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COME TE NESSUNO MAI!!!!

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Pinturicchio meglio di Super Pippo!

Del Piero a quota 303 reti in carriera

 

Giorgio Musso

 

TORINO - Non solo Super Pippo. Nel club dei tricentenari del gol made in Italy, oltre alla new-entry Inzaghi e ai mostri 'sacri' Meazza, Piola e Roby Baggio, c'è posto anche per Alex Del Piero. Il capitano e bandiera della Juventus, infatti, nella sua straordinaria cavalcata al fianco della Vecchia Signora ha collezionato la bellezza di 303 perle incastonate tra il il 20 agosto 1991 (Italia-Cina Under 17) e il 14 marzo 2009, giorno della doppietta al Bologna.

 

Ai 257 centri ufficiali più i 2 'contestati' contro Brescia in Serie B (stagione 2006/2007) e Cska Sofia in Coppa Uefa nel settembre 1994 (il primo hurrà di Pinturicchio in Europa non convalidato a causa l'annullamento della partita per la posizione irregolare di un giocatore bulgaro e il conseguente successo a tavolino della Juve, ndr), si devono aggiungere le gioie con le varie Selezioni azzurre (16 gol tra Under 17, 18 e 21, più i 27 sigilli nella Nazionale maggiore) e il 'battesimo' da Pro firmato ai tempi del Padova.

 

In tutto, tra gol conteggiati dagli almanacchi o non, Del Piero tocca la vertigonosa quota delle 303 reti segnate in carriera, posizionandosi dunque al quarto posto della speciale classifica all-time davanti a Inzaghi, e dietro solo a Baggio (318), Meazza (338) e al primatista Piola (364). La bacheca del fuoriclasse di San Vendemiano si arricchisce dell'ennesimo record...

 

 

 

RIEPILOGO DELLO 'SCORE' DI PINTURICCHIO:

 

259 reti nella Juventus (164 Serie A, 21 Serie B, 20 Coppa Italia, 3 Supercoppa Italiana, 51 Competizioni Internazionali);

 

1 rete con il Padova (Serie B);

 

43 reti con le Rappresentative azzurre (27 Nazionale maggiore, 3 Under 21, 12 Under 18, 1 Under 17).

 

Totale: 303 reti

 

 

SEMPLICEMNTE ALEX DEL PIERO! :wub::wub:

 

VIDEO

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Del Piero, il numero 10 e quelle maledette finali...

Il capitano della Juve si racconta in un programma a lui dedicato che andrà in onda domani sera

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Alex Del Piero, bandiera bianconera

 

TORINO - "Quando non giocava Baggio, siccome Vialli giocava con il 9, gli altri con l'11, io usavo il 10 - ricorda Del Piero -. Invece, da quando Baggio è andato via, è subentrata la regola dell'assegnazione dei numeri definitivi per tutto l'anno, ero l'ultimo che l'ha portata. Che facevo, non la tenevo?". Alex Del Piero si racconta svelando alcuni curiosi aneddoti vissuti nella sua lunga avventura bianconera. In una puntata di '10+ Speciale Alex Del Piero', rubrica che andrà in onda domani sera alle 23.15 su Sky Sport 1, il capitano, icona degli ultimi 16 anni di storia juventina, a proposito di Champions League, ha ammesso il suo dolore per le tre finali conquistate e poi perse contro Borussia Dortmund (28 maggio 1997), Real Madrid (20 maggio 1998) e Milan (28 maggio 2003): "Rimpianto? C'è per tutte e tre, perchè eravamo preparati, ma questo accade quando ci sono le partite secche, quando magari l'avversario dimostra di essere un pizzico più di te. Vuoi per il destino, vuoi per tanti altri fattori, una volta ce la siamo meritati, un'altra volta l'abbiamo persa ai rigori, un'altra sul campo, anche immeritatamente, però l'abbiamo persa, purtroppo merito agli altri e demerito a noi".

 

A.B.

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Bella intervista su REPUBBLICA.IT Repubblica.it INTERVISTA DEL PIERO

 

 

L'infanzia, i sogni, le vittorie, le paure. la bandiera della Juve tra presente e futuro

Tanta voglia di vincere e nessun turbamento dalle voci di mercato

Alex Del Piero si racconta

"Il mio erede? Può attendere"

di MAURIZIO CROSETTI

 

 

 

TORINO - La stanza è tutta bianca. Alessandro Del Piero vi entra sorridendo, con un giocattolo in mano: un taglia erba di plastica. Un bimbo piccolo, un altro in arrivo, un papà che ha solo voglia di giocare. Ed è da laggiù che si parte.

 

C'è questo bambino, avrà sette, otto anni e si chiama Alessandro. Te lo ricordi? Cosa sta facendo?

"Sta pensando al pallone. Lo sport mi è sempre piaciuto, giocavo un po' a basket, a tennis senza maestro, però lo sport era il calcio e basta. Una passione irrefrenabile. Ero a scuola e pensavo alla palla, mangiavo con la palla e poi via, fuori".

