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cesenticerqua

CALDO BLUFF

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Le due notizie sono fresche di pochi giorni. Innanzitutto, non il 1998 ma il 1934 è stato l'anno più caldo degli ultimi 100 anni. Inoltre, non è più vero che dei primi 10 più caldi del secolo, 9 anni sono occorsi dopo il 1990; piuttosto, 5 sono occorsi prima del 1940, 4 dopo il 1990, e uno di quei 10 anni fu il 1953.

 

Il Goddard Institute for Space Studies (Giss) della Nasa raccoglie e rende pubblici i dati storici delle temperature registrate dalle varie stazioni climatiche distribuite negli Stati Uniti. È un'enorme mole di dati che devono essere analizzati statisticamente e, anche, corretti a causa di errori sistematici, come ad esempio il fatto che l'urbanizzazione della località attorno ad una stazione climatica installata 30 anni fa potrebbe causare un fittizio aumento di temperature locali che nulla ha a che vedere col clima. Infatti, se è vero che le stazioni climatologiche dovrebbero soddisfare una varietà di standard di qualità, non sempre si riesce a mantenere nel tempo inalterati questi standard, e molte attuali stazioni non soddisfano neanche la condizione, abbastanza banale dopo tutto, di essere localizzate ad almeno 30 metri da qualunque superficie cementificata.

 

Orbene, lo scorso 8 agosto il Giss, a causa di un errore riscontrato, ha dovuto correggere tutti i propri dati di temperature, e il risultato delle correzioni è quanto detto all'inizio. Per i più curiosi, i 10 anni più caldi degli ultimi 100 anni, sono stati, in sequenza: 1934, 1998, 1921, 2006, 1931,1999, 1953, 1990, 1938, 1939.

 

Che significato ha questa notizia per la scienza?

 

Direi nessuno, visto che le differenze di temperatura tra i vari anni sono dell'ordine del decimo di grado e che ai fini della determinazione dell'influenza dell'uomo sul clima la risposta che dà la scienza accreditata è sempre la stessa: le attività umane e, in particolare, le emissioni antropiche di CO2, non hanno, sul clima, alcuna influenza.

 

Grande significato ha invece questa notizia per la politica. Pensate che sulla presunzione che 9 dei 10 anni più caldi del secolo sarebbero occorsi dopo il 1990, Al Gore, presidente mancato degli Stati Uniti, ci ha costruito una campagna planetaria, con conferenze in giro per il globo, libri tradotti in decine di lingue e perfino un film, distribuito nelle scuole di mezzo mondo (in Italia, il film è stato proiettato, chissà mai perché, in occasione di molti Festival dell'Unità). Ora, dopo le correzioni dell'istituto della Nasa, Una scomoda verità (questo il titolo del film di Al Gore) si è confermato essere ciò che già si sapeva fosse: una colossale comoda bugia.

 

Se pensate che le ecomafie del riscaldamento globale ora si zittiranno vi sbagliate di grosso. So già cosa diranno. Innanzitutto, diranno che la differenza di temperatura tra il 1934 e il 1998 è «solo» di 2 centesimi di grado. Però, nessuno si astenne dal gridare all'allarme, quando, prima della recente correzione, quel record del 1998 era superiore di un solo centesimo di grado alla temperatura del 1934. Poi, diranno che la correzione si riferisce «solo» agli Stati Uniti e non al mondo intero.

 

La verità è che l'errore ora corretto fu inizialmente riscontrato in una isolata stazione del Colorado e, quando fu riscontrato, «è solo il Colorado», quelle ecomafie minimizzarono: è stata solo la paziente pervicacia di onesti ricercatori a indurli a ricontrollare i dati da tutte le stazioni d'America e a rivelare che non era «solo» il Colorado, ma tutta l'America. Una cosa è certa: i cittadini americani sono ancora convinti che il 1998 fu l'anno più caldo in America e che dei 10 anni più caldi degli ultimi 100 anni 9 occorsero dopo il 1990, visto che nessuno si è preoccupato di informarli delle avvenute revisioni.

