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COME ERAVAMO: CENSIMENTO 1881. TERNI......

Messaggi raccomandati

Altre curiosità.

 

 

Nel 1881 Terni aveva meno (in alcuni casi molti meno) abitanti - tra gli altri - di:

 

 

 

Senigallia

 

Terlizzi

 

Castrogiovanni

 

Aversa

Cento

Sciacca

Modica

Bella squadretta...

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cosa accadeva a terni nel 1881 (da wikipedia)

 

Lo Stato Maggiore premeva per avere un'industria militare nazionale. Il portavoce di questa esigenza fu il capitano Luigi Campofregoso, che ebbe dalla sua parte, sia la fattiva opera del deputato ed ex garibaldino Vincenzo Stefano Breda, il quale era convinto che Terni fosse il luogo strategicamente ideale per l'impiantistica militare, sia la campagna di stampa della Gazzetta d'Italia, che sosteneva le tesi del Breda. L'edificazione della Fabbrica d'Armi fu iniziata nel 1875 e lo stabilimento entrò in funzione nel 1881.

 

Nel 1879 Cassian Bon, un imprenditore belga, acquistò la fonderia 'Giovanni Lucovich e C.', che era stata impiantata qualche anno prima da alcuni industriali milanesi e tedeschi. Nel 1881 lo stesso Cassian Bon fondò la 'Società degli Altiforni e Fonderia di Terni'.

 

 

 

 

 

questa foto probabilmente non è del 1881 ma mi piace!

 

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cosa accadeva a terni nel 1881 (da wikipedia)

 

Lo Stato Maggiore premeva per avere un'industria militare nazionale. Il portavoce di questa esigenza fu il capitano Luigi Campofregoso, che ebbe dalla sua parte, sia la fattiva opera del deputato ed ex garibaldino Vincenzo Stefano Breda, il quale era convinto che Terni fosse il luogo strategicamente ideale per l'impiantistica militare, sia la campagna di stampa della Gazzetta d'Italia, che sosteneva le tesi del Breda. L'edificazione della Fabbrica d'Armi fu iniziata nel 1875 e lo stabilimento entrò in funzione nel 1881.

 

Nel 1879 Cassian Bon, un imprenditore belga, acquistò la fonderia 'Giovanni Lucovich e C.', che era stata impiantata qualche anno prima da alcuni industriali milanesi e tedeschi. Nel 1881 lo stesso Cassian Bon fondò la 'Società degli Altiforni e Fonderia di Terni'.

 

 

 

 

 

questa foto probabilmente non è del 1881 ma mi piace!

 

attachicon.gifacciaio.jpg

l'origine della fortuna industriale di Terni è stata anche nello stesso tempo un colpo mortale alla archeologia nostrana

furono distrutte , negli scavi per l'insediamento dello stabilimento, le necropoli degli antichi Umbri della Conca

altra epoca tutt'altra mentalità

Modificato da Me pizzica me mozzica
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Comunque, lasciando perdere i tempi più recenti, la serie storica dei censimenti (calcolando anche quelli delle frazioni che allora erano comuni indipendenti) evidenzia chiaramente come la popolazione fosse relativamente stabile fino al 1881, appena sopra le ventimila unità, precedentemente all'apertura delle acciaierie.

Poi il boom demografico, principalmente dovuto all'immigrazione interna, nei venti anni successivi con il quasi raddoppiamento a 41mila nel 1901. Poi un altro raddoppiamento nei sessanta anni successivi, fino al 1961 (95.072).

Chiaro che lo sviluppo industriale prorompente è stata praticamente l'unica causa del grosso aumento demografico.

Mi pare di ricordare di aver letto che la città festeggiò il 100millesimo abitante nel 1964, esattamente cinquanta anni fa.

Poi un lento declino fino agli anni novanta, e una debole ripresa dovuta esclusivamente all'immigrazione, questa volta dall'estero.

