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Bluesbrother

CIAO TERNANA

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In un mondo ideale in cui regni la logica il giudizio su questa società sarebbe già definitivo al 1 febbraio (per me dall'estate ma vabbè, io so un gufo): nome storpiato, simbolo idem, mercato al guadagno in estate, mercato a zero in inverno, staff tecnico improponibile, proclami deliranti ecc ecc, e al limite potrebbe variare in positivo il giudizio su squadra e allenatore se ci dovessimo salvare. Poi nel mondo reale il cuzzurà de lo pallò in un verso o nell'altro cambierà il giudizio anche sulla società.

condivido, se vinci e magari i nuovi rendono (come signori che ha segnato subito lunedi sera) un plauso alla squadra e un piccolo merito alla società che li ha presi ma che non può compensare quanto visto (e soprattutto sentito) fino a oggi....purtroppo anche questi dell'unicusano non sono affidabili

  • Voto Negativo 2

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Guarda che sgommata il quisling gerontofilo...

 

"Purtroppo non si sono mostrati affidabili", data 1 febbraio. Parole dure ma coerenti, che non fanno sconti. Manco il minim sindacale de decenza de sta zitti. Adesso mancano il professore e biancorossi.com a fare i masanielli e poi semo tutti.

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Guarda che sgommata il quisling gerontofilo...

 

"Purtroppo non si sono mostrati affidabili", data 1 febbraio. Parole dure ma coerenti, che non fanno sconti. Manco il minim sindacale de decenza de sta zitti. Adesso mancano il professore e biancorossi.com a fare i masanielli e poi semo tutti.

 

Bisogna capirli, viste le premesse chi l'avrebbe mai detto!

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Guarda che sgommata il quisling gerontofilo...

 

"Purtroppo non si sono mostrati affidabili", data 1 febbraio. Parole dure ma coerenti, che non fanno sconti. Manco il minim sindacale de decenza de sta zitti. Adesso mancano il professore e biancorossi.com a fare i masanielli e poi semo tutti.

Vedi io davanti ai fatti se sbaglio cambio idea..

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Vedi io davanti ai fatti se sbaglio cambio idea..

Guarda io penso che la discussione qui non sia tra chi più ci tiene alla squadra e chi meno (esclusa qualche ironia da splendido splendente sul mio nik di qualche post fa) e neppure su chi c'abbia la patente da coerente piuttosto che da intelligente rispetto a presunti ingenui e/o inversionisti da mettere alla pubblica gogna ritirandone fuori i post (una specie di squallido processo proletario a cui dovrebbe seguire il ravvedimento dello stolto).

Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Modificato da Semprerossoverde

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Guarda io penso che la discussione qui non sia tra chi più ci tiene alla squadra e chi meno (esclusa qualche ironia da splendido splendente sul mio nik di qualche post fa) e neppure su chi c'abbia la patente da coerente piuttosto che da intelligente rispetto a presunti ingenui e/o inversionisti da mettere alla pubblica gogna ritirandone fuori i post (una specie di squallido processo proletario a cui dovrebbe seguire il ravvedimento dello stolto).

Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Quoto pure li spazi. E complimenti per ciò che hai scritto.

 

Ma temo che abbia scritto talmente bene che questo post lo capiremo in 5. E chi so li 5 è scontato.

Modificato da Lu fallacciano

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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

dovresti scrive più spesso ;)

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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

In prima pagina come manifesto programmatico.

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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

 

E' perfetto e condivisibile quello che scrivi, ma siamo sicuri che il calcio possa ancora rappresentare quello che dici?

Se lo merita questo ruolo nelle nostre vite?

A mio parere c'è solo chi è più abile ad unire marketing e rispetto delle emozioni dei tifosi, che ti mette la giusta dose di vasellina, che ti dà un bacetto nel momento giusto... ma sempre di zoccole stiamo parlando... perché di soldi ed interessi ormai ne girano troppi... e la situazione in Lega ne è un esempio lampante.

