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EUROPEI DI CALCIO 2016

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Euro 2016, quattro candidature

Oltre a Italia in corsa Francia, Turchia e duo Norvegia- Svezia

 

(ANSA) - ROMA, 10 MAR - Sono 4 i candidati, in rappresentanza di 5 federazioni europee, che hanno manifestato il loro interesse all'Uefa per ospitare Euro 2016. Francia, Italia e Turchia hanno informato l'Uefa di essere intenzionate a presentare una candidatura individuale.Norvegia e Svezia ne presenteranno una congiunta.Il regolamento fissa la scadenza del 9 marzo per rendere noto l'interesse da parte delle varie federazioni ad ospitare il torneo. La decisione del Comitato Esecutivo Uefa intorno al 27 maggio 2010.

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Io me ne sarei ciecato a ripresenta' una candidatura dopo che, da campioni del mondo, avemo perso contro Polonia-Ucraina... non so voi...

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Platini ha già fatto capire che molto probabilmente la manifestazione si svolgerà in Francia perché hanno lavorato per tempo ed organizzato una serie di progetti importanti su stadi che non hanno ospitato il precedente mondiale del 1998.

 

quanto all'Italia non si è mossa per tempo ed ormai è un pò tardi, e non ha torto. anche in questo caso si è lavorato male nonostante fossimo in cerca di un riscatto dopo la fallita assegnazione del 2012.

 

a mio parere, e ne sono sempre più convinto, è un bene che non ci assegnino gli europei perché il processo di modernizzazione dei nostri stadi deve esserci comunque e deve avvenire indipendentemente dal fatto che ci assgnino una manifestazione importate. così è stato per gli altri Paesi europei, eccezion fatta per la Francia. sono convinto che l'organizzazione di un grande evento crei lacune e faccia costruire stadi in fretta e "a cazzo" come avvenne per Italia'90 mentre il fatto che questo possa avvenire indipendentemente di città in città e senza troppa fretta potrebbe essere un vantaggio e si potrebbe lavorare meglio.

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sci però la francia mo dai mondiali 98 già je ridanno l'europei?

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platini non è francese? <_<

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ma Platini non è della Juve? :ph34r:

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sci però la francia mo dai mondiali 98 già je ridanno l'europei?

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platini non è francese? <_<

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ma Platini non è della Juve? :ph34r:

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che bello, gli europei si faranno a juventus!!! :clap4::clap4::clap4:

 

 

 

<_<<_<

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presentato il logo per la candidatura dell'Italia. un'altra CAGATA PAZZESCA dopo quello della fallita candidatura 2012.

 

:lol::lol::lol::lol:

 

 

ma chi è che glieli disegna!? chi èèèè!?!?!?!

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presentato il logo per la candidatura dell'Italia. un'altra CAGATA PAZZESCA dopo quello della fallita candidatura 2012.

 

:lol:  :lol:  :lol:  :lol:

 

 

ma chi è che glieli disegna!? chi èèèè!?!?!?!

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pare la confezione de un formaggino :D

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bè via già comunque rispetto a quello del 2012 qualche minimo progresso c'è stato...può esse che se ce candidamo pe i mondiali del 2030 je scappa fori qualcosa de caruccio :lol:

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presentato il logo per la candidatura dell'Italia. un'altra CAGATA PAZZESCA dopo quello della fallita candidatura 2012.

 

:lol:  :lol:  :lol:  :lol:

 

 

ma chi è che glieli disegna!? chi èèèè!?!?!?!

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vabbè però italia 90 c'ha un suo perchè....

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ma se non ci danno nemmeno questa competizione a chi daranno la colpa? la volta prima era violenza e moggiopoli adesso con la tesserina la violenza sparirà e moggi ha ancora anni di squalifica non ci dovrebbero esser problemi....

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LA REPUBBLICA

 

Europei 2016: dossier stadi

stop a Firenze, Genova e Bologna

La Federcalcio ha chiuso il giro nelle dodici città candidate ad ospitare i prossimi europei del 2016. Le tre città ancora in ritardo con i progetti per i nuovi impianti. Finale a Roma, all'Olimpico

di CORRADO ZUNINO

 

Europei 2016: dossier stadi stop a Firenze, Genova e Bologna

 