 

Ma è su quelle convinzioni, insomma su una comoda colossale bugia, che i politici del Partito democratico americano stanno modellando le loro campagne e i loro programmi in tema di protezione dell'ambiente e di produzione energetica.

 

(senti mo Aghy quante me ne dice) :P

Modificato da cesenticerqua

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In effetti un po' puzzavano tutti 'sti record...

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puzzavano x via de lu callo...

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no, guarda... so statu dall'estetista e li piedi me l'ha rpuliti tutti...

:lol:

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In effetti un po' puzzavano tutti 'sti record...

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puzzavano x via de lu callo...

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no, guarda... so statu dall'estetista e li piedi me l'ha rpuliti tutti...

:lol:

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:unsure::blink:

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Non c'è bisogno de Aghy, qualcosa te dico io:

 

tutti gli anni citati innanzitutto si riferiscono a periodi industrializzati, e vorrei farti notare che allora si consumava tantissimo carbone e non c'erano norme che obbligavano a filtrare l'aria

 

è scientificamente dimostrato il collegamento fra emissioni artficiali di CO2 e l'aumento dell'effetto serra , non è propaganda politica

 

sopra la Cina e l'India staziona da anni una cappa di smog visibile dai satelliti e che sta provocando un inquinamento senza precedenti nelle metropoli cinesi e indiane, e anzi in alcune di esse (vedi Shangai) ci sono tratti di giornata in cui il sole è oscurato dallo smog

 

il disboscamento di polmoni verdi planetari (l'Amazzonia è solo il caso più famoso) ha sconvolto l'ecosistema e il ciclo delle piogge...

 

e comunque l'impronta ecologica della produzione industriale mondiale è tale che ci vorrebbero due mondi uguali al nostro da sfruttare contemporaneamente per soddisfare tutte le esigenze produttive.

 

L'atmosfera respirabile è sottilissima rispetto alla grandezza della Terra.

 

Non voglio fare il replicante del fenomeno scoperto da Purinum, ma quali altre prove ci servono per capire in che situazione siamo?

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AHUHUAHAUHAUAHAUHAUAHAUAHUAHAUAHUAHA

CESENTI NON TE CONOSCO MA TE VOJO BENE....

 

:lol:

 

...MA LA FONTE ORIGINALE QUAL'è ?...

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HAMMENTAL (svizzera)

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Io della Nasa non mi fido tanto, sono pur sempre Americani che campano grazie ai fondi dello stato e hanno tutto l'interesse (se non l'obbligo) a sostenere le tesi di chi li paga.

 

Io senza voler usare gli slogan di Me pizzica (alcuni veri, altri meno) sò solo che i ghiacciai delle Alpi non esistono praticamente più.

 

Per chi non è vecchio come me che di persona ha potuto appurare come il ghiacciaio della Marmolada sia stato spazzato via nel giro di 20 anni può guardare le foto di Cortina degli anni 50 e rabbrividire. Chi l'ha sciolti? Il caldo del 1934?

 

Riferirsi solo alle temperature in modo così asettico secondo me non ha senso, i fattori che determinano il cambiamento del clima sono tanti, se il 1934 è stato caldissimo e poi è venuto un anno freddissimo ecco che la cosa si bilancia. Il 1953 è stato molto caldo, ma il 1956 è stato l'anno più freddo e nevoso che mente umana ricordi; ora invece la neve in montagna è scomparsa, le piogge sono diminuite.

 

E poi c'è un altro fattore, se un anno dà come temperatura media 20 gradi, un conto è avere 20 gradi tutti i giorni e un conto avere metà anno a 40 e metà a 0, i risultati finali sono diversissimi.

 

Comunque possono dire quello che vogliono, alla fine i poli si stanno sciogliendo e i ghiacciai montani calano ad un ritmo impressionante, questo è quello che conta purtroppo.

