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Luttazzi sospeso

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l'Italia ha paura di chi fa satira politica e di chi è troppo intelligente.

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quoto ma entrambe le cose non si applicano in questo caso a Luttazzi.

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ariquoto

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guardatevi una puntata di South Park su Bush, sul Vaticano, su Mel Gibson o su quello che vi pare

e vedrete che la frasetta di Luttazzi in confronto è roba da educande

 

in che senso non è satira?

 

vojo dì (sempre tornando al buon vecchio south park), per mostrare come certi intellettuali di sinistra americani si beino delle loro teorie, li fanno vedere mentre annusano soddisfatti le proprie scorregge

 

o per sfottere una certa tendenza all' "iperprotezionismo" degli omosessuali (vabbè in Italia direi che il problema non ci riguarda) , mostrano un maestro che (per farsi licenziare e quindi risarcire per "intolleranza sessuale") infila un topo nel culo di un suo amichetto davanti ai ragazzini di 9 anni

purtroppo il suo piano non riesce perchè i genitori sono così tolleranti da cazziare i bambini che si lamentano tacciandoli di "intolleranza"

 

e anche quando fanno i nomi non è che ci vanno tanto più leggeri

 

la satira utilizzando immagini grottesche e/o scandalose si usava pure 2000 anni fa

però in Italia ci meritiamo solo il bagaglino

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l'Italia ha paura di chi fa satira politica e di chi è troppo intelligente.

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quoto ma entrambe le cose non si applicano in questo caso a Luttazzi.

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Dissento profondamente... ;)

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Secondo me è una cazzata detta x mascherare i pessimi ascolti, o la pessima struttura del programma.

mal'avete mai visto?

ok luttazzi è bravo, molto, ha un suo stile a volte volgare che può non piacere, siamo d'accordo ma il programma è 1 altra cosa.

strutturato male, senza ritmo, si regge solo ed esclusivamente su di lui che non sempre è all'altezza di se stesso (o delle aspettative) e alcune gag sono un po...scontate.

mi dispiace perchè la7 è un ottimo canale, forse attualmente il migliore che ci possiamo permettere, qualunque fosse la causa, beh mi dispiace davvero.

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Secondo me è una cazzata detta x mascherare i pessimi ascolti, o la pessima struttura del programma.

mal'avete mai visto?

ok luttazzi è bravo, molto, ha un suo stile a volte volgare che può non piacere, siamo d'accordo ma il programma è 1 altra cosa.

strutturato male, senza ritmo, si regge solo ed esclusivamente su di lui che non sempre è all'altezza di se stesso (o delle aspettative) e alcune gag sono un po...scontate.

mi dispiace perchè la7 è un ottimo canale, forse attualmente il migliore che ci possiamo permettere, qualunque fosse la causa, beh mi dispiace davvero.

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posso concordare sul giudizio di un programma in cui luttazzi (più visionario di altre volte) esprime meno rispetto ad altre occasioni e in cui il ritmo è debole.

Ma mi premeva precisare che secondo me Luttazzi è molto raramente volgare.

Di contro, io trovo davvero volgare la monnezza dei programmi domenicali e, per fare un esempio, un programma di ieri sera verso le 23 su canale 5, in cui venivano gettate DECINE DI POVERE ANGUILLE VIVE in una vasca con poca acqua in cui c'era una donna bendata e in costume. Ma fate un vomito và.

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Secondo me è una cazzata detta x mascherare i pessimi ascolti, o la pessima struttura del programma.

mal'avete mai visto?

ok luttazzi è bravo, molto, ha un suo stile a volte volgare che può non piacere, siamo d'accordo ma il programma è 1 altra cosa.

strutturato male, senza ritmo, si regge solo ed esclusivamente su di lui che non sempre è all'altezza di se stesso (o delle aspettative) e alcune gag sono un po...scontate.

mi dispiace perchè la7 è un ottimo canale, forse attualmente il migliore che ci possiamo permettere, qualunque fosse la causa, beh mi dispiace davvero.

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posso concordare sul giudizio di un programma in cui luttazzi (più visionario di altre volte) esprime meno rispetto ad altre occasioni e in cui il ritmo è debole.

Ma mi premeva precisare che secondo me Luttazzi è molto raramente volgare.

Di contro, io trovo davvero volgare la monnezza dei programmi domenicali e, per fare un esempio, un programma di ieri sera verso le 23 su canale 5, in cui venivano gettate DECINE DI POVERE ANGUILLE VIVE in una vasca con poca acqua in cui c'era una donna bendata e in costume. Ma fate un vomito và.

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:clap::clap::clap::clap::clap:

 

tra l'altro a me non risulta che il programma andasse male...

cosi si spiega anche la riproposizione della replica durante la settimana...

 

come al solito in questo paese c'è sempre qualcuno che decide arbitrariamente cosa gli altri debbano vedere...magari cercando di appiattire il nostro modo di pensare....

Modificato da MDMA

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Luttazzi è un coglione, non perchè è di sinistra, ma non c'è bisogno di dire "gli caga in bocca, gli piscia addosso" ma questa che è comicità? Satira? Io non ci vedo niente di satirico, ci vedo un coglione che ha rotto il cazzo quando Berlusconi (sbagliando percarità di Dio) lo ha cacciato via da ogni mezzo di comunicazione e ora torna, gli danno la possibilità di fare satira LIBERA e lui se ne passa insultando un collega della stessa rete televisiva poi. Se luttazzi è un comico...

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quoto tutto

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Se Luttazzi è stato sospeso per la frase "Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema, penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli p... addosso, Previti che gli c... in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti", la decisione è squallida.

