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JUVENTUS

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La motivazione della condanna:

 

Con riferimento, invece, alla gara ALBINOLEFFE-SIENA, disputatasi in data 29.5.2012, la

Commissione Disciplinare Nazionale è pervenuta alla seguente ricostruzione dei fatti: "Al termine

della partita del girone di andata, STELLINI chiese a CAROBBIO e TERZI di andare a parlare,

rispettivamente, con GARLINI e BOMBARDINI, che ben conoscevano, per comunicare la

disponibilità a “sistemare” il risultato della partita di ritorno in ragione delle possibili rispettive

esigenze di classifica. Nelle settimane prossime all’incontro di ritorno, l’impegno preso al termine

della partita di andata formò oggetto di dibattito all’interno dello spogliatoio del SIENA - tra quelli

che volevano mantenere fede alla parola data e quelli che volevano provare a vincere il

campionato per ottenere, così, il premio promesso dalla Società in caso di ottenimento della prima

posizione in classifica - coinvolgendo anche lo staff tecnico e la dirigenza. MASTRONUNZIO, che

si disse d’accordo nel lasciare la vittoria all’ALBINOLEFFE solo nel caso in cui analogo

comportamento fosse stato tenuto anche in favore dell’Ascoli, squadra in cui aveva in precedenza

militato, venne messo, di fatto, per questa ragione, fuori rosa dall’allenatore, in quanto lo

“spogliatoio” non era disponibile a lasciare anche la vittoria all’Ascoli. Il giorno prima della

gara, POLONI, SALA e PASSONI si recarono presso l’albergo in cui il SIENA era in ritiro, per

“perfezionare” l’intesa con CAROBBIO. A quell’incontro erano presenti anche COPPOLA e

VITIELLO. CAROBBIO, definita la combine, trasferì l’informazione a GERVASONI per

consentirgli di scommettere sul risultato della gara, cosa che GERVASONI fece, unitamente a

CASSANO, ricavandone una rilevante vincita in denaro";...... e) è provato che CONTE fosse a

conoscenza della combine. CAROBBIO, sulla cui attendibiità si è già detto, riferisce che l’impegno

a lasciare la vittoria all’ALBINOLEFFE venne preso nel corso di una riunione tecnica, qualche

giorno prima dell’incontro, a cui era presente l’intero staff tecnico. Peraltro, a ulteriore conferma

che CONTE sapesse, vi è la circostanza che STELLINI ha ammesso di essere stato egli stesso a

dare incarico a CAROBBIO e TERZI, al termine della gara di andata, di andare a parlare con

GARLINI e BOMBARDINI per “sistemare” la gara di ritorno. Ed è davvero poco credibile che

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CONTE non fosse a conoscenza dell’iniziativa presa dal suo collaboratore, anche in ragione della

personalità e del ruolo che aveva all’interno della Società, ben spiegati dalla dichiarazione resa da

PERINETTI, il quale ha affermato che l’allenatore aveva un “carattere accentratore”

(dichiarazione PERINETTI dell’8.3.2012). Ipotizzare che i componenti dello staff tecnico o la

squadra prendessero decisioni a insaputa di CONTE non è oggettivamente credibile. A sostegno,

poi, dell’effettiva conoscenza da parte di CONTE dell’intesa, vi è la circostanza relativa al

calciatore MASTRONUNZIO. Secondo CAROBBIO, il compagno di squadra sarebbe stato messo

fuori rosa per non aver accettato di partecipare all’accordo. La circostanza che

MASTRONUNZIO, nelle fasi finali del campionato 2010/11, non abbia più preso parte agli

incontri, risulta per tabulas. CONTE, chiamato a fornire una spiegazione in merito al perché un

giocatore, sino ad allora titolare, non fosse stato più schierato in campo, non ha saputo dare una

risposta chiara, rimanendo nel vago. CONTE, difatti, ha affermato di “ritenere che lo stesso si

fosse infortunato, anche se non ho ricordi precisi in merito” (dichiarazione CONTE del 12.7.2012).

