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Me pizzica me mozzica

Importante: COMITATO PER TERNI PROVINCIA

Messaggi raccomandati

la valle d'aosta è una regione a statuto speciale. Le camere di commercio se le istituisce da sola.

1954702[/snapback]

 

Credo che in nulla si può fare riferimento alla Val d'Aosta, visto che è a statuto speciale. O sbaglio?

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per quanto riguarda la Camera di Commercio

 

c'è chi dice non sparirà

infatti

ci sarà una Camera di Commercio unica con sede principale a PG

a Terni forse un distaccamento , ma le imrpese rilsulteranno iscritte alla Camera di Commercio di Perugia

 

sparirà evidentemente Unioncamere Umbria , ossia l'ente che raggruppa le due Camere di Commercio

 

la CCIAA è un ente provinciale ma non nel senso che è legato all'Ente Provincia , ma che ha competenza territoriale provinciale

 

ergo

se sparisce la provincia viene meno la competenza territoriale provinciale e subentra la CCIAA di PG

a me sembra chiaro

1954612[/snapback]

La cosa singolare è che TUTTI dicono cosi' IN TUTTE LE REGIONI..solo Kabubi dice che è una cazzata..me sembra come quello che va contromano e sente la radio che dice " attenzione un pazzo va contromano in autostrada <2 e lui UNO ? SARANNO 1000.....

1954628[/snapback]

Guarda, a prescindere dal fatto che anche fosse come dite voi a me andrebbe bene così, io faccio sempre riferimento alla valle d'aosta, che attualmente comprende 74 comuni tutti senza appartenenza provinciale. Eppure a aosta c'è la camera di commercio. La questura e altri uffici provinciali.

L'unica cosa che sparirebbe insieme alla provincia è la prefettura.

 

Voi ragionate sempre sull'Umbria ma non considerate l'applicabilità della norma a altre realtà:

Ci sono regioni come il molise che non avranno province, quindi non ci saranno accorpamenti (a meno che tu non creda possibile uno scenario con Campobasso capoluogo della regione Molise che sta sotto un'altra provincia di un'altra regione. Che fanno levano le questure da tutta la regione? E la camera di commercio pure? Oppure lasciano una camera di commercio regionale stravolgendo il carattere territoriale della stessa?

 

Poi fai come ti pare, dì quello che vuoi dire, fai quello che vuoi fare, figurati. Io cerco sempre di informarmi e di capire e non vado a capoccia bassa e a partito preso. Io credo di avere ragione al 70% e al 30% di avere torto. Tu credi di avere ragione al 99.999999% tanto che dici che milioni di persone (praticamente tutti in Italia meno che io) dicono che hai ragione tu. Quindi ti lascio alla tua convinzione, alle tue battaglie e alle tue manifestazioni. Tanto alla fine lo vedi come è l'andazzo. Da 37 province, che ne dovevano eliminare, siamo passati a 34 poi 32 poi 29. Ora ho perso il conto. Quindi stai tranquillo che sia per la difficile applicabilità della norma, sia perché la Lega deve salvare le sue 2-3 province del nord e qualche comune da 100 abitanti, sono convinto che il governo eliminerà il taglio agli enti locali dalla manovra con vostra soddisfazione e mio astio.

1954698[/snapback]

Guarda che non attacca. Io sono per abolirle tutte..no a caso a seconda de chi me fa più comodo. Poi tutti i consorzi,le circoscrizioni,ecc. ecc.....Campobasso?..ABRUZZO-MOLISE come era prima...nemmeno io vado a capoccia bassa non credere, rimmarrai stupito, ma anche io me informo e può anche darsi che stia sbagliando, ma non 1 milione di persone, caso mai sono circa 56 milioni..ma non intendevo certo che tutti i cittadini la debbano pensare come me...io credo che si debbano tagliarle tutte, ma. TE LO RIPETO e non glissare alcune cose che dico per comodità, QUESTO DECRETO dice una cosa diversa per cui mi confronto su quello che dice e poichè per la costituzione del Paese in cui pure tu vivi, NON PUò ESSERE FATTO PER DECRETO, ma dagli enti Regionali, che infatti sti stanno muovendo in tal senso, ma con difficoltà perchè il DECRETO limita l'azione in tal senso, cosa anche questa non a norma. Te lo ripeto..QUESTO DECRETO è IMPRATICABIE anche perchè non dice come e a chi dovrebbe affidare le varie competenze..TANTO CHE AL BILANCIO I CAPOCCIONI che sicuramente ne sanno più di te e di me, HANNO APPENA DETTO CHE NON SE Pò FA..perchè cosi' come è stata dettata questa normativa, creerebbe ANCORA PIù COSTI DI QUANTO SI PENSI CHE TAGLIERA'.....Tu amico mio non ragioni a capoccia bassa..ma a quanto sembra manco te informi...e non tacciare me di fare cose per partito preso...ah dimenticavo..AOSTA alla quale tu fai riferimento...HA UNO STATUTO SPECIALE...ma siccome te informi..non te devo spiegà che significa...Ma mica me devi ragione e manco la voglio...chiunque se vuole può informarsi siamo nel 2011....mica nel medio evo...

Modificato da 68rossoverde

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A mio avviso, stando alla lettera della norma, si prevede solamente la soppressione delle province e delle Prefetture, non anche degli altri enti/uffici tipo questure, camere di commmercio etc. che, come dici, hanno competenza territoriale provinciale ma non anche dipendenza dall'ente provincia.

Certo è che su questo punto occorrerà che il governo faccia chiarezza, e si scongiuri l'interpretazione data da Lu Biondo, in ogni caso apprezzabile da un punto di vista giuridico/normativo.

Non dimentichiamo che siamo in Italia, in origine culla del diritto, oggi paese dei balocchi e del bunga-bunga!

1954466[/snapback]

 

Quello che infatti mi preoccupa è il comma 7.

