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questo video l'ho trovato interessante,non parla propriamente dell'Is se non verso la fine,ma credo sia in topic.

Sono due comici,ma fa riflettere

 

 

 

Molto carino!

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Paola Ferrari ha trovato la soluzione al terrorismo.....

 

http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/15_novembre_18/idea-paola-ferrari-contro-terrorismo-scatena-l-ironia-twitter-b86c2c70-8e00-11e5-ae73-6fe562d02cba.shtml

 

Cara Paola, ho parlato con il tuo pusher. Anticipa le ferie e torna in città. Si è reso conto che il suo sostituto non è proprio all'altezza.

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L’ANALISI di Goffredo Buccini

I fischi e le ipocrisie nello stadio della vergogna Le reazioni al minuto di silenzio per le vittime francesi allo stadio di Istanbul prima della partita Turchia-Grecia: quell’«area grigia» e la distanza con noi occidentali

 

Non è affatto scontato che gli stadi siano il punto d’osservazione migliore sullo spirito di un popolo: se lo fossero, dovremmo trarre conclusioni drastiche innanzitutto su noi stessi.

 

E tuttavia sono catini di emozioni e umori, offrono squarci su tratti d’identità altrove inconfessabili. Nella tragedia europea di questi giorni hanno assunto valenze ulteriormente simboliche: obiettivo primario dei kamikaze lo Stade de France a Parigi; teatro di psicosi lo stadio di Hannover in Germania; consolatorio palcoscenico d’ecumenismo Wembley, dove inglesi (e islamici) hanno cantato la Marsigliese con i fratelli francesi. Forse per pudore, è stato messo invece in sordina da molti media il terribile messaggio che ci arriva dallo stadio di Istanbul. Lì, prima di Turchia-Grecia, durante il minuto di silenzio per le vittime di Parigi, potenti e infami bordate di fischi si sono levate dagli spalti assieme al grido di «Allah è grande». Non si può ovviamente desumerne che fossero accorsi alla partita migliaia di fiancheggiatori dell’Isis. Ma non si può non cogliere l’ampiezza di quella che un tempo avremmo chiamato «area grigia», trasversale a tutti gli strati della società musulmana, perfino a Istanbul, che per i suoi tratti di modernità cosmopolita sta al resto della Turchia come New York sta alla Middle America.

 

Quei fischi forse non devono leggersi come applausi agli assassini; ma marcano certo una distanza con noi (occidentali figli del secolo dei Lumi) che sarebbe ipocrita non vedere per quieto vivere o interesse geopolitico e mettono la sordina a chi ha vagheggiato una Turchia parte integrante d’Europa.

 

Parigi è lontana da quello stadio colmo di vergogna. E anche dalle sue tribune d’onore. Dove il greco Tsipras e il suo omologo turco Davutoglu si son ben guardati dal fare l’unica cosa decente per un leader civile: alzarsi e andar via.

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Paola Ferrari ha trovato la soluzione al terrorismo.....

 

http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/15_novembre_18/idea-paola-ferrari-contro-terrorismo-scatena-l-ironia-twitter-b86c2c70-8e00-11e5-ae73-6fe562d02cba.shtml

 

Cara Paola, ho parlato con il tuo pusher. Anticipa le ferie e torna in città. Si è reso conto che il suo sostituto non è proprio all'altezza.

 

Questi sono gli intellettuali e le guide "spirituali" che abbiamo oggi.

 

Poi ci stupiamo se la gente non capisce un cazzo.

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L’ANALISI di Goffredo Buccini

(...)

Parigi è lontana da quello stadio colmo di vergogna. E anche dalle sue tribune d’onore. Dove il greco Tsipras e il suo omologo turco Davutoglu si son ben guardati dal fare l’unica cosa decente per un leader civile: alzarsi e andar via.

