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Lu Cecco

NUOVA TERNANA TRAMITE AZIONARIATO POPOLARE?

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Proprio perché mi ritengo serio, ho bisogno di una prima risposta "apertura" per parlarvi con un minimo di concretezza. Oggi dovrei sapere se c'è questa apertura. In ogni caso, anche se la strada che penso io non fosse percorribile, sono ovviamente presente per la condivisione di ogni possibile ipotesi

Modificato da paolo65

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Avuto conferme positive. Abbiamo la base per poter esplorare la mia idea, che sarà tale se diventerà l'idea di tutti o della maggioranza. Occorre intraprendere un percorso non semplice e il cui risultato finale non è scontato, ma è sicuramente promettente. Io non cerco visibilità, non voglio ruoli, voglio sono rivedere come voi la nostra Ternana. Certamente abbiamo bisogno del concorso di tutti, primi fra tutti i tifosi visto che l'eventuale operazione deve vedere loro come protagonisti. Se non riusciamo ad aggregare loro, il progetto per me è già fallito in partenza. In ogni caso per andare avanti e dargli una consistenza formale abbiamo subito bisogno di avvocati, commercialisti e di chi in qualche modo capisce di gestione calcistica. Io ho molti impegni e non ho competenze in merito e quindi dobbiamo essere coinvolti in tanti. Inizio prox settimana avrò un incontro e non vorrei andarci da solo, ma con almeno un paio di persone che ne capiscono un pò e che condividono l'impostazione. Il mio ruolo sarà quello di poter dare come piccolo imprenditore un contributo economico alla mia portata come dovranno fare tante altre aziende e imprenditori amici e tifosi. Piccole cifre, ma fatte da tanti. Lo stesso per i tifosi e gli sponsor.

Poi alla cena ne parliamo con tutti. Per ora posso solo dire questo. Sbrighiamoci a organizzare. Al momento posso dire di essere contento perchè il primo passo a mio avviso era quello più insidioso, Ora tutto il resto dipenderà prevalentemente da noi.

Modificato da paolo65
  • Voto Positivo 2

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Sono d'accordo a non parlarne più qui dentro, pero' allora create/creiamo un gruppo chiuso in google groups per esempio in cui poter continuare a parlarne perché io non altro modo di seguire la cose e come me tutti quelli che non sono fisicamente a Terni.

 

Che ne dite?

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Per me va bene. Almeno in questa prima fase, la riservatezza è necessaria, se non altro per evitare di essere scambiati per maniaci di protagonismo o buffoni.

C'è qualcuno che si adopera per la creazione di un gruppo chiuso?

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Sono d'accordo a non parlarne più qui dentro, pero' allora create/creiamo un gruppo chiuso in google groups per esempio in cui poter continuare a parlarne perché io non altro modo di seguire la cose e come me tutti quelli che non sono fisicamente a Terni.

 

Che ne dite?

Gruppo chiuso, giusto. Io, con le mie piccole capacita' professionali e "contributive" sarei lieto di poter dare qualsiasi tipo di supporto, se d'accordo anche accompagnare paolo65 a tale incontro. Vediamo chi dell'elenco che ho stilato è' realmente interessato, scambiamoci numeri di telefono, email etc. (Preferibilmente ad un incontro fisico che almeno ci si deve conoscere), stabiliamo la forma migliore per creare un gruppo chiuso (nel tempo si potrebbe creare anche su Facebook così da avere visibilità' minima ed aventualmente accogliere, previa valutazione attenta, chi voglia integrare tale gruppo iniziale con la propria fattiva partecipazione).

 

Ps. Invito chi è' inserito nella lista a copiarla e affiancare al proprio nome date disponibili X incontrarsi)

Modificato da chetestraceki

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disponibile a discutere e valutare qualsiasi iniziativa. potrei anche portare altre persone.

sulle date, diciamo che salvo imprevedibili impedimenti dell'ultim'ora (ipotesi comunque remota), se ci vediamo verso l'ora di cena dovrei essere sempre disponibile.

il gruppo chiuso su facebook mi pare una buona soluzione.

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Per me va bene. Almeno in questa prima fase, la riservatezza è necessaria, se non altro per evitare di essere scambiati per maniaci di protagonismo o buffoni.

C'è qualcuno che si adopera per la creazione di un gruppo chiuso?

Ma allora iniziamo a vederci Sabato 8 Aprile alle 19.30 – e’ confermato?

Iniziamo da li, no?

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Io confermo la mia disponibilità. Per incontrarci deve capitare un giorno che non lavoro, poichè faccio i turni. Se non dovessi esserci all'incontro confermo comunque il mio piccolo contributo economico.

