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Salvatore Garritano

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ritiro su il topic solo per mettere in evidenza questo articolo uscito sull'espresso online

 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pr...acciano/2137916

 

'Prima ti dopano, poi ti cacciano'

 

Malato di leucemia, l'ex bomber Salvatore Garritano accusa: "Da quando ho rivelato ai pm quello che ci davano negli spogliatoi, il mondo del pallone mi ha cancellato. Tutti spariti, è incredibile"

 

Salvatore GarritanoDa ragazzo, quando sei poco consapevole di quello che stai facendo, ti pompano con ogni tipo di sostanza. Da adulto, quando ti sei malato e hai bisogno di aiuto, per loro sei già morto. Escluso, mobbizzato, cancellato. Nessuno ti telefona, e se li chiami si negano. E' la durissima denuncia di Salvatore Garritano, 55 anni a giorni, che i tifosi di calcio non più ragazzini ricorderanno benissimo: giovane promessa nei primi Anni Settanta (con qualche passaggio nella Nazionale under 21), fu la terza punta dell'ultimo Torino vincente, quello della coppia Graziani-Pulici, per poi attraversare la serie A con altre squadre, dalla Sampdoria al Bologna, fino agli ultimi calci con la Ternana.

 

Da tre anni Garritano ha scoperto di essere malato: leucemia. Come tantissimi altri giocatori in campo in quegli anni, alcuni dei quali deceduti, come Bruno Beatrice e Fabrizio Gorin. Garritano sta lottando, pervicacemente, e conta di farcela («Negli ultimi tempi grazie a Dio sto meglio, ma la malattia va sempre monitorata e solo tra un anno e mezzo saprò se posso guarire definitivamente»). Ma nel frattempo ha scoperto un altro male: quello dell'omertà del mondo del calcio, in cui ha lavorato tutta la vita e da cui è stato espulso appena ha iniziato a parlare della sua malattia e del fondato timore che possa essere stata causata dalla «molte punture che ci facevano negli spogliatoi». Racconta l'ex bomber: «Da un giorno all'altro mi si sono chiuse tutte le porte. Specie da quando, un anno e mezzo fa, ho iniziato a raccontare come andavano le cose nel calcio al pm di Torino Raffaele Guariniello, che sta conducendo un'inchiesta sul doping».

 

Un'inchiesta ancora in corso e di cui non si conoscono i possibili esiti: «Sono in attesa di novità, per ora mi hanno solo detto che come me ci sono tantissimi altri ex giocatori». Dei quali si sa poco o nulla: «In Italia si conosce solo la vicenda di Borgonovo, perché Stefano è in condizioni molto gravi. Un dramma enorme che vive anche sui giornali e nel calcio. Chi è come me, invece, per molti non esiste. E mi riferisco soprattutto al calcio».

 

Quel mondo, che fino a poco tempo gli apparteneva - «lavoravo come osservatore sportivo a grandi livelli anche insieme al mediatore di mercato spagnolo Ernesto Bronzetti» - lo ha cancellato nel modo più umiliante: nessuno lo chiama, e tutti si dissolvono quando li cerca lui. Il no più bruciante, per uno che ha contribuito allo scudetto granata del '76, è quello di Urbano Cairo: «Il presidente mi ha preso in giro. Inizialmente, quando ha scoperto della mia malattia, si è mostrato solidale, poi però mi ha scaricato. Ma non è il solo ad avermi abbandonato. Provo quotidianamente a contattare dirigenti di club con i quali ho giocato. Proprio qualche giorno fa ho parlato con il dg della Sampdoria Sergio Gasparin. Ho provato anche con il Milan, ma mi hanno risposto che prendono nel loro club solo ex glorie rossonere. Non riesco a trovare lavoro neanche alla Ternana, dove i tifosi mi adorano. Vivo solo con 1.400 euro di pensione e nessuno mi dà la possibilità di lavorare quando potrebbe essere la medicina più utile».

 

Anche la Figc gli ha chiuso le porte in faccia: «Ho potuto contare solo sul contributo dell'Associazione italiana calciatori, mentre la Federazione mi ha totalmente ignorato, nonostante abbia vestito la maglia azzurra nelle Nazionali giovanili. Tengono un sacco di gente che non ha nessuna esperienza di campo, io invece sono escluso perché considerato "pericoloso" dopo quello che ho detto sul doping. Eppure conosco bene il calcio e credo che la mia esperienza da talent scout potrebbe essere utile. Ma nessuno vuole neppure parlare con un ex che ha detto la verità sul doping».

 

In tutto questo, però, Garritano tiene a citare qualche eccezione: «Ciccio Graziani, Gigi Del Neri, Cesare Prandelli e la famiglia Gattuso. Ecco, loro cercano di aiutarmi e io voglio ringraziarli pubblicamente».

 

forza bomber!!

1858019[/snapback]

Torino ti vuole bene e, personalmente, credo alla tua storia perchè abituato alle banfate di Cairo.

Quello che ha fatto con te lo sta facendo anche con i nostri sogni e la nostra passione ma credimi prima o poi il conto lo salderà con le buone o con le cattive.

