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Sergio Segio

Ancona, accoltella e uccide la figlia di un anno e mezzo

Messaggi raccomandati

Traggo la notizia dal sito del Corriere della Sera.

Un evento agghiacciante, non ho parole.

Non riesco a comprendere le dinamiche che portano a fatti come questi.

Voi avete un'idea a tal proposito?

 

 

Ancona, accoltella e uccide la figlia di un anno e mezzo

 

E’ accaduto in una frazione di Ancona, Collemarino. L’uomo di 34 anni è in stato di fermo. La moglie: ho visto la mia piccola insanguinata, ho sperato che lui si uccidesse

di Giusi Fasano

 

Ancona

 

Ancona, primo pomeriggio di ieri. Un uomo disperato scende dalle scale con una bambina di un anno e mezzo fra le braccia. La piccola è un fagotto di sangue e una scia rossa parte dal terzo piano e viene giù assieme a quell’uomo, a quella bimba. Alessia non respira più ma suo nonno supplica il cielo che quel che vede non sia vero: «Vi prego, salvatela. Vi prego...» implora i ragazzi dell’ambulanza ai quali la consegna. Ci provano, a salvarla. Con rabbia, quasi. Per mezz’ora provano a rianimarla, a tamponare le ferite, a ordinare al cuore di tornare a battere: «Avanti, riprendi...». Quasi potessero convincerlo con le parole. Quando è l’ora della resa la prima a scoppiare in lacrime è la dottoressa dell’automedica. Si chiama Liliana Rodriguez: «Non credevo che fosse possibile tanta cattiveria su una bambina così piccola» racconta con la voce che non smette di tremare. «Tanta cattiveria», cioè quella di Luca Giustini, il padre trentaquattrenne della piccola. Ieri pomeriggio era solo in casa con lei e, per qualche motivo che soltanto lui conosce, ha preso un coltello da cucina e l’ha colpita più volte. La coltellata al cuore è stata quella fatale.

 

Poi una chiamata a sua moglie Sara che era in spiaggia con i suoi genitori e l’altra figlia di 4 anni: «Vieni, ho fatto un casino». Quando Sara è arrivata a casa, nel quartiere di Collemarino, è stato come se Luca avesse colpito anche lei con la stessa coltellata al cuore. Nella tenenza dei carabinieri, al piano di sotto, qualcuno l’ha sentita urlare e piangere, chiedere aiuto. Un minuto dopo suo marito era giù, in caserma, suo padre Roberto era accanto a lei e ad Alessia, e si sentivano delle sirene: stavano arrivando medici e infermieri. I soccorritori non sono nemmeno saliti al terzo piano. È stato Roberto Bedini a scendere di corsa le scale con la nipotina stretta fra le braccia. Ma non c’era più tempo, nessuna speranza. Sara è scesa con le mani e i vestiti insanguinati. Ha trovato un filo di voce per dire una sola cosa prima di lasciarsi andare sfinita: «Ho lasciato il coltello vicino a lui sperando che si ammazzasse». E invece i carabinieri l’hanno trovato dove lei lo aveva visto. E hanno trovato un uomo che sembrava assente. «Assolutamente non in sé» dice chi gli è stato vicino nelle ore successive, mentre si cercava di comporre il puzzle del movente che al momento sembra non avere nemmeno un tassello.