  • Voto Positivo 1

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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Tutto molto bello, quasi romantico.

Peccato solo che è in sostanza la negazione di un dialogo paritario.

Dialogo che può e deve avvenire anche tra persone che hanno diverse vedute, perche è con queste che dovremmo metterci in gioco ed uscirne magari reciprocamente arricchiti.

Ma invece no... perché forse il sentirsi migliori e diversi, è la cura alle vostre ferite.

Io ti/vi rispetto, ma più leggo certe cose più sono convinto che non potra mai essere reciproco.

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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Ho molto apprezzato

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Guarda io penso che la discussione qui non sia tra chi più ci tiene alla squadra e chi meno (esclusa qualche ironia da splendido splendente sul mio nik di qualche post fa) e neppure su chi c'abbia la patente da coerente piuttosto che da intelligente rispetto a presunti ingenui e/o inversionisti da mettere alla pubblica gogna ritirandone fuori i post (una specie di squallido processo proletario a cui dovrebbe seguire il ravvedimento dello stolto).

Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Perfetto! :)

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Guarda io penso che la discussione qui non sia tra chi più ci tiene alla squadra e chi meno (esclusa qualche ironia da splendido splendente sul mio nik di qualche post fa) e neppure su chi c'abbia la patente da coerente piuttosto che da intelligente rispetto a presunti ingenui e/o inversionisti da mettere alla pubblica gogna ritirandone fuori i post (una specie di squallido processo proletario a cui dovrebbe seguire il ravvedimento dello stolto).

Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Preciso. Complimenti

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Guarda io penso che la discussione qui non sia tra chi più ci tiene alla squadra e chi meno (esclusa qualche ironia da splendido splendente sul mio nik di qualche post fa) e neppure su chi c'abbia la patente da coerente piuttosto che da intelligente rispetto a presunti ingenui e/o inversionisti da mettere alla pubblica gogna ritirandone fuori i post (una specie di squallido processo proletario a cui dovrebbe seguire il ravvedimento dello stolto).

Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

Complimenti per il post, veramente notevole, ma credo allo stesso tempo utopico. La tua idea, ma non solo tua, è quello che vorremmo tutti in fondo, è applicabile alla realtà odierna? Quanti esempi abbiamo nella realtà? Magari mi sbaglio, ma credo pochi. Dovremmo tornare indietro di secoli e trovare un mecenate con disponibilità illimitate, innamorato dei colori e al tempo stesso rispettoso nei confronti di chi quei colori li ama come o più di lui, una specie di Moratti, solo più intelligente....un sogno.
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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

E' chiaro che parti da due approcci diversi, ma questo non vuol dire non avere gli stessi obiettivi: tutti vogliamo il meglio per la massima rappresentanza sportiva della nostra città, poi c'è chi ha delle priorità che in questo caso sono state calpestate e quindi ha già deciso che la cosa non gli sta bene e chi invece valuta anche altri fattori. Io penso che serietà, passone e rispetto vengano al primo posto, questi signori hanno dimostrato di non averne quindi non li ritengo piu' adatti a guidare la ternana. Quando questi valori sono stati calpestati in passato da longarini io desideravo il fallimento perché per me contavano piu' dei risultati sul campo, anche in questo caso non faccio eccezioni, fermo restando che non c'è bisogno di desiderare il fallimento per liberarsi di questi qua perché senza quote sequestrate di mezzo si può sperare in una normale cessione a breve

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concordo sul fatto del nome..di come viene gestita e di tantissime altre cose ...

 

MA ME SO ROTTO IL CAZZO DEVE VEDE E LEGGE SEMPRE LE STESSE COSE DIO CANE..

 

ps: sia chiaro che comunque condivido il pensiero...però damje un chiusa..semo patetici....Purtroppo a Terni nessuno ha voluto investire sulla Ternana, segno che i vari politicanti di merda della conca e i suoi grandi imprenditori se ne sbattono i coglioni della Ternana..questi c'avemo e questi ce tenemo..e non penso per poco...

