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Me pizzica me mozzica

TOPIC DI SOLIDARIETA' A SAVIANO

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Solidarietà.

 

Ma è mia opinione personale (e speriamo di non incorrere nel crucifige dei più accaniti) che se i Casalesi volevano ammazzarlo, l'avrebbero già fatto. Mi sbaglio?

1494959[/snapback]

 

forse....in fondo lui in mezzo a loro ci ha di fatto vissuto

 

ma Saviano ha spiegato perchè adesso è diventato fastidioso agli occhi dei clan: per la diffusione e il successo del libro

 

infatti i capi-clan a volte incoraggiano la stampa affinchè si parli di loro, specie se commettono gravi reati, proprio per intimidire l'opinione pubblica, certi come sono di farla franca.

 

Saviano è diventato scomodo, ma all'inizio lo tolleravano , perchè faceva inchieste e articoli "locali" , e, dal punto di vista dei boss, "funzionali" al clima di terrore che volevano creare nel loro territorio.

1495007[/snapback]

 

Si, è vero, il libro e il film hanno dato voce e visibilità a cose e persone che altrimenti avrebbero continuato a prosperare solo nel sottobosco della zona, ma alla fine ai Casalesi cosa cambia se Saviano continua ad andarsene in giro? Voglio dire, Campania o Italia intera, al clan cosa cambia? Personalmente, sempre che queste minacce risultino vere, io ci vedrei solo un autogol..meglio per loro sarebbe stato ignorare il clamore e lasciar finire il tutto nel dimenticatoio, no?

 

(Rileggendomi mi accorgo che è vero anche il contrario: ai Casalesi cosa cambia se ammazzano Saviano?)

 

In ogni caso (ma sono io che sono paranoico, lo so) ho come l'impressione che sia sempre la solita mossa per spostare l'attenzione del popolo verso altre tematiche, mentre sono presenti problemi diversi da questo, ma non meno gravi.

Cinismo?

Forse, ma benchè sia "preoccupato" per la sorte di questa persona, devo dire che non occupa gran parte dei miei problemi, come invece fanno altre cose, certamente ben più vicine a tutti noi di questa che è e resta, a mio parere, una notizia, per certi versi, gonfiata ad arte.

 

E mo' so' pronto, dàteme addosso :lol:

1495024[/snapback]

 

:P

Non solo non ti dò addosso, ma ti sostengo.

Senza nulla togliere a Saviano, alla sua opera ed ai pericoli che corre, vorrei ricordarvi Salman Rushdie, quello che scrisse "Versi Satanici": colpito dalla scomunica (comprensiva di condanna a morte) dell'Imam Khomeini, vive tutt'ora in Gran Bretagna, sotto scorta.

La condanna a morte fu decretata all'epoca (1988 circa) ed è stata reiterata quest'anno. Ci fu addirittura qualcuno che gli mise una taglia addosso.

Sembra che il traduttore del libro in lingua giapponese fu ucciso, quello in italiano ferito.

Lui è ancora vivo.

Il pericolo che si corre a far fuori una persona simile è quello di farne un martire che porta, con la sua stessa morte, conferme di quanto ha scritto. Quella gente non è stupida, e questo lo sa benissimo.

Non intendo certo dire che Saviano può dormire sonni tranquilli, ma cerchiamo di non scapicollarci a farne l'elogio funebre, per favore, e soprattutto non spostiamo l'occhio dalla palla......

Mò crucifiggete pure me....

;)

Modificato da alternativa

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Si, è vero, il libro e il film hanno dato voce e visibilità a cose e persone che altrimenti avrebbero continuato a prosperare solo nel sottobosco della zona, ma alla fine ai Casalesi cosa cambia se Saviano continua ad andarsene in giro? Voglio dire, Campania o Italia intera, al clan cosa cambia? Personalmente, sempre che queste minacce risultino vere, io ci vedrei solo un autogol..meglio per loro sarebbe stato ignorare il clamore e lasciar finire il tutto nel dimenticatoio, no?

 

(Rileggendomi mi accorgo che è vero anche il contrario: ai Casalesi cosa cambia se ammazzano Saviano?)

 

In ogni caso (ma sono io che sono paranoico, lo so) ho come l'impressione che sia sempre la solita mossa per spostare l'attenzione del popolo verso altre tematiche, mentre sono presenti problemi diversi da questo, ma non meno gravi.