 

7. Fermo quanto previsto dal comma 6, con uno o piu' decreti del

Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro

competente di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,

si procede alla revisione delle strutture periferiche delle

amministrazioni pubbliche presenti nelle province soppresse.

 

Questa norma fa da base allo scenario da me ipotizzato.

 

Voglio dire...la questura è istituita in ogni capoluogo di provincia. Venendo meno il capoluogo di provincia...mi pare chiaro che viene meno il criterio territoriale.

 

Le norme contenute nella manovra, soprattutto perchè varata in una situazione di necessità e urgenza, non dovrebbero sconvolgere l'assetto del decentramento amministrativo. Non dovrebbero nemmeno rinviare a successivi, ipotetici, interventi, tutti gli step necessari al riordino.

 

La tecnica legislativa insegna che questo tipo di norme dovrebbero essere integrate in un disegno organico di riforma. Non dovrebbero fungere da "tappabuchi".

 

Il ritiro dei soldati dall'Afghanistan e dagli altri scenari comporterebbe un maggiore risparmio.

1954555[/snapback]

Condivido ancora l'intervento de lu biondo.

Il comma 7 è preoccupante perchè oltremodo generico e discrezionale, laddove prevede la "revisione delle strutture periferiche delle amministrazioni pubbliche presenti nelle province soppresse".

"Revisione" può significare soppressione, modificazione o accorpamento, di ogni struttura periferica delle amministrazioni pubbliche presenti nelle province soppresse.

Non posso credere che in una città di oltre 100.000 mila abitanti venga soppressa la Questura ma, in teoria, con questa norma potrebbe avvenire.

Modificato da longarinivattene!

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A mio avviso, stando alla lettera della norma, si prevede solamente la soppressione delle province e delle Prefetture, non anche degli altri enti/uffici tipo questure, camere di commmercio etc. che, come dici, hanno competenza territoriale provinciale ma non anche dipendenza dall'ente provincia.

Certo è che su questo punto occorrerà che il governo faccia chiarezza, e si scongiuri l'interpretazione data da Lu Biondo, in ogni caso apprezzabile da un punto di vista giuridico/normativo.

Non dimentichiamo che siamo in Italia, in origine culla del diritto, oggi paese dei balocchi e del bunga-bunga!

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Quello che infatti mi preoccupa è il comma 7.

 

7. Fermo quanto previsto dal comma 6, con uno o piu' decreti del

Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro

competente di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,

si procede alla revisione delle strutture periferiche delle

amministrazioni pubbliche presenti nelle province soppresse.

 

Questa norma fa da base allo scenario da me ipotizzato.

 

Voglio dire...la questura è istituita in ogni capoluogo di provincia. Venendo meno il capoluogo di provincia...mi pare chiaro che viene meno il criterio territoriale.

 

Le norme contenute nella manovra, soprattutto perchè varata in una situazione di necessità e urgenza, non dovrebbero sconvolgere l'assetto del decentramento amministrativo. Non dovrebbero nemmeno rinviare a successivi, ipotetici, interventi, tutti gli step necessari al riordino.

 

La tecnica legislativa insegna che questo tipo di norme dovrebbero essere integrate in un disegno organico di riforma. Non dovrebbero fungere da "tappabuchi".

 

Il ritiro dei soldati dall'Afghanistan e dagli altri scenari comporterebbe un maggiore risparmio.

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Condivido ancora l'intervento de lu biondo.

Il comma 7 è preoccupante perchè oltremodo generico e discrezionale, laddove prevede la "revisione delle strutture periferiche delle amministrazioni pubbliche presenti nelle province soppresse".

"Revisione" può significare soppressione, modificazione o accorpamento, di ogni struttura periferica delle amministrazioni pubbliche presenti nelle province soppresse.

Non posso credere che in una città di oltre 100.000 mila abitanti venga soppressa la Questura ma, in teoria, con questa norma potrebbe avvenire.

1955086[/snapback]

Ecco questo è ragionare..e informarsi...MA SOPRATTUTTO..INTERPRETARE...

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Ma non ho capito, contestate la forma del decreto (non è costituzionale, non è chiaro, è scritto coi piedi, non si capisce come possa essere attuato), o contestate il fatto che la provincia di Terni sia una di quelle che potrebbe sparire?

 

Perchè a me sembra che vi interessi solo della seconda questione, mascherandola dietro alla prima.

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Ma non ho capito, contestate la forma del decreto (non è costituzionale, non è chiaro, è scritto coi piedi, non si capisce come possa essere attuato), o contestate il fatto che la provincia di Terni sia una di quelle che potrebbe sparire?

 

Perchè a me sembra che vi interessi solo della seconda questione, mascherandola dietro alla prima.

1955210[/snapback]

 

con tre slogan abbiamo sintetizzato il tutto

1 NO ALLA ABOLIZIONE DELLA PROVINCIA DI TERNI

2 NO A PERUGIA - REGIONE

3 SI AL RIEQUILIBRIO TERRITORIALE

 

i punti fermi sono questi

poi gli scenari politici , regionali e parlamentari che verranno non dipendono da noi o dalle nostre visioni personali

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I miei slogan personali invece sarebbero:

 

SI' ALL'ABOLIZIONE DI TUTTE LE PROVINCE E RELATIVE POLTRONE (e Prefetture al seguito)

 

SI' ALL'ATTRIBUZIONE DELLE LORO FUNZIONI A COMUNI E UNIONI DI COMUNI, (eliminando una serie di enti intermedi spesso doppioni e semplici "cimiteri degli elefanti" politici).

 

SI' ALLA PARI DIGNITA' TRA L'AREA URBANA DI TERNI E QUELLA DI PERUGIA

 

IN ASSENZA DI CIO' COMUNQUE NO A QUESTO DECRETO INSULSO, PASTICCIATO E PROBABILMENTE INAPPLICABILE.

