ho giá vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi".

------------------------

Io continuo a pensare che Buffon sia il N1, per continuità e storia. Ma Julio Cesar è probabilmete il N2, o se volete il primo tra gli umani...sono felice per il rinnovo...grande giocatore e uomo per bene, da quello che si vede da fuori...

Modificato da Marko Kià

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Julio Cesar-Inter fino al 2014

"E ora tante nuove vittorie"

Trovato l'accordo per il rinnovo tra il portiere brasiliano e il club nerazzurro: "Qui ho giá vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi"

 

MILANO, 10 novembre 2009 - Julio Cesar ha rinnovato con l'Inter fino al 30 giugno 2014. Lo ha annunciato il club nerazzurro. "E adesso voglio festeggiare con tante nuove vittorie", dice il portiere brasiliano sul sito dell'Inter al termine della riunione con il vice presidente Rinado Ghelfi e il direttore tecnico Marco Branca. L'accordo formalizzato oggi sará depositato ni prossimi giorno negli uffici della Lega. "Sono molto contento e ringrazio il presidente Moratti e tutta la societá", prosegue Julio Cesar, in partenza dall'Italia per rispondere alla convocazione della nazionale brasiliana. "Con l'Inter ho giá vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi".

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:cesenti::cesenti::cesenti:

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Julio Cesar-Inter fino al 2014

"E ora tante nuove vittorie"

Trovato l'accordo per il rinnovo tra il portiere brasiliano e il club nerazzurro: "Qui ho giá vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi"

 

MILANO, 10 novembre 2009 - Julio Cesar ha rinnovato con l'Inter fino al 30 giugno 2014. Lo ha annunciato il club nerazzurro. "E adesso voglio festeggiare con tante nuove vittorie", dice il portiere brasiliano sul sito dell'Inter al termine della riunione con il vice presidente Rinado Ghelfi e il direttore tecnico Marco Branca. L'accordo formalizzato oggi sará depositato ni prossimi giorno negli uffici della Lega. "Sono molto contento e ringrazio il presidente Moratti e tutta la societá", prosegue Julio Cesar, in partenza dall'Italia per rispondere alla convocazione della nazionale brasiliana. "Con l'Inter ho giá vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi".

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Grazie cctc sei l'unico che mi caga!!! :D

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Mou: ''Amo l'Inter

Ma il futuro è l'Inghilterra''

In un'intervista al Times (poi smentita) il tecnico portoghese rivela il suo desiderio: ''Cerco un progetto stabile volto al ringiovanimento e in Italia questo non si può fare''

Jose' Mourinho

 

 

LONDRA - L'Inghilterra come terra promessa. Josè Mourinho torna a far discutere grazie ad un'intervista rilasciata al Times, in cui dichiara il suo forte desiderio di tornare in terra d'Albione. "Sono pronto per una nuova fase della mia carriera e voglio guardare in prospettiva. Amo l'Inter e mi piacerebbe costruire qualcosa per il futuro, lo sto già facendo perché non sono un tecnico egoista. Ma l'Italia non è la nazione adatta per la maturazione dei giovani e per un ringiovanimento generale della squadra".

 

LE TRE FASI - Il tecnico portoghese è un fiume in piena e spiega la sua evoluzione come allenatore. "Al Porto il mio obiettivo era quello di vincere per avere la possibilità di allenare all'estero, al Chelsea volevo costruire un pezzo di storia anche se sapevo che a Stamford Bridge non avevano la tradizionale cultura della stabilità tipica dell'Inghilterra. Sono venuto in Italia perché è la patria della tattica, del catenaccio e del calcio difensivo: volevo vincere il terzo titolo nazionale in un campionato differente e smentire chi sosteneva che i tecnici stranieri avessero poco successo in serie A".

