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torquemada

Occhio alla ripastorizzazione

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Ieri sera ho avuto notizia che il latte a lunga conservazione, inveduto, viene reinviato prima della scadenza ai caseifici, che lo ripastorizzano.

 

La normativa Italiana sugli alimenti, prevede che questo ciclo possa compiersi per un massimo di 5 cilcli.

E' chiaro ed evidente che le qualità organolettiche del latte vengono azzerate, che la presenza di batteri (che comunque rimangono fisicamente nel latte anche se uccisi) altera il prodotto, e che il prolungato ciclo commerciale del prodotto lo rende possibile soggetto di alterazioni e/o adulterazioni.

Va da se che, questo latte ripastorizzato, sia cosa ben diversa dal prodotto originale.

 

Per capire quanti cicli ha compiuto il latte in vendita, bisogna leggere il fondo della confezione, dove "DEVONO" essere presenti i seguenti numeri 1-2-3-4-5.

L'assenza di uno di questi indica il numero di cicli che il prodotto ha subito.

 

Io personalmente mi fido della persona che mi ha detto questo, trtattandosi di un dipendente dell'ufficio anti frodi alimentari della regione Umbria.

Per cui mi adeguerò, facendo più attenzione.

Modificato da torquemada

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Ieri sera ho avuto notizia che il latte a lunga conservazione, inveduto, viene reinviato prima della scadenza ai caseifici, che lo ripastorizzano.

 

La normativa Italiana sugli alimenti, prevede che questo ciclo possa compiersi per un massimo di 5 cilcli.

E' chiaro ed evidente che le qualità organolettiche del latte vengono azzerate, che la presenza di batteri (che comunque rimangono fisicamente nel latte anche se uccisi) altera il prodotto, e che il prolungato ciclo commerciale del prodotto lo rende possibile soggetto di alterazioni e/o adulterazioni.

Va da se che, questo latte ripastorizzato, sia cosa ben diversa dal prodotto originale.

 

Per capire quanti cicli ha compiuto il latte in vendita, bisogna leggere il fondo della confezione, dove "DEVONO" essere presenti i seguenti numeri 1-2-3-4-5.

L'assenza di uno di questi indica il numero di cicli che il prodotto ha subito.

 

Io personalmente mi fido della persona che mi ha detto questo, trtattandosi di un dipendente dell'ufficio anti frodi alimentari della regione Umbria.

Per cui mi adeguerò, facendo più attenzione.

1853674[/snapback]

Io sò che sul fondo compare il numerio delle volte che è stato ripastorizzato, e su quelli in offerta minimo ce stà un 3..............

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Ieri sera ho avuto notizia che il latte a lunga conservazione, inveduto, viene reinviato prima della scadenza ai caseifici, che lo ripastorizzano.

 

La normativa Italiana sugli alimenti, prevede che questo ciclo possa compiersi per un massimo di 5 cilcli.

E' chiaro ed evidente che le qualità organolettiche del latte vengono azzerate, che la presenza di batteri (che comunque rimangono fisicamente nel latte anche se uccisi) altera il prodotto, e che il prolungato ciclo commerciale del prodotto lo rende possibile soggetto di alterazioni e/o adulterazioni.

Va da se che, questo latte ripastorizzato, sia cosa ben diversa dal prodotto originale.

 

Per capire quanti cicli ha compiuto il latte in vendita, bisogna leggere il fondo della confezione, dove "DEVONO" essere presenti i seguenti numeri 1-2-3-4-5.

L'assenza di uno di questi indica il numero di cicli che il prodotto ha subito.

Io personalmente mi fido della persona che mi ha detto questo, trtattandosi di un dipendente dell'ufficio anti frodi alimentari della regione Umbria.

Per cui mi adeguerò, facendo più attenzione.

1853674[/snapback]

Io sò che sul fondo compare il numerio delle volte che è stato ripastorizzato, e su quelli in offerta minimo ce stà un 3..............

1853723[/snapback]

 

dopo avello letto ero bono pure io.... :P

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....Per capire quanti cicli ha compiuto il latte in vendita, bisogna leggere il fondo della confezione, dove "DEVONO" essere presenti i seguenti numeri 1-2-3-4-5.

L'assenza di uno di questi indica il numero di cicli che il prodotto ha subito.......

 

comunque volevo confermare la notizia e dire che io di numeri sul fondo ne vedo solo uno

tutto qua! :D

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Bo, la cosa mi lascia alquanto dubbioso.

 

Mi pare impossibile che sia possa riutilizzare legalmente un prodotto alimentare già scaduto.

 

Che qualcuno lo faccia, non lo metto in dubbio, ma come può essere legale una cosa simile??

 

Inoltre il termine "ripastorizzazione" mi suona strano: il latte a lunga conservazione viene sterilizzato, non pastorizzato, quindi si dovrebbe parlare di risterilizzazione.

 

Per questo mi suona di bufala.

 

bo

 

.ciaps

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io ho lavorato per qualche anno presso un grossista di prodotti caseari (latte, latticini, burro ecc.) e il burro che era scaduto da più di 1 anno si rivendeva ai forni e alle pasticcerie (a metà prezzo) per fare le pizze pasquali, ma il latte scaduto si buttava via (parlo dei primi anni '90)

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Bo, la cosa mi lascia alquanto dubbioso.

 

Mi pare impossibile che sia possa riutilizzare legalmente un prodotto alimentare già scaduto.

 

Che qualcuno lo faccia, non lo metto in dubbio, ma come può essere legale una cosa simile??

 

Inoltre il termine "ripastorizzazione" mi suona strano: il latte a lunga conservazione viene sterilizzato, non pastorizzato, quindi si dovrebbe parlare di risterilizzazione.

 

Per questo mi suona di bufala.

