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rosso e verde

RITORNO AL FUTURO PARTE IV

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Ora so come si dev'essere sentito il buon McFly quando Doc lo scarrozzava, con la DeLorean, a spasso nel tempo.

È stato come riavvolgere il nastro (ma ha più senso questa frase nell'era digitale?) e tornare indietro di quasi 8 anni. E ricominciare. Come se il tempo non fosse passato. Come se l'ultima in casa fosse stata contro il Toro o contro il Napoli, o il Bologna, il Brescia, il Chievo, il VeneziaMestre, la Florenzia Viola, l'Ascoli o il Treviso di Gallo.

Come se ancora non ci fossero i tornelli, i prefiltraggi, il biglietto nominativo con tanto di carta d'identità o, addirittura, di tesserino sanitario per i bambini come mio figlio.

Già, mio figlio, che oggi ha otto anni e che per la seconda volta, quest'anno era a vedere le fere.

Mio figlio che quando ancora era nella carrozzina, potevo uscire a prenderlo a pochi minuti dalla fine e portarmelo accanto sugli scaloni dello stadio. Perchè si poteva. Già, gli ultimi minuti delle gare “aprivano i cancelli” e si poteva entrare senza pagare. Qualche fidanzata o qualche moglie lo faceva, e anche qualche bambino, per vivere per qualche minuto accanto al fidanzato, marito o padre che a quella passione proprio non poteva rinunciare.

È stato come se ancora non ci fossero quelle scale metalliche e quelle passerelle a rendere accessibile e scavalcabile il mitico “fossato” del Liberati.

Nientemeno, è stato come quando non c'era il posto assegnato con tanto di “stewart” che ti aiuta a trovare il “gradone” giusto, magari allontanando l'abusivo che si era oltraggiosamente permesso di occuparlo, come se quel “Fila F, posto 52” fosse un marchio di qualità, come se quell'abusivo non tifasse la tua stessa squadra, con la tua stessa passione, il tuo stesso spirito di sacrificio, le tue stesse emozioni; come se lui non fosse degno di occupare quel “F-52” stampato su quel bel foglio colorato, accanto al proprio nome e cognome e a tutta una serie infinita di codici e codicelli, numeri e simboli che per un paio di giorni ti hanno fatto compagnia nel portafoglio, anzi per meglio dire nella tasca del giaccone visto che difficilmente il lenzuolino colorato troverebbe posto nel portafoglio; come se le file, le attese, le telefonate e le ricerche sui vari siti internet che ti hanno permesso di giungere in possesso del prezioso tagliando, ti avessero quasi assegnato, per quel giorno, quel pezzetto di cemento che, ora, non sei disposto a cedere a nessuno.

È stato come quando sui biglietti c'era scritto “riserva B” perchè erano finiti i tagliandi con la scritta della squadra ospite e non c'era tempo per ristamparli.

E la rotatoria? E la “canna da pesca”? Non c'erano.

C'era il “curvone” dei botteghini dello stadio. I porchettari, invece, ci sono sempre stati; come l'attraversamento pedonale e il bar, che da poco era diventato Bar “Sorriso”, però c'era.

Ed è proprio lì, davanti al Bar Sorriso che sono tornato indietro nel tempo, che mi sono trovato come il Marty McFly, scaraventato indietro di 8 anni.

Qualche capello in meno, qualche chilo in più, un bimbo di 8 anni stretto per mano che guardava con occhi meravigliati quello di cui non poteva avere ricordi lucidi, ma per il resto è stato come se questi 8 anni non fossero passati.

Ritrovare quei visi noti, che per anni hanno fatto da contorno quindicinale ad una passione infinita, è stato un pugno nello stomaco.

Non riesco a descrivere quello che posso aver provato in quei minuti. Forse, a qualcuno, può sembrare stupido o fuori luogo, però io, in quel momento, mi sono commosso.

E mi sono sentito veramente come se tutto quel tempo non fosse affatto passato; come se gli anni più bui della storia rossoverde non fossero mai esistiti. Come se, veramente, fossero trascorsi solo 15 giorni dall'ultima volta che avevo visto il volto di acidflash o quello di cesenticerqua o di larvone, di purinum, di bluesbrothers, di mrs.brightside e di tutti gli altri paci, ardunati attorno all'amore per i colori rossoverdi.

Certo, quindici giorni fa, per andare alla nord, potevo passare sotto l'amata ed indimenticabile est, dove altri tanti, tantissimi amici, stavano srotolando gli striscioni per colorare di rossoverde tutta la curva; quindici giorni fa non dovevo superare un percorso di guerra delimitato da alte recinzioni e non dovevo per forza passare per viale dello stadio ma poco importa. Altri volti noti, altri amici li avrei lo stesso incontrati, intenti a raggiungere il proprio punto d'osservazione magari alla sud o ai distinti, avvolti nei vessilli rossoverdi più inimmaginabili.

