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RESPiRO

30 Settembre Conferenza Stampa di Longarini

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Sulla questione Montemari, pur non essendo stato troppo chiaro ha comunque fatto capire di conoscere il problema che questi signori hanno provocato nella sua "azienda" Ternana Calcio a Terni con tutti i Ternani, quindi pur servendosene per "consulenze esterne" non li ha messi di nuovo a "primeggiare" in Ternana e credo proprio che non ce li metterà mai.
se è conscio dei casini che hanno fatto, altro che consulenze, dovrebbe cancellare anche i loro numeri dalla rubrica

 

Ma queste competenze per fare delle consulenze esterne da dove nascono??? tralaltro sono soggetti in causa con la società Ternana.....per forza che non possono essere rimessi dentro. non ho capito chi pensa di prendere per il culo....

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nella prossima puntata sembra di vedere Beautiful tratterà' anche l'argomento QUOTE SEQUESTRATE ...

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Diciamo che se qualcuno aveva il dubbio se simone ci leggesse o no, ora ce lo siamo levato con la citazione dei comunicati-luce... :lol:

E le precisazioni sul Superprocuratore Masticone :D

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https://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Longarini

 

qui c'è scritto che è del '65, e cmq il padre ora ha 84 anni, mi sembra difficile che lo abbia concepito a 54..beh sì Charlie Chaplin anche più vecchio

Qui dice che ha un solo figlio, appunto Simone nato nel 1965. Non nominano Emanuele.

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ho sentito la risposta sulla pagina fb dei montemari....incalzato dall'ottimo lorenzo il patron dichiara che verranno valutate anche delle azioni legali........"non diamo vantaggi a nessuno però...." terminando con queste parole

non me sembra leggera come cosa.......

sempre per onestà intellettuale.....poi come la penso lo sapete

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E le precisazioni sul Superprocuratore Masticone :D

L'ho appena sentito, citazione ancora più evidente :lol:

 

Visto che ci leggi te lo scrivo qua Simò: nessuno ha detto che "non conti niente" (sarebbe palesemente folle), e nessuno mette in dubbio l'utilità di avere un procuratore per una società qualsiasi (scontata).

Quello che mettiamo in dubbio è la scelta di un personaggio che a Terni riporta alla mente un periodo orribile di totale devastazione del calcio e della dignità di una città, e purtroppo non è il solo che ha fatto ritorno in società...ma lo sai meglio di noi ;)

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io chi pensa di aprire uno spiraglio e provare un minimo a dare fiducia lo posso al limite anche capire,come la mia e' un parere personale e va accettato ma chi ha scritto tipo sui social :

 

Lui e' il mio presidente !! Mi ha conquistato !! Apriamo oggi un nuovo corso !! ecc ecc ecc questo propio NO ...

 

Mi cadono le braccia a sentire questo ... E' bastato 2 conferenze stampa per tutto questo ... ???????

Modificato da boe

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volevamo un Longarini in seno alla Ternana calcio ora c'è ma non ci piace troppo despota, tiranno, abbronzato, impacciato timido e quant'altro (avrei voluto vedere i commenti ai tempi del grande sor Gelfusa o Migliucci o Fedeli stesso)

volevamo risposte e alla fine sono arrivate tutte dirette, indirette o velate ma non ci piace perché ha detto che Cip e Ciop non lavorano come dipendenti Ternana ma esternamente forse si (può anche essere che questi abbiamo dei contenziosi ancora da chiudere, leggi causa, e questo potrebbe essere un modo per chiuderlo? faccio un esempio eh)

volevamo azioni dirette a riavvicinare la Ternana ai ternani e sembra che dalle nuove maglie, alla presentazione, alla spero festa di Sabato qualcosa stiano facendo

Longa JR è entrato in prima persona in società per evitare sprechi e costi occulti? sticazzi io guardo quelli 11 che vanno in campo fino a che morte non ci separi punto

 

detto questo a me non sposta molto avere lui o un altro alla guida della Ternana dico solo che in questo momento sembra si cerchi molta normalità da parte della società cosa che potrebbe sicuramente far bene a tutti per riportare gente allo stadio

 

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No.

Non mi permetterei mai di non rispettare l' opinione altrui.

Ribadisco però che solo il tempo ci dirà la verità.

E sinceramente spero di sbagliarmi.

 

 

oh

questo è un modo diverso di ragionare che fare x forza un caccia alle streghe ;)

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Vorrei un attimo ricordavve de chi parlamo (in termini de famiglia ovvio). Direttamente tratto dal Corriere della Sera.

