Vai al contenuto
lustronculino

10 ANNI PORTATO VIA A FORZA DALLA POLIZIA

Messaggi raccomandati

ll bambino strappato dalla polizia e trascinato via "deve resettare i propri affetti". Cosa vuol dire? Lavaggio del cervello? Chi sono quelle persone per entrare abusivamente nella testa di un uomo per "resettarne" gli affetti? Tutto questo mi fa orrore e paura. Perchè nessuno ha parlato di questo preciso argomento? come si resettano gli affetti di una persona?

Come si entra in un cervello di bambino per resettarne una parte? Quali sono i metodi? Lascia tracce tutto questo? Ma è un film di fanta horror o è la realtà?

E poi polizia fa schifo. Dire che ha un suo filmato e non farlo vedere è soltanto ipocrisia vigliacca. Vogliono far supporre chissà cosa, ma senza prove. In ogni caso, qualsiasi cosa sia accaduta prima, non si prende di peso un ragazzino che scalcia ed urla e non lo si porta via a forza.

Dio ci guardi da psicologi e psichiatri d'assalto! Sindrome da mammismo? Allora l'80 percento dei maschi italiani sarebbe da internare, come il ragazzino.

Vogliamo farci resettare tutti da un coglione col camice?

2168047[/snapback]

 

 

io l'ho capita così:

la madre nel tempo ha fatto diventare il padre sgradito agli occhi del bambino, e questo, stando anche alla sentenza non è vero.

Resettare nel senso: dovrebbe completamente cambiare idea sul padre che dovrebbe essere un buon uomo.

Modificato da Lasetti

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

nessuno più di me (credere sulla parola) capisce quel padre. Ma il metodo è sbagliato. Il padre che prendeva per le gambe il figlio che scalciava...è solo controproducente. C'è poco da resettare, il reset lo fa solo la vita e la maturità che un figlio, negli anni, crescendo, acquisisce; e se sei una brava persona, capisce. Quel metodo no, è sbagliato.

Nei ricordi del ragazzo rimarrà per sempre quell'abuso. Quando una madre te lo mette contro, devi solo comportarti da brava persona nonostante tutto, perchè tuo figlio prima o poi crescendo si farà delle domande, e si darà delle risposte.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
nessuno più di me (credere sulla parola) capisce quel padre. Ma il metodo è sbagliato. Il padre che prendeva per le gambe il figlio che scalciava...è solo controproducente. C'è poco da resettare, il reset lo fa solo la vita e la maturità che un figlio, negli anni, crescendo, acquisisce; e se sei una brava persona, capisce. Quel metodo no, è sbagliato.

Nei ricordi del ragazzo rimarrà per sempre quell'abuso. Quando una madre te lo mette contro, devi solo comportarti da brava persona nonostante tutto, perchè tuo figlio prima o poi crescendo si farà delle domande, e si darà delle risposte.

2170896[/snapback]

 

scusami Pè, quindi la tua soluzione sarebbe stata quella di aspettare una decina d'anni?

a me sembra che il nocciolo sia la storia del dito e della luna (in generale, non riferito al messaggio quotato..)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
nessuno più di me (credere sulla parola) capisce quel padre. Ma il metodo è sbagliato. Il padre che prendeva per le gambe il figlio che scalciava...è solo controproducente. C'è poco da resettare, il reset lo fa solo la vita e la maturità che un figlio, negli anni, crescendo, acquisisce; e se sei una brava persona, capisce. Quel metodo no, è sbagliato.

Nei ricordi del ragazzo rimarrà per sempre quell'abuso. Quando una madre te lo mette contro, devi solo comportarti da brava persona nonostante tutto, perchè tuo figlio prima o poi crescendo si farà delle domande, e si darà delle risposte.

2170896[/snapback]

 

 

Condivido pienamente le tue parole, altresì ribadisco che il padre da quello che ho capito ha dovuto aspettare 4 anni (tanti,troppi!!)

Capisco e condanno l'abuso muscolare, però 4 anni ripeto sono troppi.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

vi rispondo: quattro anni sono troppi, ma c'è chi ne ha attesi 6. Quando prendi il bambino (perchè il padre lo prendeva) e non ci giochi, non lo porti ai giardini, non ti fai vedere sereno e divertente, le cose sono più difficili, e si allungano. Mi risulta che il padre (a cui va tutta la mia solidarietà) tenesse il bambino a casa, chiuso, e lo lasciasse lì da solo. Infatti il ragazzo non voleva andare col padre, e chiedeva di rientrare.