 

bo

 

.ciaps

1854138[/snapback]

 

La pastorizzazione (da Pasteur) del latte è la pratica usuale, primaria, per la commercializzazione del latte.

 

Tu forse sei troppo giovane per ricordare il lattaio che la sera passava con il fusto del latte appena munto, e lo vendeva alle famiglie.

Io purtroppo me lo ricordo bene, e la prima cosa da fare era bollire il latte fino a fragli fare la schiuma.

Ecco, quella è la pastorizzazione, che i caseifici fanno prima della scrematura (totale o parziale) del latte, e prima della additivazione per renderlo o meno a lunga conservazione.

 

Stando a quello che mi è stato detto, ed io mi fido di chi me l'ha detto, la pastorizzazione (visto che sei un PURISTA del linguaggio) può essere effettuata per il numero massimo di cicli che hai letto.

Ripeto, usando il condizionale solo ad uso degli scettici e dei Tommasei, che tale pratica sarebbe prevista dai protocolli per la produzione alimentare, e quindi legale.

Il dubbio o meglio la certezza è che tale pratica alla fine riduca il latte a brodaglia chiamata impropriamente latte.

Modificato da torquemada

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Bo, la cosa mi lascia alquanto dubbioso.

 

Mi pare impossibile che sia possa riutilizzare legalmente un prodotto alimentare già scaduto.

 

Che qualcuno lo faccia, non lo metto in dubbio, ma come può essere legale una cosa simile??

 

Inoltre il termine "ripastorizzazione" mi suona strano: il latte a lunga conservazione viene sterilizzato, non pastorizzato, quindi si dovrebbe parlare di risterilizzazione.

 

Per questo mi suona di bufala.

 

bo

 

.ciaps

1854138[/snapback]

 

La pastorizzazione (da Pasteur) del latte è la pratica usuale, primaria, per la commercializzazione del latte.

 

Tu forse sei troppo giovane per ricordare il lattaio che la sera passava con il fusto del latte appena munto, e lo vendeva alle famiglie.

Io purtroppo me lo ricordo bene, e la prima cosa da fare era bollire il latte fino a fragli fare la schiuma.

Ecco, quella è la pastorizzazione, che i caseifici fanno prima della scrematura (totale o parziale) del latte, e prima della additivazione per renderlo o meno a lunga conservazione.

 

Stando a quello che mi è stato detto, ed io mi fido di chi me l'ha detto, la pastorizzazione (visto che sei un PURISTA del linguaggio) può essere effettuata per il numero massimo di cicli che hai letto.

Ripeto, usando il condizionale solo ad uso degli scettici e dei Tommasei, che tale pratica sarebbe prevista dai protocolli per la produzione alimentare, e quindi legale.

Il dubbio o meglio la certezza è che tale pratica alla fine riduca il latte a brodaglia chiamata impropriamente latte.

1854151[/snapback]

 

Bo bisognerebbe sentire qualcuno esperto del settore.

 

Per quel che ne so la pastorizzazione e la sterilizzazione sono due cose ben diverse.

 

La prima riguarda solo il latte venduto come fresco che scade in pochi giorni.

 

La seconda invece riguarda il latte a lunga conservazione che dura diversi mesi.

 

Non mi risulta si possano utilizzare additivi per la conservazione del latte.

 

Per questi motivi mi è sembrato alquanto strano parlare di "ripastorizzazione" in riferimento a latte a lunga conservazione.

 

 

I dubb rimangono.

 

.Ciaps

Modificato da callea

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Bo, la cosa mi lascia alquanto dubbioso.

 

Mi pare impossibile che sia possa riutilizzare legalmente un prodotto alimentare già scaduto.

 

Che qualcuno lo faccia, non lo metto in dubbio, ma come può essere legale una cosa simile??

 

Inoltre il termine "ripastorizzazione" mi suona strano: il latte a lunga conservazione viene sterilizzato, non pastorizzato, quindi si dovrebbe parlare di risterilizzazione.

 

Per questo mi suona di bufala.

 

bo

 

.ciaps

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La pastorizzazione (da Pasteur) del latte è la pratica usuale, primaria, per la commercializzazione del latte.

 

Tu forse sei troppo giovane per ricordare il lattaio che la sera passava con il fusto del latte appena munto, e lo vendeva alle famiglie.

Io purtroppo me lo ricordo bene, e la prima cosa da fare era bollire il latte fino a fragli fare la schiuma.

Ecco, quella è la pastorizzazione, che i caseifici fanno prima della scrematura (totale o parziale) del latte, e prima della additivazione per renderlo o meno a lunga conservazione.

 

Stando a quello che mi è stato detto, ed io mi fido di chi me l'ha detto, la pastorizzazione (visto che sei un PURISTA del linguaggio) può essere effettuata per il numero massimo di cicli che hai letto.

Ripeto, usando il condizionale solo ad uso degli scettici e dei Tommasei, che tale pratica sarebbe prevista dai protocolli per la produzione alimentare, e quindi legale.

Il dubbio o meglio la certezza è che tale pratica alla fine riduca il latte a brodaglia chiamata impropriamente latte.

1854151[/snapback]

 

Bo bisognerebbe sentire qualcuno esperto del settore.

 

Per quel che ne so la pastorizzazione e la sterilizzazione sono due cose ben diverse.

 

La prima riguarda solo il latte venduto come fresco che scade in pochi giorni.

 

La seconda invece riguarda il latte a lunga conservazione che dura diversi mesi.

 

Non mi risulta si possano utilizzare additivi per la conservazione del latte.

 

Per questi motivi mi è sembrato alquanto strano parlare di "ripastorizzazione" in riferimento a latte a lunga conservazione.

 

 

I dubb rimangono.