ROMA - La Federcalcio ha chiuso il giro delle dodici città italiane e le visite ai rispettivi stadi da destinare agli Europei del 2016. La Federcalcio ha compreso che tutti i dodici comuni italiani contattati, quelli che tra l'altro hanno già ospitato le partite dei mondiali del 1990, vogliono prendere i prossimi campionati europei. Tutti. Solo nove potranno farlo. Il project manager Michele Uva, direttore generale del Parma migliore prestato alla candidatura italiana dopo un'esperienza all'estero, spiega come i sindaci abbiano abbracciato la gara nazionale, allestita per preparare il dossier Figc da inoltrare alla Uefa (il 15 febbraio 2010). Era tutt'altro che scontato. La Federcalcio ha stimolato la competizione interna: durerà quattro mesi e individuerà i nove stadi. Poi, il 27 maggio 2010, il board Uefa sceglierà fra i quattro dossier: Francia, Italia, Svezia-Norvegia e Turchia, in ordine di possibilità.

 

Nei trentacinque giorni di viaggio per l'Italia i dirigenti della federazione hanno offerto una serie di indicazioni alle dodici città del calcio (che rappresentano sedici club, 14 di serie A più il Torino di B e l'Hellas Verona di Prima Divisione). Trascorsi quattro mesi, la Figc sceglierà i nove stadi da presentare, più tre di riserva. Se dovesse scegliere oggi, lascerebbe fuori Genova, Firenze e Bologna. E' in difficoltà, va detto, anche Udine.

 

Andiamo con ordine. Dodici città visitate, dodici incontri con sindaci e assessori allo sport insieme ai rappresentanti dei sedici club interessati. Il risultato è che oggi nessuno stadio italiano è nelle condizioni per poter essere presentato per una candidatura europea, tanto più per il primo campionato europeo a 24 squadre. Tra la fine di ottobre e i primi mesi di novembre le amministrazioni (proprietarie degli impianti) e le società (che aspirano a diventare proprietarie dei futuri impianti) dovrebbero annunciare i nuovi progetti e la loro sostenibilità.

 

Bene, cinque città parteciperanno alla corsa per gli Europei con gli stadi esistenti: Roma, Milano, Bari, Verona e Udine. Due abbatteranno l'impianto e lo ricostruiranno nella stessa sede: Napoli e Cagliari. Cinque punteranno a un nuovo stadio su un'area nuova: Torino, Palermo, Bologna, Firenze e Genova.

 

L'Olimpico di Roma (stadio candidato all'eventuale finale) e San Siro a Milano hanno bisogno di semplici ristrutturazioni. In tutte e due le città la Federcalcio non ha preso in considerazione i progetti di nuovi stadi, nonostante sia la Roma calcio che la Lazio abbiano prodotto disegni e indicato aree (Aurelia e Tiberina) per realizzare opere di proprietà e l'Inter sia al lavoro per edificare un impianto proprio un chilometro e mezzo lontano da San Siro. Per quel che riguarda il vecchio Meazza, le trasformazioni sono state indicate dall'assessore allo Sport, Alan Rizzi: stadio a cinque stelle che recupererà spazi all'ex Palasport e chiede di ospitare nel 2015, anno dell'Expò, la finale di Champions League, anticipatrice degli Europei.

 

Degli altri cinque impianti sopravvissuti nei progetti da consegnare ad Abete, tre hanno bisogno di forti ristrutturazioni e cambiamenti esterni (parcheggi, viabilità, vie di fuga, fan zone). Il San Nicola di Bari, costruito per i dissipanti mondiali del '90 da Renzo Piano, ha sufficiente spazio attorno per soddisfare i rigidi criteri Uefa. Una forte ristrutturazione è immaginata da tempo anche per il Friuli di Udine, dopo che l'Udinese aveva accarezzato la possibilità di un vero e proprio nuovo stadio sullo stesso sedime. Ora si parla di un investimento sull'esistente da 30 milioni: solo la nuova copertura ne costa 21 e venti palchi sono da allestire all'interno. Il Comune chiede un aiuto alla Regione, i finanziamenti potrebbero zavorrare l'intero percorso.

 

Per il Bentegodi di Verona ci sono due progetti al vaglio dell'assessore Federico Sboarina, figlio del sindaco dello scudetto anni Ottanta: la prima prevede il rifacimento degli spogliatoi, la sistemazione di 40 sky box in tribuna e della zona stampa, la riorganizzazione di tutta l'area esterna. Nella seconda ipotesi, più costosa e gradita alla Figc, s'immagina una riduzione della capienza del Bentegodi: da 39 mila spettatori a 33 mila. Quindi, l'avanzamento degli spalti fino a metà della pista di atletica (inutilizzata da tempo) con l'eliminazione del parterre e la riduzione della distanza degli spettatori dal terreno di gioco. Questo movimento dello stadio verso il campo dovrà essere seguito, a cielo, dalla copertura. Impossibile per ora avanzare ipotesi di spesa.