Ma una volta raggiunto lo scalone, o la ringhiera, o il posto in piedi al “terzo anello” il “respiro” impetuoso del Liberati è tornato ad impregnare l'atmosfera, ad occupare prepotentemente lo spazio visibile, ad accogliere, coccolare e spingere le “fere” dal momento in cui escono per la prima volta dal tunnel degli spogliatoi. E il respiro è sempre quello di 8 anni fa.

Ed è ancora trascinante, coinvolgente, travolgente, impetuoso, affascinante, avvincente, appassionante ed avvolgente; è ancora facilmente riconoscibile; magari leggermente arrugginito ma sempre unico ed inimitabile.

Perchè nonostante gli 8 anni in cui è rimasto sopito, in fondo, è sempre generato da quella grande ed interminabile passione che la gente di Terni prova per i propri beniamini, i propri colori e chi li rappresenta.

Perchè nel frattempo, forse, ci siamo persi una generazione di ragazzi che non ha mai avuto modo di sentire quel profondo respiro; perchè tanti avranno avuto modo di preferire altre passioni a quella rossoverde, perchè tanti sono stati vigliaccamente allontanati da quella passione; perchè per tanti altri era sicuramente la prima volta che facevano parte del respiro... ma il risultato è stato lo stesso emozionante.

E pensare che per avere tutto questo bastava veramente poco.

Perchè non serviva per forza una squadra ammazza-campionato, non serviva per forza un tecnico bravo, preparato e competente che fa muovere a proprio piacimento undici ragazzi che credono ciecamente in lui e giocano sempre dando tutto quello che hanno in corpo.

Non serviva nulla di tutto questo. Il respiro del Liberati c'è stato anche quando gli avversari erano l'Angizia Luco o l'Astrea.

Bastava avere una “società” presentabile; un presidente e dei dirigenti che non offendono, denuncino o sbeffeggino i propri tifosi, depauperando un patrimonio di giocatori e tecnici faticosamente creato nel tempo. Ci saremmo accontentati del minimo sindacale.

Ma ora che oltre a tutto ciò abbiamo anche un vero tecnico e dei veri giocatori, possiamo veramente dire di essere tornati indietro nel tempo. Un piccolo sforzo, ancora. Il pagamento degli ultimi debiti, coi tifosi e con il Comune, e veramente si potrebbe dire che 8 anni di vergogna potrebbero essere definitivamente archiviati, raccomandando a McFly e a Doc di scaldare la DeLorean per poter ricominciare là, dove ci eravamo lasciati.

FORZA FERE!

 

 

p.s. L'emozione più grande, concedetemela, è stata quando sono andato a prendere mio figlio a scuola, un po' prima dell'orario di uscita e la bidella m'ha guardato con gli occhi di chi la sapeva lunga ed un velo di nostalgia nello sguardo e m'ha detto:”Alla partita eh?.. eh, erano tanti anni che non accadeva più che i genitori venissero a prendere i figli prima per andare allo stadio.” Me so commosso!

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da lacrimuccia......però una cosa mi inquieta Faustì : ma che cazzo fai alle 2.13 in piedi a scrive ste cose???? :lol:

2049642[/snapback]

 

è probabile che dopo un amplesso, gli è venuta l'ispirazione di scrivere. :lol:

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da lacrimuccia......però una cosa mi inquieta Faustì : ma che cazzo fai alle 2.13 in piedi a scrive ste cose???? :lol:

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me lo chiedo pure io...

mi sa che non è tanto normale, vero?

 

è probabile che dopo un amplesso, gli è venuta l'ispirazione di scrivere.  :lol:

2049644[/snapback]

:P:D:D:lol:

Modificato da rosso e verde

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... davvero toccante ... cmq un grosso abbraccio a sta squadra ma credo che un applausone ce lo meritamo anche noi tifosi.... se non altro per quello che emo tribbulato st'anni....

 

AVANTI TERNI!!! AVANTI TERNANI!!!!

 

... ternana tu per me... sei l'unica passione..... ti porterò per sempre nel mio cuore....

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da lacrimuccia......però una cosa mi inquieta Faustì : ma che cazzo fai alle 2.13 in piedi a scrive ste cose???? :lol:

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è probabile che dopo un amplesso, gli è venuta l'ispirazione di scrivere. :lol:

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è più probabile che al posto dell'amplesso abbia scritto queste cose :D

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da lacrimuccia......però una cosa mi inquieta Faustì : ma che cazzo fai alle 2.13 in piedi a scrive ste cose???? :lol:

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è probabile che dopo un amplesso, gli è venuta l'ispirazione di scrivere. :lol:

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è più probabile che al posto dell'amplesso abbia scritto queste cose :D

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:dito: :dito: :botte:

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non solo tifosi, i ternani sono anche splendidi narratori. Un pezzo di autore di cui chiedo a Fausti l'autorizzazione di pubblicarlo sul mio profilo facebook. Neanche mio padre sarebbe stato tanto bravo :) :).

Grazie per ogni singola parola, periodo, virgola, punto virgola e punto.

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non solo tifosi, i ternani sono anche splendidi narratori. Un pezzo di autore di cui chiedo a Fausti l'autorizzazione di pubblicarlo sul mio profilo facebook. Neanche mio padre sarebbe stato tanto bravo :) :).