 

forse perché non sono state bordate di fischi partiti da tutto lo stadio, ma solo fischi di alcuni presenti

 

per usare l'idea del giornalista stesso, io cambierei semplicemente pagina e boicotterei articoli di chi insiste a voler dividere il mondo in "noi" e "loro", inasprendo gli animi e preparandoli ad una guerra

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Questi sono gli intellettuali e le guide "spirituali" che abbiamo oggi.

 

Poi ci stupiamo se la gente non capisce un cazzo.

 

 

vabbè DVD mo' mica paola ferrari puo'diventa maitre a penser su :D

 

 

forse perché non sono state bordate di fischi partiti da tutto lo stadio, ma solo fischi di alcuni presenti

 

per usare l'idea del giornalista stesso, io cambierei semplicemente pagina e boicotterei articoli di chi insiste a voler dividere il mondo in "noi" e "loro", inasprendo gli animi e preparandoli ad una guerra

 

quoto

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vabbè DVD mo' mica paola ferrari puo'diventa maitre a penser su :D

 

 

 

quoto

 

c'è Fabrizio Bracconeri che ha fatto molto di meglio :lol:

post-1969-0-66835800-1447933758_thumb.jpg

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1. Tutti gli esperti di Daesh (almeno quelli che ho letto io) convengono sul fatto che il Califfato ha compiuto questi attentati con l'obiettivo di scatenare un'ondata anti islamica in Europa per radicalizzare “lo scontro di civiltà” e portare tutti i musulmani del mondo dalla propria parte. Se ne deduce che se si cade nel tranello (quindi ci lascia andare all'ondata emotiva anti islamica e si accetta la radicalizzazione dello scontro) si fa esattamente il gioco dei nostri nemici. Trattasi di considerazione lineare, intuitiva, pragmatica e semplice.

2. Tutti gli esperti di Daesh (almeno quelli che ho letto io) spiegano che come obiettivo secondario di questi attentati lo Stato islamico aveva la speranza che l'Occidente intervenisse direttamente in Siria e Iraq per trasformare una guerra locale interislamica in una guerra totale contro gli infedeli. Anche questo quindi è un ragionamento intuitivo, facile e non ideologico: a intervenire direttamente in una guerra locale trasformandola in guerra globale si fa esattamente il gioco dei nostri nemici.

3. Le esperienze dell'Afghanistan ma soprattutto di Iraq e Libia hanno mostrato a tutti che intraprendere una guerra senza avere già un progetto sugli assetti futuri condiviso con almeno una parte delle forze locali (e una parte che possa poi gestire la stabilità) è una prassi che peggiora le cose, non le migliora. Le peggiora proprio per la nostra sicurezza in Europa (l'invasione in Iraq ci ha dato lo Stato islamico, quella in Libia un casino in cui comandano i clan che gestiscono gli scafisti). Se ne deduce che chiunque decida di mandare anche un solo drone dovrebbe prima sapere a cosa sta portando, dopo, ciò che sta facendo. Questo è un post pragmatico, quindi non si sta dicendo che la guerra non si deve fare mai e a nessun costo (d'altro canto, amiamo tutti quella dei partigiani): si sta dicendo che finora, nell'area, le abbiamo fatte a capocchia; e se per forza deve morire qualcuno in un conflitto, che serva rigorosamente a fare star meglio (non peggio) i popoli domani.

4. Alcuni anni fa il governo Usa inventò il termine “stato canaglia”, che attribuiva in giro in modo piuttosto arbitrario. Oggi invece sarebbe utile che l'Unione europea stendesse un bell'elenco documentato con i nomi dei Paesi che con l'Is hanno rapporti che avvantaggiano lo stesso Is: vuoi di acquisto di petrolio, vuoi di finanziamenti di altro tipo, vuoi di aiuto indiretto attraverso il bombardamento di chi combatte l'Is sul campo. Se poi da questo elenco venissero fuori i nomi di Paesi con cui intratteniamo amichevoli rapporti d'affari, che stanno nella nostra stessa Alleanza militare (Nato) o presso i quali ci apprestiamo ad andare a giocare i mondiali di calcio, beh, ci faremmo un'idea più autentica su quello che siamo disposti davvero a pagre per combattere l'Is. Perché quelli che aiutano Daesh oggi sono veri Stati canaglia, contro i quali dovremmo opporre tutto il nostro potere negoziale affinché la smettano di farlo, da ora.

