Vai al contenuto
Viciani

Un ternano all'assalto del K2

Messaggi raccomandati

LE SPERANZE NON DEVONO SCENDERE NEMMENO DI MEZZO MILLIMETRO !!

 

LASCIATE CHE LI GIORNALARI SCRIVANO LE CAZZATE COI TONI EPICI.

 

ZAZZA' E' UN TORO E SCENDE.

 

STATE VICINI ALLA FAMIGLIA SUL FORUM.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
LE SPERANZE NON DEVONO SCENDERE NEMMENO DI MEZZO MILLIMETRO !!

 

LASCIATE CHE LI GIORNALARI SCRIVANO LE CAZZATE COI TONI EPICI.

 

ZAZZA' E' UN TORO E SCENDE.

 

STATE VICINI ALLA FAMIGLIA SUL FORUM.

1144410[/snapback]

 

La speranza rimarrà fino alla fine, ma è questa mancanza di notizie che mi stà esaurendo

 

Forum

Modificato da pablito

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

TUTTO L' UMANAMENTE POSSIBILE E IMPOSSIBLE DA QUI, DA ROMA, DA ISLAMABAD E DA PESAWAR E DALLE ALTRE SPEDIZIONI E' STATO FATTO.

 

DEVE SOLO MIGLIORARE IL TEMPO, QUINDI ADESSO SIAMO SOLO NELLE MANI DE GESU' CRISTO, E DOBBIAMO PREGARLO TUTTI, ANCHE CHI NON E' CREDENTE.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Le uniche notizie ufficiali le trovate sul forum di mountainfreedom.it a firma famiglia zavka.

 

Vi prego cerchiamoa di mantenere la calma e la speranza nella forza straordinaria di stefano.

 

Daje ste'!!!!!!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Mazzocchi

" La Signora Rita mi chiede di aggiornare tutti quanti Voi sulle condizioni meteo dei prossimi giorni.

Esaudisco con piacere la sua richiesta, venendo meno a ciò che mi ero imposto: parlare di quanto sta purtroppo accadendo il meno possibile ( quindi solo nel sito Rai ed al tg1 dopo tre giorni ) ed informare direttamente la famiglia di Stefano di qualsiasi novità. Scelta personale, condivisibile o meno, che disattendo dandovi le notizie richiestemi: domani tempo instabile con neve, giovedì neve, venerdì neve, sabato instabile con qualche squarcio di sole, domenica sole al mattino nuvoloso al pomeriggio, lunedì buono al mattino, molta neve al pomeriggio.

Più in là non si può andare. Sono condizioni certo non buone per tentare la risalita del K2. Spero di aver esaudito il desiderio della Signora Rita e della famiglia di Stefano e spero anche che, magari non comprendendola, Voi rispettiate la scelta del mio quasi totale silenzio. Domani forse lascerò questo Campo Base. Per questo Vi saluto con affetto. Lo avevo già fatto, purtroppo il destino mi costringe a rifarlo. Guardo sempre sopra di me, per veder tornare un nuovo Amico. Quando non lo faccio, prego insieme a tutti Voi..."

DAL FORUM www.mountainfreedom.it

Modificato da pablito

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

nutro grande ammirazione per queste persone, anche se considerando i rischi, a volte nn capisco perche lo fanno!!!

 

cmq daje ste!!!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Zavka era dietro di me", il drammatico racconto di Vielmo

di Lorenzo Pulcioni, 24/07/2007 13:46

"Sono entrato nella tenda, tremavo come una foglia. Ero convinto che Stefano avesse fatto la mia stessa strada. Lo abbiamo aspettato. Arriverà prima o poi, ci dicevamo con Daniele. Dopo due ore sono uscito dalla tenda per cercarlo. Ho fatto 15 metri: non vedevo nulla, nemmeno la mia tendina: il vento fortissimo impediva di respirare. Sono tornato dentro. Se fossi rimasto fuori sarei morto. Eravamo in ansia per Stefano ma certo non rassegnati. Stefano è una guida alpina come me, si sarà costruito una truna, avrà trovato riparo in una buca delle neve, pensavo tra me e me. Domani mattina lo rivedremo, ci siamo detti con Daniele".