 

MINACCIA A LUNGO TERMINE - Le dichiarazioni di amore nei confronti dell'Inter sembrano comunque spegnere il rischio di un pericolo immediato per il club di Moratti. Ma Mourinho spiega cosa vuole dal suo futuro. "Al Chelsea dovevo dare ad Abramovich quello che voleva, le vittorie, e lo dovevo fare nel più breve tempo possibile perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento dell'addio. Ora cerco un progetto stabile e duraturo. E' irrealistico restare per così tanto tempo su una panchina come è capitato a Ferguson e Wenger, ma so che l'Inghilterra è il posto giusto per farlo, e il mio calcio preferito è quello inglese".

Oltremanica si è già scatenato il toto-squadra: il Liverpool appare l'ipotesi meno credibile per via delle polemiche con i tifosi dei Reds, rimane aperta la pista Manchester, sia per la sostituzione di Ferguson allo United che per l'avvio di un progetto vincente al City.

 

LA SMENTITA DI MOU - Arriva secca la smentita di Josè Mourinho, tramite il sito internet dell'Inter. "Non ho mai rilasciato un'intervista al Times. Ho incontrato il giornalista Patrick Barclay qualche tempo fa per un mio intervento in un libro dedicato a Sir Alex Ferguson, esaltandone l'unicità dell'esperienza al Manchester United tramite una mia analisi del ruolo dell'allenatore nei diversi paesi che hanno caratterizzato la mia carriera professionale, sottolineando le differenze storico-culturali e non le preferenze personali. Ho spiegato che amo l'Inter, sto bene qui e sto costruendo un futuro per il club. Mi spiace moltissimo che un sincero tributo a Sir Alex Ferguson sia stato utilizzato con finalità totalmente diverse".

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intanto balottelli confessa di tifare milan...

 

che me dite?  :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  :D

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Balotelli si confessa: 'Sono tifoso del Milan'

 

13:00 del 18 novembre

 

 

Dalle finestre delle classi si vede San Siro, è bastato per fargli fare un sorrisone: «Ma qui dov’è, che curva è quella, la Nord o la Sud?». Quando manca la prospettiva il ragazzo non si scoraggia, vuole capire.

 

Supermario Balotelli ieri pomeriggio aveva voglia di gente, di farsi due chiacchiere senza domande e ha scelto l’Istituto Don Gnocchi di via Gozzadini, corsi di formazione professionale per 65 ragazzi affetti da disabilità motoria, cognitiva e relazionale, ragazzi dai 14 ai 21 anni, autistici e svegli: «Cosa provo? Provo imbarazzo. Sto bene ma provo sempre grande imbarazzo quando decido di venire a far visita a questi ragazzi. Per via della loro diversità? Mannò, proprio io che provo imbarazzo per la diversità sarebbe il colmo».

 

Si è presentato in jeans e maglietta, loro l’hanno accolto con una torta, lui fa: «Per favore niente domande». Impossibile. Uno gli fa: scusa, ma tu quanti anni hai? Un altro gli chiede: ma quanti gol hai fatto? Quattro? Ma quattro sono un po’ pochi, dài. Rideva e firmava autografi, interisti, milanisti e juventini ammassati e trionfanti con il pennarello puntato. Era proprio una bella festa e tutto stava filando liscio fino alla domanda più ingenua che si può fare a un calciatore: scusa, ma tu a che squadra tieni?

 

«Io tengo al Milan - gli risponde Mario -. Perché non lo sapevi?». Boato, e la netta sensazione che ci fossero più milanisti di quanti uno potesse immaginarsi. Uno scossone che ha stravolto la scaletta più della visita nell’ufficio di suor Cecilia e l’ispezione ai bagni. Supermario si è guardato attorno e ha ricominciato a ridere, uno si è alzato e gli ha stretto la faccia fra le sue mani, era entusiasta: sei milanista, sei milanista!

 

Allora c’è stato anche un momento di riflessione, perché uno dei ragazzi che stavano in quella piccola aula del Don Gnocchi e fino a quel momento non aveva ancora aperto bocca, si è fatto coraggio, è arrivato fino a un metro da Mario e serio gli ha detto: «Io lo so perché gli altri ti picchiano», e ha atteso che Mario gli rispondesse. Mario si è guardato attorno e tutti si sono fatti zitti. «Gli altri ti picchiano perché sanno che tu sei milanista», gli ha rivelato quell’amico. Che c’era rimasto male, ma male male.

