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oscarwilde64

L'utilizzo della lettera H è un problema?

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il conduttore faceva il figo dicendo che parole come citta' e po' necessitano dell'apostrofo essendo parole troncate (cittade e poco), ma la professoressa ha detto che stiamo andando verso l'assoluzione di pò e città...

mi sembra una stronzata quella del conduttore:

 

Se "cittade" si è troncata in "città" e non in " citta' " (così come virtude in virtù etc.) ciò appartiene alla formazione ed evoluzione della lingua italiana almeno da Manzoni in poi.

Del tutto diversamente, " po' " è l'apocope (eccezionalmente apostrofata) rispetto alla forma avverbiale (italianissima) "poco".

 

Nulla toglie che nell'evoluzione della lingua, così come secoli fa cittade è diventata città, po' possa diventare pò, ma allo stato è un errore.

1832376[/snapback]

 

Sono totalmente d'accordo.

 

Allo stato attuale le forme corrette sono città e po'.

 

Chi fa diversamente sbaglia.

 

.Ciaps

1832490[/snapback]

Ci mancherebbe altro! Altrimenti bisognerebbe scrivere anche potesta', maesta'... Diverso è il discorso per parole che esistono anche nella lingua moderna: puoi dire poco o po', così come puoi dire modo o mo'; se tronchi la parola devi mettere l'apostrofo. Cittade, potestate o maiestate nell'italiano moderno non esistono.

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il conduttore faceva il figo dicendo che parole come citta' e po' necessitano dell'apostrofo essendo parole troncate (cittade e poco), ma la professoressa ha detto che stiamo andando verso l'assoluzione di pò e città...

mi sembra una stronzata quella del conduttore:

 

Se "cittade" si è troncata in "città" e non in " citta' " (così come virtude in virtù etc.) ciò appartiene alla formazione ed evoluzione della lingua italiana almeno da Manzoni in poi.

Del tutto diversamente, " po' " è l'apocope (eccezionalmente apostrofata) rispetto alla forma avverbiale (italianissima) "poco".

 

Nulla toglie che nell'evoluzione della lingua, così come secoli fa cittade è diventata città, po' possa diventare pò, ma allo stato è un errore.

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Sono totalmente d'accordo.

 

Allo stato attuale le forme corrette sono città e po'.

 

Chi fa diversamente sbaglia.

 

.Ciaps

1832490[/snapback]

Ci mancherebbe altro! Altrimenti bisognerebbe scrivere anche potesta', maesta'... Diverso è il discorso per parole che esistono anche nella lingua moderna: puoi dire poco o po', così come puoi dire modo o mo'; se tronchi la parola devi mettere l'apostrofo. Cittade, potestate o maiestate nell'italiano moderno non esistono.

1832504[/snapback]

 

Infatti.

 

Vorrei sapere chi è il genio conduttore che ha detto quelle stronzate.

 

.Ciaps

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comunque dopo il consiglio del mio "vate" inizierò a scrivere sempre la forma accentata piuttosto che l'acca sul verbo avere

1832346[/snapback]

 

E nessuno potrà mai biasimarti né correggerti se citerai gli scritti del Gabrielli (o al limite del Callea).

 

.Ciaps

Modificato da callea

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comunque dopo il consiglio del mio "vate" inizierò a scrivere sempre la forma accentata piuttosto che l'acca sul verbo avere

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E nessuno potrà mai biasimarti correggerti se citerai gli scritti del Gabrielli (o al limite del Callea).

 

.Ciaps

1832520[/snapback]

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comunque dopo il consiglio del mio "vate" inizierò a scrivere sempre la forma accentata piuttosto che l'acca sul verbo avere

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E nessuno potrà mai biasimarti correggerti se citerai gli scritti del Gabrielli (o al limite del Callea).

 

.Ciaps

1832520[/snapback]

1832532[/snapback]

ps: sono la tua professoressa d'italiano. stavo aspettando questo momento da anni.