E' solo uno stralcio del drammatico racconto di Mario Vielmo, scalatore vicentino che insieme a Stefano Zavka nella giornata di venerdì ha raggiunto la cima del K2, la seconda vetta più alta del mondo con i suoi 8611 metri. E' il giornalista Claudio Tessarolo, inviato del Giornale di Vicenza e membro della spedizione Mountain Freedom a ricostruire i momenti più drammatici della vicenda.

"Mario Vielmo arriva al campo base, stravolto dalla fatica, ancora con la tuta d'alta quota addosso, non esulta. Cerca una spalla amica e si mette a singhiozzare. Le lacrime scorrono su un viso bruciato dal sole e dall'aria sottile degli 8611 metri del K2. Non c'è gioia nello sguardo dell'alpinista vicentino. Soltanto tristezza e tanta, tanta amarezza".

Dopo aver raggiunto insieme la vetta, con Vielmo che parla anche delle condizioni fisiche "eccellenti" di Zavka, in grado di raggiungerlo in vetta dopo aver recuperato decine di metri con passo sotenuto, i due hanno preso il percorso di discesa. Il "traverso", un ripido pendio di ghiaccio durissimo da attraversare con mille precauzioni, e poi il "collo di bottiglia". Zavka in un primo momento era davanti e Vielmo dietro di lui. Finchè il vicentino, in preda a un principio di congelamento alla mano destra e all'alluce sinistro, chiede strada al compagno per accellerare il passo. Di tanto in tanto, racconta, si volta indietro per controllare che la luce di Zavka sia alle sue spalle. Finchè, all'inizio del collo, "da lì in poi è stato l'inferno. Si è alzato un vento fortissimo, di non meno di 80 chilometri all'ora. Non ho più visto niente, la neve mi bruciava gli occhi, mi impediva di respirare. Sul plateu mi sono perso, non ho più visto le luci di campo quattro. Allora ho chiamato Daniele con la radio, mi ha salvato la vita esponendo all'esterno della tenda una pila".

La radio, che invece Stefano non aveva. Quella radio che ha salvato la vita a Vielmo e che l'organizzazione non aveva previsto di dare in dotazione anche a Zavka e a Fait (il quarto membro della spedizione che ha rinunciato all'attacco alla vetta a 500 metri dalla cima ritornando in tempo al campo 4).

Il racconto del giornalista di Vicenza si chiude con la più drammatica delle ipotesi. "Potrebbe essersi fermato per stanchezza - scrive Tessarolo - oppure è caduto sul collo di bottiglia, complici la stanchezza e il vento fortissimo levatosi in quel momento. O magari ha perso l'orientamento sul plateu finale, vera trappola mortale per tantissimi alpinisti che dopo aver toccato la cima del K2 non sono più tornati".

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Zavka era dietro di me", il drammatico racconto di Vielmo

di Lorenzo Pulcioni, 24/07/2007 13:46

"Sono entrato nella tenda, tremavo come una foglia. Ero convinto che Stefano avesse fatto la mia stessa strada. Lo abbiamo aspettato. Arriverà prima o poi, ci dicevamo con Daniele. Dopo due ore sono uscito dalla tenda per cercarlo. Ho fatto 15 metri: non vedevo nulla, nemmeno la mia tendina: il vento fortissimo impediva di respirare. Sono tornato dentro. Se fossi rimasto fuori sarei morto. Eravamo in ansia per Stefano ma certo non rassegnati. Stefano è una guida alpina come me, si sarà costruito una truna, avrà trovato riparo in una buca delle neve, pensavo tra me e me. Domani mattina lo rivedremo, ci siamo detti con Daniele".

E' solo uno stralcio del drammatico racconto di Mario Vielmo, scalatore vicentino che insieme a Stefano Zavka nella giornata di venerdì ha raggiunto la cima del K2, la seconda vetta più alta del mondo con i suoi 8611 metri. E' il giornalista Claudio Tessarolo, inviato del Giornale di Vicenza e membro della spedizione Mountain Freedom a ricostruire i momenti più drammatici della vicenda.

"Mario Vielmo arriva al campo base, stravolto dalla fatica, ancora con la tuta d'alta quota addosso, non esulta. Cerca una spalla amica e si mette a singhiozzare. Le lacrime scorrono su un viso bruciato dal sole e dall'aria sottile degli 8611 metri del K2. Non c'è gioia nello sguardo dell'alpinista vicentino. Soltanto tristezza e tanta, tanta amarezza".