 

.Ciaps

1854160[/snapback]

 

In verità anche a me non risultava che si potessero aggiungere additivi, ma che ti debbo dire, un qualsiasi alimento se non adeguatamente addizionato, deperisce rapidamente, e mi domando a sto punto come fa il latte (a lunga conservazione) a resistere per almeno 2 mesi.

 

Sarà solo il processo ?

 

Comunque il latte è pastorizzato, che all'epoca i processi industriali di base li ho dovuti studiare, ed il latte viene pastorizzato.

Spero che almeno di questo ti fidi. :lol:

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dal Corriere della Sera del 25 ottobre 2010 ;)

 

Latte scaduto e ribollito: «bufala» in rete

Gli esperti spiegano perché non è credibile il tam-tam che sta allarmano i consumatori

 

MILANO - Il latte pastorizzato potrebbe essere niente più che acqua sporca. Questa la denuncia contenuta in una mail che da qualche tempo rimbalza su internet in una specie di catena di sant'Antonio. Questa «truffa» - rinforza l’accusa - sarebbe addirittura «incoraggiata» dalla legge, che consentirebbe - sempre secondo la mail - che il latte scaduto rimasto invenduto, venga ritirato dal produttore, trattato a 190 gradi e messo nuovamente sul mercato, come latte fresco. Non solo: questo procedimento potrebbe essere ripetuto anche per cinque volte successive. E tutto questo sarebbe talmente legale, che il numero delle "ribolliture", verrebbe addirittura segnalato in etichetta. Sotto le confezioni di cartone vengono normalmente stampigliati dei numerini, dall'1 al 5, in serie: 12345. Secondo i sostenitori della tesi, se da questa serie di numeri ne manca uno, per esempio il 3, significa che il latte che abbiamo acquistato, scaduto per due volte, è stato riscaldato una terza volta, in attesa di compratori.

 

CHE COSA DICONO GLI ESPERTI - Ma che cosa c'è di vero, in questa gravissima accusa? Si tratta di una notizia totalmente falsa, assicurano gli esperti interpellati. «È l'ennesimo atto diffamatorio nei confronti di un alimento essenziale sulla nostra tavola» afferma Ivano De Noni, professore associato di tecnologia lattiero casearia al Distam, Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche di Milano. «Non è affatto vero — spiega l'esperto — che la legge consenta il recupero per l'alimentazione umana del latte pastorizzato scaduto per rivenderlo come fresco. La legge prevede che il trattamento di pastorizzazione possa venire applicato solo sul latte crudo e quindi una sola volta. E che il latte non venga riscaldato ripetutamente può essere verificato attraverso analisi di laboratorio. La normativa prevede, infatti, che il latte pastorizzato risponda a requisiti di qualità evidenziabili in base a precisi parametri di danno termico sulle proteine del siero». Insomma, il latte pluririscaldato si rovina e ai controlli questo si scopre. «E mi sembrerebbe ben strano — aggiunge ironico De Noni — che i produttori che contravvengono alla legge, lo scrivano sulla confezione con numerini leggibili per tutti». Altra "bufala" del testo allarmistico, l'indicazione del trattamento del latte scaduto a 190 gradi. «Il latte non potrebbe in nessun caso essere trattato con un calore così violento, perché diventerebbe marrone. E questo è un altro indice dell'assurdità del comunicato» dice De Noni. In realtà, il trattamento di pastorizzazione del latte è molto più blando. L'applicazione di 72 gradi centigradi per 15 secondi è sufficiente a distruggere anche i germi patogeni più resistenti al calore, come quelli della tubercolosi. La pastorizzazione non uccide tutti i microrganismi. Per raggiungere questo scopo ci vuole un trattamento termico più forte, detto di sterilizzazione, che si ottiene sottoponendo il latte a un calore a 145 gradi per pochi secondi. Ultima chicca, la spiegazione dei numerini. Effettivamente, guardando sotto le confezioni del latte pastorizzato in cartoni, i numeretti dall'1 al 5 ci sono, ma hanno tutt'altro significato, rispetto a quello denunciato. Come spiega Tetrapak, si tratta di numeri utili per la rintracciabilità del materiale di imballaggio e non hanno niente a che vedere con l'alimento confezionato. «Questi allarmi infondati, rischiano di minare la fiducia dei consumatori in un alimento come il latte del tutto sano ed essenziale — commenta Andrea Ghiselli, dell'Istituto di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che ci tiene a ricordare come, anche nell'età adulta, bisognerebbe berne un paio di bicchieri al giorno, per le proteine, il calcio, le vitamine B che contiene in abbondanza.

 

Roberta Salvadori

25 ottobre 2010

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dal Corriere della Sera del 25 ottobre 2010 ;)

 

Latte scaduto e ribollito: «bufala» in rete

Gli esperti spiegano perché non è credibile il tam-tam che sta allarmano i consumatori

 

MILANO - Il latte pastorizzato potrebbe essere niente più che acqua sporca. Questa la denuncia contenuta in una mail che da qualche tempo rimbalza su internet in una specie di catena di sant'Antonio. Questa «truffa» - rinforza l’accusa - sarebbe addirittura «incoraggiata» dalla legge, che consentirebbe - sempre secondo la mail - che il latte scaduto rimasto invenduto, venga ritirato dal produttore, trattato a 190 gradi e messo nuovamente sul mercato, come latte fresco. Non solo: questo procedimento potrebbe essere ripetuto anche per cinque volte successive. E tutto questo sarebbe talmente legale, che il numero delle "ribolliture", verrebbe addirittura segnalato in etichetta. Sotto le confezioni di cartone vengono normalmente stampigliati dei numerini, dall'1 al 5, in serie: 12345. Secondo i sostenitori della tesi, se da questa serie di numeri ne manca uno, per esempio il 3, significa che il latte che abbiamo acquistato, scaduto per due volte, è stato riscaldato una terza volta, in attesa di compratori.