Risposta, questa, davvero poco credibile, per un allenatore che stava gestendo una rosa di

giocatori prossimi, in quel periodo, a raggiungere la promozione e quindi l’obiettivo di un’intera

stagione. Né appare credibile quanto sostenuto da CONTE in sede dibattimentale, e cioè di aver

comunicato a MASTRONUNZIO, prima della gara Modena-Siena, di escluderlo dalla rosa per

scarso spirito di gruppo e perché aveva rifiutato di trasferirsi ad abitare a Siena preferendo

rimanere a Empoli. È una motivazione davvero poco credibile, perché non sufficiente a far ritenere

ragionevole l’esclusione di un titolare dalla rosa, a poche giornate dal termine della stagione, e

perché, inoltre, CONTE ha dimostrato di non ricordare tali circostanze quando è stato sentito in

data 12.7.2012 Ne consegue che CONTE sia responsabile dell’addebito contestato. Ai fini della

qualificazione della fattispecie, Conte deve essere chiamato a rispondere di omessa denuncia, in

quanto agli atti è stata raggiunta solo la prova che fosse a conoscenza della combine e non che vi

abbia preso parte"..

Al proposito, questa Corte, come già più sopra anticipato, ritiene di dovere confermare la

decisione di prime cure che ha ritenuto la responsabilità del tecnico, Antonio CONTE, in relazione

all'incontro di calcio Albinoleffe-Siena del 29.5.2011.

La difesa di Conte, anche con riferimento alla predetta gara, ha fatto leva sulla intrinseca

inattendibilità di Carobbio nonché sul fatto che la versione dei fatti, fornita dallo stesso, sarebbe

stata smentita dagli altri tesserati sia del Siena che dell'Albinoleffe; tesi, quest'ultima che, a

differenza di quanto evidenziato in ordine alla partita Novara-Siena, risulta sconfessata dalla

circostanza che uno strettissimo collaboratore di Conte, il sig. Stellini ha confessato la propria

partecipazione all'illecito di cui è argomento (come noto, Stellini risulta, peraltro, coinvolto nelle

indagini penali attualmente in corso da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di

Bari con riferimento ad episodi di illecito sportivo che coinvolgerebbero la squadra del Bari con

riferimento anche ad una delle due stagioni sportive, quella 2008/2009, in cui la predetta compagine

era allenata da Conte).

Circostanza, quest'ultima, molto significativa atteso che Stellini è un fidato collaboratore di

Conte (tanto da averlo seguito in tutte le squadre in cui l'odierno appellante ha ricoperto il ruolo di

capo allenatore, compresa la Juventus dal cui staff tecnico si è dimesso solo successivamente alla

conclusione del giudizio di primo grado ed al coinvolgimento nelle indagini di Bari cui si è fatto

riferimento più sopra) e che suona come conferma del fatto che Conte fosse pienamente

consapevole dell'accordo illecito intervenuto tra gli spogliatoi delle squadre del Siena e

dell'Albinoleffe; né, al fine di pervenire ad una diversa conclusione, varrebbe sostenere che il

comportamento dello Stellini che, come sopra ricordato, fu il mandante della "ambasciata" svolta,

presso lo spogliatoio dell'Albinoleffe, da Carobbio e Terzi al termine della gara di andata, sarebbe

stato il frutto di una iniziativa autonoma del predetto tesserato; è noto, infatti, ed è stato confermato

dall'allora dirigente del Siena, Perinetti, che Conte era un vero e proprio accentratore e che,

pertanto, non era, in alcun modo, concepibile che stretti collaboratori dello stesso potessero

assumere iniziative, peraltro di notevole importanza, all'insaputa di Conte.

Le predette considerazioni, è bene evidenziarlo anche al fine di rispondere ad un rilievo

svolto sul punto dalla difesa di Conte, non devono essere intese nel senso che la responsabilità del

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predetto tesserato sarebbe fondata sulla equazione: Conte è un accentratore quindi non poteva non

sapere della combine.

Come si avrà modo di evidenziare più oltre, Conte deve rispondere di omessa denuncia

perché era pienamente consapevole dell'illecito tanto da avere posto in essere un comportamento

particolarmente significativo in proposito.