Dopo aver raggiunto insieme la vetta, con Vielmo che parla anche delle condizioni fisiche "eccellenti" di Zavka, in grado di raggiungerlo in vetta dopo aver recuperato decine di metri con passo sotenuto, i due hanno preso il percorso di discesa. Il "traverso", un ripido pendio di ghiaccio durissimo da attraversare con mille precauzioni, e poi il "collo di bottiglia". Zavka in un primo momento era davanti e Vielmo dietro di lui. Finchè il vicentino, in preda a un principio di congelamento alla mano destra e all'alluce sinistro, chiede strada al compagno per accellerare il passo. Di tanto in tanto, racconta, si volta indietro per controllare che la luce di Zavka sia alle sue spalle. Finchè, all'inizio del collo, "da lì in poi è stato l'inferno. Si è alzato un vento fortissimo, di non meno di 80 chilometri all'ora. Non ho più visto niente, la neve mi bruciava gli occhi, mi impediva di respirare. Sul plateu mi sono perso, non ho più visto le luci di campo quattro. Allora ho chiamato Daniele con la radio, mi ha salvato la vita esponendo all'esterno della tenda una pila".

La radio, che invece Stefano non aveva. Quella radio che ha salvato la vita a Vielmo e che l'organizzazione non aveva previsto di dare in dotazione anche a Zavka e a Fait (il quarto membro della spedizione che ha rinunciato all'attacco alla vetta a 500 metri dalla cima ritornando in tempo al campo 4).

Il racconto del giornalista di Vicenza si chiude con la più drammatica delle ipotesi. "Potrebbe essersi fermato per stanchezza - scrive Tessarolo - oppure è caduto sul collo di bottiglia, complici la stanchezza e il vento fortissimo levatosi in quel momento. O magari ha perso l'orientamento sul plateu finale, vera trappola mortale per tantissimi alpinisti che dopo aver toccato la cima del K2 non sono più tornati".

1144821[/snapback]

2 radio in 4? :blink:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Zavka era dietro di me", il drammatico racconto di Vielmo

di Lorenzo Pulcioni, 24/07/2007 13:46

"Sono entrato nella tenda, tremavo come una foglia. Ero convinto che Stefano avesse fatto la mia stessa strada. Lo abbiamo aspettato. Arriverà prima o poi, ci dicevamo con Daniele. Dopo due ore sono uscito dalla tenda per cercarlo. Ho fatto 15 metri: non vedevo nulla, nemmeno la mia tendina: il vento fortissimo impediva di respirare. Sono tornato dentro. Se fossi rimasto fuori sarei morto. Eravamo in ansia per Stefano ma certo non rassegnati. Stefano è una guida alpina come me, si sarà costruito una truna, avrà trovato riparo in una buca delle neve, pensavo tra me e me. Domani mattina lo rivedremo, ci siamo detti con Daniele".

E' solo uno stralcio del drammatico racconto di Mario Vielmo, scalatore vicentino che insieme a Stefano Zavka nella giornata di venerdì ha raggiunto la cima del K2, la seconda vetta più alta del mondo con i suoi 8611 metri. E' il giornalista Claudio Tessarolo, inviato del Giornale di Vicenza e membro della spedizione Mountain Freedom a ricostruire i momenti più drammatici della vicenda.

"Mario Vielmo arriva al campo base, stravolto dalla fatica, ancora con la tuta d'alta quota addosso, non esulta. Cerca una spalla amica e si mette a singhiozzare. Le lacrime scorrono su un viso bruciato dal sole e dall'aria sottile degli 8611 metri del K2. Non c'è gioia nello sguardo dell'alpinista vicentino. Soltanto tristezza e tanta, tanta amarezza".

