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Chiusa la curva dell'atalanta

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roma milano taranto lasciamo tutto normale? ma tu fà ke era successo a milano kiudevano la nord o la sud?

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a roma perchè la partita non è stata fatta iniziare,se non era stata fatta inizia pure a bergamo nn succedeva un cazzo

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roma milano taranto lasciamo tutto normale? ma tu fà ke era successo a milano kiudevano la nord o la sud?

1220929[/snapback]

 

 

al Taranto j'hanno dato partita persa a tavolino e 4 giornate a porte chiuse. Me pare addirittura più duro di quanto dato all'Atalanta, guarda. A Bergamo sarà chiusa solo la curva, e non tutto lo stadio.

All'Inter hanno chiuso un settore della curva per uno strisicone contro i napoletani... per cui non me pare proprio che ce siano annati con i guanti di velluto.

 

A Roma i casini sono successi fuori dallo stadio e pertanto la responsabilità oggettiva non può essere applicata.

1220933[/snapback]

 

 

Scusa e cos han fatto ibn meno di noi quelli del taranto??

a quanto han trasmesso le televisioni han sfondato anche loro un vetro ed han pure invaso il campo...

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va bè daje si è come dici tu è colpa degli ultras ke hanno fatto tutti sti danni parlamo come i giornalisti cosi ce capimo tutti la gente ce crede

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Per me è una punizione assurda.

Mi spiace, ma io i motivi di questa sanzione non li vedo.

Io continuo a pensare che se i bergamaschi avessero voluto far del semplice casino, nel dopo match potevano mettere a ferro e fuoco la città.

Hanno solo rotto una vetrata in plexiglass, e peraltro lo hanno fatto in 4.

Il concetto di punizione esemplare non mi piace granchè.

Da che civiltà è civiltà le sanzioni sono commisurate al reato.

Non è che se io rubo 100 € di merce alla Coop mi becco 30 anni di galera, e meno male che è così...

1220868[/snapback]

 

quoto...

 

tra l'altro credo sia giunto il momento di cominciare a dialogare con gli ultras, non di cercare il muro contro muro...

 

ma magari probabilmente mi sbaglierò e in seguito a questa punizione esemplaregli ultras diventeranno più buoni e lo scontro con le forze dell'ordine saranno solo un brutto ricordo....

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Il resto dello stadio dissentiva da quello che stavano facendo la curva (detto da testimoni presenti allo stadio quel giorno)

Il presidente, l'allenatore e i giocatori hanno preso le distanze dai violenti che hanno fatto mettere sotto accusa tutta la curva.

Se io spacco una vetrata di una banca perchè il direttore non vuole darmi ascolto non me la passo certo liscia

......non capisco il perchè di tale indignazione verso la squalifica. Gli errori come li deve pagare il poliziotto, li devono pagare anche i tifosi.

Cerchiamo e vogliamo tutti giustizia, bisogna volerla a 360°

1220659[/snapback]

 

 

fateme capì, che v'aspettavate?

 

che je dicevano bravi, rifatelo quando volete?

 

io proprio non capisco come ragionate.....

1220661[/snapback]

 

quoto entrambi :clap::clap::clap:

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1220868[/snapback]

 

ma magari probabilmente mi sbaglierò e in seguito a questa punizione esemplaregli ultras diventeranno più buoni e lo scontro con le forze dell'ordine saranno solo un brutto ricordo....

1220977[/snapback]

 

 

si e lallero

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se ti riferivi a me...ovviamente ero ironico....

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Il resto dello stadio dissentiva da quello che stavano facendo la curva (detto da testimoni presenti allo stadio quel giorno)

Il presidente, l'allenatore e i giocatori hanno preso le distanze dai violenti che hanno fatto mettere sotto accusa tutta la curva.

Se io spacco una vetrata di una banca perchè il direttore non vuole darmi ascolto non me la passo certo liscia

......non capisco il perchè di tale indignazione verso la squalifica. Gli errori come li deve pagare il poliziotto, li devono pagare anche i tifosi.

Cerchiamo e vogliamo tutti giustizia, bisogna volerla a 360°

1220659[/snapback]

Sicuramente la curva dell'Atalanta è un capro espiatorio delle discutibili decisioni di questo fatidico Osservatorio. Non ho capito in base a che cosa decidono le pene.

 

Su un fatto però sono daccordo: dove sta scritto che la curva degli ultras debba decidere per tutto lo stadio? Il tifoso degli altri settori non può essere padrone di essere distante dai valori degli ultras?

Ma soprattutto una cosa: dei gruppi ultras quanti sono ultras veri(che meritano rispetto perchè hanno cmq dei valori più o meno condivisibili ) e quanti sono delinquentelli senza coglioni che si nascondono sotto le breghe di mamma curva?

Modificato da fogueres

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che ne pensate?