 

Era come se nel paese fosse saltato fuori il nome del vincitore del Superenalotto: Balotelli è milanista, Balotelli è milanista. Un altro fa: «Ma se sei milanista, perché giochi con l’Inter?». E Mario: «Per quest’anno gioco nell’Inter». Saranno anche afflitti da un dio minore, ma anche gli interisti più radicali presenti ieri al Don Gnocchi non hanno vacillato, nessun segno di cedimento apparente. A quel punto si sono avvicinate anche bidelle e inservienti, tutti lo volevano toccare e volevano dire che c’erano quel pomeriggio che Mario ha detto di essere un milanista.

 

Supermario a quel punto era proprio uno di loro senza cerimonie e inchini. Non ce n’era uno distratto, potenza del football, una delle insegnanti viene e molto seria confida: «Avevamo le classi semivuote, le presenze decimate dall’influenza, più del 50 per cento dei ragazzi a casa. Ma oggi si sono presentati tutti». E suor Cecilia che scattava foto come a bordo campo da varie posizioni. Una ragazza s’era fatta autografare la maglia dell’Inter: «Ma non è per me, è per mio fratello. È lui che è interista», era sulla porta, lo ripeteva a tutti quelli che entravano o uscivano, una botta.

 

In effetti la prova più dura è stata la visita al resto dell’edificio, due piani che un infermiere ha trasformato in una rivisitazione del grattacielo Pirelli, cambi estenuanti di ascensori, traversate oceaniche di corridoi incerati, soste religiose davanti ai disegni dei ragazzi appesi alle pareti, l’infermiere davanti sottobraccio a Balotelli e tutto il corteo dietro in fila indiana. «Adesso però mi piaci di più con quel taglio di capelli», gli confida l’infermiere che si era incaricato del giro panoramico del Don Gnocchi, e Mario: «Sì, è un taglio normale, sento bisogno di normalità, e poi basta far soffrire mia mamma».

 

Adesso bisognerebbe chiedere a Mario quanto gli costa questa normalità, se sa perché gli altri lo picchiano e perché a quel ragazzo ha risposto che quest’anno gioca ancora nell’Inter, lasciando intendere chissà cosa. Ma ieri Balotelli rispondeva con gli occhi solo a domande che venivano dal cuore: «Ragazzi come me. Uguali a me».

 

 

(Il Giornale)

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che me dite?  :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  :D

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Balotelli si confessa: 'Sono tifoso del Milan'

 

13:00 del 18 novembre

 

 

Dalle finestre delle classi si vede San Siro, è bastato per fargli fare un sorrisone: «Ma qui dov’è, che curva è quella, la Nord o la Sud?». Quando manca la prospettiva il ragazzo non si scoraggia, vuole capire.

 

Supermario Balotelli ieri pomeriggio aveva voglia di gente, di farsi due chiacchiere senza domande e ha scelto l’Istituto Don Gnocchi di via Gozzadini, corsi di formazione professionale per 65 ragazzi affetti da disabilità motoria, cognitiva e relazionale, ragazzi dai 14 ai 21 anni, autistici e svegli: «Cosa provo? Provo imbarazzo. Sto bene ma provo sempre grande imbarazzo quando decido di venire a far visita a questi ragazzi. Per via della loro diversità? Mannò, proprio io che provo imbarazzo per la diversità sarebbe il colmo».

 

Si è presentato in jeans e maglietta, loro l’hanno accolto con una torta, lui fa: «Per favore niente domande». Impossibile. Uno gli fa: scusa, ma tu quanti anni hai? Un altro gli chiede: ma quanti gol hai fatto? Quattro? Ma quattro sono un po’ pochi, dài. Rideva e firmava autografi, interisti, milanisti e juventini ammassati e trionfanti con il pennarello puntato. Era proprio una bella festa e tutto stava filando liscio fino alla domanda più ingenua che si può fare a un calciatore: scusa, ma tu a che squadra tieni?