Grazie per ogni singola parola, periodo, virgola, punto virgola e punto.

2050264[/snapback]

ci mancherebbe! è un onore veddere il mio pezzo pubblicato su profili altrui.

Grazie

Fausto Ottaviani

 

p.s. puoi anche chiedermi l'amicizia su fb e condividere!!!! :)

 

p.s.2: Faustì è il diminutivo di Fausto, forse perchè ancora mi manca qualche grammo per i 100 Kg di stazza!!!! :lol:

Modificato da rosso e verde

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non solo tifosi, i ternani sono anche splendidi narratori. Un pezzo di autore di cui chiedo a Fausti l'autorizzazione di pubblicarlo sul mio profilo facebook. Neanche mio padre sarebbe stato tanto bravo :) :).

Grazie per ogni singola parola, periodo, virgola, punto virgola e punto.

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ci mancherebbe! è un onore veddere il mio pezzo pubblicato su profili altrui.

Grazie

Fausto Ottaviani

 

p.s. puoi anche chiedermi l'amicizia su fb e condividere!!!! :)

 

p.s.2: Faustì è il diminutivo di Fausto, forse perchè ancora mi manca qualche grammo per i 100 Kg di stazza!!!! :lol:

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Non ti conosco come tutti gli altri, ma ti volevo fare i complimenti per quello che hai scritto e per come lo hai scritto.

Traspira passione amore e tenerezza, complimenti ancora, chiudo porgendoti la mano per condividere una, purtroppo, solo digitale calorosa stretta di mano.

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complimenti,bellissime parole,si vede trasparire quella passione che molta gente ha ma che per le note vicende ha un po' allentato....poi c'è chi c'è andato e neanche sapeva con chi giocava e quanti giocatori sono,ma di certo il richiamo è stato grande ed è stata una bella emozione...non saprei che tipo di tifoso definirmi nel senso gioco a calcio da 27 anni,a casa fino a 1 anno fa nel pc i miei giochi erano "scudetto" e Pes ,alla X-box i giochi sicuri sono Pes e Fifa,eppure allo stadio ci sono andato sempre poco anche quando si stava in serie B e per questo mi ritengo essere coerente,ma spessissimo la seguivo alla radio con il mitico ivano mari,poi indubbiamente l'ultime vicende per chi non la vive ,e non nascondo che anche quest'anno ho sempre pensato di dover far passare la pausa natalizia per vedere cosa avessero intenzione,ma mi sono ricreduto nel fatto che la squadra merita il sostegno e il fatto che i giocatori si scusino,chiedano ai meno presenti di esserci o cmq invogliare la presenza secondo me è una bella cosa che anni indietro non ricordo, poi vedere lo stadio così è sempre una bellezza e questo fa si che ci si voglia organizzare.... D'accordo con la moglie(12 anni di abbonamento,ultimamente ha allentato e viene ogni tanto) lasciamo il nostro piccolo di 2 anni alla nonna e verremo alla prossima partita con l'Avellino al liberati se non vado errato......concordo pure sul fatto che l'avere una società stabile dietro sia fondamentale.....complimenti ancora

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da lacrimuccia......però una cosa mi inquieta Faustì : ma che cazzo fai alle 2.13 in piedi a scrive ste cose???? :lol:

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è probabile che dopo un amplesso, gli è venuta l'ispirazione di scrivere. :lol:

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Beato lui... A me da un po' de tempo dopo l'amplesso me fa solo male il polso :o:o:o:o

 

 

 

 

P.S. Gran bel pezzo, ottime parole. Continuiamo a sperare che le nubi siano passate e si stia andando verso un periodo migliore per tutti i tifosi delle FERE!

Modificato da Sandokan

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da lacrimuccia......però una cosa mi inquieta Faustì : ma che cazzo fai alle 2.13 in piedi a scrive ste cose???? :lol:

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è probabile che dopo un amplesso, gli è venuta l'ispirazione di scrivere. :lol:

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Beato lui... A me da un po' de tempo dopo l'amplesso me fa solo male il polso :o:o:o:o

 

 

 

 

P.S. Gran bel pezzo, ottime parole. Continuiamo a sperare che le nubi siano passate e si stia andando verso un periodo migliore per tutti i tifosi delle FERE!

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:rotfl2: :rotfl2:

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IO VORREI CAPIRE UNA COSA E LA CHIEDO A VOI:

PERCHè CI DEVE ESSERE SEMPRE QUALCUNO CHE VUOLE OSTINATAMENTE FARE POLEMICA ANCHE SU UN VIDEO TOCCANTE E COMMOVENTE COME QUESTO

PERCHè SI VUOLE A TUTTI I COSTI LA GUERRA ?

PERCHè QUESTA SMANIA DI RIVENDICARE RIEMPENDOSI LA BOCCA DI FEDE ROSSOVERDE

PERCHè CONTINUARE A COMMENTARE SPARANDO SUI TUOI CONCITTADINI TIFOSI QUANTO TE NE PIù NE MENO....