Ciò vale anche come risposta alla critica, mossa dalla difesa di Conte, ovvero che la Procura

Federale avrebbe dovuto deferire, quantomeno per omessa denuncia, tutto lo spogliatoio del Siena.

Una critica, quest’ultima, che al di là della sua ingenerosità nei confronti della Procura

Federale che ha assunto, sul punto, una posizione garantista, non coglie nel segno perché

l’eventuale deferimento di tutti i tesserati del Siena sarebbe stato affetto proprio dal vizio,

evidenziato dalla difesa di Conte, ovvero quello di configurare una responsabilità da posizione, non

ammessa da qualsivoglia ordinamento, ivi compreso quello settoriale in cui ci muoviamo.

La responsabilità di Conte, come sopra già anticipato, risulta avvalorata da una circostanza

che, sebbene sia stata presa in considerazione dalla Commissione Disciplinare Nazionale (ciò

emerge chiaramente dal passo della motivazione sopra trascritto), poteva essere diversamente

valutata, nella sua gravità, sia dalla Procura, che dai Giudici di prime cure, in modo da poter

configurare, ovviamente verificata la sussistenza dei presupposti, una fattispecie diversa e più grave

di incolpazione.

Si tratta, più precisamente, di quanto riferito dal calciatore, Carobbio Filippo, in occasione

dell'audizione davanti alla Procura Federale del 10.7.2012; il predetto tesserato ha raccontato di un

ulteriore momento in cui, all’interno della società Siena, è stato affrontato il tema dell’accordo

finalizzato a far vincere l’Albinoleffe, risalente a circa due settimane prima della data in cui era

programmata la gara in questione e, più precisamente, prima che si disputasse Ascoli Siena del 14

maggio 2011, quando, in occasione di una riunione all’interno dello spogliatoio alla presenza dei

calciatori e dell’allenatore Conte, quest’ultimo, richiamando gli accordi già avviati con i calciatori

dell’Albinoleffe in occasione della gara del girone di andata, nel mostrarsi favorevole ad agevolare

la vittoria dell’Albinoleffe, invitò i propri calciatori a confermare l’adesione o a chiamarsi fuori

dall’accordo. Fu così che l’unico a dissociarsi fu il calciatore del Siena Mastronunzio, il quale in

virtù dei suoi recenti trascorsi tra le file dell’Ascoli, avrebbe preteso che un analogo trattamento di

favore il Siena lo riservasse anche alla propria ex squadra, che avrebbe incontrato di lì a poco,

anch’essa impegnata, al pari dell’Albinoleffe, nella lotta per non retrocedere. L’allenatore Conte,

dopo aver preso atto di tale dissociazione non convocò più, da allora e fino al termine del

campionato, il Mastronunzio, sia per le rimanenti gare che per i relativi ritiri, consentendo solo che

lo stesso partecipasse agli allenamenti.

La predetta decisione (della quale, peraltro, Conte non ha fornito, in sede di audizione

davanti alla Procura Federale, motivazioni credibili, attribuendola, in un primo momento, ad un

infortunio del Mastronunzio del tutto inesistente, e, successivamente, al fatto che il predetto

calciatore non avesse dimostrato un adeguato spirito di gruppo per avere rifiutato di trasferire il

proprio domicilio da Empoli a Siena) poteva in effetti essere oggetto di valutazione anche in termini

di contributo causale idoneo e finalizzato all’alterazione della gara, efficiente rispetto all’accordo

già raggiunto mediante un’attività posta in essere fin dal termine della gara di andata.

In tal senso, non risulta altrimenti spiegabile, occorre ribadire, la decisione dell'allenatore

Conte di non convocare il calciatore Mastronunzio (uno dei giocatori maggiormente impiegati nel

Campionato avendo totalizzato, fino al momento della sua vera e propria esclusione dalla "rosa

della squadra", ben 34 presenze, condite dalla segnatura di 9 reti) neanche tra le riserve, per le

ultime gare della stagione.

