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Lu Trejo

OGM ,siete informati?

Sei favorevole all'uso degli OGM?  

20 utenti hanno votato

  1. 1. Sei favorevole all'uso degli OGM?

    • si
      9
    • no
      7
    • non si riesce a capire che cosa sono
      4


Messaggi raccomandati

Barroso ha servito il suo padrone (Monsanto)

La Commissione Europea ha legalizzato la commercializzazione e quindi la semina di numerosi organismi geneticamente modificati, fra cui la patata Amflora (creata nei laboratori BASF, una volta dedita alla fabbricazione dei nastri per registratori vocali) e il mais MON 863.

 

Il colpo di mano (perchè di questo si tratta) è opera del commissario capo Barroso, appena riconfermato (non dagli elettori) ad un secondo mandato. Barroso si è fatto forte del consiglio della Agenzia Europea della Sicurezza Alimentare (AESA, o EFSA in inglese) che ha decretato che gli OGM non pongono alcun problema per la salute.

 

Ognuno può giudicare l’indipendenza di giudizio della AESA dal seguente fatto, rivelato nel gennaio scorso dal benemerito «Corporate Europe Observatory» : la direttrice dell’AESA per gli OGM, tale Suzy Reckens, si è licenziata di recente per andare a lavorare, profumatamente pagata, presso la Syngenta, suo vero padrone e produttore di OGM. E’ stata proprio la Reckens a convalidare alcuni dei prodotti che Barroso ha autorizzato. Del resto, come si sa, a testare la sicurezza delle sementi modificate sono le stesse aziende produttrici. Non esiste in Europa un ente indipendente per condurre le prove in modo trasparente. (Head of European Food Standards Agency GMO panel moves to Syngenta: Letter to Barroso)

 

Uno dei rarissimi test condotti da enti pubblici, avviato nel 2008 a spese del governo austriaco, ha mostrato che alimentando con mais OGM i topi di laboratorio per diverse generazioni, si ottenevano individui infertili, con affezioni renali congenite, e alterazioni del metabolismo coinvolto nei processi infiammatori, nell’accumulo di colesterolo e nell’assorbimento proteico.

 

La pratica di Paesi che già ammettono la coltivazione OGM (USA e Canada) mostra ampiamente che la coesistenza sui campi di sementi naturali e modificate è impossibile: in USA un riso OGM coltivato per un solo anno in campi sperimentali ha già contaminato il riso naturale e le sementi. In Canada, l’industria olearia è stata devastata dalla contaminazione di rapa per olio OGM. In Spagna, il mais OGM «ha causato una drastica riduzione delle coltivazioni organiche» del mais.

 

(Fonti: Seeds of doubt: North American farmers’ experience of GM crops. Soil Association, 2002, http://www.soilassociation.org /seedsofdoubt Coexistence of plants and coexistence of farmers: Is an individual choice possible? Binimelis, R., Journal of Agricultural and Environmental Ethics, Volume 21, Numero 2, Aprile 2008).

 

Il che smentisce la falsa argomentazione avanzata da Barroso in Monsanto, ossia che il suo sistema di autorizzazione comunitario non tocca la libertà di quegli Stati membri di lasciare o non coltivare OGM. Anche chi non vuole mangiare OGM (spesso modificati al solo scopo di produrre tossine antinsetticide, o per diventare resistenti ai veleni anti-insetticidi prodotti da Monsanto e Syngenta) finirà per farlo in ogni caso. Se un agricoltore vicino pianta gli OGM, presto anche il campo del coltivatore organico sarà contaminato. E alla lunga non ci sarà settore della biosfera immune da OGM.

 

Ma anche i coltivatori «progressisti», ossia credenti nella propaganda Monsanto sulla resa strraordinaria e la facilità di coltivazione degli OGM, farebbero bene a tener conto di quel che avviene in USA: dove Monsanto querela, e chiede risarcimenti miliardari, a coltivatori che accusa di aver tenuto da parte i suoi semi brevettati (anzichè ricomprarli ogni anno) e persino quegli agricoltori che «non» hanno coltivato OGM, e che si trovano la coltivazione contaminata. In quel caso, l’accusa è di aver «rubato geni brevettati».

 

E’ una campagna intimidatoria a colpi di avvocati, che ha messo alla disperazione i contadini di intere regioni agricole: «Siamo denunciati alla giustizia per avere sui nostri terreni degli OGM che non abbiamo comprato, che non vogliamo, che non usiamo e che non possiamo vendere», ha detto Tom Wiley, un farmer del North Dakota.