Cinismo?

Forse, ma benchè sia "preoccupato" per la sorte di questa persona, devo dire che non occupa gran parte dei miei problemi, come invece fanno altre cose, certamente ben più vicine a tutti noi di questa che è e resta, a mio parere, una notizia, per certi versi, gonfiata ad arte.

 

E mo' so' pronto, dàteme addosso :lol:

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non ho prove per dirti se hai ragione o no

 

so solo che l'isolamento uccide , specie quando hai a che fare con camorra , mafia e simpaticoni del genere

 

se questo (falso??) allarme è servito a smuovere qualche coscienza ben venga

1495033[/snapback]

 

Si, infatti nessuno ha e avrà mai prove, lo so...è solo una mia paranoia..staremo a vedere ;)

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Ma è mia opinione personale (e speriamo di non incorrere nel crucifige dei più accaniti) che se i Casalesi volevano ammazzarlo, l'avrebbero già fatto. Mi sbaglio?

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forse....in fondo lui in mezzo a loro ci ha di fatto vissuto

 

ma Saviano ha spiegato perchè adesso è diventato fastidioso agli occhi dei clan: per la diffusione e il successo del libro

 

infatti i capi-clan a volte incoraggiano la stampa affinchè si parli di loro, specie se commettono gravi reati, proprio per intimidire l'opinione pubblica, certi come sono di farla franca.

 

Saviano è diventato scomodo, ma all'inizio lo tolleravano , perchè faceva inchieste e articoli "locali" , e, dal punto di vista dei boss, "funzionali" al clima di terrore che volevano creare nel loro territorio.

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Si, è vero, il libro e il film hanno dato voce e visibilità a cose e persone che altrimenti avrebbero continuato a prosperare solo nel sottobosco della zona, ma alla fine ai Casalesi cosa cambia se Saviano continua ad andarsene in giro? Voglio dire, Campania o Italia intera, al clan cosa cambia? Personalmente, sempre che queste minacce risultino vere, io ci vedrei solo un autogol..meglio per loro sarebbe stato ignorare il clamore e lasciar finire il tutto nel dimenticatoio, no?

 

(Rileggendomi mi accorgo che è vero anche il contrario: ai Casalesi cosa cambia se ammazzano Saviano?)

 

In ogni caso (ma sono io che sono paranoico, lo so) ho come l'impressione che sia sempre la solita mossa per spostare l'attenzione del popolo verso altre tematiche, mentre sono presenti problemi diversi da questo, ma non meno gravi.

Cinismo?

Forse, ma benchè sia "preoccupato" per la sorte di questa persona, devo dire che non occupa gran parte dei miei problemi, come invece fanno altre cose, certamente ben più vicine a tutti noi di questa che è e resta, a mio parere, una notizia, per certi versi, gonfiata ad arte.

 

E mo' so' pronto, dàteme addosso :lol:

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:P

Non solo non ti dò addosso, ma ti sostengo.

Senza nulla togliere a Saviano, alla sua opera ed ai pericoli che corre, vorrei ricordarvi Salman Rushdie, quello che scrisse "Versi Satanici": colpito dalla scomunica (comprensiva di condanna a morte) dell'Imam Khomeini, vive tutt'ora in Gran Bretagna, sotto scorta.

La condanna a morte fu decretata all'epoca (1988 circa) ed è stata reiterata quest'anno. Ci fu addirittura qualcuno che gli mise una taglia addosso.

Sembra che il traduttore del libro in lingua giapponese fu ucciso, quello in italiano ferito.

Lui è ancora vivo.

Il pericolo che si corre a far fuori una persona simile è quello di farne un martire che porta, con la sua stessa morte, conferme di quanto ha scritto. Quella gente non è stupida, e questo lo sa benissimo.

Non intendo certo dire che Saviano può dormire sonni tranquilli, ma cerchiamo di non scapicollarci a farne l'elogio funebre, per favore, e soprattutto non spostiamo l'occhio dalla palla......

Mò crucifiggete pure me....