 

Il resto mi sembra, più ancora che conservazione, illusione, con tutto il rispetto per chi comunque ci mette la faccia e le energie.

Modificato da passaparola

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Il decreto è sbagliato perchè devono essere abrogate TUTTE le provincie

Il limite dimensionale è una follia giuridica

Può essere aggirato con l'escamotage dello scioglimento anticipato del consiglio

Ed ha poi altri limiti giuridici macrospopici evidenziati da alcuni utenti

Trattasi di un atto governativo quindi di sola propaganda i cui effetti concreti nel tempo svaniranno

Anzi non escluderei tra qualche anno la costituzione della provincia di Foligno :lol:

E di altre provincie in tutta Italia

Ce stanno a cojonà

Lasciate perde il campanilismo con Perugia ed il riequilibrio territoriale

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Il decreto è sbagliato perchè devono essere abrogate TUTTE le provincie

Il limite dimensionale è una follia giuridica

Può essere aggirato con l'escamotage dello scioglimento anticipato del consiglio

Ed ha poi altri limiti giuridici macrospopici evidenziati da alcuni utenti

Trattasi di un atto governativo quindi di sola propaganda i cui effetti concreti nel tempo svaniranno

Anzi non escluderei tra qualche anno la costituzione della provincia di Foligno :lol:

E di altre provincie in tutta Italia

Ce stanno a cojonà

Lasciate perde il campanilismo con Perugia ed il riequilibrio territoriale

1955220[/snapback]

 

il campanilismo con Perugia è sullo sfondo

il nodo del riequilibrio territoriale guarda caso adesso lo cavalcano tutti

 

dopo che sti 10 fessacchiotti si sono mossi (e la città dormiva beata)

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Come pensavo, è solo per salvaguardare il proprio orticello, non interessa il fatto che il decreto è scritto male.

1955215[/snapback]

 

questo è un problema che deve risolvere la politica

mai visto tu un comitato di cittadini che può emendare un decreto?

 

ma tu pensi che "salvare l'orticello" quando nessuno alza le chiappe per difenderti sia poi così sbagliato?

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I miei slogan personali invece sarebbero:

 

SI' ALL'ABOLIZIONE DI TUTTE LE PROVINCE E RELATIVE POLTRONE (e Prefetture al seguito)

 

SI' ALL'ATTRIBUZIONE DELLE LORO FUNZIONI A COMUNI E UNIONI DI COMUNI, (eliminando una serie di enti intermedi spesso doppioni e semplici "cimiteri degli elefanti" politici).

 

SI' ALLA PARI DIGNITA' TRA L'AREA URBANA DI TERNI E QUELLA DI PERUGIA

 

IN ASSENZA DI CIO' COMUNQUE NO A QUESTO DECRETO INSULSO, PASTICCIATO E PROBABILMENTE INAPPLICABILE.

 

Il resto mi sembra, più ancora che conservazione, illusione, con tutto il rispetto per chi comunque ci mette la faccia e le energie.

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però Passa devi onestamente spiegarmi come fai a dare pari dignità senza una parità di territorio che intendi rappresentare

 

nessuno è contrario ad abolirle tutte le province , però tutte senza eccezioni (comprese le regioni a statuto speciale)

 

sulle unioni di comuni: sono sub-province mascherate ....non gettiamo fumo negli occhi

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Come pensavo, è solo per salvaguardare il proprio orticello, non interessa il fatto che il decreto è scritto male.

1955215[/snapback]

il decreto è scritto male ed è una accozzaglia che colpisce solo e soltanto i soliti. Questo taglio tanto sbandierato dei costi della politica, toccando alcune poltroncine darà il risultato contrario, non lo dico io ma quelli che lavorano al bilancio dello stato analizzando il decreto.

L'orticello non so a quale te riferisci, si più esplicito sennò non posso rispondere.

La manovra è da constestare TUTTA ma A ME INVECE SEMBRA CHE NESSUNO SCENDE IN PIAZZA NEMMENO PER QUESTO..lascia perde la cgl...parlo di spontanei cittadini che come te vogliono qualcosa STANDOTENE PERò SEDUTO DIETRO AL COMPUTER A CRITICARE ALTRI..VOGLIO VOGLIO ma annate avanti voi...CAPITO com'è la storia...

Nessuno obbliga nessuno...chi vuole si informa e capisce realmente perchè ci siamo attivati..TUTTO IL RESTO E' PROPAGANDA DELLE VOSTRE IDEE senza alcun FONDAMENTO.

Prima di usare la parola MASCHERATE ricordati che stai a parlà di cittadini e non di politici...se poi hai prove di ciò che farnetichi allora DIMOSTRALE PUBBLICAMENTE sennò commenta, pensa ciò che vuoi ma evita di GIUDICARE A GRATIS...io non ho da mascherare nulla....

Modificato da 68rossoverde

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SI' ALL'ABOLIZIONE DI TUTTE LE PROVINCE E RELATIVE POLTRONE (e Prefetture al seguito)

 

SI' ALL'ATTRIBUZIONE DELLE LORO FUNZIONI A COMUNI E UNIONI DI COMUNI, (eliminando una serie di enti intermedi spesso doppioni e semplici "cimiteri degli elefanti" politici).

 

SI' ALLA PARI DIGNITA' TRA L'AREA URBANA DI TERNI E QUELLA DI PERUGIA

 

IN ASSENZA DI CIO' COMUNQUE NO A QUESTO DECRETO INSULSO, PASTICCIATO E PROBABILMENTE INAPPLICABILE.

 

Il resto mi sembra, più ancora che conservazione, illusione, con tutto il rispetto per chi comunque ci mette la faccia e le energie.