 

FORSE è ORA DI METTERE DA PARTE LE PAROLE E COMINCIARE CON I FATTI...

 

p.s.

Gran belle parole che hanno descritto quello che in molti abbiamo vissuto Sabato.

Complimenti davvero

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grazie...una lettera toccante e bellissima!!!

hai trovato le parole giuste per descrivere un 'emozione indescrivibile.

 

 

alcuni dei ricordi più belli che ho della mia infanzia è proprio quando mio padre mi portava con lui allo stadio....

sapere che dopo questi lunghi anni bui per i nostri colori, queste cose accadono ancora, è per me motivo di grande sollievo....

stai regalando ricordi indimenticabili al tuo bimbo ...e spero questo sia solo l'inizio!!!

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Ciao ROSSO e VERDE, probabilmente ti conosco ma non metto insieme il nome alla persona, quando ho visto il testo ho pensato ale' semo a li poemi, poi ho cominciato a leggere e ....Ti VOGLIO RINGRAZIARE.

Per me può essere una pagina/poesia/manifesto da..... facce UN PARTITO!!!

Con TOSCULU presidente me iscrivo SUBITO!!!!!!!

UN ABBRACCIO ROSSOVERDE!

 

:fumo:

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Ora so come si dev'essere sentito il buon McFly quando Doc lo scarrozzava, con la DeLorean, a spasso nel tempo.

È stato come riavvolgere il nastro (ma ha più senso questa frase nell'era digitale?) e tornare indietro di quasi 8 anni. E ricominciare. Come se il tempo non fosse passato. Come se l'ultima in casa fosse stata contro il Toro o contro il Napoli, o il Bologna, il Brescia, il Chievo, il VeneziaMestre, la Florenzia Viola, l'Ascoli o il Treviso di Gallo.

Come se ancora non ci fossero i tornelli, i prefiltraggi, il biglietto nominativo con tanto di carta d'identità o, addirittura, di tesserino sanitario per i bambini come mio figlio.

Già, mio figlio, che oggi ha otto anni e che per la seconda volta, quest'anno era a vedere le fere.

Mio figlio che quando ancora era nella carrozzina, potevo uscire a prenderlo a pochi minuti dalla fine e portarmelo accanto sugli scaloni dello stadio. Perchè si poteva. Già, gli ultimi minuti delle gare “aprivano i cancelli” e si poteva entrare senza pagare. Qualche fidanzata o qualche moglie lo faceva, e anche qualche bambino, per vivere per qualche minuto accanto al fidanzato, marito o padre che a quella passione proprio non poteva rinunciare.

È stato come se ancora non ci fossero quelle scale metalliche e quelle passerelle a rendere accessibile e scavalcabile il mitico “fossato” del Liberati.

Nientemeno, è stato come quando non c'era il posto assegnato con tanto di “stewart” che ti aiuta a trovare il “gradone” giusto, magari allontanando l'abusivo che si era oltraggiosamente permesso di occuparlo, come se quel “Fila F, posto 52” fosse un marchio di qualità, come se quell'abusivo non tifasse la tua stessa squadra, con la tua stessa passione, il tuo stesso spirito di sacrificio, le tue stesse emozioni; come se lui non fosse degno di occupare quel “F-52” stampato su quel bel foglio colorato, accanto al proprio nome e cognome e a tutta una serie infinita di codici e codicelli, numeri e simboli che per un paio di giorni ti hanno fatto compagnia nel portafoglio, anzi per meglio dire nella tasca del giaccone visto che difficilmente il lenzuolino colorato troverebbe posto nel portafoglio; come se le file, le attese, le telefonate e le ricerche sui vari siti internet che ti hanno permesso di giungere in possesso del prezioso tagliando, ti avessero quasi assegnato, per quel giorno, quel pezzetto di cemento che, ora, non sei disposto a cedere a nessuno.

È stato come quando sui biglietti c'era scritto “riserva B” perchè erano finiti i tagliandi con la scritta della squadra ospite e non c'era tempo per ristamparli.

E la rotatoria? E la “canna da pesca”? Non c'erano.

C'era il “curvone” dei botteghini dello stadio. I porchettari, invece, ci sono sempre stati; come l'attraversamento pedonale e il bar, che da poco era diventato Bar “Sorriso”, però c'era.   

Ed è proprio lì, davanti al Bar Sorriso che sono tornato indietro nel tempo, che mi sono trovato come il Marty McFly, scaraventato indietro di 8 anni.

Qualche capello in meno, qualche chilo in più, un bimbo di 8 anni stretto per mano che guardava con occhi meravigliati quello di cui non poteva avere ricordi lucidi, ma per il resto è stato come se questi 8 anni non fossero passati.

Ritrovare quei visi noti, che per anni hanno fatto da contorno quindicinale ad una passione infinita, è stato un pugno nello stomaco.

Non riesco a descrivere quello che posso aver provato in quei minuti. Forse, a qualcuno, può sembrare stupido o fuori luogo, però io, in quel momento, mi sono commosso.