;)

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lungi da me crocifiggere qualcuno, ma questo pensiero regge relativamente(molto relativamente).....innanzitutto, l'amico Rushdie rimane un caso isolato(o poco ci manca) essendo all'epoca gia abbastanza famoso da potersi permettersi un buon rifugio in gran bretagna, paese dal quale, per inciso, non era per nulla alieno.Qualche altra vittima del regime khomeinista sparpagliate per il mondo è stata raggiunta, ma i lori nomi ai più resteranno sconosciuti.

MA per rimanere all'Italia....che un ragazzetto militante nella democrazia proletaria di cinisi rappresentasse un pericolo mortale per cosa nostra?o un preticello di periferia fosse il più grande dei nemici quando tutti sappiamo come venivano accolti "calorosamente" e benedetti i bravi picciotti dalle varie curie?non credo.....ergo, questa gente non sarà stupida, ma non perde occasione di riaffermare vigliaccamente che dove comandano loro, non si deve muovere foglia.

 

dunque, cerchiamo di non distogliere l'occhio dalla palla, ma rimango dell' opinione che più si parli di loro, molto meglio è(ce lo ricordiamo l'amico provenzano "u tratturi" e la sua strategia del silenzio?c era gente che arrivava ad affermare che la mafia siciliana stesse scomparendo...)

Modificato da timosenko

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lo metto su discussioni in libertà per dare un maggiore risalto , visto che il topic politica è meno frequentato.

 

apro un topic di solidarietà a Roberto Saviano , autore di "Gomorra" , un libro che ha puntato i riflettori in maniera molto forte sulla camorra

 

pare che rischiasse un attentato dimostrativo da parte dei clan che ha smascherato.

 

 

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e ce voleva la notizia ufficiale dei tg e dei giornali a farci pensare questo?

l'ho sempre pensato, purtroppo.

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pare che Saviano abbia dichiarato di volere una vita normale , e di essere disposto ad andarsene dall'Italia....

 

che schifo...un cittadino onesto non ha diritto di essere libero , mentre chi delinque dopo qualche mese è già fuori....

 

umanamente lo capisco. Non è un martire e non vuole diventarlo

 

qualcuno disse BEATO IL POPOLO CHE NON HA BISOGNO DI EROI e aveva ragione :(

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Solidarietà.

 

Ma è mia opinione personale (e speriamo di non incorrere nel crucifige dei più accaniti) che se i Casalesi volevano ammazzarlo, l'avrebbero già fatto. Mi sbaglio?

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forse....in fondo lui in mezzo a loro ci ha di fatto vissuto

 

ma Saviano ha spiegato perchè adesso è diventato fastidioso agli occhi dei clan: per la diffusione e il successo del libro

 

infatti i capi-clan a volte incoraggiano la stampa affinchè si parli di loro, specie se commettono gravi reati, proprio per intimidire l'opinione pubblica, certi come sono di farla franca.

 

Saviano è diventato scomodo, ma all'inizio lo tolleravano , perchè faceva inchieste e articoli "locali" , e, dal punto di vista dei boss, "funzionali" al clima di terrore che volevano creare nel loro territorio.

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Si, è vero, il libro e il film hanno dato voce e visibilità a cose e persone che altrimenti avrebbero continuato a prosperare solo nel sottobosco della zona, ma alla fine ai Casalesi cosa cambia se Saviano continua ad andarsene in giro? Voglio dire, Campania o Italia intera, al clan cosa cambia? Personalmente, sempre che queste minacce risultino vere, io ci vedrei solo un autogol..meglio per loro sarebbe stato ignorare il clamore e lasciar finire il tutto nel dimenticatoio, no?

 

(Rileggendomi mi accorgo che è vero anche il contrario: ai Casalesi cosa cambia se ammazzano Saviano?)

 

In ogni caso (ma sono io che sono paranoico, lo so) ho come l'impressione che sia sempre la solita mossa per spostare l'attenzione del popolo verso altre tematiche, mentre sono presenti problemi diversi da questo, ma non meno gravi.

Cinismo?

Forse, ma benchè sia "preoccupato" per la sorte di questa persona, devo dire che non occupa gran parte dei miei problemi, come invece fanno altre cose, certamente ben più vicine a tutti noi di questa che è e resta, a mio parere, una notizia, per certi versi, gonfiata ad arte.

 

E mo' so' pronto, dàteme addosso :lol:

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:P

Non solo non ti dò addosso, ma ti sostengo.