 

«Io tengo al Milan - gli risponde Mario -. Perché non lo sapevi?». Boato, e la netta sensazione che ci fossero più milanisti di quanti uno potesse immaginarsi. Uno scossone che ha stravolto la scaletta più della visita nell’ufficio di suor Cecilia e l’ispezione ai bagni. Supermario si è guardato attorno e ha ricominciato a ridere, uno si è alzato e gli ha stretto la faccia fra le sue mani, era entusiasta: sei milanista, sei milanista!

 

Allora c’è stato anche un momento di riflessione, perché uno dei ragazzi che stavano in quella piccola aula del Don Gnocchi e fino a quel momento non aveva ancora aperto bocca, si è fatto coraggio, è arrivato fino a un metro da Mario e serio gli ha detto: «Io lo so perché gli altri ti picchiano», e ha atteso che Mario gli rispondesse. Mario si è guardato attorno e tutti si sono fatti zitti. «Gli altri ti picchiano perché sanno che tu sei milanista», gli ha rivelato quell’amico. Che c’era rimasto male, ma male male.

 

Era come se nel paese fosse saltato fuori il nome del vincitore del Superenalotto: Balotelli è milanista, Balotelli è milanista. Un altro fa: «Ma se sei milanista, perché giochi con l’Inter?». E Mario: «Per quest’anno gioco nell’Inter». Saranno anche afflitti da un dio minore, ma anche gli interisti più radicali presenti ieri al Don Gnocchi non hanno vacillato, nessun segno di cedimento apparente. A quel punto si sono avvicinate anche bidelle e inservienti, tutti lo volevano toccare e volevano dire che c’erano quel pomeriggio che Mario ha detto di essere un milanista.

 

Supermario a quel punto era proprio uno di loro senza cerimonie e inchini. Non ce n’era uno distratto, potenza del football, una delle insegnanti viene e molto seria confida: «Avevamo le classi semivuote, le presenze decimate dall’influenza, più del 50 per cento dei ragazzi a casa. Ma oggi si sono presentati tutti». E suor Cecilia che scattava foto come a bordo campo da varie posizioni. Una ragazza s’era fatta autografare la maglia dell’Inter: «Ma non è per me, è per mio fratello. È lui che è interista», era sulla porta, lo ripeteva a tutti quelli che entravano o uscivano, una botta.

 

In effetti la prova più dura è stata la visita al resto dell’edificio, due piani che un infermiere ha trasformato in una rivisitazione del grattacielo Pirelli, cambi estenuanti di ascensori, traversate oceaniche di corridoi incerati, soste religiose davanti ai disegni dei ragazzi appesi alle pareti, l’infermiere davanti sottobraccio a Balotelli e tutto il corteo dietro in fila indiana. «Adesso però mi piaci di più con quel taglio di capelli», gli confida l’infermiere che si era incaricato del giro panoramico del Don Gnocchi, e Mario: «Sì, è un taglio normale, sento bisogno di normalità, e poi basta far soffrire mia mamma».

 

Adesso bisognerebbe chiedere a Mario quanto gli costa questa normalità, se sa perché gli altri lo picchiano e perché a quel ragazzo ha risposto che quest’anno gioca ancora nell’Inter, lasciando intendere chissà cosa. Ma ieri Balotelli rispondeva con gli occhi solo a domande che venivano dal cuore: «Ragazzi come me. Uguali a me».

 

 

(Il Giornale)

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Ora si spiega tutto! :lol:

 

A parte gli scherzi, se tifasse milan e giocasse al livello delle sue potenzialità non avrei niente da dire. Mi convinco sempre più - e lo dico dai tempi di Recoba! - che alla grande maggioranza dei giocatori basterebbe una settimana di allenamenti con una squadra di rugby. Fuori da ogni ipocrisia mediatica (che se leggi i giornali in sto periodo "calcio=male, rugby=bene"), credo che più di qualcuno capirebbe cosa significano concetti come SPORT DI SQUADRA e GRUPPO.