Allora cosa avrebbero dovuto fare al Benigni che ironizzava sul pene di Spadolini e sulle sue dimensioni? (ricordo peraltro che la buonanima di Giovanni Spadolini era incontinente).

Ma La 7 non è nuova a decisioni del genere, basti pensare a quando contrattualizzò Fabio Fazio e poi non lo fece lavorare pur pagandogli tutto lo stipendio.

Mi spiace per Luttazzi, evidentemente è un personaggio scomodo e l'Italia ha paura di chi fa satira politica e di chi è troppo intelligente.

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Seguo Luttazzi ormai da più di 10 anni, sono andato diverse volte a vedere i suoi spettacoli a teatro, ho i suoi dvd, i cd musicali, quasi tutti i libri. Sono, diciamo pure, un suo fan, e questo potrebbe forse farmi assumere una posizione poco obiettiva, almeno agli occhi di chi leggerà questa mia "difesa".

 

Chi conosce Luttazzi sa che da lui ci si può aspettare veramente di tutto, e allo stesso tempo sa (o dovrebbe sapere) che l'autocensura è qualcosa che semplicemente non conosce, non gli appartiene, non applicherà mai.

Luttazzi è una persona la cui coerenza e fermezza di princìpi è tale che io stesso, a volte, fatico a comprenderle, pur essendo uno di quelli che preferirebbe farsi frustare puttosto che tradire le proprie idee.

 

Luttazzi è quello che ha rifiutato l'invito di Celentano, un paio d'anni fa, a tornare in TV ad esprimere il proprio punto di vista sull'editto bulgaro di Berlusconi che lo ha coinvolto in prima persona, perchè giudicava incoerente presentarsi in una rete televisiva che l'aveva ostracizzato e che continuava a farlo e a non riconoscergli il torto subìto.

 

Luttazzi è quello che ha chiuso il suo blog, nonostante i record di contatti giornalieri che lo ponevano ai primi posti tra i blogger italiani, perchè aveva avvertito nel tempo una sua involontaria elevazione a "guru", a "maestro", da parte degli utenti (un po' quello che succede a Beppe Grillo, per intenderci), e voleva evitare di passare dalla parte di chi il potere lo detiene, elargendo linee guida, posizioni politiche e intellettuali, lui che il potere lo combatte con il suo lavoro di "satiro".

Chiuso così, da un giorno all'altro, con poche righe di spiegazione, per la delusione di molti frequentatori (me compreso).

 

Allora, dico io, se chi ha assunto Luttazzi a La7 avesse visto non dico tutti, ma almeno un paio dei suoi monologhi a teatro (tra l'altro, l'ultima puntata, cioè quella che ha provocato la chiusura del programma, altro non era che la riproposizione pari pari del suo monologo teatrale "Come uccidere causando inutili sofferenze"), forse si sarebbe reso conto che sarebbe stato difficile pensare di dare carta bianca all'artista e sperare che questi, in nome di chissà quale regola non scritta, di chissà quale political correctness, si autolimitasse come un cabarettista comune.

 

Luttazzi è eccesso, è provocazione, è evocazione dei tabù, è perversione, è quel diavoletto impudente che ti mette davanti alle tue stesse paure, alle tue inibizioni, esplicando a parole quello che il nostro lato socialmente non mostrabile conserva in un angolo dell'inconscio. E lui lo va a stuzzicare, provocando, in alcuni casi, disgusto e "che schifo, spegni!" (o "andiamocene!"), in altri interesse e motivi di riflessione (oltre che, sia chiaro, franche risate).

 

Luttazzi provoca perchè lo scontro frontale con la scala dei valori borghesi su cui si basano le nostre fragili società è proprio l'obiettivo della satira. La distruzione degli stereotipi del vivere civile, con tutte le sue ipocrisie, come forma di protesta attiva contro tutte le storture che si celano dietro l'apparente civiltà dei nostri giorni.

 

In questo senso, l'accostamento fra gli orrori della guerra in Iraq, la frase pronunciata dall'allora presidente del consiglio Berlusconi che, dopo aver mandato soldati italiani a fiancheggiare gli statunitensi e, come si è visto, anche a morire, e senza alcuna traccia di pudore, affermava che in fondo lui era sempre stato contrario a quella guerra, e la visone grottesca del più convinto assertore della necessità della guerra fra i "pensatori" nostrani (Ferrara) umiliato sessualmente in una vasca da bagno da Berlusconi stesso e da altri suoi fiancheggiatori, mette in parallelo due oscenità che dovrebbero provocare, per percorsi mentali differenti, il medesimo disgusto, quando invece, sembra sottintendere Luttazzi, tutte le vittime della guerra irachena e la vergognosa affermazione di Berlusconi a posteriori non hanno causato i moti di sdegno che avrebbero dovuto. E allora ecco l'evocazione di un'immagine decisamente forte come nemesi per l'affronto comportamentale di un uomo di stato che prima si rende complice di uno sterminio, e poi ha la faccia tosta di dire che in fondo era contrario.

 

Luttazzi, ovviamente, dice quello che dice perchè ha delle idee, prende posizione sugli eventi, è parziale nel senso più genuino della parola, ovvero è convinto che alcune posizioni siano più degne di altre, e non si vergogna di esplicitarle.

 

Luttazzi è più a sinistra dei politici che dicono di essere di sinistra, è un libero pensatore ed un intelligente analista della società, e chi l'ha assunto a La7 non poteva far finta di trovarsi di fronte un Claudio Bisio o un Max Tortora qualsiasi (con tutto il rispetto per questi due artisti che, però, non fanno satira).