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Io della Nasa non mi fido tanto, sono pur sempre Americani che campano grazie ai fondi dello stato e hanno tutto l'interesse (se non l'obbligo) a sostenere le tesi di chi li paga.

 

Io senza voler usare gli slogan di Me pizzica (alcuni veri, altri meno) sò solo che i ghiacciai delle Alpi non esistono praticamente più.

 

Per chi non è vecchio come me che di persona ha potuto appurare come il ghiacciaio della Marmolada sia stato spazzato via nel giro di 20 anni può guardare le foto di Cortina degli anni 50 e rabbrividire. Chi l'ha sciolti? Il caldo del 1934?

 

Riferirsi solo alle temperature in modo così asettico secondo me non ha senso, i fattori che determinano il cambiamento del clima sono tanti, se il 1934 è stato caldissimo e poi è venuto un anno freddissimo ecco che la cosa si bilancia. Il 1953 è stato molto caldo, ma il 1956 è stato l'anno più freddo e nevoso che mente umana ricordi; ora invece la neve in montagna è scomparsa, le piogge sono diminuite.

 

E poi c'è un altro fattore, se un anno dà come temperatura media 20 gradi, un conto è avere  20 gradi tutti i giorni e un conto avere metà anno a 40 e metà a 0, i risultati finali sono diversissimi.

 

Comunque possono dire quello che vogliono, alla fine i poli si stanno sciogliendo e i ghiacciai montani calano ad un ritmo impressionante, questo è quello che conta purtroppo.

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Tutto tristemente corretto

 

:(

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AHUHUAHAUHAUAHAUHAUAHAUAHUAHAUAHUAHA

CESENTI NON TE CONOSCO MA TE VOJO BENE....

 

:lol:

 

...MA LA FONTE ORIGINALE QUAL'è ?...

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stava su tutti i quotidiani e telegiornali intorno al 20 agosto, questo articolo è tratto da libero

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CESENTI NON TE CONOSCO MA TE VOJO BENE....

 

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...MA LA FONTE ORIGINALE QUAL'è ?...

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stava su tutti i quotidiani e telegiornali intorno al 20 agosto, questo articolo è tratto da libero

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Cesè.....ancora che me ce caschi co' Libero??

Non hai capito ancora che la sua linea editoriale consiste nel dire sempre il contrario dell'evidenza?

Li rende scomodi, paraculi e in controtendenza a tutti i costi........di nicchia, insomma, come quel Dandy coglione del suo direttore.

Salvo poi tornare come gli altri quando si tratta di risquotere i miliardi di finanziamento pubblico. B-)

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CESENTI NON TE CONOSCO MA TE VOJO BENE....

 

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...MA LA FONTE ORIGINALE QUAL'è ?...

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stava su tutti i quotidiani e telegiornali intorno al 20 agosto, questo articolo è tratto da libero

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Il fatto è che ce ne sono diverse di fonti che riportano dati secondo cui la correlazione fra attività antropica e surriscaldamento terrestre non è poi così certa, molte di queste però lo fanno più che altro per provocazione...esattamente come fanno gli "ambientalisti ad ogni costo"...

 

http://www.channel4.com/science/microsites...ndle/index.html

 

http://www.durangobill.com/Swindle_Swindle.html

 

 

 

Io so solo che se continua a fa sto cazzo de caldo porco prima o poi

ESCO DE CAPOCCIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA !!!!

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CESENTI NON TE CONOSCO MA TE VOJO BENE....

 

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...MA LA FONTE ORIGINALE QUAL'è ?...

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stava su tutti i quotidiani e telegiornali intorno al 20 agosto, questo articolo è tratto da libero

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Cesè.....ancora che me ce caschi co' Libero??

Non hai capito ancora che la sua linea editoriale consiste nel dire sempre il contrario dell'evidenza?

Li rende scomodi, paraculi e in controtendenza a tutti i costi........di nicchia, insomma, come quel Dandy coglione del suo direttore.