 

Chi l?avrà vinta: lo Stato o «Al Cafone»? I giudici della Corte d?appello di Roma sono chiamati oggi a prendere una decisione cruciale. Devono stabilire se lo Stato deve o no versare al costruttore Edoardo Longarini, storico padrone dei lavori pubblici ad Ancona, 821 milioni e rotti. Una somma mostruosa. Pari ai tagli fatti dal governo l?anno scorso a Comuni e Province. Ed è solo la prima trance, già accantonata dall?Economia: in ballo ci sono infatti un miliardo e nove. Pari alla costruzione, in Europa, di 190 chilometri di autostrade.Non sappiamo come andrà. Ma ti chiedi: in quale altro Paese lo Stato sarebbe costretto a versare una simile enormità nelle tasche di un concessionario benedetto da un accordo ancora più indecente di quello concesso per il Mose al Consorzio Venezia Nuova e condannato in primo grado e poi in appello per truffa aggravata ai danni dei cittadini italiani, prima di vedere evaporare le condanne nella nuvoletta della prescrizione?continua a pagina 9SEGUE DALLA PRIMALa storia di questo «affaire» a cavallo tra Iª e IIª Repubblica è infinita. Comincia nel ?51, quando il giovane Edoardo, figlio di un ferroviere di Tolentino, si ritrova in mano con la impresetta appena messa su il piano di ricostruzione post bellica di Ancona. Trentatrè anni dopo è a capo di un impero. Prima il terremoto del 1972, poi la frana del 1982: l?Adriatica costruzioni non perde un colpo. L?impresa di Longarini ha il monopolio dei lavori grazie a una specie di concessione perpetua. Cosa significa concessionario? «Lo dice la parola stessa», rispose un giorno l?allora ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa, «il concessionario è colui che si offre e lo Stato colui che concede. Non ci sono dubbi sulla carta: le condizioni le fissa lo Stato e il concessionario se vuole accetta e sennò ciao. Senza anticipi e senza revisioni. Con Longarini è sempre andata in un altro modo». Era lui a fissare i prezzi. Senza la scomodità delle gare d?appalto, senza il fastidio della concorrenza, senza manco dover rispettare scadenze. Se non bibliche. Basti dire che, avendo ottenuto secondo la Corte dei conti di poter lavorare solo 180 giorni l?anno, riuscì a strappare la possibilità di costruire un pezzo di strada di pochi chilometri in 29 anni e un mese: ventinove! Quattro volte di più di quelli impiegati per il tunnel sotto la Manica. Per anni, il figlio del ferroviere strettamente legato alla politica e alla Dc è il padrone della città. Suoi sono i giornali locali. Sua l?ultima parola nella scelta di chi candidare a queste quella carica. Sua la squadra di calcio, usata come una clava con le minacce a chi intralcia i suoi affari: «Ma cosa mi combini? Vado allo stadio domenica e dico a tutti, attraverso gli altoparlanti, che vuoi bloccare lo sviluppo di Ancona!». Toni spicci che gli fanno guadagnare, da parte del deputato di sinistra Eugenio Duca, quel soprannome che gli resterà appiccicato addosso: Al Cafone. Sono gli anni ruggenti delle opere pubbliche. Con perizie suppletive e continue varianti i costi crescono dappertutto come la panna montata. Ma ad Ancona, di più. La Corte dei conti registra sovrapprezzi del 258% per gli sbancamenti e del 298% rispetto all?Anas. Finché anche lì non scoppia Tangentopoli. Siamo nei primi anni Novanta. Longarini viene arrestato e si fa un paio di mesi di carcere. Poi si becca dieci anni in primo grado, ridotti a tre anni e otto mesi in appello.La parabola di «Al Cafone» sembra definitivamente esaurita. Anche perché il ministero dei Lavori pubblici, nel 1992, ha revocato tutte le concessioni dell?Adriatica costruzioni. Mai dire mai, però. Ed ecco che il Consiglio di Stato, sette anni dopo, capovolge una sentenza del Tar che aveva confermato quella revoca, annullando il provvedimento. Longarini torna in pista. E nel 2000 la Corte d?appello arriva a condannare il ministero a risarcirgli i danni, per non aver emanato un vecchio decreto di affidamento di un lotto di lavori alla sua impresa. Facciamo un passo indietro. Quel decreto era previsto da una legge del 1984 per il completamento della ricostruzione di Ancona. Ma non era stato mai emanato perché non c?erano i soldi a disposizione, il che avrebbe comportato una violazione dell?articolo 81 della Costituzione. Longarini aveva comunque aperto i cantieri, e un pretore aveva condannato il ministero a fare quel decreto anche senza avere i denari.Eravamo nel 1990, alla vigilia della bufera giudiziaria. E dieci anni esatti dopo, ecco la sorpresa del risarcimento danni. La condanna subita da Longarini, evaporata grazie alla prescrizione, passa come l?acqua fresca. La macchina infernale è in moto e nessuno la può fermare. Nel 2004 Longarini chiede i danni. Due anni dopo il ministero delle Infrastrutture accetta di risolvere il braccio di ferro con tre arbitrati. Ministro è Antonio Di Pietro, che gli arbitrati sostiene di volerli abolire: «Mi hanno convinto i tecnici», dirà. Ma è come mettere la testa nelle fauci di un leone affamato.Anche le pietre sanno che con gli arbitrati lo Stato soccombe 95 volte su 100. E qui non si fa eccezione. Soltanto, va molto peggio del previsto: i lodi definitivi condannano i contribuenti italiani a pagare a Longarini, tenetevi forte, un miliardo 201 milioni 105.077 euro. Più ovviamente interessi e spese varie. Senza contare poi i compensi degli arbitri che si alternano nei tre collegi in una girandola di avvocati dello Stato (come Vincenzo Nunziata), consiglieri di Stato (come Pasquale De Lise), ex manager pubblici (Come Vito Gamberale) e perfino politici (come l?attuale segretario dell?Italia dei Valori Ignazio Messina): le parcelle ammontano a 17 milioni e mezzo. Ci sarebbe perfino da leccarsi i baffi, per com?è andata, considerando che Longarini aveva chiesto per uno solo dei tre arbitrati 4 miliardi e 850 milioni.Questo accade nel 2012. E al danno si aggiunge pure la beffa, perché nel frattempo Longarini è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire lui lo Stato per 71 milioni di euro, ma se la cava grazie a un condono approvato dal governo Berlusconi nel 2005.Il ministero impugna il lodo arbitrale in Corte d?appello, ma i giudici dichiarano inammissibile il ricorso a causa di una formalità: è stato presentato 48 ore prima dell?entrata in vigore di una legge che avrebbe consentito il suo accoglimento. Si va allora in Cassazione, il che però non blocca l?esecutività della sentenza.Il 30 gennaio scorso il ministero si vede notificare un pignoramento da un miliardo 888 milioni 485.275 euro e 86 centesimi. Il che costringe la Banca d?Italia ad accantonare, il 9 febbraio, l?incredibile somma di 821,5 milioni a parziale garanzia. Soldi che finirebbero subito in tasca all?ottantaquattrenne Longarini.Il rischio è più che concreto. La Corte d?appello, che all?udienza di oggi dovrebbe stabilire l?assegnazione delle somme pignorate, non solo ha già respinto l?impugnativa del lodo arbitrale ma ha anche rigettato la richiesta di considerare quel denaro alla stregua di una cauzione: senza cioè che vengano consegnato materialmente a Longarini prima del giudizio della Cassazione. Una decisione diversa dei giudici servirebbe almeno a riabilitare un poco la giustizia. Che qui non ha fatto davvero una gran bella figura.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rizzo Sergio