 

La chiusura del programma dopo ben 4 puntate è già un record di sopportabilità, considerando la pavidità di chi si occupa di palinsesti televisivi e la paura che attanaglia chiunque debba far parlare qualcuno di minimamente fuori dal coro.

 

In un'Italia in cui l'omertà è considerata una dote e in cui la libertà di espressione è puramente teorica, pensare che Luttazzi abbia potuto parlare per 4 settimane di politica e di guerra, di morte e di malattie, di sperma e di sesso anale, di pedofilia nel clero e via dicendo, è già un record.

Un record, come quello delle persone sintonizzate (secondo l'Auditel) ogni sabato notte su Decameron (punte di 2 milioni e settecentomila spettatori, proprio nella scorsa puntata, quella incriminata).

 

Molte persone, forse troppe, per i farisei di questa televisione di merda.

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condivido pienamente quanto scritto sopra...

 

evidentemente è buona cosa sospendere un programma che fa anche riflettere, sebbene con battute magari condite e che non tutti digeriscono (e mi chiedo se allora digeriscono la disinformazione e la spazzatura, quella vera, quella che piaga le menti deboli, che poi sarebbero il 90 % della popolazione -cfr.Guzzanti nella parte del Massone ne "Il Caso Scafroglia"-propinata dalle altre TV). Ci meritiamo Studio Aperto, il plastico di Cogne, Fabrizio Corona eccetera :)

 

io personalmente mi sento più schifato da quelli che fanno programmi di merda con la consapevolezza di farli così per imbambolare la gente piuttosto che la battuta, colorita ma sensata, di un comico in profonda seconda serata...

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io dico che libertà di opinione è diverso da libertà di insultare ,questo tizio se ne passa spesso.

1234904[/snapback]

Luttazzi è discutibile.

Se però parliamo di libertà di insultare allora perchè vediamo in tv risse, litigate tra

PSEUDO-VIP? Usano un vocabolario indecente , danno il peggio di loro stessi eppure sono sempre lì.

 

 

Il problema è diverso: Luttazzi se ne passa spesso ma tocca temi e persone che sui quali non si vogliono i riflettori puntati. Se invece metti due cafoni a litigare a buona domenica fa audience...

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io dico che libertà di opinione è diverso da libertà di insultare ,questo tizio se ne passa spesso.

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Luttazzi è discutibile.

Se però parliamo di libertà di insultare allora perchè vediamo in tv risse, litigate tra

PSEUDO-VIP? Usano un vocabolario indecente , danno il peggio di loro stessi eppure sono sempre lì.

 

 

Il problema è diverso: Luttazzi se ne passa spesso ma tocca temi e persone che sui quali non si vogliono i riflettori puntati. Se invece metti due cafoni a litigare a buona domenica fa audience...

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se in mezzo ci metti pure la gregoraci che fa vedere la marca della spirale hai fatto bingo ;)

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Pare che la povera vittima abbia rifiutato un invito di Giuliano Ferrara a partecipare stasera alla trasmissione "8 e mezzo" insieme al direttore di La7

Se è così innocente e assolutamente convinto delle sue azioni perchè si rifiuta?

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ROMA - "È una situazione grottesca. Cancellano il Decameron senza motivo, Giuliano Ferrara non ha subìto insulti e difatti non protesta, con la censura La 7 ha un danno di immagine e di sabato si priva del 4 per cento dell'ascolto e di due milioni e mezzo di contatti". Daniele Luttazzi non riesce a darsi pace. Via mail l'azienda gli ha comunicato la risoluzione del rapporto ("coinvolti anche la regista Franza Di Rosa e una cinquantina di talenti"), ma sulle ragioni vere del gesto di Antonio Campo Dall'Orto il comico nutre dei dubbi, "perché chiudere un programma satirico non è come chiudere il meteo di una televisione".

 

Luttazzi, l'hanno bloccata dopo la registrazione della puntata su "Spe Salvi", l'enciclica del Papa. È il vero motivo del licenziamento?

"È un motivo plausibile. Perché l'altro motivo non regge. Ma nel mio monologo (di venti minuti) non prendevo in giro il Papa, lui è un sant'uomo. Mi interessava il tema: confrontavo i punti principali dell'enciclica di Ratzinger con argomenti satirici. Ho un punto di vista eterodosso, certo sconfesso la sua visione del Purgatorio, ma le mie battute su temi seri divertivano. Contestavo la visione dolorifica del mondo contenuta nell'enciclica e il plagio di massa delle religioni. La satira non è una burletta, la satira è una cosa seria".

 

Per ridere di Ferrara lei è andato giù pesante. Le risulta che abbia minacciato le dimissioni per i suoi "insulti"?

"Campo Dall'Orto mi ha assicurato che Giuliano non è intervenuto. La mia satira? Ferrara è stato uno dei più spietati propagandisti della guerra in Iraq, così l'ho inserito in un quadretto grottesco che attinge alla tradizione satirica (quella di Rabelais), che in Italia va dal Ruzante a Dario Fo. Nel monologo su Ferrara, da una parte mostravo gli eccessi sessuali e dall'altra gli eccessi della guerra: dal Napalm a Falluja alle torture di Abu Ghraib. Come diceva Lenny Bruce, non è il sesso ad essere pornografico, bensì la guerra".

 

Visto che Ferrara non è il mandante del suo licenziamento, andrebbe a parlare dei limiti della satira a "Otto e mezzo"?

"Ferrara è intelligente. È il primo che si diverte con la satira. Questo però raddoppia le sue responsabilità: lui ha fatto in Italia quello che l'Iraq Group di Carl Rowe ha fatto con gli americani. Ma io non vado ad aumentare l'audience di un programma altrui, soprattutto nella tv che ha cancellato il Decameron. Non sono la scimmietta di nessuno. Col c... che vado a Otto e mezzo!".