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comunque dopo il consiglio del mio "vate" inizierò a scrivere sempre la forma accentata piuttosto che l'acca sul verbo avere

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E nessuno potrà mai biasimarti nè correggerti se citerai gli scritti del Gabrielli (o al limite del Callea).

 

.Ciaps

1832520[/snapback]

considera ò già iniziato B-)

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il conduttore faceva il figo dicendo che parole come citta' e po' necessitano dell'apostrofo essendo parole troncate (cittade e poco), ma la professoressa ha detto che stiamo andando verso l'assoluzione di pò e città...

mi sembra una stronzata quella del conduttore:

 

Se "cittade" si è troncata in "città" e non in " citta' " (così come virtude in virtù etc.) ciò appartiene alla formazione ed evoluzione della lingua italiana almeno da Manzoni in poi.

Del tutto diversamente, " po' " è l'apocope (eccezionalmente apostrofata) rispetto alla forma avverbiale (italianissima) "poco".

Nulla toglie che nell'evoluzione della lingua, così come secoli fa cittade è diventata città, po' possa diventare pò, ma allo stato è un errore.

1832376[/snapback]

 

e se l´apocope é poco palese?

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il conduttore faceva il figo dicendo che parole come citta' e po' necessitano dell'apostrofo essendo parole troncate (cittade e poco), ma la professoressa ha detto che stiamo andando verso l'assoluzione di pò e città...

mi sembra una stronzata quella del conduttore:

 

Se "cittade" si è troncata in "città" e non in " citta' " (così come virtude in virtù etc.) ciò appartiene alla formazione ed evoluzione della lingua italiana almeno da Manzoni in poi.

Del tutto diversamente, " po' " è l'apocope (eccezionalmente apostrofata) rispetto alla forma avverbiale (italianissima) "poco".

Nulla toglie che nell'evoluzione della lingua, così come secoli fa cittade è diventata città, po' possa diventare pò, ma allo stato è un errore.

1832376[/snapback]

 

e se l´apocope é poco palese?

1832724[/snapback]

 

E' malasorte! Ti carbonizzino braci, tetro salame.

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La lingua è cosa viva, infatti ogni tanto anche i vocabolari andrebbero ricomprati poichè periodicamente si riempiono di neologismi non presenti magari nel Devoto-Oli che teniamo sullo scaffale a far bella mostra di sé dal 1978... Quello che mi fa riflettere è l'impoverimento della lingua che si sta inesorabilmente estendendo ai mass media, quelli che 40 anni fa avevano il compito di "dare l'esempio" (non è mai troppo tardi chi se lo ricorda?) e di unificare il tessuto sociale e linguistico del nostro giovanissimo Paese. Non ci sono più congiuntivi, usano le stesse quattro parole e vengono messi in bella mostra individui che dovrebbero ricominciare dalla prima elementare, politici e Lapo Elkann in primis.

1832393[/snapback]

do' l'hai copiato sto intervento? :lol:

(mesà che, per l'età che dovresti avecce, "non è mai troppo tardi" non te lo poi ricordà :ph34r: )

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comunque dopo il consiglio del mio "vate" inizierò a scrivere sempre la forma accentata piuttosto che l'acca sul verbo avere

1832346[/snapback]

 

E nessuno potrà mai biasimarti correggerti se citerai gli scritti del Gabrielli (o al limite del Callea).

 

.Ciaps

1832520[/snapback]

1832532[/snapback]

ps: sono la tua professoressa d'italiano. stavo aspettando questo momento da anni.