 

Forza bomber e tanti auguri

Modificato da granata100

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forza Salvatore nella tua battaglia e una riflessione: ma sicuro che il calcio de allora fosse meglio de quello "moderno"?

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???????????????

1876390[/snapback]

 

Ao, c'avete ragione, ho lincato una pagina che non se vedeva... :D:D:D

 

Volevo mettere questo articolo uscito su Il Messaggero di lunedì 27 dicembre dal titolo "Garritano, il bomber che ha fatto gol al cancro" di A. De Angelis

 

TERNI Fuori dal tunnel. Salvatore Garritano, ex-bomber rossoverde, sta per segnare il suo gol più bello. Il centravanti calabrese che alla corte di Riccomini negli Anni’70 trascinò coi suoi gol le Fere in serie A, ha fatto gol anche alla leucemia. «Gli ematologi che mi seguono sono ottimisti. Ma ancor di più la mia sensibilità, mi dà la riposta che ho sempre sperato. Che ormai ne sono fuori».

L’entusiamo di Garritano tracima oltre la cornetta del telefono. Scavalca ed archivia una brutta odissea iniziata in una afosa giornata di agosto di quattro anni fa. «Mi sentivo molto stanco, a casa mia, seduto sul divano ed improvvisamente non riuscivo a fare più niente. Pensavo dipendesse dal caldo troppo afoso, o dal fatto che per il mio lavoro avevo viaggiato troppo e mi ero stressato oltre le mie potenzialità. Così non mi decidevo ad andare all’Ospedale a farmi visitare. Devo ringraziare Elisa, la mia compagna, che mi ha costretto ad andare al Pronto Soccorso perchè si è accorta che all’improvviso mi erano comparse delle macchie sulla faccia. Ripensandoci, la sua insistenza mi ha salvato la vita. Fosse passata un’altra settimana non sarei qui a parlarne».

All’Ospedale diagnosticano una bronco-polmonite. Passata quella, però i problemi non scompaiono. «Ho continuato a star male ed ho cominciato a dimagrire, fino a pesare solo 60 kg. Quando mi hanno detto che avevo la leucemia ho pensato di non farcela. Solo la parola ti terrorizza, ti mette al tappeto. Il fatto che papà era morto anche lui a 40 anni della stessa malattia mi ha fatto sprofondare nel pessimismo. Ma poi ho cominciato a giocare la mia partita più importante». Una partita di chemioterapie a Cosenza ed esami ematici tre volte a settimana in un centro specializzato a Siena. «In questa fase ho avuto qualche problema economico. Pagare il mutuo, gli alimenti dopo la separazione da mia moglie e le terapie mi ha costretto a chiedere una mano. Ho trovato un grande aiuto da parte di Ciccio Graziani ma anche tante porte chiuse che mi hanno fatto male, come quella del presidente granata Cairo. Mi ha fatto lavorare sei mesi. Poi più niente».

Calcio, doping e malattie è un triangolo finito sotto la lente della giustizia. Anche Garritano è stato chiamato a testimoniare. «Mi ha chiamato il collaboratore di Guariniello. Io e Petrini siamo stati i primi a dire la verità. I medici ci davano Micoren e Neoton, noi eravamo ingenui e giovani. Ma per me il calcio non c’entra con queste patologie». Ora dietro l’angolo c’è un anno nuovo per tornare protagonista. Un “triplete” per sorridere alla vita. «Al 2011 chiedo tre cose: l’uscita definitiva dal tunnel della malattia e riprendere a lavorare nel calcio. Ho avuto un approccio con la Sampdoria che mi ha detto che a Primavera c’è una chance per me. Ma voglio pure sposare la ragazza polacca, Elisa, che mi ha salvato la vita.

Lo merita, perchè mi è stata sempre vicina e vuole bene ai miei figli: Francesco, 33 anni e Valentina, di 28, che ho avuto dalla mia prima moglie, e Miriana, di 18 e Paolo, di 12, dalla seconda». Quando parla di Paolo, a Garritano si incrina la voce. «Gioca a calcio nelle giovanili della Ternana, ha iniziato nel Campitello».

Se per Garritano jr. il rossoverde è un trampolino di lancio, cosa è stato per il papà? «Alla Ternana sono venuto bambino, mi hanno comprato per 10 milioni e mi hanno venduto al Torino per 750. La gente mi vuole bene, e tornare a lavorare a Terni, dove vivo e che considero la mia città, mi farebbe felice. Ha chiamato Deodati che però mi ha risposto di rivolgermi a Gianni. Ma io parlo solo con il presidente» dice Garritano con uno scatto di orgoglio. Lavorare per le Fere per lui sarebbe la migliore terapia. Ed un professionista che ha portato Bobo Vieri dalla Juve all’Atletico Madrid, e Diego Simeone dalla Spagna alla Lazio, e che appartiene al patrimonio storico della Ternana, lo meriterebbe.

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Grande Salvatore Garritano , esempio di forza e speranza...per quanto riguarda il desiderio di venire a lavorare in Ternana , penso che dovrebbe cercare una società seria che lo faccia lavorare in tranquillità e la Ternana de sti tempi non è cosa.....

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