Salvo poi tornare come gli altri quando si tratta di risquotere i miliardi di finanziamento pubblico. B-)

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Intendevo Libero il sito internet!

Comunque, ripeto, ne hanno parlato tutti i TG e giornali intorno al 22-23 agosto

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CESENTI NON TE CONOSCO MA TE VOJO BENE....

 

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...MA LA FONTE ORIGINALE QUAL'è ?...

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stava su tutti i quotidiani e telegiornali intorno al 20 agosto, questo articolo è tratto da libero

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Cesè.....ancora che me ce caschi co' Libero??

Non hai capito ancora che la sua linea editoriale consiste nel dire sempre il contrario dell'evidenza?

Li rende scomodi, paraculi e in controtendenza a tutti i costi........di nicchia, insomma, come quel Dandy coglione del suo direttore.

Salvo poi tornare come gli altri quando si tratta di risquotere i miliardi di finanziamento pubblico. B-)

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Intendevo Libero il sito internet!

Comunque, ripeto, ne hanno parlato tutti i TG e giornali intorno al 22-23 agosto

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vabbè, scusa nel merito, ma rimane lo stesso giudizio su quel giornale. La prossima volta sii più preciso!! :lol::lol::lol:;)

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errori che potrebbero farci tirare sospiri di sollievo.

ma sono "errori" di valutazione/misurazione che cambiano la situazione di qualche millesimo di grado per il mondo e una percentuale maggiore per gli Stati Uniti, dove l'errore è più marchiano.

 

ma l'effetto serra è una realtà - in aumento -, i ghiacci e i ghiacciai si sciolgono (nel 2005 l'estensione minima mai toccata nell'artico) e le temperature potrebbero salire fino a 6 gradi di più entro il 2100, a causa delle emissioni, mica eventi "naturali".

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si ma allora xchè nessuno si decide a fare niente e/o a far fare niente?

è inutile che tutti ne parlano e nessuno se decide..no?

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Perchè tutta colpa del padrino che non fa quello che deve fare e del businness !!!! :lol::lol::lol:

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errori che potrebbero farci tirare sospiri di sollievo.

ma sono "errori" di valutazione/misurazione che cambiano la situazione di qualche millesimo di grado per il mondo e una percentuale maggiore per gli Stati Uniti, dove l'errore è più marchiano.

 

ma l'effetto serra è una realtà - in aumento -, i ghiacci e i ghiacciai si sciolgono (nel 2005 l'estensione minima mai toccata nell'artico) e le temperature potrebbero salire fino a 6 gradi di più entro il 2100, a causa delle emissioni, mica eventi "naturali".

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Sos dalla Grande Muraglia

"Tra 20 anni non ci sarà più"

 

La Cina lancia l'allarme: i venti polverizzano la fortificazione

Ampie sezioni sono ormai "ridotte a cumuli di detriti"

 

PECHINO - È la più vasta opera mai realizzata dall'umanità, il più immenso oggetto che la nostra specie ha lasciato su questo pianeta, e secondo una diffusa credenza occidentale (antecedente alle missioni spaziali) l'unica costruzione umana visibile dalla luna. Il leader comunista Mao Zedong disse "non sei un vero uomo se non l'hai scalata" e di recente un sondaggio mondiale l'ha plebiscitata fra le otto meraviglie del mondo ancora esistenti nel XXI secolo. Ma la sopravvivenza della Grande Muraglia rischia di essere ormai breve. Tra vent'anni con ogni probabilità non ci sarà più. Sarà stata corrosa, divorata, polverizzata dalle tempeste di sabbia che soffiano sempre più impetuose dal Nord della Cina.

 

Finirà per essere la vittima più illustre dello sviluppo industriale e del drammatico aumento dell'inquinamento. Perché le tempeste di sabbia sono un fenomeno meteorologico naturale, che la Cina ha sempre conosciuto, ma negli ultimi decenni la loro frequenza e intensità è andata aumentando a dismisura. La causa è la distruzione progressiva delle barriere naturali - foreste e praterie - che smorzavano la forza dei venti e catturavano una parte della sabbia trasportata dalle bufere.