Ed invero, il mancato impiego del calciatore Mastronunzio, che aveva espressamente

rappresentato la propria contrarietà ad agevolare la vittoria della squadra dell'Albinoleffe,

costituisce, quantomeno potenzialmente, un possibile contributo causale idoneo e finalizzato ad

assicurare l’effettiva alterazione del risultato, atteso che se, il predetto calciatore fosse stato

convocato, avrebbe avuto la possibilità di determinare un risultato dell’incontro diverso rispetto a

quanto illecitamente concordato (anzi preordinato risalendo i primi abboccamenti addirittura al

momento della gara di andata) dai tesserati delle Società SIENA e ALBINOLEFFE.

13

Una possibilità, quella sopra evidenziata, peraltro per nulla peregrina, atteso che il calciatore

Mastronunzio (si badi, soggetto condannato, in via definitiva, per illecito sportivo nel precedente

giudizio svoltosi davanti agli Organi di Giustizia Sportiva con riferimento al c.d. "secondo filone di

Cremona") aveva chiaramente espresso la propria contrarietà rispetto alla decisione dello

spogliatoio del Siena, di fare vincere l'Albinoleffe, ovvero una squadra impegnata nella lotta per

non retrocedere in Lega Pro con l'Ascoli (squadra nella quale il Mastronunzio aveva militato in

passato).

Né le sintetiche argomentazioni formulate al riguardo dalla difesa di Conte in sede

dibattimentale sono in grado di scalfire con certezza la possibile impalcatura ermeneutica in ordine

alle circostanze appena richiamate. Infatti, circa il predetto episodio, la difesa si è limitata a cercare

di dimostrare che l’esclusione del calciatore Mastronunzio sarebbe avvenuta per motivi tecnici; si

tratta della terza spiegazione che, nel corso del presente procedimento, è stata fornita della predetta

esclusione, dopo quelle dell'infortunio e dello scarso spirito di gruppo dimostrato dal calciatore

sopra nominato; peraltro, questa Corte non intende mettere in discussione che Mastronunzio non

fosse più titolare dalla 27^ giornata di campionato quanto, invece, il fatto che, dopo la riunione

tecnica, svoltasi prima di Ascoli-Siena, nella quale Mastronunzio aveva espresso la propria

contrarietà di lasciare la vittoria all'Albinoleffe, il predetto calciatore sia stato messo fuori rosa.

Alla luce di quanto sopra, è evidente che la condotta tenuta dal sig. CONTE Antonio, con

riferimento all'incontro di calcio ALBINOLEFFE-SIENA dell'1.5.2011, vada ad integrare

quantomeno, nel rispetto dell’iter procedimentale accusatorio definitivamente adottato, la

violazione dell’art. 7, comma 7, del C.G.S..

In ordine alla quantificazione della sanzione, si ritiene che il proscioglimento da uno dei due

addebiti contestati non consenta, comunque, di ridurre la stessa rispetto alle statuizioni sul punto

della C.D.N., attesa la evidenziata particolare gravità del comportamento, nei fatti sicuramente

quantomeno omissivo, tenuto dal sig. Conte con riferimento all'incontro di calcio Albinoleffe-Siena.

La C.G.F. in parziale riforma della decisione impugnata, proscioglie il sig. Conte Antonio in

relazione all’incolpazione relativa alla gara Novara/Siena dell’1.5.2011 e, rideterminando la

sanzione, infligge la squalifica di mesi 10 in relazione alla gara Albinoleffe/Siena del 29.5.2011.

Dispone restituirsi la tassa reclamo.

IL PRESIDENTE

Gerardo Mastrandrea

Pubblicato in Roma il 23 agosto 2012

IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE FEDERALE

Antonio Di Sebastiano Giancarlo Abete

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Letta così appare ben fondata, anche se non ho capito se gli altri soggetti coinvolti sono stati o meno squalificati e con quali pene.

Una sola cosa non mi è chiara dall'inizio: ma che c'azzecca il termine "calcio-scommesse" con questo reato e con questo processo?

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Una sola cosa non mi è chiara dall'inizio: ma che c'azzecca il termine "calcio-scommesse" con questo reato e con questo processo?