5. Anche questo l'ho imparato in questi giorni, non è che lo so di mio: il jihadismo che colpisce in Occidente è quasi sempre il frutto di una proiezione da parte delle seconde o terze generazioni di immigrati che immaginano un luogo ideale e utopico - il Califfato, dove spesso non sono mai stati - in alternativa a un luogo nel quale vivono un disagio sia sociale sia identitario. Questo è giustificazionismo? No, perché ciascuno - sia chiaro - è responsabile delle sue azioni. Ma è evidente che è indispensabile smontare questo dualismo farlocco che si è insinuato nelle menti dei giovani jihadisti europei. E per smontarlo servono anzitutto due cose (oltre a quella del punto 1): primo, programmi di welfare nei luoghi in cui vivono (l'integrazione avviene attraverso il welfare); secondo, programmi di educazione - nelle scuole e altrove - vuoi sui valori della laicità, dell'interetnicità e della tolleranza, vuoi su cosa comporta (per le donne, ad esempio, ma per chiunque) vivere nel sottosviluppo culturale proposto da Daesh. Allo stesso modo, serve un'educazione all'interetnicità che parta dalle scuole primarie perché non crescano generazioni di europei "bianchi" pregni di subcultura islamofoba o anti immigrati: infatti minor integrazione etnica causa più radicalizzazione dei figli di immigrati, più radicalizzazione porta più terrorismo. L'antirazzismo quindi non è (più solo) un ideale etico, è una necessità pratica. Per entrambe le battaglie culturali (quella destinata ai ragazzi di famiglie islamiche e quella destinata ai ragazzi figli di autoctoni) la pedagogia è un'arma straordinaria di cui però ci dimentichiamo spesso, forse perché i suoi risultati arrivano nel lungo termine, cioè quando cioè sarà fisiologicamente finito il ciclo elettorale degli attuali governanti.

6. Come dimostra tutta la storia di Israele (compresi i fatti più recenti), il controllo assoluto e militarizzato del territorio - dai supermarket agli stadi, dagli aeroporti ai concerti - non è una garanzia di sicurezza per i civili se sei circondato dall'odio. Se qualcuno ti odia - ancor più se tanti ti odiano - il modo di ammazzarti lo trovano, specie se hanno in scarsa considerazione il valore della propria vita. Quindi possiamo benissimo chiudere le frontiere, far alzare gli elicotteri e far girare poliziotti a cavallo tutto attorno al Colosseo come ho visto stamattina: e se ci fa sentire un po' più tranquilli nell'immediato, è un placebo che non mi scandalizza. Ma sul medio e lungo termine, se vogliamo garantire ai nostri figli di vivere in sicurezza, l'unica strada da percorrere è lavorare contro l'odio - e le sue motivazioni, le sue radici - fino a debellarlo.

7. Tutte le esperienze e le ricerche dimostrano che la sorveglianza di massa sulla rete (modello Nsa) non ha un rapporto costo-beneficio conveniente: è come sparare migliaia di cannonate in cielo per cacciare un canarino. E questo al netto dei costi in termini di diritti civili. È invece dimostrato che lo spionaggio on line funziona solo se è mirato (ad esempio, su chi immette contenuti filojihadisti e sui suoi contatti) e incrociato con forme di intelligence tradizionali (intercettazioni telefoniche, infiltrati etc). Chiunque voglia cogliere l'occasione del 13 novembre per riproporre forme di sorveglianza virtuale di massa sta mentendo sapendo di mentire: non gli interessa la guerra all'Is ma, appunto, la sorveglianza di massa.

