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Depeche Mode

Il Comunismo del Manifesto di Marx

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In che rapporto sono i comunisti con i proletari in genere?

 

I comunisti non sono un partito particolare di fronte agli altri partiti operai.

 

I comunisti non hanno interessi distinti dagli interessi di tutto il proletariato.

 

I comunisti non pongono princìpi speciali sui quali vogliano modellare il movimento proletario.

 

I comunisti si distinguono dagli altri partiti proletari solo per il fatto che da una parte essi mettono in rilievo e fanno valere gli interessi comuni, indipendenti dalla nazionalità, dell'intero proletariato, nelle varie lotte nazionali dei proletari; e dall'altra per il fatto che sostengono costantemente l'interesse del movimento complessivo, attraverso i vari stadi di sviluppo percorsi dalla lotta fra proletariato e borghesia.

 

Quindi in pratica i comunisti sono la parte progressiva più risoluta dei partiti operai di tutti i paesi, e quanto alla teoria essi hanno il vantaggio sulla restante massa del proletariato, di comprendere le condizioni, l'andamento e i risultati generali del movimento proletario.

 

Lo scopo immediato dei comunisti è lo stesso di tutti gli altri proletari: formazione del proletariato in classe, abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato.

 

Le proposizioni teoriche dei comunisti non poggiano affatto su idee, su princìpi inventati o scoperti da questo o quel riformatore del mondo.

 

Esse sono semplicemente espressioni generali di rapporti di fatto di una esistente lotta di classi, cioè di un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi. L'abolizione di rapporti di proprietà esistiti fino a un dato momento non è qualcosa di distintivo peculiare del comunismo.

 

Tutti i rapporti di proprietà sono stati soggetti a continui cambiamenti storici, a una continua alterazione storica.

 

Quel che contraddistingue il comunismo non è l'abolizione della proprietà in generale, bensì l'abolizione della proprietà borghese.

 

Ma la proprietà privata borghese moderna è l'ultima e la più perfetta espressione della produzione e dell'appropriazione dei prodotti che poggia su antagonismi di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri.

 

In questo senso i comunisti possono riassumere la loro teoria nella frase: abolizione della proprietà privata. Ci si è rinfacciato, a noi comunisti che vogliamo abolire la proprietà acquistata personalmente, frutto del lavoro diretto e personale; la proprietà che costituirebbe il fondamento di ogni libertà, attività e autonomia personale.

 

Proprietà frutto del proprio lavoro, acquistata, guadagnata con le proprie forze! Parlate della proprietà del minuto cittadino, del piccolo contadino che ha preceduto la proprietà borghese? Non c'è bisogno che l'aboliamo noi, l'ha abolita e la va abolendo di giorno in giorno lo sviluppo dell'industria.

 

O parlate della moderna proprietà privata borghese?

 

Ma il lavoro salariato, il lavoro del proletario, crea proprietà a questo proletario? Affatto. Il lavoro del proletario crea il capitale, cioè quella proprietà che sfrutta il lavoro salariato, che può moltiplicarsi solo a condizione di generare nuovo lavoro salariato, per sfruttarlo di nuovo. La proprietà nella sua forma attuale si muove entro l'antagonismo fra capitale e lavoro salariato. Esaminiamo i due termini di questo antagonismo. Essere capitalista significa occupare nella produzione non soltanto una pura posizione personale, ma una posizione sociale.

 

Il capitale è un prodotto collettivo e può essere messo in moto solo mediante una attività comune di molti membri, anzi in ultima istanza solo mediante l'attività comune di tutti i membri della società.

 

Dunque, il capitale non è una potenza personale; è una potenza sociale.

 

Dunque, se il capitale viene trasformato in proprietà collettiva, appartenente a tutti i membri della società, non c'è trasformazione di proprietà personale in proprietà sociale. Si trasforma soltanto il carattere sociale della proprietà. La proprietà perde il suo carattere di classe.

 

Veniamo al lavoro salariato.