 

L'allarme sulla morte graduale della Grande Muraglia non viene dai "soliti sospetti", cioè le organizzazioni ambientaliste occidentali, ma dalle stesse autorità cinesi. Lo ha divulgato l'agenzia stampa governativa Xinhua (Nuova Cina). Già oggi, rivela la fonte ufficiale, ampie sezioni della gigantesca fortificazione nella sua parte occidentale sono "ridotte a cumuli di detriti", per l'opera di demolizione implacabile delle tempeste di sabbia.

Il governo di Pechino riconosce che le responsabilità di questo disastro sono tutte umane. All'origine ci furono i "metodi distruttivi di coltivazione agricola" adottati fin dagli anni Cinquanta, con l'uso massiccio di pesticidi e insetticidi, la totale negligenza sugli effetti di erosione e impoverimento del suolo. Poi c'è stata l'industrializzazione che nelle regioni settentrionali del paese ha concentrato molte produzioni altamente inquinanti, dalle miniere di carbone alla siderurgia. Il risultato: in una vasta zona che va dall'antica Manciuria alla Mongolia interna, il manto verde dei boschi si è assottigliato per la deforestazione a scopi commerciali; gli immensi prati erbosi delle steppe hanno lasciato il posto a distese di sabbia, con la desertificazione che conquista territori sempre più ampi.

 

L'archeologo Zhou Shengui ha dichiarato che "le tempeste sempre più frequenti non solo corrodono le pareti della Grande Muraglia ma creano crepe, spaccature, crolli improvvisi". Fra le tratte più rovinate c'è quella nella provincia del Gansu che corre lungo l'antica Via della Seta percorsa dai mercanti fin dai tempi dell'impero romano, e utilizzata da Marco Polo per raggiungere la corte del Kublai Khan nell'Impero celeste. Perfino le torri di vedetta, costruite sulle cime più alte per avvistare l'arrivo di armate nemiche, in alcune regioni si sono letteralmente disintegrate.

 

Iniziata a costruire a tratti intorno al 220 prima di Cristo per volontà dell'imperatore Shi Huangdi (dinastia Qin), il primo unificatore della Terra di Mezzo, la fortificazione dei confini fu poi rilanciata e ingrandita lungo il suo tracciato moderno dalla dinastia Ming (1388 - 1644).

 

La Cina, la più antica civiltà della storia, è l'unico caso di una nazione grande quanto un continente che ha voluto "murarsi", separarsi dal resto del mondo erigendo una barriera fisica che nel suo massimo sviluppo arrivò ad essere lunga 6.350 chilometri. È la distanza che separa Milano da New York. Una colossale serpentina di pietra che nasce nel mare vicino alla Corea e si estingue nelle sabbie desertiche dell'Asia centrale, si arrampica sulle creste delle montagne, segue tutte le tortuosità dei rilievi naturali per dominare sempre dall'alto.

 

I venti di sabbia non solo gli unici colpevoli della sua distruzione. La Grande Muraglia ha già subito altre deturpazioni, in una Cina che a lungo si è disinteressata del proprio patrimonio storico e archeologico. Lunghi tratti della fortificazione antica ormai sono affiancati dalle autostrade o sommersi tra i palazzi, nella morsa di cemento delle città che si allargano. Un pezzo della muraglia nel Gansu è attraversato da due linee ferroviarie, l'autostrada 312, una strada statale, 15 strade sterrate, 17 tralicci dell'alta tensione, un gasdotto. L'ultimo affronto è il turismo di massa. Nelle zone vicine a Pechino i torrioni sono invasi quotidianamente da una fiumana di visitatori così sconfinata da nascondere lo stesso monumento, oltre a sommergerlo di montagne di rifiuti, cartacce e lattine di birra. A Badaling, una delle sezioni della cinta più vicine alla capitale, in una giornata media passeggiano sui contrafforti centomila visitatori.