Alessandro Gilioli

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c'è Fabrizio Bracconeri che ha fatto molto di meglio :lol:

 

 

ah vabbè

 

pero' bracconeri è un noto sociologo ed esperto di medio oriente, ricordo bruno sacchi che parlava di Khomeini con grande dovizia di particolari

 

 

 

:D

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ah vabbè

 

pero' bracconeri è un noto sociologo ed esperto di medio oriente, ricordo bruno sacchi che parlava di Khomeini con grande dovizia di particolari

 

 

 

:D

 

Comunque gli ho dato un suggerimento, vediamo che ne esce fuori, semmai avviso subito gli utenti cristiani del forum :lol:

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Comunque gli ho dato un suggerimento, vediamo che ne esce fuori, semmai avviso subito gli utenti cristiani del forum

Facciamolo di notte, coi barconi. Mi offro scafista. Ve sbarco tutti in Libia, li non c'è pericolo.

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Paola Ferrari ha trovato la soluzione al terrorismo.....

 

http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/15_novembre_18/idea-paola-ferrari-contro-terrorismo-scatena-l-ironia-twitter-b86c2c70-8e00-11e5-ae73-6fe562d02cba.shtml

 

Cara Paola, ho parlato con il tuo pusher. Anticipa le ferie e torna in città. Si è reso conto che il suo sostituto non è proprio all'altezza.

 

quando elimineranno questa e mazzocchi dalla tv con divieto d'ingresso in un qualsiasi studio televisivo sarà, nel suo piccolo, un giorno migliore.

Modificato da classe86_

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L’ANALISI di Goffredo Buccini

I fischi e le ipocrisie nello stadio della vergogna Le reazioni al minuto di silenzio per le vittime francesi allo stadio di Istanbul prima della partita Turchia-Grecia: quell’«area grigia» e la distanza con noi occidentali

 

Non è affatto scontato che gli stadi siano il punto d’osservazione migliore sullo spirito di un popolo: se lo fossero, dovremmo trarre conclusioni drastiche innanzitutto su noi stessi.

 

E tuttavia sono catini di emozioni e umori, offrono squarci su tratti d’identità altrove inconfessabili. Nella tragedia europea di questi giorni hanno assunto valenze ulteriormente simboliche: obiettivo primario dei kamikaze lo Stade de France a Parigi; teatro di psicosi lo stadio di Hannover in Germania; consolatorio palcoscenico d’ecumenismo Wembley, dove inglesi (e islamici) hanno cantato la Marsigliese con i fratelli francesi. Forse per pudore, è stato messo invece in sordina da molti media il terribile messaggio che ci arriva dallo stadio di Istanbul. Lì, prima di Turchia-Grecia, durante il minuto di silenzio per le vittime di Parigi, potenti e infami bordate di fischi si sono levate dagli spalti assieme al grido di «Allah è grande». Non si può ovviamente desumerne che fossero accorsi alla partita migliaia di fiancheggiatori dell’Isis. Ma non si può non cogliere l’ampiezza di quella che un tempo avremmo chiamato «area grigia», trasversale a tutti gli strati della società musulmana, perfino a Istanbul, che per i suoi tratti di modernità cosmopolita sta al resto della Turchia come New York sta alla Middle America.

 

Quei fischi forse non devono leggersi come applausi agli assassini; ma marcano certo una distanza con noi (occidentali figli del secolo dei Lumi) che sarebbe ipocrita non vedere per quieto vivere o interesse geopolitico e mettono la sordina a chi ha vagheggiato una Turchia parte integrante d’Europa.

 

Parigi è lontana da quello stadio colmo di vergogna. E anche dalle sue tribune d’onore. Dove il greco Tsipras e il suo omologo turco Davutoglu si son ben guardati dal fare l’unica cosa decente per un leader civile: alzarsi e andar via.