 

Ma io sono un inguaribile romantico e più invecchio e più tifo per i giocatori "scarsi" che ci mettono l'anima, più che per i "talenti" che giocano senza orgoglio e senza palle.

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che me dite?  :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  :D

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Balotelli si confessa: 'Sono tifoso del Milan'

 

13:00 del 18 novembre

 

 

Dalle finestre delle classi si vede San Siro, è bastato per fargli fare un sorrisone: «Ma qui dov’è, che curva è quella, la Nord o la Sud?». Quando manca la prospettiva il ragazzo non si scoraggia, vuole capire.

 

Supermario Balotelli ieri pomeriggio aveva voglia di gente, di farsi due chiacchiere senza domande e ha scelto l’Istituto Don Gnocchi di via Gozzadini, corsi di formazione professionale per 65 ragazzi affetti da disabilità motoria, cognitiva e relazionale, ragazzi dai 14 ai 21 anni, autistici e svegli: «Cosa provo? Provo imbarazzo. Sto bene ma provo sempre grande imbarazzo quando decido di venire a far visita a questi ragazzi. Per via della loro diversità? Mannò, proprio io che provo imbarazzo per la diversità sarebbe il colmo».

 

Si è presentato in jeans e maglietta, loro l’hanno accolto con una torta, lui fa: «Per favore niente domande». Impossibile. Uno gli fa: scusa, ma tu quanti anni hai? Un altro gli chiede: ma quanti gol hai fatto? Quattro? Ma quattro sono un po’ pochi, dài. Rideva e firmava autografi, interisti, milanisti e juventini ammassati e trionfanti con il pennarello puntato. Era proprio una bella festa e tutto stava filando liscio fino alla domanda più ingenua che si può fare a un calciatore: scusa, ma tu a che squadra tieni?

 

«Io tengo al Milan - gli risponde Mario -. Perché non lo sapevi?». Boato, e la netta sensazione che ci fossero più milanisti di quanti uno potesse immaginarsi. Uno scossone che ha stravolto la scaletta più della visita nell’ufficio di suor Cecilia e l’ispezione ai bagni. Supermario si è guardato attorno e ha ricominciato a ridere, uno si è alzato e gli ha stretto la faccia fra le sue mani, era entusiasta: sei milanista, sei milanista!

 

Allora c’è stato anche un momento di riflessione, perché uno dei ragazzi che stavano in quella piccola aula del Don Gnocchi e fino a quel momento non aveva ancora aperto bocca, si è fatto coraggio, è arrivato fino a un metro da Mario e serio gli ha detto: «Io lo so perché gli altri ti picchiano», e ha atteso che Mario gli rispondesse. Mario si è guardato attorno e tutti si sono fatti zitti. «Gli altri ti picchiano perché sanno che tu sei milanista», gli ha rivelato quell’amico. Che c’era rimasto male, ma male male.

 

Era come se nel paese fosse saltato fuori il nome del vincitore del Superenalotto: Balotelli è milanista, Balotelli è milanista. Un altro fa: «Ma se sei milanista, perché giochi con l’Inter?». E Mario: «Per quest’anno gioco nell’Inter». Saranno anche afflitti da un dio minore, ma anche gli interisti più radicali presenti ieri al Don Gnocchi non hanno vacillato, nessun segno di cedimento apparente. A quel punto si sono avvicinate anche bidelle e inservienti, tutti lo volevano toccare e volevano dire che c’erano quel pomeriggio che Mario ha detto di essere un milanista.

 

Supermario a quel punto era proprio uno di loro senza cerimonie e inchini. Non ce n’era uno distratto, potenza del football, una delle insegnanti viene e molto seria confida: «Avevamo le classi semivuote, le presenze decimate dall’influenza, più del 50 per cento dei ragazzi a casa. Ma oggi si sono presentati tutti». E suor Cecilia che scattava foto come a bordo campo da varie posizioni. Una ragazza s’era fatta autografare la maglia dell’Inter: «Ma non è per me, è per mio fratello. È lui che è interista», era sulla porta, lo ripeteva a tutti quelli che entravano o uscivano, una botta.