 

Due sono gli stadi da abbattere e ricostruire più piccoli e compatti. A Cagliari Massimo Cellino caldeggia - a lungo lo ha fatto contro la volontà del Comune e il guardiano del vecchio impianto, Gigi Riva - l'abbattimento e il rifacimento in sede del Sant'Elia. Il progetto Villarhermosa prevede 25 mila posti, la Uefa ne chiede almeno 30 mila. Il presidente del Cagliari è convinto di farcela con una spesa di 25 milioni, a giorni la risposta del sindaco Emilio Floris.

 

Sarà raso al suolo anche il cadente San Paolo di Napoli. Ne ha già parlato il presidente Aurelio De Laurentiis: nessun nuovo impianto a Ponticelli o Scampia, si rifà e trasforma il mausoleo da 77 mila posti. Investirà il club per tirare su uno stadietto da 45 mila posti. Entrambe le amministrazioni - Cagliari e Napoli - potrebbe adottare questo metodo: spendono i privati e alla fine lo stadio è loro. Grandi saldi in vista.

 

Ci sono, poi, i cinque stadi nuovi. In costruzione o da costruire in aree nuove. L'unica certezza è il futuro Delle Alpi di Torino, lavori in corso da aprile. Sono stati già venduti, a prezzi cari, i posti migliori. Il fine cantiere è stato ancora retrodatato: da luglio a maggio 2011. Insieme ai vecchi Olimpico e San Siro, il futuro stadio della Juventus è la terza certezza dell'intera operazione "Euro 2016".

 

Procede con decisione Maurizio Zamparini: addio al fatiscente Barbera di Palermo, il nuovo impianto nascerà sulle ceneri del velodromo Borsellino. Occorrono 130 milioni. Il presidente del Palermo confida in una grossa operazione commerciale di contorno, che le giunte regionali e comunali non vogliono ostacolare.

 

Appare più complicato il progetto Menarini per il Bologna. Il presidente felsineo è un costruttore che ha preso la squadra in funzione dello sfruttamento del futuro stadio e ha individuato nella zona di Bentivoglio la possibilità di tirar su un impianto da 30 mila posti con un ampio corredo di ipermercati. Il problema è che su quell'area da dieci anni insistono gli interessi di un altro potere forte locale, il costruttore Marchesini. L'eventuale "scontro tra gru" rischia di rallentare il disegno del Bologna calcio, che da tempo ha scelto di affossare qualsiasi recupero di un Dall'Ara senza spazi.

 

I due casi critici, di difficile soluzione, restano Genova e Firenze. Nel primo caso l'addio necessario al vecchio Ferraris, lo stadio con la migliore visibilità d'Italia ma irrecuperabile ai parametri Uefa, si è trasformato in un nobile scontro di cuore che andrà a cozzare con la necessità di scelte veloci. Da due anni il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, offre aree nuove e rendering progettuali per ottenere l'approvazione al suo stadio di proprietà. L'idea del petroliere fin qui non ha sfondato perché le scelte dei terreni a Sestri Ponente sono andate a scontrarsi con lo sviluppo industriale dell'ente aeroportuale. Il sindaco Marta Vincenzi, fede blucerchiata, ha controproposto un progetto nell'area del'ex Colisa di Campi, Ponente deindustrializzato, per tutti e due i club. I primi finanziatori dell'idea Samp si sono tirati indietro. Dall'altra parte la freddezza del presidente del Genoa, Enrico Preziosi, si è trasformata in un diktat da parte dei tifosi rossoblù, che sabato hanno marciato in un corteo pre-gara al grido di "lo stadio Ferraris non si tocca".

 

Il vecchio Marassi, così com'è, non otterrà alcun placet dall'Uefa: male in arnese, soffocato da palazzi, carceri e stretto dalla copertura ricavata sopra il Torrente Bisagno, il Ferraris viene aperto regolarmente "in proroga". Tutto questo durerà ancora poco. Tra la mezza dozzina di proposte urbanistiche alternative, la più suggestiva per i genoani è questa: abbattere le carceri confinanti e trovare nuovi ettari utili per salvare lo stadio dell'architetto Gregotti. Un'operazione del genere non è compatibile con i tempi stretti della candidatura europea: quattro mesi, appunto. Il sindaco si è detto disponibile a portare avanti due piani parallelamente: stadio privato a Campi per la Samp, ristrutturazione compatibile per il Ferraris gradito al Genoa. La città, ritrovati i vertici della serie A, rischia comunque di perdere la corsa che porta al 2016.