1955219[/snapback]

 

però Passa devi onestamente spiegarmi come fai a dare pari dignità senza una parità di territorio che intendi rappresentare

 

nessuno è contrario ad abolirle tutte le province , però tutte senza eccezioni (comprese le regioni a statuto speciale)

 

sulle unioni di comuni: sono sub-province mascherate ....non gettiamo fumo negli occhi

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passaparola il punto è questo: SE IL DECRETO PARLA DI ALTRO, NOI CI DOBBIAMO CONFRONTARE E DISCUTERE SU CIò CHE DICE...

non possiamo chiedere l'abolizione di tutte (Ven venga) se non lo si precede..queste proposte le devono fare a livello politico nazionale...e comunque se tutti i cittadini vogliono quello che tu dici perchè non si è organizzata una grande manifestazione di protesta?..

Te lo dico io perchè...

perchè senza il partito (quale esso sia) IL CITTADINO NON SE SMOVE....ergo ..non è l'idea sua ma l'idea del partito e andando avanti di questo passo SI DIVENTA SUCCUBI DEI PARTITI..

adesso ho reso una delle motivazioni portanti ?

ma è tanto complicato capirlo?

In altri ambiti, io difendo quello che dice l'associazione simboli e colori, ma non perchè me devo arruffianà niciuno..l'ho pubblicamente sostenuti da tempo addietro..perchè credo che tutti CHIACCHIERANO ma nessuno se smove..loro hanno deciso di farlo ed io li sostengo...perchè SE SE CHIACCHIERA E BASTA NON CAMBIERA' UN EMERITA CIPPA DI CAZZO.

Modificato da 68rossoverde

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SI' ALL'ABOLIZIONE DI TUTTE LE PROVINCE E RELATIVE POLTRONE (e Prefetture al seguito)

 

SI' ALL'ATTRIBUZIONE DELLE LORO FUNZIONI A COMUNI E UNIONI DI COMUNI, (eliminando una serie di enti intermedi spesso doppioni e semplici "cimiteri degli elefanti" politici).

 

SI' ALLA PARI DIGNITA' TRA L'AREA URBANA DI TERNI E QUELLA DI PERUGIA

 

IN ASSENZA DI CIO' COMUNQUE NO A QUESTO DECRETO INSULSO, PASTICCIATO E PROBABILMENTE INAPPLICABILE.

 

Il resto mi sembra, più ancora che conservazione, illusione, con tutto il rispetto per chi comunque ci mette la faccia e le energie.

1955219[/snapback]

 

però Passa devi onestamente spiegarmi come fai a dare pari dignità senza una parità di territorio che intendi rappresentare

 

nessuno è contrario ad abolirle tutte le province , però tutte senza eccezioni (comprese le regioni a statuto speciale)

 

sulle unioni di comuni: sono sub-province mascherate ....non gettiamo fumo negli occhi

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ho già provato a spiegarlo, mepi:

 

secondo me è molto più probabile e percorribile (certo, ci vorrebbe una classe dirigente ternana, politica e non, e una "opinione pubblica locale" che spinge su questo) una pari dignità in un territorio regionale in cui ci sono due poli urbani maggiori (Terni e Perugia) quasi equivalenti in termini di dimensioni, popolazione e funzioni (uno che guarda verso Roma, l'altro verso Firenze) e altri 5 o 6 aree "minori" (Foligno-Assisi-Bastia, Spoleto-Valnerina, Gubbio-Gualdo, l'Alto Tevere, l'Orvietano, forse il Trasimeno) piuttosto che in un regione in cui ci siano due province di cui una (nella migliore e tutta da verificare delle ipotesi) avrà dimensioni e popolazione pari a circa la metà dell'altra (sempre che non perdiamo Orvieto e che Spoleto, Norcia, Todi etc., oppure Rieti o altre ipotesi acora più fantasiose siano così entusiasti di passare sotto Terni. Non è un risiko, giusto?).

 

Per questo secondo me il "riequilibrio territoriale" è un falso obiettivo e un diversivo, che ritiriamo fuori oggi (anche alcuni politici locali di lungo corso già lo fanno) per cercare di "conservare" l'Ente provincia ma che, anche se fosse realizzato, non risolverebbe per nulla il problema, verissimo, del peso e del ruolo di Terni (come città e soprattutto come area "vasta") in ambito regionale e anzi ci distoglierebbe probabilmente da quello che per me è l'obiettivo vero e principale.

 

Io sono d'accordo per battersi - in questa situazione - contro l'abolizione della provincia di Terni fatta così, ma soltanto se l'obiettivo è quello di eliminare tutte le province, almeno dell'Umbria per il frattempo. "Prendermi" Spoleto e Norcia e avere un loro consigliere regionale in più con in fronte la targa TR mi sembra un futuro minimale e di retroguardia. Voglio molto di più.

 

E quindi sempre al decreto del governo si torna alla fine.

Modificato da passaparola

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SE AVETE VOGLIA DI LEGGERE....eccovi il decreto

 

Roma, 24 agosto 2011

La seconda manovra estiva approvata dal Governo e presentata in Parlamento attraverso il decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, contiene al titolo IV diverse norme sulla riduzione dei costi degli apparati istituzionali nazionali, regionali e locali, che cercano di affrontare il tema del ridimensionamento degli apparati burocratici e politici della Repubblica italiana.

 

Nella relazione tecnica che accompagna il decreto non sono previsti risparmi da queste disposizioni, molto probabilmente poiché c’è la consapevolezza che veri risparmi immediati possono derivare dalla riduzione dei trattamenti economici dei parlamentari, ma sono pochissima cosa rispetto all’entità della manovra finanziaria, mentre vi sono difficoltà pratiche negli interventi sugli assetti istituzionali di Regioni, Province e Comuni, che dovrebbero essere affrontati da un organico disegno di legge costituzionale.