Senza nulla togliere a Saviano, alla sua opera ed ai pericoli che corre, vorrei ricordarvi Salman Rushdie, quello che scrisse "Versi Satanici": colpito dalla scomunica (comprensiva di condanna a morte) dell'Imam Khomeini, vive tutt'ora in Gran Bretagna, sotto scorta.

La condanna a morte fu decretata all'epoca (1988 circa) ed è stata reiterata quest'anno. Ci fu addirittura qualcuno che gli mise una taglia addosso.

Sembra che il traduttore del libro in lingua giapponese fu ucciso, quello in italiano ferito.

Lui è ancora vivo.

Il pericolo che si corre a far fuori una persona simile è quello di farne un martire che porta, con la sua stessa morte, conferme di quanto ha scritto. Quella gente non è stupida, e questo lo sa benissimo.

Non intendo certo dire che Saviano può dormire sonni tranquilli, ma cerchiamo di non scapicollarci a farne l'elogio funebre, per favore, e soprattutto non spostiamo l'occhio dalla palla......

Mò crucifiggete pure me....

;)

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lungi da me crocifiggere qualcuno, ma questo pensiero regge relativamente(molto relativamente).....innanzitutto, l'amico Rushdie rimane un caso isolato(o poco ci manca) essendo all'epoca gia abbastanza famoso da potersi permettersi un buon rifugio in gran bretagna, paese dal quale, per inciso, non era per nulla alieno.Qualche altra vittima del regime khomeinista sparpagliate per il mondo è stata raggiunta, ma i lori nomi ai più resteranno sconosciuti.

MA per rimanere all'Italia....che un ragazzetto militante nella democrazia proletaria di cinisi rappresentasse un pericolo mortale per cosa nostra?o un preticello di periferia fosse il più grande dei nemici quando tutti sappiamo come venivano accolti "calorosamente" e benedetti i bravi picciotti dalle varie curie?non credo.....ergo, questa gente non sarà stupida, ma non perde occasione di riaffermare vigliaccamente che dove comandano loro, non si deve muovere foglia.

 

dunque, cerchiamo di non distogliere l'occhio dalla palla, ma rimango dell' opinione che più si parli di loro, molto meglio è(ce lo ricordiamo l'amico provenzano "u tratturi" e la sua strategia del silenzio?c era gente che arrivava ad affermare che la mafia siciliana stesse scomparendo...)

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:rolleyes:

Per quanto Rushdie potesse essere già famoso, nell'88 e già residente in Inghilterra da anni non puoi seriamente pensare che non avessero i soldi o i mezzi per raggiungerlo :)

Esiste un parallelo tra la mafia e gli integralisti islamici: sono quello che sono, ma non sono (i primi per tua stessa ammissione) stupidi. Con questo non voglio assolutamente dire che Saviano non corra rischi, avevano avvertito anche Falcone e sappiamo bene che fine ha fatto. Proprio per la risonanza che hanno le vittime della mafia, però, non credo che in questo momento una cosca abbia bisogno di altri "martiri". Semmai ne ha bisogno una seconda per far addossare ad altri l'ennesimo omicidio ;)

Interessante trovare, tra le tue, una mia riflessione: "che un ragazzetto militante nella democrazia proletaria di cinisi rappresentasse un pericolo mortale per cosa nostra?o un preticello di periferia fosse il più grande dei nemici "

Quello che gli hanno fatto sapere era esattamente quello che volevano che si sapesse, non ci scordiamo i giochetti dei vari pentiti a cui abbiamo, a più riprese, assistito negli ultimi 20 anni.

In tutto questo spero vivamente che a Saviano non accada niente e che passi tanto la fine di questo mese quanto quelle dei prossimi, fino alla fine del tempo.

Soprattutto me lo auguro per le famiglie di chi gli fa da scorta. :)

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pare che Saviano abbia dichiarato di volere una vita normale , e di essere disposto ad andarsene dall'Italia....

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Purtroppo per lui credo che una vita normale se la potrà scordare dovunque vada, se davvero lo vogliono raggiungere lo faranno ovunque...

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"Io, prigioniero di Gomorra

lascio l'Italia per riavere una vita"

 

La denuncia di Saviano: circondato dall'odio per le mie parole

Vado via perché voglio scrivere ed ho bisogno di stare nella realtà

 

 

ANDRO' via dall'Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà...", dice Roberto Saviano. "Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me".