 

Non c’è speranza che Barroso abbandoni presto la Commissione per lavorare, come la Reckens, per uno dei suoi padroni: è ancora troppo prezioso lì. Piacerebbe sapere però se c’è qualche italiano deputato europeo a Bruxelles, che abbia prestato attenzione a questo atto di disprezzo del Barroso y Monsanto alla volontà popolare, più volte espressa.

 

Temiamo di no: alcuni di loro, come s’è visto, devono rispondere alla ‘Ndrangheta’ che li ha eletti.

Maurizio Blondet

Modificato da Lu Trejo

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Io sono molto più preoccupato per i veleni che sono nei cibi.

 

Dal punto di vista della salute gli ogm sono un falso problema.

 

L'uomo effettua indirettamente modifiche al dna a proprio vantaggio di vegetali e animali dalla fine dell'era preistorica attraverso selezione artificiale e incroci.

 

Con gli ogm cambia solo la tecnica ma la sostanza è la stessa.

 

E' altamente improbabile che gli ogm possano essere dannosi alla salute.

 

.Ciaps

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ma che cosa vuoi che je ne freghi?

 

vuoi mettere fare i presidi contro i parà fascisti con l'informarsi su cosa sono gli OGM?

 

w la merda :lol:

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tra el altre cose QUESTE MERDE stanno depositando i brevetti sui semi....

 

e sai che fanno?

 

 

quando trovano i loro semi in un campo.... (portati da loro di notte o dal vento) ti vengono con il giudice a chiedere i soldi per i loro sei che tu sta illegalmente utilizzando

 

 

 

ECCO LA GIUSTIZIA E LA SALUTE CHE STIAMO PER RAGGGGIUNGERE

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tra el altre cose  QUESTE MERDE stanno depositando i brevetti sui semi....

 

e sai che fanno?

 

 

quando trovano i loro semi in un campo.... (portati da loro di notte o dal vento) ti vengono con il giudice a chiedere i soldi per i loro sei che tu sta illegalmente utilizzando

 

 

 

ECCO LA GIUSTIZIA E LA SALUTE CHE STIAMO PER RAGGGGIUNGERE

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Informatevi su cosa ha fatto la MONSANTO con il pane Indiano, "chapati" credo si chiami.

Modificato da torquemada

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Questa è di maggio 2009

 

“è più che mai evidente che il presidente non risponde unicamente ai suoi cittadini, ai suoi elettori o ai suoi supporters on line che ne hanno fatto una star in breve tempo, quando si vedono colossi come la Monsanto ricevere in dono posizioni di potere nel settore agro-alimentare. È infatti di poco tempo fa la decisione di Barack Obama di affidare a Michael Taylor, un avvocato della Monsanto, appunto, il compito di dirigere il nuovo Food Safety Working Group, Gruppo di Lavoro per l’Igiene degli Alimenti. Taylor , oltre ad essere un avvocato del colosso biotech della famiglia Shapiro, è anche periodicamente un consulente della Food and Drug Administration (FDA), l’ente che negli Stati Uniti autorizza i farmaci.

 

Nel 1991, come vice-commissario per le politiche della FDA, Taylor fu tra quelli che più efficacemente indussero l’ente federale ad autorizzare l’uso dell’ormone della crescita geneticamente modificato (dalla Monsanto) per le vacche da latte e i vitelli da carne. In particolare, Taylor fu l’estensore dei regolamenti della FDA sulle etichette alimentari: quelli che vietano in USA di segnalare la presenza di ormone della crescita nelle etichette sulle confezioni di latte, yogurt e formaggi freschi. Nel 1994 Taylor era al ministero americano dell’Agricoltura (USDA) come amministratore del servizio ministeriale di Igiene ed Ispezioni Alimentari. Nel 1998, invece, Taylor è tornato alla Monsanto come vice-presidente delle politiche pubbliche, ossia della potente attività di lobby della multinazionale”.

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io comunque col cazzo che magnerò roba OGM

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ILLUSO!

 

Gli Ogm sono tra noi

Entrano nei mangimi del 25 per cento degli animali allevati in Italia, quindi nel latte e nella carne. Passano le frontiere nei sacchi di soia e mais. Si nascondono nei prodotti, anche bio. E i consumatori sono senza difese

 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/gl...-noi/2120663/12

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Io sono molto più preoccupato per i veleni che sono nei cibi.

 

Dal punto di vista della salute gli ogm sono un falso problema.

 

L'uomo effettua indirettamente modifiche al dna a proprio vantaggio di vegetali e animali dalla fine dell'era preistorica attraverso selezione artificiale e incroci.

 

Con gli ogm cambia solo la tecnica ma la sostanza è la stessa.