1220549[/snapback]

 

 

penso che le curve sono oggetto di punizione indiscriminata (della serie do cojo cojo), e cosa più grave non solo da parte della giustizia sportiva.....................tutto questo mi ricorda leggi speciali di antica memoria che sono sempre una sconfitta dello stato di diritto. Se neppure il biglietto nominale i tornelli le telecamere ecc ecc sono in grado di far individuare i singoli responsabili degli eccessi, che innegabilmente a volte ci sono che cazzo li hanno introdotti a fare? E non mi si dica che la situazione necessita di provvedimenti speciali, visto che allora basterebbe chiudere tutto sto baraccone marcio chiamato calcio e il problema lo risolvi subito. In Italia fa paura tutto quello che aggrega e fa controcultura e il mondo ultras, /B]]condivisibile o meno, questo ha fatto per anni sostituendosi alla politica, alla religione ecc ecc. Adesso con la classica soluzione all'italiana si trovano i capri espiatori.

E tutti vissero felici e contenti.

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A prescindere dalla durezza e dall' opportunità della punizione, mi chiedo : lo stadio di Bergamo ha due curve. Che succede se gli ultras vanno in massa a seguire le partite dalla parte opposta VICINO ai tifosi avversari ?

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va bè daje si è come dici tu è colpa degli ultras ke hanno fatto tutti sti danni parlamo come i giornalisti cosi ce capimo tutti la gente ce crede

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scusa, solo per capire, la colpa di chi sarebbe?

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A prescindere dalla durezza e dall' opportunità della punizione, mi chiedo : lo stadio di Bergamo ha due curve. Che succede se gli ultras vanno in massa a seguire le partite dalla parte opposta VICINO ai tifosi avversari ?

1221175[/snapback]

 

In sud cè già un gruppo i Forever Atalanta, che nonostante tutto son un bel gruppo da ammirare..

Cmq quelli della nord ora nn possono andare in sud, per lo meno quelli che hanno l'abbonamento in nord..

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Allora, io ho letto l'articolo di Repubblica.

A parte alcune imprecisioni su cui sorvolerei, non dice cose sbagliate.

Il problema - ed è chiaro che esprimo un'opinione e non pretendo di avere verità in tasca - sta nel fatto che questo articolo - come un po' tutti quelli che vengono scritti su questo argomento - riflettono una posizione di fondo dei giornalisti che io non condivido: la considerazione delle curve e degli ultras come spazi e persone "diverse", "altre" rispetto alla nostra società.

I ragazzi e le ragazze di Bergamo sono persone NORMALI.

Sono quelle stesse persone che incontriamo all'Università dove prendono 30 agli esami (o dove prendono un misero 18), sono gli stessi ragazzi che incontriamo a lavorare in fabbrica, che ci fanno da infermieri quando siamo ricoverati in ospedale, che ci riparano i tubi dell'acqua in casa, che ci compilano il 740 e così via.

E sono le stesse persone che piangono quando muore un loro parente, quando il/la partner li lascia e se ne va.

E che si emozionano come bambinetti quando vanno a misurarsi l'abito da sposa (e qui a qualcuna fischieranno le orecchie. :P Sei ancora in tempo, ripensaci! :lol: ).

Quello che io vorrei dire è che le curve sono lo specchio della nostra società.

Certo, uno specchio un po' deformato, con delle peculiarità da tenere in assoluta considerazione, ma comunque sono parte del mondo in cui viviamo, non sono "altro".

Quando leggo le descrizioni che il giornalista fa dei ragazzi del Covo, francamente rido.

Lui forse pensa di indicare elementi unici, non visibili altrove, ma non si è accorto che se entra in qualsiasi altro pub o qualsiasi discoteca trova le stesse persone con lo stesso look.

E rido ancora di più quando lo stesso giornalista osserva l'incoerenza di persone che sono pronte a menare le mani e che allo stesso tempo organizzano raccolte fondi per il Rwanda, come se le due cose fossero inconciliabili.

Sfugge evidentemente al giornalista il fatto elementare che in ogni uomo (e quindi in ogni insieme sociale) c'è un mix di bene e di male, di contraddizioni solo apparentemente insanabili, di nobile e di pessimo.

Qualsiasi grande medico salva vite umane ogni giorno, ma per una visita privata esige uno sproposito e, non emettendo fattura, non paga le tasse e danneggia ancora una volta i ceti più poveri.

Non è anche questo un mix di bene e di male?

Come mai il giornalista non se ne accorge?

Forse perchè pensa che il male sia solo qualcosa di animalesco e considera gli ultras delle bestie, e non degli esseri umani come tutti, con pregi e difetti.

Mentre il medico, borghese, è comunque un uomo e quindi è solo rettitudine e umanità.

L'elemento di diversità che è presente nelle curve è la perdita delle inibizioni sociali da parte di chi le frequenta.

Salta quella sovrastruttura comportamentale che ci impone la nostra società.

Le curve sono spazi in cui vigono gerarchie diverse rispetto a quelle quotidiane, c'è un cameratismo maggiore, un solidarismo accentuato, il potere si conquista attraverso le azioni e l'auctoritas e non con i meccanismi usuali che vediamo nel nostro vivere "normale".

Ma al di là di questo elemento originale (condivisibile o meno), nulla di diverso esiste tra curve e società quotidiane.

Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

Io non condivido che gli ultras devastino gli autogrill, lo trovo un atto da barbari incivili perchè non è rubando 50 pacchi di biscotti del Mulno Bianco che si dimostra di essere uomini.