 

CHE COSA DICONO GLI ESPERTI - Ma che cosa c'è di vero, in questa gravissima accusa? Si tratta di una notizia totalmente falsa, assicurano gli esperti interpellati. «È l'ennesimo atto diffamatorio nei confronti di un alimento essenziale sulla nostra tavola» afferma Ivano De Noni, professore associato di tecnologia lattiero casearia al Distam, Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche di Milano. «Non è affatto vero — spiega l'esperto — che la legge consenta il recupero per l'alimentazione umana del latte pastorizzato scaduto per rivenderlo come fresco. La legge prevede che il trattamento di pastorizzazione possa venire applicato solo sul latte crudo e quindi una sola volta. E che il latte non venga riscaldato ripetutamente può essere verificato attraverso analisi di laboratorio. La normativa prevede, infatti, che il latte pastorizzato risponda a requisiti di qualità evidenziabili in base a precisi parametri di danno termico sulle proteine del siero». Insomma, il latte pluririscaldato si rovina e ai controlli questo si scopre. «E mi sembrerebbe ben strano — aggiunge ironico De Noni — che i produttori che contravvengono alla legge, lo scrivano sulla confezione con numerini leggibili per tutti». Altra "bufala" del testo allarmistico, l'indicazione del trattamento del latte scaduto a 190 gradi. «Il latte non potrebbe in nessun caso essere trattato con un calore così violento, perché diventerebbe marrone. E questo è un altro indice dell'assurdità del comunicato» dice De Noni. In realtà, il trattamento di pastorizzazione del latte è molto più blando. L'applicazione di 72 gradi centigradi per 15 secondi è sufficiente a distruggere anche i germi patogeni più resistenti al calore, come quelli della tubercolosi. La pastorizzazione non uccide tutti i microrganismi. Per raggiungere questo scopo ci vuole un trattamento termico più forte, detto di sterilizzazione, che si ottiene sottoponendo il latte a un calore a 145 gradi per pochi secondi. Ultima chicca, la spiegazione dei numerini. Effettivamente, guardando sotto le confezioni del latte pastorizzato in cartoni, i numeretti dall'1 al 5 ci sono, ma hanno tutt'altro significato, rispetto a quello denunciato. Come spiega Tetrapak, si tratta di numeri utili per la rintracciabilità del materiale di imballaggio e non hanno niente a che vedere con l'alimento confezionato. «Questi allarmi infondati, rischiano di minare la fiducia dei consumatori in un alimento come il latte del tutto sano ed essenziale — commenta Andrea Ghiselli, dell'Istituto di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che ci tiene a ricordare come, anche nell'età adulta, bisognerebbe berne un paio di bicchieri al giorno, per le proteine, il calcio, le vitamine B che contiene in abbondanza.

 

Roberta Salvadori

25 ottobre 2010

1854171[/snapback]

 

 

da questo articolo risultano due cose...

 

la prima che torque ha torto... o che almeno ha torto il suo amico.... nel quale riponeva molta fiducia (e se poi te ne penti?!!?)

 

la seconda che callea non sa che il latte, anche quello a lunga conservazione, viene pastorizzato.

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Guarda Signò, io sarei ben felice di avere torto, e comunque ciò non cambierebbe mai la mia fiducia nella persona.

Però permettimi di diffidare degli articoli giornalistici, quando ne trovi (se li cerchi) di articoli ed interventi che dicono l'esatto contrario.

Per esempio, cerca il parere di quella sgnora (credo avvocato) che è sempre presente nella trasmissione "mi manda rai3" e che non è una sprovveduta, come potrei essere io.

 

Tra l'altro ricordo che in una trasmissione di Augias c'era un esperto non ricordo se agronomo e zootecnico, che, parlando di latte, disse che le caratteristiche organolettiche del latte vengono alterate da ogni processo che lo stesso subisce, anzi diceva, il latte prodotto non è latte da allevamento allo stato brado, per cui la vacca rumina l'erba ed i fiori di stagione, sia in estate che in inverno, trasferendo nel latte le loro proprietà, ma rumina fieno essiccato, e quindi già in partenza questo latte è povero.

 

Ora io non debbo e non voglio colpevolizzare nessuno, ne tanto meno fare "terrorismo alimentare", e men che meno fare un trattato sui prodotti caseari.

Ho solo riportato un'informazione, ben sapendo (perchè prima avevo comunque verificato che c'erano pareri discordanti nell' OO.PP.) che la questione era controversa, ogniuno è libero di fare le proprie valutazioni e decidere come comportarsi.

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Guarda Signò, io sarei ben felice di avere torto, e comunque ciò non cambierebbe mai la mia fiducia nella persona.

Però permettimi di diffidare degli articoli giornalistici, quando ne trovi (se li cerchi) di articoli ed interventi che dicono l'esatto contrario.

Per esempio, cerca il parere di quella sgnora (credo avvocato) che è sempre presente nella trasmissione "mi manda rai3" e che non è una sprovveduta, come potrei essere io.

 

Tra l'altro ricordo che in una trasmissione di Augias c'era un esperto non ricordo se agronomo e zootecnico, che, parlando di latte, disse che le caratteristiche organolettiche del latte vengono alterate da ogni processo che lo stesso subisce, anzi diceva, il latte prodotto non è latte da allevamento allo stato brado, per cui la vacca rumina l'erba ed i fiori di stagione, sia in estate che in inverno, trasferendo nel latte le loro proprietà, ma rumina fieno essiccato, e quindi già in partenza questo latte è povero.

 

Ora io non debbo e non voglio colpevolizzare nessuno, ne tanto meno fare "terrorismo alimentare", e men che meno fare un trattato sui prodotti caseari.