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io confermo interesse e disponibilità riguardo a misero contributo, ma niente riunioni purtroppo

Io come Posse.

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Io sono per il gruppo chiuso, almeno in partenza.

 

Chi vuole mi può contattare personalmente, con Posse e molti altri ci conosciamo da anni e ci fidiamo gli uni degli altri

 

Le liste virtuali lasciano il tempo che trovano e soprattutto lasciano il fianco scoperto ad infiltrati, sabotatori, trolls, fakes e chi più ne ha più ne metta

Modificato da LuTer

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Io sono per il gruppo chiuso, almeno in partenza.

 

Chi vuole mi può contattare personalmente, con Posse e molti altri ci conosciamo da anni e ci fidiamo gli uni degli altri

 

Le liste virtuali lasciano il tempo che trovano e soprattutto lasciano il fianco scoperto ad infiltrati, sabotatori, trolls, fakes e chi piu ne ha più ne metta

 

Ok però pensate pure a chi non ha e non vuole avere Facebook...

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Non credo che la ""nuova ternana"" sia una opzione percorribile in questo momento, ma sono convinto che una opposizione arcigna nei confronti degli attuali indegli usurpatori della nostra passione, volta a scoperchiare lo schifo da anni ci propinano sia invece una soluzione praticabile

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Serviranno avvocati , contabili ed esperti professionisti x scoperchiare le pentole del demonio che ci ha condotto negli abissi più reconditi dell'inferno

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Nonché esperti di marketing, social media e comunicazione per avvicinare la cittadinanza e renderla consapevole dello schifo che stiamo subendo

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Bisogna fare qualcosa per questa assurda situazione in cui ci troviamo!!!!!

Poter partire con una nuova realtà calcistica ,ben organizzata, dove in molti possono contribuire alla migliore riuscita, sarebbe un vanto per Terni, un segno di rinascita e risveglio dal torpore in cui è caduta da troppi anni.

Io ci credo! Credo che possiamo creare tutti insieme una bella realtà che ci può dare molte soddisfazioni, a differenza di questa accozzaglia che i longarini stanno portando avanti da 14 lunghissimi anni!!!!

 

Non voglio neanche pensare questa Ternana in Lega Pro gestita da Simoncello o dal primo prestanome che ci metteranno. BASTAAAAA!!!!!!

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Sarebbe un sogno che si realizza!!!!

 

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/23/a-manchester-altro-united-squadra-che-dice-no-al-calcio-moderno/660010/

 

 

 

A Manchester un altro “United”, la squadra che dice no al calcio moderno

man-utd-interna.jpg

SPORT & MILIARDI

Nel 2005, in segno di protesta contro la scalata da parte del magnate americano Glazer, un gruppo di supporters dei Red Devils ha deciso di fondare un nuovo club. Oggi l'utopia continua: "Dimostreremo che i tifosi possono possedere e gestire una società di calcio"

di Lorenzo Vendemiale | 23 luglio 2013

Fc United of Manchester. Non è un refuso, non è la stessa cosa del Manchester United. I colori sociali sì, il nome più o meno. Ma non la storia: comincia nel luglio del 2005, quando nasce “un nuovo club di calcio fondato dai tifosi delusi del Manchester United”. Oggi ha da poco compiuto otto anni, milita nella Premier Division della Northern Premier Leauge (settima divisione del calcio inglese, equivalente della nostra Promozione) e continua a coltivare la sua utopia.

“Il nostro obiettivo – spiega al fattoquotidiano.it Andy Walsh, general manager dello United – era creare un club sostenibile a lungo termine, democraticamente gestito dai tifosi, che appartenesse per davvero a tutta la comunità di Manchester. E ci siamo riusciti”. La squadra, infatti, è sorta in seguito ad un evento ben preciso: la scalata dell’americano Malcolm Glazer alla proprietà del Manchester United. “E’ stata l’ultima goccia di un processo cominciato anni fa, che ha trasformato una passione in un business. In cui non ci riconoscevamo più”. Di qui l’idea: fondare un nuovo Manchester. Che tornasse all’antico e ai suoi veri proprietari: i tifosi. Sono oltre 3mila ogni anno, quelli dello United. E sono anche soci. Ogni membro ha uguale diritto di voto in tutte le decisioni: dalle elezioni dei dirigenti al design della maglia, passando per la scelta delle tariffe degli abbonamenti, dello staff e dei giocatori. Persino logistica e amministrazione sono gestiti internamente, con un’apposita suddivisione degli incarichi. Tutti volontari – a parte il gm Walsh e Linsday Howard, segretario del club –, lavorano nella sede sociale a Ancoats, una fabbrica abbandonata riconvertita a ufficio.