 

Infine Firenze e la Fiorentina, l'addio all'Artemio Franchi per approdare a una nuova cittadella ludico-sportiva nell'area Fondiaria (proprietario Ligresti), zona di Castello. Dopo l'intervento della magistratura e l'avviso di garanzia ricevuto dall'ex sindaco Leonardo Dominici, il neo Matteo Renzi ha rilanciato la stessa area: "Sì al progetto Della Valle e alle case di Ligresti. Togliamo i palazzi pubblici e aumentiamo la quota di verde. Entro fine anno l'area di Castello sarà dissequestrata, l'inchiesta penale è chiusa". I tempi ancora una volta sono decisivi: il progetto "Italia 2016" sta correndo e l'Uefa attende progetti "reali e finanziati", spiega Michele Uva. Firenze non può aspettare oltre se non vuole essere esclusa dagli Europei.

 

Cinque stadi nuovi in aree nuove, due strutture inedite sopra le aree precedenti, cinque impianti da ristrutturare. Genova, Firenze, Bologna e anche Udine in difficoltà. Trieste pronta a inserirsi con uno progetto per il Nord-Est. Le operazioni troppo grandi, con troppo commercio attorno allo stadio, qui non pagano. E poi sta prendendo onda tra molti presidenti e alcuni sindaci la convinzione errata che a sostegno dell'operazione stadi ci siano finanziamenti pubblici, alla vecchia maniera. Niente di tutto questo: nella legge Butti-Lolli, licenziata al Senato, sono previsti solo abbattimenti di interessi, per ora garantiti da 20 milioni nella prossima Finanziaria (gli unici fin qui deliberati). Gli stadi saranno a carico dei privati. E il governo Berlusconi, ad oggi silente su Euro 2016, deve trovare il modo di esprimersi con forza sulla candidatura. Prima di febbraio. Non c'è tempo da perdere: o si vincono gli Europei di calcio, terzo evento sportivo al mondo, o si perdono anche le Olimpiadi del 2020.

 

(19 ottobre 2009)

 

 

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insomma, la solita schifezza FATTA MALE e troppo DI CORSA per uscirne fuori con qualcosa che sia minimamente decente. spero proprio che non ce li diani questi europei.

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Europei 2016: dossier stadi

stop a Firenze, Genova e Bologna

La Federcalcio ha chiuso il giro nelle dodici città candidate ad ospitare i prossimi europei del 2016. Le tre città ancora in ritardo con i progetti per i nuovi impianti. Finale a Roma, all'Olimpico

di CORRADO ZUNINO

 

Europei 2016: dossier stadi stop a Firenze, Genova e Bologna

 

ROMA - La Federcalcio ha chiuso il giro delle dodici città italiane e le visite ai rispettivi stadi da destinare agli Europei del 2016. La Federcalcio ha compreso che tutti i dodici comuni italiani contattati, quelli che tra l'altro hanno già ospitato le partite dei mondiali del 1990, vogliono prendere i prossimi campionati europei. Tutti. Solo nove potranno farlo. Il project manager Michele Uva, direttore generale del Parma migliore prestato alla candidatura italiana dopo un'esperienza all'estero, spiega come i sindaci abbiano abbracciato la gara nazionale, allestita per preparare il dossier Figc da inoltrare alla Uefa (il 15 febbraio 2010). Era tutt'altro che scontato. La Federcalcio ha stimolato la competizione interna: durerà quattro mesi e individuerà i nove stadi. Poi, il 27 maggio 2010, il board Uefa sceglierà fra i quattro dossier: Francia, Italia, Svezia-Norvegia e Turchia, in ordine di possibilità.

 

Nei trentacinque giorni di viaggio per l'Italia i dirigenti della federazione hanno offerto una serie di indicazioni alle dodici città del calcio (che rappresentano sedici club, 14 di serie A più il Torino di B e l'Hellas Verona di Prima Divisione). Trascorsi quattro mesi, la Figc sceglierà i nove stadi da presentare, più tre di riserva. Se dovesse scegliere oggi, lascerebbe fuori Genova, Firenze e Bologna. E' in difficoltà, va detto, anche Udine.