Ho solo riportato un'informazione, ben sapendo (perchè prima avevo comunque verificato che c'erano pareri discordanti nell' OO.PP.) che la questione era controversa, ogniuno è libero di fare le proprie valutazioni e decidere come comportarsi.

1854196[/snapback]

 

beh che il latte fosse fatto da mucche che non pascolano certo allo stato brado... penso che non ce voleva ormai una scienza per saprelo!!!!!

;)

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Guarda Signò, io sarei ben felice di avere torto, e comunque ciò non cambierebbe mai la mia fiducia nella persona.

Però permettimi di diffidare degli articoli giornalistici, quando ne trovi (se li cerchi) di articoli ed interventi che dicono l'esatto contrario.

Per esempio, cerca il parere di quella sgnora (credo avvocato) che è sempre presente nella trasmissione "mi manda rai3" e che non è una sprovveduta, come potrei essere io.

 

Tra l'altro ricordo che in una trasmissione di Augias c'era un esperto non ricordo se agronomo e zootecnico, che, parlando di latte, disse che le caratteristiche organolettiche del latte vengono alterate da ogni processo che lo stesso subisce, anzi diceva, il latte prodotto non è latte da allevamento allo stato brado, per cui la vacca rumina l'erba ed i fiori di stagione, sia in estate che in inverno, trasferendo nel latte le loro proprietà, ma rumina fieno essiccato, e quindi già in partenza questo latte è povero.

 

Ora io non debbo e non voglio colpevolizzare nessuno, ne tanto meno fare "terrorismo alimentare", e men che meno fare un trattato sui prodotti caseari.

Ho solo riportato un'informazione, ben sapendo (perchè prima avevo comunque verificato che c'erano pareri discordanti nell' OO.PP.) che la questione era controversa, ogniuno è libero di fare le proprie valutazioni e decidere come comportarsi.

1854196[/snapback]

 

beh che il latte fosse fatto da mucche che non pascolano certo allo stato brado... penso che non ce voleva ormai una scienza per saprelo!!!!!

;)

1854197[/snapback]

 

Ok, dopo questa affermazione....t'aspetto a passittu....amichevolmente s'intende.

Modificato da torquemada

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Guarda Signò, io sarei ben felice di avere torto, e comunque ciò non cambierebbe mai la mia fiducia nella persona.

Però permettimi di diffidare degli articoli giornalistici, quando ne trovi (se li cerchi) di articoli ed interventi che dicono l'esatto contrario.

Per esempio, cerca il parere di quella sgnora (credo avvocato) che è sempre presente nella trasmissione "mi manda rai3" e che non è una sprovveduta, come potrei essere io.

 

Tra l'altro ricordo che in una trasmissione di Augias c'era un esperto non ricordo se agronomo e zootecnico, che, parlando di latte, disse che le caratteristiche organolettiche del latte vengono alterate da ogni processo che lo stesso subisce, anzi diceva, il latte prodotto non è latte da allevamento allo stato brado, per cui la vacca rumina l'erba ed i fiori di stagione, sia in estate che in inverno, trasferendo nel latte le loro proprietà, ma rumina fieno essiccato, e quindi già in partenza questo latte è povero.

 

Ora io non debbo e non voglio colpevolizzare nessuno, ne tanto meno fare "terrorismo alimentare", e men che meno fare un trattato sui prodotti caseari.

Ho solo riportato un'informazione, ben sapendo (perchè prima avevo comunque verificato che c'erano pareri discordanti nell' OO.PP.) che la questione era controversa, ogniuno è libero di fare le proprie valutazioni e decidere come comportarsi.

1854196[/snapback]

 

beh che il latte fosse fatto da mucche che non pascolano certo allo stato brado... penso che non ce voleva ormai una scienza per saprelo!!!!!

;)

1854197[/snapback]

 

Ok, dopo questa affermazione....t'aspetto a passittu....amichevolmente s'intende.

1854200[/snapback]

 

sempre amichevolmente... :lol:

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Latte scaduto e ribollito: «bufala» in rete

Gli esperti spiegano perché non è credibile il tam-tam che sta allarmano i consumatori

 

MILANO - Il latte pastorizzato potrebbe essere niente più che acqua sporca. Questa la denuncia contenuta in una mail che da qualche tempo rimbalza su internet in una specie di catena di sant'Antonio. Questa «truffa» - rinforza l’accusa - sarebbe addirittura «incoraggiata» dalla legge, che consentirebbe - sempre secondo la mail - che il latte scaduto rimasto invenduto, venga ritirato dal produttore, trattato a 190 gradi e messo nuovamente sul mercato, come latte fresco. Non solo: questo procedimento potrebbe essere ripetuto anche per cinque volte successive. E tutto questo sarebbe talmente legale, che il numero delle "ribolliture", verrebbe addirittura segnalato in etichetta. Sotto le confezioni di cartone vengono normalmente stampigliati dei numerini, dall'1 al 5, in serie: 12345. Secondo i sostenitori della tesi, se da questa serie di numeri ne manca uno, per esempio il 3, significa che il latte che abbiamo acquistato, scaduto per due volte, è stato riscaldato una terza volta, in attesa di compratori.