Modificato da paolo65

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Vorrei un attimo ricordavve de chi parlamo (in termini de famiglia ovvio). Direttamente tratto dal Corriere della Sera.

 

Chi l?avrà vinta: lo Stato o «Al Cafone»? I giudici della Corte d?appello di Roma sono chiamati oggi a prendere una decisione cruciale. Devono stabilire se lo Stato deve o no versare al costruttore Edoardo Longarini, storico padrone dei lavori pubblici ad Ancona, 821 milioni e rotti. Una somma mostruosa. Pari ai tagli fatti dal governo l?anno scorso a Comuni e Province. Ed è solo la prima trance, già accantonata dall?Economia: in ballo ci sono infatti un miliardo e nove. Pari alla costruzione, in Europa, di 190 chilometri di autostrade.Non sappiamo come andrà. Ma ti chiedi: in quale altro Paese lo Stato sarebbe costretto a versare una simile enormità nelle tasche di un concessionario benedetto da un accordo ancora più indecente di quello concesso per il Mose al Consorzio Venezia Nuova e condannato in primo grado e poi in appello per truffa aggravata ai danni dei cittadini italiani, prima di vedere evaporare le condanne nella nuvoletta della prescrizione?continua a pagina 9SEGUE DALLA PRIMALa storia di questo «affaire» a cavallo tra Iª e IIª Repubblica è infinita. Comincia nel ?51, quando il giovane Edoardo, figlio di un ferroviere di Tolentino, si ritrova in mano con la impresetta appena messa su il piano di ricostruzione post bellica di Ancona. Trentatrè anni dopo è a capo di un impero. Prima il terremoto del 1972, poi la frana del 1982: l?Adriatica costruzioni non perde un colpo. L?impresa di Longarini ha il monopolio dei lavori grazie a una specie di concessione perpetua. Cosa significa concessionario? «Lo dice la parola stessa», rispose un giorno l?allora ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa, «il concessionario è colui che si offre e lo Stato colui che concede. Non ci sono dubbi sulla carta: le condizioni le fissa lo Stato e il concessionario se vuole accetta e sennò ciao. Senza anticipi e senza revisioni. Con Longarini è sempre andata in un altro modo». Era lui a fissare i prezzi. Senza la scomodità delle gare d?appalto, senza il fastidio della concorrenza, senza manco dover rispettare scadenze. Se non bibliche. Basti dire che, avendo ottenuto secondo la Corte dei conti di poter lavorare solo 180 giorni l?anno, riuscì a strappare la possibilità di costruire un pezzo di strada di pochi chilometri in 29 anni e un mese: ventinove! Quattro volte di più di quelli impiegati per il tunnel sotto la Manica. Per anni, il figlio del ferroviere strettamente legato alla politica e alla Dc è il padrone della città. Suoi sono i giornali locali. Sua l?ultima parola nella scelta di chi candidare a queste quella carica. Sua la squadra di calcio, usata come una clava con le minacce a chi intralcia i suoi affari: «Ma cosa mi combini? Vado allo stadio domenica e dico a tutti, attraverso gli altoparlanti, che vuoi bloccare lo sviluppo di Ancona!». Toni spicci che gli fanno guadagnare, da parte del deputato di sinistra Eugenio Duca, quel soprannome che gli resterà appiccicato addosso: Al Cafone. Sono gli anni ruggenti delle opere pubbliche. Con perizie suppletive e continue varianti i costi crescono dappertutto come la panna montata. Ma ad Ancona, di più. La Corte dei conti registra sovrapprezzi del 258% per gli sbancamenti e del 298% rispetto all?Anas. Finché anche lì non scoppia Tangentopoli. Siamo nei primi anni Novanta. Longarini viene arrestato e si fa un paio di mesi di carcere. Poi si becca dieci anni in primo grado, ridotti a tre anni e otto mesi in appello.La parabola di «Al Cafone» sembra definitivamente esaurita. Anche perché il ministero dei Lavori pubblici, nel 1992, ha revocato