 

La verità, la sola oscena verità che, in ore come queste, appare con tragica evidenza è che Roberto Saviano è un uomo solo. Non so se sia giusto dirlo già un uomo immaginando o pretendendo di rintracciare nella sua personalità, nella sua fermezza d'animo, nella sua stessa fisicità la potenza sorprendente e matura del suo romanzo, Gomorra. Roberto è ancora un ragazzo, a vederlo. Ha un corpo minuto, occhi sempre in movimento. Sa essere, nello stesso tempo, malizioso e insicuro, timidissimo e scaltro. La sua è ancora una rincorsa verso se stesso e lungo questo sentiero è stato catturato da uno straordinario successo, da un'imprevedibile popolarità, dall'odio assoluto e assassino di una mafia, dal rancore dei quietisti e dei pavidi, dall'invidia di molti. Saranno forse queste le ragioni che spiegano come nel suo volto oggi coabitino, alternandosi fraternamente, le rughe della diffidenza e le ombre della giovanile fiducia di chi sa che la gioia - e non il dolore - accresce la vita di un uomo. "Sai, questa bolla di solitudine inespugnabile che mi stringe fa di me un uomo peggiore. Nessuno ci pensa e nemmeno io fino all'anno scorso ci ho mai pensato. In privato sono diventato una persona non bella: sospettoso, guardingo. Sì, diffidente al di là di ogni ragionevolezza. Mi capita di pensare che ognuno voglia rubarmi qualcosa, in ogni caso raggirarmi, "usarmi". E' come se la mia umanità si fosse impoverita, si stesse immeschinendo. Come se prevalesse con costanza un lato oscuro di me stesso. Non è piacevole accorgersene e soprattutto io non sono così, non voglio essere così. Fino a un anno fa potevo ancora chiudere gli occhi, fingere di non sapere. Avevo la legittima ambizione, credo, di aver scritto qualcosa che mi sembrava stesse cambiando le cose. Quella mutazione lenta, quell'attenzione che mai era stata riservata alle tragedie di quella terra, quell'energia sociale che - come un'esplosione, come un sisma - ha imposto all'agenda dei media di occuparsi della mafia dei Casalesi, mi obbligava ad avere coraggio, a espormi, a stare in prima fila. E' la mia forma di resistenza, pensavo. Ogni cosa passava in secondo piano, diventava di serie B per me. Incontravo i grandi della letteratura e della politica, dicevo quello che dovevo e potevo dire. Non mi guardavo mai indietro. Non mi accorgevo di quel che ogni giorno andavo perdendo di me. Oggi, se mi guardo alle spalle, vedo macerie e un tempo irrimediabilmente perduto che non posso più afferrare ma ricostruire soltanto se non vivrò più, come faccio ora, come un latitante in fuga. In cattività, guardato a vista dai carabinieri, rinchiuso in una cella, deve vivere Sandokan, Francesco Schiavone, il boss dei Casalesi. Se lo è meritato per la violenza, i veleni e la morte con cui ha innaffiato la Campania, ma qual è il mio delitto? Perché io devo vivere come un recluso, un lebbroso, nascosto alla vita, al mondo, agli uomini? Qual è la mia malattia, la mia infezione? Qual è la mia colpa? Ho voluto soltanto raccontare una storia, la storia della mia gente, della mia terra, le storie della sua umiliazione. Ero soddisfatto per averlo fatto e pensavo di aver meritato quella piccola felicità che ti regala la virtù sociale di essere approvato dai tuoi simili, dalla tua gente. Sono stato un ingenuo. Nemmeno una casa, vogliono affittarmi a Napoli. Appena sanno chi sarà il nuovo inquilino si presentano con la faccia insincera e un sorriso di traverso che assomiglia al disprezzo più che alla paura: sono dispiaciuti assai, ma non possono.... I miei amici, i miei amici veri, quando li ho finalmente rivisti dopo tante fughe e troppe assenze, che non potevo spiegare, mi hanno detto: ora basta, non ne possiamo più di difendere te e il tuo maledetto libro, non possiamo essere in guerra con il mondo per colpa tua? Colpa, quale colpa? E' una colpa aver voluto raccontare la loro vita, la mia vita?".