Il segreto del successo dello United, secondo Walsh, è presto detto: “Offriamo un calcio alla portata di tutti, genuino dal punto di vista dei sentimenti e della gestione”, spiega Walsh. La media spettatori nell’ultima stagione è stata di circa 2mila tifosi a partita. Nel 2010, per la sfida di Fa Cup contro il Brighton and Hove Albion (club di Serie B inglese, la partita più importante della breve storia dello United) c’erano quasi 7mila persone sugli spalti. Numeri che in Italia a volte non si fanno neanche in Serie B. “Ci seguono tutti quelli che sono disgustati dalle logiche del calcio moderno; o che, tra pay tv e stadi sempre più cari, semplicemente non se lo possono più permettere. E non sono pochi, di questi tempi”, spiega il gm. Un abbonamento annuale allo United costa infatti solo 90 sterline (il pacchetto più economico per il ‘vero’ Manchester supera le 500£); e in più qui il tifoso non è solo spettatore ma parte attiva della società. Con questi soldi (cui si aggiungono le donazioni libere) e nient’altro – lo United ripudia qualsiasi tipo di sponsorizzazione – si sostenta il club. Il budget, comunque, è di tutto rispetto: complessivamente, circa 750mila sterline l’anno.

Anche da queste cifre si capisce l’importanza del progetto United. “Abbiamo un piano e ambizioni a lungo termine. Benché l’obiettivo fondamentale sia creare un esempio di calcio sostenibile, siamo convinti che il nostro modello possa portare anche a buoni risultati”. E il campo fin qui gli ha dato ragione: tre promozioni consecutive dal 2005 al 2008; e negli ultimi tre anni tre finali playoff perse consecutivamente (l’ultima in maniera davvero rocambolesca, con due gol subiti nei minuti di recupero). “Solo sfortuna, saliremo ancora”, è sicuro Walsh.

Per ora la squadra gioca a Gigg Lane, a Bury. Presto, però, avrà una casa tutta sua: parte fondamentale del progetto è la costruzione dello stadio di proprietà. “Sorgerà a Moston e costerà circa 5,5 milioni di sterline. In questi anni abbiamo raccolto già due milioni, grazie alla generosità dei nostri supporters”. In futuro, dunque, la città di Manchester potrebbe avere un’altra squadra professionistica. “Ma – afferma Walsh – anche se dovessimo raggiungere livelli importanti non cambieremo il nostro modo di essere”. Il manifesto del club, infatti, parla chiaro: la società è e resterà sempre un’organizzazione no profit. “Abbiamo una lezione da spiegare al mondo del calcio: i tifosi possono possedere e gestire con successo una società calcistica. Le squadre sono state ‘sottratte’ ai loro unici, veri proprietari. Noi ci siamo riappriopriati di quello che ci era stato tolto, e vogliamo essere da esempio per tutti”. ‘No al calcio moderno’ non significa rinunciare alla passione per il football. Lo dimostrano i tifosi del Manchester. Anzi, dello United of Manchester.

Modificato da Il Conte di Collebertone

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/26/centro-storico-lebowski-la-squadra-autogestita-dai-tifosi-contro-lo-schifo-del-calcioscommesse/1717263/

 

Nel 2004 alcuni ragazzi, stufi del calcio milionario, decidono di tifare per lultima squadra

dellultima categoria, la Terza, perché perdeva sempre. La curva 'Moana Pozzi' diventa sempre più vivace e numerosa. Poi, nel 2010 il Centro Storico Lebowski rileva e sostituisce la vecchia società. Avviata anche la squadra femminile, le "Mele toste". Il prossimo obiettivo: lavorare con le scuole

di Raffaele Nappi | 26 maggio 2015

32

3,3 mila

Più informazioni su: Calcio, Calcioscommesse, Moana Pozzi, Regione Toscana, Toscana

Di grigio e nero cè solo la maglia. Sulla faccia, invece, spunta un sorriso grande così. Sono i ragazzi del Centro Storico Lebowski, partiti dalla periferia di Firenze per mettere in piedi con le loro uniche forze una realtà sportiva calcistica autogestita e autofinanziata, capace in pochi anni del grande salto dalla Terza Categoria alla Promozione Regionale.

 

Tutto è nato una mattina del 2004, quando 5 amici si ritrovano, quasi per caso, a leggere su un giornale dilettantistico locale le vicende dellA.C. Lebowski, squadra di Terza Categoria fiorentina, ultima nellultima serie del calcio italiano, reduce da un sonoro 8-2 contro la penultima in classifica. È in quel momento che, quasi per gioco, i ragazzi decidono che quella sarà la loro squadra, la squadra per cui tifare. Siamo andati al campo a Porta Romana per vederli di persona raccontano Pensavano che volessimo prenderli in giro.