 

E' chiaro che c'è tutto l'interesse ad andare verso uno "scontro di civiltà", e così il quotidiano libero titola "bastardi islamici" e allo stadio di istanbul si fischia la marsigliese. Ma se credete che lo scontro di civiltà arrivi dal basso, vi sbagliate. Fa invece parte dell'ordine del giorno dell'elite.

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Comunque sia, ieri un tg trasmetteva un bel reportage (almeno secondo me) su chi arma certa gente, ed è venuto fuori che le armi sono di fabbricazione : Belga, Russa, Cinese, Iraniana più varie ed eventuali.

Pagate con il ricavato della vendita sottobanco, del petrolio estratto dai pozzi in loro controllo, e qualcuno che lo compra (a più buon mercato della attuale quotazione) evidentemente lo trovano, se gli rende 1 milione e mezzo di dollari a settimana, che non sono tanti ma neppure zero.

 

Ora mentre riesco a comprendere le armi provenienti dalla Persia, in quanto in quello stato tutto trova il modo di essere portato fuori embargo o no, e fermandomi solo a questo aspetto senza considerare altro, non riesco proprio a comprendere come Belgio e Russia, possano fare questo e non porsi il problema che dette armi spareranno anche contro di loro.

 

Per quanto riguarda il petrolio, non hanno fatto nomi di compagnie petrolifere, forse non li conoscono o forse non appartengono alle sette sorelle, in ogni modo non mi stupirei se ci fossero di mezzo.

 

Credo che qualcuno di quelli che ora comandano in Europa, dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza, ma soprattutto stare zitto.

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Comunque sia, ieri un tg trasmetteva un bel reportage (almeno secondo me) su chi arma certa gente, ed è venuto fuori che le armi sono di fabbricazione : Belga, Russa, Cinese, Iraniana più varie ed eventuali.

Pagate con il ricavato della vendita sottobanco, del petrolio estratto dai pozzi in loro controllo, e qualcuno che lo compra (a più buon mercato della attuale quotazione) evidentemente lo trovano, se gli rende 1 milione e mezzo di dollari a settimana, che non sono tanti ma neppure zero.

 

Ora mentre riesco a comprendere le armi provenienti dalla Persia, in quanto in quello stato tutto trova il modo di essere portato fuori embargo o no, e fermandomi solo a questo aspetto senza considerare altro, non riesco proprio a comprendere come Belgio e Russia, possano fare questo e non porsi il problema che dette armi spareranno anche contro di loro.

 

Per quanto riguarda il petrolio, non hanno fatto nomi di compagnie petrolifere, forse non li conoscono o forse non appartengono alle sette sorelle, in ogni modo non mi stupirei se ci fossero di mezzo.

 

Credo che qualcuno di quelli che ora comandano in Europa, dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza, ma soprattutto stare zitto.

Ne più ne meno di quello che ha detto Prodi domenica sera da Fazio....Questi hanno un budget di oltre 500milioni di $ annui più i soldi ricavati dai riscatti....

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Ne più ne meno di quello che ha detto Prodi domenica sera da Fazio....Questi hanno un budget di oltre 500milioni di $ annui più i soldi ricavati dai riscatti....

Giuro che non so Prodi sotto mentite spoglie !!!!! :lol::lol:

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Ne più ne meno di quello che ha detto Prodi domenica sera da Fazio....Questi hanno un budget di oltre 500milioni di $ annui più i soldi ricavati dai riscatti....

Che è un budget ridicolo, manco il PIL di Vanuatu, credo.

 

Però non c'è solo la vendita di armi e l'acquisto di petrolio (che già sarebbe un bel primo passo se fossero interrotti), ci sono anche gli interessi geopolitici ed economici di nazioni "rampanti" dell'area come Turchia, Iran, Arabia Saudita, Qatar etc, che nella "crisi siriana" stanno giocando un ruolo pesantissimo e a volte addirittura diretto (l'esercito di Assad è affiancato dalle truppe degli hezbollah libanesi filo-iraniani, la Turchia sostiene e arma l'Esercito Libero siriano anti-Assad, Arabia Saudita, Qatar hanno finanziato Isis almeno fino a ieri etc., e - sullo sfondo ma nemmeno tanto oggi - il nuovo clima da "guerra fredda" Usa-Russia).