 

Il prezzo medio del lavoro salariato è il minimo del salario del lavoro, cioè è la somma dei mezzi di sussistenza che sono necessari per mantenere in vita l'operaio in quanto operaio. Dunque, quello che l'operaio salariato s'appropria mediante la sua attività è sufficiente soltanto per riprodurre la sua nuda esistenza. Noi non vogliamo affatto abolire questa appropriazione personale dei prodotti del lavoro per la riproduzione della esistenza immediata, appropriazione che non lascia alcun residuo di profitto netto tale da poter conferire potere sul lavoro altrui. Vogliamo eliminare soltanto il carattere miserabile di questa appropriazione, nella quale l'operaio vive solo allo scopo di accrescere il capitale, e vive solo quel tanto che esige l'interesse della classe dominante.

 

Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per moltiplicare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per ampliare, per arricchire, per far progredire il ritmo d'esistenza degli operai.

 

Dunque nella società borghese il passato domina sul presente, nella società comunista il presente domina sul passato. Nella società borghese il capitale è indipendente e personale, mentre l'individuo operante è dipendente e impersonale.

 

E la borghesia chiama abolizione della personalità e della libertà l'abolizione di questo rapporto! E a ragione: infatti, si tratta dell'abolizione della personalità, della indipendenza e della libertà del borghese.

 

Entro gli attuali rapporti di produzione borghesi per libertà s'intende il libero commercio, la libera compravendita.

 

Ma scomparso il traffico, scompare anche il libero traffico. Le frasi sul libero traffico, come tutte le altre bravate sulla libertà della nostra borghesia, hanno senso, in genere, soltanto rispetto al traffico vincolato, rispetto al cittadino asservito del medioevo; ma non hanno senso rispetto alla abolizione comunista del traffico, dei rapporti borghesi di produzione e della stessa borghesia.

 

Voi inorridite perché vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra società attuale la proprietà privata è abolita per i nove decimi dei suoi membri; la proprietà privata esiste proprio per il fatto che per nove decimi non esiste. Dunque voi ci rimproverate di voler abolire una proprietà che presuppone come condizione necessaria la privazione della proprietà dell'enorme maggioranza della società.

 

In una parola, voi ci rimproverate di volere abolire la vostra proprietà.

 

Certo, questo vogliamo.

 

Appena il lavoro non può più essere trasformato in capitale, in denaro, in rendita fondiaria, insomma in una potenza sociale monopolizzabile, cioè, appena la proprietà personale non può più convertirsi in proprietà borghese, voi dichiarate che è abolita la persona.

 

Dunque confessate che per persona non intendete nient'altro che il borghese, il proprietario borghese. Certo questa persona deve essere abolita.

 

Il comunismo non toglie a nessuno il potere di appropriarsi prodotti della società, toglie soltanto il potere di assoggettarsi il lavoro altrui mediante tale appropriazione.

 

Si è obiettato che con l'abolizione della proprietà privata cesserebbe ogni attività e prenderebbe piede una pigrizia generale.

 

Da questo punto di vista, già da molto tempo la società borghese dovrebbe essere andata in rovina per pigrizia, poiché in essa coloro che lavorano, non guadagnano, e quelli che guadagnano, non lavorano. Tutto lo scrupolo sbocca nella tautologia che appena non c'è più capitale non c'è più lavoro salariato.

 

Tutte le obiezioni che vengono mosse al sistema comunista di appropriazione e di produzione dei prodotti materiali, sono state anche estese alla appropriazione e alla produzione dei prodotti intellettuali, come il cessare della proprietà di classe è per il borghese il cessare della produzione stessa, così il cessare della cultura di classe è per lui identico alla fine della cultura in genere.

 

Quella cultura la cui perdita egli rimpiange, è per la enorme maggioranza la preparazione a diventar macchine.

 

Ma non discutete con noi misurando l'abolizione della proprietà borghese sul modello delle vostre idee borghesi di libertà, cultura, diritto e così via. Le vostre idee stesse sono prodotti dei rapporti borghesi di produzione e di proprietà, come il vostro diritto è soltanto la volontà della vostra classe elevata a legge, volontà il cui contenuto è dato nelle condizioni materiali di esistenza della vostra classe.

 

Voi condividete con tutte le classi dominanti tramontate quell'idea interessata mediante la quale trasformate in eterne leggi della natura e della ragione, da rapporti storici quali sono, transeunti nel corso della produzione, i vostri rapporti di produzione e di proprietà. Non vi è più permesso di comprendere per la proprietà borghese quel che comprendete per la proprietà antica e per la proprietà feudale.