Gli uomini del comandante provinciale Antonio Amoroso hanno sentito parenti e amici della coppia nella speranza di ricostruire uno scenario che possa spiegare il perché di tanta crudeltà. Ma finora la parola più ricorrente degli inquirenti è quella che non spiega niente: raptus. Qualcuno, nel quartiere, ha detto ai cronisti locali che negli ultimi tempi Luca sembrava stressato. Altri hanno parlato di un rapporto di coppia in crisi. C’è chi parla di un momento di furore per un pianto prolungato. Ipotesi. Ma nei verbali raccolti finora sembra non ci sia traccia di tutto questo. Sara, 32 anni, infermiera all’ospedale regionale di Torrette, ieri era troppo scossa per sopportare una deposizione approfondita. E anche sua madre Daniela che ripete «l’ho cresciuta io, povera creatura. Era tutta insanguinata...» ha avuto un malore quando ha saputo che Alessia era morta. Quando ha lasciato la caserma sotto casa sua Luca è stato portato via attraverso il passaggio dei garage: davanti alla tenenza c’era troppa tensione fra i parenti e gli amici della coppia. Alcuni erano così esasperati da far temere un linciaggio. Lui è ancora vivo ma per Sara non esiste più. È come se avesse davvero preso quel coltello e si fosse ucciso.

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pure io me so fatto sta domanda. Co sta crisi, co sti pensieri, co sta società moderna (de merda) che te fa senti in difetto se non "c'hai l'iphone" "non metti le foto che domenica sei stato sul posto fico su facebook" "non uozzappi e tagghi", co sto lavoro che o non lavori per niente o te spacchi la schiena co una vita che manco li minatori...ma è possibile che il cervello che non è abituato a questi sviluppi (c'ha messo 10.000 anni pe abituasse dalla caverna alla casa) possa anna in blackout e fatte fa che schizzata da pacio che manco te ne accorgi?

 

 

Io poi mica penso solo a questi raptus omicidi, ma ad esempio anche a quelli che se scordano li fiji dentro la macchina al sole.. quelle so follie momentanee della mente...e secondo me nessuno è esente

Modificato da PozziFaBau

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Io comincio ad avere paura.... cioè... ma un raptus potrebbe venire a chiunque? Pure a me???!!!

 

perché cominci ad avere paura? prima non ne avevi? basta questa notizia da sola per sconvolgerti?

 

queste tragedie, purtroppo, accadono dall'alba dei tempi.

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prima dell'avvento dell'informazione di massa, ovviamente, queste vicende abominevoli rimanevano isolate e circoscritte al luogo o zona in cui si consumavano.

  • Voto Positivo 2

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ci saranno sempre state Agù, ma sarà che me sò invecchiato, ma comunque sia ora mi fanno anche più impressione..

per certi versi concordo con il pensiero di "Pozzifabau"..

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mi pare che negli ultimi 15 anni ne siano successe a bizzeffe. figlie che ammazzano madre e fratellino, madre che ammazza il proprio figlio, madre che lascia il proprio figlio con l'amico pedofilo che poi l'uccide, padri che sterminano la propria famiglia. io manco me stupisco più..

 

chi segue con interesse il tg5 e studio aperto avrà anche una certa cultura ormai.

 

l'unica cosa di cui sono certo è che chi compie questi gesti non può essere una persona che abbia zero problemi e non è possibile che non dia segnali di stranezze nella vita di tutti i giorni e che tutti si stupiscano che abbia compiuto un gesto simile. queste sono persone che hanno problemi seri, grossi e nella maggior parte dei casi è solo questione di tempo prima che compiano qualcosa di simile nel disinteresse generale di coloro che hanno intorno.

  • Voto Positivo 1

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prima dell'avvento dell'informazione di massa, ovviamente, queste vicende abominevoli rimanevano isolate e circoscritte al luogo o zona in cui si consumavano.

 

Difficile in questi casi leggere un post ponderato e ragionato come questo.

Molto più facile leggere banalità prive di fondamento.

 

+1 per te.

Modificato da callea
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pure io me so fatto sta domanda. Co sta crisi, co sti pensieri, co sta società moderna (de merda) che te fa senti in difetto se non "c'hai l'iphone" "non metti le foto che domenica sei stato sul posto fico su facebook" "non uozzappi e tagghi", co sto lavoro che o non lavori per niente o te spacchi la schiena co una vita che manco li minatori...ma è possibile che il cervello che non è abituato a questi sviluppi (c'ha messo 10.000 anni pe abituasse dalla caverna alla casa) possa anna in blackout e fatte fa che schizzata da pacio che manco te ne accorgi?