1832535[/snapback]

:lol:

grande!

vedrai che adesso si affannerà a spiegarti perchè (anziché perché) non ha sbagliato :lol:

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il conduttore faceva il figo dicendo che parole come citta' e po' necessitano dell'apostrofo essendo parole troncate (cittade e poco), ma la professoressa ha detto che stiamo andando verso l'assoluzione di pò e città...

mi sembra una stronzata quella del conduttore:

 

Se "cittade" si è troncata in "città" e non in " citta' " (così come virtude in virtù etc.) ciò appartiene alla formazione ed evoluzione della lingua italiana almeno da Manzoni in poi.

Del tutto diversamente, " po' " è l'apocope (eccezionalmente apostrofata) rispetto alla forma avverbiale (italianissima) "poco".

Nulla toglie che nell'evoluzione della lingua, così come secoli fa cittade è diventata città, po' possa diventare pò, ma allo stato è un errore.

1832376[/snapback]

 

e se l´apocope é poco palese?

1832724[/snapback]

è l'ora per amare parole

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La lingua è cosa viva, infatti ogni tanto anche i vocabolari andrebbero ricomprati poichè periodicamente si riempiono di neologismi non presenti magari nel Devoto-Oli che teniamo sullo scaffale a far bella mostra di sé dal 1978... Quello che mi fa riflettere è l'impoverimento della lingua che si sta inesorabilmente estendendo ai mass media, quelli che 40 anni fa avevano il compito di "dare l'esempio" (non è mai troppo tardi chi se lo ricorda?) e di unificare il tessuto sociale e linguistico del nostro giovanissimo Paese. Non ci sono più congiuntivi, usano le stesse quattro parole e vengono messi in bella mostra individui che dovrebbero ricominciare dalla prima elementare, politici e Lapo Elkann in primis.

1832393[/snapback]

do' l'hai copiato sto intervento? :lol:

(mesà che, per l'età che dovresti avecce, "non è mai troppo tardi" non te lo poi ricordà :ph34r: )

1832738[/snapback]

a parte che io so dell' '83 e non del '79, i miei genitori lo vedevano e più di una volta mi è capitato di vedere riproposti in vecchi documentari in bianco e nero il buon Manzi che spiegava in modo chiarissimo regole grammaticali, ortografiche e quant'altro.

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La lingua è cosa viva, infatti ogni tanto anche i vocabolari andrebbero ricomprati poichè periodicamente si riempiono di neologismi non presenti magari nel Devoto-Oli che teniamo sullo scaffale a far bella mostra di sé dal 1978... Quello che mi fa riflettere è l'impoverimento della lingua che si sta inesorabilmente estendendo ai mass media, quelli che 40 anni fa avevano il compito di "dare l'esempio" (non è mai troppo tardi chi se lo ricorda?) e di unificare il tessuto sociale e linguistico del nostro giovanissimo Paese. Non ci sono più congiuntivi, usano le stesse quattro parole e vengono messi in bella mostra individui che dovrebbero ricominciare dalla prima elementare, politici e Lapo Elkann in primis.

1832393[/snapback]

do' l'hai copiato sto intervento? :lol:

(mesà che, per l'età che dovresti avecce, "non è mai troppo tardi" non te lo poi ricordà :ph34r: )

1832738[/snapback]

a parte che io so dell' '83 e non del '79, i miei genitori lo vedevano e più di una volta mi è capitato di vedere riproposti in vecchi documentari in bianco e nero il buon Manzi che spiegava in modo chiarissimo regole grammaticali, ortografiche e quant'altro.

1832751[/snapback]

allora avrai verificato di persona se anche il vecchio Manzi consigliava il trucchetto di sostituire "a" con "aveva" :lol:

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comunque dopo il consiglio del mio "vate" inizierò a scrivere sempre la forma accentata piuttosto che l'acca sul verbo avere

1832346[/snapback]

 

E nessuno potrà mai biasimarti correggerti se citerai gli scritti del Gabrielli (o al limite del Callea).

 

.Ciaps

1832520[/snapback]

1832532[/snapback]

ps: sono la tua professoressa d'italiano. stavo aspettando questo momento da anni.