Tuttavia è più delinquente un ultras che fa questo o Francesco De Lorenzo e Danilo Poggiolini che intascarono miliardi per mettere in commercio farmaci antitumorali provatamente inefficaci (uccidendo centinaia di persone affette da cancro)?

E' più delinquente chi urla "Brescia merda" o Callisto Tanzi che mette sul lastrico migliaia di famiglie rubandogli i risparmi di una vita?

Con questo non voglio minimizzare le colpe ed i limiti degli ultras, ma solo dire che non sono loro il male assoluto della società, così come non lo sono i migranti, i rom e similari.

Il male della società sta ad esempio nelle politiche della Banca Mondiale e dell'Fmi che affamano tutti i paesi poveri e che si pongono come obiettivo lo smantellamento delle misure di protezione sociale in tutto il mondo, Italia compresa.

Chi fa più danni?

Il rom che ruba un portafoglio oppure l'FMI che impone politiche di flessibilità lavorativa assurda ed impedisce a TUTTI noi (e quando dico TUTTI, intendo anche noi italiani) di avere un lavoro stabile, un trattamento economico degno di rispetto, la possibilità reale di farsi una famiglia, costruirsi una casa e così via?

Chi ha comprato "la Repubblica" ieri si è trovato la sparata sugli ultras e poi, ben nascosta all'interno un'intervista a Roberto Saviano (un uomo cui in ogni piazza dovrebbe essere eretto un monumento).

Saviano diceva che i camorristi hanno tutto l'interesse a far sì che nei luoghi da loro controllati ci sia molta delinquenza spicciola, perchè così l'attenzione popolare e delle forze dell'ordine si concentra su di essa (sui rubagalline, insomma) e lascia agire indisturbati i capo-clan, che così portano avanti tranquillamente i loro lucrosissimi affari.

Lo stesso accade (certo involontariamente) nella società.

I media (tranne alcune nobilissime eccezioni) si occupano dei rubagalline e non hanno il coraggio di denunciare i VERI deliquenti, e l'opinione pubblica, stordita da tanto clamore, abbocca.

Io continuo a non capire cosa ci sia di violento e delinquenziale nei fatti di Bergamo.

Dei ragazzi hanno spaccato un vetro di plastica.

Costo: 200 € (ci vado largo).

Perchè lo hanno fatto?

Perchè non avevano un cazzo da fare?

No.

Lo hanno fatto perchè era morto un ragazzo e volevano che il mondo del calcio si fermasse. Volevano celebrare un lutto.

Se avessero voluto fare i delinquenti, nel dopopartita avrebbero fatto cose turche, distrutto mezza città, assaltato la Polizia.

Invece son tornati a casa tranquilli (alcuni sono andati al corteo di Milano).

Che piaccia o no, loro hanno agito per una spinta MORALE, non per visibilità (quello è successo a Roma in serata) e per me la loro rimane un'azione eccezionale, lodevolissima.

Hanno fatto vedere che la morte conta più del pallone, almeno per loro.

Non accolgo le opinioni di chi dice che loro non sono nessuno per decidere di fermare una partita e che dai distinti tutti fischiavano la Nord (aggiungo che l'immagine del bimbo che piange trasmessa da tutte le tv è qualcosa di vergognoso, una criminalizzazione della Nord fatta da persone senza etica, da terroristi prezzolati dell'informazione che vogliono solo suscitare sensazioni strumentali e non informare. Peraltro, chi ci dice che il bimbo piangeva per quello e non per altre ragioni?).

Innanzitutto, non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione (è politicamente scorretto affermarlo, ma ciò non vuol dire che non sia vero).

Poi mi pare sbagliato dare ragione a chi si è incazzato perchè aveva pagato 20 € di biglietto.

Le ragioni di queste persone credo siano meno legittime di chi crede che, con un morto, sia opportuno sospendere lo show mediatico.

Aggiungo anche che l'operato di Ruggeri non è nobilissimo.

Tutta questa presa di distanza dagli ultras lui (a mio avviso) l'ha fatta per non farsi chiudere lo stadio e non rimetterci con gli incassi.

Mi spiace dirlo, ma la nobiltà delle posizioni di certe persone esiste solo nella testa di uomini ingenui.

Se Ruggeri e gli altri presidenti avessero alzato la voce, lo show sarebbe stato fermato e nulla sarebbe successo.

E, ragionando come loro, forse non ci avrebbero rimesso un centesimo.

Chi è causa del suo mal pianga sè stesso e non venga a dare lezioni alla Nord, perchè non mi pare proprio il caso.

E non si preoccupi solo del fatto che Atalanta-Milan si potrà recuperare solo a maggio. Sono loro che hanno voluto un calendario così fitto, sono loro che vogliono monetizzare tutto e pretendono che anche la morte ed il lutto siano secondari a tutto ciò.

Naturalmente, la colpa non è solo dei presidenti, ma anche e soprattutto di Amato e Manganelli, i quali hanno voluto mostrare il pugno di ferro ed hanno invece fatto vedere al mondo intero che farebbero bene a cambiare mestiere.

Pare non volessero equiparare la morte di Raciti a quella di Sandri, come se uno fosse un uomo e l'altro un topo di fogna.