 

E' altamente improbabile che gli ogm possano essere dannosi alla salute.

 

.Ciaps

1737925[/snapback]

 

 

non sono affatto d'accordo:

le modifiche al DNA di vegetali fatte dall'uomo nel corso dei secoli sono frutto di incoci naturali e non artificiali.

le tecniche di incrocio e successive selezioni varietali tra due varità sono prettamente naturali e tendono a creara una nuova varità con geni a noi utili e ricercati già presenti nelle due varietà iniziali.

da non confondere con la creazione di OGM che è un procedimento assolutamente artificiale, dove tramite procedimenti di laboratorio, si inseriscono geni di altre varietà o addirittura di altre specie in una varietà di pertenza. ad esempio si inseriscono geni per la resistenza a un specifico diserbante, oppure geni per la produzione di una particolare sostanza ecc ecc.

non ci sono studi approfonditi sugli effetti che queste mutazioni genetiche atrificiali hanno sull metabolismo umano. ;)

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Io sono molto più preoccupato per i veleni che sono nei cibi.

 

Dal punto di vista della salute gli ogm sono un falso problema.

 

L'uomo effettua indirettamente modifiche al dna a proprio vantaggio di vegetali e animali dalla fine dell'era preistorica attraverso selezione artificiale e incroci.

 

Con gli ogm cambia solo la tecnica ma la sostanza è la stessa.

 

E' altamente improbabile che gli ogm possano essere dannosi alla salute.

 

.Ciaps

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non sono affatto d'accordo:

le modifiche al DNA di vegetali fatte dall'uomo nel corso dei secoli sono frutto di incoci naturali e non artificiali.

le tecniche di incrocio e successive selezioni varietali tra due varità sono prettamente naturali e tendono a creara una nuova varità con geni a noi utili e ricercati già presenti nelle due varietà iniziali.

da non confondere con la creazione di OGM che è un procedimento assolutamente artificiale, dove tramite procedimenti di laboratorio, si inseriscono geni di altre varietà o addirittura di altre specie in una varietà di pertenza. ad esempio si inseriscono geni per la resistenza a un specifico diserbante, oppure geni per la produzione di una particolare sostanza ecc ecc.

non ci sono studi approfonditi sugli effetti che queste mutazioni genetiche atrificiali hanno sull metabolismo umano. ;)

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Tutti gli interventi e le modifiche dell'uomo sulla natura sono artificiali.

 

L'uomo ha da sempre modificato geneticamente a proprio vantaggio alcune specie viventi.

 

Tutti gli animali da allevamento non esisterebbero nemmeno senza l'intervento dell'uomo e probabilmente nemmeno alcuni animali d'affezione come il cane o il gatto.

 

Tutto è frutto di modifiche genetiche che l'uomo ha consapevolmente o incosapevolmente attuato nel corso dei secoli.

 

Non a caso si parla di SELEZIONE ARTIFICIALE per distinguerla da quella naturale.

 

Ma poichè siamo nel 2000, oggi abbiamo strumenti più sofisticati per intervenire sulle specie a nostro vantaggio.

 

Cambia la tecnica ma il fine è lo stesso.

 

Modificando geneticamente un alimento a proprio vantaggio non può provocare problemi.

Noi non possiamo assimilare le nuove strutture proteiche derivanti dalla modifica genetica, perchè il processo digestivo distrugge le strutture stesse negli elementi fondamentali (che sono uguali per tutte le specie ogm e no).

 

Aver paura degli ogm è come aver paura di rimanere folgorati per una bistecca cotta sulla griglia elettrica...

 

Io ho paura della diossina e di altre schifezze e veleni presenti nel cibo che mangiamo tutti i giorni.

 

.Ciaps

 

p.s.

Non mi sono espresso sulle più complesse questioni politiche degli ogm. Li la faccenda è più complicata.

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io comunque col cazzo che magnerò roba OGM

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ho paura però che in futuro la mangeremo e nemmeno ce accorgiamo...

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Ogm - Perché dico dieci volte no

 

17/02/2010 - Carlo Petrini - Sostiene Slow Food

 

 

Di seguito riportiamo i dieci punti per dire no agli ogm redatti da Carlo Petrini per la rivista L'Espresso. Come sostiene lo stesso autore all'inizio dell'articolo, un elenco di tal fatta di sua natura presuppone un'estrema sintesi e schematizzazione di una questione complessa e controversa.

Cliccando qui potete consultare "Lo speciale ogm". Una sezione in cui trovare diversi contributi: dossier, studi, sperimentazioni e approfondimenti, raccolti dalla Coalizione ItaliaEuropa - Liberi da Ogm (di cui Slow Food Italia ha fatto parte), che intendono dare una visione il più esaustiva possibile sul mondo degli organismi geneticamente modificati.