 

CHE COSA DICONO GLI ESPERTI - Ma che cosa c'è di vero, in questa gravissima accusa? Si tratta di una notizia totalmente falsa, assicurano gli esperti interpellati. «È l'ennesimo atto diffamatorio nei confronti di un alimento essenziale sulla nostra tavola» afferma Ivano De Noni, professore associato di tecnologia lattiero casearia al Distam, Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche di Milano. «Non è affatto vero — spiega l'esperto — che la legge consenta il recupero per l'alimentazione umana del latte pastorizzato scaduto per rivenderlo come fresco. La legge prevede che il trattamento di pastorizzazione possa venire applicato solo sul latte crudo e quindi una sola volta. E che il latte non venga riscaldato ripetutamente può essere verificato attraverso analisi di laboratorio. La normativa prevede, infatti, che il latte pastorizzato risponda a requisiti di qualità evidenziabili in base a precisi parametri di danno termico sulle proteine del siero». Insomma, il latte pluririscaldato si rovina e ai controlli questo si scopre. «E mi sembrerebbe ben strano — aggiunge ironico De Noni — che i produttori che contravvengono alla legge, lo scrivano sulla confezione con numerini leggibili per tutti». Altra "bufala" del testo allarmistico, l'indicazione del trattamento del latte scaduto a 190 gradi. «Il latte non potrebbe in nessun caso essere trattato con un calore così violento, perché diventerebbe marrone. E questo è un altro indice dell'assurdità del comunicato» dice De Noni. In realtà, il trattamento di pastorizzazione del latte è molto più blando. L'applicazione di 72 gradi centigradi per 15 secondi è sufficiente a distruggere anche i germi patogeni più resistenti al calore, come quelli della tubercolosi. La pastorizzazione non uccide tutti i microrganismi. Per raggiungere questo scopo ci vuole un trattamento termico più forte, detto di sterilizzazione, che si ottiene sottoponendo il latte a un calore a 145 gradi per pochi secondi. Ultima chicca, la spiegazione dei numerini. Effettivamente, guardando sotto le confezioni del latte pastorizzato in cartoni, i numeretti dall'1 al 5 ci sono, ma hanno tutt'altro significato, rispetto a quello denunciato. Come spiega Tetrapak, si tratta di numeri utili per la rintracciabilità del materiale di imballaggio e non hanno niente a che vedere con l'alimento confezionato. «Questi allarmi infondati, rischiano di minare la fiducia dei consumatori in un alimento come il latte del tutto sano ed essenziale — commenta Andrea Ghiselli, dell'Istituto di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che ci tiene a ricordare come, anche nell'età adulta, bisognerebbe berne un paio di bicchieri al giorno, per le proteine, il calcio, le vitamine B che contiene in abbondanza.

 

Roberta Salvadori

25 ottobre 2010

1854171[/snapback]

 

 

da questo articolo risultano due cose...

 

la prima che torque ha torto... o che almeno ha torto il suo amico.... nel quale riponeva molta fiducia (e se poi te ne penti?!!?)

 

la seconda che callea non sa che il latte, anche quello a lunga conservazione, viene pastorizzato.

1854173[/snapback]

 

Mi evidenzi in quale parte dell'articolo si giunge a questa conclusione??

 

.Ciaps

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dal Corriere della Sera del 25 ottobre 2010 ;)

 

Latte scaduto e ribollito: «bufala» in rete

Gli esperti spiegano perché non è credibile il tam-tam che sta allarmano i consumatori

 

MILANO - Il latte pastorizzato potrebbe essere niente più che acqua sporca. Questa la denuncia contenuta in una mail che da qualche tempo rimbalza su internet in una specie di catena di sant'Antonio. Questa «truffa» - rinforza l’accusa - sarebbe addirittura «incoraggiata» dalla legge, che consentirebbe - sempre secondo la mail - che il latte scaduto rimasto invenduto, venga ritirato dal produttore, trattato a 190 gradi e messo nuovamente sul mercato, come latte fresco. Non solo: questo procedimento potrebbe essere ripetuto anche per cinque volte successive. E tutto questo sarebbe talmente legale, che il numero delle "ribolliture", verrebbe addirittura segnalato in etichetta. Sotto le confezioni di cartone vengono normalmente stampigliati dei numerini, dall'1 al 5, in serie: 12345. Secondo i sostenitori della tesi, se da questa serie di numeri ne manca uno, per esempio il 3, significa che il latte che abbiamo acquistato, scaduto per due volte, è stato riscaldato una terza volta, in attesa di compratori.

 

CHE COSA DICONO GLI ESPERTI - Ma che cosa c'è di vero, in questa gravissima accusa? Si tratta di una notizia totalmente falsa, assicurano gli esperti interpellati. «È l'ennesimo atto diffamatorio nei confronti di un alimento essenziale sulla nostra tavola» afferma Ivano De Noni, professore associato di tecnologia lattiero casearia al Distam, Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche di Milano. «Non è affatto vero — spiega l'esperto — che la legge consenta il recupero per l'alimentazione umana del latte pastorizzato scaduto per rivenderlo come fresco. La legge prevede che il trattamento di pastorizzazione possa venire applicato solo sul latte crudo e quindi una sola volta. E che il latte non venga riscaldato ripetutamente può essere verificato attraverso analisi di laboratorio. La normativa prevede, infatti, che il latte pastorizzato risponda a requisiti di qualità evidenziabili in base a precisi parametri di danno termico sulle proteine del siero». Insomma, il latte pluririscaldato si rovina e ai controlli questo si scopre. «E mi sembrerebbe ben strano — aggiunge ironico De Noni — che i produttori che contravvengono alla legge, lo scrivano sulla confezione con numerini leggibili per tutti». Altra "bufala" del testo allarmistico, l'indicazione del trattamento del latte scaduto a 190 gradi. «Il latte non potrebbe in nessun caso essere trattato con un calore così violento, perché diventerebbe marrone. E questo è un altro indice dell'assurdità del comunicato» dice De Noni. In realtà, il trattamento di pastorizzazione del latte è molto più blando. L'applicazione di 72 gradi centigradi per 15 secondi è sufficiente a distruggere anche i germi patogeni più resistenti al calore, come quelli della tubercolosi. La pastorizzazione non uccide tutti i microrganismi. Per raggiungere questo scopo ci vuole un trattamento termico più forte, detto di sterilizzazione, che si ottiene sottoponendo il latte a un calore a 145 gradi per pochi secondi. Ultima chicca, la spiegazione dei numerini. Effettivamente, guardando sotto le confezioni del latte pastorizzato in cartoni, i numeretti dall'1 al 5 ci sono, ma hanno tutt'altro significato, rispetto a quello denunciato. Come spiega Tetrapak, si tratta di numeri utili per la rintracciabilità del materiale di imballaggio e non hanno niente a che vedere con l'alimento confezionato. «Questi allarmi infondati, rischiano di minare la fiducia dei consumatori in un alimento come il latte del tutto sano ed essenziale — commenta Andrea Ghiselli, dell'Istituto di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che ci tiene a ricordare come, anche nell'età adulta, bisognerebbe berne un paio di bicchieri al giorno, per le proteine, il calcio, le vitamine B che contiene in abbondanza.