tutte le concessioni dell?Adriatica costruzioni. Mai dire mai, però. Ed ecco che il Consiglio di Stato, sette anni dopo, capovolge una sentenza del Tar che aveva confermato quella revoca, annullando il provvedimento. Longarini torna in pista. E nel 2000 la Corte d?appello arriva a condannare il ministero a risarcirgli i danni, per non aver emanato un vecchio decreto di affidamento di un lotto di lavori alla sua impresa. Facciamo un passo indietro. Quel decreto era previsto da una legge del 1984 per il completamento della ricostruzione di Ancona. Ma non era stato mai emanato perché non c?erano i soldi a disposizione, il che avrebbe comportato una violazione dell?articolo 81 della Costituzione. Longarini aveva comunque aperto i cantieri, e un pretore aveva condannato il ministero a fare quel decreto anche senza avere i denari.Eravamo nel 1990, alla vigilia della bufera giudiziaria. E dieci anni esatti dopo, ecco la sorpresa del risarcimento danni. La condanna subita da Longarini, evaporata grazie alla prescrizione, passa come l?acqua fresca. La macchina infernale è in moto e nessuno la può fermare. Nel 2004 Longarini chiede i danni. Due anni dopo il ministero delle Infrastrutture accetta di risolvere il braccio di ferro con tre arbitrati. Ministro è Antonio Di Pietro, che gli arbitrati sostiene di volerli abolire: «Mi hanno convinto i tecnici», dirà. Ma è come mettere la testa nelle fauci di un leone affamato.Anche le pietre sanno che con gli arbitrati lo Stato soccombe 95 volte su 100. E qui non si fa eccezione. Soltanto, va molto peggio del previsto: i lodi definitivi condannano i contribuenti italiani a pagare a Longarini, tenetevi forte, un miliardo 201 milioni 105.077 euro. Più ovviamente interessi e spese varie. Senza contare poi i compensi degli arbitri che si alternano nei tre collegi in una girandola di avvocati dello Stato (come Vincenzo Nunziata), consiglieri di Stato (come Pasquale De Lise), ex manager pubblici (Come Vito Gamberale) e perfino politici (come l?attuale segretario dell?Italia dei Valori Ignazio Messina): le parcelle ammontano a 17 milioni e mezzo. Ci sarebbe perfino da leccarsi i baffi, per com?è andata, considerando che Longarini aveva chiesto per uno solo dei tre arbitrati 4 miliardi e 850 milioni.Questo accade nel 2012. E al danno si aggiunge pure la beffa, perché nel frattempo Longarini è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire lui lo Stato per 71 milioni di euro, ma se la cava grazie a un condono approvato dal governo Berlusconi nel 2005.Il ministero impugna il lodo arbitrale in Corte d?appello, ma i giudici dichiarano inammissibile il ricorso a causa di una formalità: è stato presentato 48 ore prima dell?entrata in vigore di una legge che avrebbe consentito il suo accoglimento. Si va allora in Cassazione, il che però non blocca l?esecutività della sentenza.Il 30 gennaio scorso il ministero si vede notificare un pignoramento da un miliardo 888 milioni 485.275 euro e 86 centesimi. Il che costringe la Banca d?Italia ad accantonare, il 9 febbraio, l?incredibile somma di 821,5 milioni a parziale garanzia. Soldi che finirebbero subito in tasca all?ottantaquattrenne Longarini.Il rischio è più che concreto. La Corte d?appello, che all?udienza di oggi dovrebbe stabilire l?assegnazione delle somme pignorate, non solo ha già respinto l?impugnativa del lodo arbitrale ma ha anche rigettato la richiesta di considerare quel denaro alla stregua di una cauzione: senza cioè che vengano consegnato materialmente a Longarini prima del giudizio della Cassazione. Una decisione diversa dei giudici servirebbe almeno a riabilitare un poco la giustizia. Che qui non ha fatto davvero una gran bella figura.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rizzo Sergio