 

Abolizione della famiglia! Anche i più estremisti si riscaldano parlando di questa ignominiosa intenzione dei comunisti.

 

Su che cosa si basa la famiglia attuale, la famiglia borghese? Sul capitale, sul guadagno privato. Una famiglia completamente sviluppata esiste soltanto per la borghesia: ma essa ha il suo complemento nella coatta mancanza di famiglia del proletario e nella prostituzione pubblica.

 

La famiglia del borghese cade naturalmente col cadere di questo suo complemento ed entrambi scompaiono con la scomparsa del capitale.

 

Ci rimproverate di voler abolire lo sfruttamento dei figli da parte dei genitori? Confessiamo questo delitto. Ma voi dite che sostituendo l'educazione sociale a quella familiare noi aboliamo i rapporti più cari.

 

E anche la vostra educazione, non è determinata dalla società? Non è determinata dai rapporti sociali entro i quali voi educate, dalla interferenza più o meno diretta o indiretta della società mediante la scuola e così via? I comunisti non inventano l'influenza della società sull'educazione, si limitano a cambiare il carattere di tale influenza, e strappano l'educazione all'influenza della classe dominante.

 

La fraseologia borghese sulla famiglia e sull'educazione, sull'affettuoso rapporto fra genitori e figli diventa tanto più nauseante, quanto più, per effetto della grande industria, si lacerano per il proletario tutti i vincoli familiari, e i figli sono trasformati in semplici articoli di commercio e strumenti di lavoro.

 

Tutta la borghesia ci grida contro in coro: ma voi comunisti volete introdurre la comunanza delle donne.

 

Il borghese vede nella moglie un semplice strumento di produzione. Sente dire che gli strumenti di produzione devono essere sfruttati in comune e non può naturalmente farsi venire in mente se non che la sorte della comunanza colpirà anche le donne.

 

Non sospetta neppure che si tratta proprio di abolire la posizione delle donne come semplici strumenti di produzione.

 

Del resto non c'è nulla di più ridicolo del moralissimo orrore che i nostri borghesi provano per la pretesa comunanza ufficiale delle donne fra i comunisti. I comunisti non hanno bisogno d'introdurre la comunanza delle donne; essa è esistita quasi sempre.

 

I nostri borghesi, non paghi d'avere a disposizione le mogli e le figlie dei proletari, per non parlare neppure della prostituzione ufficiale, trovano uno dei loro divertimenti principali nel sedursi reciprocamente le loro mogli.

 

In realtà il matrimonio borghese è la comunanza delle mogli. Tutt'al, più ai comunisti si potrebbe rimproverare di voler introdurre una comunanza delle donne ufficiale e franca al posto di una comunanza delle donne ipocritamente dissimulata. del resto è ovvio che, con l'abolizione dei rapporti attuali di produzione, scompare anche quella comunanza delle donne che ne deriva, cioè la prostituzione ufficiale e non ufficiale.

 

Inoltre, si è rimproverato ai comunisti ch'essi vorrebbero abolire la patria, la nazionalità.

 

Gli operai non hanno patria. Non si può togliere loro quello che non hanno. Poiché la prima cosa che il proletario deve fare è di conquistarsi il dominio politico, di elevarsi a classe nazionale, di costituire se stesso in nazione, è anch'esso ancora nazionale, seppure non certo nel senso della borghesia.

 

Le separazioni e gli antagonismi nazionali dei popoli vanno scomparendo sempre più già con lo sviluppo della borghesia, con la libertà di commercio, col mercato mondiale, con l'uniformità della produzione industriale e delle corrispondenti condizioni d'esistenza.

 

Il dominio del proletariato li farà scomparire ancor di più. Una delle prime condizioni della sua emancipazione è l'azione unita, per lo meno dei paesi civili.

 

Lo sfruttamento di una nazione da parte di un'altra viene abolito nella stessa misura che viene abolito lo sfruttamento di un individuo da parte di un altro.

 

Con l'antagonismo delle classi all'interno delle nazioni scompare la posizione di reciproca ostilità fra le nazioni.

 

Non meritano d'essere discusse in particolare le accuse che si fanno al comunismo da punti di vista religiosi, filosofici e ideologici in genere.

