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Ma 'ndo vai ma 'ndo corri

I brand e il consumismo folle

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Riflessione: dagli articoli che si leggono ormai quotidianamente su giornali, riviste e quant'altro emerge in maniera imbarazzante il dato del costo di fabbricazione di borse, scarpe, vestiti e quant'altro da parte dei cosiddetti contoterzisti dei grandissimi marchi di moda italiani ed esteri.

 

Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

 

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

 

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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Già ha detto tutto in proposito Naomi Klein col suo No Logo nel 2000 ossia 10 anni fa. Eppure l'hanno voluta far apparire come un'attivista che andava contro la globalizzazione.

Lei denunciava semplicemente il fatto che i brand curano in "occidente" il marchio e poi producono a bassissimo costo in paesi sottosviluppati dove controlli delle emissioni, sindacati ecc sono utopia.

Alla fine quindi il prezzo non lo abbassano ma la forbice fra costi e ricavi si allarga a discapito di poracci che lavorano sottopagati e di "occidentali" che perdono il lavoro visto che qui chiude tutta la produzione.

 

Il titolo No logo non va letto letteralmente come uno slogan - come No more logos! (Non più logo!) - o come un logo post-logo (esiste già una linea di abbigliamento No logo, o almeno così mi dicono). Al contrario, è il tentativo di esprimere una posizione contraria alla politica delle multinazionali, che a mio parere si sta manifestando tra molti giovani attivisti. Il cardine di questo libro è una semplice tesi: quante più persone verranno a conoscenza dei segreti della rete globale dei marchi e dei logo, tanto più la loro indignazione alimenterà il grande movimento politico che si sta formando, cioè una vasta ondata di contestazione che prenderà di mira proprio le società transnazionali, in particolare quelle con i marchi più conosciuti.

 

 

 

No Logo . Naomi Klein

Modificato da fogueres

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

 

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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ti quoto al 100%

 

grazie a dio anche io mi sono svegliato.

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Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

 

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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ti quoto al 100%

 

grazie a dio anche io mi sono svegliato.

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Concordo

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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negli ultimi tempi ce una cosa che mi fa veramente schifo , forse centra poco con l'argomento pero lo dico, quanto me fanno incazza i genitori che per i loro figli piccoli anche di pochi mesi capi di abbigliamento a costi paurosi, come per esempio piumini da 200 euro o scarpe super firmate a costi assurdi, vestiti che porteranno solo poche settimane.

e vero che ognuno con i propri soldi ce fa' quello che cazzo gli pare ma mi fanno veramente schifo che ci posso fare, mia figlia mi piace anche con piumini di altre marche che costano molto poco, e soprattutto lei non capisce la differenza.

pora gente.

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un amico mio c'aveva un azienda tessile in puglia , faceva la roba x Valentino o Armani non me ricordo .

Ce mettevano l'etichetta loro così al pubblico costava 80€ ma a lui gliela pagavano 1 € .

qualche anno fa già non je la faceva più e ha dovuto mannà a casa 20 persone e ha traferito la fabbrica in Albania ,ha resistito un po' poi ugualmente ha dovuto chiude .

Mo fa lu contadino e il sarto lo fa a tempo perso.

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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negli ultimi tempi ce una cosa che mi fa veramente schifo , forse centra poco con l'argomento pero lo dico, quanto me fanno incazza i genitori che per i loro figli piccoli anche di pochi mesi capi di abbigliamento a costi paurosi, come per esempio piumini da 200 euro o scarpe super firmate a costi assurdi, vestiti che porteranno solo poche settimane.

e vero che ognuno con i propri soldi ce fa' quello che cazzo gli pare ma mi fanno veramente schifo che ci posso fare, mia figlia mi piace anche con piumini di altre marche che costano molto poco, e soprattutto lei non capisce la differenza.

pora gente.

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Visto sabato sera:

 

fijetto in passeggino (massimo 1 anno) con addosso:

scarpe hogan

pantaloni burberry's

piumino monclaire

cappuccio fendi

 

Momenti non gli vomito addosso!

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c'è il commercio equosolidale per chi vuole usufruirne

 

però non è "firmato" ...che peccato...