 

Andiamo con ordine. Dodici città visitate, dodici incontri con sindaci e assessori allo sport insieme ai rappresentanti dei sedici club interessati. Il risultato è che oggi nessuno stadio italiano è nelle condizioni per poter essere presentato per una candidatura europea, tanto più per il primo campionato europeo a 24 squadre. Tra la fine di ottobre e i primi mesi di novembre le amministrazioni (proprietarie degli impianti) e le società (che aspirano a diventare proprietarie dei futuri impianti) dovrebbero annunciare i nuovi progetti e la loro sostenibilità.

 

Bene, cinque città parteciperanno alla corsa per gli Europei con gli stadi esistenti: Roma, Milano, Bari, Verona e Udine. Due abbatteranno l'impianto e lo ricostruiranno nella stessa sede: Napoli e Cagliari. Cinque punteranno a un nuovo stadio su un'area nuova: Torino, Palermo, Bologna, Firenze e Genova.

 

L'Olimpico di Roma (stadio candidato all'eventuale finale) e San Siro a Milano hanno bisogno di semplici ristrutturazioni. In tutte e due le città la Federcalcio non ha preso in considerazione i progetti di nuovi stadi, nonostante sia la Roma calcio che la Lazio abbiano prodotto disegni e indicato aree (Aurelia e Tiberina) per realizzare opere di proprietà e l'Inter sia al lavoro per edificare un impianto proprio un chilometro e mezzo lontano da San Siro. Per quel che riguarda il vecchio Meazza, le trasformazioni sono state indicate dall'assessore allo Sport, Alan Rizzi: stadio a cinque stelle che recupererà spazi all'ex Palasport e chiede di ospitare nel 2015, anno dell'Expò, la finale di Champions League, anticipatrice degli Europei.

 

Degli altri cinque impianti sopravvissuti nei progetti da consegnare ad Abete, tre hanno bisogno di forti ristrutturazioni e cambiamenti esterni (parcheggi, viabilità, vie di fuga, fan zone). Il San Nicola di Bari, costruito per i dissipanti mondiali del '90 da Renzo Piano, ha sufficiente spazio attorno per soddisfare i rigidi criteri Uefa. Una forte ristrutturazione è immaginata da tempo anche per il Friuli di Udine, dopo che l'Udinese aveva accarezzato la possibilità di un vero e proprio nuovo stadio sullo stesso sedime. Ora si parla di un investimento sull'esistente da 30 milioni: solo la nuova copertura ne costa 21 e venti palchi sono da allestire all'interno. Il Comune chiede un aiuto alla Regione, i finanziamenti potrebbero zavorrare l'intero percorso.

 

Per il Bentegodi di Verona ci sono due progetti al vaglio dell'assessore Federico Sboarina, figlio del sindaco dello scudetto anni Ottanta: la prima prevede il rifacimento degli spogliatoi, la sistemazione di 40 sky box in tribuna e della zona stampa, la riorganizzazione di tutta l'area esterna. Nella seconda ipotesi, più costosa e gradita alla Figc, s'immagina una riduzione della capienza del Bentegodi: da 39 mila spettatori a 33 mila. Quindi, l'avanzamento degli spalti fino a metà della pista di atletica (inutilizzata da tempo) con l'eliminazione del parterre e la riduzione della distanza degli spettatori dal terreno di gioco. Questo movimento dello stadio verso il campo dovrà essere seguito, a cielo, dalla copertura. Impossibile per ora avanzare ipotesi di spesa.

 

Due sono gli stadi da abbattere e ricostruire più piccoli e compatti. A Cagliari Massimo Cellino caldeggia - a lungo lo ha fatto contro la volontà del Comune e il guardiano del vecchio impianto, Gigi Riva - l'abbattimento e il rifacimento in sede del Sant'Elia. Il progetto Villarhermosa prevede 25 mila posti, la Uefa ne chiede almeno 30 mila. Il presidente del Cagliari è convinto di farcela con una spesa di 25 milioni, a giorni la risposta del sindaco Emilio Floris.

 

Sarà raso al suolo anche il cadente San Paolo di Napoli. Ne ha già parlato il presidente Aurelio De Laurentiis: nessun nuovo impianto a Ponticelli o Scampia, si rifà e trasforma il mausoleo da 77 mila posti. Investirà il club per tirare su uno stadietto da 45 mila posti. Entrambe le amministrazioni - Cagliari e Napoli - potrebbe adottare questo metodo: spendono i privati e alla fine lo stadio è loro. Grandi saldi in vista.

 

Ci sono, poi, i cinque stadi nuovi. In costruzione o da costruire in aree nuove. L'unica certezza è il futuro Delle Alpi di Torino, lavori in corso da aprile. Sono stati già venduti, a prezzi cari, i posti migliori. Il fine cantiere è stato ancora retrodatato: da luglio a maggio 2011. Insieme ai vecchi Olimpico e San Siro, il futuro stadio della Juventus è la terza certezza dell'intera operazione "Euro 2016".