E mi sono sentito veramente come se tutto quel tempo non fosse affatto passato; come se gli anni più bui della storia rossoverde non fossero mai esistiti. Come se, veramente, fossero trascorsi solo 15 giorni dall'ultima volta che avevo visto il volto di acidflash o quello di cesenticerqua o di larvone, di purinum, di bluesbrothers, di mrs.brightside e di tutti gli altri paci, ardunati attorno all'amore per i colori rossoverdi.

Certo, quindici giorni fa, per andare alla nord, potevo passare sotto l'amata ed indimenticabile est, dove altri tanti, tantissimi amici, stavano srotolando gli striscioni per colorare di rossoverde tutta la curva; quindici giorni fa non dovevo superare un percorso di guerra delimitato da alte recinzioni e non dovevo per forza passare per viale dello stadio ma poco importa. Altri volti noti, altri amici li avrei lo stesso incontrati, intenti a raggiungere il proprio punto d'osservazione magari alla sud o ai distinti, avvolti nei vessilli rossoverdi più inimmaginabili.

Ma una volta raggiunto lo scalone, o la ringhiera, o il posto in piedi al “terzo anello” il “respiro” impetuoso del Liberati è tornato ad impregnare l'atmosfera, ad occupare prepotentemente lo spazio visibile, ad accogliere, coccolare e spingere le “fere” dal momento in cui escono per la prima volta dal tunnel degli spogliatoi. E il respiro è sempre quello di 8 anni fa.

Ed è ancora trascinante, coinvolgente, travolgente, impetuoso, affascinante, avvincente, appassionante ed avvolgente; è ancora facilmente riconoscibile; magari leggermente arrugginito ma sempre unico ed inimitabile.

Perchè nonostante gli 8 anni in cui è rimasto sopito, in fondo, è sempre generato da quella grande ed interminabile passione che la gente di Terni prova per i propri beniamini, i propri colori e chi li rappresenta.

Perchè nel frattempo, forse, ci siamo persi una generazione di ragazzi che non ha mai avuto modo di sentire quel profondo respiro; perchè tanti avranno avuto modo di preferire altre passioni a quella rossoverde, perchè tanti sono stati vigliaccamente allontanati da quella passione; perchè per tanti altri era sicuramente la prima volta che facevano parte del respiro... ma il risultato è stato lo stesso emozionante.

E pensare che per avere tutto questo bastava veramente poco.

Perchè non serviva per forza una squadra ammazza-campionato, non serviva per forza un tecnico bravo, preparato e competente che fa muovere a proprio piacimento undici ragazzi che credono ciecamente in lui e giocano sempre dando tutto quello che hanno in corpo.

Non serviva nulla di tutto questo. Il respiro del Liberati c'è stato anche quando gli avversari erano l'Angizia Luco o l'Astrea.

Bastava avere una “società” presentabile; un presidente e dei dirigenti che non offendono, denuncino o sbeffeggino i propri tifosi, depauperando un patrimonio di giocatori e tecnici faticosamente creato nel tempo. Ci saremmo accontentati del minimo sindacale.

Ma ora che oltre a tutto ciò abbiamo anche un vero tecnico e dei veri giocatori, possiamo veramente dire di essere tornati indietro nel tempo. Un piccolo sforzo, ancora. Il pagamento degli ultimi debiti, coi tifosi e con il Comune, e veramente si potrebbe dire che 8 anni di vergogna potrebbero essere definitivamente archiviati, raccomandando a McFly e a Doc di scaldare la DeLorean per poter  ricominciare là, dove ci eravamo lasciati.

FORZA FERE! 

 

 

p.s. L'emozione più grande, concedetemela, è stata quando sono andato a prendere mio figlio a scuola, un po' prima dell'orario di uscita e la bidella m'ha guardato con gli occhi di chi la sapeva lunga ed un velo di nostalgia nello sguardo e m'ha detto:”Alla partita eh?.. eh, erano tanti anni che non accadeva più che i genitori venissero a prendere i figli prima per andare allo stadio.” Me so commosso!

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Grandissimo... :clap::clap::clap: ...Paperaro....... :D ......ma grandissimo...!!

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Ora so come si dev'essere sentito il buon McFly quando Doc lo scarrozzava, con la DeLorean, a spasso nel tempo.

È stato come riavvolgere il nastro (ma ha più senso questa frase nell'era digitale?) e tornare indietro di quasi 8 anni. E ricominciare. Come se il tempo non fosse passato. Come se l'ultima in casa fosse stata contro il Toro o contro il Napoli, o il Bologna, il Brescia, il Chievo, il VeneziaMestre, la Florenzia Viola, l'Ascoli o il Treviso di Gallo.

Come se ancora non ci fossero i tornelli, i prefiltraggi, il biglietto nominativo con tanto di carta d'identità o, addirittura, di tesserino sanitario per i bambini come mio figlio.

Già, mio figlio, che oggi ha otto anni e che per la seconda volta, quest'anno era a vedere le fere.