 

In effetti la prova più dura è stata la visita al resto dell’edificio, due piani che un infermiere ha trasformato in una rivisitazione del grattacielo Pirelli, cambi estenuanti di ascensori, traversate oceaniche di corridoi incerati, soste religiose davanti ai disegni dei ragazzi appesi alle pareti, l’infermiere davanti sottobraccio a Balotelli e tutto il corteo dietro in fila indiana. «Adesso però mi piaci di più con quel taglio di capelli», gli confida l’infermiere che si era incaricato del giro panoramico del Don Gnocchi, e Mario: «Sì, è un taglio normale, sento bisogno di normalità, e poi basta far soffrire mia mamma».

 

Adesso bisognerebbe chiedere a Mario quanto gli costa questa normalità, se sa perché gli altri lo picchiano e perché a quel ragazzo ha risposto che quest’anno gioca ancora nell’Inter, lasciando intendere chissà cosa. Ma ieri Balotelli rispondeva con gli occhi solo a domande che venivano dal cuore: «Ragazzi come me. Uguali a me».

 

 

(Il Giornale)

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Ora si spiega tutto! :lol:

 

A parte gli scherzi, se tifasse milan e giocasse al livello delle sue potenzialità non avrei niente da dire. Mi convinco sempre più - e lo dico dai tempi di Recoba! - che alla grande maggioranza dei giocatori basterebbe una settimana di allenamenti con una squadra di rugby. Fuori da ogni ipocrisia mediatica (che se leggi i giornali in sto periodo "calcio=male, rugby=bene"), credo che più di qualcuno capirebbe cosa significano concetti come SPORT DI SQUADRA e GRUPPO.

 

Ma io sono un inguaribile romantico e più invecchio e più tifo per i giocatori "scarsi" che ci mettono l'anima, più che per i "talenti" che giocano senza orgoglio e senza palle.

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:inchino::inchino::inchino:

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che me dite?  :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  :D

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Balotelli si confessa: 'Sono tifoso del Milan'

 

13:00 del 18 novembre

 

 

Dalle finestre delle classi si vede San Siro, è bastato per fargli fare un sorrisone: «Ma qui dov’è, che curva è quella, la Nord o la Sud?». Quando manca la prospettiva il ragazzo non si scoraggia, vuole capire.

 

Supermario Balotelli ieri pomeriggio aveva voglia di gente, di farsi due chiacchiere senza domande e ha scelto l’Istituto Don Gnocchi di via Gozzadini, corsi di formazione professionale per 65 ragazzi affetti da disabilità motoria, cognitiva e relazionale, ragazzi dai 14 ai 21 anni, autistici e svegli: «Cosa provo? Provo imbarazzo. Sto bene ma provo sempre grande imbarazzo quando decido di venire a far visita a questi ragazzi. Per via della loro diversità? Mannò, proprio io che provo imbarazzo per la diversità sarebbe il colmo».

 

Si è presentato in jeans e maglietta, loro l’hanno accolto con una torta, lui fa: «Per favore niente domande». Impossibile. Uno gli fa: scusa, ma tu quanti anni hai? Un altro gli chiede: ma quanti gol hai fatto? Quattro? Ma quattro sono un po’ pochi, dài. Rideva e firmava autografi, interisti, milanisti e juventini ammassati e trionfanti con il pennarello puntato. Era proprio una bella festa e tutto stava filando liscio fino alla domanda più ingenua che si può fare a un calciatore: scusa, ma tu a che squadra tieni?

 

«Io tengo al Milan - gli risponde Mario -. Perché non lo sapevi?». Boato, e la netta sensazione che ci fossero più milanisti di quanti uno potesse immaginarsi. Uno scossone che ha stravolto la scaletta più della visita nell’ufficio di suor Cecilia e l’ispezione ai bagni. Supermario si è guardato attorno e ha ricominciato a ridere, uno si è alzato e gli ha stretto la faccia fra le sue mani, era entusiasta: sei milanista, sei milanista!