Ve ripeto a costo de risultâ antipatico. Con quale credibilitâ chiedete di contestare.

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Il tema secondo me è più profondo e riguarda il modo che abbiamo di intendere il calcio e la nostra comune passione per questo sport e questa squadra.

Oggi tu dici che hai cambiato idea perché hai verificato l'incoerenza, l'inaffidabilità e la cialtroneria di questa società rispetto a quanto "promesso" al momento del suo insediamento.

Questo significa che la tua è stata una posizione razionale: questi affermano delle cose, io presumo (giustamente) la buona fede, verifico i fatti rispetto alle chiacchiere e se mantengono quanto promesso (almeno in termini di tentativo fatto, poi i risultati possono anche non venire) do un giudizio positivo, se invece ci prendono in giro allora fine del pregiudizio positivo e via alla contestazione.

La mia personale posizione (e quella di altri utenti) della scorsa estate è stata che indipendentemente da quanto sarebbero stati in grado di mantenere le promesse fatte (non potevo certo sapere in anticipo come si sarebbero comportati) l'approccio di questa proprietà alla Ternana non era di mio gradimento. Usare e subordinare le attività di una azienda al successo di un'altra azienda non è mai preludio di una storia di successo per l'azienda subordinata. Era chiaro dalle loro dichiarazioni che l'azienda subordinata era la Ternana, mentre l'azienda principale era l'Unicusano. Quindi, si ragionava in estate, il successo della Ternana sarà sempre subordinato e vincolato al successo di Unicusano, con la conseguenza che: a) se ci sono risorse economiche vanno prioritariamente a Unicusano e non sono distribuite in base al rendimento degli investimenti nelle due società b) la proprietà misurerà il successo della Ternana in base al ritorno ottenuto da Unicusano, il che significa che, pur in presenza di un eventuale risultato sportivo positivo, se questo non si fosse tramutato in più iscritti alla Unicusano, sarebbe stato comunque giudicato almeno inutile, con le conseguenze immaginabili nella ripartizione degli investimenti c) che nel momento in cui si rendessero conto che i ritorni su unicusano fossero inferiori alle attese, faremmo la fine del racing Fondi d) una operazione di marketing come quella fatta sul logo e sulla denominazione sociale della Ternana (e le altre che su questa falsariga potrebbero fare), che è incomprensibile per una squadra di calcio che non ha clienti ma tifosi, diventa del tutto normale nel contesto di subordinazione di questa azienda al reale e preminente interesse della proprietà, con l'effetto di dissociare irreparabilmente me (in quanto tifoso e non cliente della Ternana) da una cosa che amo e, quindi, farmi profondamente girare i coglioni per la privazione subita.

Come vedi qui non si tratta di cambiare idea. Tu non hai cambiato idea, ti sei evoluto nell'ambito del tuo processo logico e delle tue priorità in una direzione che era comunque contemplata dal tuo schema.

Io (ed altri) avevamo ed abbiamo proprio uno schema diverso, priorità diverse, vorrei dire "valori diversi". Per me lo schema non è razionale, ma sentimentale. La mia passione non può essere né violentata né subordinata. La mia passione vive indipendentemente dai risultati sportivi, dagli investimenti effettuati, dalla coerenza dei dirigenti di turno, vive per una identità (che raramente hai con una azienda), per i ricordi che ti suscita, per il senso di appartenenza e perché, diciamolo pure, il tifoso è un po' stupido sennò sarebbe uno sportivo. Quando qualcuno arriva e ti toglie questo, rende la tua passione irriconoscibile, un prodotto con le sue logiche di marketing (non importa se efficaci o meno), e soprattutto ti spiega che quella che per te è LA passione per lui è uno strumento di comunicazione, allora diventi orfano, anche con la squadra in serie A. Tu, invece, in questo ultimo caso, avresti elogiato le capacità imprenditoriali della proprietà e saresti stato ben lieto di sostenere, commentare e seguire una squadra di successo sentendola sempre tua probabilmente, perché, razionalmente, comunque si comporti tua madre (in senso figurato ovvio) è sempre tua madre biologica, comunque sei trattato al lavoro è sempre il tuo lavoro, comunque i ternani la pensino sul razzismo, l'immigrazione, l'aborto e i valori fondanti, questa è sempre la tua comunità.