 

Gli unici che si fanno strettamente "i cazzi loro" sono Assad per mantenere il suo regime a ogni costo, gli oppositori interni (quindi non Is, che è una multinazionale del terrore in cui i siriani sono pochissimi e a cui del futuro nazionale del popolo siriano importa meno di niente) e i soliti "sfigati" dei curdi a cercare di cavarsela tra regime siriano, Erdogan e irakeni (sia fondamentalisti che governativi).

Modificato da passaparola

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Che è un budget ridicolo, manco il PIL di Vanuatu.

 

Però non c'è solo la vendita di armi e l'acquisto di petrolio (che già sarebbe un bel primo passo se fossero interrotti), ci sono anche gli interessi geopolitici ed economici di nazioni "rampanti" dell'area come Turchia, Iran, Arabia Saudita, Qatar etc, che nella "crisi siriana" stanno giocando un ruolo pesantissimo e a volte addirittura diretto (l'esercito di Assad è affiancato dalle truppe degli hezbollah libanesi filo-iraniani, la Turchia sostiene e arma l'Esercito Libero siriano anti-Assad, Arabia Saudita, Qatar finanziano Isis etc., e - sullo sfondo ma nemmeno tanto oggi - il nuovo clima da "guerra fredda" Usa-Russia).

Sinceramente non lo so se è in budget ridicolo, non conosco i prezzi di bombe, mitragliatrici e cinture esplosive...

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Sinceramente non lo so se è in budget ridicolo, non conosco i prezzi di bombe, mitragliatrici e cinture esplosive...

E' più che sufficiente, per comprarti una caterva di armi automatiche tipo AK47 e UZI, non nuove (perché me ci gioco le palluccole che non le comperano nuove) perchè si vendono al Kg, come per i fucili FAL e GARAND che aveva e forse ha ancora in dotazione l'EI e che furono venduti a noi dagli USA dopo la seconda guerra mondiale a 3000 lire al kg.

 

Per la cronaca un FAL pesa 4,4 Kg ed un GARAND 4,3 Kg

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Sinceramente non lo so se è in budget ridicolo, non conosco i prezzi di bombe, mitragliatrici e cinture esplosive...

Avevo azzeccato a naso :D: Vanuatu (che sono 83 isolette del Pacifico che tutte insieme non fanno il Trentino AA, con 258.000 abitanti totali) ha un PIL annuo di 787 milioni di dollari (2012, fonte wikipedia).

 

In quanto alle armi, è vero che l'IS con i proventi del petrolio può rifornirsi ed è vergognoso che ci sia anche in Occidente chi compra il loro petrolio, chi vende loro armi, e poi magari piagne, sono assolutamente d'accordo su questo con Torquemada, ma mi risulta che il grosso dei loro armamenti venga dalle armi (USA) prese all'esercito regolare irakeno e in Siria sottratte sia all'esercito assadita che alle altre formazioni militari (ELS, al nusra, curdi, etc., contro cui hanno combattuto e spesso disarmato) oltre soprattutto a ingenti finanziamenti "a fondo perduto" di alcuni dei paesi del Golfo (Arabia Saudita e Qatar in primis).

 

Questo almeno avevo letto da fonti secondo me abbastanza affidabili ma ovviamente potrebbe anche non essere così o solo in parte.

 

 

Poi è vero che anche solo con un "misero" milione di dollari ci compri non so quante bombe o cinture esplosive (anch'io non conosco i pezzi di mercato degli articoli, mannaggia) però è anche vero che senza i carri armati, i cannoni di vario tipo, elicotteri e aerei questi stavano ancora rintanati in qualche grotta sperduta dell'Irak settentrionale e tanti seguaci in giro non li avrebbero avuti..