2137318[/snapback]

 

La partita sarebbe stata accomodata per motivi di classifica. Però, visto che se stavano, quelli che ne erano al corrente c'hanno scommesso sopra/hanno venduto le informazioni agli scommettitori

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Editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi :)

Onore ad un vero tifoso :) Grazie

purtroppo il capì non se compra...

 

L’ostile Juventus

 

di Marco Travaglio

 

Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino - il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli - ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello - fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea - è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “tifosi” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?). Se invece gli juventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi i gradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia è fatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Era tutt’altro che una mammoletta. Ma quando Boniperti usava Moggi come osservatore, non lo faceva entrare in sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” e mai l’avrebbe promosso non dico direttore generale, ma nemmeno magazziniere. Quando, nel 1980, la società fu coinvolta nello scandalo scommesse per un famigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola parola dell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino al vicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organi inquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasi tutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli, Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare i magistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorino serenamente e tranquillamente. Gli scandali è sempre bene che vengano a galla. Ritengo importante che si faccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo alle mezze misure. In certe situazioni è determinante la chiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificati alcuni episodi non corretti di commistione con il sistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensare che le indagini della magistratura siano parte di un complotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: era pura ipocrisia. Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella. Domani inizia un campionato turbolento che, complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenze e intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann, che sarebbe molto opportuna qualche parola distensiva dal club campione d’Italia, magari mutuata da quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono “lavorare serenamente e tranquillamente”, sugli scandali che “è sempre bene che vengano a galla” senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze che non sono “complotti od oscure manovre”? Se il Suo focoso cugino è in grado di pronunciarle, queste parole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso di metterlo in condizione di non fare altri danni alla fu Juventus. Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poi impari come sta al mondo un Agnelli.

Il caimano ha fatto scuola,anche la giustizia sportiva è un verminaio di toghe rosse,e per di più antijuventine.

Dopo il metodo marchionne,senza sindacati s'intende,ci vorrebbe la giustizia fai da te,dove il piccolo diavolo Lecce può andare alla malora in lega Pro,ma i potenti non si toccano....

Non sono bastati i giocatori Bonucci e Pepe prosciolti,l'assoluzione doveva essere piena,sennò che far west è questo??

Tanto più che il suo mestiere lo potrà interpretare tutta la settimana durante gli allenamenti,potrà impartire ordini dalla tribuna,anche se non sarebbe consentito,ma si può aggirare in mille modi.

Gli girano le balle solo per una questione d'immagine,ma se ha deciso di patteggiare qualche settimana fa e se ne lamenta incazzato nero adesso,o ci fa? o ci è?

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di Marco Travaglio

 

Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino - il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli - ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello - fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea - è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “tifosi” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?). Se invece gli juventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi i gradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia è fatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Era tutt’altro che una mammoletta. Ma quando Boniperti usava Moggi come osservatore, non lo faceva entrare in sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” e mai l’avrebbe promosso non dico direttore generale, ma nemmeno magazziniere. Quando, nel 1980, la società fu coinvolta nello scandalo scommesse per un famigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola parola dell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino al vicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organi inquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasi tutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli, Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare i magistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorino serenamente e tranquillamente. Gli scandali è sempre bene che vengano a galla. Ritengo importante che si faccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo alle mezze misure. In certe situazioni è determinante la chiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificati alcuni episodi non corretti di commistione con il sistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensare che le indagini della magistratura siano parte di un complotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: era pura ipocrisia. Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella. Domani inizia un campionato turbolento che, complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenze e intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann, che sarebbe molto opportuna qualche parola distensiva dal club campione d’Italia, magari mutuata da quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono “lavorare serenamente e tranquillamente”, sugli scandali che “è sempre bene che vengano a galla” senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze che non sono “complotti od oscure manovre”? Se il Suo focoso cugino è in grado di pronunciarle, queste parole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso di metterlo in condizione di non fare altri danni alla fu Juventus. Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poi impari come sta al mondo un Agnelli.

Il caimano ha fatto scuola,anche la giustizia sportiva è un verminaio di toghe rosse,e per di più antijuventine.