Per me no. Per questo, pur rispettandoti, pur avendo "cambiato idea", pur non avendo affatto una pretesa di superiorità, non saremo mai uguali.

sul primo neretto: pic! :lol: era palesemente una battuta, e nemmeno cattiva, almeno così mi pareva. comunque, se t'ho urtato me ne scuso; stare a litigare è l'ultima delle mie voglie.

sul secondo neretto, ti dico una cosa: anche chi segue la ternana, chi non dice che è morta, chi continua a sgolarsi in curva, e macinare chilometri nelle trasferte ha uno schema diverso che voi non capite, e non è "basta che lu pallone cuzzura" (anche perché molti di questi la partita manco la guardano), ma è "basta che c'è la ternana", "basta che stiamo insieme grazie alla ternana", che la ternana esiste e va avanti, e con essa la città, che continua ad aggregare, a farci stare insieme, e possibilmente a gioire insieme. una passione che continua e non si arresta malgrado delusioni continue e un'onta enorme come lo stupro del nome e dello stemma...ma finché ci riuniremo dietro a quei colori, sempre quelli saremo, e sempre ternana sarà.

questo "voi" non capite, questo è lo "schema diverso" e "priorità diverse" che non capite, per citarti.

abbiamo tutti subito lo scempio del nome, ma chi comunque continua a seguire la ternana non può essere tacciato di essere filo-unicialtroni.

come non potete portare a paradigma di una tifoseria qualche filo-unicialtroni che inevitabilmente esiste, che esiste in ogni tifoseria e città, perché fa parte della varietà umana.

io lo ripeto, nei momenti di difficoltà bisogna unirsi e aiutarsi. io dico di aiutarci...ma lo vado dicendo già da giugno, ma ora lo dico ancora più forte, perché la cialtroneria di questi soggetti è diventata ormai evidente anche a chi (e qui concordo con tomas) ha cercato e inseguito una normalità che non c'è mai stata. ma lo ha fatto in buona fede, e in tutta franchezza non mi sento di condannarlo nè insultarlo.

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sul primo neretto: pic! :lol: era palesemente una battuta, e nemmeno cattiva, almeno così mi pareva. comunque, se t'ho urtato me ne scuso; stare a litigare è l'ultima delle mie voglie.

sul secondo neretto, ti dico una cosa: anche chi segue la ternana, chi non dice che è morta, chi continua a sgolarsi in curva, e macinare chilometri nelle trasferte ha uno schema diverso che voi non capite, e non è "basta che lu pallone cuzzura" (anche perché molti di questi la partita manco la guardano), ma è "basta che c'è la ternana", "basta che stiamo insieme grazie alla ternana", che la ternana esiste e va avanti, e con essa la città, che continua ad aggregare, a farci stare insieme, e possibilmente a gioire insieme. una passione che continua e non si arresta malgrado delusioni continue e un'onta enorme come lo stupro del nome e dello stemma...ma finché ci riuniremo dietro a quei colori, sempre quelli saremo, e sempre ternana sarà.

questo "voi" non capite, questo è lo "schema diverso" e "priorità diverse" che non capite, per citarti.

abbiamo tutti subito lo scempio del nome, ma chi comunque continua a seguire la ternana non può essere tacciato di essere filo-unicialtroni.

come non potete portare a paradigma di una tifoseria qualche filo-unicialtroni che inevitabilmente esiste, che esiste in ogni tifoseria e città, perché fa parte della varietà umana.

io lo ripeto, nei momenti di difficoltà bisogna unirsi e aiutarsi. io dico di aiutarci...ma lo vado dicendo già da giugno, ma ora lo dico ancora più forte, perché la cialtroneria di questi soggetti è diventata ormai evidente anche a chi (e qui concordo con tomas) ha cercato e inseguito una normalità che non c'è mai stata. ma lo ha fatto in buona fede, e in tutta franchezza non mi sento di condannarlo nè insultarlo.