Piacciono poco, da noi, i martiri. Morti e sepolti, li si può ancora, periodicamente, sopportare. Vivi, diventano antipatici. Molto antipatici. Roberto Saviano è molto antipatico a troppi. Può capitare di essere infastiditi dalla sua faccia in giro sulle prime pagine. Può capitare che ci si sorprenda a pensare a lui non come a una persona inseguita da una concreta minaccia di morte, a un ragazzo precipitato in un destino, ma come a una personalità che sa gestire con sapienza la sua immagine e fortuna. Capita anche in queste ore, qui e lì. E' poca, inutile cosa però chiedersi se la minaccia di oggi contro Roberto Saviano sia attendibile o quanto attendibile, più attendibile della penultima e quanto di più? O chiedersi se davvero quel Giuseppe Setola lo voglia disintegrare, prima di Natale, con il tritolo lungo l'autostrada Napoli-Roma o se gli assassini si siano già procurati, come dice uno di loro, l'esplosivo e i detonatori. O interrogarsi se la confidenza giunta alle orecchie delle polizie sia certa o soltanto probabile.

E' poca e inutile cosa, dico, perché, se i Casalesi ne avranno la possibilità, uccideranno Roberto Saviano. Dovesse essere l'ultimo sangue che versano. Sono ridotti a mal partito, stressati, accerchiati, incalzati, impoveriti e devono dimostrare l'inesorabilità del loro dominio. Devono poter provare alla comunità criminale e, nei loro territori, ai "sudditi" che nessuno li può sfidare impunemente senza mettere nel conto che alla sfida seguirà la morte, come il giorno segue la notte.

 

Lo sento addosso come un cattivo odore l'odio che mi circonda. Non è necessario che ascolti le loro intercettazioni e confessioni o legga sulle mura di Casale di Principe: "Saviano è un uomo di merda". Nessuno da quelle parti pensa che io abbia fatto soltanto il mio dovere, quello che pensavo fosse il mio dovere. Non mi riconoscono nemmeno l'onore delle armi che solitamente offrono ai poliziotti che li arrestano o ai giudici che li condannano. E questo mi fa incazzare. Il discredito che mi lanciano contro è di altra natura. Non dicono: "Saviano è un ricchione". No, dicono, si è arricchito. Quell'infame ci ha messo sulla bocca degli italiani, nel fuoco del governo e addirittura dell'esercito, ci ha messo davanti a queste fottute telecamere per soldi. Vuole soltanto diventare ricco: ecco perché quell'infame ha scritto il libro. E quest'argomento mette insieme la parte sana e quella malata di Casale. Mi mette contro anche i miei amici che mi dicono: bella vita la tua, hai fatto i soldi e noi invece tiriamo avanti con cinquecento euro al mese e poi dovremmo difenderti da chi ti odia e ti vuole morto? E perché, diccene la ragione? Prima ero ferito da questa follia, ora non più. Non mi sorprende più nulla. Mi sembra di aver capito che scaricando su di me tutti i veleni distruttivi, l'intera comunità può liberarsi della malattia che l'affligge, può continuare a pensare che quel male non ci sia o sia trascurabile; che tutto sommato sia sopportabile a confronto delle disgrazie provocate dal mio lavoro. Diventare il capro espiatorio dell'inciviltà e dell'impotenza dei Casalesi e di molti italiani del Mezzogiorno mi rende più obiettivo, più lucido da qualche tempo. Sono solo uno scrittore, mi dico, e ho usato soltanto le parole. Loro, di questo, hanno paura: delle parole. Non è meraviglioso? Le parole sono sufficienti a disarmarli, a sconfiggerli, a vederli in ginocchio. E allora ben vengano le parole e che siano tante. Sia benedetto il mercato, se chiede altre parole, altri racconti, altre rappresentazioni dei Casalesi e delle mafie. Ogni nuovo libro che si pubblica e si vende sarà per loro una sconfitta. E' il peso delle parole che ha messo in movimento le coscienze, la pubblica opinione, l'informazione. Negli anni novanta, la strage di immigrati a Pescopagano - ne ammazzarono cinque - finì in un titolo a una colonna nelle cronache nazionali dei giornali. Oggi, la strage dei ghanesi di Castelvolturno ha costretto il governo a un impegno paragonabile soltanto alla risposta a Cosa Nostra dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio. Non pensavo che potessimo giungere a questo. Non pensavo che un libro - soltanto un libro - potesse provocare questo terremoto. Subito dopo però penso che io devo rispettare, come rispetto me stesso, questa magia delle parole. Devo assecondarla, coltivarla, meritarmela questa forza. Perché è la mia vita. Perché credo che, soltanto scrivendo, la mia vita sia degna di essere vissuta. Ho sentito, per molto tempo, come un obbligo morale diventare un simbolo, accettare di essere al proscenio anche al di là della mia voglia. L'ho fatto e non ne sono pentito. Ho rifiutato due anni fa, come pure mi consigliavano, di andarmene a vivere a New York. Avrei potuto scrivere di altro, come ho intenzione di fare. Sono restato, ma per quanto tempo dovrò portare questa croce? Forse se avessi una famiglia, se avessi dei figli - come li hanno i miei "angeli custodi", ognuno di loro non ne ha meno di tre - avrei un altro equilibrio. Avrei un casa dove tornare, un affetto da difendere, una nostalgia. Non è così. Io ho soltanto le parole, oggi, a cui provvedere, di cui occuparmi. E voglio farlo, devo farlo. Come devo - lo so - ricostruire la mia vita lontano dalle ombre. Anche se non ho il coraggio di dirlo, ai carabinieri di Napoli che mi proteggono come un figlio, agli uomini che da anni si occupano della mia sicurezza. Non ho il cuore di dirglielo. Sai, nessuno di loro ha chiesto di andar via dopo quest'ultimo allarme, e questa loro ostinazione mi commuove. Mi hanno solo detto: "Robe', tranquillo, ché non ci faremo fottere da quelli là"".