Modificato da passaparola

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Avevo azzeccato a naso :D: Vanuatu (che sono 83 isolette del pacifico che tutte insieme non fanno il Tentino AA, con 258.000 abitanti totali) ha un PIL annuo di 787 milioni di dollari (2012, fonte wikipedia).

 

In quanto alle armi, è vero che l'IS con i proventi del petrolio può rifornirsi ed è vergognoso che ci sia anche in Occidente chi compra il loro petrolio, chi vende loro armi, e poi magari piagne, sono assolutamente d'accordo su questo con Torquemada, ma mi risulta che il grosso dei loro armamenti venga dalle armi (USA) prese all'esercito regolare irakeno e in Siria sottratte sia all'esercito assadita che alle altre formazioni militari (ELS, al nusra, curdi, etc., contro cui hanno combattuto e spesso disamato) oltre soprattutto a ingenti finanziamenti "a fondo perduto" di alcuni dei paesi del Golfo (Arabia Saudita e Qatar in primis).

 

Questo almeno avevo letto da fonti secondo me abbastanza affidabili ma ovviamente potrebbe anche non essere così o solo in parte.

Sottratte.....pagate al corrotto di turno, e da quelle parti di corrotti è peggio che da noi, in ogni caso si parlava di armi ritrovate e con i numeri di matricola abrasi, come facevano i terroristi negli anni 70 da noi.

 

Il punto, è che le evidenze ci dimostrano che non siamo immuni da responsabilità, se accade quel che accade.

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Credo che qualcuno di quelli che ora comandano in Europa, dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza, ma soprattutto stare zitto.

Esattamente quello che penso anche io,senza dimenticare gli onnipresenti usa che nello scacchiere delle alleanze in medioriente giocano sempre un ruolo fondamentale,armano fino ai denti e finanziano gli amici di oggi che diventeranno poi le canaglie domani e cosi via.Questo si chiama destabilizzare un ambiente.

Su Assad invece,che teoricamente è stato eletto democraticamente(ma non mi ci giocherei le palle di sicuro), credo che la colpa più grande sia quella diciamo di non avere mplto a simpatia israele

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Sottratte.....pagate al corrotto di turno, e da quelle parti di corrotti è peggio che da noi, in ogni caso si parlava di armi ritrovate e con i numeri di matricola abrasi, come facevano i terroristi negli anni 70 da noi.

 

Il punto, è che le evidenze ci dimostrano che non siamo immuni da responsabilità, se accade quel che accade.

Aspetta però, non ho visto il reportage del tg 1 di cui parlavi, forse stiamo parlando di cose diverse e non ho capito bene.

 

Io parlavo dell'armamento fondamentale dell'esercito del (sedicente) IS in Siria e in Irak: questo mi risulta che in buona parte sia stato sottratto in seguito ad azioni di guerra prima all'esercito irakeno "regolare"(con armi generalmente di provenienza USA), e poi in Siria alle diverse fazioni pro o contro Assad (di provenienza russa, europea varia, ancora Usa, Cina etc.).

 

Questo sistema di armamento (parliamo di cannoni, carri, aerei ed elicotteri, sistemi estremamente avanzati di artiglieria etc.) è andato e va ad aggiungersi a quello acquistato (da chi? rieccoci al punto) con gli ingenti finanziamenti di Arabia Saudita e Qatar.

 

A tutto ciò si assommano quelle acquistate negli ultimissimi anni con i proventi del petrolio dei pozzi che hanno preso sotto controllo (penso che il reportage di cui hai parlato si riferisse a queste, o ho capito male?).

 

 

Sula tua frase conclusiva non sono d'accordo ma più che d'accordo e non solo per questa vergognosa "compravendita" di armi e petrolio.

Modificato da passaparola

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Quale sarebbe la teoria del complotto dietro a questa testimonianza?

 

La teoria più stupida che ho letto finora è quella di chi scrive "l'isis usa le toyota, rifletteteci, c'è il giappone dietro" :paura2:

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