 

Chissà che contenti, mamma e papà.

"Sono stati fantastici perché non mi hanno mai forzato né gasato. È quello l'errore grande. Il comportamento dei genitori è decisivo, per i figli sportivi. Io avevo anche l'esempio di mio fratello Stefano, più grande: era alla Samp, nella Primavera, con Lippi. Lui l'ha visto prima di me".

 

Cosa succedeva, nel tuo cortile?

"Spesso giocavo da solo: serve tanta immaginazione. Ero un campione della Juve, passavo la palla a Cabrini, a Tardelli, a Scirea, duettavo con Platini".

 

Uno scoop: Del Piero e Platini insieme.

"E la mia Juve del cortile era anche piena di stranieri: oggi Maradona, domani Van Basten, dopodomani Zico o Gullit".

 

E tu, lì il mezzo?

"Io facevo gol".

 

Ce l'hai il primo ricordo col pallone?

"Il primo torneo con una vera divisa, gialla e blu: scuola Comunale di Saccon. Il gialloblù era anche il colore del Conegliano. Le magliette tutte identiche vogliono dire squadra. Quel torneo lo perdemmo in finale ai rigori, vabbè, succede, non sarebbe neanche stata l'unica volta".

 

Com'era la vita al paese, nella provincia veneta?

"Semplice, ordinata. I ritmi regolari. Le famiglie, tutte, consideravano la scuola come la cosa più importante. La gente si scambiava favori, ricordo tanta solidarietà. Oggi si pensa che una persona buona sia una persona fessa, invece la bontà è fondamentale. In città è più difficile, altri ritmi, tutti cercano sempre il "di più". C'è confusione".

 

Sei andato via di casa a tredici anni: lacrime?

"No, ero affascinato, stavo al Padova, era un'altra dimensione: necessaria, per provare ad essere davvero un calciatore. Però il primo anno è stato difficile, io sono un ragazzo timido, ancora adesso lo sono. Si viveva in quattordici dentro una stanza, il pranzo arrivava scotto dalla mensa, al ritorno dalla scuola era immangiabile: però, così cresci. Ero il più piccolo, di età e di corporatura: poi, oddio, non sono diventato Shaquille O'Neal però mi difendo. L'inizio, devo dire, fu un po' traumatico".

 

Mai pensato di tornare dalla mamma?

"Io no, ma il Padova aveva una mezza idea. Dopo quel primo anno, forse si aspettavano di più. Ora sono contento di essere rimasto".

 

Quando ti sei accorto di essere Del Piero?

"Giocando con la prima squadra del Padova dove affrontavo gente come Albertini, Di Livio, Benarrivo, Galderisi. Mi misuravo con loro, e c'ero. Una cosa del genere accadde durante il primo ritiro con la Juventus: se mi danno un po' di tempo, pensai, ne caverò qualcosa di decente".

 

Credi di essere stato un buon figlio?

"Un buon figlio, sì, direi di sì. Mia mamma ricorda di quando andavo a prendere il treno e si raccomandava, "stai vicino alle altre persone, fai attenzione". Dovevo cambiare a Mestre, aspettavo la coincidenza anche trenta, quaranta minuti. Poi, mamma e papà vennero a trovarmi a Padova, e io: "Occhio al cambio di binario a Mestre". Ecco, mia mamma dice che in quel momento capì che ero diventato grande. Succede quando sono i figli a preoccuparsi per i genitori, e non viceversa".

 

Invece come ti senti, da padre?

"Beh, non è un mondo facile, anche se i miei figli avranno dei vantaggi. Però cercherò di insegnargli che la pagnotta bisogna guadagnarla".

 

Un'esperienza personale?

"Sono fiero di mio padre che si spaccò la schiena come elettricista, e di mia madre che avrà lavato per terra in tutte le case di Conegliano. Sono strafelice di avere avuto quell'infanzia, dove i desideri erano in rapporto alle possibilità, mai di più. E quando cominciava a venire il bel tempo, come adesso, si usciva nei prati, si faceva la casetta sull'albero, si rubavano le ciliegie e le pannocchie, c'era sempre il benedetto pallone. Bellissimo".

 

A cosa pensi quando senti la parola crisi?

"Anche se sono diventato ricco, l'approccio alla vita credo sia il medesimo. I soldi risolvono un bel po' di problemi pratici, però conosco un sacco di ricchi tristi, anche nel calcio e non è retorica: è la verità. In questo mondo c'è solitudine, a volte depressione. Siamo persone con dei sentimenti, persone anche fragili. Vedo gente che ha doni e li spreca, e si butta via".

 

C'è mai l'esigenza di staccare?

"Spessissimo, lo esigo: non posso sempre essere Alex Del Piero, il numero 10 della Juve. Bisogna pensare alla vita quotidiana, al futuro, anche se davvero non riesco a vedermi tra dieci, vent'anni".