Mio figlio che quando ancora era nella carrozzina, potevo uscire a prenderlo a pochi minuti dalla fine e portarmelo accanto sugli scaloni dello stadio. Perchè si poteva. Già, gli ultimi minuti delle gare “aprivano i cancelli” e si poteva entrare senza pagare. Qualche fidanzata o qualche moglie lo faceva, e anche qualche bambino, per vivere per qualche minuto accanto al fidanzato, marito o padre che a quella passione proprio non poteva rinunciare.

È stato come se ancora non ci fossero quelle scale metalliche e quelle passerelle a rendere accessibile e scavalcabile il mitico “fossato” del Liberati.

Nientemeno, è stato come quando non c'era il posto assegnato con tanto di “stewart” che ti aiuta a trovare il “gradone” giusto, magari allontanando l'abusivo che si era oltraggiosamente permesso di occuparlo, come se quel “Fila F, posto 52” fosse un marchio di qualità, come se quell'abusivo non tifasse la tua stessa squadra, con la tua stessa passione, il tuo stesso spirito di sacrificio, le tue stesse emozioni; come se lui non fosse degno di occupare quel “F-52” stampato su quel bel foglio colorato, accanto al proprio nome e cognome e a tutta una serie infinita di codici e codicelli, numeri e simboli che per un paio di giorni ti hanno fatto compagnia nel portafoglio, anzi per meglio dire nella tasca del giaccone visto che difficilmente il lenzuolino colorato troverebbe posto nel portafoglio; come se le file, le attese, le telefonate e le ricerche sui vari siti internet che ti hanno permesso di giungere in possesso del prezioso tagliando, ti avessero quasi assegnato, per quel giorno, quel pezzetto di cemento che, ora, non sei disposto a cedere a nessuno.

È stato come quando sui biglietti c'era scritto “riserva B” perchè erano finiti i tagliandi con la scritta della squadra ospite e non c'era tempo per ristamparli.

E la rotatoria? E la “canna da pesca”? Non c'erano.

C'era il “curvone” dei botteghini dello stadio. I porchettari, invece, ci sono sempre stati; come l'attraversamento pedonale e il bar, che da poco era diventato Bar “Sorriso”, però c'era.    

Ed è proprio lì, davanti al Bar Sorriso che sono tornato indietro nel tempo, che mi sono trovato come il Marty McFly, scaraventato indietro di 8 anni.

Qualche capello in meno, qualche chilo in più, un bimbo di 8 anni stretto per mano che guardava con occhi meravigliati quello di cui non poteva avere ricordi lucidi, ma per il resto è stato come se questi 8 anni non fossero passati.

Ritrovare quei visi noti, che per anni hanno fatto da contorno quindicinale ad una passione infinita, è stato un pugno nello stomaco.

Non riesco a descrivere quello che posso aver provato in quei minuti. Forse, a qualcuno, può sembrare stupido o fuori luogo, però io, in quel momento, mi sono commosso.

E mi sono sentito veramente come se tutto quel tempo non fosse affatto passato; come se gli anni più bui della storia rossoverde non fossero mai esistiti. Come se, veramente, fossero trascorsi solo 15 giorni dall'ultima volta che avevo visto il volto di acidflash o quello di cesenticerqua o di larvone, di purinum, di bluesbrothers, di mrs.brightside e di tutti gli altri paci, ardunati attorno all'amore per i colori rossoverdi.

Certo, quindici giorni fa, per andare alla nord, potevo passare sotto l'amata ed indimenticabile est, dove altri tanti, tantissimi amici, stavano srotolando gli striscioni per colorare di rossoverde tutta la curva; quindici giorni fa non dovevo superare un percorso di guerra delimitato da alte recinzioni e non dovevo per forza passare per viale dello stadio ma poco importa. Altri volti noti, altri amici li avrei lo stesso incontrati, intenti a raggiungere il proprio punto d'osservazione magari alla sud o ai distinti, avvolti nei vessilli rossoverdi più inimmaginabili.

Ma una volta raggiunto lo scalone, o la ringhiera, o il posto in piedi al “terzo anello” il “respiro” impetuoso del Liberati è tornato ad impregnare l'atmosfera, ad occupare prepotentemente lo spazio visibile, ad accogliere, coccolare e spingere le “fere” dal momento in cui escono per la prima volta dal tunnel degli spogliatoi. E il respiro è sempre quello di 8 anni fa.

Ed è ancora trascinante, coinvolgente, travolgente, impetuoso, affascinante, avvincente, appassionante ed avvolgente; è ancora facilmente riconoscibile; magari leggermente arrugginito ma sempre unico ed inimitabile.

Perchè nonostante gli 8 anni in cui è rimasto sopito, in fondo, è sempre generato da quella grande ed interminabile passione che la gente di Terni prova per i propri beniamini, i propri colori e chi li rappresenta.

Perchè nel frattempo, forse, ci siamo persi una generazione di ragazzi che non ha mai avuto modo di sentire quel profondo respiro; perchè tanti avranno avuto modo di preferire altre passioni a quella rossoverde, perchè tanti sono stati vigliaccamente allontanati da quella passione; perchè per tanti altri era sicuramente la prima volta che facevano parte del respiro... ma il risultato è stato lo stesso emozionante.