 

Eppure sabato sembrava che la rottura con La 7 si potesse sanare. Visto che Campo Dall'Orto ripeteva che lei, pur avendo sbagliato, resta il più bravo autore satirico su piazza...

"Anch'io lo speravo dopo il primo sms. Ma ormai è tardi: Telecom Media mi ha anticipato la notifica della risoluzione del contratto. Certo, c'è un controsenso in quello che ha fatto il direttore Campo Dall'Orto, e io glie l'ho detto: stai facendo l'errore più grande della tua carriera, distruggi quello che hai costruito in questi tre anni, l'immagine di La 7 come tv libera. Ma lui, che pure m'ha riportato in tv dopo l'editto bulgaro, ha scelto la via dura. Sabato sera si è creata una situazione "cilena" al montaggio: per motivi legali, io e la regista Franza Di Rosa, stavamo completando al montaggio la sesta puntata (visto che nessuna comunicazione ufficiale della sospensione era ancora arrivata). Verso le 20, dei funzionari di La 7 sono entrati in sala di montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo. Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere... Ho chiamato l'avvocato: stavano commettendo un reato, violenza privata, e potevo chiamare la polizia. Così sono usciti. Poi, quando ho finito uno di loro è entrato per cancellare tutto il girato di Decameron, passato e futuro. E lunedì lo faranno!".

 

(10 dicembre 2007) fonte: repubblica.it

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comunque Giulianone risponde dal sito di repubblica (anche se non è ben chiaro cosa voglia dire........ ;) ):

 

Caro Direttore, quella di Luttazzi su di me era satira, su questo non ci piove. Letta la frase in cui venivo messo oniricamente in una vasca e trattato come una latrina, per tirare fuori una pacifista antiamericana dallo smarrimento di fronte a una espressione per lei crudelmente surreale di Berlusconi ("ero contrario alla guerra in Iraq"), in un primo momento ho pensato che fosse una forzatura miserabile per tirarsi d'impaccio in un programma non particolarmente baciato dal successo e dallo scandalo. Ma non è così. La satira è un prodotto di ideologia e cultura, procede dai libri alla strada al palcoscenico in modo circolare. L'immaginario di Luttazzi, come lui dice, è Abu Ghraib e Ruzante, quella è per lui la cornice dello sketch a me dedicato (e anche ai miei compagni di latrina).

 

D'altra parte non sono forse una specie di Petraeus all'amatriciana? Esiste una satira cruda e coprolalica, che si è espressa e si esprime, con risultati migliori o peggiori, in tutte le lingue, in molte situazioni e in molti regimi politici, antichi e moderni.

 

Dunque era satira. Lui non sarà Aristofane o Molière, ma era satira.

 

Perché allora, visto che sono sempre stato difensore della libertà di satira, ho approvato la sospensione del programma di Luttazzi, e in particolare la motivazione del comunicato e delle successive dichiarazioni di Antonio Campo Dall'Orto, il dirigente libertario e frecceriano de La7 che si è sentito tradito dall'uso irresponsabile della libertà concordata anche contrattualmente tra la sua emittente e il comico? Me lo sono spiegato così come segue, e penso sia utile comunicarlo pubblicamente ai lettori o più genericamente al pubblico.

 

Il fondamento di una democrazia ormai sfasciata e sgangherata come la nostra è questo: Dio è relativo, è un culto privato, invece la libertà assoluta, è l'unico culto pubblico ammesso. E' noto che non sono d'accordo con questa impostazione e che penso sia vero il contrario. Ci sono criteri di valore e di vita non negoziabili, e pubblici per definizione anche al di là della fede religiosa o civile confessata, e invece la libertà, che prediligo e vorrei la più ampia possibile in ogni situazione della mia esistenza e di quella degli altri, è relativa. Culturalmente non sono spinoziano, sono cattolico romano. E' dunque naturale che io la pensi così. "Che c'entra?", direte. C'entra, c'entra.

 

Perché ogni discussione sulle esperienze limite, e l'esercizio crudele della satira è una di queste esperienze, è una discussione sulla libertà e sui termini del suo esercizio. Il comunicato de La7 ha fissato un limite, e la società vive anche di limiti. E' culturalmente la stessa cosa di un divieto alla produzione sperimentale e assassina di embrioni, ha lo stesso valore linguistico pur trattandosi in questo caso di faccende per fortuna effimere.

 

Non ho mosso un dito e nemmeno uno straccio di avvocato, non ho nemmeno corsivato alla mia maniera, quando Luttazzi ha portato in decine di teatri off off Broadway una definizione di "Giulianone" come del "residuo di sperma e cacca lasciato sul lenzuolo dopo un rapporto anale". Se sbiglietti in un teatro e la gente decide di venirti a vedere, lo puoi fare, e se a qualcuno non piacesse essere definito come sopra avrebbe al massimo il diritto di chiedere a un giudice una sanzione, posto che la ottenga, o di schiaffeggiare Luttazzi in pubblico o di denunciarne il linguaggio.

 

Un mio amico americano dice: c'è la libertà di guidare, anche a trecento all'ora in una pista riservata a un pubblico pagante, ma in autostrada esistono limiti. In una tv generalista, insomma, è diverso. C'è per esempio un problema di coesione commerciale.

 

La tv, come i giornali, è uno spazio in cui gli editori investono, e giornalisti e artisti praticano quello spazio contro pagamento di una mercede e devono praticarlo conoscendone i confini, sapendo, come dico da anni, che la loro libertà è relativa, che sono tecnicamente indipendenti ma sono dipendenti in senso stretto o soggetti, quando lavoratori autonomi, a un rapporto coordinato e continuativo che ammette la possibilità contrattuale di essere sciolto da chi investe e paga e ha il problema, non commerciale ma anche commerciale, di tutelare la propria identità di fronte al pubblico e agli inserzionisti.