 

Allora c’è stato anche un momento di riflessione, perché uno dei ragazzi che stavano in quella piccola aula del Don Gnocchi e fino a quel momento non aveva ancora aperto bocca, si è fatto coraggio, è arrivato fino a un metro da Mario e serio gli ha detto: «Io lo so perché gli altri ti picchiano», e ha atteso che Mario gli rispondesse. Mario si è guardato attorno e tutti si sono fatti zitti. «Gli altri ti picchiano perché sanno che tu sei milanista», gli ha rivelato quell’amico. Che c’era rimasto male, ma male male.

 

Era come se nel paese fosse saltato fuori il nome del vincitore del Superenalotto: Balotelli è milanista, Balotelli è milanista. Un altro fa: «Ma se sei milanista, perché giochi con l’Inter?». E Mario: «Per quest’anno gioco nell’Inter». Saranno anche afflitti da un dio minore, ma anche gli interisti più radicali presenti ieri al Don Gnocchi non hanno vacillato, nessun segno di cedimento apparente. A quel punto si sono avvicinate anche bidelle e inservienti, tutti lo volevano toccare e volevano dire che c’erano quel pomeriggio che Mario ha detto di essere un milanista.

 

Supermario a quel punto era proprio uno di loro senza cerimonie e inchini. Non ce n’era uno distratto, potenza del football, una delle insegnanti viene e molto seria confida: «Avevamo le classi semivuote, le presenze decimate dall’influenza, più del 50 per cento dei ragazzi a casa. Ma oggi si sono presentati tutti». E suor Cecilia che scattava foto come a bordo campo da varie posizioni. Una ragazza s’era fatta autografare la maglia dell’Inter: «Ma non è per me, è per mio fratello. È lui che è interista», era sulla porta, lo ripeteva a tutti quelli che entravano o uscivano, una botta.

 

In effetti la prova più dura è stata la visita al resto dell’edificio, due piani che un infermiere ha trasformato in una rivisitazione del grattacielo Pirelli, cambi estenuanti di ascensori, traversate oceaniche di corridoi incerati, soste religiose davanti ai disegni dei ragazzi appesi alle pareti, l’infermiere davanti sottobraccio a Balotelli e tutto il corteo dietro in fila indiana. «Adesso però mi piaci di più con quel taglio di capelli», gli confida l’infermiere che si era incaricato del giro panoramico del Don Gnocchi, e Mario: «Sì, è un taglio normale, sento bisogno di normalità, e poi basta far soffrire mia mamma».

 

Adesso bisognerebbe chiedere a Mario quanto gli costa questa normalità, se sa perché gli altri lo picchiano e perché a quel ragazzo ha risposto che quest’anno gioca ancora nell’Inter, lasciando intendere chissà cosa. Ma ieri Balotelli rispondeva con gli occhi solo a domande che venivano dal cuore: «Ragazzi come me. Uguali a me».

 

 

(Il Giornale)

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Ora si spiega tutto! :lol:

 

A parte gli scherzi, se tifasse milan e giocasse al livello delle sue potenzialità non avrei niente da dire. Mi convinco sempre più - e lo dico dai tempi di Recoba! - che alla grande maggioranza dei giocatori basterebbe una settimana di allenamenti con una squadra di rugby. Fuori da ogni ipocrisia mediatica (che se leggi i giornali in sto periodo "calcio=male, rugby=bene"), credo che più di qualcuno capirebbe cosa significano concetti come SPORT DI SQUADRA e GRUPPO.

 

Ma io sono un inguaribile romantico e più invecchio e più tifo per i giocatori "scarsi" che ci mettono l'anima, più che per i "talenti" che giocano senza orgoglio e senza palle.

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impossibile non quotarti :clap::clap::clap:

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E comunque aggiungo . . . nulla di nuovo, questo ragazzo sembra proprio che ci provi gusto a crearsi, tutto da solo, difficoltà ambientali e di rapporti con i compagni di squadra (penso per esempio ad uno come Zanetti bandiera indiscussa).