Dopo il metodo marchionne,senza sindacati s'intende,ci vorrebbe la giustizia fai da te,dove il piccolo diavolo Lecce può andare alla malora in lega Pro,ma i potenti non si toccano....

Non sono bastati i giocatori Bonucci e Pepe prosciolti,l'assoluzione doveva essere piena,sennò che far west è questo??

Tanto più che il suo mestiere lo potrà interpretare tutta la settimana durante gli allenamenti,potrà impartire ordini dalla tribuna,anche se non sarebbe consentito,ma si può aggirare in mille modi.

Gli girano le balle solo per una questione d'immagine,ma se ha deciso di patteggiare qualche settimana fa e se ne lamenta incazzato nero adesso,o ci fa? o ci è?

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Concordo con la linea Travaglio circa un minimo di decenza da tenere da parte della dirigenza.

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Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino - il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli - ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello - fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea - è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “tifosi” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?). Se invece gli juventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi i gradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia è fatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Era tutt’altro che una mammoletta. Ma quando Boniperti usava Moggi come osservatore, non lo faceva entrare in sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” e mai l’avrebbe promosso non dico direttore generale, ma nemmeno magazziniere. Quando, nel 1980, la società fu coinvolta nello scandalo scommesse per un famigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola parola dell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino al vicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organi inquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasi tutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli, Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare i magistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorino serenamente e tranquillamente. Gli scandali è sempre bene che vengano a galla. Ritengo importante che si faccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo alle mezze misure. In certe situazioni è determinante la chiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificati alcuni episodi non corretti di commistione con il sistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensare che le indagini della magistratura siano parte di un complotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: era pura ipocrisia. Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella. Domani inizia un campionato turbolento che, complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenze e intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann, che sarebbe molto opportuna qualche parola distensiva dal club campione d’Italia, magari mutuata da quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono “lavorare serenamente e tranquillamente”, sugli scandali che “è sempre bene che vengano a galla” senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze che non sono “complotti od oscure manovre”? Se il Suo focoso cugino è in grado di pronunciarle, queste parole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso di metterlo in condizione di non fare altri danni alla fu Juventus. Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poi impari come sta al mondo un Agnelli.

Il caimano ha fatto scuola,anche la giustizia sportiva è un verminaio di toghe rosse,e per di più antijuventine.

Dopo il metodo marchionne,senza sindacati s'intende,ci vorrebbe la giustizia fai da te,dove il piccolo diavolo Lecce può andare alla malora in lega Pro,ma i potenti non si toccano....

Non sono bastati i giocatori Bonucci e Pepe prosciolti,l'assoluzione doveva essere piena,sennò che far west è questo??

Tanto più che il suo mestiere lo potrà interpretare tutta la settimana durante gli allenamenti,potrà impartire ordini dalla tribuna,anche se non sarebbe consentito,ma si può aggirare in mille modi.

Gli girano le balle solo per una questione d'immagine,ma se ha deciso di patteggiare qualche settimana fa e se ne lamenta incazzato nero adesso,o ci fa? o ci è?

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;)

Modificato da C'MONNE FERE

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non fa una piega, nonostante travaglio lo sopporto peggio che una zambata su li cojioni

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ma mica per niente Toscà.. io non ce l'ho con nessuno e neanche voglio passà per antipatico, anzi me ce dispiace pure... però qui il pallone per me non c'entra un cazzo..

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non fa una piega, nonostante travaglio lo sopporto peggio che una zambata su li cojioni

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ma mica per niente Toscà.. io non ce l'ho con nessuno e neanche voglio passà per antipatico, anzi me ce dispiace pure... però qui il pallone per me non c'entra un cazzo..

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la penso identica e precisa.

basta cacciasse li paraocchi

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Editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi :)

Onore ad un vero tifoso :) Grazie

purtroppo il capì non se compra...