 

C'è bisogno di una profonda comprensione per capire che anche le idee, le opinioni e i concetti, insomma, anche la coscienza degli uomini, cambia col cambiare delle loro condizioni di vita, delle loro relazioni sociali, della loro esistenza sociale?

 

Cos'altro dimostra la storia delle idee, se non che la produzione intellettuale si trasforma assieme a quella materiale? Le idee dominanti di un'epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante.

 

Si parla di idee che rivoluzionano un'intera società; con queste parole si esprime semplicemente il fatto che entro la vecchia società si sono formati gli elementi di una nuova, e che la dissoluzione delle vecchie idee procede di pari passo con la dissoluzione dei vecchi rapporti d'esistenza.

 

Quando il mondo antico fu al tramonto, le antiche religioni furono vinte dalla religione cristiana. Quando nel secolo XVIII le idee cristiane soggiacquero alle idee dell'illuminismo, la società feudale dovette combattere la sua ultima lotta con la borghesia allora rivoluzionaria. Le idee della libertà di coscienza e della libertà di religione furono soltanto l'espressione del dominio della libera concorrenza nel campo della coscienza.

 

Ma, si dirà, certo che nel corso dello svolgimento storico le idee religiose, morali, filosofiche, politiche, giuridiche si sono modificate. Però in questi cambiamenti la religione, la morale, al filosofia, la politica, il diritto si sono sempre conservati.

 

Inoltre vi sono verità eterne, come la libertà, la giustizia e così via, che sono comuni a tutti gli stati della società. Ma il comunismo abolisce le verità eterne, abolisce la religione, la morale, invece di trasformarle; quindi il comunismo si mette in contraddizione con tutti gli svolgimenti storici avuti sinora.

 

A cosa si riduce quest'accusa? La storia di tutta quanta la società che c'è stata fino ad oggi s'è mossa in contrasti di classe che hanno avuto un aspetto differente a seconda delle differenti epoche.

 

Lo sfruttamento d'una parte della società per opera dell'altra parte è dato di fatto comune a tutti i secoli passati, qualunque sia la forma ch'esso abbia assunto. Quindi, non c'è da meravigliarsi che la coscienza sociale di tutti i secoli si muova, nonostante ogni molteplicità e differenza, in certe forme comuni: forme di coscienza, che si dissolvono completamente soltanto con la completa scomparsa dell'antagonismo delle classi.

 

La rivoluzione comunista è la più radicale rottura con i rapporti tradizionali di proprietà; nessuna meraviglia che nel corso del suo sviluppo si rompa con le idee tradizionali nella maniera più radicale.

 

Ma lasciamo stare le obiezioni della borghesia contro il comunismo.

 

Abbiamo già visto sopra che il primo passo sulla strada della rivoluzione operaia consiste nel fatto che il proletariato s'eleva a classe dominante, cioè nella conquista della democrazia.

 

Il proletariato adoprerà il suo dominio politico per strappare a poco a poco alla borghesia tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, cioè del proletariato organizzato come classe dominante, e per moltiplicare al più presto possibile la massa delle forze produttive.

 

Naturalmente, ciò può avvenire, in un primo momento, solo mediante interventi despotici nel diritto di proprietà e nei rapporti borghesi di produzione, cioè per mezzo di misure che appaiono insufficienti e poco consistenti dal punto di vista dell'economia; ma che nel corso del movimento si spingono al di là dei propri limiti e sono inevitabili come mezzi per il rivolgimento dell'intero sistema di produzione.

 

Queste misure saranno naturalmente differenti a seconda dei differenti paesi.

 

Tuttavia, nei paesi più progrediti potranno essere applicati quasi generalmente i provvedimenti seguenti:

 

1.- Espropriazione della proprietà fondiaria ed impiego della rendita fondiaria per le spese dello Stato.

 

2.- Imposta fortemente progressiva.

 

3.- Abolizione del diritto di successione.

 

4.- Confisca della proprietà di tutti gli emigrati e ribelli.

 

5.- Accentramento del credito in mano dello Stato mediante una banca nazionale con capitale dello Stato e monopolio esclusivo.

 

6.- Accentramento di tutti i mezzi di trasporto in mano allo Stato.