 

 

Le cose, invece, vanno diversamente. Col passare delle partite la tifoseria diventa sempre più grande, più rumorosa, più vivace. I risultati non cambiano ma il divertimento sugli spalti è assicurato. E così, la squadra più debole e più piccola del campionato si ritrova alle spalle un gruppo di ultrà che si definisce Gli Ultimi Rimasti, organizzati nella oramai celebre Curva Moana Pozzi, in omaggio alla più grande artista italiana.

 

Nel 2010 è il momento della svolta: i ragazzi sono cresciuti, i tempi sono cambiati e il calcio, quello dei milioni e delle pay tv, attira sempre meno. Da questo sentimento prende vita il Centro Storico Lebowski (che rileva e sostituisce la vecchia società), squadra di Terza Categoria completamente gestita dai tifosi, una delle prime realtà del genere in Italia. Unidea, più che una società. Un gruppo di amici che decidono di mettersi in gioco contro il calcio moderno, contro i milioni, i diritti tv, contro lo schifo del calcioscommesse.

 

 

Guadagno personale? Neanche per scherzo. La società si fonda totalmente sul volontariato raccontano in coro Marco, Francesco, Lorenzo, Alessandro, solo alcuni dei protagonisti del progetto Lebowski. Tutti noi facciamo altri lavori, dedicando poi le ore libere alla squadra.Sono previsti dei rimborsi spese solo per le figure tecniche (allenatori, medici, fisioterapisti, segretari) ma la società si fonda sullautogestione da parte dei tifosi. Insomma, a livello economico è una perdita di tempo, risorse e denaro. Il che può far capire quanto sia remunerativo a livello umano.

 

Il Centro Storico Lebowski rappresenta lidea di un calcio romantico, dove il sabato pomeriggio si passa a calciare il pallone in un campo di periferia, a sporcarsi la maglia sul terreno, a costruirsi il proprio momento di gloria con i tifosi e gli amici sulle gradinate. Una società autogestita e autofinanziata, che si regge grazie ai biglietti venduti allo stadio e agli sponsor locali, ma anche grazie alle iniziative sociali: contest, incontri a favore dellintegrazione, gare di graffiti, inaugurazioni ed eventi. Una realtà piccola e operosa, che va avanti in nome dei veri valori dello sport: In fondo vogliamo solo stare insieme: è questo lo spirito del calcio, no?.

 

Ma non è tutto. Da un anno si sono messe in gioco anche le ragazze, che, stanche di stare a guardare, hanno deciso di vestire la maglia grigionera e scendere in campo in prima persona: si chiamano Mele toste, e giocano il torneo di calcio a 5 femminile, con ottimi risultati. Sono il nostro orgoglio, spiegano i ragazzi. Da qualche tempo, poi, è nata la rappresentativa Juniores, che ha vinto il rispettivo campionato 2014/15: Stiamo parlano con le famiglie del quartiere, cerchiamo di proporre quella che è la nostra idea di calcio, fondata sulla condivisione e sulla voglia di stare insieme. Non è facile, ma il progetto sta andando avanti.

 

Il prossimo passo? Vorremmo lavorare anche con le scuole: non può esistere progetto sportivo senza un progetto di radicamento. Al momento, però, non cè stata alcuna risposta da parte delle istituzioni che, sospettano i ragazzi del Lebowski, forse preferiscono un altro modello di gestione e di socialità. Anche per questo forse da settembre il Lebowski si sposterà a San Donnino (comune di Campi Bisenzio), a due passi da Prato: Fino ad oggi ci siamo allenati e abbiamo giocato le nostre partite al Galluzzo, in un quartiere periferico di Firenze, dove pagavamo laffitto alla società che ci ospitava . Lobiettivo, però, è quello di avere una casa tutta nostra. San Donnino è una frazione popolare e popolosa, ci sono forti contraddizioni sociali e, quindi, cè bisogno di aggregazione e di solidarietà: non esiste né una scuola calcio né un settore giovanile.

 

Le stagioni, intanto, vanno avanti. Da 10 anni il Centro Storico Lebowski dà spettacolo insieme ai suoi tifosi per i campi della Toscana. Dalla Terza Categoria i ragazzi sono riusciti a passare alla Prima, fino allo scontro diretto per arrivare in Promozione. Tra le partite più recenti, quella contro il Donoratico è andata male: la partita è finita con una sconfitta per 2-0. Ma sugli spalti cera una bolgia. La solita. Come a dire: signore e signori, è questo il calcio che conta. E non chiamatelo minore.

Modificato da Il Conte di Collebertone

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