 

Procede con decisione Maurizio Zamparini: addio al fatiscente Barbera di Palermo, il nuovo impianto nascerà sulle ceneri del velodromo Borsellino. Occorrono 130 milioni. Il presidente del Palermo confida in una grossa operazione commerciale di contorno, che le giunte regionali e comunali non vogliono ostacolare.

 

Appare più complicato il progetto Menarini per il Bologna. Il presidente felsineo è un costruttore che ha preso la squadra in funzione dello sfruttamento del futuro stadio e ha individuato nella zona di Bentivoglio la possibilità di tirar su un impianto da 30 mila posti con un ampio corredo di ipermercati. Il problema è che su quell'area da dieci anni insistono gli interessi di un altro potere forte locale, il costruttore Marchesini. L'eventuale "scontro tra gru" rischia di rallentare il disegno del Bologna calcio, che da tempo ha scelto di affossare qualsiasi recupero di un Dall'Ara senza spazi.

 

I due casi critici, di difficile soluzione, restano Genova e Firenze. Nel primo caso l'addio necessario al vecchio Ferraris, lo stadio con la migliore visibilità d'Italia ma irrecuperabile ai parametri Uefa, si è trasformato in un nobile scontro di cuore che andrà a cozzare con la necessità di scelte veloci. Da due anni il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, offre aree nuove e rendering progettuali per ottenere l'approvazione al suo stadio di proprietà. L'idea del petroliere fin qui non ha sfondato perché le scelte dei terreni a Sestri Ponente sono andate a scontrarsi con lo sviluppo industriale dell'ente aeroportuale. Il sindaco Marta Vincenzi, fede blucerchiata, ha controproposto un progetto nell'area del'ex Colisa di Campi, Ponente deindustrializzato, per tutti e due i club. I primi finanziatori dell'idea Samp si sono tirati indietro. Dall'altra parte la freddezza del presidente del Genoa, Enrico Preziosi, si è trasformata in un diktat da parte dei tifosi rossoblù, che sabato hanno marciato in un corteo pre-gara al grido di "lo stadio Ferraris non si tocca".

 

Il vecchio Marassi, così com'è, non otterrà alcun placet dall'Uefa: male in arnese, soffocato da palazzi, carceri e stretto dalla copertura ricavata sopra il Torrente Bisagno, il Ferraris viene aperto regolarmente "in proroga". Tutto questo durerà ancora poco. Tra la mezza dozzina di proposte urbanistiche alternative, la più suggestiva per i genoani è questa: abbattere le carceri confinanti e trovare nuovi ettari utili per salvare lo stadio dell'architetto Gregotti. Un'operazione del genere non è compatibile con i tempi stretti della candidatura europea: quattro mesi, appunto. Il sindaco si è detto disponibile a portare avanti due piani parallelamente: stadio privato a Campi per la Samp, ristrutturazione compatibile per il Ferraris gradito al Genoa. La città, ritrovati i vertici della serie A, rischia comunque di perdere la corsa che porta al 2016.

 

Infine Firenze e la Fiorentina, l'addio all'Artemio Franchi per approdare a una nuova cittadella ludico-sportiva nell'area Fondiaria (proprietario Ligresti), zona di Castello. Dopo l'intervento della magistratura e l'avviso di garanzia ricevuto dall'ex sindaco Leonardo Dominici, il neo Matteo Renzi ha rilanciato la stessa area: "Sì al progetto Della Valle e alle case di Ligresti. Togliamo i palazzi pubblici e aumentiamo la quota di verde. Entro fine anno l'area di Castello sarà dissequestrata, l'inchiesta penale è chiusa". I tempi ancora una volta sono decisivi: il progetto "Italia 2016" sta correndo e l'Uefa attende progetti "reali e finanziati", spiega Michele Uva. Firenze non può aspettare oltre se non vuole essere esclusa dagli Europei.