 

 

Sintetizzare e schematizzare su un argomento complesso come tutti quelli che riguardano il cibo e l'agricoltura non è mai facile né necessariamente un bene. Tuttavia credo che possa servire un elenco delle ragioni di chi, come noi, agli Ogm dice “no”, non per posizioni ideologiche o preconcette, come amano dire coloro che pensano di essere gli unici depositari del sapere, ma per ragioni serie e motivate, peraltro condivise anche da molti ricercatori e scienziati:

 

1. Contaminazione. Coltivare Ogm in sicurezza, in Italia, è impossibile; le aziende sono di piccole dimensioni e non ci sono barriere naturali sufficienti a proteggere le coltivazioni biologiche e convenzionali. L'agricoltura fa parte di un sistema vivente che comprende la fauna selvatica, il ciclo dell'acqua, il vento e le reazioni dei microrganismi del terreno: una produzione Gm non potrà restare confinata nella superficie del campo in cui viene coltivata.

 

2. Sovranità' Alimentare. Come potrebbero gli agricoltori biologici, biodinamici e convenzionali essere sicuri che i loro prodotti non siano contaminati? Una diffusione, anche limitata, delle coltivazioni Ogm in campo aperto, cambierebbe per sempre la qualità e la situazione attuale della nostra agricoltura, annullando la nostra libertà di scegliere quel che mangiamo.

 

3. Salute. Ci possono essere problemi di salute per animali alimentati a Ogm.

 

4. Libertà. Le coltivazioni Gm snaturano il ruolo dell'agricoltore che da sempre migliora e seleziona le proprie sementi. Con le sementi Gm, invece, la multinazionale è la titolare del seme: ad essa l'agricoltore deve rivolgersi ad ogni nuova semina (poiché, come tutti gli ibridi, in seconda generazione gli Ogm non danno buoni risultati) ed è proibito tentare miglioramenti se non si pagano costose royalties.

 

5. Economia e Cultura. I prodotti Gm non hanno legami storici o culturali con un territorio. L'Italia basa buona parte della sua economia agroalimentare sull'identità e sulla varietà dei prodotti locali: introdurre prodotti senza storia indebolirebbe un sistema che ha anche un importante indotto turistico.

 

6. Biodiversità'. Le colture Gm impoveriscono la biodiversità perché hanno bisogno di grandi superfici e di un sistema monocolturale intensivo. Se si coltiva un solo tipo di mais, si avrà una riduzione anche dei sapori e dei saperi.

 

7. Ecocompatibilità. Le ricerche su Ogm indicano due “vantaggi”: la resistenza ad un parassita del mais (la piralide) e a un diserbante (il glifosate). Quindi, essi consentirebbero un minore impiego di chimica di sintesi; ma la piralide del mais può essere combattuta seriamente solo con la rotazione colturale, e la resistenza a un diserbante porta ad un uso più disinvolto del medesimo nei campi, dato che non danneggia le piante coltivate ma solo le erbe indesiderate.

 

8. Precauzione. A circa trent'anni dall'inizio dello studio sugli Ogm, i risultati in ambito agroalimentare riguardano solo tre prodotti (mais, colza e soia). Le piante infatti mal sopportano le modificazioni genetiche e questa scienza è ancora rudimentale e in parte affidata al caso. Vorremmo ci si attenesse ad atteggiamenti di cautela e precauzione, come hanno fatto Germania e Francia, che hanno vietato alcune coltivazioni di Ogm.

 

9. Progresso. Gli Ogm sono figli di un modo miope e superficiale di intendere il progresso. E' sempre più chiaro per consumatori, governi e ricercatori, il ruolo dell'agricoltura di piccola scala nella protezione dei territori, nella difesa del paesaggio e nel contrasto al riscaldamento globale. Invece di seguire le sirene dei mercati, la ricerca dovrebbe affiancare l'agricoltura sostenibile e mettersi a disposizione delle sue esigenze.

 

10. Fame. I relatori ONU dicono che l'agricoltura familiare difende le fasce di popolazione a rischio di malnutrizione. Le multinazionali invece promettono che gli Ogm salveranno il mondo dalla fame: eppure da quando è iniziata la commercializzazione (circa 15 anni fa) il numero degli affamati non ha fatto che crescere, proprio come i fatturati delle aziende che li producono. In paesi come l'Argentina o il Brasile la soia Gm ha spazzato via produzioni come patate, mais, grano e miglio su cui si basa l'alimentazione.