Non c'è bisogno di scuse, tu avevi posto una questione in modo ironico, ma avevi posto una questione ed infatti ti ho risposto. Mi riferivo al post successivo al tuo.

Per quanto riguarda la diversità di vedute, ribadisco che da parte mia non c'è nessuna presunzione di giudicare meno tifoso di me chi ha lo schema tuo oppure quello di Murphi. Considero tutti voi in buona fede innamorati di questi colori come me. Quelli in malafede oppure schiavi per cultura non li considero. sottolineavo solo che inevitabilmente, tra persone dotate di cervello, esistono differenze di vedute, di approccio e quindi di reazione rispetto a quello che ci succede intorno. Non è questione di chi ci arriva prima o dopo e neppure di quale sia il modo giusto per approcciare una questione. Penso che riconoscere queste divesità sia paradossalmente la condizione di base per costruire una comunità di intenti sulle questioni condivise. Quindi sposo in pieno il secondo grassetto. E' ora che la tifoseria di questa città si riaggreghi, che chi per un motivo o per un altro ha ora la stessa opinione su questa proprietà non si divida al suo interno sulla base del percorso fatto per arrivare alla stessa conclusione, che si riconoscano le diversità di approccio, ma che ci si unisca nella forma di lotta per riappropriarci ciascuno di quello che considera più importante. Penso che questo forum sia stato e sia ancora il luogo giusto di confronto tra noi innamorati di questi colori, lasciando in altri luoghi di espressione quelli in malafede e quelli geneticamente proni al padrone di turno. Vedo che adesso si sta trasformando in un luogo di protesta, spero diventi presto un luogo di proposta e di iniziativa.

Modificato da Semprerossoverde

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E' ora che la tifoseria di questa città si riaggreghi, che chi per un motivo o per un altro ha ora la stessa opinione su questa proprietà non si divida al suo interno sulla base del percorso fatto per arrivare alla stessa conclusione, che si riconoscano le diversità di approccio, ma che ci si unisca nella forma di lotta per riappropriarci ciascuno di quello che considera più importante.

Tu ci andresti alla "guerra" a fianco di qualcuno che sai che alla prima scorreggia del nemico ti volterà le spalle e passerà dall'altra parte?

Tutta la gente che protesta "in massa" oggi lo fa non per il nome storpiato da una pubblicità, non per le prese per culo ripetute e per averci trattato come aborigeni che si stupiscono per un elicottero, non per aver guadagnato sulla pelle della ternana dal mercato estivo, ma solo perchè hanno cacciato via l'allenatore-santone (alcuni) e perchè non hanno comprato un terzino a gennaio (altri).

Questa è la triste, tristissima realtà dei fatti.

Se tra qualche giorno questi prendono 2 svilcolati zoppi con la sciatica, una parte non minimale del tifo tornerà ad adorarli, eleggerà mariani a nuovo santone e tornerà a dare dei gufi a tutti gli altri tifosi che non si prostrano di fronte a cotanta unicusanità.

Io non so se me la sento di condividere una battaglia con gente così, sinceramente.

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Tu ci andresti alla "guerra" a fianco di qualcuno che sai che alla prima scorreggia del nemico ti volterà le spalle e passerà dall'altra parte?

Tutta la gente che protesta "in massa" oggi lo fa non per il nome storpiato da una pubblicità, non per le prese per culo ripetute e per averci trattato come aborigeni che si stupiscono per un elicottero, non per aver guadagnato sulla pelle della ternana dal mercato estivo, ma solo perchè hanno cacciato via l'allenatore-santone (alcuni) e perchè non hanno comprato un terzino a gennaio (altri).

Questa è la triste, tristissima realtà dei fatti.