 

Cinque stadi nuovi in aree nuove, due strutture inedite sopra le aree precedenti, cinque impianti da ristrutturare. Genova, Firenze, Bologna e anche Udine in difficoltà. Trieste pronta a inserirsi con uno progetto per il Nord-Est. Le operazioni troppo grandi, con troppo commercio attorno allo stadio, qui non pagano. E poi sta prendendo onda tra molti presidenti e alcuni sindaci la convinzione errata che a sostegno dell'operazione stadi ci siano finanziamenti pubblici, alla vecchia maniera. Niente di tutto questo: nella legge Butti-Lolli, licenziata al Senato, sono previsti solo abbattimenti di interessi, per ora garantiti da 20 milioni nella prossima Finanziaria (gli unici fin qui deliberati). Gli stadi saranno a carico dei privati. E il governo Berlusconi, ad oggi silente su Euro 2016, deve trovare il modo di esprimersi con forza sulla candidatura. Prima di febbraio. Non c'è tempo da perdere: o si vincono gli Europei di calcio, terzo evento sportivo al mondo, o si perdono anche le Olimpiadi del 2020.

 

(19 ottobre 2009)

 

 

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insomma, la solita schifezza FATTA MALE e troppo DI CORSA per uscirne fuori con qualcosa che sia minimamente decente. spero proprio che non ce li diani questi europei.

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Quoto e aggiungo che se il buon giorno si vede dal mattino basta vedere lo schifo che hanno fatto per i mondiali di nuoto... :angry:

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Ma sete strani voi che ce credete anche minimamente che ce li danno... O loro stanno fori a promuove la candidatura co sti impianti de merda che c'avemo... che se vai in Gabon ne trovi di molti meglio...

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in allegato inserisco il file del dossier italiano preso direttamente dal sito della FIGC

 

alla fine, come stadi, non sembra poi così malaccio come credevo.

 

certi stadi, come quelli di Udine e Napoli, ristrutturati secondo questo dossier, sarebbero veramente ideali.

MB_2016_ita.pdf

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niente marassi? :(

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no, niente Bologna né Genova.

 

A Bologna non si sono messi d'accordo.

 

Marassi invece va avanti con proroghe in Europa. non è "regolamentare".

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come volevasi dimostrare... l'immobilismo non porta da nessuna parte.

ci stupivamo della Polonia e dell'Ucraina. ora c'è anche la Turchia prima di noi.

 

 

 

LA REPUBBLICA

Calcio

Europei 2016, bocciata l'Italia

L'Uefa ha esaminato il dossier della federazione sulla candidatura ai campionati Europei: "I requisiti presentati sono generici, la proposta non soddisfa in pieno i requisiti". Abete fiducioso: "La partita resta aperta"di FULVIO BIANCHI

 

ROMA - Il 28 maggio, a Ginevra, l'Uefa assegnerà gli Europei del 2016: la Francia è sempre più favorita e potrebbe contare anche sui voti della Turchia. L'Italia, che sconta il disinteresse del governo (ma Giancarlo Abete non ha il coraggio di dirlo), è stata bocciata oggi nel rapporto di valutazione che l'Uefa ha pubblicato sul suo sito (solo nella versione inglese). Molte considerazioni dei dirigenti europei sembrano comunque pretestuose nei confronti del dossier della Figc. "In generale - è scritto nel report dell'Uefa - il settore della candidatura italiana relativo agli stadi è professionale e di standard ragionevole, sebbene in alcune aree i requisiti non vengano soddisfatti in pieno". L'Uefa evidenzia che "importanti investimenti a livello cittadino e specialmente a livello di stadi sarebbero necessari per ospitare" il torneo, il primo a 24 squadre.

 

Ma la legge sugli impianti, come si sa, è ferma da un anno. "La candidatura italiana comprende 12 stadi, di cui un esistente (Roma, proposto per la finale). Otto avrebbero bisogno di sostanziali interventi, tre sarebbero nuove costruzioni. In totale, verrebbero investiti 740 milioni di euro con fondi pubblici o privati. A questo punto -si legge- le autorità hanno garantito l'86% (640 milioni) dell'investimento totale". Il resto del budget verrà assicurato da investimenti privati. Nel documento si afferma che "il budget per uno dei nuovi stadi è irrealisticamente basso, tuttavia dovrebbe essere integrato dai governi locali e regionali. I budget per altri due nuovi stadi sono alti", soprattutto per gli interventi da effettuare sulle infrastrutture dei siti.