Per carità nulla di male a tifare per una squadra diversa da quella che ti paga lo stipendio, ma se questa è una rivale storica secondo me non è opportuno esternarlo, specialmente quando devi ancora dimostrare tutto il tuo valore (o quasi).

Ma magari scherzava :)

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E comunque aggiungo . . . nulla di nuovo, questo ragazzo sembra proprio che ci provi gusto a crearsi, tutto da solo, difficoltà ambientali e di rapporti con i compagni di squadra (penso per esempio ad uno come Zanetti bandiera indiscussa).

Per carità nulla di male a tifare per una squadra diversa da quella che ti paga lo stipendio, ma se questa è una rivale storica secondo me non è opportuno esternarlo, specialmente quando devi ancora dimostrare tutto il tuo valore (o quasi).

Ma magari scherzava  :)

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:quoto::quoto:

 

l' ultima frase mi fa riflettere..se è pure una cazzata, a maggior ragione sarebbe stato meglio evitare di parlarne!! perchè allora c' ha ragione mourinho quando dice che i giovani pensano solo alla popolarità mediatica e meno alla serietà calcistica..

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E comunque aggiungo . . . nulla di nuovo, questo ragazzo sembra proprio che ci provi gusto a crearsi, tutto da solo, difficoltà ambientali e di rapporti con i compagni di squadra (penso per esempio ad uno come Zanetti bandiera indiscussa).

Per carità nulla di male a tifare per una squadra diversa da quella che ti paga lo stipendio, ma se questa è una rivale storica secondo me non è opportuno esternarlo, specialmente quando devi ancora dimostrare tutto il tuo valore (o quasi).

Ma magari scherzava  :)

1691849[/snapback]

scherzando si dice la verità.... ;)

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Perfetti!

Certo l'avversario era quello che è....si potevano fare 3/4 gol in più, ecco quello sì..

Maicon espulso al 90° per proteste sul 3-1 sarebbe da pijallo a zambate lanculo, ma questo è così.. Pazienza, si riposerà la prossima.

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Certo l'avversario era quello che è....si potevano fare 3/4 gol in più, ecco quello sì..

Maicon espulso al 90° per proteste sul 3-1 sarebbe da pijallo a zambate lanculo, ma questo è così.. Pazienza, si riposerà la prossima.

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speriamo che non prenda due giornate <_<

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Certo l'avversario era quello che è....si potevano fare 3/4 gol in più, ecco quello sì..

Maicon espulso al 90° per proteste sul 3-1 sarebbe da pijallo a zambate lanculo, ma questo è così.. Pazienza, si riposerà la prossima.

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speriamo che non prenda due giornate <_<

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non c'è pericolo <_<

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Perfetti!

Certo l'avversario era quello che è....si potevano fare 3/4 gol in più, ecco quello sì..

Maicon espulso al 90° per proteste sul 3-1 sarebbe da pijallo a zambate lanculo, ma questo è così.. Pazienza, si riposerà la prossima.

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speriamo che non prenda due giornate <_<

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anche perchè le prossime due so fiorentina e juventus se non erro

capisco lu trance agonista :lol: :lol: ma n'attimino poteva pensacce no??

comunque il Barça sta a perde i pezzi oltre a Ibra per infortunio, Marquez, Yaya Touré e Abidal per virus A ieri Leo Messi si è infortunato all'adduttore della gamba sinistra e salterà sicuramente il match di martedì contro l'Inter al Nou Camp. Il medico sociale del Barcellona, Leo Pruna, ha immediatamente escluso la possibilità di un recupero e, anzi, si è riservato ulteriori esami per stabilire l'entità del danno

Modificato da classe86_

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complimenti per la vittoria (sinceri) e complimenti per le dichiarazioni del vostro presidente (sarcastici, ovviamente :lol: ) per le dichiarazioni ridicole che ha rilasciato sul caso di Maicon...

che tristezza di personaggio...

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