1744596[/snapback]

Che mi sa una boiata

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c'è il commercio equosolidale per chi vuole usufruirne

 

però non è "firmato" ...che peccato...

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Che mi sa una boiata

1744622[/snapback]

 

dipende sempre dalla serietà di chi lo fa

il circuito Fairtrade è affidabile ..altri non so

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però non è "firmato" ...che peccato...

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Che mi sa una boiata

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dipende sempre dalla serietà di chi lo fa

il circuito Fairtrade è affidabile ..altri non so

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Mi sa una boiata non perchè chi lo fa è o non è serio. Perchè attinge da mercati del terzomondo. Prima di comprare un prodotto fatto in Uganda, preferirei prenderne uno fatto in basilicata o in provincia di Nuoro o in Cilento, a scapito di quelli "made in Italy" ma prodotti in Cina.

 

Per questo una ottima cosa la sta facendo il governo con la legge sul made in Italy (non a caso la legge è ostacolata dalle medie e grandi aziende italiane che se non fanno almeno il 60% della produzione in italia non potranno mettere made in italy)

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Oggi non siamo più cittadini ma bensì consumatori.

Il vero voto non è quello "canonico" ma bensì la scelta che viene fatta quando si compra: la moneta è l'unico linguaggio percepito.

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c'è il commercio equosolidale per chi vuole usufruirne

 

però non è "firmato" ...che peccato...

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Che mi sa una boiata

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dipende sempre dalla serietà di chi lo fa

il circuito Fairtrade è affidabile ..altri non so

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Mi sa una boiata non perchè chi lo fa è o non è serio. Perchè attinge da mercati del terzomondo. Prima di comprare un prodotto fatto in Uganda, preferirei prenderne uno fatto in basilicata o in provincia di Nuoro o in Cilento, a scapito di quelli "made in Italy" ma prodotti in Cina.

 

Per questo una ottima cosa la sta facendo il governo con la legge sul made in Italy (non a caso la legge è ostacolata dalle medie e grandi aziende italiane che se non fanno almeno il 60% della produzione in italia non potranno mettere made in italy)

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questa legge appena approvata non è di origine governativa bensì parlamentare (anzi è stata votata all'unanimità da maggioranza e opposizione) ;)

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

 

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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:quoto::quoto:

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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negli ultimi tempi ce una cosa che mi fa veramente schifo , forse centra poco con l'argomento pero lo dico, quanto me fanno incazza i genitori che per i loro figli piccoli anche di pochi mesi capi di abbigliamento a costi paurosi, come per esempio piumini da 200 euro o scarpe super firmate a costi assurdi, vestiti che porteranno solo poche settimane.

e vero che ognuno con i propri soldi ce fa' quello che cazzo gli pare ma mi fanno veramente schifo che ci posso fare, mia figlia mi piace anche con piumini di altre marche che costano molto poco, e soprattutto lei non capisce la differenza.

pora gente.

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I figli meritano un ulteriore discorso: ma che cavolo compri a fare dei vestiti carissimi quando

 

a) normalmente cascano tre quattro volte al giorno, bucando spesso e volentieri o rovinando i capi appena comprati in modo definitivo

b) quando mangiano (specialmente il gelato al cioccolato) tendono a sporcare tutto quello che hanno nel raggio di 1,5 metri.

c) lasciamo perdere quando si danno alla pittura

 

Ossia: i figli dovrebbero crescere con meno patemi d'animo, liberi di sguazzare tranquillamente nelle pozzanghere, senza preoccuparsi delle loro scarpe super marchiate.

 

Aspetto con ansia la legge sul made in italy. Spero proprio che la facciano.

 

Personalmente le scarpe le compro in fabbrica nelle marche, senza logo, di ottima qualita', a prezzi accettabili, previa verifica dell'esistenza fisica della fabbrica in italia.

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Qualche anno fà l'ex ragazzo di mia sorella giocava con una squadra dell'eccellenza marchigiana, e presidente di sta squadra era il figlio del titolare di una famosa ditta di abbigliamento. Un estate li invitò al mare in un albergo enorme della costa sarda. Ebbene, la madre di questo comprava dai marocchini sulla spiaggia decine e decine di parei, che poi mandava nelle marche dove ci incollavano il loro logo.