 

Questo vale per Luttazzi e per il suo rapporto con La7 e i suoi spettatori, come dovrebbe valere per quei furbetti "de sinistra" e "de provincia" di Santoro & C., i quali danno per ore la caccia al funzionario Rai di turno (Del Noce? Saccà?) sputtanandolo come assassino di Enzo Biagi con i complimenti, i denari, e le marchette apposte alle loro buste paga dalla ditta che inquisiscono. Sgradevole e forse spregevole uso privato, non dirò "criminoso" perché non ho l'autorevolezza televisiva o bulgara di Berlusconi, del mezzo pubblico e televisivo in genere.

 

Il problema della libertà in Italia, come hanno spesso notato Aldo Grasso e Francesco Merlo, e con ragione, è proprio questo. Vogliono tutti fare Lenny Bruce, ma non vogliono vivere e morire nella gloria dell'outsider emarginato, alcolizzato e cirrotico, vogliono farlo con l'assistenza pubblica e privata del mercato televisivo per famiglie, possibilmente in prima serata, e con l'ulteriore assistenza del mercato della politica, che li fa deputati al primo segno di martirio. Ricchi e potenti perché liberi.

 

Nel caso del furbissimo Benigni, adesso aspirano anche alla vita eterna con il timbro di Sua Eminenza Reverendissima Tarcisio Cardinal Bertone. In America, che è una democrazia costituzionale under God più autorevole della nostra, non si fa così. Quando sgarri, te ne vai secondo regole di mercato e di etica pubblica convenzionale, e nessuno ti verrà a molestare se eserciti il massimo della libertà a spese tue e del tuo pubblico.

 

Questo tipo di libertà controassicurata, comunque, mi fa un po' ridere. E' la sanzione di un paese che non ha establishment, la cui grottesca rovina politica è cominciata nelle procure alla Tonino Di Pietro e alla Forleo, a loro modo eroi di satira televisiva anch'essi, ed è continuata con il clamoroso successo di pistaroli e demagoghi che invece di sbigliettare e faticarsi la libertà relativa di cui tutti godiamo, e facciamo l'uso che crediamo, chiedono e ottengono la libertà assoluta del prime time televisivo a una borghesia e a un sistema politico che non hanno più alcuna autorità, severità, ironia, significanza.

 

Insomma. Se il mio editore televisivo fissa nella responsabilità televisiva un limite alla libertà di satira io sono contento, mi spiace solo che per farlo si debba ricorrere al canone secondo cui quella di Luttazzi non è satira, il che non è vero anche se in un primo momento ho equivocato leggendo il testo delle sue parole fuori del loro contesto drammaturgico e della loro legittima cornice ideologica (per me, ovviamente, un pochino ributtante). Se la sospensione del programma serve a far discutere di questo, io sono contento. Se Luttazzi torna in onda su La7 dopo che questa discussione si è svolta, e ricomincia, sono contento. Se lui e Campo Dall'Orto volessero venire a parlarne a "8 e mezzo", quando desiderino, sarei contento.

 

Come vedete, sono molto contento. Sono contento anche della passione che il Manifesto, quotidiano comunista e dunque tribuna satirica fin nella testata, mette nella alta trattazione culturale del caso Ferrara-Luttazzi & Cacca.

 

Sarei anche molto contento, ancora più contento, se accettasse l'idea che si deve ridere del patriarcalismo autoritario degli islamici o imbastisse nelle sue dense pagine difese così sofisticate della libertà di satira nel caso in cui un comico di destra prendesse Rossana Rossanda, la mettesse in una latrina e la trattasse come sono stato satiricamente trattato io. Non dubito che i colleghi comunisti sarebbero inflessibilmente coerenti con i loro principi.

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non seguo molto Luttazzi e non condivido le sue scelte politiche,ma credo che non ci sia bisogno di uno stile come il suo per fare satira.In una televisione di monnezza coloro i quali si sentissero "superiori alla media" potrebbero usare un linguaggio e dei modi meno cafoni.

Ma si sa,la parolaccia e i gesti plateali fanno share.

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comunque Giulianone risponde dal sito di repubblica (anche se non è ben chiaro cosa voglia dire........ ;) ):

 

Caro Direttore, quella di Luttazzi su di me era satira, su questo non ci piove. Letta la frase in cui venivo messo oniricamente in una vasca e trattato come una latrina, per tirare fuori una pacifista antiamericana dallo smarrimento di fronte a una espressione per lei crudelmente surreale di Berlusconi ("ero contrario alla guerra in Iraq"), in un primo momento ho pensato che fosse una forzatura miserabile per tirarsi d'impaccio in un programma non particolarmente baciato dal successo e dallo scandalo. Ma non è così. La satira è un prodotto di ideologia e cultura, procede dai libri alla strada al palcoscenico in modo circolare. L'immaginario di Luttazzi, come lui dice, è Abu Ghraib e Ruzante, quella è per lui la cornice dello sketch a me dedicato (e anche ai miei compagni di latrina).

 

D'altra parte non sono forse una specie di Petraeus all'amatriciana? Esiste una satira cruda e coprolalica, che si è espressa e si esprime, con risultati migliori o peggiori, in tutte le lingue, in molte situazioni e in molti regimi politici, antichi e moderni.

 

Dunque era satira. Lui non sarà Aristofane o Molière, ma era satira.