Dopo aver raggiunto insieme la vetta, con Vielmo che parla anche delle condizioni fisiche "eccellenti" di Zavka, in grado di raggiungerlo in vetta dopo aver recuperato decine di metri con passo sotenuto, i due hanno preso il percorso di discesa. Il "traverso", un ripido pendio di ghiaccio durissimo da attraversare con mille precauzioni, e poi il "collo di bottiglia". Zavka in un primo momento era davanti e Vielmo dietro di lui. Finchè il vicentino, in preda a un principio di congelamento alla mano destra e all'alluce sinistro, chiede strada al compagno per accellerare il passo. Di tanto in tanto, racconta, si volta indietro per controllare che la luce di Zavka sia alle sue spalle. Finchè, all'inizio del collo, "da lì in poi è stato l'inferno. Si è alzato un vento fortissimo, di non meno di 80 chilometri all'ora. Non ho più visto niente, la neve mi bruciava gli occhi, mi impediva di respirare. Sul plateu mi sono perso, non ho più visto le luci di campo quattro. Allora ho chiamato Daniele con la radio, mi ha salvato la vita esponendo all'esterno della tenda una pila".

La radio, che invece Stefano non aveva. Quella radio che ha salvato la vita a Vielmo e che l'organizzazione non aveva previsto di dare in dotazione anche a Zavka e a Fait (il quarto membro della spedizione che ha rinunciato all'attacco alla vetta a 500 metri dalla cima ritornando in tempo al campo 4).

Il racconto del giornalista di Vicenza si chiude con la più drammatica delle ipotesi. "Potrebbe essersi fermato per stanchezza - scrive Tessarolo - oppure è caduto sul collo di bottiglia, complici la stanchezza e il vento fortissimo levatosi in quel momento. O magari ha perso l'orientamento sul plateu finale, vera trappola mortale per tantissimi alpinisti che dopo aver toccato la cima del K2 non sono più tornati".

1144821[/snapback]

2 radio in 4? :blink:

1144839[/snapback]

 

 

 

 

eppoi perchè non erano legati l'un con l'altro?? di solito succede o no??

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

La domanda è giusta, ma c'è un altro interrogativo.

Sono stato non lontano da quelle parti.

Luglio è il mese monsonico per eccellenza in Pakistan, nel subcontinente indiano, etc.

Perché partire ora?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
La domanda è giusta, ma c'è un altro interrogativo.

Sono stato non lontano da quelle parti.

Luglio è il mese monsonico per eccellenza in Pakistan, nel subcontinente indiano, etc.

Perché partire ora?

1144862[/snapback]

Vabbè questo mi pare esagerato...c'erano anche altre spedizioni...possibile che tutti non abbiano tenuto conto di un dato così importante? Evidentemente...non è così importante :)

 

Ma la radio...cazzo

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Vabbè questo mi pare esagerato...c'erano anche altre spedizioni...possibile che tutti non abbiano tenuto conto di un dato così importante? Evidentemente...non è così importante :)

 

Ma la radio...cazzo

1144879[/snapback]

quoto!

 

daje Ste'

daje Ste'

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
La domanda è giusta, ma c'è un altro interrogativo.

Sono stato non lontano da quelle parti.

Luglio è il mese monsonico per eccellenza in Pakistan, nel subcontinente indiano, etc.

Perché partire ora?

1144862[/snapback]

 

 

so partiti ora xkè periodo più caldo e giornate più lunghe

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

A 8.000 metri le temperature sono sempre attorno ai -35°, estate e inverno.

A maggio le giornate sono lunghe tanto quanto quelle di luglio

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
A 8.000 metri le temperature sono sempre attorno ai -35°, estate e inverno.

A maggio le giornate sono lunghe tanto quanto quelle di luglio

1144912[/snapback]

 

 

non è del tutto vero, nel senso che giornate più durature hanno l'effetto di mantenere le temperature in quota "alte" più a lungo e l'effetto di riscaldamento a valle del terreno ha comunque la sua importanza ai fini di accesso facilitato ai campi base (meno neve e fango), tanto e vero che già la prima spedizione del 1954 nonchè altre successive sono sttae effettuate nello stesso periodo dell'attuale.

 

Detto questo concordo sull'appunto alla mancanza delle radio per tutti i componenti, almeno usare un localizzatore gps per ogni evenienza, pesano talmente poco

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Nel 1954, forse, erano leggermente meno esperti di oggi.

L'ascesa del K2 è fortemente sconsigliata in questo periodo; suggerita nell'intervallo tra il jet stream (invernale e di inzio primavera) e il monsone (estivo); e nel periodo successivo al monsone

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Usando questo sito acconsenti ai nostri Termini D'uso. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.