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INTERVISTA FASCETTI

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Ma si dai mettiamo un pò di pepe al sonnacchioso venerdì :D

 

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Fascetti, 70 volte auguri

"Come mi piace Mourinho"

 

Il tecnico toscano festeggia il compleanno: "Resto innamorato del mio calcio, anche se sono convinto che mi divertirei pure in quello attuale. Il portoghese? Mi piace, soprattutto per il suo coraggio di dire sempre quel che pensa"

 

Eugenio Fascetti, oggi compie 70 anni.

 

VIAREGGIO (Lucca), 23 ottobre 2008 - Brinda anche alla salute del calcio. Eugenio Fascetti festeggia 70 anni e accetta di mettersi in viaggio sulla macchina del suo tempo. "Resto innamorato del mio calcio, anche se sono convinto che mi divertirei pure in quello attuale - dice il tecnico toscano, che vive a Viareggio -. Ho mollato dopo l’avventura a Como, quando ho scoperto che non mi divertivo più, che mi pesava entrare nello spogliatoio e indossare la tuta per andare in campo ogni giorno. E poi troppe beghe, troppi casini: io non sono il tipo che sopporta e sta zitto...".

A proposito, senza Moggi, il calcio è davvero cambiato?

"Non diamo tutte le colpe all’"untore". Intanto, vediamo se si arriverà a condannare Moggi: e poi non poteva essere da solo a creare tutto quel giro che hanno ricostruito. Comunque, sono nel calcio dal ’56 e anche ai miei tempi succedevano cose strane, solo che non se ne parlava. Il momento più triste resta legato alle immagini dei blitz dei carabinieri, con i mezzi blindati, negli stadi per portar via i calciatori coinvolti nel primo caso di calcioscommesse".

 

Ha mai pensato di essere vittima, con una sua squadra, di giochi sporchi?

"Qualche volta, devi far finta di non vedere, di non capire. Ma, dopo 26 anni, nessuno riuscirà a togliermi dalla testa che al mio Varese fu impedito di salire in A: era l’82, gioco di qualità eccezionale, a mille all’ora. Qualcuno si riveda Sampdoria-Varese e Lazio-Varese e capirà che la mia squadra fu stoppata, perchè era stato deciso che non doveva conquistare la promozione. Peccato, perchè in A, con quel gruppo, avrei dato fastidio a tutti".

 

Quale è stata la grande occasione sfumata per la sua carriera?

"A Torino. Dopo aver riportato i granata in A, non mi fu data l’opportunità di continuare quell’esperienza, con una squadra che, nel giro di due anni, finì nella finale di Coppa delle Coppe. Sbagliai a non parlare direttamente al presidente Borsano, col quale avevo un rapporto fantastico. Invece, purtroppo, mi fidai di altre persone".

 

È vero che qualche grande club potrebbe aver scartato l’ipotesi di ingaggiare Fascetti perchè non indossava giacca e cravatta?

"Spero di no, perchè sarebbe una grande delusione: preferirei sapere che altri motivi mi hanno tenuto fuori da giri importanti. Certo, sia da calciatore che da allenatore, mi son fermato proprio quand’ero sul punto di fare il salto di qualità".

 

Da tifoso interista, come giudica Mourinho?

"Mi piace, soprattutto per il suo coraggio di dire sempre quel che pensa. Anche a costo di andare "frontale" contro un giornalista che invade il campo di competenza. A qualcuno dà noia un personaggio come Mourinho, perchè va fuori dalle righe. Ma è un grande allenatore, che studia anche gli avversari e si adegua: così, ha "tamponato" la Roma, dominando la partita".

 

Meglio il calcio attuale o quello del suo Lecce, della sua Lazio, del suo Verona, del suo Torino, della sua Lazio?

"Il calcio è bello perchè non è mai stato uno solo, non ha mai proposto un’unica verità. Negli ultimi 15 anni hanno messo in discussione giocatori di qualità come Roberto Baggio o Cassano. Torneranno i tempi in cui si rivaluteranno tali calciatori. E, comunque, più di 25 anni fa, io col Varese, Catuzzi col Bari e Sonetti con la Sambenedettese già facevamo parlare di squadre camaleontiche. Strano, siamo ancora di attualità...".

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Meglio il calcio attuale o quello del suo Lecce, della sua Lazio, del suo Verona, del suo Torino, della sua Lazio?

"Il calcio è bello perchè non è mai stato uno solo, non ha mai proposto un’unica verità. Negli ultimi 15 anni hanno messo in discussione giocatori di qualità come Roberto Baggio o Cassano. Torneranno i tempi in cui si rivaluteranno tali calciatori. E, comunque, più di 25 anni fa, io col Varese, Catuzzi col Bari e Sonetti con la Sambenedettese già facevamo parlare di squadre camaleontiche. Strano, siamo ancora di attualità...".

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subito aggregato alla Brigata... :)

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