 

 

Io poi mica penso solo a questi raptus omicidi, ma ad esempio anche a quelli che se scordano li fiji dentro la macchina al sole.. quelle so follie momentanee della mente...e secondo me nessuno è esente

 

Ma che c'entra Facebook, Whatsapp, l'iPhone, i tag, con un padre che ammazza la figlia??? :paura2:

 

p.s.

Hai dimenticato di nominare i selfie...

Vuoi che non abbiano delle colpe anche loro??

Modificato da callea

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Callea, era per fare un esempio. Ti traduco in italiano corretto visto che il ternano non lo capisci.

 

:biastimo:

In questa società moderna e consumistica, che da importanza e massimo valore a cose che nella realtà non hanno assolutamente ne l'uno ne l'altro, ed i cui canoni di giudizio rispetto a queste pendono come una spada di Damocle sulla vita delle persone che purtroppo, spesso, non possono scegliere e vengono trascinate dal belare della massa, beh in questi frangenti, secondo me, non è da escludere che la nostra psiche, la nostra razionalità, la nostra intelligenza che segue uno sviluppo più lento e ponderato rispetto alla velocità dell'informazione, delle tecnologie, delle necessità dei ritmi moderni, possa "andare in tilt", "autoproteggere il corpo" e per far questo eliminare "minacce vicine"..

 

Non sottovalutare comunque gli effetti negativi dei social network sulle menti deboli e affaticate.

La mia è comunque psicologia da 4 soldi, era solo un pensiero cosi pour parler...

 

Scusa se ho scritto

 

 

banalità prive di fondamento.

 

 

 

senza avere prima conseguito almeno una laurea in psicologia del crimine, ma sappi che nelle mie frasi senza senso non c'entri ne tu ne l'iphone (che ho anche io tra le altre cose).

 

Saluti

 

<Derni> se sende le' che me so' piccato?</Derni>

Modificato da PozziFaBau

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Callea, era per fare un esempio. Ti traduco in italiano corretto visto che il ternano non lo capisci.

 

In questa società moderna e consumistica, che da importanza e massimo valore a cose che nella realtà non hanno assolutamente ne l'uno ne l'altro, ed i cui canoni di giudizio rispetto a queste pendono come una spada di Damocle sulla vita delle persone che purtroppo, spesso, non possono scegliere e vengono trascinate dal belare della massa, beh in questi frangenti, secondo me, non è da escludere che la nostra psiche, la nostra razionalità, la nostra intelligenza che segue uno sviluppo più lento e ponderato rispetto alla velocità dell'informazione, delle tecnologie, delle necessità dei ritmi moderni, possa "andare in tilt", "autoproteggere il corpo" e per far questo eliminare "minacce vicine"..

 

Non sottovalutare gli effetti negativi dei social network sulle menti deboli e affaticate.

La mia è comunque psicologia da 4 soldi, era solo un pensiero cosi pour parler...

 

Scusa se ho scritto

 

 

ma sappi che non c'entri ne tu ne l'iphone (che ho anche io tra le altre cose).

 

Saluti

 

Il punto è che queste cose avvengono dai tempi di Caino.

Non sono tipiche dell'epoca moderna.

Fanno parte della casistica di milioni/miliardi di esseri umani che vivono in relazione l'uno con l'altro da migliaia di anni.

 

Tra miliardi di interconnessioni umane è normale che vi siano dei casi limite, tragedie al di fuori del ponderabile e del prevedibile come quella di un genitore che uccide un figlio.

È inutile andare a cercare la spiegazione socio-psicologica generalista, ogni caso è un caso a sé e andrebbe valutato nello specifico.

 

Il tuo discorso ha la stessa valenza che se avessi tirato in ballo la pressione atmosferica, le fasi lunari o l'allineamento dei pianeti.