 

c.petrini@slowfood.it

 

Di Carlo Petrini

tratto da L'Espresso dell'11/02/10

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MI PIACEREBBE DIRE CHE GLI OGM NON VINCERANNO MA DI FATTO NE SIAMO GIà IVASI...

 

ma certo come potrebbe essere preoccupazione dei nostri politici.... :lol: solo loro stessi degli OGM della politica cambiano proprietà geni idee schieramenti ogni giorni sai che cazzo possono trovare di male negli alimenti modificati...

 

si sentono a casa

 

w la merda

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Io sono molto più preoccupato per i veleni che sono nei cibi.

 

Dal punto di vista della salute gli ogm sono un falso problema.

 

L'uomo effettua indirettamente modifiche al dna a proprio vantaggio di vegetali e animali dalla fine dell'era preistorica attraverso selezione artificiale e incroci.

 

Con gli ogm cambia solo la tecnica ma la sostanza è la stessa.

 

E' altamente improbabile che gli ogm possano essere dannosi alla salute.

 

.Ciaps

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non sono affatto d'accordo:

le modifiche al DNA di vegetali fatte dall'uomo nel corso dei secoli sono frutto di incoci naturali e non artificiali.

le tecniche di incrocio e successive selezioni varietali tra due varità sono prettamente naturali e tendono a creara una nuova varità con geni a noi utili e ricercati già presenti nelle due varietà iniziali.

da non confondere con la creazione di OGM che è un procedimento assolutamente artificiale, dove tramite procedimenti di laboratorio, si inseriscono geni di altre varietà o addirittura di altre specie in una varietà di pertenza. ad esempio si inseriscono geni per la resistenza a un specifico diserbante, oppure geni per la produzione di una particolare sostanza ecc ecc.

non ci sono studi approfonditi sugli effetti che queste mutazioni genetiche atrificiali hanno sull metabolismo umano. ;)

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Tutti gli interventi e le modifiche dell'uomo sulla natura sono artificiali.

 

L'uomo ha da sempre modificato geneticamente a proprio vantaggio alcune specie viventi.

 

Tutti gli animali da allevamento non esisterebbero nemmeno senza l'intervento dell'uomo e probabilmente nemmeno alcuni animali d'affezione come il cane o il gatto.

 

Tutto è frutto di modifiche genetiche che l'uomo ha consapevolmente o incosapevolmente attuato nel corso dei secoli.

 

Non a caso si parla di SELEZIONE ARTIFICIALE per distinguerla da quella naturale.

 

Ma poichè siamo nel 2000, oggi abbiamo strumenti più sofisticati per intervenire sulle specie a nostro vantaggio.

 

Cambia la tecnica ma il fine è lo stesso.

 

Modificando geneticamente un alimento a proprio vantaggio non può provocare problemi.

Noi non possiamo assimilare le nuove strutture proteiche derivanti dalla modifica genetica, perchè il processo digestivo distrugge le strutture stesse negli elementi fondamentali (che sono uguali per tutte le specie ogm e no).

 

Aver paura degli ogm è come aver paura di rimanere folgorati per una bistecca cotta sulla griglia elettrica...

 

Io ho paura della diossina e di altre schifezze e veleni presenti nel cibo che mangiamo tutti i giorni.

 

.Ciaps

 

p.s.

Non mi sono espresso sulle più complesse questioni politiche degli ogm. Li la faccenda è più complicata.

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allergie e intolleranze alimentari sono in continuo aumento e avendo avuto modo di conoscere ben da vicino il parere di medici specializzati ho sentito spesso parlare di alterazione del sistema immunologico a causa delle sostanze chimiche presenti negli alimenti (oltre ad altre cause). a chi piace pensare che non sia così suggerisco di mangiare spesso cibi in scatola o di alimentarsi nei fast-food, mica per tanto tempo...

 

 

ps: a proprio vantaggio di chi? certamente non il tuo che mangi sta roba

Modificato da BuFERA

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Nella gelida isola di Spitsbergen, desolato arcipelago delle Svalbard (mare di Barents, un migliaio di chilometri dal Polo) è in via di febbrile completamento la superbanca delle sementi, destinata a contenere i semi di tre milioni di varietà di piante di tutto il mondo. Una «banca» scavata nel granito, chiusa da due portelloni a prova di bomba con sensori rivelatori di movimento, speciali bocche di aereazione, muraglie di cemento armato spesse un metro. La fortificazione sorge presso il minuscolo agglomerato di Longyearbyen, dove ogni estraneo che arrivi è subito notato; del resto, l’isola è quasi deserta. Essa servirà, fa sapere il governo norvegese titolare dell’arcipelago, a «conservare per il futuro la biodiversità agricola». Per la pubblicità, è «l’arca dell’Apocalisse» prossima ventura.