Per di più: certo che le colpe degli ultras del Catania nella morte di Raciti sono innegabili e vanno condannate con vigore estremo, ma ancora non si è capito chi abbia materialmente ucciso il poliziotto.

Alcuni dicono che sia stato un tragico errore di un collega che lo avrebbe investito con la camionetta.

Ancora: poniamo caso che domenica non fosse stato un poliziotto ad uccidere un tifoso, ma fosse avvenuto il contrario.

Avreste avuto idea di quante cariche immotivate avrebbero fatto le forze dell'ordine contro gli ultrà?

Cariche a scopo puramente vendicativo, ovvio.

Lungi da me santificare il tifo organizzato (anzi...) ma con questo voglio dire che le logiche repressive attualmente in vigore non risolvono i problemi, semmai li esasperano.

Quando inizieremo a considerare gli ultras come parte della nostra società (ed anche come parte dell'umanità), forse inizierà un dialogo.

Per ora il dialogo non c'è, e la colpa non è solo dei tifosi.

Infine, un invito al giornalista de "la Repubblica".

Vada più spesso in curva.

Vedrebbe che ci sono uomini e donne come lui, con pregi e difetti.

Non sono esseri umani di Serie B o sbandati o emarginati, ma cittadini come lui.

Forse capirebbe tante cose che per adesso gli sfuggono.

Modificato da Hlvs

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I ragazzi e le ragazze di Bergamo sono persone NORMALI.

1221231[/snapback]

 

 

Su sta frase NORMALI bha ho tanti dubbi :lol: io non son NORMALE :lol::lol:

 

sul resto entri in msn e mi fai un riassunto?? :D

anche perchè devo chiderti su un altra frase sott intesa :lol:

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Finalemnte dopo mezzora son riuscita a leggerlo tutto :D

 

Cmq ha parti gli scherzi..non cè nulla da dire ma una semplice verità, nella socirtà d'oggi son più importanti i soldi che la morte di un ragazzo, e soprattutto preferiscono far la falsa informazione piuttosto che dir la verità ed ammettere solo per una volta di aver sbagliato.

 

Il fatto del bambino se facevano un inquadratura più generale bhe molte persone piangevano visto il fitto lancio di lacrimogeni.

 

Brao Saverio.

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Allora, io ho letto l'articolo di Repubblica.

A parte alcune imprecisioni su cui sorvolerei, non dice cose sbagliate.

Il problema - ed è chiaro che esprimo un'opinione e non pretendo di avere verità in tasca - sta nel fatto che questo articolo - come un po' tutti quelli che vengono scritti su questo argomento - riflettono una posizione di fondo dei giornalisti che io non condivido: la considerazione delle curve e degli ultras come spazi e persone "diverse", "altre" rispetto alla nostra società.

I ragazzi e le ragazze di Bergamo sono persone NORMALI.

Sono quelle stesse persone che incontriamo all'Università dove prendono 30 agli esami (o dove prendono un misero 18), sono gli stessi ragazzi che incontriamo a lavorare in fabbrica, che ci fanno da infermieri quando siamo ricoverati in ospedale, che ci riparano i tubi dell'acqua in casa, che ci compilano il 740 e così via.

E sono le stesse persone che piangono quando muore un loro parente, quando il/la partner li lascia e se ne va.

E che si emozionano come bambinetti quando vanno a misurarsi l'abito da sposa (e qui a qualcuna fischieranno le orecchie.  :P  Sei ancora in tempo, ripensaci!  :lol:  ).

Quello che io vorrei dire è che le curve sono lo specchio della nostra società.

Certo, uno specchio un po' deformato, con delle peculiarità da tenere in assoluta considerazione, ma comunque sono parte del mondo in cui viviamo, non sono "altro".

Quando leggo le descrizioni che il giornalista fa dei ragazzi del Covo, francamente rido.

Lui forse pensa di indicare elementi unici, non visibili altrove, ma non si è accorto che se entra in qualsiasi altro pub o qualsiasi discoteca trova le stesse persone con lo stesso look.

E rido ancora di più quando lo stesso giornalista osserva l'incoerenza di persone che sono pronte a menare le mani e che allo stesso tempo organizzano raccolte fondi per il Rwanda, come se le due cose fossero inconciliabili.

Sfugge evidentemente al giornalista il fatto elementare che in ogni uomo (e quindi in ogni insieme sociale) c'è un mix di bene e di male, di contraddizioni solo apparentemente insanabili, di nobile e di pessimo.

Qualsiasi grande medico salva vite umane ogni giorno, ma per una visita privata esige uno sproposito e, non emettendo fattura, non paga le tasse e danneggia ancora una volta i ceti più poveri.

Non è anche questo un mix di bene e di male?

Come mai il giornalista non se ne accorge?

Forse perchè pensa che il male sia solo qualcosa di animalesco e considera gli ultras delle bestie, e non degli esseri umani come tutti, con pregi e difetti.

Mentre il medico, borghese, è comunque un uomo e quindi è solo rettitudine e umanità.

L'elemento di diversità che è presente nelle curve è la perdita delle inibizioni sociali da parte di chi le frequenta.