 

Roberta Salvadori

25 ottobre 2010

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da questo articolo risultano due cose...

 

la prima che torque ha torto... o che almeno ha torto il suo amico.... nel quale riponeva molta fiducia (e se poi te ne penti?!!?)

 

la seconda che callea non sa che il latte, anche quello a lunga conservazione, viene pastorizzato.

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Mi evidenzi in quale parte dell'articolo si giunge a questa conclusione??

 

.Ciaps

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La pastorizzazione (o pasteurizzazione) è un processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore, quali batteri in forma vegetativa, funghi e lieviti, con un'alterazione minima delle caratteristiche chimiche, fisiche ed organolettiche dell'alimento.[1] Di solito viene seguito da un rapido raffreddamento e in generale, se accoppiata a procedure corrette di confezionamento che riducano i rischi di ricontaminazione dopo la sua applicazione, aumenta i tempi di conservazione rispetto al prodotto fresco.

 

Si differenzia quindi dalla sterilizzazione, ottenuta con temperature (e tempi di applicazioni delle stesse) notevolmente maggiori, che garantisce un marcato aumento dei tempi di conservazione al prezzo di un'alterazione spesso pesante dei contenuti nutritivi e delle caratteristiche organolettiche dell'alimento.

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La pastorizzazione (o pasteurizzazione) è un processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore, quali batteri in forma vegetativa, funghi e lieviti, con un'alterazione minima delle caratteristiche chimiche, fisiche ed organolettiche dell'alimento.[1] Di solito viene seguito da un rapido raffreddamento e in generale, se accoppiata a procedure corrette di confezionamento che riducano i rischi di ricontaminazione dopo la sua applicazione, aumenta i tempi di conservazione rispetto al prodotto fresco.

 

Si differenzia quindi dalla sterilizzazione, ottenuta con temperature (e tempi di applicazioni delle stesse) notevolmente maggiori, che garantisce un marcato aumento dei tempi di conservazione al prezzo di un'alterazione spesso pesante dei contenuti nutritivi e delle caratteristiche organolettiche dell'alimento.

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Dove dice che anche il latte a lunga conservazione viene pastorizzato??

 

bo

 

.Ciaps

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La pastorizzazione (o pasteurizzazione) è un processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore, quali batteri in forma vegetativa, funghi e lieviti, con un'alterazione minima delle caratteristiche chimiche, fisiche ed organolettiche dell'alimento.[1] Di solito viene seguito da un rapido raffreddamento e in generale, se accoppiata a procedure corrette di confezionamento che riducano i rischi di ricontaminazione dopo la sua applicazione, aumenta i tempi di conservazione rispetto al prodotto fresco.

 

Si differenzia quindi dalla sterilizzazione, ottenuta con temperature (e tempi di applicazioni delle stesse) notevolmente maggiori, che garantisce un marcato aumento dei tempi di conservazione al prezzo di un'alterazione spesso pesante dei contenuti nutritivi e delle caratteristiche organolettiche dell'alimento.

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Dove dice che anche il latte a lunga conservazione viene pastorizzato??

 

bo

 

.Ciaps

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il latte viene sempre pastorizzato. quello messo in vendita sopratutto.

 

il latte crudo, per motivi legati alla forte carica batterica (anche la possibile presenza di funghi), fino a poco fà era vietato da vendere, ultimamente viene venduto solo tramite un filo diretto con il produttore, che comunque lo sottopone a cariche di raffreddamento (mi pare sotto i 5 gradi).

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La pastorizzazione (o pasteurizzazione) è un processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore, quali batteri in forma vegetativa, funghi e lieviti, con un'alterazione minima delle caratteristiche chimiche, fisiche ed organolettiche dell'alimento.[1] Di solito viene seguito da un rapido raffreddamento e in generale, se accoppiata a procedure corrette di confezionamento che riducano i rischi di ricontaminazione dopo la sua applicazione, aumenta i tempi di conservazione rispetto al prodotto fresco.

 

Si differenzia quindi dalla sterilizzazione, ottenuta con temperature (e tempi di applicazioni delle stesse) notevolmente maggiori, che garantisce un marcato aumento dei tempi di conservazione al prezzo di un'alterazione spesso pesante dei contenuti nutritivi e delle caratteristiche organolettiche dell'alimento.

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Dove dice che anche il latte a lunga conservazione viene pastorizzato??

 

bo

 

.Ciaps

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il latte viene sempre pastorizzato. quello messo in vendita sopratutto.

 

il latte crudo, per motivi legati alla forte carica batterica (anche la possibile presenza di funghi), fino a poco fà era vietato da vendere, ultimamente viene venduto solo tramite un filo diretto con il produttore, che comunque lo sottopone a cariche di raffreddamento (mi pare sotto i 5 gradi).