Se tra qualche giorno questi prendono 2 svilcolati zoppi con la sciatica, una parte non minimale del tifo tornerà ad adorarli, eleggerà mariani a nuovo santone e tornerà a dare dei gufi a tutti gli altri tifosi che non si prostrano di fronte a cotanta unicusanità.

Io non so se me la sento di condividere una battaglia con gente così, sinceramente.

 

inchino

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Tu ci andresti alla "guerra" a fianco di qualcuno che sai che alla prima scorreggia del nemico ti volterà le spalle e passerà dall'altra parte?

Tutta la gente che protesta "in massa" oggi lo fa non per il nome storpiato da una pubblicità, non per le prese per culo ripetute e per averci trattato come aborigeni che si stupiscono per un elicottero, non per aver guadagnato sulla pelle della ternana dal mercato estivo, ma solo perchè hanno cacciato via l'allenatore-santone (alcuni) e perchè non hanno comprato un terzino a gennaio (altri).

Questa è la triste, tristissima realtà dei fatti.

Se tra qualche giorno questi prendono 2 svilcolati zoppi con la sciatica, una parte non minimale del tifo tornerà ad adorarli, eleggerà mariani a nuovo santone e tornerà a dare dei gufi a tutti gli altri tifosi che non si prostrano di fronte a cotanta unicusanità.

Io non so se me la sento di condividere una battaglia con gente così, sinceramente.

 

Vangelo.

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Tu ci andresti alla "guerra" a fianco di qualcuno che sai che alla prima scorreggia del nemico ti volterà le spalle e passerà dall'altra parte?

Tutta la gente che protesta "in massa" oggi lo fa non per il nome storpiato da una pubblicità, non per le prese per culo ripetute e per averci trattato come aborigeni che si stupiscono per un elicottero, non per aver guadagnato sulla pelle della ternana dal mercato estivo, ma solo perchè hanno cacciato via l'allenatore-santone (alcuni) e perchè non hanno comprato un terzino a gennaio (altri).

Questa è la triste, tristissima realtà dei fatti.

Se tra qualche giorno questi prendono 2 svilcolati zoppi con la sciatica, una parte non minimale del tifo tornerà ad adorarli, eleggerà mariani a nuovo santone e tornerà a dare dei gufi a tutti gli altri tifosi che non si prostrano di fronte a cotanta unicusanità.

Io non so se me la sento di condividere una battaglia con gente così, sinceramente.

Quoto (reiteratamente ovviamente :lol: )

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Tu ci andresti alla "guerra" a fianco di qualcuno che sai che alla prima scorreggia del nemico ti volterà le spalle e passerà dall'altra parte?

Tutta la gente che protesta "in massa" oggi lo fa non per il nome storpiato da una pubblicità, non per le prese per culo ripetute e per averci trattato come aborigeni che si stupiscono per un elicottero, non per aver guadagnato sulla pelle della ternana dal mercato estivo, ma solo perchè hanno cacciato via l'allenatore-santone (alcuni) e perchè non hanno comprato un terzino a gennaio (altri).

Questa è la triste, tristissima realtà dei fatti.

Se tra qualche giorno questi prendono 2 svilcolati zoppi con la sciatica, una parte non minimale del tifo tornerà ad adorarli, eleggerà mariani a nuovo santone e tornerà a dare dei gufi a tutti gli altri tifosi che non si prostrano di fronte a cotanta unicusanità.

Io non so se me la sento di condividere una battaglia con gente così, sinceramente.

per alcuni può essere come dici te, per altri credo che lo scempio visto al mercato di gennaio sia stata come una secchiata d'acqua, una secchiata che li ha destati da quella voglia di normalità tanto agognata, che ha portato all'errore rivelandosi alla fine un'illusione.

insomma, sto pseudo mercato è stata la prova provata di quanto questi cialtroni siano pseudo-tutto...come la loro pseudo università.

come pure mi pare sbagliato (come hanno fatto alcuni) ridurre un'intera tifoseria a 40-50 persone che amano incondizionatamente pochesci.

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