 

Tutt'intorno, come una metastasi cancerosa continuano a spuntare hotel, ristoranti, megaparking per torpedoni, supermarket di ricordi. È di moda affittare intere sezioni della fortezza per feste e party privati. Se tra vent'anni le tempeste sabbiose avranno completato l'opera di distruzione, gli unici pezzi di Grande Muraglia ancora visibili saranno delle copie ricostruite in stile Disneyland.

 

(31 agosto 2007)

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c'è anche gente che stacca dei pezzi direttamente x portarli come ricordino a casa...

non so se cambi qualcosa, ma io almeno quando ce so stata, ho preso i sassetti che già s'erano staccati e stavano x terra...non l'ho staccati di proposito insomma

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c'è anche gente che stacca dei pezzi direttamente x portarli come ricordino a casa...

non so se cambi qualcosa, ma io almeno quando ce so stata, ho preso i sassetti che già s'erano staccati e stavano x terra...non l'ho staccati di proposito insomma

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...ma si sicura che fossero quelli originali ???

o erano "made in china" pure quelli ?

 

:lol: :lol: :lol:

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se li scenziati de la nasa me ritrovano altri anni in cui in germania in agosto se potevano già magnà le nocchie e le castagne comincio a metteme l'anima in pace pur'io.

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così a occhio, dati raccolti solo negli stati uniti penso abbiano un valore relativo... cioè gli stati uniti sono un cinquantesimo della superficie totale della Terra, si parla di riscaldamento globale...

voglio dire , anche adesso magari fa un estate caldissima da noi ma fredda negli stati uniti, coi dati locali magari si scopre che l'estate più calda in india fu nel 1960, in giappone nel 1980 e così via

 

mi pare (ma non voglio dire cavolate perchè non ricordo la fonte) di aver letto un commento di un climatologo italiano che a proposito di questa "scoperta" ha rilasciato un commento del tipo "embè? avrà fatto caldo negli stati uniti, ciò non toglie che, globalmente parlando, quello fu un anno fresco"

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ANSA

 

EFFETTO SERRA, CAMBIANO GLI ATLANTI

 

LONDRA - Gli effetti del riscaldamento globale sulle regioni costiere sono già visibili e implicano la necessità di modificare le carte geografiche. Lo affermano i cartografi che rappresentano un punto di riferimento mondiale in materia di Atlanti. Verrà pubblicato l'Atlante completo del mondo di Times 2007. I suoi autori hanno detto di essersi visti costretti a cambiare la linea delle coste in alcune zone rispetto alle ultime carte, fatte nel 2003.

 

"Possiamo letteralmente vedere il disastro ambientale consumarsi sotto i nostri occhi. Temiamo che in un prossimo futuro paesaggi celebri spariranno per sempre", ha detto Nick Ashworth, direttore dell'Atlante. "I contorni di certe regioni - ha aggiunto - cambiano. Per esempio in Bangladesh. Il livello del mare sale di 3 millimetri l'anno e ciò ha vari effetti sulle coste.

 

In altri casi si vede che fiumi come il fiume Giallo, in Cina, non arrivano più fino alla costa". In alcune aree, per esempio in Alaska, il mare avanza sulle coste basse di almeno tre metri l'anno. Non meno preoccupante è che grandi fiumi, dal Rio Grande al Colorado al Tigri, per la crescente siccità, perdono dei bracci, che in estate si seccano completamente. E anche ciò modifica le coste.

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Come al solito si confonde il clima con il meteo.

La temperatura registrata da una o più centraline di un paese possono avere grosse variazioni tra un anno e l'altro, ma non hanno nulla a che vedere con la temperatura globale del pianeta che invece deve rimanere pressochè costante.