 

Il fatto è che il finanziatore principale di questa arca delle sementi è la Fondazione Rockefeller, insieme a Monsanto e Syngenta (i due colossi del geneticamente modificato), la Pioneer Hi-Bred che studia OGM per la multinazionale chimica DuPont; gruppo interessante a cui s’ è recentemente unito Bill Gates, l’uomo più ricco della storia universale, attraverso la sua fondazione caritativa Biul & Melinda Gates Foundation. Questa dà al progetto 30 milioni di dollari l’anno.

 

Ce ne informa l’ottimo William Engdahl (1) 1) William A. Engdahl, «Doomsday Seed Vault in the Arctic - Bill Gates, Rockefeller and the GMO giants know something we don’t», Globalresearch, 4 dicembre 2007.

 

che ragiona: quella gente non butta soldi in pure utopie umanitarie. Che futuro si aspettano per creare una banca di sementi del genere? Di banche di sementi ne esistono almeno un migliaio in giro per le università del mondo: che futuro avranno?

 

La Rockefeller Foundation, ci ricorda Engdahl, è la stessa che negli anni ‘70 finanziò con 100 milioni di dollari di allora la prima idea di «rivoluzione agricola genetica». Fu un grande lavoro che cominciò con la creazione dell’Agricolture Development Council (emanazione della Rockefeller Foundation), e poi dell’International Rice Research Institute (IRRI) nelle Filippine (cui partecipò la Fondazione Ford). Nel 1991 questo centro di studi sul riso si coniugò con il messicano (ma sempre dei Rockefeller) International Maize and Wheat Improvement Center, poi con un centro analogo per l’agricoltura tropicale (IITA, sede in Nigeria, dollari Rockefeller). Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on International Agricolture Research. In varie riunioni internazionali di esperti e politici tenuti nel centro conferenze della Rockefeller Foundation a Bellagio, il CGIAR fece in modo di attrarre nel suo gioco la FAO (l’ente ONU per cibo e agricoltura), la Banca Mondiale (allora capeggiata da Robert McNamara) e lo UN Development Program.

 

La CGIAR invitò, ospitò e istruì generazioni di scienziati agricoli, specie del Terzo Mondo, sulle meraviglie del moderno agribusiness e sulla nascente industria dei semi geneticamente modificati.

 

Questi portarono il verbo nei loro Paesi, costituendo una rete di influenza straordinaria per la penetrazione dell'agribusiness Monsanto. «Con un oculato effetto-leva dei fondi inizialmente investiti», scrive Engdahl, «negli anni ‘70 la Rockefeller Foundation si mise nella posizione di plasmare la politica agricola mondiale. E l’ha plasmata». Tutto nel nome della scientificità umanitaria («la fame nel mondo») e di una nuova agricoltura adatta al mercato libero globale.

 

La genetica è una vecchia fissa dei Rockefeller: fino dagli anni ‘30, quando si chiamava «eugenetica», ed era studiata molto nei laboratori tedeschi come ricerca sulla purezza razziale.

 

La Rockefeller Foundation finanziò generosamente quegli scienziati, molti dei quali dopo la caduta di Hitler furono portati in USA dove continuarono a studiare e sperimentare. La mappatura del gene, la sequenza del genoma umano, l’ingegneria genetica da cui Pannella e i suoi coristi si aspettano mirabolanti cure per i mali dell’uomo - insieme agli OGM brevettati da Monsanto, Syngenta ed altri giganti - sono i risultati di quelle ricerche ed esperimenti. Nel 1946, del resto, Nelson Rockefeller lanciò la parola d’ordine propagandistica «Rivoluzione Verde» dal Messico, un viaggio nel quale lo accompagnava Henry Wallace, che era stato ministro dell’Agricoltura sotto Roosevelt, e si preparava a fondare la già citata Pioneer Hi-Bred Seed Company. Norman Borlaug, l’agro-scienziato acclamato padre della Rivoluzione Verde con un Nobel per la pace, lavorava per i Rockefeller.

 

Lo scopo proclamato: vincere la fame del mondo, in India, in Messico. Ma davvero Rockefeller spende soldi per l’umanità sofferente? La chiave è nella frase che Henry Kissinger pronunciò negli anni ‘70, mentre nasceva la CGIAR: «Chi controlla il petrolio controlla il Paese; chi controlla il cibo, controlla la popolazione». Il petrolio, i Rockefeller lo controllavano già con la Standard Oil, guida del cartello petrolifero mondiale.