 

Non prendertela per la critica, non avevo nessuna intenzione di offenderti, semplicemente non condivido una riga della tua analisi.

Modificato da callea
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Io sono convinto di una cosa soltanto.

 

Ciascuno ha un seme di follia bestiale nascosto nel più profondo del proprio essere, serve solo la scintilla giusta per farlo deflagrare.

Bisogna solo essere fortunati a che quella scintilla (qualsiasi essa sia) non scocchi.

Modificato da torquemada

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È inutile andare a cercare la spiegazione socio-psicologica generalista, ogni caso è un caso a sé e andrebbe valutato nello specifico.

 

Il tuo discorso ha la stessa valenza che se avessi tirato in ballo la pressione atmosferica, le fasi lunari o l'allineamento dei pianeti.

 

amen

  • Voto Negativo 2

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Io sono convinto di una cosa soltanto.

 

Ciascuno ha un seme di follia bestiale nascosto nel più profondo del proprio essere, serve solo la scintilla giusta per farlo deflagrare.

Bisogna solo essere fortunati a che quella scintilla (qualsiasi essa sia) non scocchi.

Brau.... proprio per questo ho paura. Potrebbe succedere a chiunque.

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la cosa buffa è che su tutti i giornali si legge il solito tran tran di frasi, tipo che il soggetto in questione era una persona integerrima, tutto casa e chiesa, gran lavoratore, nessun problema, eccetera.

 

a sto punto:

 

1) chi descrive il soggetto non lo conosce bene (probabile). tipo intervistano il barista che avrà visto questo qui sì e no 2 volte nella vita ma non perde occasione per avere il minuto di notorietà. magari va anche a comprare il quotidiano il giorno dopo per sottolineare le due righe in cui viene intervistato;

 

2) le persone che descrivono il soggetto con tanta dovizia di particolari sono ingenue (probabile). tipo gente che c'ha lu fijo che spaccia e manco lo sanno e sono convinte che vada a catechismo;

 

3) questo ha spaciato all'improvviso senza mai aver dato segni di stranezze (molto improbabile, almeno secondo me).

 

a giudicare da quello che scrivono (e comunque va preso con le molle quello che scrivono) uno che telefono alla moglie dicendo "ho fatto un casino" o "è successa una cosa orribile" dopo aver accoltellato la propria figlia di 18 mesi è uno che con la capoccia c'ha avuto problemi da sempre, salvo che non l'abbia sbattuta in modo grave da qualche parte prima di commettere il fatto.

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la cosa buffa è che su tutti i giornali si legge il solito tran tran di frasi, tipo che il soggetto in questione era una persona integerrima, tutto casa e chiesa, gran lavoratore, nessun problema, eccetera.

 

a sto punto:

 

1) chi descrive il soggetto non lo conosce bene (probabile). tipo intervistano il barista che avrà visto questo qui sì e no 2 volte nella vita ma non perde occasione per avere il minuto di notorietà. magari va anche a comprare il quotidiano il giorno dopo per sottolineare le due righe in cui viene intervistato;

 

2) le persone che descrivono il soggetto con tanta dovizia di particolari sono ingenue (probabile). tipo gente che c'ha lu fijo che spaccia e manco lo sanno e sono convinte che vada a catechismo;

 

3) questo ha spaciato all'improvviso senza mai aver dato segni di stranezze (molto improbabile, almeno secondo me).

 

a giudicare da quello che scrivono (e comunque va preso con le molle quello che scrivono) uno che telefono alla moglie dicendo "ho fatto un casino" o "è successa una cosa orribile" dopo aver accoltellato la propria figlia di 18 mesi è uno che con la capoccia c'ha avuto problemi da sempre, salvo che non l'abbia sbattuta in modo grave da qualche parte prima di commettere il fatto.

Io non ti devo ne posso insegnarti nulla, ma per quello che ho potuto vedere io le persone non le conosci anche se ci passi tutta la vita a fianco, manco se sei o se è carne della tua carne.