1832535[/snapback]

 

È stato solo un errore di battitura. Il tasto shift non sempre prende bene e non sempre si ha tempo di correggere errori tanto irrilevanti.

 

Mi avresti dovuto avvisare in privato e lo avrei corretto.

 

È maleducazione enfatizzare un errore grammaticale in pubblico.

 

Io non mi sono mai permesso di correggere qualcuno per una svista di battitura.

 

E comunque non sei la mia professoressa, perchè la mia professoressa d'italiano non mi ha mai insegnato la differenza tra accenti gravi e accenti acuti.

 

All'epoca (io sono molto vecchio) i computer servivano per mandare la gente su la Luna.

 

Le macchine per scrivere erano un lusso.

 

Negli scritti a mano nessuno faceva caso al verso dell'accento (e nemmeno ora) e nessuna professoressa lo ha mai segnato di rosso.

 

Per me quell'accento ha solo un significato logico e non certo fonetico.

 

Anche volendolo considerare un errore si tratta di un errore di natura puramente formale, non certo logica e comunque irrilevante.

 

Faccio comunque tesoro della critica per il futuro, ma ripeto, urlare in pubblico per errori grammaticali altrui (a meno che non esplicitamente richiesto) è cattiva educazione.

 

.Ciaps :)

Modificato da callea

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Per me quell'accento ha solo un significato logico e non certo fonetico.

 

Anche volendolo considerare un errore si tratta di un errore di natura puramente formale, non certo logica e comunque irrilevante.

 

.Ciaps  :)

1833137[/snapback]

Come, ha un significato logico ma non lo consideri un errore di natura logica?

 

:blink:

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Per me quell'accento ha solo un significato logico e non certo fonetico.

 

Anche volendolo considerare un errore si tratta di un errore di natura puramente formale, non certo logica e comunque irrilevante.

 

.Ciaps  :)

1833137[/snapback]

Come, ha un significato logico ma non lo consideri un errore di natura logica?

 

:blink:

1833158[/snapback]

 

Mi spiego:

 

L'accento in senso generico ha una valenza logica.

 

La differenziazione tra accento grave e acuto invece ha una valenza puramente fonetica.

 

Quindi non mettere l'accento quando invece andrebbe messo è un errore logico importante.

 

Mentre mettere l'accento grave invece che quello acuto è solo un errore formale ai limiti dell'irrilevanza.

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Mi dispiace contraddirti, callea, ma l'accentazione della vocale "e" (come della vocale "o") nella lingua italiana è molto importante, in quanto corrisponde a diverse emissioni fonetiche.

 

Nel caso specifico "nè" con l'accento grave andrebbe letto con la "e" aperta di "caffè", anziché (accento acuto) con la "e" chiusa di "perché" come è (accento grave) nella pronuncia corretta.

 

A meno che non vogliamo imitare l'orribile pronuncia milanese delle "e" tutte aperte (la casètta, la macchinètta, la barchètta, etc.).

 

Capisco che nella scrittura su tastiera il lapsus possa sfuggire ma si tratta comunque di una imprecisione tutt'altro che veniale.

Modificato da passaparola

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Mi dispiace contraddirti, callea, ma l'accentazione della  vocale "e" (come della vocale "o") nella lingua italiana è molto importante, in quanto corrisponde a diverse emissioni fonetiche.

 

Nel caso specifico "nè" con l'accento grave  andrebbe letto con la "e" aperta di "caffè", anziché (accento acuto) con la "e" chiusa di "perché" come è (accento grave) nella pronuncia corretta.

 

A meno che non vogliamo imitare l'orribile pronuncia milanese delle "e" tutte aperte (la casètta, la macchinètta, la barchètta, etc.).

 

Capisco che nella scrittura su tastiera il lapsus possa sfuggire ma si tratta comunque di una imprecisione tutt'altro che veniale.

1833173[/snapback]

 

Nope.