 

Sostanzialmente la storia demografica di Terni ricalca la storia della grande industria italiana negli ultimi 130 anni, seguendone passo passo tutte le fasi di alti e bassi.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Terni#Evoluzione_demografica

sì, ma non volevo rifare tutta la storia demografica ternana dall'industralizzazione fino ai giorni nostri ( anche perché ne abbiamo discusso altre volte e inevitabimente poi si va verso una discussione di attualità "insidiosa").

 

Mi sembrava invece interessante - attraverso quei dati - mettere a fuoco una realtà (che non credo sia comune a molte altre città italiane, ma si potrebbe approfondire ancora) che ha visto in soli 20 anni, alla fine dell'ottocento, una medio-piccola cittadina di una terra "marginale" dell'Italia interna raddoppiare di un sol botto la sua popolazione, con tutti gli sconvolgimenti e le trasformazioni che possiamo solo cercare di immaginare e di recuperare parzialmente come memoria.

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sì, ma non volevo rifare tutta la storia demografica ternana dall'industralizzazione fino ai giorni nostri ( anche perché ne abbiamo discusso altre volte e inevitabimente poi si va verso una discussione di attualità "insidiosa").

 

Mi sembrava invece interessante - attraverso quei dati - mettere a fuoco una realtà (che non credo sia comune a molte altre città italiane, ma si potrebbe approfondire ancora) che ha visto in soli 20 anni, alla fine dell'ottocento, una medio-piccola città di una terra "marginale" dell'Italia interna raddoppiare di un sol botto la sua popolazione, con tutti gli sconvolgimenti e le trasformazioni che possiamo solo cercare di immaginare e di recuperare parzialmente come memoria.

Terni è un esempio di immigrazione massiccia come penso pochi altri esempi nel centro Italia

siamo stati una città che ha avuto cambiamenti sociali notevoli , con un rimescolamento delle "origini" di chi ci abitava

quindi ecco perché siamo di fatto una città tollerante e poco razzista verso gli extracomunitari

ritengo che quella che oggi chiamiamo integrazione interetnica da noi sia avvenuta e consolidata almeno dagli anni 10 del secolo scorso , seppur fra italiani

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sì, ma non volevo rifare tutta la storia demografica ternana dall'industralizzazione fino ai giorni nostri ( anche perché ne abbiamo discusso altre volte e inevitabimente poi si va verso una discussione di attualità "insidiosa").

 

Mi sembrava invece interessante - attraverso quei dati - mettere a fuoco una realtà (che non credo sia comune a molte altre città italiane, ma si potrebbe approfondire ancora) che ha visto in soli 20 anni, alla fine dell'ottocento, una medio-piccola cittadina di una terra "marginale" dell'Italia interna raddoppiare di un sol botto la sua popolazione, con tutti gli sconvolgimenti e le trasformazioni che possiamo solo cercare di immaginare e di recuperare parzialmente come memoria.

 

E' comune a qualsiasi città sia stata protagonista di un repentino sviluppo industriale: Piombino, Genova, Mestre, Torino, Taranto, Manchester, Prato, sia pure in modi e tempi differenti.

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l'origine della fortuna industriale di Terni è stata anche nello stesso tempo un colpo mortale alla archeologia nostrana

furono distrutte , negli scavi per l'insediamento dello stabilimento, le necropoli degli antichi Umbri della Conca

altra epoca tutt'altra mentalità

oddio, se ci fossero state le sovrintendenze archeologiche come oggi, i comitatini e i comitatoni, mi sa che dopo 130 anni ancora stavamo a costruì il maglio da 108 t. :D

 

(scherzo)

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E' comune a qualsiasi città sia stata protagonista di un repentino sviluppo industriale: Piombino, Genova, Mestre, Torino, Taranto, Manchester, Prato, sia pure in modi e tempi differenti.

Ecco, questo mi sembra del tutto ragionevole.

 

Ripercorrere con la memoria storica i NOSTRI differenti modi e tempi.

