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otap

Ma com'è...

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per evità cazzi io scriverei BAGAGLI e evito cazzi....

1408600[/snapback]

:ola::ola::ola:

la differenza tra normalità e genio in una sola parola.

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se la penultima lettera (escludendo la E finale o il gruppo IE finale) è vocale ci va la I

 

ciliEgIE

valIgIE

 

se è consonante non ci va la I

 

proviNcE

1408451[/snapback]

 

Me la sono segnata al dito.

 

Ho sempre sostenuto che questa è una regoletta troppo semplicistica e di comodo che a volte va in contrasto con l'etimologia delle parole.

 

Chi invece segue l'etimologia delle parole e se ne infischia di queste regoletta da strapazzo, ha la mia approvazione.

 

Indica passione per la lingua italiana, cosa che sta purtroppo passando di moda...

 

W le CILIEGE e le PROVINCIE...

 

:) .Ciaps :)

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Modificato da callea

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e le camicie?  :D

1519333[/snapback]

 

Quelle per forza, sennò ti metteresti un camice ed inizieresti ad esercitare da medico.... :P

1519429[/snapback]

e da medico ti metterei la camicia di forza :P

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e le camicie?  :D

1519333[/snapback]

 

Nel caso di camicia la regoletta su esposta è conforme con l'etimologia del termine.

 

Camicia deriva dal latino camisia.

La i quindi è parte integrante della radice della parola di origine e come tale va mantenuta anche al plurale.

 

Quindi scrivere "le camice" sarebbe errato comunque e non certo per non confodere con il camice.

 

.Ciaps

Modificato da callea

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se la penultima lettera (escludendo la E finale o il gruppo IE finale) è vocale ci va la I

 

ciliEgIE

valIgIE

 

se è consonante non ci va la I

 

proviNcE

1408451[/snapback]

 

Me la sono segnata al dito.

 

Ho sempre sostenuto che questa è una regoletta troppo semplicistica e di comodo che a volte va in contrasto con l'etimologia delle parole.

 

Chi invece segue l'etimologia delle parole e se ne infischia di queste regoletta da strapazzo, ha la mia approvazione.

 

Indica passione per la lingua italiana, cosa che sta purtroppo passando di moda...

 

W le CILIEGE e le PROVINCIE...

 

:) .Ciaps :)

1519326[/snapback]

 

questa regoletta me l'hanno insegnata al ginnasio, quindi se permetti, se viene insegnata in un liceo classico io la pijo per buona

 

.ciago

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questa regoletta me l'hanno insegnata al ginnasio, quindi se permetti, se viene insegnata in un liceo classico io la pijo per buona

 

.ciago

1519470[/snapback]

 

Non ho detto che non sia buona.

Ho detto solo che è una regoletta semplicistica e di comodo.

 

Non ho nulla contro chi scrive ciliegie valigie o province.

 

Dico solo che chi scrive (consapevolmente) ciliege o provincie dimostra di avere una conoscienza linguistica superiore.

 

Del resto quella regoletta la insegnano alle elementari.

 

Al ginnasio dove si studia greco e latino, ci si aspetta un insegnamento un po' più approfondito e ragionato della lingua.

 

.Ciaps

Modificato da callea

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questa regoletta me l'hanno insegnata al ginnasio, quindi se permetti, se viene insegnata in un liceo classico io la pijo per buona

 

.ciago

1519470[/snapback]

 

Non ho detto che non sia buona.

Ho detto solo che è una regoletta semplicistica e di comodo.

 

Non ho nulla contro chi scrive ciliegie valigie o province.

 

Dico solo che chi scrive (consapevolmente) ciliege o provincie dimostra di avere una conoscienza linguistica superiore.

 

Del resto quella regoletta la insegnano alle elementari.

 

Al ginnasio dove si studia greco e latino, ci si aspetta un insegnamento un po' più approfondito e ragionato della lingua.

 

.Ciaps

1519473[/snapback]

 

:lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol:

 

.ciago

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Le parole in -cia, -gia formano il plurale mantenendo la 'i' se l'ultima lettera prima della desinenza è una vocale (la camicia, le camicie), e perdendola se è una consonante (la frangia, le frange; la roccia, le rocce). La regola ha validità solo per la -i- non accentata. Nel caso di parole come allergìa, è chiaro che la i sarà conservata: allergìe. Fra le eccezioni principali, ricordiamo ciliegia e valigia, per le quali sono diffuse e accettate entrambe le forme[1] (anche se le varianti conformi alla regola sono di gran lunga più frequenti;[2] studiosi conservatori preferiscono attenersi a criteri di natura etimologica).

 

e questo lo dice wikipedia

 

) i nomi che terminano in -cia e -gia, se davanti a -cia e -gia hanno una vocale, fanno al plurale -cie e -gie (camicia - camicie / guarentigia guarentigie); se hanno una consonante fanno invece -ce e -ge (lancia lance / bolgia - bolge). Se però hanno la i tonica, la conservano sempre (farmacìa - farmacìe / nostalgìa - nostalgìe).