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Non lo posso escludere perchè non è il mio lavoro, ma non lo leggo da nessuna parte che il latte a lunga conservazione venga pastorizzato.

 

Con la pastorizzazione si vende solo il latte fresco che può essere utilizzato entro pochi giorni.

Non confondere il latte fresco con il latte crudo.

 

Il latte a lunga conservazione ha bisogno di un trattamento sterilizzante più profondo della pastorizzazione.

 

Si usa un trattamento ad alte temperature per pochi istanti (UHT) che non è la pastorizzazione.

 

Almeno a scuola mi hanno insegnato questo. bo.

 

.Ciaps

Modificato da callea

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La pastorizzazione (o pasteurizzazione) è un processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore, quali batteri in forma vegetativa, funghi e lieviti, con un'alterazione minima delle caratteristiche chimiche, fisiche ed organolettiche dell'alimento.[1] Di solito viene seguito da un rapido raffreddamento e in generale, se accoppiata a procedure corrette di confezionamento che riducano i rischi di ricontaminazione dopo la sua applicazione, aumenta i tempi di conservazione rispetto al prodotto fresco.

 

Si differenzia quindi dalla sterilizzazione, ottenuta con temperature (e tempi di applicazioni delle stesse) notevolmente maggiori, che garantisce un marcato aumento dei tempi di conservazione al prezzo di un'alterazione spesso pesante dei contenuti nutritivi e delle caratteristiche organolettiche dell'alimento.

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Dove dice che anche il latte a lunga conservazione viene pastorizzato??

 

bo

 

.Ciaps

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il latte viene sempre pastorizzato. quello messo in vendita sopratutto.

 

il latte crudo, per motivi legati alla forte carica batterica (anche la possibile presenza di funghi), fino a poco fà era vietato da vendere, ultimamente viene venduto solo tramite un filo diretto con il produttore, che comunque lo sottopone a cariche di raffreddamento (mi pare sotto i 5 gradi).

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Non lo posso escludere perchè non è il mio lavoro, ma non lo leggo da nessuna parte che il latte a lunga conservazione venga pastorizzato.

 

Con la pastorizzazione si vende solo il latte fresco che può essere utilizzato entro pochi giorni.

Non confondere il latte fresco con il latte crudo.

 

Il latte a lunga conservazione ha bisogno di un trattamento sterilizzante più profondo della pastorizzazione.

 

Si usa un trattamento ad alte temperature per pochi istanti (UHT) che non è la pastorizzazione.

 

Almeno a scuola mi hanno insegnato questo. bo.

 

.Ciaps

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dal quel che so e da quel che leggo il discorso è che

 

il latte nasce come crudo (insomma appena munto!).

 

come tale non è vendibile per i motivi sopra citati.

 

viene pastorizzato.

in questo caso perde un pò delle qualità (ma poche perchè la pastorizzazione è fatta a basse temperature) e viene messo in vendita, ma va comunque consumato in un lasso di tempo breve.

 

in caso venga sterilizzato perde molte qualità anche organolettiche e in casi simili dura moltissimo.

 

ergo, il latte, anche fresco, è sempre almeno pastorizzato.

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dal quel che so e da quel che leggo il discorso è che

 

il latte nasce come crudo (insomma appena munto!).

 

come tale non è vendibile per i motivi sopra citati.

 

viene pastorizzato.

in questo caso perde un pò delle qualità (ma poche perchè la pastorizzazione è fatta a basse temperature) e viene messo in vendita, ma va comunque consumato in un lasso di tempo breve.

 

in caso venga sterilizzato perde molte qualità anche organolettiche e in casi simili dura moltissimo.

 

ergo, il latte, anche fresco, è sempre almeno pastorizzato.

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Quindi tu affermi che tutto il latte viene pastorizzato e in più quello a lunga conservazione viene successivamente sterilizzato.

 

Può essere , ma a che pro?

 

A che serve pastorizzare il latte se questo deve poi essere sterilizzato?

 

bo

 

.Ciaps

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dal quel che so e da quel che leggo il discorso è che

 

il latte nasce come crudo (insomma appena munto!).

 

come tale non è vendibile per i motivi sopra citati.

 

viene pastorizzato.

in questo caso perde un pò delle qualità (ma poche perchè la pastorizzazione è fatta a basse temperature) e viene messo in vendita, ma va comunque consumato in un lasso di tempo breve.

 

in caso venga sterilizzato perde molte qualità anche organolettiche e in casi simili dura moltissimo.

 

ergo, il latte, anche fresco, è sempre almeno pastorizzato.

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Quindi tu affermi che tutto il latte viene pastorizzato e in più quello a lunga conservazione viene successivamente sterilizzato.

 

Può essere , ma a che pro?

 

A che serve pastorizzare il latte se questo deve poi essere sterilizzato?

 

bo

 

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boh... questo quanto appare su internet... non saprei... non produco latte... e ne consumo pure pochissimo per altro...

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.....

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Quindi tu affermi che tutto il latte viene pastorizzato e in più quello a lunga conservazione viene successivamente sterilizzato.

 

Può essere , ma a che pro?

 

A che serve pastorizzare il latte se questo deve poi essere sterilizzato?

 

bo

 

.Ciaps

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il latte a lunga conservazione subisce due pastorizzazioni una ad 80 gradi (come il latte fresco) ed un secondo trattamento di sterilizzazione (il latte a lunga conservazione "dura" 180 giorni)

comunque la legge che regola i nomi e quindi i trattamenti del latte è la 169/89

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Consumate meno latte, che tanto non fa così bene all'organismo come vogliono farvi credere.

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il latte mi piace molto ;)

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Consumate meno latte, che tanto non fa così bene all'organismo come vogliono farvi credere.

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Do l'hai letto? Su vegano oggi? :D

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