 

7.- Moltiplicazione delle fabbriche nazionali, degli strumenti di produzione, dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano collettivo.

 

8.- Eguale obbligo di lavoro per tutti, costituzione di eserciti industriali, specialmente per l'agricoltura.

 

9.- Unificazione dell'esercizio dell'agricoltura e della industria, misure atte ad eliminare gradualmente l'antagonismo fra città e campagna.

 

10.- Istruzione pubblica e gratuita di tutti i fanciulli. Eliminazione del lavoro dei fanciulli nelle fabbriche nella sua forma attuale. Combinazione dell'istruzione con la produzione materiale e così via.

 

Quando le differenze di classe saranno scomparse nel corso dell'evoluzione, e tutta la produzione sarà concentrata in mano agli individui associati, il pubblico potere perderà il suo carattere politico. In senso proprio, il potere politico è il potere di una classe organizzato per opprimerne un'altra. Il proletariato, unendosi di necessità in classe nella lotta contro la borghesia, facendosi classe dominante attraverso una rivoluzione, ed abolendo con la forza, come classe dominante, gli antichi rapporti di produzione, abolisce insieme a quei rapporti di produzione le condizioni di esistenza dell'antagonismo di classe, cioè abolisce le condizioni d'esistenza delle classi in genere, e così anche il suo proprio dominio in quanto classe.

 

Alla vecchia società borghese con le sue classi e i suoi antagonismi fra le classi subentra una associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti.

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A me sembra un Urlo DELIRANTE ALLA VIOLENZA e ALL SPERZONALIZZAZIONE, all'annientamento dell 'indivisuo all'azzeramento della coscienza e del pensiero.....................PREFERISCO DI GRAN LUNGA IL PENSIERO FASCISTA!

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A me ripeto pare un inno alla VIOLENZA.......................Trovo spunti di maggiore violenza in questo manifesto piuttosto che in quello fascista.................IO LA PENSO COSI'................o per lomeno io ARGOMENTO!!!!!!!!!!!!!!!

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In ogni caso questa è solo una parte del manifesto del partito comunista di Marx/Engels, che in realtà è molto più ampio...

tutto questo per la precisione.

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quets aè la parte sui rapporti tra i comunisti ed i proletari..................O meglio questa è la parte DEL DELIRIO PURO.............poi nelle altre c'è quello sotto effetto di calmanti e psicofarmaci.................Tutto questo per la precisione :rotfl::rotfl::rotfl:

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Sono tutti e due sostanzialmente deliranti, anche se in entrambi si possono prendere degli spunti interessanti.

 

Ma questo è risaputo e cosa vecchia.

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quets aè la parte sui rapporti tra i comunisti ed i proletari..................O meglio questa è la parte DEL DELIRIO PURO.............poi nelle altre c'è quello sotto effetto di calmanti e psicofarmaci.................Tutto questo per la precisione :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:

questa è la parte che ti faceva comodo inserire... :lol: tutto questo per la precisione.

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Sono tutti e due sostanzialmente deliranti, anche se in entrambi si possono prendere degli spunti interessanti.

 

Ma questo è risaputo e cosa vecchia.

il punto focale è ..........................se è possibile esaltare il Manifesto comunista perchè non si può fare altrettanto del fascista.........d'altra parte stiamo parlando di idee..................

 

Se si condanna il REgime fascista, figlio di quel manifesto, perchè non si condanna il Regime comunista figlio dell'altro manifesto.................

 

Se si vietano simboli fascisti....espressione di un regime..............perchè non si vietano i simboli comunisti espressione di un regime................

 

La germania lo fa...................ad esempio

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E' quello che ho già detto nell'altro topic, per me sono deliranti entrambi, ma sempre idee sono ed è giusto che vengano rispettate, tutto qua. Il problema che era stato sollevato nel primo topic è sempre lo stesso e rimarrà finchè non verrà risolto in modo pacificatorio. Superare quello che è accaduto 60 anni fa è l'unico modo, chiudere per sempre quel capitolo per far sì che non ci siano ideali di serie A e ideali di serie B. In questo senso quanto sta facendo Depeche è un atto di coraggio che molti che fanno ironia a buon mercato, non hanno capito. Peggio per loro.