A quanto comprava e quanto poi vendeva lo potete immaginare.....

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c'è il commercio equosolidale per chi vuole usufruirne

 

però non è "firmato" ...che peccato...

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Che mi sa una boiata

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dipende sempre dalla serietà di chi lo fa

il circuito Fairtrade è affidabile ..altri non so

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Mi sa una boiata non perchè chi lo fa è o non è serio. Perchè attinge da mercati del terzomondo. Prima di comprare un prodotto fatto in Uganda, preferirei prenderne uno fatto in basilicata o in provincia di Nuoro o in Cilento, a scapito di quelli "made in Italy" ma prodotti in Cina.

 

Per questo una ottima cosa la sta facendo il governo con la legge sul made in Italy (non a caso la legge è ostacolata dalle medie e grandi aziende italiane che se non fanno almeno il 60% della produzione in italia non potranno mettere made in italy)

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questa legge appena approvata non è di origine governativa bensì parlamentare (anzi è stata votata all'unanimità da maggioranza e opposizione) ;)

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Hai ragione, mi scuso per l'errore.

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Basta leggere le prime cento pagine di Gomorra, dove Saviano spiega come funzionano i rapporti "grandi firme" - "manifatture artigianali a conduzione familiare della Campania". In pratica si capisce che la roba che troviamo sulle bancarelle è praticamente uguale a quella che si compra in boutique.

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

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negli ultimi tempi ce una cosa che mi fa veramente schifo , forse centra poco con l'argomento pero lo dico, quanto me fanno incazza i genitori che per i loro figli piccoli anche di pochi mesi capi di abbigliamento a costi paurosi, come per esempio piumini da 200 euro o scarpe super firmate a costi assurdi, vestiti che porteranno solo poche settimane.

e vero che ognuno con i propri soldi ce fa' quello che cazzo gli pare ma mi fanno veramente schifo che ci posso fare, mia figlia mi piace anche con piumini di altre marche che costano molto poco, e soprattutto lei non capisce la differenza.

pora gente.

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Visto sabato sera:

 

fijetto in passeggino (massimo 1 anno) con addosso:

scarpe hogan

pantaloni burberry's

piumino monclaire

cappuccio fendi

 

Momenti non gli vomito addosso!

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come cazzo se fa...cmq per quanto mi riguarda, i miei genitori nn m hanno mai fatto mancare nulla nn andavo vestito dai capelli ai piedi griffato e solo quando ho cominciato a lavorare mi sono tolto qualche sfizio superfluo e per giunta niente di trascendentale visto che ciò che guadagno mi sà meglio spenderlo x viaggiare che per delle scarpe / jeans / maglione da 200 300 500 euro

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c'è il commercio equosolidale per chi vuole usufruirne

 

però non è "firmato" ...che peccato...

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Che mi sa una boiata

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dipende sempre dalla serietà di chi lo fa

il circuito Fairtrade è affidabile ..altri non so

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Mi sa una boiata non perchè chi lo fa è o non è serio. Perchè attinge da mercati del terzomondo. Prima di comprare un prodotto fatto in Uganda, preferirei prenderne uno fatto in basilicata o in provincia di Nuoro o in Cilento, a scapito di quelli "made in Italy" ma prodotti in Cina.

 

Per questo una ottima cosa la sta facendo il governo con la legge sul made in Italy (non a caso la legge è ostacolata dalle medie e grandi aziende italiane che se non fanno almeno il 60% della produzione in italia non potranno mettere made in italy)

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Non capisco che vuoi dire, scrivere il paese in cui è stato prodotto qualcosa è obbligatorio già ora per legge...io lo guardo sempre.

La maggior parte della roba è fatta in Cina o comunque in paesi asiatici.

Per mascherare la cosa alcune aziende furbone mettono targhette con la bandiera italiana o scritte tipo "impronta italiana", "stile italiano" e via dicendo, mentre la targhettina con il made in...... sta ben nascosta all'interno del capo, spesso nelle maniche o sul colletto e scritta in piccolo.