 

In questa prospettiva le norme sulla riduzione degli apparati costituzionali dovrebbero essere stralciate dalla manovra finanziaria per essere inserite in un disegno organico di riforma costituzionale che, tuttavia, dovrebbe partire da una riforma del Parlamento che preveda una forte riduzione del numero dei componenti della Camera dei Deputati e l’istituzione di un Senato federale, a partire dalla prossima legislatura (articoli 55-69 della Costituzione). In questo ddl costituzionale potrebbero essere poi inserite norme che riducano il numero dei consiglieri e degli assessori regionali (modificando l’articolo 122 della Costituzione) e che definiscano i limiti dimensionali minimi per un organico accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle regioni, delle province e dei comuni (attraverso la modifica degli articoli 131, 132 e 133 della Costituzione). Una soluzione diversa rischia di far sorgere notevoli conflitti istituzionali con la possibilità delle Regioni e degli enti locali (attraverso i Consigli delle autonomie locale) di promuovere ricorsi di fronte alla Corte costituzionale.

 

In alternativa a questa scelta, almeno le norme che riguardano le Province e i Comuni dovrebbero essere stralciate per essere discusse nell’ambito della “Carta delle autonomie locali”, il provvedimento che contiene una riforma organica dei Comuni e delle Province nel quale è possibile raccordare il dibattito sulle dimensioni ottimali degli enti, con le scelte operate sulle funzioni amministrative di prossimità e di area vasta e con un intervento di complessivo riordino di tutta l’amministrazione statale e regionale.

 

Relativamente alla questione della soppressione delle piccole Province occorre ricordare che sono state già presentate in Parlamento diverse ipotesi di revisione dell’art. 133 della Costituzione che prevedono l’accorpamento delle Province che non raggiungono limiti dimensionali adeguati per l’esercizio delle funzioni di area vasta e per la soppressione delle Province nelle quali sono istituite le Città metropolitane, che prevedono un rafforzato ruolo delle Regioni nella ridefinizione delle circoscrizioni territoriali comunali e di area vasta.

 

Rispetto alle disposizioni sugli apparati istituzionali del decreto che riguardano le Province occorre analizzare, in particolare, le problematicità dell’articolo 15 che reca disposizioni per la soppressione delle piccole Province e per il dimezzamento del numero dei consiglieri e degli assessori provinciali.

 

• Il comma 1 prevede due criteri per la soppressione delle province quello della popolazione residente 300.000 abitanti (il riferimento e' al prossimo censimento 2011) e quello della dimensione territoriale 3.000 kmq. La soppressione decorre dal prossimo mandato amministrativo (per la Provincia di La Spezia già dal 2012) ed occorre verificare come sia compatibile il riferimento ai risultati del censimento 2011, quando i dati della popolazione legale censita saranno rilasciati solo nel mese di dicembre 2012. Sulla base dei dati riferiti alla popolazione 2009 e, quindi, dall' applicazione dei due criteri le province potenzialmente soppresse sarebbero 29: 22 nelle regioni a statuto ordinario e 7 nelle regioni a statuto speciale (2 in Sicilia, 3 in Sardegna, 2 in Friuli Venezia Giulia).

 

• Il comma 2, prevede l'iniziativa dei comuni per l'aggregazione ad altra provincia della stessa regione entro il termine di scadenza del mandato amministrativo. In questo modo il decreto cerca di rispettare la lettera dell'art 133 della Costituzione, anche se vi è un evidente forzatura poiché l’intervento di una legge di ridefinizione delle circoscrizioni provinciali, secondo quanto è previsto dallo stesso art. 133, a rigore, dovrebbe avvenire sempre a valle dell’iniziativa dei Comuni, e con un necessario coinvolgimento della Regione.

 

• Il comma 3 prevede nel caso di mancata iniziativa dei comuni che la soppressione avvenga ugualmente e che le funzioni vengono trasferite alla regione (o ai comuni o alle province limitrofe ) con il passaggio dei beni e del personale. Questo comma contrasta con la lettera della Costituzione perché la soppressione della Provincia e lo spostamento delle sue competenze alla regioni opera automaticamente, anche in mancanza di iniziativa dei Comuni. Il comma si pone poi in stridente contrasto con l’art. 114 della Costituzione in cui le Province sono previste come elemento costitutivo della Repubblica e, quindi, come enti necessari tra il Comune e la Regione, qualora non siano istituite a loro posto le Città metropolitane.

 

• Il comma 4 esclude che regioni sotto i 500.000 abitanti possano avere Province. Questa disposizione prevede in pratica la soppressione delle due province del Molise e , oltre ad essere in contrasto con l’art. 114 della Costituzione, trasforma la Regione da ente con competenze prevalentemente legislative ad ente con competenze prevalentemente amministrative

 

• Il comma 5 riduce di un ulteriore 50% i consiglieri e gli assessori provinciali senza nessun riferimento alle norme della legge 42 del 2010 che già avevano ridotto del 20% consiglieri e assessori. Attualmente le Province hanno 19-24-28-36 consiglieri e 5-7-8-10 assessori a seconda delle fasce di popolazione, escluso il presidente. Il risultato che si otterrebbe sarebbe quello di consigli provinciali rispettivamente di 10-12-14-18 consiglieri e di giunte di 3-4-4-5 assessori. Tale riduzione fa venire meno la rappresentanza democratica nelle province, ma soprattutto fa venir meno il rapporto tra il Consiglio provinciale e il territorio, senza considerare che occorrerà ridefinire tutti i collegi elettorali.

 

• Sarebbe perciò auspicabile un intervento organico che sostituisse l’attuale articolo 37, comma 2, del D.Lgs. 267/2000, con una disposizione che tenga conto dei nuovi limiti dimensionali delle Province: “Il Consiglio provinciale è composto dal presidente della provincia e: a)28 membri nelle province con popolazione residente superiore a 1.400.000 abitanti; b) 24 membri nelle province con popolazione residente superiore a 700.000 abitanti; c) 20 membri nelle altre province.” All’art. 47 del D.Lgs. 267/2000, al comma 5, occorrerebbe sostituire la lettera b) con la seguente: “b) non superiore a 4 per le province a cui sono assegnati 20 consiglieri; non superiore a 6 per le province a cui sono assegnati 24 consiglieri; non superiore a 8 per le province a cui sono assegnati 28 consiglieri”.