 

Perché allora, visto che sono sempre stato difensore della libertà di satira, ho approvato la sospensione del programma di Luttazzi, e in particolare la motivazione del comunicato e delle successive dichiarazioni di Antonio Campo Dall'Orto, il dirigente libertario e frecceriano de La7 che si è sentito tradito dall'uso irresponsabile della libertà concordata anche contrattualmente tra la sua emittente e il comico? Me lo sono spiegato così come segue, e penso sia utile comunicarlo pubblicamente ai lettori o più genericamente al pubblico.

 

Il fondamento di una democrazia ormai sfasciata e sgangherata come la nostra è questo: Dio è relativo, è un culto privato, invece la libertà assoluta, è l'unico culto pubblico ammesso. E' noto che non sono d'accordo con questa impostazione e che penso sia vero il contrario. Ci sono criteri di valore e di vita non negoziabili, e pubblici per definizione anche al di là della fede religiosa o civile confessata, e invece la libertà, che prediligo e vorrei la più ampia possibile in ogni situazione della mia esistenza e di quella degli altri, è relativa. Culturalmente non sono spinoziano, sono cattolico romano. E' dunque naturale che io la pensi così. "Che c'entra?", direte. C'entra, c'entra.

 

Perché ogni discussione sulle esperienze limite, e l'esercizio crudele della satira è una di queste esperienze, è una discussione sulla libertà e sui termini del suo esercizio. Il comunicato de La7 ha fissato un limite, e la società vive anche di limiti. E' culturalmente la stessa cosa di un divieto alla produzione sperimentale e assassina di embrioni, ha lo stesso valore linguistico pur trattandosi in questo caso di faccende per fortuna effimere.

 

Non ho mosso un dito e nemmeno uno straccio di avvocato, non ho nemmeno corsivato alla mia maniera, quando Luttazzi ha portato in decine di teatri off off Broadway una definizione di "Giulianone" come del "residuo di sperma e cacca lasciato sul lenzuolo dopo un rapporto anale". Se sbiglietti in un teatro e la gente decide di venirti a vedere, lo puoi fare, e se a qualcuno non piacesse essere definito come sopra avrebbe al massimo il diritto di chiedere a un giudice una sanzione, posto che la ottenga, o di schiaffeggiare Luttazzi in pubblico o di denunciarne il linguaggio.

 

Un mio amico americano dice: c'è la libertà di guidare, anche a trecento all'ora in una pista riservata a un pubblico pagante, ma in autostrada esistono limiti. In una tv generalista, insomma, è diverso. C'è per esempio un problema di coesione commerciale.

 

La tv, come i giornali, è uno spazio in cui gli editori investono, e giornalisti e artisti praticano quello spazio contro pagamento di una mercede e devono praticarlo conoscendone i confini, sapendo, come dico da anni, che la loro libertà è relativa, che sono tecnicamente indipendenti ma sono dipendenti in senso stretto o soggetti, quando lavoratori autonomi, a un rapporto coordinato e continuativo che ammette la possibilità contrattuale di essere sciolto da chi investe e paga e ha il problema, non commerciale ma anche commerciale, di tutelare la propria identità di fronte al pubblico e agli inserzionisti.

 

Questo vale per Luttazzi e per il suo rapporto con La7 e i suoi spettatori, come dovrebbe valere per quei furbetti "de sinistra" e "de provincia" di Santoro & C., i quali danno per ore la caccia al funzionario Rai di turno (Del Noce? Saccà?) sputtanandolo come assassino di Enzo Biagi con i complimenti, i denari, e le marchette apposte alle loro buste paga dalla ditta che inquisiscono. Sgradevole e forse spregevole uso privato, non dirò "criminoso" perché non ho l'autorevolezza televisiva o bulgara di Berlusconi, del mezzo pubblico e televisivo in genere.

 

Il problema della libertà in Italia, come hanno spesso notato Aldo Grasso e Francesco Merlo, e con ragione, è proprio questo. Vogliono tutti fare Lenny Bruce, ma non vogliono vivere e morire nella gloria dell'outsider emarginato, alcolizzato e cirrotico, vogliono farlo con l'assistenza pubblica e privata del mercato televisivo per famiglie, possibilmente in prima serata, e con l'ulteriore assistenza del mercato della politica, che li fa deputati al primo segno di martirio. Ricchi e potenti perché liberi.

 

Nel caso del furbissimo Benigni, adesso aspirano anche alla vita eterna con il timbro di Sua Eminenza Reverendissima Tarcisio Cardinal Bertone. In America, che è una democrazia costituzionale under God più autorevole della nostra, non si fa così. Quando sgarri, te ne vai secondo regole di mercato e di etica pubblica convenzionale, e nessuno ti verrà a molestare se eserciti il massimo della libertà a spese tue e del tuo pubblico.

 

Questo tipo di libertà controassicurata, comunque, mi fa un po' ridere. E' la sanzione di un paese che non ha establishment, la cui grottesca rovina politica è cominciata nelle procure alla Tonino Di Pietro e alla Forleo, a loro modo eroi di satira televisiva anch'essi, ed è continuata con il clamoroso successo di pistaroli e demagoghi che invece di sbigliettare e faticarsi la libertà relativa di cui tutti godiamo, e facciamo l'uso che crediamo, chiedono e ottengono la libertà assoluta del prime time televisivo a una borghesia e a un sistema politico che non hanno più alcuna autorità, severità, ironia, significanza.