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questa foto probabilmente non è del 1881 ma mi piace!

 

attachicon.gifacciaio.jpg

 

non sarà del 1881 comunque è di fine'800 - primi del '900.

Modificato da Aghy

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cosa accadeva a terni nel 1881 (da wikipedia)

 

Lo Stato Maggiore premeva per avere un'industria militare nazionale. Il portavoce di questa esigenza fu il capitano Luigi Campofregoso, che ebbe dalla sua parte, sia la fattiva opera del deputato ed ex garibaldino Vincenzo Stefano Breda, il quale era convinto che Terni fosse il luogo strategicamente ideale per l'impiantistica militare, sia la campagna di stampa della Gazzetta d'Italia, che sosteneva le tesi del Breda. L'edificazione della Fabbrica d'Armi fu iniziata nel 1875 e lo stabilimento entrò in funzione nel 1881.

 

Nel 1879 Cassian Bon, un imprenditore belga, acquistò la fonderia 'Giovanni Lucovich e C.', che era stata impiantata qualche anno prima da alcuni industriali milanesi e tedeschi. Nel 1881 lo stesso Cassian Bon fondò la 'Società degli Altiforni e Fonderia di Terni'.

 

 

 

 

 

questa foto probabilmente non è del 1881 ma mi piace!

 

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è stupenda.

 

potrebbe essere successiva al 1890, quando venne installata la nuova Fonderia all'interno dello stabilimento di viale Brin (e in effetti mi sembra che l'edificio sia sostanzialmente lo stesso che era presente ancora negli anni '70 del '900) ma prima che fosse terminata la linea ferrovaria diretta tra l'acciaieria e la stazione.

 

Quindi è più che possibile se non probabile che sia grosso modo degli ultimissimi anni dell'800.

 

Oppure si tratta della vecchia Fonderia di Cassian Bon , quella che esisteva già prima del 1884 nei pressi della stazione ferrovaria (da cui viale Fonderia, per i non giovanissimi), e allora saremmo ad anni ancora precedenti.

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è stupenda.

 

potrebbe essere successiva al 1890, quando venne installata la nuova Fonderia all'interno dello stabilimento di viale Brin (e in effetti mi sembra che l'edificio sia sostanzialmente lo stesso che era presente ancora negli anni '70 del '900) ma prima che fosse terminata la linea ferrovaria diretta tra l'acciaieria e la stazione.

 

Quindi è più che possibile se non probabile che sia grosso modo degli ultimissimi anni dell'800.

 

Oppure si tratta della vecchia Fonderia di Cassian Bon , quella che esisteva già prima del 1884 nei pressi della stazione ferrovaria (da cui viale Fonderia, per i non giovanissimi), e allora saremmo ad anni ancora precedenti.

 

pensavo anche io si trattasse della fonderia vicino alla stazione ma non è la fonderia. la struttura che si vede si trovava proprio vicino all'ingresso principale di viale brin.

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Ah, en passant: tutti i protagonisti della forte industrializzazione di Terni negli ultimi decenni del'800 (che in realtà era già indirizzata verso la manifattura, ma non in una dimensione così ampia e nazionale) sono rigorosamente NON ternani.

 

Veneti come Breda (e come le banche che finanziarono la nascita delle acciaierie nel 1884), torinesi come l'ammiraglio Benedetto Brin, belgi come Cassian Bon, genovesi, milanesi (Centurini, Bosco etc.)

 

L'unica figura imprenditoriale ternana di spicco di quell'epoca è probabilmente Virgilio Alterocca, insegnante, figlio di un cartolaio, uomo politico e fondatore dello stabilimento tipografico che ha "inventato" la cartolina illustrata.

 

 

Un'altra cosa che colpisce è che si tratta quasi sempre di figure "miste": imprenditori, deputati, ministri, militari, ingegneri e tecnici, che spesso sono tutte queste cose nello stesso tempo.