Salta quella sovrastruttura comportamentale che ci impone la nostra società.

Le curve sono spazi in cui vigono gerarchie diverse rispetto a quelle quotidiane, c'è un cameratismo maggiore, un solidarismo accentuato, il potere si conquista attraverso le azioni e l'auctoritas e non con i meccanismi usuali che vediamo nel nostro vivere "normale".

Ma al di là di questo elemento originale (condivisibile o meno), nulla di diverso esiste tra curve e società quotidiane.

Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle  disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

Io non condivido che gli ultras devastino gli autogrill, lo trovo un atto da barbari incivili perchè non è rubando 50 pacchi di biscotti del Mulno Bianco che si dimostra di essere uomini.

Tuttavia è più delinquente un ultras che fa questo o Francesco De Lorenzo e Danilo Poggiolini che intascarono miliardi per mettere in commercio farmaci antitumorali provatamente inefficaci (uccidendo centinaia di persone affette da cancro)?

E' più delinquente chi urla "Brescia merda" o Callisto Tanzi che mette sul lastrico migliaia di famiglie rubandogli i risparmi di una vita?

Con questo non voglio minimizzare le colpe ed i limiti degli ultras, ma solo dire che non sono loro il male assoluto della società, così come non lo sono i migranti, i rom e similari.

Il male della società sta ad esempio nelle politiche della Banca Mondiale e dell'Fmi che affamano tutti i paesi poveri e che si pongono come obiettivo lo smantellamento delle misure di protezione sociale in tutto il mondo, Italia compresa.

Chi fa più danni?

Il rom che ruba un portafoglio oppure l'FMI che impone politiche di flessibilità lavorativa assurda ed impedisce a TUTTI noi (e quando dico TUTTI, intendo anche noi italiani) di avere un lavoro stabile, un trattamento economico degno di rispetto, la possibilità reale di farsi una famiglia, costruirsi una casa e così via?

Chi ha comprato "la Repubblica" ieri si è trovato la sparata sugli ultras e poi, ben nascosta all'interno un'intervista a Roberto Saviano (un uomo cui in ogni piazza dovrebbe essere eretto un monumento).

Saviano diceva che i camorristi hanno tutto l'interesse a far sì che nei luoghi da loro controllati ci sia molta delinquenza spicciola, perchè così l'attenzione popolare e delle forze dell'ordine si concentra su di essa (sui rubagalline, insomma) e lascia agire indisturbati i capo-clan, che così portano avanti tranquillamente i loro lucrosissimi affari.

Lo stesso accade (certo involontariamente) nella società.

I media (tranne alcune nobilissime eccezioni) si occupano dei rubagalline e non hanno il coraggio di denunciare i VERI deliquenti, e l'opinione pubblica, stordita da tanto clamore, abbocca.

Io continuo a non capire cosa ci sia di violento e delinquenziale nei fatti di Bergamo.

Dei ragazzi hanno spaccato un vetro di plastica.

Costo: 200 € (ci vado largo).

Perchè lo hanno fatto?

Perchè non avevano un cazzo da fare?

No.

Lo hanno fatto perchè era morto un ragazzo e volevano che il mondo del calcio si fermasse. Volevano celebrare un lutto.

Se avessero voluto fare i delinquenti, nel dopopartita avrebbero fatto cose turche, distrutto mezza città, assaltato la Polizia.

Invece son tornati a casa tranquilli (alcuni sono andati al corteo di Milano).

Che piaccia o no, loro hanno agito per una spinta MORALE, non per visibilità (quello è successo a Roma in serata) e per me la loro rimane un'azione eccezionale, lodevolissima.

Hanno fatto vedere che la morte conta più del pallone, almeno per loro.

Non accolgo le opinioni di chi dice che loro non sono nessuno per decidere di fermare una partita e che dai distinti tutti fischiavano la Nord (aggiungo che l'immagine del bimbo che piange trasmessa da tutte le tv è qualcosa di vergognoso, una criminalizzazione della Nord fatta da persone senza etica, da terroristi prezzolati dell'informazione che vogliono solo suscitare sensazioni strumentali e non informare. Peraltro, chi ci dice che il bimbo piangeva per quello e non per altre ragioni?).

Innanzitutto, non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione (è politicamente scorretto affermarlo, ma ciò non vuol dire che non sia vero).

Poi mi pare sbagliato dare ragione a chi si è incazzato perchè aveva pagato 20 € di biglietto.

Le ragioni di queste persone credo siano meno legittime di chi crede che, con un morto, sia opportuno sospendere lo show mediatico.

Aggiungo anche che l'operato di Ruggeri non è nobilissimo.

Tutta questa presa di distanza dagli ultras lui (a mio avviso) l'ha fatta per non farsi chiudere lo stadio e non rimetterci con gli incassi.

Mi spiace dirlo, ma la nobiltà delle posizioni di certe persone esiste solo nella testa di uomini ingenui.

Se Ruggeri e gli altri presidenti avessero alzato la voce, lo show sarebbe stato fermato e nulla sarebbe successo.

E, ragionando come loro, forse non ci avrebbero rimesso un centesimo.