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Io non ti devo ne posso insegnarti nulla, ma per quello che ho potuto vedere io le persone non le conosci anche se ci passi tutta la vita a fianco, manco se sei o se è carne della tua carne.

 

non sò chi hai incontrato te, ma sicuramente io tra le mie conoscenze non ho NESSUNO che ammazzerebbe la figlia de 18 mesi all'improvviso.

e mi ritengo una persona molto intuitiva e perspicace.

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non sò chi hai incontrato te, ma sicuramente io tra le mie conoscenze non ho NESSUNO che ammazzerebbe la figlia de 18 mesi all'improvviso.

e mi ritengo una persona molto intuitiva e perspicace.

 

poi se me parli ad esempio di vicini di casa di amici miei o altri, su quello non potrò mai metterci la mano sul fuoco.

di scene strane ne ho viste parecchie che possono lasciar presagire qualcosa di potenzialmente pericoloso.

 

ma se nutrissi qualche dubbio oggi, non starei mai a descrivere, dopo, ad un giornale un tipo che era "casa e chiesa" o che era integerrimo, che "salutava sempre" o che era un "gran lavoratore"..

Modificato da Aghy

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Traggo la notizia dal sito del Corriere della Sera.

Un evento agghiacciante, non ho parole.

Non riesco a comprendere le dinamiche che portano a fatti come questi.

Voi avete un'idea a tal proposito?

 

 

Ancona, accoltella e uccide la figlia di un anno e mezzo

 

E’ accaduto in una frazione di Ancona, Collemarino. L’uomo di 34 anni è in stato di fermo. La moglie: ho visto la mia piccola insanguinata, ho sperato che lui si uccidesse

di Giusi Fasano

 

Ancona

 

Ancona, primo pomeriggio di ieri. Un uomo disperato scende dalle scale con una bambina di un anno e mezzo fra le braccia. La piccola è un fagotto di sangue e una scia rossa parte dal terzo piano e viene giù assieme a quell’uomo, a quella bimba. Alessia non respira più ma suo nonno supplica il cielo che quel che vede non sia vero: «Vi prego, salvatela. Vi prego...» implora i ragazzi dell’ambulanza ai quali la consegna. Ci provano, a salvarla. Con rabbia, quasi. Per mezz’ora provano a rianimarla, a tamponare le ferite, a ordinare al cuore di tornare a battere: «Avanti, riprendi...». Quasi potessero convincerlo con le parole. Quando è l’ora della resa la prima a scoppiare in lacrime è la dottoressa dell’automedica. Si chiama Liliana Rodriguez: «Non credevo che fosse possibile tanta cattiveria su una bambina così piccola» racconta con la voce che non smette di tremare. «Tanta cattiveria», cioè quella di Luca Giustini, il padre trentaquattrenne della piccola. Ieri pomeriggio era solo in casa con lei e, per qualche motivo che soltanto lui conosce, ha preso un coltello da cucina e l’ha colpita più volte. La coltellata al cuore è stata quella fatale.

 

Poi una chiamata a sua moglie Sara che era in spiaggia con i suoi genitori e l’altra figlia di 4 anni: «Vieni, ho fatto un casino». Quando Sara è arrivata a casa, nel quartiere di Collemarino, è stato come se Luca avesse colpito anche lei con la stessa coltellata al cuore. Nella tenenza dei carabinieri, al piano di sotto, qualcuno l’ha sentita urlare e piangere, chiedere aiuto. Un minuto dopo suo marito era giù, in caserma, suo padre Roberto era accanto a lei e ad Alessia, e si sentivano delle sirene: stavano arrivando medici e infermieri. I soccorritori non sono nemmeno saliti al terzo piano. È stato Roberto Bedini a scendere di corsa le scale con la nipotina stretta fra le braccia. Ma non c’era più tempo, nessuna speranza. Sara è scesa con le mani e i vestiti insanguinati. Ha trovato un filo di voce per dire una sola cosa prima di lasciarsi andare sfinita: «Ho lasciato il coltello vicino a lui sperando che si ammazzasse». E invece i carabinieri l’hanno trovato dove lei lo aveva visto. E hanno trovato un uomo che sembrava assente. «Assolutamente non in sé» dice chi gli è stato vicino nelle ore successive, mentre si cercava di comporre il puzzle del movente che al momento sembra non avere nemmeno un tassello.