 

A quei tempi di "conflitto di interessi" ancora non se ne parlava :D

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pensavo anche io si trattasse della fonderia vicino alla stazione ma non è la fonderia. la struttura che si vede si trovava proprio vicino all'ingresso principale di viale brin.

sì, infatti anche a me sembra proprio la Fonderia di viale Brin (ci sono entrato qualche volta, secoli fa :D).

 

Una storia industriale epica ma anche drammatica: chi lavorava in fonderia aveva la silicosi quasi garantita.

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non so se è attinente, ma posto qualche piccola informazione sulla terni post-unitaria fino alla belle époque, e anche un po' oltre. senza fare pipponi, qualche nota di colore!

per lavoro ho approfondito aspetti socio-economici e politico-amministrativi di quell'epoca, ovviamente non potevo trascurare la nostra città!

troppe cose da dire, me la cavo dicendo che il primo sindaco, dopo l'unità e la fine del regime commissariale di Pepoli, alle elezioni dell'11 novembre 1860, è stato Giuseppe nicoletti, ovviamente di fazione liberale, moderato e filo-monarchico.

l'aspetto curioso è che nicoletti non è stato il più votato, anzi, ma il sindaco era di nomina regia, o meglio prefettizia, quindi il più votato Fonzoli non potè ricoprire l'ufficio. nicoletti, dalla sua, era "uomo d'ordine" come si usava dire all'epoca, moderato e nobile, offriva ampie garanzie di tenuta degli assetti.

 

altra curiosità, gli elettori, ovviamente, erano pochissimi, ma in quelle elezioni votarono 232 su 387 aventi diritto, una cifra di tutto rispetto; nel 1862 151 su 321, ad esempio.

in generale, le urne erano perlopiù disertate, ma a terni in molti anni ho riscontrato una discreta partecipazione.

 

andando avanti, dopo varie gestioni sempre di matrice liberale, ora più moderata ora più democratica, arriva il primo sindaco espressione della sinistra (Depretis), alceo massarucci, nel 1892, che sfrutta anche il parziale allargamento del suffragio del 1889.

 

la prima amministrazione composta dai partiti del fronte popolare (socialisti, repubblicani e radicali) arriva nel 1905 e sindaco è il repubblicano vittorio faustini.

 

concludo dicendo che, dopo l'avanzata squadrista, cadono via via tutte le giunte comunali dell'umbria per le violenze fasciste, le dimissioni di consiglieri intimoriti e gli interventi prefettizi. la giunta di perugia, del socialista ettore franceschini, viene sciolta il 4 maggio 1921.

l'ultima giunta umbra a cadere è, proprio, quella di terni, guidata dal socialista tito oro nobili, in grado di resistere fino al 26 ottobre 1922.

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non so se è attinente, ma posto qualche piccola informazione sulla terni post-unitaria fino alla belle époque, e anche un po' oltre. senza fare pipponi, qualche nota di colore!

per lavoro ho approfondito aspetti socio-economici e politico-amministrativi di quell'epoca, ovviamente non potevo trascurare la nostra città!

troppe cose da dire, me la cavo dicendo che il primo sindaco, dopo l'unità e la fine del regime commissariale di Pepoli, alle elezioni dell'11 novembre 1860, è stato Giuseppe nicoletti, ovviamente di fazione liberale, moderato e filo-monarchico.

l'aspetto curioso è che nicoletti non è stato il più votato, anzi, ma il sindaco era di nomina regia, o meglio prefettizia, quindi il più votato Fonzoli non potè ricoprire l'ufficio. nicoletti, dalla sua, era "uomo d'ordine" come si usava dire all'epoca, moderato e nobile, offriva ampie garanzie di tenuta degli assetti.

 

altra curiosità, gli elettori, ovviamente, erano pochissimi, ma in quelle elezioni votarono 232 su 387 aventi diritto, una cifra di tutto rispetto; nel 1862 151 su 321, ad esempio.

in generale, le urne erano perlopiù disertate, ma a terni in molti anni ho riscontrato una discreta partecipazione.