 

Insomma. Se il mio editore televisivo fissa nella responsabilità televisiva un limite alla libertà di satira io sono contento, mi spiace solo che per farlo si debba ricorrere al canone secondo cui quella di Luttazzi non è satira, il che non è vero anche se in un primo momento ho equivocato leggendo il testo delle sue parole fuori del loro contesto drammaturgico e della loro legittima cornice ideologica (per me, ovviamente, un pochino ributtante). Se la sospensione del programma serve a far discutere di questo, io sono contento. Se Luttazzi torna in onda su La7 dopo che questa discussione si è svolta, e ricomincia, sono contento. Se lui e Campo Dall'Orto volessero venire a parlarne a "8 e mezzo", quando desiderino, sarei contento.

 

Come vedete, sono molto contento. Sono contento anche della passione che il Manifesto, quotidiano comunista e dunque tribuna satirica fin nella testata, mette nella alta trattazione culturale del caso Ferrara-Luttazzi & Cacca.

 

Sarei anche molto contento, ancora più contento, se accettasse l'idea che si deve ridere del patriarcalismo autoritario degli islamici o imbastisse nelle sue dense pagine difese così sofisticate della libertà di satira nel caso in cui un comico di destra prendesse Rossana Rossanda, la mettesse in una latrina e la trattasse come sono stato satiricamente trattato io. Non dubito che i colleghi comunisti sarebbero inflessibilmente coerenti con i loro principi.

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si capisce eccome quel che vuol dire,altrochè...tocca vedere se lo si vuol capire...

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povera Italia.... schiacciata dagli abusi di potere... di gente infame che non sa cos'è il pudore....

 

 

ma ovviamente le anime candidde si scandalizzano per qualche parolaccia, incapaci come sono di leggerci ditreo il messaggio reale.

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uff....che barba Purì...

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povera Italia.... schiacciata dagli abusi di potere... di gente infame che non sa cos'è il pudore....

 

 

ma ovviamente le anime candidde si scandalizzano per qualche parolaccia, incapaci come sono di leggerci ditreo il messaggio reale.

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uff....che barba Purì...

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se era ironica non l'ho capita.

se era seria consiglio, per la prossima occasione, di passare oltre senza leggerne il contenuto.

 

cacca, merda, piscio, sborra inculata!!!

 

vediamo se così attiro la tua attenzione.....

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cazzo,fica,scosciacapretta!!!

Daje su...e mica la possono pensà tutti come te!! :)

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Luttazzi è eccessivo da sempre , fa satira spinta al massimo, ma a mio avviso i limiti di cui parla Ferrara non dovrebbero mai arrivare a censurare. Attualmente su LA7 si fa buona satira con Crozza, che comunque non ci va liscio pur non raggiungendo mai gli eccessi di Luttazzi.

 

Alla fine del discorso :

 

1) i potenti non vogliono satira "vera" , ma preferiscono quella innocua del Bagaglino

 

2) certe volte i responsabili dei canali televisivi sono più realisti del re e fanno un'opera di censura preventiva per paura di ritorsioni partitiche o di altri poteri forti

 

3) l'informazione in Italia spesso ce la devono dare i satiri come Luttazzi o la Guzzanti o Beppe Grillo, e questo non è degno di un paese che vuole definirsi democratico.

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Intervista a Luttazzi

 

L’accusa di volgarità è il pretesto principe per tappare la bocca alla satira

di Stefano Corradino ( Art.21.it )

 

“Ho fatto un programma che ha avuto un gran successo di pubblico. Per cinque puntate non se n’è parlato, poi come ho toccato certi temi è stato cancellato. E a quattro giorni dalla notizia della sospensione c’è stato il buio più completo. Perché?” Daniele Luttazzi parla del suo “Decameron”, di satira e politica e spiega le ragioni che lo hanno portato ad organizzare per questa sera all’Ambra Jovinelli uno spettacolo speciale per riproporre la puntata mai andata in onda. Ieri in un’ora tutti i voucher per partecipare alla serata erano già terminati.

 

La motivazione ufficiale della sospensione del tuo programma è quella di aver insultato Giuliano Ferrara. Qual è la tua versione?

Non mi piacciono le dietrologie, ma può darsi che la ragione non sia tanto la battuta su Ferrara ma il monologo sull’enciclica del Papa. Come mi ha detto Dario Fo: quando si tocca la Chiesa è lì che cominciano i guai.

 

Altri motivi che secondo te possono aver spinto alla chiusura?

Io dico cose precise sulla realtà italiana. Il mio è un pensiero eterodosso rispetto a quello unico che sta imperando: quello che sposa la filosofia del precariato di massa e la logica della guerra. Siamo in tanti a pensarlo ma non abbiamo accesso ai mezzi di comunicazione di massa importanti come la televisione. Possiamo farlo nei nostri blog o a teatro ma quando riesci a raggiungere il pubblico e il programma ha successo ecco che viene chiuso. Paradosso che mi è stato fatto notare da un giornalista della stessa "La7". “Era già successo”, mi ha detto. “Un programma raggiunge un picco di audience e poi per un motivo strano viene interrotto”. Davvero strano, no?

 

Hanno detto che andava chiuso perché è volgare.

L’accusa di volgarità è il pretesto principe per tappare la bocca alla satira. All’inizio del programma ricordavo, conscio delle critiche che sarebbero venute, che la satira non è volgare. E’ esplicita! Mantiene la sana oscillazione del nostro immaginario tra sacro e profano. Una volta le due cose convivevano, adesso in un tempo di nuovi integralismi solo al sacro viene concesso il diritto di esistere. Sbagliato. Il potere questo diritto vuole farcelo dimenticare e cerca di far ricadere la colpa della censura sul censurato. E vedere gente come Michele Serra sostenere che quando si attua la censura, metà della colpa è del censore e metà del censurato mi ha fatto accapponare la pelle: è il classico argomento utilizzato dalla destra per giustificare lo stupro: la colpa sarebbe anche della donna che ha la minigonna.