 

• Il comma 6 comporta l'automatico venir meno delle prefetture nelle province soppresse. La disposizione è coerente con il nostro assetto istituzionale in quanto le circoscrizioni provinciali sono state sempre ritenute la sede periferica degli uffici di governo, ma occorrerebbe estendere la previsione anche agli altri uffici periferici dell’amministrazione centrale che dovrebbero essere soppressi ugualmente in modo automatico.

 

• Il comma 7 invece fa dipendere la soppressione degli altri uffici dell'amministrazione periferica da un Dpcm su proposta del ministro competente. Tale scelta può vanificare l’intervento di riduzione dell’amministrazione periferica dello Stato nelle province soppresse quando invece si dovrebbe ipotizzare una riorganizzazione complessiva dell’amministrazione periferica dello Stato sulla base della revisione delle circoscrizioni provinciali che derivano dalla soppressione delle province che non rispettano i limiti dimensionali del comma 1.

 

KABù....leggi i comma in neretto.

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SI' ALL'ABOLIZIONE DI TUTTE LE PROVINCE E RELATIVE POLTRONE (e Prefetture al seguito)

 

SI' ALL'ATTRIBUZIONE DELLE LORO FUNZIONI A COMUNI E UNIONI DI COMUNI, (eliminando una serie di enti intermedi spesso doppioni e semplici "cimiteri degli elefanti" politici).

 

SI' ALLA PARI DIGNITA' TRA L'AREA URBANA DI TERNI E QUELLA DI PERUGIA

 

IN ASSENZA DI CIO' COMUNQUE NO A QUESTO DECRETO INSULSO, PASTICCIATO E PROBABILMENTE INAPPLICABILE.

 

Il resto mi sembra, più ancora che conservazione, illusione, con tutto il rispetto per chi comunque ci mette la faccia e le energie.

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però Passa devi onestamente spiegarmi come fai a dare pari dignità senza una parità di territorio che intendi rappresentare

 

nessuno è contrario ad abolirle tutte le province , però tutte senza eccezioni (comprese le regioni a statuto speciale)

 

sulle unioni di comuni: sono sub-province mascherate ....non gettiamo fumo negli occhi

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ho già provato a spiegarlo, mepi:

 

secondo me è molto più probabile e percorribile (certo, ci vorrebbe una classe dirigente ternana, politica e non, e una "opinione pubblica locale" che spinge su questo) una pari dignità in un territorio regionale in cui ci sono due poli urbani maggiori (Terni e Perugia) quasi equivalenti in termini di dimensioni, popolazione e funzioni (uno che guarda verso Roma, l'altro verso Firenze) e altri 5 o 6 aree "minori" (Foligno-Assisi-Bastia, Spoleto-Valnerina, Gubbio-Gualdo, l'Alto Tevere, l'Orvietano, forse il Trasimeno) piuttosto che in un regione in cui ci siano due province di cui una (nella migliore e tutta da verificare delle ipotesi) avrà dimensioni e popolazione pari a circa la metà dell'altra (sempre che non perdiamo Orvieto e che Spoleto, Norcia, Todi etc., oppure Rieti o altre ipotesi acora più fantasiose siano così entusiasti di passare sotto Terni. Non è un risiko, giusto?).

 

Per questo secondo me il "riequilibrio territoriale" è un falso obiettivo e un diversivo, che ritiriamo fuori oggi (anche alcuni politici locali di lungo corso già lo fanno) per cercare di "conservare" l'Ente provincia ma che, anche se fosse realizzato, non risolverebbe per nulla il problema, verissimo, del peso e del ruolo di Terni (come città e soprattutto come area "vasta") in ambito regionale e anzi ci distoglierebbe probabilmente da quello che per me è l'obiettivo vero e principale.

 

Io sono d'accordo per battersi - in questa situazione - contro l'abolizione della provincia di Terni fatta così, ma soltanto se l'obiettivo è quello di eliminare tutte le province, almeno dell'Umbria per il frattempo. "Prendermi" Spoleto e Norcia e avere un loro consigliere regionale in più con in fronte la targa TR mi sembra un futuro minimale e di retroguardia. Voglio molto di più.

 

E quindi sempre al decreto del governo si torna alla fine.

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parto dal neretto

 

per quanto mi riguarda (parlo a titolo personale) la mia più grande motivazione per avere fatto questo colpo di scena è stata la esaperazione nel vedere una comunità morta intellettualmente , politicamente e nello spirito

 

e , soprattutto la nausea nel vedere la espoliazione di un territorio come il nostro fatta senza colpo ferire , anzi magari col benestare di qualche politico locale ...in poche parole farsi passare i piedi in testa senza reagire

 

qualunque riforma endoregionale che non tenga conto dei territori (a proposito, ma nessuno si sente colpito nel suo senso di appartenenza? Ma certi sentimenti profondi si possono abolire con decreto?) è destinata a perpetrare ingiustizie e scontentezza

a mio avviso il riequilibrio territoriale potrebbe servire anche da "pacificatore regionale" , ammesso ovviamente che poi la provincia come ente si dimostri all'altezza

 

i fautori del pensiero unico della abolizione di tutte le province (quando è moda è moda diceva Gaber) adesso non tollerano contraddittorio ...si deve fare punto

guai a chi si azzarda a proporre un altro punto di vista

ma si faccia pure mi sta bene ...a patto che non si guardi in faccia a nessuno

 

nessuno poi mi toglierà dalla testa che ciò che esce dalla porta possa rientrare dalla finestra , ossia

fuori le province , dentro tutti enti ed entucoli non elettivi (consorzi, convenzioni, unioni) che per forza di cose nasceranno a tutela di interessi di un territorio extra-comunale ..con appresso il loro apparato burocratico

 

poi l'azione del Comitato di cui faccio parte si può legittimamente criticare

un merito però riconoscetecelo:

 

in 4 giorni abbiamo smosso una intere classe politica regionale

adesso tutti parlano di questa cosa , dalla sinistra alla destra

 

facile fare il leone da tastiera..molto meno indignarsi e fare QUALCOSA

 

eravamo 4 amici al bar ........