Non sono un educatore, ma so che se ti parlano male in famiglia, ti mettono in cattiva luce, agiscono in modo scorretto, l'unica possibilità che hai è di stringere i denti ed essere esattamente il contrario di quello che dicono di te. Non dare nessun appiglio col tuo comportamento ad avvalorare le maldicenze. Se il ragazzino lo tieni da solo a giocare, per esempio, poi quando rientra a casa il minimo che lui si sentirà dire è "lo vedi tuo padre quanto ci tiene a te?" Invece agendo in modo diverso piano piano fai venire il dubbio in tuo figlio. Comunque tra il male della madre che non si comporta bene ed il male di farlo portare via in una qualsiasi struttura, quello di gran lunga minore è il lasciarlo dalla madre! Ci vuole sempre un punto di riferimento. Un ragazzo portato via non capirà mai il perchè e penserà: cosa ho fatto di male? Quello non è un buon padre.

Modificato da Pessimo

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
nessuno più di me (credere sulla parola) capisce quel padre. Ma il metodo è sbagliato. Il padre che prendeva per le gambe il figlio che scalciava...è solo controproducente. C'è poco da resettare, il reset lo fa solo la vita e la maturità che un figlio, negli anni, crescendo, acquisisce; e se sei una brava persona, capisce. Quel metodo no, è sbagliato.

Nei ricordi del ragazzo rimarrà per sempre quell'abuso. Quando una madre te lo mette contro, devi solo comportarti da brava persona nonostante tutto, perchè tuo figlio prima o poi crescendo si farà delle domande, e si darà delle risposte.

2170896[/snapback]

Hai tutta la mia stima e solidarietà, per quanto - suppongo - hai passato, e per quanto affermi in particolare nelle parole che ho evidenziato, che è quanto cerco di far capire, in genere, ai padri che vivono queste situazioni.

Qualcuno, dimostrando grande senso di responsabilità e buon senso, riesce a comportarsi in tal modo, ad "accontentarsi" di fare il padre nei ritagli di tempo in cui l'ex compagna glielo consentirà (se questo può dirsi fare il padre...), ed a porsi in sostanziale condizione di attesa della crescita del figlio che, un giorno, cercherà molto probabilmente suo padre senza le catene e i condizionamenti posti dalla madre, in genere sostenuta dai suoi parenti (casistica classica).

Ma non tutti riescono a tenere questo profilo, ed iniziano la loro battaglia giudiziaria per far valere i diritti di padre, lunga, estenuante, costosa sotto ogni profilo, e frustrante.

Frustante perchè ancora oggi, nel 2012, in uno stato che si professa civile come l'italia (che invece di civile ha ormai ben poco, e non solo per questi problemi), quello che fino all'ultimo giorno di matrimonio (o di convivenza) è stato un ottimo padre - magari alternandosi in tutto con l'ex moglie nelle cure quotidiane del figlio - diviene un soggetto tutto da valutare quanto alla sua persona ed alle sue capacità genitoriali, gravemente limitato nei tempi di visita e di permanenza con il bambino, molto spesso non riconoscendogli, ad esempio, il diritto di pernottamento fin tanto che il figlio non abbia almeno 6 / 7 anni, a volte anche oltre.

Il nostro sistema giuridico, anche se solo da pochi anni, ha finalmente adottato la regola dell'affido condiviso e del principio di bigenitorialità, ma l'assurdo è che tali principi restano, di fatto, solo sulla carta, regolamentandosi le separazioni esattamente come prima dell'adozione di tali principi, con riconosciuta prevalenza del ruolo della madre, sulla cui importanza non oso discutere, ed evidenti limitazioni per quello del padre, che invece continuo a non comprendere.

Chiaramente nelle separazioni consensuali nelle quali gli ex coniugi concordano, con civiltà e buon senso, le condizioni, si riescono a fare buoni accordi, mentre il problema persiste ed emerge in tutta la sua forza nelle giudiziali e dove c'è litigiosità, dove ottenere, ad es., quello che io definisco un "affido condiviso perfetto" (pari tempi di permanenza dei figli con ambedue i genitori e zero euro di assegno mantenimento proprio perchè i figli stanno pari tempo con loro) è ancora impossibile.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Usando questo sito acconsenti ai nostri Termini D'uso. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.