 

Si invocano limiti alla satira. E chi li dovrebbe stabilire?

E’ il classico argomento di chi vuole censurare. L’unico limite lo stabilisce chi la fa: è buffo che gente che non ne sa niente viene a dirlo a me che la faccio da 20 anni. Io scrivo cose che fanno ridere me. Posso sperare che piacciano a un pubblico. Ma non possiamo mai saperlo se mi chiudono la bocca.

 

Dopo la sospensione è stato scritto che hai copiato la battuta ad un comico americano.

Una diffamazione bella e buona perché il plagio è un reato, e se tu accusi uno di un reato non commesso lo diffami. Dal monologo di un comico americano ho preso volutamente l’elemento della vasca da bagno ( per alludere al fatto che per me Ferrara è il Rush Limbaugh italiano ). Poi ne ho recuperati, altri presi, tra l’altro, dalla tradizione satirica italiana medioevale (e dal Boccaccio stesso: in una novella il protagonista finisce in un tino di piscio e urina ). Da Rabelais, il “pisciare addosso “ e il “cagare in bocca”. Ci ho aggiunto la Santanchè in completo sadomaso, per alludere ad Abu Grahib. La mia battuta fa ridere perchè di fronte all’orrore di una guerra in Iraq e Berlusconi che “si dissocia” e dice “in fondo ero contrario alla guerra”, la mia ragazza chiede: “Daniele come fai a sopportare questo orrore?” E così le illustro il quadretto grottesco coi complici italiani della guerra in Iraq. La risata nasce dall'esempio assurdo fra le due volgarità.

 

E la battuta del comico americano è diversa?

Completamente. In quel monologo il comico imita un giornalista che piange e si eccita mentre gli pisciano addosso. Una cosa del tutto diversa. Quando una battuta ha un altro testo e fa ridere per un altro motivo è un’altra battuta. Sarebbe come dire, cambiando genere, che Andy Warhol ha copiato Leonardo da Vinci. Non è vero, ha aggiunto un altro significato all’opera di partenza. E la variazione sul tema è all’origine di tutta l’arte. Quindi non ho copiato alcunchè, poche storie! E sfido chiunque a dimostrare il contrario.

 

In Parlamento siedono ancora esponenti condannati per reati di mafia, e possono parlare liberamente. Ma quello pericoloso appare Luttazzi.

E' il vero grande tema dell’Italia di oggi. Il sistema economico politico tollera magagne allucinanti ma non può sopportare il pensiero libero, eterodosso, non controllato. La tv deve poter ammannire la solita sbobba omogeneizzata. Quando viene fuori un programma come il mio la cosa da fastidio a molteplici livelli: la satira deriva da un’esigenza interna dell’autore satirico. Non è finzione, burletta, imitazione, sfottò. Io esprimo le opinioni in cui credo. Quindi cancellando il programma cancellano le mie opinioni.

 

A che genere “satirico” appartengono le conversazioni intercettate tra Berlusconi e Saccà?

Al genere del reato. Berlusconi si difende dicendo non ha raccomandato nessuno ma fatto solo promesse. Per la legge, non va considerato un reato anch’esso? Uno che è stato capo di governo viene colto in fragranza di reato e non sente l’esigenza di vergognarsi e sparire dalla circolazione spontaneamente la dice lunga sulla degenerazione del senso comune e dell’etica pubblica. Un capo del governo di 30 anni fa che raccomanda delle attricette al direttore di una rete te lo immagineresti? E’ una cosa pazzesca!

 

Stasera porterai la puntata bloccata all’Ambra Jovinelli. Perché questa scelta?

Perchè a 4 giorni dalla notizia della sospensione c’è stato il buio più completo. Ho fatto un programma di successo. Per cinque puntate non se n’è parlato, poi come ho toccato certi temi è stato cancellato. La polemica sulla censura si è poi trasformata in una polemica sulla volgarità. La stampa mi ha sostanzialmente ignorato. Così come la politica che non ha pensato, non tanto di difendere me quanto la libertà di espressione. Poche eccezioni, tra cui Giuseppe Giulietti e gli amici di Articolo21, Franca Rame e Dario Fo i miei “amici satirici”, come Corrado e Sabina Guzzanti…

 

I tuoi detrattori hanno affermato che la colpa è tua perché hai agito senza senso di responsabilità.

Quale responsabilità? La responsabilità di un autore satirico è verso la sua satira. Se mi chiami dandomi carta bianca per fare satira io faccio satira, poi non mi puoi dire che non hai usato la tua libertà in modo responsabile, perché diventa un’illazione, un’offesa.

 

E’ quasi Natale. Rivolgi un augurio buono.

Lo faccio a tutte le persone, e sono veramente tante, che mi hanno manifestato il loro affetto trovando il tempo per raggiungermi con messaggi. La tendenza delle censura è di isolarti e tantissimi si sono preoccupati di farmi sapere che non solo. E’ bello tutto ciò.

 

Così diventi quasi "buonista"... E gli auguri a chi non li fai?

Te lo lascio immaginare!

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Per i fans.

Oggi su "il manifesto" sono presenti amplissimi stralci del monologo su Ratzinger che Daniele Luttazzi avrebbe voluto proporre nella sua trasmissione.

 

Da non perdere assolutamente!!!

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Rivoglio Daniele :(

 

c'erano puntate in cui ero lieta di essere a stomaco vuoto ma lo adoravo lo stesso :D

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la cosa che mi fa rabbia è proprio questa...

in Italia c'è sempre qualcuno che decide che noi italiani possiamo avere il mal di stomaco guardando il bagaglino ma non guardando Luttazzi... :lol::(

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