Gli uomini del comandante provinciale Antonio Amoroso hanno sentito parenti e amici della coppia nella speranza di ricostruire uno scenario che possa spiegare il perché di tanta crudeltà. Ma finora la parola più ricorrente degli inquirenti è quella che non spiega niente: raptus. Qualcuno, nel quartiere, ha detto ai cronisti locali che negli ultimi tempi Luca sembrava stressato. Altri hanno parlato di un rapporto di coppia in crisi. C’è chi parla di un momento di furore per un pianto prolungato. Ipotesi. Ma nei verbali raccolti finora sembra non ci sia traccia di tutto questo. Sara, 32 anni, infermiera all’ospedale regionale di Torrette, ieri era troppo scossa per sopportare una deposizione approfondita. E anche sua madre Daniela che ripete «l’ho cresciuta io, povera creatura. Era tutta insanguinata...» ha avuto un malore quando ha saputo che Alessia era morta. Quando ha lasciato la caserma sotto casa sua Luca è stato portato via attraverso il passaggio dei garage: davanti alla tenenza c’era troppa tensione fra i parenti e gli amici della coppia. Alcuni erano così esasperati da far temere un linciaggio. Lui è ancora vivo ma per Sara non esiste più. È come se avesse davvero preso quel coltello e si fosse ucciso.

Non so dire quali siano le dinamiche che possono portare a questo, ma penso che viviamo in società sempre meno violente (in particolare nei confronti dei soggetti deboli, o almeno considerati tali socialmente e "culturalmente").

 

Probabilmente è per questo che la nostra "sensibilità" verso episodi come questo è particolarmente sviluppata, e viceversa.

Modificato da passaparola

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Io sono convinto di una cosa soltanto.

 

Ciascuno ha un seme di follia bestiale nascosto nel più profondo del proprio essere, serve solo la scintilla giusta per farlo deflagrare.

Bisogna solo essere fortunati a che quella scintilla (qualsiasi essa sia) non scocchi.

Concordo; nel mio piccolo quando vivo periodi di stress tipo l'attuale in cui sono costretto a vivere dentro mezzo container insieme ad altri paci all'interno di un campo 100x100 circondato da un muro con filo spinato e guardie armate basta una cazzata per scapocciare.

Basta veramente che finiscano le puntine della spillatrice o che non si trovi qualche attrezzo per vedere vene pulsanti sul collo dei più pacifici...

Sicuramente siamo una generazione che ha "sofferto e combattuto" poco, quindi la minima privazione ci appare come sconfitta, tipo non avere lo smartphone (non diciamo iphone altrimenti qualcuno si sente chiamato in causa)

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Non so dire quali siano le dinamiche che possono portare a questo, ma penso che viviamo in società sempre meno violente (in particolare nei confronti dei soggetti deboli, o almeno considerati tali socialmente e "culturalmente").

 

Probabilmente è per questo che la nostra "sensibilità" verso episodi come questo è particolarmente sviluppata, e viceversa.

Pensi ci siano solo fattori "esterni", "percettivi"

O non c'è (anche) qualcosa di più?

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Pensi ci siano solo fattori "esterni", "percettivi"

O non c'è (anche) qualcosa di più?

No, penso che ci siano fattori profondissimi che ci fanno considerare - per restare al tema - la violenza contro i bambini un crimine intollerabile e un comportamento socialmente inaccettabile, e la protezione dell'infanzia un compito essenziale dal punto di vista morale, civile, familiare e personale.

 

Non era esattamente così ancora pochi decenni fa e non è ancora così dappertutto nel mondo.