Chi è causa del suo mal pianga sè stesso e non venga a dare lezioni alla Nord, perchè non mi pare proprio il caso.

E non si preoccupi solo del fatto che Atalanta-Milan si potrà recuperare solo a maggio. Sono loro che hanno voluto un calendario così fitto, sono loro che vogliono monetizzare tutto e pretendono che anche la morte ed il lutto siano secondari a tutto ciò.

Naturalmente, la colpa non è solo dei presidenti, ma anche e soprattutto di Amato e Manganelli, i quali hanno voluto mostrare il pugno di ferro ed hanno invece fatto vedere al mondo intero che farebbero bene a cambiare mestiere.

Pare non volessero equiparare la morte di Raciti a quella di Sandri, come se uno fosse un uomo e l'altro un topo di fogna.

Per di più: certo che le colpe degli ultras del Catania nella morte di Raciti sono innegabili e vanno condannate con vigore estremo, ma ancora non si è capito chi abbia materialmente ucciso il poliziotto.

Alcuni dicono che sia stato un tragico errore di un collega che lo avrebbe investito con la camionetta.

Ancora: poniamo caso che domenica non fosse stato un poliziotto ad uccidere un tifoso, ma fosse avvenuto il contrario.

Avreste avuto idea di quante cariche immotivate avrebbero fatto le forze dell'ordine contro gli ultrà?

Cariche a scopo puramente vendicativo, ovvio.

Lungi da me santificare il tifo organizzato (anzi...) ma con questo voglio dire che le logiche repressive attualmente in vigore non risolvono i problemi, semmai li esasperano.

Quando inizieremo a considerare gli ultras come parte della nostra società (ed anche come parte dell'umanità), forse inizierà un dialogo.

Per ora il dialogo non c'è, e la colpa non è solo dei tifosi.

Infine, un invito al giornalista de "la Repubblica".

Vada più spesso in curva.

Vedrebbe che ci sono uomini e donne come lui, con pregi e difetti.

Non sono esseri umani di Serie B o sbandati o emarginati, ma cittadini come lui.

Forse capirebbe tante cose che per adesso gli sfuggono.

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Intervento spaventosamente articolato, mostruosamente efficace e riassuntivo e di una profondità che dovrebbe appartenerci più spesso. E' esattamente il mio pensiero, che peraltro ho già manifestato molto più sinteticamente in altri topic.

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non so se faccio in tempo a comprarla..mi puoi dire chi è l'autore dell articolo di Repubblica?

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Non sono sicuro, ma credo che Hlvs si riferisse a questo articolo.

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thanks.. :)

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Ma al di là di questo elemento originale (condivisibile o meno), nulla di diverso esiste tra curve e società quotidiane.

Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle  disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

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Apprezzo il tuo intervento, è uno dei pochi "a tutto tondo" a 360° gradi.

 

Esprimi un concetto condivisibile e che anzi, condivido quasi in toto.

Tu hai messo insieme innumerevoli cause-effetto plausilibili.

 

Quando però si mette troppa carne al fuoco si rischia di perdere di vista il punto focale dell'intervento. Ritorno al quesito: quali sono i veri ultras e quali i delinquenti?

Provo a rispondere.

Capisco perfettamente che non è possibile una distinzione "bianco e nero", in tutte le persone ci sono delle sfumature e anche gli atteggiamenti posso essere diversi da situazione a situazione.

Però una distinzione mi sento di farla ,pur conoscendo lo spirito ultrà solo in maniera margianale, io non sono un ultrà.

Accanto a chi "ci crede veramente" , a chi ha dei principi vedo una masnada di gente che vuole solo un pretesto.

Pretesto per distruggere, pretesto per picchiare, pretesto per fare qualcosa restando impuniti.

Queste persone sono quelle che vanno in prima pagina e che infangano tutto un movimento che ha diritto di esistere.

Non sarà possibile una distinzione matematica però il problema è tangibile, è evidente.

Le stesse persone se non avessero il calcio dove sfogarsi andrebbero al seguito di altri movimenti...basta poter avere un pretesto.

Il problema è chiaramente trasversale: c'è il figlio di papà che cerca uno sfogo a una vita costruita a tavolino dove tutto è scritto, c'è il ragazzo che viene da un ambiente disagiato che invece dalla vita non avrà mai nulla e vuole sfogare frustazioni.

 

Nessuna motivazione però potrà mai giustificare l'esplosione di violenza che si è vista a Roma: ribadisco che lì un derby non fu giocato per una falsa voce di un morto messa in giro "ad hoc".

Avere ragione su di un argomento non giustifica il fatto di sfaciare automobili o arredo urbano: qualcuno ,pubblico o privato, sta roba la paga.

 

Per quanto riguarda Bergamo il fatto è meno grave (rotto un vetro) ma cmq non giustificabile: il popolo delle partite è fatto oltre che dagli ultras anche da gente che non va lì per cantare o da gente che va lì con il figlio e vuole passare una domenica in tranquillità dopo essersi fatto il culo tutta la settimana: perchè una voce deve sovrastare le altre?

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Ma al di là di questo elemento originale (condivisibile o meno), nulla di diverso esiste tra curve e società quotidiane.

Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle  disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

1221231[/snapback]

Apprezzo il tuo intervento, è uno dei pochi "a tutto tondo" a 360° gradi.

 

Esprimi un concetto condivisibile e che anzi, condivido quasi in toto.

Tu hai messo insieme innumerevoli cause-effetto plausilibili.

 

Quando però si mette troppa carne al fuoco si rischia di perdere di vista il punto focale dell'intervento. Ritorno al quesito: quali sono i veri ultras e quali i delinquenti?

Provo a rispondere.

Capisco perfettamente che non è possibile una distinzione "bianco e nero", in tutte le persone ci sono delle sfumature e anche gli atteggiamenti posso essere diversi da situazione a situazione.

Però una distinzione mi sento di farla ,pur conoscendo lo spirito ultrà solo in maniera margianale, io non sono un ultrà.

Accanto a chi "ci crede veramente" , a chi ha dei principi vedo una masnada di gente che vuole solo un pretesto.

Pretesto per distruggere, pretesto per picchiare, pretesto per fare qualcosa restando impuniti.

Queste persone sono quelle che vanno in prima pagina e che infangano tutto un movimento che ha diritto di esistere.

Non sarà possibile una distinzione matematica però il problema è tangibile, è evidente.

Le stesse persone se non avessero il calcio dove sfogarsi andrebbero al seguito di altri movimenti...basta poter avere un pretesto.

Il problema è chiaramente trasversale: c'è il figlio di papà che cerca uno sfogo a una vita costruita a tavolino dove tutto è scritto, c'è il ragazzo che viene da un ambiente disagiato che invece dalla vita non avrà mai nulla e vuole sfogare frustazioni.

 

Nessuna motivazione però potrà mai giustificare l'esplosione di violenza che si è vista a Roma: ribadisco che lì un derby non fu giocato per una falsa voce di un morto messa in giro "ad hoc".

Avere ragione su di un argomento non giustifica il fatto di sfaciare automobili o arredo urbano: qualcuno ,pubblico o privato, sta roba la paga.

 

Per quanto riguarda Bergamo il fatto è meno grave (rotto un vetro) ma cmq non giustificabile: il popolo delle partite è fatto oltre che dagli ultras anche da gente che non va lì per cantare o da gente che va lì con il figlio e vuole passare una domenica in tranquillità dopo essersi fatto il culo tutta la settimana: perchè una voce deve sovrastare le altre?

1221345[/snapback]

 

Quali??

bhe se uno che si reputa ultras ne accoltella un altro io lo reputo delinquente...

se succedono e si picchiano senza ammazzarsi cmq "fa parte del mondo ultras" uno scontro leale, senza infami ed infamate..

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Ma al di là di questo elemento originale (condivisibile o meno), nulla di diverso esiste tra curve e società quotidiane.

Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle  disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

1221231[/snapback]

Apprezzo il tuo intervento, è uno dei pochi "a tutto tondo" a 360° gradi.

 

Esprimi un concetto condivisibile e che anzi, condivido quasi in toto.

Tu hai messo insieme innumerevoli cause-effetto plausilibili.

 

Quando però si mette troppa carne al fuoco si rischia di perdere di vista il punto focale dell'intervento. Ritorno al quesito: quali sono i veri ultras e quali i delinquenti?

Provo a rispondere.

Capisco perfettamente che non è possibile una distinzione "bianco e nero", in tutte le persone ci sono delle sfumature e anche gli atteggiamenti posso essere diversi da situazione a situazione.

Però una distinzione mi sento di farla ,pur conoscendo lo spirito ultrà solo in maniera margianale, io non sono un ultrà.

Accanto a chi "ci crede veramente" , a chi ha dei principi vedo una masnada di gente che vuole solo un pretesto.

Pretesto per distruggere, pretesto per picchiare, pretesto per fare qualcosa restando impuniti.

Queste persone sono quelle che vanno in prima pagina e che infangano tutto un movimento che ha diritto di esistere.

Non sarà possibile una distinzione matematica però il problema è tangibile, è evidente.

Le stesse persone se non avessero il calcio dove sfogarsi andrebbero al seguito di altri movimenti...basta poter avere un pretesto.

Il problema è chiaramente trasversale: c'è il figlio di papà che cerca uno sfogo a una vita costruita a tavolino dove tutto è scritto, c'è il ragazzo che viene da un ambiente disagiato che invece dalla vita non avrà mai nulla e vuole sfogare frustazioni.

 

Nessuna motivazione però potrà mai giustificare l'esplosione di violenza che si è vista a Roma: ribadisco che lì un derby non fu giocato per una falsa voce di un morto messa in giro "ad hoc".

Avere ragione su di un argomento non giustifica il fatto di sfaciare automobili o arredo urbano: qualcuno ,pubblico o privato, sta roba la paga.

 

Per quanto riguarda Bergamo il fatto è meno grave (rotto un vetro) ma cmq non giustificabile: il popolo delle partite è fatto oltre che dagli ultras anche da gente che non va lì per cantare o da gente che va lì con il figlio e vuole passare una domenica in tranquillità dopo essersi fatto il culo tutta la settimana: perchè una voce deve sovrastare le altre?

