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LU PANTAFOLARU

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http://www.ternanacalcio.com/index.php?mod...cus&idFocus=542

 

La dottoressa Laura ci racconta il... pantofolaio Marco Pedotti

 

Questa settimana, il ruolo di 'infiltrata'è toccato alla bella Laura Garavaglia, moglie di Marco Pedotti. Una laurea in giurisprudenza lei ed una tesi in corso di preparazione sulla 'Analisi del bilancio della Ternana Calcio' lui. Laura e Marco si conoscono e stanno insieme dai banchi di scuola, quando Pedotti militava nelle giovanili del Como. Tredici anni durante i quali il difensore rossoverde ha vestito maglie importanti come quelle della Lucchese tra i cadetti, Sambenedettese, Reggiana e Como arrivando a superare le 200 presenze in serie C.

 

Caratterialmente Pedotti appare timido e riservato, ma grazie a questa intervista arriveremo a scoprire quello… che uno non si aspetta, come ad esempio il fatto di vedergli una fede al dito infilata a Las Vegas con le ciabatte ai piedi. Un piccolo 'assaggino' della famiglia Pedotti raccontata dalla sua dolcissima moglie Laura.

 

Trent'anni a testa, metà dei quali trascorsi insieme. Come è cominciato tutto?

"Frequentavamo la stessa scuola. Alla fine del 3° superiore vidi Marco in giardino e mi colpì molto. Così ho cominciato a chiedere in giro ed alla fine ho avuto il numero di casa visto che i cellulari ancora non erano così diffusi. Quando mi sono decisa a chiamare mi hanno risposto che era fuori, in ritiro con le giovanili del Como. Così non ho potuto far altro che aspettare…"

 

Fino al giorno del suo rientro che ha coinciso con il vostro primo appuntamento.

"Già, era il 4 settembre del 1995. Per lui è stata una sorta di appuntamento al 'buio'nonostante di informazioni in giro ne avesse chieste parecchie. Comunque rimanemmo tutti e due molto colpiti, tant'è che 13 anni dopo ancora siamo insieme!".

 

La difficoltà più grande che ha trovato all'inizio?

"I primi anni lui giocava vicino casa, quindi grandi ostacoli non li abbiamo incontrati. Certo, Marco è stato sempre molto 'quadrato' quindi il sabato sera non potevamo far altro che salutarci verso le 22.30 mentre tutti i nostri amici erano in giro a divertirsi!".

 

Poi, però, Pedotti ha fatto strada cominciando a vestire maglie importanti in giro per l'Italia…con conseguente rapporto a distanza che immagino non sia stato dei più semplici, giusto?

"Io non ho mai creduto nei rapporti a distanza – dice Laura -, non mi sono mai piaciuti. Però all'inizio abbiamo dovuto fare 'di necessità virtù' ed almeno fin quando non mi sono laureata in Giurisprudenza non ho potuto far altro che prendere il treno ogni settimana per raggiungerlo…con tutti i viaggi che ho fatto una carrozza credo di averla regalata io alle Ferrovie dello Stato!".

 

La convivenza comincia nell'anno in cui Pedotti ha vissuto con le valige sempre in mano. Può raccontarci quella stagione?

"Marco giocava nel Catania quando mi sono decisa a raggiungerlo. Neanche il tempo di far giù le valige che, il giorno dopo il mio arrivo, è passato alla Reggiana. E poi a gennaio ci siamo trasferiti a San Benedetto del Tronto. Insomma, tre traslochi in un anno…niente male come inizio!".

 

Una laurea in Giurisprudenza riposta in un cassetto per stare vicino al proprio compagno. Un sacrificio che non deve essergli pesato poco o sbaglio?

"Io ho sempre messo il rapporto con Marco prima di ogni cosa, dunque anche della carriera. Certo, i miei genitori all'inizio avrebbero sperato qualcosa di diverso, ma non mi hanno mai ostacolato. La laurea mi è servita soprattutto per cultura personale e devo ammettere che qualche volta, quando mi sono trovata a fare lavoretti semplici, un piccolo rimpianto c'è stato. Però poi guardo Marco e penso che quella scelta la rifarei altre 1000 volte!".

 

Lavoretti….ho capito bene?