 

andando avanti, dopo varie gestioni sempre di matrice liberale, ora più moderata ora più democratica, arriva il primo sindaco espressione della sinistra (Depretis), alceo massarucci, nel 1892, che sfrutta anche il parziale allargamento del suffragio del 1889.

 

la prima amministrazione composta dai partiti del fronte popolare (socialisti, repubblicani e radicali) arriva nel 1905 e sindaco è il repubblicano vittorio faustini.

 

concludo dicendo che, dopo l'avanzata squadrista, cadono via via tutte le giunte comunali dell'umbria per le violenze fasciste, le dimissioni di consiglieri intimoriti e gli interventi prefettizi. la giunta di perugia, del socialista ettore franceschini, viene sciolta il 4 maggio 1921.

l'ultima giunta umbra a cadere è, proprio, quella di terni, guidata dal socialista tito oro nobili, in grado di resistere fino al 26 ottobre 1922.

Interessante, quello che ho messo in grassetto poi era un episodio che proprio non conoscevo.

 

Per gli amanti della toponomastica ternana, a Tito Oro Nobili è intitolato il viale (già Fonderia) che dalla Stazione - parallelamente alla ferrovia - va fino a via Battisti.

 

Via Alceo Massarucci è invece quella che da via Primo Maggio, all'altezza dell'edicola e di una noto bar-pasticceria ternano, porta a via Fratti.

 

Sempre per le curiosità, via Faustini (da Corso Tacito - altezza Superconti - a via Fratti, altezza Liceo Classico) non è dedicata al sindaco repubblicano del 1905 Vittorio Faustini né al patriota garibaldino e figura di spicco del Risorgimento Pietro Faustini, ma all'architetto Benedetto Faustini, che tra l'altro ristrutturò - attorno al 1860/1870 - il vecchio palazzo Comunale (oggi Biblioteca) gravemente danneggiato da un terremoto, e palazzo Mazzancolli, attuale sede dell'Archivio di Stato (via Cavour).

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La biografia di Alceo Massarucci dal Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani ( http://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-alceo-massarucci_(Dizionario-Biografico)/ ):

 

 

MASSARUCCI, Domenico Alceo
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 71 (2008)

di Marco Venanzi

 

MASSARUCCI, Domenico Alceo. – Nacque a Terni il 3 nov. 1832 dal conte Giuseppe, gonfaloniere della città dal 1846 al 1849, e da Paolina Canale, di antica e illustre famiglia nobile.

 

Compì i primi studi nel collegio della Sapienza di Perugia e nel 1849 con il consenso del padre, che, in qualità di gonfaloniere aveva espresso pieno sostegno alla Repubblica Romana, partì come volontario nel battaglione della guardia civica ternana. Partecipò così alla difesa di Roma distinguendosi in alcune operazioni militari, finché il 30 giugno di quell’anno, dopo la caduta della Repubblica, fece ritorno a Terni in pessime condizioni di salute.

 

Con la restaurazione del governo pontificio il M., sebbene amnistiato, fu sottoposto a costante controllo da parte delle autorità. Avvicinatosi a G. Mazzini, dopo il 1852 contribuì a promuoverne le idee a Terni e in Umbria, dando vita a organizzazioni democratiche clandestine che però subirono i colpi della repressione poliziesca e, nel volgere di pochi anni, furono ridotte all’inattività.

 

Nel 1858 il M., entrato in contatto con il partito filopiemontese umbro, fu tra i fondatori del comitato ternano della Società nazionale, che l’anno seguente si adoperò per reclutare giovani pronti a combattere per la causa italiana.

 

Collocato su posizioni democratiche più avanzate rispetto a quelle del comitato di Perugia, nel settembre 1860 il comitato ternano compì una serie di azioni di sabotaggio per preparare l’ingresso dell’esercito piemontese nello Stato pontificio. Il M., alla testa di 400 giovani concittadini, si pose poi agli ordini del generale L. Masi, che guidava i volontari toscani.