 

A chi appartiene la vita di Roberto? Soltanto a lui che può perderla? Il destino di Saviano - quale saranno da oggi i suoi giorni, quale sarà il luogo dove sceglierà, "per il momento", di scrivere per noi le sue parole necessarie - sono sempre di più un affare della democrazia italiana.

La sua vita disarmata - o armata soltanto di parole - è caduta in un'area d'indistinzione dove sembra non esserci alcuna tradizionale differenza tra la guerra e la pace, se la mafia può dichiarare guerra allo Stato e lo Stato per troppo tempo non ha saputo né cancellare quella violenza sugli uomini e le cose né ripristinare diritti essenziali. A cominciare dal più originario dei diritti democratici: il diritto alla parola. Se perde Saviano, perderemo irrimediabilmente tutti.

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pare che Saviano abbia dichiarato di volere una vita normale , e di essere disposto ad andarsene dall'Italia....

 

che schifo...un cittadino onesto non ha diritto di essere libero , mentre chi delinque dopo qualche mese è già fuori....

 

umanamente lo capisco. Non è un martire e non vuole diventarlo

 

qualcuno disse BEATO IL POPOLO CHE NON HA BISOGNO DI EROI e aveva ragione  :(

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E' un detto CECOSLOVACCO nato ai tempi dell'occupazione Russa....

 

Lu problema è che ce stanno troppi pochi Saviano.....

ascoltando interviste ai compaesani dello stesso rabbrividisco a certe dichiarazioni DELIRANTI.... :o

Modificato da Lu Pacio

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secondo me quei soggetti identificati come camorristi, che per me chiamarli bestie è un' offesa per le bestie, ragionano secondo un codice loro. Provi ad alzare il capo, a non aver paura di loro e a smascherare le loro sporcizie? Loro ti ammazzano, dimostrando, a modo loro, di essere più forti di chiunque altro. Che sono intoccabili, che ci saranno sempre.

Ps:Saviano poretto campa sotto scorta da quando ha scritto il libro...a me fa schifo una società dove chi è pulito, chi è onesto debba guardarsi le spalle

Modificato da Lana1979

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ATTENTI A QUELLO CHE SCRIVETE CHE QUESTI CE FANNO RETROCEDE SENNO'.....

 

OVVIAMENTE VOLEVO SOLO SDRAMMATIZZARE...