 

Oggi sappiamo che Rivoluzione Verde era il sinonimo pubblicitario per OGM, e il suo vero esito è stato quello di sottrarre la produzione agricola familiare ed assoggettare i contadini, specie del Terzo Mondo, agli interessi di tre o quattro colossi dell’agribusiness euro-americano. In pratica, ciò avvenne attraverso la raccomandazione e diffusione di nuovi «ibridi-miracolo» che davano raccolti «favolosi», preparati nei laboratori dei giganti multinazionali. I semi ibridi hanno un carattere commercialmente interessante per il business: non si riproducono o si riproducono poco, obbligando i contadini a comprare ogni anno nuove sementi, anziché usare (come fatto da millenni) parte del loro raccolto per la nuova semina.

 

Quei semi erano stati brevettati, e costavano parecchio. Sono praticamente un monopolio della Dekalb (Monsanto) e della Pioneer Hi-Bred (DuPont), le stesse aziende all’avanguardia negli OGM.

 

La relativa autosufficienza e sostenibilità auto-alimentantesi dell’agricoltura tradizionale era finita.

 

Ai semi ibridi seguirono le «necessarie» tecnologie agricole americane ad alto impiego di capitale, gli indispensabili fertilizzanti chimici Monsanto e DuPont e con l’arrivo degli OGM, gli assolutamente necessari anti-parassitari e diserbanti studiati apposti per quello specifico seme OGM. Tutto brevettato, tutto costoso. I contadini che per secoli avevano coltivato per l’autoconsumo e il mercato locale, poco importando e poco esportando, non avevano tanto denaro.

 

Ecco pronta la soluzione: lanciarsi nell’agricoltura «orientata ai mercati globali», produrre derrate non da consumo ma da vendita, cash-crop, raccolti per fare cassa. Addio autosufficienza ed autoconsumo, addio chiusura alle importazioni superflue. I contadini potevano vendere all’estero sì: sotto controllo di sei intermediari globali, colossi e titani come la Cargill, la Bunge Y Born, la Louis Dreyfus… La Banca Mondiale di McNamara, soccorrevole, forniva ai regimi sottosviluppati prestiti per creare canali d’irrigazione moderni e dighe; la Chase Manhattan Bank dei Rockefeller si offriva - visto che i contadini non producevano mai abbastanza da ripagare i debiti contratti per comprare pesticidi, OGM e sementi ibride brevettati - di indebitare i contadini in regime privatistico.

 

Ma questo ai grandi imprenditori agricoli con latifondi. I piccoli contadini, per le sementi-miracolo e i diserbanti e i fertilizzanti scientifici, si dovettero indebitare «sul mercato», ossia con gli usurai.

 

I tassi d’interesse sequestrarono il raccolto-miracolo; a molti, divorarono anche la terra. I contadini, accade in India specialmente, dovettero lavorare una terra non più loro, per pagare i debiti.

 

La stessa rivoluzione sta prendendo piede in Africa. Chilometri di monoculture di cotone geneticamente modificato, sementi sterili da comprare ogni anno. E il meglio deve ancora arrivare.

 

Dal 2007 la Monsanto, insieme al governo USA, ha brevettato su scala mondiale di sementi «Terminator», ossia che commettono suicidio dopo il raccolto: una scoperta che chiamano, senza scrupoli, «Genetic Use Restriction Technology», ossia volta a ridurre l’uso di sementi non brevettate. La estensione di sementi geneticamente modificate - ossia di cloni con identico corredo genetico - è ovviamente un pericolo incombente per le bocche umane: una malattia distrugge tutti i cloni, ed è la carestia. Occorre la biodeversità, di cui si sciacquano le labbra ecologisti e verdi radicali.

 

E qui si comincia ad intuire perché si sta costruendo l’Arca di Noè delle sementi alle Svalbard: quando arriva la catastrofe, le sementi naturali dovranno essere controllate dal gruppo dell’agribusiness, e da nessun altro. Le banche di sementi, secondo la FAO, sono 1.400, già per la maggior parte negli Stati Uniti. Le più grandi sono usate e possedute da Monsanto, Syngenta, Dow Chemical, DuPont, che ne ricavano i corredi genetici da modificare. Perché hanno bisogno di un’altra arca di Noè agricola alle Svalbard, con tanto di porte corazzate e allarmi anti-intrusione, scavata nella roccia. Le altre banche sono in Cina, Giappone, Corea del sud, Germania, Canada, evidentemente non tutte sotto il controllo diretto dei grandi gruppi.