Se così fosse si applicherebbe anche negli scritti a mano.

 

Invece negli scritti a mano resta l'importanza dell'accento per distinguere il significato logico di alcune parole, ma è del tutto insignificante la sua distinzione fonetica tra grave e acuto.

 

In 13 anni di scuola non mi è mai successo di vedere un professore correggere il verso dell'accento in un compito in classe.

 

E se è irrilevante negli scritti a mano non vedo perché debba diventare grave errore negli scritti da tastiera. La lingua è la stessa.

 

Del resto come già detto l'accento serve a distinguere il significato logico di alcune parole è questa la sua funzione primaria, non certo l'aspetto fonetico delle vocali...

 

.ciaps

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Mi dispiace contraddirti, callea, ma l'accentazione della  vocale "e" (come della vocale "o") nella lingua italiana è molto importante, in quanto corrisponde a diverse emissioni fonetiche.

 

Nel caso specifico "nè" con l'accento grave  andrebbe letto con la "e" aperta di "caffè", anziché (accento acuto) con la "e" chiusa di "perché" come è (accento grave) nella pronuncia corretta.

 

A meno che non vogliamo imitare l'orribile pronuncia milanese delle "e" tutte aperte (la casètta, la macchinètta, la barchètta, etc.).

 

Capisco che nella scrittura su tastiera il lapsus possa sfuggire ma si tratta comunque di una imprecisione tutt'altro che veniale.

1833173[/snapback]

 

Nope.

Se così fosse si applicherebbe anche negli scritti a mano.

 

Invece negli scritti a mano resta l'importanza dell'accento per distinguere il significato logico di alcune parole, ma è del tutto insignificante la sua distinzione fonetica tra grave e acuto.

 

In 13 anni di scuola non mi è mai successo di vedere un professore correggere il verso dell'accento in un compito in classe.

 

E se è irrilevante negli scritti a mano non vedo perché debba diventare grave errore negli scritti da tastiera. La lingua è la stessa.

 

Del resto come già detto l'accento serve a distinguere il significato logico di alcune parole è questa la sua funzione primaria, non certo l'aspetto fonetico delle vocali...

 

.ciaps

1833198[/snapback]

Proprio non ci siamo, callea.

 

In italiano scrivere la congiunzione "né" con l'accento grave è UN ERRORE, sia nella scrittura a mano che in quella su tastiera.

 

La scrittura manuale ti offre l'opportunità di usare un accento neutro, ma se usi (anche nella scrittura a mano) l'accentazione tonica DEVI mettere l'accento acuto.

 

In caso contrario indicheresti una "e" aperta, inducendo ad un grossolano errore di pronuncia.

Modificato da passaparola

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parliamo anche di chi usa la K del cazzo al posto del ch ....perke ke ecc

 

anche gente che ha più di trentanni usa sta k, ma come se fa???

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parliamo anche di chi usa la K del cazzo al posto del ch ....perke ke ecc

 

anche gente che ha più di trentanni usa sta k, ma come se fa???

1833227[/snapback]

Guarda io il problema l'ho eliminato. C'era un mio "amico" che oltre ad esse profondamente imbecille non faceva che scrive tutte ste "k", c'ha 30 anni e questa merdosa letterina d'importazione è stata una dei mille motivi per cui l'ho sfanculato :lol:

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parliamo anche di chi usa la K del cazzo al posto del ch ....perke ke ecc

 

anche gente che ha più di trentanni usa sta k, ma come se fa???

1833227[/snapback]

 

Ci sono tre categorie di persone che detesto fortemente e che se fosse per me, manderei in esilio forzato a vita:

 

1. Chi sbaglia l'H.

 

2. Chi scrive con le K del cazzo.

 

3. Chi confonde la destra con la sinistra.

 

Costoro sono esseri inferiori qualsivoglia età abbiano.

 

yep

 

.Ciaps

Modificato da callea

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