Modificato da Me pizzica me mozzica

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Va bè per stemperare un pò..ma chi se incazza difatti...

beccateve sto video:

Guardatelo perchè ne vale la pena.... Modificato da 68rossoverde

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bello e complimenti a chi l'ha fatto.

secondo me non ci sarebbe stata male nemmeno l'immagine dell'attuale stadio Liberati

Modificato da tosculu

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bello e complimenti a chi l'ha fatto.

secondo me non ci sarebbe stata male nemmeno l'immagine dell'attuale stadio Liberati

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:lol::lol::lol: ..LO SAI CHE L'HO PENSATO..GIURO......però dopo comiciavamo un altra tiritera..ecco state a strumentalizzà simboli e colori..bla bla... :lol::lol::lol:

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bello e complimenti a chi l'ha fatto.

secondo me non ci sarebbe stata male nemmeno l'immagine dell'attuale stadio Liberati

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:lol::lol::lol: ..LO SAI CHE L'HO PENSATO..GIURO......però dopo comiciavamo un altra tiritera..ecco state a strumentalizzà simboli e colori..bla bla... :lol::lol::lol:

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meno male che noi non aprimo bocca e non sprecamo tastiera!

tu però me stai in mezzo a lu core, visto che te tocca fa lu badante :lol:

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francamente, ammetto di non riuscire a schierarmi. Secondo me ci sono ben altre nefandezze inserite nella manovra. Ed il fatto che nascano comitati per la salvaguardia della provincia, mentre la tutela dello Statuto dei Lavoratori non interessa a nessuno, indica che il governo ha ancora avuto ragione: tutti in piedi per il campanile...poi quando tornano a casa si infilano l'articolo 18 nel culo. Ci fosse lo stesso entusiasmo, la stessa voglia e la stessa passione nel difendere lo Statuto, sarebbe ben altra storia.

 

Tre giorni fa il ministro sacconi ha dichiarato, in buona sostanza, che i sindacati non devono rompere i coglioni e che gli scioperi si fanno quando c'è ricchezza da spartire e i lavoratori ritengono che il sistema in uso sia ingiusto. Come dire: "nella gestione della crisi e nella relativa manovra, le parti sociali entrano nel merito solo se sono d'accordo con il governo. se non sono d'accordo, non hanno modo di far valere il loro dissenso ed anzi, ricordiamo loro che il dissenso si usa solo per ottenere qualcosa in tempi di ricchezza".

 

Una dichiarazione come questa, 20 anni fa, avrebbe fatto saltare tutti sulle poltrone. E il ministro avrebbe dovuto dimettersi. Ora, questi concetti passano quasi come qualcosa di "condivisibile"....ma vi rendete conto di come stanno trasformando il concetto di partecipazione alla vita sociale per la più grande fetta di popolazione? I lavoratori non possono esprimere una visione diversa rispetto a quella del governo. I lavoratori possono solo sperare di "trattare" ad oltranza per ottenere qualche briciola, in tempi di ricchezza. Ma in tempi di crisi o recessione, i lavoratori non hanno diritto a veder rappresentata una visione alternativa che li tuteli e non possono difendersi dall'aggressione di una manovra che contrae il ceto medio e il lavoro subordinato. Le parti sociali (e i sindacati, tutti, sono parti sociali) possono essere solo "spettatori" ai tavoli. O al massimo essere in accordo.

Modificato da Ussaro

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francamente, ammetto di non riuscire a schierarmi. Secondo me ci sono ben altre nefandezze inserite nella manovra. Ed il fatto che nascano comitati per la salvaguardia della provincia, mentre la tutela dello Statuto dei Lavoratori non interessa a nessuno, indica il grado di senso civico della gran parte della popolazione. Ci fosse lo stesso entusiasmo, la stessa voglia e la stessa passione nel difendere lo Statuto, sarebbe ben altra storia.

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caro Ussaro

questo comitato è nato spontaneamente di fronte ad un pericolo contingente ..quello del definitivo affossamento di Terni e della sua Provincia ..problema provinciale non nazionale

 

per quel problema che dici tu i sindacati (organi preposti) ne discutono da almeno 15 anni

 

non confondiamo ruoli e battaglie , stanno su due piani diversi

 

alla base di tutto c'è fondamentalmente una questione:

la rinascita sociale, culturale e (uso una parolona) di COSCIENZA di una città che pare in coma intellettuale oltre che economico

 

sulla iniziativa in sè sono arrivate critiche e consensi (a rimorchio..visto l'eco che ha avuto a livello regionale) , e ognuno giudicherà come crede

 

io ritengo che con l'abolizione della Provincia COSI' COME DESCRITTA NEL DECRETO TREMONTI Terni può cominciare a scavarsi la fossa

 

perlomeno un gruppetto di pazzoidi ha provato a reagire ...cosa che per difendere Terni in quanto città non succedeva da ....quanto?????

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come puoi notare, ho modificato il mio intervento perchè il senso non si capiva proprio (capita scrivendo di fretta ehehhee).

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rimango però dell'idea che l'abolizione della provincia di terni è un qualcosa che dovremmo studiare bene...perchè a mio modo di vedere il testo del decreto è vago e, soprattutto, lascia aperte diverse strade per il DOPO. E non nascondo che una regione dell'Umbria senza alcuna provincia, non sarebbe poi così male.