 

Non sto dicendo che viviamo nel mondo di Pangloss e nemmeno che la storia umana è un progresso continuo e inarrestabile, solo ipotizzo che in una società sempre meno violenta (e sempre più protettiva verso l'infanzia) il crimine di un genitore verso un figlio sia avvertito comunemente come qualcosa di sempre meno comprensibile e razionalizzabile, qualcosa di "inspiegabile", appunto, come lo sentiamo oggi.

Modificato da passaparola

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Letto, ma sinceramente non l'ho trovato interessante.

Mi è sembrato il solito discorso da tuttologo generalista qualunquista che da psichiatra.

 

Alla fine dell'articolo che avrebbe detto?

Il nulla.

 

Soprattutto i discorsi sulla "società che dovrebbe prevenire..." mi fanno cadere le braccia.

Genitori che prendono a coltellate i figli nella culla ce ne saranno uno su 10 milioni, che cazzo ti vuoi prevenire a livello sociale?? ...dico io...

 

I media in queste situazioni danno il peggio di sé e creano nella gente paure e ansie inesistenti.

 

Quando i telegiornali danno tanto spazio alla cronaca nera c'è da preoccuparsi, sì, ma per qualcos'altro....

Modificato da callea

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Letto, ma sinceramente non l'ho trovato interessante.

Mi è sembrato il solito discorso da tuttologo generalista qualunquista che da psichiatra.

 

Alla fine dell'articolo che avrebbe detto?

Il nulla.

 

Soprattutto i discorsi sulla "società che dovrebbe prevenire..." mi fanno cadere le braccia.

Genitori che prendono a coltellate i figli nella culla ce ne saranno uno su 10 milioni, che cazzo ti vuoi prevenire a livello sociale?? ...dico io...

 

I media in queste situazioni danno il peggio di sé e creano nella gente paure e ansie inesistenti.

 

Quando i telegiornali danno tanto spazio alla cronaca nera c'è da preoccuparsi, sì, ma per qualcos'altro....

 

l'ho trovato interessante perché ci sono spunti in cui viene confermato in parte il mio pensiero.

 

parlare di "raptus" in certi casi ha la stessa valenza che parlare delle "bombe d'acqua" che ultimamente vanno tanto di moda su tv e giornali per giustificare una situazione avversa che ha spesso cause diverse e che nella maggior parte dei casi risiedono nell'uomo e non esternamente, nella natura.

 

per quanto riguarda i media sono preoccupato da come e quanti milioni di italiani rimangono quasi a fantasticare di fronte alla tv che descrive questi eventi nei minimi dettagli.

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Concordo; nel mio piccolo quando vivo periodi di stress tipo l'attuale in cui sono costretto a vivere dentro mezzo container insieme ad altri paci all'interno di un campo 100x100 circondato da un muro con filo spinato e guardie armate basta una cazzata per scapocciare.

Basta veramente che finiscano le puntine della spillatrice o che non si trovi qualche attrezzo per vedere vene pulsanti sul collo dei più pacifici...

Sicuramente siamo una generazione che ha "sofferto e combattuto" poco, quindi la minima privazione ci appare come sconfitta, tipo non avere lo smartphone (non diciamo iphone altrimenti qualcuno si sente chiamato in causa)

Ma che si' unu secundinu peccasu fiju? :D

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Le vostre so' elucubrazioni del cazzo e basta.

A me, da padre, me s'è accapponata la pelle. Me ce so' quasi sentito male. Quella povera creatura. Non ce posso pensà.

 

Dovrebbero chiuderli insieme in una stanza, lui legato, lei con una belle serie di oggettini a disposizione, e poi riaprire dopo un par d'ore e quello che resta de quella merda scioglierlo dentro la calce viva.

 

Sta brutta merda.

Deve morì e basta.

 

Che cazzo ce sta da ragionacce sopra, perdio?

 

Ammazzamolo.

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