 

DA PARTE MIA DICO SOLO CHE IN FONDO E' UN RAGAZZO CHE HA AVUTO IL CORAGGIO DI METTERE NERO SU BIANCO QUELLO CHE LO "STATO" CONOSCEVA DA TEMPO... NOMI, COGNOMI, COLLUSIONI.... E' QUESTO LO SCHIFO....

 

POI DOPO IL LIBRO...

 

BHE .. MO CE TOCCHERA' INTERVENI'.....

 

POI IL POLVERONE FINISCE... NEL FRATTEMPO SPERAMO CHE NON CI SIANO DAVVERO CONSEGUENZE.... E SE LA COSA FINISCE QUA'... QUELLI TORNANO A FASSE I CAVOLI LORO IN POCO TEMPO....

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pare che Saviano abbia dichiarato di volere una vita normale , e di essere disposto ad andarsene dall'Italia....

 

che schifo...un cittadino onesto non ha diritto di essere libero , mentre chi delinque dopo qualche mese è già fuori....

 

umanamente lo capisco. Non è un martire e non vuole diventarlo

 

qualcuno disse BEATO IL POPOLO CHE NON HA BISOGNO DI EROI e aveva ragione  :(

1495907[/snapback]

E' un detto CECOSLOVACCO nato ai tempi dell'occupazione Russa....

 

Lu problema è che ce stanno troppi pochi Saviano.....

ascoltando interviste ai compaesani dello stesso rabbrividisco a certe dichiarazioni DELIRANTI.... :o

1496091[/snapback]

è QUESTO IL PUNTO FONDAMENTALE...ALLA GENTE DI Lì STA BENE COSì, ALLORA SE PAGASSERO IL PIZZO E NON DEVONO ROPPE LI COJONI....SE DEVE SVEJà LA GENTE....

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mi hanno parlato di un articolo su Saviano scritto da Veneziani su Libero di oggi...

qualcuno mi sa dire di cosa tratta esattamente?..

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ieri leggevo le dichiarazioni di Cannavaro che spera che Gomorra arrivi all'Oscar ma che in realtà - ammette - non fa bene all' "immagine" dell'Italia in generale (come se la realtà fosse diversa da quella rappresentata nel film). considerando poi che stanno praticamente arrestando tutti quelli che hanno avuto una parte nello stesso film...

 

secondo me è proprio grazie a queste immagini che si deve creare una spinta che possa cambiare lo stato delle cose, pur rimanendo sempre pessimista a riguardo.

 

il bello è che Cannavaro punta il dito contro le generalizzazioni e gli stereotipi che possono nascere all'estero con il classico ritorno all' "italiano=mafioso".

 

ma la cosa più ridicola, trovandosi in Spagna, è che successivamente, sempre nella stessa intervista, ammette di essere "proprio italiano" per quanto concerne il suo pensiero sui matrimoni tra omosessuali.

 

quindi dimostra di odiare le etichettature ma solo quelle che non gli fanno comodo. io sono italiano e la penso diversamente da lui e mi vergogno che in Spagna credano che su quel tema di diritti gli italiani siano tutti "proprio italiani" come lui.

Modificato da Aghy

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ieri leggevo le dichiarazioni di Cannavaro che spera che Gomorra arrivi all'Oscar ma che in realtà - ammette - non fa bene all' "immagine" dell'Italia in generale (come se la realtà fosse diversa da quella rappresentata nel film). considerando poi che stanno praticamente arrestando tutti quelli che hanno avuto una parte nello stesso film...

 

secondo me è proprio grazie a queste immagini che si deve creare una spinta che possa cambiare lo stato delle cose, pur rimanendo sempre pessimista a riguardo.

 

il bello è che Cannavaro punta il dito contro le generalizzazioni e gli stereotipi che possono nascere all'estero con il classico ritorno all' "italiano=mafioso".

 

ma la cosa più ridicola, trovandosi in Spagna, è che successivamente, sempre nella stessa intervista, ammette di essere "proprio italiano" per quanto concerne il suo pensiero sui matrimoni tra omosessuali.

 

quindi dimostra di odiare le etichettature ma solo quelle che non gli fanno comodo. io sono italiano e la penso diversamente da lui e mi vergogno che in Spagna credano che su quel tema di diritti gli italiani siano tutti "proprio italiani" come lui.

1543817[/snapback]

 

quoto tutto...

ha perso un'altra occasione per stare zitto...

che idiota...

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