"Si, non riesco a starmene con le mani in mano. In ogni posto in cui siamo stati mi sono sempre trovata un'occupazione: ho fatto la commessa, ho dato ripetizioni, ed ora qui a Terni guardo i bambini ogni pomeriggio. Poi, comunque, sto mantenendo salde le basi per il futuro: tengo la contabilità a distanza della società di mio padre presentando una nota spese ogni trimestre e lavoro lì in estate. E' un modo per tenermi sempre legata alla ditta visto che quando la carriera di Marco finirà mi piacerebbe lavorare da loro".

 

Complimenti! E il tempo libero che vi rimane, come lo trascorrete?

"Devo ammettere che siamo molto casalinghi. Sia a me che a Marco piace stare in casa, guardare tutti i reality del mondo. Ogni tanto usciamo per andare a cena fuori o al cinema con una coppia di amici che vive qui a Terni, Michela e Marco".

 

A proposito di casa, Pedotti è uno che aiuta nei lavori domestici?

"Per carità! A casa non muove un dito, però ha il pregio di essere molto ordinato. Solo di recente ha imparato a cambiare le lampadine, prima addirittura chiamava l'elettricista anche solo per questo. Una sola volta, in occasione del mio compleanno, ha cucinato: era tutto buonissimo, ma poi mi ci sono voluti 2 giorni solo per sistemare la cucina!".

 

Altri pregi e difetti della sua dolce metà?

"Marco è un po' egoista e decisamente testardo. Il suo pregio più grande è che è una persona onesta, schietta e sincera".

 

Marco Pedotti è un difensore con il vizio del gol. Gliene ha mai dedicato uno?

"Mai, non è tipo da fare queste cose. Ecco, diciamo che ha qualche difficoltà nel mostrare entusiasmo".

 

C'è qualcosa di lui che cambierebbe?

"Assolutamente nulla. Se l'ho sposato e tutt'ora siamo insieme qualcosa vuol dire!".

 

Citato il matrimonio la domanda sorge spontanea: come mai al dito ha ben due fedi?

"Semplice: ci siamo sposati due volte. La prima volta, nel 2005, a Las Vegas. Che risate…tutto in inglese e noi con l'infradito ai piedi. Potevamo anche farlo trascrivere qui, ma abbiamo deciso di fare una cerimonia con parenti ed amici, l'anno seguente, nel modo classico soprattutto per la gioia dei nostri genitori".

 

Dopo 13 anni insieme, il pensiero di allargare la famiglia vien da sé.

"Prima abbiamo sistemato le nostre cose, ci siamo goduti il matrimonio ed abbiamo finito la casa. Ora abbiamo cominciato a pensarci e chissà che presto non arrivi la notizia. Se preferirei un maschietto o una femminuccia? Personalmente una femmina, però se dovesse nascere un maschietto sarei felicissima ugualmente, anche se consapevole che appena in piedi indosserebbe le scarpette chiodate. Anche il papà di Marco giocava a calcio, quindi sarebbe destinato a continuare la tradizione deiPedotti!".

 

Lei che rapporto ha con il calcio?

"Mi piace venire a vedere le partite però a casa cerco di esprimere meno pareri possibili anche se ogni trasmissione possibile ed immaginabile che ha come oggetto il pallone, non riesco ad evitarla".

 

In chiusura, visto che lo scorso numero ha portato bene, le lascio la parola per fare un grosso "in bocca al lupo" alla squadra prima del delicato derby con il Foligno.

"Spero che continueremo così e che questo grande avvio non sia solo una parentesi, ma la sostanza. Forza Ternana!".

 

Alessia Tini Brunozzi

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sta cosa che ha imparato a cambià le lampadine è commovente.

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perche lei che fa la babysitter non se le merita du lacrimucce....e lu marito non ja mai dedicato un gol....ma io guarda

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adesso ho capito perchè fà quelle cazzate lì dietro...gioca co le pantofole cazzo... :lol::lol:

 

pedò te le devi levà quando scendi in campo!!!!

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La laurea mi è servita soprattutto per cultura personale e devo ammettere che qualche volta, quando mi sono trovata a fare lavoretti semplici, un piccolo rimpianto c'è stato. Però poi guardo Marco e penso che quella scelta la rifarei altre 1000 volte!".