 

Si costituì così quel corpo dei Cacciatori del Tevere che, mentre i Piemontesi entravano in Umbria e nelle Marche, occupò Orvieto e marciò nel Viterbese. Di qui furono però costretti a ritirarsi, in seguito agli ordini ricevuti dal comandante dell’esercito regolare piemontese F. Brignone, entrato a Terni il 21 sett. 1860.

 

Dal settembre 1860 fino alla sua soppressione il M. fu al comando, col grado di maggiore, del battaglione dei volontari della guardia nazionale di Terni. Nel novembre 1860, inoltre, fu eletto consigliere municipale e da allora fino agli anni Novanta ricoprì importanti cariche nell’amministrazione comunale e nella neocostituita Provincia unica dell’Umbria con capoluogo Perugia.

 

Da consigliere provinciale fu tra i principali promotori della prosecuzione della strada della Valnerina fino a Terni. La strada consentiva il collegamento dell’area dove erano presenti le ingenti forze idrauliche del Nera e del Velino con il luogo dove sarebbero sorti gli impianti industriali di Terni.

 

 

In linea con le sue posizioni politiche, nel 1865 il M. risultava iscritto alla loggia massonica di rito scozzese Tacito che, fondata nel 1862, si caratterizzò per le sue posizioni democratiche e fortemente anticlericali. L’anno seguente, in occasione della guerra contro l’Austria, fu chiamato a guidare il battaglione della guardia nazionale mobile impegnata a controllare il confine con lo Stato pontificio, mentre nel 1867 fece parte del comitato diretto dal generale N. Fabrizi che fu incaricato di formare un corpo di volontari per la spedizione di Mentana.

 

Sempre nel 1867 il M. presentò per la prima volta la sua candidatura alle elezioni per la Camera dei deputati. Sconfitto da M. Montecchi, poi dimessosi nel 1868, e ancora da S. Jacini, che nel 1870 rinunciò a sua volta alla carica dopo la nomina a senatore, nelle suppletive del 1870 il M. riuscì finalmente a essere eletto, primo ternano a entrare nel Parlamento nazionale. Rieletto nel novembre 1870, fu poi confermato senza interruzione alla Camera fino alla XIV legislatura (1880-82).

 

Con gli altri democratici umbri presenti in Parlamento il M. condivise, non senza contraddizioni, le posizioni più moderate della Sinistra che sarebbe salita al potere nel 1876. La marcata laicità dello Stato, la proposta del decentramento amministrativo e dell’alleggerimento delle imposte, l’impegno per la diffusione e gratuità dell’istruzione pubblica, per la libertà di stampa e di associazione, il rafforzamento dell’esercito e l’allargamento del suffragio furono le proposte ricorrenti dei democratici umbri.

 

 

In Parlamento il M. si impegnò molto anche a tutela degli interessi locali e fra il 1875 e il 1880, con continue interpellanze e interrogazioni ai vari ministri della Guerra, denunciò i ritardi burocratici nella costruzione a Terni della R. Fabbrica d’armi (Sulle condizioni della Fabbrica d’armi di Terni. Interrogazione… al ministro della Guerra fatta alla Camera dei deputati nella tornata del 24 giugno 1878, Roma 1878). Lo stabilimento, infatti, entrò in funzione soltanto nel 1881. Altrettanta energia il M. profuse nel Consiglio comunale e in quello provinciale per creare le premesse dell’industrializzazione dell’Umbria e del Ternano.

 

Dopo la breve esperienza del giornale L’Avvenire d’Italia, da lui fondato e diretto a Roma fra il 1878 e il 1879, il M., ormai riconosciuto come il principale mediatore tra le esigenze della città e il governo nazionale, nel 1887 e nel 1888, chiamato ad assumere le funzioni di sindaco di Terni, ebbe modo di dare concreta attuazione ai progetti di ammodernamento della struttura urbana e di adeguamento alle esigenze poste dallo sviluppo industriale della città.