 

L’ostile Juventus

 

di Marco Travaglio

 

Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino - il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli - ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello - fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea - è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “tifosi” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?). Se invece gli juventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi i gradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia è fatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Era tutt’altro che una mammoletta. Ma quando Boniperti usava Moggi come osservatore, non lo faceva entrare in sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” e mai l’avrebbe promosso non dico direttore generale, ma nemmeno magazziniere. Quando, nel 1980, la società fu coinvolta nello scandalo scommesse per un famigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola parola dell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino al vicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organi inquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasi tutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli, Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare i magistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorino serenamente e tranquillamente. Gli scandali è sempre bene che vengano a galla. Ritengo importante che si faccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo alle mezze misure. In certe situazioni è determinante la chiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificati alcuni episodi non corretti di commistione con il sistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensare che le indagini della magistratura siano parte di un complotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: era pura ipocrisia. Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella. Domani inizia un campionato turbolento che, complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenze e intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann, che sarebbe molto opportuna qualche parola distensiva dal club campione d’Italia, magari mutuata da quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono “lavorare serenamente e tranquillamente”, sugli scandali che “è sempre bene che vengano a galla” senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze che non sono “complotti od oscure manovre”? Se il Suo focoso cugino è in grado di pronunciarle, queste parole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso di metterlo in condizione di non fare altri danni alla fu Juventus. Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poi impari come sta al mondo un Agnelli.

Il caimano ha fatto scuola,anche la giustizia sportiva è un verminaio di toghe rosse,e per di più antijuventine.

Dopo il metodo marchionne,senza sindacati s'intende,ci vorrebbe la giustizia fai da te,dove il piccolo diavolo Lecce può andare alla malora in lega Pro,ma i potenti non si toccano....

Non sono bastati i giocatori Bonucci e Pepe prosciolti,l'assoluzione doveva essere piena,sennò che far west è questo??

Tanto più che il suo mestiere lo potrà interpretare tutta la settimana durante gli allenamenti,potrà impartire ordini dalla tribuna,anche se non sarebbe consentito,ma si può aggirare in mille modi.

Gli girano le balle solo per una questione d'immagine,ma se ha deciso di patteggiare qualche settimana fa e se ne lamenta incazzato nero adesso,o ci fa? o ci è?

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va bene, ma mi dà urto il maiuscolo quando parla travaglio. :)

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voglio jovetic

 

ciuffo puttana

io per amore

te per la grana  :D

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fatte un collare pe lu cane

Modificato da cesenticerqua

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'CACCIA ALL'UOMO' - "Carrera si è inventato tutto, avrà visto un'altra partita. Loro hanno fatto tanti falli da giallo, ma mai dati. Dal primo all'ultimo minuto, c'è stato un comportamento iniquo. 'Quel signore lì' si può inventare quello che vuole. Noi non siamo quelli che si lamentano e che fanno polemica. Le regole vanno applicate e con la Juventus c'è stata iniquità".

 

:lol::lol::lol::lol:

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Prima vedevo su Sky le immagini di Europa League di ieri sera della Lazio... Mauri con la fascia da capitano... Quando la mise Bonucci ( prosciolto) ci fu tipo un mezzo scandalo su tutti i giornali compresi alcuni utensili qua dentro.. Adesso ? Tutto finito o davvero le notizie della Juve riempiono e fanno vendere i giornali?

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Prima vedevo su Sky le immagini di Europa League di ieri sera della Lazio... Mauri con la fascia da capitano... Quando la mise Bonucci ( prosciolto) ci fu tipo un mezzo scandalo su tutti i giornali compresi alcuni utensili qua dentro.. Adesso ? Tutto finito o davvero le notizie della Juve riempiono e fanno vendere i giornali?

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che è una novità?

ma è anche normale,

anche il madrid in spagna è la squadra più odiata dai tifosi avversari,

è fisiologico quando vinci tanto.

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Prima vedevo su Sky le immagini di Europa League di ieri sera della Lazio... Mauri con la fascia da capitano... Quando la mise Bonucci ( prosciolto) ci fu tipo un mezzo scandalo su tutti i giornali compresi alcuni utensili qua dentro.. Adesso ? Tutto finito o davvero le notizie della Juve riempiono e fanno vendere i giornali?

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Mauri non è stato ancvora manco processato, daje tempo no? E poi Mauri mica è stato portato all'Europeo....