A quanto mi risulta ieri la Cassazione doveva decidere sul ricorso dello Stato contro la sentenza della Corte di Appello di Roma (quella che conferma 1,2 miliardi di "risarcimento" a Longarini).

 

In ogni caso a noi come Ternana non cambia nulla, perché in ogni caso Simone ha spiegato benissimo ieri (su questo è stato più che chiaro) che il suo compito fondamentale è fare sì che sulla "azienda Ternana" la famiglia non ci rimetta nemmeno un euro, figuriamoci se investono qualche milioncino dell'eventuale "risarcimento" miliardario per qualche obiettivo minimamente ambizioso.

Modificato da passaparola

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A quanto mi risulta ieri la Cassazione doveva decidere sul ricorso dello Stato contro la sentenza della Corte di Appello di Roma (quella che conferma 1,2 miliardi di "risarcimento" a Longarini).

 

In ogni caso a noi come Ternana non cambia nulla, perché in ogni caso Simone ha confermato ieri che il suo compito fondamentale è fare sì che sulla "azienda Ternana" la famiglia non ci rimetta nemmeno un euro, figuriamoci se investono qualche milioncino dell'eventuale "risarcimento" per qualche obiettivo minimamente ambizioso.

E' un po' che mi balena nella testa l'idea di un giovane rampante con un bel portafoglio che utilizza il calcio per acquisire quella visibilità mediatica funzionale all'inserimento in altri tipi di ambienti. Certo, dovesse andare in porto questo assegno (grazie stato italiano), ti compri la Roma...

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Il senso del post non era di capire quanto è ricco, ma ciò che è scritto su come operava.

Sì sì, era una lettura molto istruttiva.

 

Temo purtroppo che molti la eviterannno o se ne sbatteranno in nome de lu pallò che cuzzula.

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ho sentito la risposta sulla pagina fb dei montemari....incalzato dall'ottimo lorenzo il patron dichiara che verranno valutate anche delle azioni legali........"non diamo vantaggi a nessuno però...." terminando con queste parole

non me sembra leggera come cosa.......

sempre per onestà intellettuale.....poi come la penso lo sapete

DE CHE PARLI????