E pensare che per avere tutto questo bastava veramente poco.

Perchè non serviva per forza una squadra ammazza-campionato, non serviva per forza un tecnico bravo, preparato e competente che fa muovere a proprio piacimento undici ragazzi che credono ciecamente in lui e giocano sempre dando tutto quello che hanno in corpo.

Non serviva nulla di tutto questo. Il respiro del Liberati c'è stato anche quando gli avversari erano l'Angizia Luco o l'Astrea.

Bastava avere una “società” presentabile; un presidente e dei dirigenti che non offendono, denuncino o sbeffeggino i propri tifosi, depauperando un patrimonio di giocatori e tecnici faticosamente creato nel tempo. Ci saremmo accontentati del minimo sindacale.

Ma ora che oltre a tutto ciò abbiamo anche un vero tecnico e dei veri giocatori, possiamo veramente dire di essere tornati indietro nel tempo. Un piccolo sforzo, ancora. Il pagamento degli ultimi debiti, coi tifosi e con il Comune, e veramente si potrebbe dire che 8 anni di vergogna potrebbero essere definitivamente archiviati, raccomandando a McFly e a Doc di scaldare la DeLorean per poter  ricominciare là, dove ci eravamo lasciati.

FORZA FERE! 

 

 

p.s. L'emozione più grande, concedetemela, è stata quando sono andato a prendere mio figlio a scuola, un po' prima dell'orario di uscita e la bidella m'ha guardato con gli occhi di chi la sapeva lunga ed un velo di nostalgia nello sguardo e m'ha detto:”Alla partita eh?.. eh, erano tanti anni che non accadeva più che i genitori venissero a prendere i figli prima per andare allo stadio.” Me so commosso!

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Grandissimo... :clap::clap::clap: ...Paperaro....... :D ......ma grandissimo...!!

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sei peggio de Tagliavento.... :lol:

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Ora so come si dev'essere sentito il buon McFly quando Doc lo scarrozzava, con la DeLorean, a spasso nel tempo.

È stato come riavvolgere il nastro (ma ha più senso questa frase nell'era digitale?) e tornare indietro di quasi 8 anni. E ricominciare. Come se il tempo non fosse passato. Come se l'ultima in casa fosse stata contro il Toro o contro il Napoli, o il Bologna, il Brescia, il Chievo, il VeneziaMestre, la Florenzia Viola, l'Ascoli o il Treviso di Gallo.

Come se ancora non ci fossero i tornelli, i prefiltraggi, il biglietto nominativo con tanto di carta d'identità o, addirittura, di tesserino sanitario per i bambini come mio figlio.

Già, mio figlio, che oggi ha otto anni e che per la seconda volta, quest'anno era a vedere le fere.

Mio figlio che quando ancora era nella carrozzina, potevo uscire a prenderlo a pochi minuti dalla fine e portarmelo accanto sugli scaloni dello stadio. Perchè si poteva. Già, gli ultimi minuti delle gare “aprivano i cancelli” e si poteva entrare senza pagare. Qualche fidanzata o qualche moglie lo faceva, e anche qualche bambino, per vivere per qualche minuto accanto al fidanzato, marito o padre che a quella passione proprio non poteva rinunciare.

È stato come se ancora non ci fossero quelle scale metalliche e quelle passerelle a rendere accessibile e scavalcabile il mitico “fossato” del Liberati.

Nientemeno, è stato come quando non c'era il posto assegnato con tanto di “stewart” che ti aiuta a trovare il “gradone” giusto, magari allontanando l'abusivo che si era oltraggiosamente permesso di occuparlo, come se quel “Fila F, posto 52” fosse un marchio di qualità, come se quell'abusivo non tifasse la tua stessa squadra, con la tua stessa passione, il tuo stesso spirito di sacrificio, le tue stesse emozioni; come se lui non fosse degno di occupare quel “F-52” stampato su quel bel foglio colorato, accanto al proprio nome e cognome e a tutta una serie infinita di codici e codicelli, numeri e simboli che per un paio di giorni ti hanno fatto compagnia nel portafoglio, anzi per meglio dire nella tasca del giaccone visto che difficilmente il lenzuolino colorato troverebbe posto nel portafoglio; come se le file, le attese, le telefonate e le ricerche sui vari siti internet che ti hanno permesso di giungere in possesso del prezioso tagliando, ti avessero quasi assegnato, per quel giorno, quel pezzetto di cemento che, ora, non sei disposto a cedere a nessuno.

È stato come quando sui biglietti c'era scritto “riserva B” perchè erano finiti i tagliandi con la scritta della squadra ospite e non c'era tempo per ristamparli.

E la rotatoria? E la “canna da pesca”? Non c'erano.

C'era il “curvone” dei botteghini dello stadio. I porchettari, invece, ci sono sempre stati; come l'attraversamento pedonale e il bar, che da poco era diventato Bar “Sorriso”, però c'era.    