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E' stato solo in galera na settimana... :lol:

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Carrera continua ad augure ad allenatori di vincere quello che ha vinto lui ... Ma da allenatore che ha vinto ?

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ha detto: auguro a mazzarri di vincere da allenatore quello che io ho vinto da calciatore

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Carrera continua ad augure ad allenatori di vincere quello che ha vinto lui ... Ma da allenatore che ha vinto ?

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ha detto: auguro a mazzarri di vincere da allenatore quello che io ho vinto da calciatore

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manco l'avrebbe trattato male a simpatia mazzarri

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Prima vedevo su Sky le immagini di Europa League di ieri sera della Lazio... Mauri con la fascia da capitano... Quando la mise Bonucci ( prosciolto) ci fu tipo un mezzo scandalo su tutti i giornali compresi alcuni utensili qua dentro.. Adesso ? Tutto finito o davvero le notizie della Juve riempiono e fanno vendere i giornali?

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la lazio non c'ha mai avuto sti problemi, storicamente.

lo stile non è mai stato una loro prerogativa.

dal primo scandalo scommesse in poi ce sò sempre stati dentro con mani e piedi, quindi quello della fascia a mauri è l'ultimo dei problemi :D

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Questo dice così:

l'avvocato Calabrò, che chi è non lo so :D

 

«Innanzitutto i giudici ci tengono a specificare che non hanno condannato Conte per AlbinoLeffe-Siena (l’unica partita contestata a Conte, visto il proscioglimento su Novara-Siena, ndr ) solo sulla base del “non poteva non sapere”, ma dicono di aver riscontri oggettivi. Quali sono? Il primo è che Conte è un accentratore e quindi non poteva sfuggirgli il comportamento scorretto di Stellini. Ma come accentratore? Cosa significa? Anche io sono un accentratore sul lavoro perché mi piace controllarne ogni aspetto, ma questo non vuol dire che io debba o possa sapere se un cancelliere commette un qualche reato. E poi c’è la questione Mastronunzio (che trattiamo ampiamente a lato, ndr ) che è clamorosa. I giudici scrivono che Conte l’avrebbe escluso, lui che era un titolare fisso, perché non era d’accordo a combinare la gara con l’AlbinoLeffe, in quanto avrebbe voluto “regalare” i punti anche all’Ascoli, squadra a cui era legato. E qui è tutto sbagliato: Mastronunzio non era titolare, era infortunato ed è stato un simbolo dell’Ancona, in rapporti tutt’altro che amichevoli con l’Ascoli! Siamo all’inversione della realtà».

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Questo dice così:

l'avvocato Calabrò, che chi è non lo so  :D

 

«Innanzitutto i giudici ci tengono a specificare che non hanno condannato Conte per AlbinoLeffe-Siena (l’unica partita contestata a Conte, visto il proscioglimento su Novara-Siena, ndr ) solo sulla base del “non poteva non sapere”, ma dicono di aver riscontri oggettivi. Quali sono? Il primo è che Conte è un accentratore e quindi non poteva sfuggirgli il comportamento scorretto di Stellini. Ma come accentratore? Cosa significa? Anche io sono un accentratore sul lavoro perché mi piace controllarne ogni aspetto, ma questo non vuol dire che io debba o possa sapere se un cancelliere commette un qualche reato. E poi c’è la questione Mastronunzio (che trattiamo ampiamente a lato, ndr ) che è clamorosa. I giudici scrivono che Conte l’avrebbe escluso, lui che era un titolare fisso, perché non era d’accordo a combinare la gara con l’AlbinoLeffe, in quanto avrebbe voluto “regalare” i punti anche all’Ascoli, squadra a cui era legato. E qui è tutto sbagliato: Mastronunzio non era titolare, era infortunato ed è stato un simbolo dell’Ancona, in rapporti tutt’altro che amichevoli con l’Ascoli! Siamo all’inversione della realtà».

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non vorrei che fosse il giudice calabrò.

quello juventino che andava a strillare da biscardi insieme a quell'andri sonati.

spero de no, sennò se po pure cancellà :lol:

p.s.: berlusconi non poteva non sapere.....

Modificato da tosculu

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