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E' un po' che mi balena nella testa l'idea di un giovane rampante con un bel portafoglio che utilizza il calcio per acquisire quella visibilità mediatica funzionale all'inserimento in altri tipi di ambienti. Certo, dovesse andare in porto questo assegno (grazie stato italiano), ti compri la Roma...

Mi pare proprio l'aria che zio Edo fa spendere solo un altro centesimo per questa cazzo di fardello chiamato Ternana che s'accolla da 12anni non si sa bene perché, in una città di merda con tifosi rompicoglioni, impiccioni e ingrati che pretendono pure di sapere quali sono gli "obiettivi prefissati" e addirittura chi opera e a nome di chi nella penombra. :D

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DE CHE PARLI????

Gli hanno chiesto della pagina facebook Ternana Report (o come se chiamava?) che dava informazioni molto "insider" (tipo un certo passione ternana, curiosamente) che poi è misteriosamente sparita (tipo un certo passione ternana, curiosamente) ipotizzando che si trattasse dei montemari e chiedendo se la società avrebbe fatto qualcosa a livello legale visto che la pagina usava il nome "Ternana", e Longarini ha detto che valutano azioni legali o forse le stanno già valutando.

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Comunque io la conferenza stampa devo ancora finire di sentirla tutta, ma mi pare che nessuno gli ha fatto la domanda più importante: dove cazzo compra le cravatte rossoverdi?

Io è un po' che le cerco, ma non riesco proprio a trovarle.....

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Comunque la battuta su "la mail di quello che vuole comprare la ternana che forse è finita nello spam", da informatico, m'ha fatto ride un quarto d'ora... :lol: :lol:

beh, anche quando ha detto che nell'ultimo mercato a loro internet pigliava e se la ridacchiava sotto i baffi...alludendo dieri al grande vittorione!

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Comunque io la conferenza stampa devo ancora finire di sentirla tutta, ma mi pare che nessuno gli ha fatto la domanda più importante: dove cazzo compra le cravatte rossoverdi?

Io è un po' che le cerco, ma non riesco proprio a trovarle.....

giusto!

sarà lo stesso di frittella del tg1!

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Gli hanno chiesto della pagina facebook Ternana Report (o come se chiamava?) che dava informazioni molto "insider" (tipo un certo passione ternana, curiosamente) che poi è misteriosamente sparita (tipo un certo passione ternana, curiosamente) ipotizzando che si trattasse dei montemari e chiedendo se la società avrebbe fatto qualcosa a livello legale visto che la pagina usava il nome "Ternana", e Longarini ha detto che valutano azioni legali o forse le stanno già valutando.

 

Magari sono io malfidato di natura ma la cosa delle "azioni legali" io l'ho letta come una risposta data di conseguenza più' che fatto reale alle pressioni che gli venivano fatte sull'argomento ..

Modificato da boe

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Diciamo che se qualcuno aveva il dubbio se simone ci leggesse o no, ora ce lo siamo levato con la citazione dei miei comunicati-luce... :lol:

Sei la vera Eminenza grigia (rossoverde) del calcio cittadino :D

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Gli hanno chiesto della pagina facebook Ternana Report (o come se chiamava?) che dava informazioni molto "insider" (tipo un certo passione ternana, curiosamente) che poi è misteriosamente sparita (tipo un certo passione ternana, curiosamente) ipotizzando che si trattasse dei montemari e chiedendo se la società avrebbe fatto qualcosa a livello legale visto che la pagina usava il nome "Ternana", e Longarini ha detto che valutano azioni legali o forse le stanno già valutando.

poro RCLIB :'(

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non so se è già stato scritto.

ma quanno ha spalancato la bocca e ha roteato la capoccia per non biastimà, mentre il giornalista avvocato di toscano e cozzella gli faceva l'ennesima domanda sui due l'avete vista??? :lol::lol::lol:

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Io sono convinto che se la conferenza di ieri fosse stata fatta da un nuovo proprietario che non si chiami longarini ce saremmo tutti fatti le seghe a due mani.

Purtroppo io per primo e molti di noi non ci fidiamo e partiamo prevenuti per tutta la merda mangiata negli anni ma a me ha dato l impressione di essersi messo in gioco e di credere in ciò che sta facendo.

Poi potremo parlare per mesi e mesi ma non sapremo mai cosa veramente succede nelle segrete stanze.

Io oggi come ieri andrò a vedere la mia squadra del cuore che gioca e spero che racccoglieremo i frutti del lavoro,in caso contrario andrà come sempre nel nostro culo

Modificato da foddy

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