1221345[/snapback]

 

Quali??

bhe se uno che si reputa ultras ne accoltella un altro io lo reputo delinquente...

se succedono e si picchiano senza ammazzarsi cmq "fa parte del mondo ultras" uno scontro leale, senza infami ed infamate..

1221392[/snapback]

Si ma oramai mi sembra complessa la situazione: non bastano le lame per distinguere...

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Un vetro rotto è vandalismo non delinquenza...

e son diverse le due cose..

cmq sempre meglio un vetro del cazzo rotto che una persona accoltellata o morta..

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Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle  disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

1221231[/snapback]

Apprezzo il tuo intervento, è uno dei pochi "a tutto tondo" a 360° gradi.

 

Esprimi un concetto condivisibile e che anzi, condivido quasi in toto.

Tu hai messo insieme innumerevoli cause-effetto plausilibili.

 

Quando però si mette troppa carne al fuoco si rischia di perdere di vista il punto focale dell'intervento. Ritorno al quesito: quali sono i veri ultras e quali i delinquenti?

Provo a rispondere.

Capisco perfettamente che non è possibile una distinzione "bianco e nero", in tutte le persone ci sono delle sfumature e anche gli atteggiamenti posso essere diversi da situazione a situazione.

Però una distinzione mi sento di farla ,pur conoscendo lo spirito ultrà solo in maniera margianale, io non sono un ultrà.

Accanto a chi "ci crede veramente" , a chi ha dei principi vedo una masnada di gente che vuole solo un pretesto.

Pretesto per distruggere, pretesto per picchiare, pretesto per fare qualcosa restando impuniti.

Queste persone sono quelle che vanno in prima pagina e che infangano tutto un movimento che ha diritto di esistere.

Non sarà possibile una distinzione matematica però il problema è tangibile, è evidente.

Le stesse persone se non avessero il calcio dove sfogarsi andrebbero al seguito di altri movimenti...basta poter avere un pretesto.

Il problema è chiaramente trasversale: c'è il figlio di papà che cerca uno sfogo a una vita costruita a tavolino dove tutto è scritto, c'è il ragazzo che viene da un ambiente disagiato che invece dalla vita non avrà mai nulla e vuole sfogare frustazioni.

 

Nessuna motivazione però potrà mai giustificare l'esplosione di violenza che si è vista a Roma: ribadisco che lì un derby non fu giocato per una falsa voce di un morto messa in giro "ad hoc".

Avere ragione su di un argomento non giustifica il fatto di sfaciare automobili o arredo urbano: qualcuno ,pubblico o privato, sta roba la paga.

 

Per quanto riguarda Bergamo il fatto è meno grave (rotto un vetro) ma cmq non giustificabile: il popolo delle partite è fatto oltre che dagli ultras anche da gente che non va lì per cantare o da gente che va lì con il figlio e vuole passare una domenica in tranquillità dopo essersi fatto il culo tutta la settimana: perchè una voce deve sovrastare le altre?

1221345[/snapback]

Io contraccambio i tuoi apprezzamenti.

Non li merito ma fanno sempre piacere. :)

Credo sia naturale che del "marcio" sia ovunque.

Ed anche tra gli ultras ce n'è, ovvio.

Però non per questo si può pensare (e tu non lo fai) che tutti gli ultras siano marci.

Voglio dire: anche tra gli assegnatari delle case popolari ci sono dei bisognosi e degli assoluti fancazzisti, ma non per questo chiudiamo le case popolari e non le diamo più a nessuno.

E' vero che domenica a Bergamo una voce ha sovrastato le altre. Ma io credo che quella voce avesse ragione e trovo molto bello che per una volta siano stati i "cattivi" a non essere dalla parte del torto.

E' vero che domenica c'era gente che voleva vedersi la partita in santa pace dopo una settimana di fatiche, ma è anche vero che c'era un morto ammazzato per la negligenza di qualcuno. E credo che celebrare un lutto sia più importante dei 20 € di un biglietto. Per di più, rimango convinto che se la Lega si fosse impuntata, le partite sarebbero state tutte bloccate e nessuno ci avrebbe rimesso nulla.

Ancora: anche gli ultras lavorano. Claudio Galimberti lavora (so che potrebbe sembrare strano ma è così :) ). Anche gli ultras volevano godersi una partita in pace (forse non "santa", mi si passi la battuta). Ma non è stato possibile farlo, si è ritenuto più importante bloccare lo show. Si è imposta una minoranza, è vero, ma quella minoranza aveva ragione (almeno secondo me). Rispettava un'etica e non un interesse personale e puramente economico come quello di Ruggeri.

C'è uno splendido libretto di Luciano Canfora che si intitola "Critica della retorica democratica", edito da Laterza. Qui Canfora pone in essere, partendo dall'antica Grecia, un discorso il quale testimonia come non sempre le maggioranze abbiano ragione e come, senza per questo essere totalitari (o totalitaristi), si debbano valutare le circostanze volta per volta, perchè in certe occasioni le minoranze sono molto più avanti delle maggioranze.

Io credo che la Nord domenica fosse più avanti moralmente di chi stava ai distinti.

E' un'opinione, ovvio, non pretendo di avere la verità in tasca.

;)

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