 

La Uefa si sofferma inoltre sui tempi di realizzazione. "Degli 11 stadi che richiederebbero che richiederebbero interventi, un progetto attualmente è in corso (lo stadio della Juventus, ndr), gli altri 10 devono ancora cominciare. Secondo i documenti ricevuti, si prevede che i progetti di tutti gli stadi vengano completati entro luglio 2014. Durante gli 8 interventi, i club continuerebbero a giocare le gare casalinghe (e in alcuni casi europee) negli stadi. Questo potrebbe complicare e allungare i lavori, creando difficoltà di programmazione con possibili conseguenze sulla data di consegna". Inoltre ci sono difficoltà di trasporti (soprattutto con alcuni areoporti) e prezzi dei biglietti troppo cari. "Le motivazioni chiave sono state espresse in maniera molto generica", scrive l'Uefa che forte di questo report il 28 rischia di bocciarci definitivamente. Secondo alcune proiezioni, se l'Italia dovesse andare al ballottaggio con la Francia perderebbe 8 a 5. C'è da dire comunque che anche nei dossier dei francesi e dei turchi ci sono evidenti carenze. Ma la scelta, come si sa, è anche e soprattutto politica.

 

Nonostante tutto, il presidente federale Abete si mostra ottimista circa le possibilità dell'Italia: "La partita è ancora aperta, ma prima di esprimere un parere vorrei leggere con grande attenzione le valutazioni fatte dall'Uefa sui dossier delle tre candidate a Euro 2016. Di certo c'è la conferma che il nostro dossier è di qualità. Bisogna ora vedere in modo attento anche i giudizi sugli altri competitori".

 

"Ritengo comunque un errore - ha aggiunto Abete - far competere Paesi troppo diversi tra loro: una cosa è una valutazione tecnica, un'altra la decisione politica come quella di aprire ad est per il 2012. Comparare candidature non è facile, ma ricordo ad esempio che l'Italia ha 9 stadi già esistenti e 3 nuovi, mentre la Turchia ne ha 2 esistenti e 7 nuovi, Francia 8 esistenti e 4 nuovi. Detto questo, non mi stupirei di una vittoria della Turchia".

Sulle negatività segnalate dall'Uefa sull'eredità degli impianti dopo gli Europei e sull'impatto abientale, il presidente della Figc ha spiegato: "L'unica cosa certa è che la nostra 'legacy' è più forte degli altri paesi. Nelle 12 città indicate dall'Italia si sono infatti svolte 600 partite di competizioni internazionali, contro le 380 della Francia e quelle ancora meno della Turchia. L'eredità degli stadi non mi sembra un problema. Influenza politica di Platini? E' naturale che ognuno di noi è portato a fare graduatorie della dirigenza sportiva: la Francia ha il presidente dell'Uefa, la Turchia ha il vicepresidente, ma non si votano le persone, ma i contenuti delle candidature e dei paesi".

 

Abete si è anche soffermato sulla richiesta della Juve di revocare lo scudetto 2006 all'Inter: "Al momento non c'è nessun organo della giustizia sportiva a lavoro sulla richiesta della Juventus di revocare lo scudetto 2006 assegnato all'Inter. L'iter della Procura deve essere effettuato, è inutile lavorare su brogliacci o porsi problemi sulle singole intercettazioni. Bisogna attendere che termini questo percorso della giustizia ordinaria, ovvero che escano i risultati della perizia dal Tribunale di Napoli. Capisco che ci sia un dibattito da parte della stampa, è meno comprensibile che ci sia intorno alla Figc un'aspettativa prima che finisca il lavoro degli organi competenti ad accertare la verità"

(14 maggio 2010)

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...ma che c'aspettamo...

 

molto e' condizionato dal fatto che ancora calciopoli ha i suoi strascichi e che 4ANNI FA , nn si sia riusciti e nn si sia voluto far chiarezza in profondita'...pagando solo la Juve...il milan ci ha vinto addirittura la champions league senza penalizzazione....e li sordi dell'uefa se l'e' beccati milano sportiva....

 

poi ( in Italia ) ce faranno crede che e' colpa degli ultras mischiando tutto tifosi etc etc, la solita marmellata de merda

 

dovevano presentare dei disegni di legge in palramento per poter agevolare la costruzione di stadi nuovi e privati stamo ancora a carissimo amico...

 

non sei credibile dal punto di vista legale, sei sempre un italiano intrallazzone, e gli stadi, seppur migliorati etc, apparte 3 o 4 gli altri e' un gran macellu

 

 

PS:st'inverno s'e' verificato l'unico caso in Europa dove per quelle nevicate che fece furono rinviate le partite non xche nn fosse praticabile il campo ( che invece lo era ) ma perche gli spalti erano impraticabili :lol::lol::lol:

 

MA DO CAZZO ANNAMO.

 

<_<

Modificato da ANDREA82

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In quel campionato europeo anche noi ci mettemmo tanto del nostro. Due pareggi ed una misera vittoria per 2-1 contro la Bulgaria.

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