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perchè non si può fare altrettanto del fascista.........

Vabbe' dai....

 

non la fa tanto lunga, non mi sembra che i tribunali pullulino di processi per apologia del fascismo....

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Sono tutti e due sostanzialmente deliranti, anche se in entrambi si possono prendere degli spunti interessanti.

 

Ma questo è risaputo e cosa vecchia.

il punto focale è ..........................se è possibile esaltare il Manifesto comunista perchè non si può fare altrettanto del fascista.........d'altra parte stiamo parlando di idee..................

 

Se si condanna il REgime fascista, figlio di quel manifesto, perchè non si condanna il Regime comunista figlio dell'altro manifesto.................

 

Se si vietano simboli fascisti....espressione di un regime..............perchè non si vietano i simboli comunisti espressione di un regime................

 

La germania lo fa...................ad esempio

VIETA RE VIETARE, E' QUESTO CHE CI DIFFERENZIA!

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infatti sono da condannare entrambi..........se sotto il regime fascista ci sono state molti uccisioni sotto quello comunista non è che siano state di meno........mai sentito parlare di "democrazia"?di non-violenza?di dignità umana e libertà di tutti messe davanti a tutto?anche davanti al regime proletario comunista e davanti alla sete di potere e prevalenza fascista?

 

come detto nell'altro post:è un manifesto vecchio dal quale qualcosa di buono si può sicuramente ricavare(come nell'altro)ma che occorre superare.....

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.

TU ZITTO CHE HAI FATTO QUELLE LEGGI CHE MI PERSEGUITANO CONTINUAMENTE!!!

 

"Se qualcosa può andar male, lo farà."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

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Hai per caso idea di quando sia stato scritto?

 

Hai per caso idea di che periodo storico era?

 

Hai per caso idea di qual era la condizione della classe operaia nelle nazioni industrializzate?

 

Hai per caso idea di quanto forte e predominante fosse il potere della classe borghese governante?

 

Hai per caso idea di che cosa abbia significato per milioni di persone che ci sia stato un manifesto che, seppure in parte delirante, abbia rivendicato agli occhi del mondo alcuni DIRITTI UMANI?

 

Hai per caso idea di quale fosse il fine di Marx quando lo ha composto?

 

 

Se non l'hai capito, tale manifesto è nato con un fine ben preciso, ed anche se deprecabili sono stati i mezzi per raggiungerlo, credo che ce ne sia stato bisogno, NEL PASSATO!

 

Ora invece spiegami L'UTILITA' di quell'altro delirante manifesto...

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TU ZITTO CHE HAI FATTO QUELLE LEGGI CHE MI PERSEGUITANO CONTINUAMENTE!!!

 

"Se qualcosa può andar male, lo farà."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

l'ho scaricato da internet e me lo stavo rileggendo proprio l'altro giorno...

da tajasse le vene <_<

 

LA FILOSOFIA DI MURPHY

sorridi...domani sarà peggio. :mellow:

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Hai per caso idea di quando sia stato scritto?

 

Hai per caso idea di che periodo storico era?

 

Hai per caso idea di qual era la condizione della classe operaia nelle nazioni industrializzate?

 

Hai per caso idea di quanto forte e predominante fosse il potere della classe borghese governante?

 

Hai per caso idea di che cosa abbia significato per milioni di persone che ci sia stato un manifesto che, seppure in parte delirante, abbia rivendicato agli occhi del mondo alcuni DIRITTI UMANI?

 

Hai per caso idea di quale fosse il fine di Marx quando lo ha composto?

 

 

Se non l'hai capito, tale manifesto è nato con un fine ben preciso, ed anche se deprecabili sono stati i mezzi per raggiungerlo, credo che ce ne sia stato bisogno, NEL PASSATO!

 

Ora invece spiegami L'UTILITA' di quell'altro delirante manifesto...

MA io di fronte a questo tuo parlare a paraocchi senza nessuna CREDIBILE SPERANZA ti chiedo......MOTIVALA IL DELIRIO se ne hai imezzi.......spiega se ne hai le capacità.....mentre io visto che tu ragioni solo con i paraocchi sul Manifesto fascista ti rispondo con questo copia incolla che credo sia la migliore risposta che si merita la tua CHIUSURA MENTALE perchè quello che tu dici é VALIDO ALL INVERSO e perciò:

 

Hai per caso idea di quando sia stato scritto?