 

Tutti i discorsi del tipo: "Le rose quest'anno sono germogliate a gennaio, è colpa dell'effetto serra"..."Gli orsi polari non sono andati in letargo, è colpa dell'effetto serra".."Il 34 era più caldo negli Usa che nel 98, quindi l'effetto serra non esiste"... sono tutte stronzate.

 

L'effetto serra esiste e anche le sue conseguenze, ma queste, sono causate da una variazione di temperatura media graduale e inesorabile che non è assolutamente percepibile a livello epidermico, nè dal termometro della centralina locale, nè da valori locali al di sopra della media.

 

La temperatura media globale sta lentamente aumentando, noi non ce ne possiamo accorgere al momento, ma sta aumentando soprattutto negli ultimi dieci anni.

 

Chi cerca di negarlo, può fare grossi danni all'umanità...

 

.Ciauz

Modificato da callea

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ANSA

 

Clima: Roma 2007; 52% Italia a rischio desertificazione

 

ROMA - Ai blocchi di partenza la conferenzanazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Roma il 12 e13 settembre presso la Fao. L'evento è organizzato dall'Apat (l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), alla quale spetta il coordinamento di tutta la macchina. L'obiettivo è quello di definire al più presto un piano d'azione per affrontare l'emergenza clima. Le linee guida dei lavori prevedono di fare il punto sulle conseguenze dei mutamenti climatici in Italia, definire le priorità della ricerca e delle azioni per prevenire danni e minimizzare effetti negativi. Una prevenzione di lungo periodo insomma, che gli esperti definiscono 'strategia di adattamento'.

 

E' dunque il momento di tirare le fila delle tappe di avvicinamento all'appuntamento clou dell'anno, in particolare dei seminari organizzati dall'Apat su vari temi chiave che saranno al centro della conferenza. Tra questi c'é il livello delle emissioni, la questione desertificazione e l'impatto sulla salute. Per quanto riguarda questi fronti, l'Italia nel 2006 ha ridotto le sue emissioni di gas serra dell'1,5%, mentre potenzialmente è a rischio desertificazione il 52% del territorio nazionale. Il clima che cambia non manca di avere un impatto anche sulla salute: secondo un rapporto dell'Oms per ogni grado della temperatura in più, si calcola un aumento della mortalità del 3%.

 

52% ITALIA A RISCHIO DESERTIFICAZIONE

Le coste italiane sono sempre più a rischio desertificazione. Alcune aree dove sorgono località esclusive di grande richiamo, potrebbero diventare negli anni a venire, le nuove zone aride del Mediterraneo. Un pericolo per turismo e agricoltura: ben il 52% del territorio italiano, infatti è a rischio desertificazione. Questa la fotografia scattata dagli scienziati intervenuti al seminario "Le variazioni climatiche e i processi di desertificazione" organizzato dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apat) il 21 e 22 giugno scorso ad Alghero. Il convegno di Alghero è stato il primo dei sette appuntamenti di supporto alla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici 2007, organizzata dal ministero dell'Ambiente e programmata a Roma, alla sede della Fao, il 12 e 13 settembre prossimo.

 

In cima alla lista la Costa Smeralda, ma anche tutta la fascia costiera dell'Abruzzo, parte della costa della Puglia che include Otranto da una parte e Gallipoli dall'altra, e il lungomare dell'agrigentino. Le sette regioni più a rischio desertificazione, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nel frattempo hanno già hanno stanziato più di 6,6 miliardi di euro per piani anti-siccità nell'ambito delle risorse comunitarie di sostegno.