 

La tecnologia «Terminator» può suggerire uno scenario complottista fantastico: una malattia prima sconosciuta che infetta le sementi naturali conservate nelle banche fuori-controllo USA, obbligando a ricorrere al caveau delle Svalbard, l’unico indenne. E’ un pensiero che ci affrettiamo a scacciare: chi può osar diffamare benefattori dell’umanità affamata come Rockefeller, Monsanto, Bil Gates, Syngenta?

 

Ma Engdahl ricorda le parole del professor Francis Boyle, lo scienziato che stilò la prima bozza delle legge americana contro il terrorismo biologico (Biological Weapons anti-Terrorism Act), approvata dal Congresso nel 1989. Francis Boyle sostiene che «il Pentagono sta attrezzandosi per combattere e vincere la guerra biologica», e che Bush ha a questo scopo emanato due direttive nel 2002, adottate «senza conoscenza del pubblico». Per Boyle, nel biennio 2002-2004, il governo USA ha già speso 14,5 miliardi di dollari per le ricerche sulla guerra biologica. Il National Institute of Health (ente governativo) ha connesso 497 borse di studio per ricerche su germi infettivi con possibilità militari. La bio-ingegneria è ovviamente lo strumento principale in queste ricerche.

 

Jonathan King, professore al MIT, ha accusato: «I programmi bio-terroristici crescenti rappresentano un pericolo per la nostra stessa popolazione; questi programmi sono invariabilmente definiti ‘difensivi’, ma nel campo dell’armamento biologico, difensivo e offensivo si identificano».

 

Altre possibilità sono nell’aria, e Engdahl ne ricorda alcune. Nel 2001, una piccola ditta di ingegneria genetica californiana, la Epicyte, ha annunciato di aver approntato un mais geneticamente modificato contenente uno spermicida: i maschi che se ne nutrivano diventavano sterili. Epicyte aveva creato questa semente miracolo con fondi del Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA), il ministero che condivide con Monsanto i brevetti del Terminator; ed a quel tempo, la ditta aveva in corso una joint-venture con DuPont e Syngenta. Ancor prima, anni ‘90, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, ossia l’ONU) lanciò una vasta campagna per vaccinare contro il tetano le donne delle Filippine, Messico e Nicaragua, fra i 15 e i 45 anni.

 

Perché solo le donne? Forse che gli uomini, nei Paesi poveri, sono esenti da tetano, e non si feriscono mai con ferri sporchi e arruginiti?

 

Se lo domandò il Comite pro Vida, l’organizzazione cattolica messicana ben conscia delle campagne anti-natalità condotte in Sudamerica dai Rockefeller. Fece esaminare il vaccino fornito dall’OMS gratuitamente e generosamente alle donne di età fertile: e scoprì che esso conteneva gonadotropina corionica umana, un ormone naturale che, attivato dal germe attenuato del tetano contenuto nel vaccino, stimolava speciali anticorpi che rendevano incapaci le donne di portare a termine la gravidanza. Di fatto, un abortivo. Risultò che questo vaccino-miracolo era il risultato di 20 anni di ricerche finanziate dalla Rockefeller Foundation, dal Population Council (dei Rockefeller), dalla CGIAR (Rockefeller), dal National Institute of Health (governo USA)… e anche la Norvegia aveva contribuito con 41 milioni di dollari al vaccino antitetanico-abortivo. Guarda caso, lo stesso Stato che oggi partecipa all'Arca di Noè e che la sorveglierà nelle sue Svalbard.

 

Ciò fa tornare in mente ad Engdahl (non a noi) quella vecchia fissa dei Rockefeller per l’eugenetica del Reich: la linea di ricerca preferita era ciò che si chiamava «eugenetica negativa», e perseguiva l’estinzione sistematica delle razze indesiderate e dei loro corredi genetici. Margaret Sanger, la femminista che fondò (coi soldi dei Rockefeller) il Planned Parenthood International, la ONG più impegnata nel diffondere gli anticoncezionali nel Terzo Mondo, aveva le idee chiare in proposito, quando lanciò un programma sociale nel 1939, chiamato «The Negro Project» (2)2) Tanya L. Green, «The Negro Project: Margaret Sanger’s Genocide Project for Black American’s», in www.blackgenocide.org/negro.html.

Come scrisse in una lettera ad un amico fidato, il succo del progetto era questo: «Vogliamo eliminare la popolazione negra».

 

Ah pardon, scusate: non si dice «negro», si dice «nero», «afro-americano». E’ questo che conta davvero, per tali progressisti.

 

Maurizio Blondet

 

Articolo pubblicato il 06/12/2007

Modificato da Lu Trejo

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