 

Questa stava cambiando volto per l’avvio dell’attività della Società degli alti forni, fonderie e acciaierie di Terni e, in breve tempo, vide la propria popolazione raddoppiare ed emergere gravi problemi igienico-sanitari. Il M. fece predisporre un ambizioso piano di risanamento urbano, per la cui attuazione chiese ingenti finanziamenti allo Stato e l’applicazione alla città umbra della legge 15 genn. 1885 per il risanamento di Napoli.

 

Il M. predispose una sorta di piano regolatore per l’ampliamento della città e la definizione di una nuova cinta urbana. Avviò la costruzione di nuove strade interne ed esterne al centro storico, la loro pavimentazione, la sistemazione della rete fognaria. Ma il progetto si rivelò troppo ambizioso e oneroso e portò infine alla caduta della giunta da lui guidata.

 

 

Seguirono anni difficili per il Municipio ternano, durante i quali si alternarono giunte democratiche e commissariamenti. Il M., nel frattempo definitivamente spostatosi su posizioni monarchico liberali e divenuto presidente del Consorzio fra i comuni dell’Umbria per la costruzione della ferrovia Chiento-Nerina, nel luglio 1892, dopo che il suo gruppo ebbe vinto le elezioni comunali, accettò nuovamente la carica di sindaco. In tale veste tentò di ammodernare la macchina amministrativa municipale, iniziò il risanamento finanziario del Comune e cercò di affrontare la crisi economica che aveva investito la città in conseguenza delle difficoltà incontrate dalle industrie locali. Nel novembre 1894, venuta meno la maggioranza che lo sosteneva, fu però costretto alle dimissioni.

 

Nel frattempo, il 10 ott. 1892, la sua fedeltà alla monarchia sabauda era stata premiata con la nomina a senatore del Regno. Nel dicembre 1893, inoltre, era stato eletto presidente della Società centrale dei veterani delle patrie battaglie in Roma, e nel giugno 1894 era stato insignito con il titolo di commendatore nell’Ordine della Corona d’Italia.

 

Ritiratosi progressivamente dalla vita politica attiva, il M. morì a Roma il 19 genn. 1923.

 

Del M. si ricorda la raccolta di Lettere aperte ai miei concittadini, Terni 1889.

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continuo a postare qualche altro dato interessante, tra quelli in mio possesso.

riporto l'andamento della popolazione dal 1861 al 1921, ponendo a confronto terni anche con altre realtà industriali, tipo laspezia e piombino, e con altre città dell'italia centrale prive di una prevalente vocazione economica, ad eccezione di quelle burocratico-amministrative, come perugia e ancona, con quest'ultima dotata anche di attività cantieristico-portuali e commerciali.

sotto ai valori assoluti, sono indicate in grassetto le variazioni come numeri indice, ponendo il 1861=100.

da notare l'impetuosa espansione di laspezia. ricordo che a terni l'immigrazione operaia ha generato severi problemi per gli alloggi e per le condizioni igienico-sanitarie, per la carenza di alloggi, il conseguente sovraffollamento, l'assenza di una rete fognaria adeguata, il mancato rispetto di semplici presidi igienici.

la fonte sono i censimenti della popolazione.

 

1861 1871 1881 1901 1911 1921

 

terni 14663 15037 15583 30641 32939 36324

100 102,5 108,1 209 224,6 247,7

 

laspezia 11556 24127 30732 65612 73599 88035

100 208,8 265,9 567,8 636,9 761,8

 

piombino 3283 3999 4595 8309 19660 23622

100 121,8 140 253,1 598,8 719,5

 

perugia 44130 49503 51354 61385 65805 72971

100 112,2 116,4 139,1 149,1 165,3

 

ancona 46090 45741 47729 56835 63100 66291

100 99,2 103,6 123,3 136,9 143,8

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