Ed è proprio lì, davanti al Bar Sorriso che sono tornato indietro nel tempo, che mi sono trovato come il Marty McFly, scaraventato indietro di 8 anni.

Qualche capello in meno, qualche chilo in più, un bimbo di 8 anni stretto per mano che guardava con occhi meravigliati quello di cui non poteva avere ricordi lucidi, ma per il resto è stato come se questi 8 anni non fossero passati.

Ritrovare quei visi noti, che per anni hanno fatto da contorno quindicinale ad una passione infinita, è stato un pugno nello stomaco.

Non riesco a descrivere quello che posso aver provato in quei minuti. Forse, a qualcuno, può sembrare stupido o fuori luogo, però io, in quel momento, mi sono commosso.

E mi sono sentito veramente come se tutto quel tempo non fosse affatto passato; come se gli anni più bui della storia rossoverde non fossero mai esistiti. Come se, veramente, fossero trascorsi solo 15 giorni dall'ultima volta che avevo visto il volto di acidflash o quello di cesenticerqua o di larvone, di purinum, di bluesbrothers, di mrs.brightside e di tutti gli altri paci, ardunati attorno all'amore per i colori rossoverdi.

Certo, quindici giorni fa, per andare alla nord, potevo passare sotto l'amata ed indimenticabile est, dove altri tanti, tantissimi amici, stavano srotolando gli striscioni per colorare di rossoverde tutta la curva; quindici giorni fa non dovevo superare un percorso di guerra delimitato da alte recinzioni e non dovevo per forza passare per viale dello stadio ma poco importa. Altri volti noti, altri amici li avrei lo stesso incontrati, intenti a raggiungere il proprio punto d'osservazione magari alla sud o ai distinti, avvolti nei vessilli rossoverdi più inimmaginabili.

Ma una volta raggiunto lo scalone, o la ringhiera, o il posto in piedi al “terzo anello” il “respiro” impetuoso del Liberati è tornato ad impregnare l'atmosfera, ad occupare prepotentemente lo spazio visibile, ad accogliere, coccolare e spingere le “fere” dal momento in cui escono per la prima volta dal tunnel degli spogliatoi. E il respiro è sempre quello di 8 anni fa.

Ed è ancora trascinante, coinvolgente, travolgente, impetuoso, affascinante, avvincente, appassionante ed avvolgente; è ancora facilmente riconoscibile; magari leggermente arrugginito ma sempre unico ed inimitabile.

Perchè nonostante gli 8 anni in cui è rimasto sopito, in fondo, è sempre generato da quella grande ed interminabile passione che la gente di Terni prova per i propri beniamini, i propri colori e chi li rappresenta.

Perchè nel frattempo, forse, ci siamo persi una generazione di ragazzi che non ha mai avuto modo di sentire quel profondo respiro; perchè tanti avranno avuto modo di preferire altre passioni a quella rossoverde, perchè tanti sono stati vigliaccamente allontanati da quella passione; perchè per tanti altri era sicuramente la prima volta che facevano parte del respiro... ma il risultato è stato lo stesso emozionante.

E pensare che per avere tutto questo bastava veramente poco.

Perchè non serviva per forza una squadra ammazza-campionato, non serviva per forza un tecnico bravo, preparato e competente che fa muovere a proprio piacimento undici ragazzi che credono ciecamente in lui e giocano sempre dando tutto quello che hanno in corpo.

Non serviva nulla di tutto questo. Il respiro del Liberati c'è stato anche quando gli avversari erano l'Angizia Luco o l'Astrea.

Bastava avere una “società” presentabile; un presidente e dei dirigenti che non offendono, denuncino o sbeffeggino i propri tifosi, depauperando un patrimonio di giocatori e tecnici faticosamente creato nel tempo. Ci saremmo accontentati del minimo sindacale.

Ma ora che oltre a tutto ciò abbiamo anche un vero tecnico e dei veri giocatori, possiamo veramente dire di essere tornati indietro nel tempo. Un piccolo sforzo, ancora. Il pagamento degli ultimi debiti, coi tifosi e con il Comune, e veramente si potrebbe dire che 8 anni di vergogna potrebbero essere definitivamente archiviati, raccomandando a McFly e a Doc di scaldare la DeLorean per poter  ricominciare là, dove ci eravamo lasciati.

FORZA FERE! 

 

 

p.s. L'emozione più grande, concedetemela, è stata quando sono andato a prendere mio figlio a scuola, un po' prima dell'orario di uscita e la bidella m'ha guardato con gli occhi di chi la sapeva lunga ed un velo di nostalgia nello sguardo e m'ha detto:”Alla partita eh?.. eh, erano tanti anni che non accadeva più che i genitori venissero a prendere i figli prima per andare allo stadio.” Me so commosso!

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Grandissimo... :clap::clap::clap: ...Paperaro....... :D ......ma grandissimo...!!

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sei peggio de Tagliavento.... :lol:

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E QUANNO FA LU GUARDIALINE PEGGIO DE ROMAGNOLI

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