 

Situazione particolarmente grave è quella della Sardegna, dove il rischio desertificazione riguarda ben il 52% del territorio regionale, di cui l'11% già colpito, ovvero con il fenomeno già in atto. L'emergenza riguarda tutta la fascia costiera orientale che corre dalla Costa Smeralda e arriva fino a Villasimius passando per Orosei e Cala Gonone, la casa della Foca Monaca. Altra fascia colorata di giallo e di rosso, le due tonalità di alta sensibilità, va da Oristano a Cagliari ed è la zona considerata maggiormente esposta alla desertificazione. Sotto stress anche la Nurra (nord-ovest della Sardegna) tra Sassari, Alghero, Porto Torres e la rinomata Stintino. La mappa é stata realizzata dal progetto della Regione e dall'ente regionale agricolo Ersat. Problemi anche in Abruzzo, dove è interessato quasi il 40% del territorio: dalla fascia costiera all'interno, fino ai confini con la Marsica, il Fucino e l'aquilano. A forte rischio anche la Sicilia, nelle zone interne della provincia di Caltanissetta, Enna e Catania e lungo la costa agrigentina, e la Puglia, dove solo il 7% del territorio regionale non è affetto dal rischio deserto, mentre il 93% è mediamente sensibile (47,7%) e molto sensibile (45,6%) con le aree dietro il Gargano, molta parte della zona costiera e la fascia che va da Otrando a Gallipoli coprendo parte del Salento.

 

I piani anti-desertificazione delle 7 regioni più a rischio (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) riguardano 5 capitoli di intervento: protezione del suolo; gestione sostenibile delle risorse idriche; riduzione dell'impatto delle attività produttive; riequilibrio del territorio; misure trasversali. Dei 6,6 miliardi stanziati, quasi la metà riguarda il capitolo risorse idriche.

 

OGNI GRADO IN PIU' AUMENTA MORTALITA' 3%

Con un clima sempre più ballerino ed un'estate sempre più caratterizzata da forti ondate di calore, la salute va ogni giorno di più in tilt. Le stime in Italia parlano di un aumento della mortalità del 3% per ogni grado di crescita della temperatura media nazionale. Per questo il rischio è l'aumento dell'incidenza di patologie come febbre del Nilo Occidentale, leishmaniosi più aggressiva (attualmente superiori a 500 in Italia), salmonella (rischio di crescita del 5-10%), intossicazione da alghe e cianobatteri. In piena emergenza anche l'ambiente, con le piogge in diminuzione del 14% negli ultimi 50 anni e un aumento nell'ultimo secolo della temperatura media italiana di 0.7 gradi al nord e 0.9 gradi nel centro e nel Sud. A scattare questa fotografia il primo rapporto sul Cambiamento climatico e salute in Italia realizzato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in particolare dal Programma speciale salute e ambiente della regione europea, per conto dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (Apat). Il rapporto è stato presentato a Roma lo scorso 25 giugno, nel secondo appuntamento in vista della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici del 12 e 13 settembre a Roma.

 

Secondo i dati dell'Oms, è difficile quantificare il numero di morti in più per l'aumento della temperatura ma, proiettando la stima della crescita dei decessi del 3% per ogni grado di aumento della temperatura media nazionale, per una città come Roma, significa 1-2 decessi in più, come ha spiegato il direttore del Programma speciale salute a ambiente Oms Europa, Roberto Bertollini sottolineando che si tratta di "una mortalità prevenibile che riguarda l'effetto assoluto della mortalità, cioé l'aumento effettivo della mortalità sull'atteso storico".

 

Che le giornate siano sempre più calde lo confermano anche i dai dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), secondo cui dal 1981 al 2004 si è potuto rilevare un aumento del 14% del numero di giornate calde (temperatura massima superiore a 25°C). Al contempo, fra il 1961 e 2004, si è evidenziata una riduzione media di circa il 20% dei giorni di gelo (temperatura minima inferiore o uguale a 0 gradi). Sempre secondo l'Istituto Nazionale è atteso un aumento fino a circa 3,5-4 °C entro la fine del secolo. E' probabile una diminuzione del 25% delle precipitazioni invernali nella zona Mediterranea e nell'Italia settentrionale ma aumenteranno le precipitazioni estreme. Previsto anche un aumento delle giornate calde e torride assieme ad una diminuzione del numero delle giornate di gelo. Infine si stima un ulteriore aumento della temperatura del mare.

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