1479678[/snapback]

Anche io quando lo guardo credo che al posto dell'intervistata avrei fatto le stesse scelte... :lol::lol::lol::P:D

post-1537-1222367269_thumb.jpg

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La dottoressa Laura ci racconta il... pantofolaio Marco Pedotti

 

Questa settimana, il ruolo di 'infiltrata'è toccato alla bella Laura Garavaglia, moglie di Marco Pedotti. Una laurea in giurisprudenza lei ed una tesi in corso di preparazione sulla 'Analisi del bilancio della Ternana Calcio' lui. Laura e Marco si conoscono e stanno insieme dai banchi di scuola, quando Pedotti militava nelle giovanili del Como. Tredici anni durante i quali il difensore rossoverde ha vestito maglie importanti come quelle della Lucchese tra i cadetti, Sambenedettese, Reggiana e Como arrivando a superare le 200 presenze in serie C.

 

Caratterialmente Pedotti appare timido e riservato, ma grazie a questa intervista arriveremo a scoprire quello… che uno non si aspetta, come ad esempio il fatto di vedergli una fede al dito infilata a Las Vegas con le ciabatte ai piedi. Un piccolo 'assaggino' della famiglia Pedotti raccontata dalla sua dolcissima moglie Laura.

 

Trent'anni a testa, metà dei quali trascorsi insieme. Come è cominciato tutto?

"Frequentavamo la stessa scuola. Alla fine del 3° superiore vidi Marco in giardino e mi colpì molto. Così ho cominciato a chiedere in giro ed alla fine ho avuto il numero di casa visto che i cellulari ancora non erano così diffusi. Quando mi sono decisa a chiamare mi hanno risposto che era fuori, in ritiro con le giovanili del Como. Così non ho potuto far altro che aspettare…"

 

Fino al giorno del suo rientro che ha coinciso con il vostro primo appuntamento.

"Già, era il 4 settembre del 1995. Per lui è stata una sorta di appuntamento al 'buio'nonostante di informazioni in giro ne avesse chieste parecchie. Comunque rimanemmo tutti e due molto colpiti, tant'è che 13 anni dopo ancora siamo insieme!".

 

La difficoltà più grande che ha trovato all'inizio?

"I primi anni lui giocava vicino casa, quindi grandi ostacoli non li abbiamo incontrati. Certo, Marco è stato sempre molto 'quadrato' quindi il sabato sera non potevamo far altro che salutarci verso le 22.30 mentre tutti i nostri amici erano in giro a divertirsi!".

 

Poi, però, Pedotti ha fatto strada cominciando a vestire maglie importanti in giro per l'Italia…con conseguente rapporto a distanza che immagino non sia stato dei più semplici, giusto?

"Io non ho mai creduto nei rapporti a distanza – dice Laura -, non mi sono mai piaciuti. Però all'inizio abbiamo dovuto fare 'di necessità virtù' ed almeno fin quando non mi sono laureata in Giurisprudenza non ho potuto far altro che prendere il treno ogni settimana per raggiungerlo…con tutti i viaggi che ho fatto una carrozza credo di averla regalata io alle Ferrovie dello Stato!".

 

La convivenza comincia nell'anno in cui Pedotti ha vissuto con le valige sempre in mano. Può raccontarci quella stagione?

"Marco giocava nel Catania quando mi sono decisa a raggiungerlo. Neanche il tempo di far giù le valige che, il giorno dopo il mio arrivo, è passato alla Reggiana. E poi a gennaio ci siamo trasferiti a San Benedetto del Tronto. Insomma, tre traslochi in un anno…niente male come inizio!".

 

Una laurea in Giurisprudenza riposta in un cassetto per stare vicino al proprio compagno. Un sacrificio che non deve essergli pesato poco o sbaglio?

"Io ho sempre messo il rapporto con Marco prima di ogni cosa, dunque anche della carriera. Certo, i miei genitori all'inizio avrebbero sperato qualcosa di diverso, ma non mi hanno mai ostacolato. La laurea mi è servita soprattutto per cultura personale e devo ammettere che qualche volta, quando mi sono trovata a fare lavoretti semplici, un piccolo rimpianto c'è stato. Però poi guardo Marco e penso che quella scelta la rifarei altre 1000 volte!".

 

Lavoretti….ho capito bene?

"Si, non riesco a starmene con le mani in mano. In ogni posto in cui siamo stati mi sono sempre trovata un'occupazione: ho fatto la commessa, ho dato ripetizioni, ed ora qui a Terni guardo i bambini ogni pomeriggio. Poi, comunque, sto mantenendo salde le basi per il futuro: tengo la contabilità a distanza della società di mio padre presentando una nota spese ogni trimestre e lavoro lì in estate. E' un modo per tenermi sempre legata alla ditta visto che quando la carriera di Marco finirà mi piacerebbe lavorare da loro".