 

Hai per caso idea di che periodo storico era?

 

Hai per caso idea di qual era la condizione della classe operaia nelle nazioni industrializzate?

 

Hai per caso idea di quanto forte e predominante fosse il potere della classe borghese governante?

 

Hai per caso idea di che cosa abbia significato per milioni di persone che ci sia stato un manifesto che, seppure in parte delirante, abbia rivendicato agli occhi del mondo alcuni DIRITTI UMANI?

 

Hai per caso idea di quale fosse il fine di Marx quando lo ha composto?

 

 

Se non l'hai capito, tale manifesto è nato con un fine ben preciso, ed anche se deprecabili sono stati i mezzi per raggiungerlo, credo che ce ne sia stato bisogno, NEL PASSATO!

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E' da quando posti su questi temi che non hai parole ma solo aggettivi : vergognoso, ridicolo, agghiacciante, scellerato etc etc...mai una parola mai un discosrso mai una moticvazione............Manco un po' di retorica............

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Per questioni e problemi personali (cerco lavoro e in più il 14 me operano!!! :( ) avrete nontato che ultimamente sono stato assente dal forum; di questo me ne scuso con tutti, specialmente con chi invocava miei interventi tramite MP.

 

In merito a questo topic, voglio ricordare a tutti che non più tardi di 10 giorni fa eravamo a discutere sull'opportunità a meno di intraprendere discussioni storico-politiche su questo forum, concludendo quei dibattimenti, mi pare, proprio con la decisione di evitare il più possibile certi ragionamenti che avrebbero probabilmente portato a litigi, se pur virtuali, e al malcontento di una gran parte dei frequentatori del forum stesso.

 

Ora io non mi voglio metter qui a censurare o rimproverare chicchessia, ne tantomeno a vietare discussioni inerenti avvenimenti di attualità pure di carattere politico. Ribadendo comunque la apoliticità nonchè la natura apartitica di questo forum, vi chiedo ancora una volta di limitare i vostri interventi in questa sezione del forum alla discussione di argomenti di attualità piuttosto che a materie storico-politiche come quella di questo topic.

 

Spero di non dover intervenire ancora una volta per "placare" gli animi di chi partecipa a queste discussioni, animi di persone che spesso si infervorano per gli argomenti trattati e che poi reagiscono con esagerata partecipazione a questi topic.

Avverto di conseguenza che qualora legga ancora discussioni aperte su argomenti non troppo legati all'attualità o al costume, gossip e quant'altro di "leggero", per preservare la natura sopra descritta di questo forum, nonchè per preservare chiunque, amministratori ed utenti compresi, dalla possibilità di querele di alcun genere, sarò costretto cancellare il topic ammonendo sin da ora gli utenti che vi prenderanno parte alla discussione.

 

GRAZIE.

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Respiro messia!  :hail:  :hail:  :hail:

Ovviamente voi non vi sorprenderete se non sono d'accordo..........................

 

La motivazione è alquanto semplice..................Nei topic da me aperti nei giorni passati era Evidente una Vena provocatoria che aveva però l 'alterttanto evidente scopo di aprire un dibattito di riflessione su alcuni temi CREDO importanti e cheavrebbero potuto rappresentare uno spunto di riflessione per abbattere luoghi comuni e posizioni cristallizate da un tempo oramai lontano.................mi sembra che a parte alcuni interventi degenerativi e alquanto sciocchi il dibattito si sia compiuto in termini civili e che mai sia degenerato in volgari accuse partigiane..........

 

Credo perciò che limitare la libertà di affronater Liberamente e civilmente opinioni e pensieri su temi così importanti sarebbe un errore, come a mio avviso è un errore cedere alle richieste di chi PRETENDE che certi temi non vengano trattati!

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D'accordo! E' possibile che non capiate che Depeche lancia delle provocazioni per alzare il livello di adrenalina e indurre al dibattito? Invece de incazzavve tanto ma perchè non rispondete nel merito? Sarebbe oltre che più civile anche più proficuo. Depeche facce un topic riassuntivo di tutti quelli dei giorni passati! L'argomento in fondo è uno solo no?

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