 

Per quanto riguarda la regola da noi suggerita per i nomi in -cia e -gia si assiste ad un fenomeno abbastanza strano. Infatti, mentre le grammatiche (comprese quelle del Flora e del Serianni) sono concordi nel consigliarla (anzi nel prescriverla in termini quasi assoluti, che ammettono rarissime eccezioni), i dizionari si comportano diversamente e in maniera non univoca. Portiamo solo due esempi relativi al plurale di ciliegia e di provincia. Dei due vocaboli, che non hanno la i accentata," ciliegia" al plurale dovrebbe fare "ciliegie" (perché -gia è preceduta da vocale) e "provincia" dovrebbe fare "province" (perché -cia è preceduta da consonante). Ebbene ecco come questi vocaboli sono riportati nel plurale in alcuni tra i migliori dizionari italiani:

 

Battaglia: ciliegie o ciliege (moderno)

              provincie o province (meno correttamente)

 

De Felice-Duro: ciliegie province

 

Devoto-Oli: ciliegie o ciliege

                province o provincie

Gabrielli: ciliege

            provincie

 

Zingarelli: ciliege

              province o provincie

 

Come si vede, solo "De Felice-Duro" applica la regola e non ammette deviazioni. In compenso "Gabrielli" fa esattamente l'opposto ed avrà pure le sue buone ragioni. A quale dei due segnalerà l'errore di ortografia, con un vistoso frego di matita blu, il tuo insegnante?

Morale: in questi casi comportati come ti pare e piace, tenendo ben presente che la "grammatica" è indispensabile per la conoscenza e l'uso della lingua, ma va accettata come strumento di semplificazione e non già come repertorio infallibile di tutti i fenomeni linguistici. I quali non sempre sono riducibili e classificabili in norme rigide, data anche la diversità delle opinioni che pure esiste tra i maggiori studiosi.

 

da qualink

 

 

su ormai stiamo nel 2008 basta poco per sapè come se scrivono le cose :lol:

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Le parole in -cia, -gia formano il plurale mantenendo la 'i' se l'ultima lettera prima della desinenza è una vocale (la camicia, le camicie), e perdendola se è una consonante (la frangia, le frange; la roccia, le rocce). La regola ha validità solo per la -i- non accentata. Nel caso di parole come allergìa, è chiaro che la i sarà conservata: allergìe. Fra le eccezioni principali, ricordiamo ciliegia e valigia, per le quali sono diffuse e accettate entrambe le forme[1] (anche se le varianti conformi alla regola sono di gran lunga più frequenti;[2] studiosi conservatori preferiscono attenersi a criteri di natura etimologica).

 

e questo lo dice wikipedia

 

) i nomi che terminano in -cia e -gia, se davanti a -cia e -gia hanno una vocale, fanno al plurale -cie e -gie (camicia - camicie / guarentigia guarentigie); se hanno una consonante fanno invece -ce e -ge (lancia lance / bolgia - bolge). Se però hanno la i tonica, la conservano sempre (farmacìa - farmacìe / nostalgìa - nostalgìe).

 

Per quanto riguarda la regola da noi suggerita per i nomi in -cia e -gia si assiste ad un fenomeno abbastanza strano. Infatti, mentre le grammatiche (comprese quelle del Flora e del Serianni) sono concordi nel consigliarla (anzi nel prescriverla in termini quasi assoluti, che ammettono rarissime eccezioni), i dizionari si comportano diversamente e in maniera non univoca. Portiamo solo due esempi relativi al plurale di ciliegia e di provincia. Dei due vocaboli, che non hanno la i accentata," ciliegia" al plurale dovrebbe fare "ciliegie" (perché -gia è preceduta da vocale) e "provincia" dovrebbe fare "province" (perché -cia è preceduta da consonante). Ebbene ecco come questi vocaboli sono riportati nel plurale in alcuni tra i migliori dizionari italiani:

 

Battaglia: ciliegie o ciliege (moderno)

              provincie o province (meno correttamente)

 

De Felice-Duro: ciliegie province

 

Devoto-Oli: ciliegie o ciliege

                province o provincie

Gabrielli: ciliege

            provincie

 

Zingarelli: ciliege

              province o provincie

 

Come si vede, solo "De Felice-Duro" applica la regola e non ammette deviazioni. In compenso "Gabrielli" fa esattamente l'opposto ed avrà pure le sue buone ragioni. A quale dei due segnalerà l'errore di ortografia, con un vistoso frego di matita blu, il tuo insegnante?

Morale: in questi casi comportati come ti pare e piace, tenendo ben presente che la "grammatica" è indispensabile per la conoscenza e l'uso della lingua, ma va accettata come strumento di semplificazione e non già come repertorio infallibile di tutti i fenomeni linguistici. I quali non sempre sono riducibili e classificabili in norme rigide, data anche la diversità delle opinioni che pure esiste tra i maggiori studiosi.

 

da qualink

 

 

su ormai stiamo nel 2008 basta poco per sapè come se scrivono le cose :lol:

1519852[/snapback]

 

Alla fine è quello che ho sempre sostenuto: si può dire ciliege o ciliegie, province o provincie, valige o valigie senza che nessuno possa dire: "hai sbagliato".

 

Ci sono fior di grammatici e scrittori che possono sostenere l'una o l'altra forma.

 

La differenze è che coloro che scrivono ciliege, valige e provincie hanno argomentazioni ben più profonde e ragionate rispetto la più semplice regoletta che tutti conoscono.

 

La i al plurale si mette solo se fa parte della radice della parola da cui deriva altrimenti non ha ragione di esistere. Ovviamente ciò ha un prezzo: quello di andarsi ad informare sull'etimologia del termine.

E oggi non tutti hanno tempo per queste cose.

 

Chi ha fatto il classico dovrebbe comunque stare dalla parte di chi ha tempo di prendere un dizionario serio...

 

:) .Ciaps :)

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