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rimango però dell'idea che l'abolizione della provincia di terni è un qualcosa che dovremmo studiare bene...perchè a mio modo di vedere il testo del decreto è vago e, soprattutto, lascia aperte diverse strade per il DOPO. E non nascondo che una regione dell'Umbria senza alcuna provincia, non sarebbe poi così male.

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infatti

o le abolisci tutte o nessuna , niente figli o figliastri

rimane però aperto uno scenario che è una grossa incognita

 

quale assetto endoregionale ti devi inventare nel dopo abolizione totale?

 

e come puoi garantire la rappresentatività dei territori con le loro peculiarità , sapendo che non devi creare altri enti e ci sarà un rapporto diretto senza mediazione fra singolo Comune e la Regione ?

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tutte domande legittime. Ma non vorrei che passasse il nesso tra la produzione di ricchezza ed il mantenimento della provincia di Terni, magari attraverso il riequilibrio territoriale. non siamo stati in grado di creare qualcosa di positivo nel turismo che, ancora oggi, è un turismo "mordi e fuggi" dovuto essenzialmente alla cascata delle marmore. non siamo stati in grado di mettere "a sistema" le perle della valnerina, spoleto, la cascata, il lago di piediluco ed il turismo enogastronomico....non siamo stati in grado di conciliare il turismo con il santo più conosciuto al mondo (San Valentino)...non siamo mai stati capaci di produrre una kermesse di tre giorni, di respiro internazionale, in concomitanza con la festa di San Valentin quando in realtà, avrebbe dovuto essere una delle prime finalità da perseguire. E adesso di guarda a Spoleto come crocevia per le fortune o sfortune del territorio.....

In fondo, per intercettare il turismo verso spoleto, non è necessario che spoleto sia provincia di terni. Ve l'immaginate il turista tedesco?

 

"uhm...bela cascata di marmora....belo rafting di kanoa...belo maciare cucina tippica ternana ciriola pampepaten...noi stare turismo in spoleten....solo pochi chilometren da terni...ma se venire con mia famiglia a terni cambia provincia? Si? allora noi non venire, heil!".

 

Non regge. Il problema è che con queste capocce, in caso di riequilibrio territoriale, nel volgere di pochi anni ci troveremmo con la stessa crisi...spalmata su un territorio piu ampio!

 

Il primo passo è chiedere conto alla classe politica e PRETENDERE che le cose vengano fatto secondo principi basilari, nel tentativo di massimizzare le possibilità turistiche del nostro comprensorio.

Modificato da Ussaro

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Io francamente non mi riesco ad intrippare per questa vicenda dell'abolizione della provincia

Ci stanno talmente tanti casini a livello comunale, nazionale e mondiale che a confronto Terni provincia è una caccolina

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rimango però dell'idea che l'abolizione della provincia di terni è un qualcosa che dovremmo studiare bene...perchè a mio modo di vedere il testo del decreto è vago e, soprattutto, lascia aperte diverse strade per il DOPO. E non nascondo che una regione dell'Umbria senza alcuna provincia, non sarebbe poi così male.

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infatti

o le abolisci tutte o nessuna , niente figli o figliastri

rimane però aperto uno scenario che è una grossa incognita

 

quale assetto endoregionale ti devi inventare nel dopo abolizione totale?

 

e come puoi garantire la rappresentatività dei territori con le loro peculiarità , sapendo che non devi creare altri enti e ci sarà un rapporto diretto senza mediazione fra singolo Comune e la Regione ?

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Concordo in pieno, o tutte o niente. Trovandoci nella situazione di Perugia provincia e Terni no, aggreveremo ancora di più, una situazione già grave.

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tutte domande legittime. Ma non vorrei che passasse il nesso tra la produzione di ricchezza ed il mantenimento della provincia di Terni, magari attraverso il riequilibrio territoriale. non siamo stati in grado di creare qualcosa di positivo nel turismo che, ancora oggi, è un turismo "mordi e fuggi" dovuto essenzialmente alla cascata delle marmore. non siamo stati in grado di mettere "a sistema" le perle della valnerina, spoleto, la cascata, il lago di piediluco ed il turismo enogastronomico....quando in realtà, avrebbe dovuto essere una delle prime finalità da perseguire. Anche perchè, in fondo, per intercettare il turismo verso spoleto, non è necessario che spoleto sia provincia di terni. Ve l'immaginate il turista tedesco?

 

"uhm...bela cascata di marmora....belo rafting di kanoa...belo maciare cucina tippica ternana ciriola pampepaten...noi stare turismo in spoleten....solo pochi chilometren da terni...ma se venire con mia famiglia a terni cambia provincia? Si? allora noi non venire, heil!".

 

Non regge. Il problema è che con queste capocce, in caso di riequilibrio territoriale, nel volgere di pochi anni ci troveremmo con la stessa crisi...spalmata su un territorio piu ampio!

 

Il primo passo è chiedere conto alla classe politica e PRETENDERE che le cose vengano fatto secondo principi basilari, nel tentativo di massimizzare le possibilità turistiche del nostro comprensorio.

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infatti il riequilibrio serve a darti maggiore peso politico e amministrativo verso la Regione

ma il grosso del problema è nel ricambio di una classe dirigente che sembra impotente nel difendere le ragioni del nostro territorio

 

Io francamente non mi riesco ad intrippare per questa vicenda dell'abolizione della provincia

Ci stanno talmente tanti casini a livello comunale, nazionale  e mondiale che a confronto Terni provincia è una caccolina

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certo....ma io vivo qui , risiedo qui , lavoro qui

 

e in "alto" pochi o nessuno alza il culo per difendere me , te e tutti gli altri che ci vivono

 

è facile e comodo scadere nel "benaltrismo" (ben altri sono i problemi........ecc..)

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