 

Complimenti! E il tempo libero che vi rimane, come lo trascorrete?

"Devo ammettere che siamo molto casalinghi. Sia a me che a Marco piace stare in casa, guardare tutti i reality del mondo. Ogni tanto usciamo per andare a cena fuori o al cinema con una coppia di amici che vive qui a Terni, Michela e Marco".

 

A proposito di casa, Pedotti è uno che aiuta nei lavori domestici?

"Per carità! A casa non muove un dito, però ha il pregio di essere molto ordinato. Solo di recente ha imparato a cambiare le lampadine, prima addirittura chiamava l'elettricista anche solo per questo. Una sola volta, in occasione del mio compleanno, ha cucinato: era tutto buonissimo, ma poi mi ci sono voluti 2 giorni solo per sistemare la cucina!".

 

Altri pregi e difetti della sua dolce metà?

"Marco è un po' egoista e decisamente testardo. Il suo pregio più grande è che è una persona onesta, schietta e sincera".

 

Marco Pedotti è un difensore con il vizio del gol. Gliene ha mai dedicato uno?

"Mai, non è tipo da fare queste cose. Ecco, diciamo che ha qualche difficoltà nel mostrare entusiasmo".

 

C'è qualcosa di lui che cambierebbe?

"Assolutamente nulla. Se l'ho sposato e tutt'ora siamo insieme qualcosa vuol dire!".

 

Citato il matrimonio la domanda sorge spontanea: come mai al dito ha ben due fedi?

"Semplice: ci siamo sposati due volte. La prima volta, nel 2005, a Las Vegas. Che risate…tutto in inglese e noi con l'infradito ai piedi. Potevamo anche farlo trascrivere qui, ma abbiamo deciso di fare una cerimonia con parenti ed amici, l'anno seguente, nel modo classico soprattutto per la gioia dei nostri genitori".

 

Dopo 13 anni insieme, il pensiero di allargare la famiglia vien da sé.

"Prima abbiamo sistemato le nostre cose, ci siamo goduti il matrimonio ed abbiamo finito la casa. Ora abbiamo cominciato a pensarci e chissà che presto non arrivi la notizia. Se preferirei un maschietto o una femminuccia? Personalmente una femmina, però se dovesse nascere un maschietto sarei felicissima ugualmente, anche se consapevole che appena in piedi indosserebbe le scarpette chiodate. Anche il papà di Marco giocava a calcio, quindi sarebbe destinato a continuare la tradizione deiPedotti!".

 

Lei che rapporto ha con il calcio?

"Mi piace venire a vedere le partite però a casa cerco di esprimere meno pareri possibili anche se ogni trasmissione possibile ed immaginabile che ha come oggetto il pallone, non riesco ad evitarla".

 

In chiusura, visto che lo scorso numero ha portato bene, le lascio la parola per fare un grosso "in bocca al lupo" alla squadra prima del delicato derby con il Foligno.

"Spero che continueremo così e che questo grande avvio non sia solo una parentesi, ma la sostanza. Forza Ternana!".

 

Alessia Tini Brunozzi

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a laurè daje nà svejata, che urdimamente me pare un pò.................insunnulitu....... :lol::lol:

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La laurea mi è servita soprattutto per cultura personale e devo ammettere che qualche volta, quando mi sono trovata a fare lavoretti semplici, un piccolo rimpianto c'è stato. Però poi guardo Marco e penso che quella scelta la rifarei altre 1000 volte!".

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Anche io quando lo guardo credo che al posto dell'intervistata avrei fatto le stesse scelte... :lol::lol::lol::P:D

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:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:

 

 

Io x tristezza manco c'ho voglia de leggelo... :lol::lol:

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almeno je facesse un paio de caffè la domenica mattina...

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ma che due caffè!!!!!!a quillu je ce servono 2 red bull e 4 burn energy drink!!!!!!!

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almeno je facesse un paio de caffè la domenica mattina...

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ma che due caffè!!!!!!a quillu je ce servono 2 red bull e 4 burn energy drink!!!!!!!

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e te sciupafè modestamente de red bull e affini si n'esperto :P:P

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almeno je facesse un paio de caffè la domenica mattina...

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ma che due caffè!!!!!!a quillu je ce servono 2 red bull e 4 burn energy drink!!!!!!!

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e te sciupafè modestamente de red bull e affini si n'esperto :P:P

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:lol::lol::lol::lol::lol::lol:

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