Ovvio che pochi la vanno a guardare.

Ultimamente ho deciso per le ragioni da voi sopra esposte di non comprare più prodotti provenienti da questi paesi, soprattutto dalla Cina ma spesso mi devo arrendere perchè non riesco a trovare quello che mi serve :(

Alternativamente per protestare possiamo non comprare più nulla salvo quello che è strettamente necessario, ed invito tutti a farlo, tuttavia con la maggior parte delle donne è una battaglia persa in partenza...proprio non resistono senza fare shopping, e senza regalare soldi a queste multinazionali che stanno schiavizzando tutto il mondo piano piano...

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Oggi non siamo più cittadini ma bensì consumatori.

Il vero voto non è quello "canonico" ma bensì la scelta che viene fatta quando si compra: la moneta è l'unico linguaggio percepito.

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:ola::ola::ola::ola::ola::ola::ola::ola::ola:

 

che dire, hai detto tutto tu........

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me sa che la discussione sui "5€" miete vittime :lol:

 

a parte scherzi, la guerra al consumismo, folle o meno che sia, credo sia una guerra praticamente impossibile.

 

è una battaglia contro la tendenza umana all'omologazione, che è sfruttata dal venditore e innata nel consumatore, ed è difficile tenersi lontano se non ci si vuol "emarginare".

il mondo percepito è un mondo in cui l'essere è sempre piú nascosto dietro l'avere, e apparire è ovviamente molto importante quando si dimostra di avere.

il motore che muove il "mondo" si basa sul capitale prima che sul sociale, e se il capitale viene prima della società un'impresa diventa virtuosa se ogni anno accumula capitale e riduce i costi, non se crea posti di lavoro e magari rispetta il piú possibile l'ambiente.

quella al consumismo è anche una battaglia architettonica: i nuovi quartieri e i nuovi complessi residenziali prevedono sempre meno spazio fra palazzo e palazzo (che sono sempre piú alti e capienti), e quando va bene quello spazio è riempito da un parcheggio. un ragazzino praticamente è condannato a passare l'infanzia davanti alla televisione o al computer.

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Con dati sconcertanti: ossia un vestito venduto normalmente a 1000-2000 euro ha un costo di produzione pari neanche a 35... se non di meno.

 

Nonostante cio', i grandi brand, per risparmiare ulteriormente, stanno spostando tutte le loro produzioni verso cina, vietnam e altri paesi, facendo chiudere storiche fabbriche italiane, in nome di un maggiore risparmio nella fornitura, e mettendo senza problemi per strada migliaia di famiglie di bravi lavoratori. Non solo: a fronte di produzioni fatte in qualita' e sicurezza in italia, prediligono produzioni che sfruttano lavoro minorile, senza sicurezza, ecc. ecc.

Secondo me siamo matti noi (anzi : voi, visto che io mi rifiuto) che continuiamo a comprare oggetti, vestiti , pensando solo alla marca e non al reale valore dello stesso.

 

E' una cosa immorale. Per assurdo, mi stanno piu' simpatici i vu cumpra' che ti vendono il tarocco a un decimo del prezzo di mercato, ma che vendono una cosa che ha un costo di produzione adeguato.

1744591[/snapback]

 

negli ultimi tempi ce una cosa che mi fa veramente schifo , forse centra poco con l'argomento pero lo dico, quanto me fanno incazza i genitori che per i loro figli piccoli anche di pochi mesi capi di abbigliamento a costi paurosi, come per esempio piumini da 200 euro o scarpe super firmate a costi assurdi, vestiti che porteranno solo poche settimane.

e vero che ognuno con i propri soldi ce fa' quello che cazzo gli pare ma mi fanno veramente schifo che ci posso fare, mia figlia mi piace anche con piumini di altre marche che costano molto poco, e soprattutto lei non capisce la differenza.

pora gente.

1744610[/snapback]

Visto sabato sera:

 

fijetto in passeggino (massimo 1 anno) con addosso:

scarpe hogan

pantaloni burberry's

piumino monclaire

cappuccio fendi

 

Momenti non gli vomito addosso!

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Facevi bene a vomità, ma addosso a li genitori.

Poveri figli!

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