 

Tu sei una specie di reperto fossile, un giocatore-bandiera.

"Felice di esserlo stato, nessun rimpianto anche se resta il fascino del Real Madrid, del Manchester United, cioè dei campionati stranieri in cui non ho giocato e non giocherò mai".

 

E in nazionale giocherai ancora?

"Lippi è stato molto chiaro, adesso ha necessità di vedere altri, da me si aspetta che giochi e faccia bene. Ho assorbito la cosa, non la vivo come un problema e neanche come una perdita definitiva: almeno, Lippi non me l'ha trasmesso".

 

Pensi che la Juve abbia scelto il tuo erede? Che succede se veramente arriva Cassano?

"Senza offesa, la mia vita calcistica non teme l'arrivo di Cassano e di nessun altro. Comunque, non vedo concorrenza spietata: abbiamo ruoli diversi e potremmo benissimo coesistere. Finché arrivano i campioni, tutto a posto".

 

E le vittorie, quando arrivano?

"Ecco, ne ho proprio bisogno. In queste tre stagioni è successo tutto ed è ora di rivincere qualcosa. Io penso che quest'anno una vittoria ci scapperà. Se l'Inter rallenta, noi ci saremo".

 

Quale partita vorresti rigiocare?

"Una delle tre finali perse di Champions, una a caso. E magari la finale dell'Europeo 2000".

 

Tu sei appassionato di calcio inglese e basket americano: cos'hanno, più di noi?

"In Inghilterra è tremendamente bello andare allo stadio, persino i colori delle maglie brillano di più. E gli americani sono spettacolo puro, forse condito da troppo contorno e troppa tivù. Poi, è chiaro che la passione latina è qualcosa di fenomenale: servirebbe un mix, ma con più attenzione alla bellezza da parte nostra. Da noi, nessuna moviola ripete le dieci azioni migliori della domenica, solo i mancati rigori o i fuorigioco".

 

Cosa significa essere un modello per tanti bambini?

"Una responsabilità, però di quelle belle. Ne sono fiero, e so di maneggiare un materiale delicato. Perciò provo a mordermi la lingua, qualche volta, e mantenere il controllo: lo stress offusca la mente".

 

Chi è, oggi, Alessandro Del Piero?

"Un professionista del calcio che ama tutto lo sport, si prepara bene e cerca di impegnarsi. Spero di essere anche una persona seria che ha avuto un dono, una grande fortuna e lo sa: per questo, ogni giorno prova a meritarla".

 

È pesante essere una star?

"Quando arriva uno all'aeroporto e ti fa il ganascino, sì. O quando sei al ristorante e ti tirano una foto sul piatto per l'autografo dicendo "dài, firma che non è neanche per me". Poi, viene il giorno in cui capisci che c'è sempre qualcuno più Del Piero di te: a me è successo quando ho conosciuto Bono. Ero paralizzato dall'emozione, non riuscii neanche a parlargli. Poi siamo diventati amici. Dopo Chelsea-Juve è sceso negli spogliatoi insieme agli U2: Tiago e Molinaro erano impietriti. Se non intervengo io, non gli stringono neppure la mano".

 

:lol::lol:

 

27 marzo 2009

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Mi pare che c'è poco da dire.

Come in tutti gli altri settori, anche nel calcio c'è gente intelligente e gente stupida.

Aldilà di giocare bene o giocare male.

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È pesante essere una star?

"Quando arriva uno all'aeroporto e ti fa il ganascino, sì. O quando sei al ristorante e ti tirano una foto sul piatto per l'autografo dicendo "dài, firma che non è neanche per me". Poi, viene il giorno in cui capisci che c'è sempre qualcuno più Del Piero di te: a me è successo quando ho conosciuto Bono. Ero paralizzato dall'emozione, non riuscii neanche a parlargli. Poi siamo diventati amici. Dopo Chelsea-Juve è sceso negli spogliatoi insieme agli U2: Tiago e Molinaro erano impietriti. Se non intervengo io, non gli stringono neppure la mano".

 

:lol:  :lol:

 

27 marzo 2009

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:lol::lol:

 

Boh sta cosa me fa tanto ridere

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Mi pare che c'è poco da dire.

Come in tutti gli altri settori, anche nel calcio c'è gente intelligente e gente stupida.

Aldilà di giocare bene o giocare male.

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Concordo in pieno.

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scusate ma che cosa avrebbe detto di così tanto intelligente?

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Non ha scoperto l'antimateria. Ha solo fatto un'intervista in cui si denota un essere umano dietro. Vabbè voi siete abituati con Mourinho che come minimo avrebbe detto che la mamma de Soviero è un callarone tanto per essere un pò frizzante!!! :D

 

:lol::lol::lol:

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scusate ma che cosa avrebbe detto di così tanto intelligente?

1585256[/snapback]

se focalizzi i calciatori di serie A, quello che dicono e quello che fanno trovi la risposta ;)

Del Piero è uno dei più intelligenti, uno dei pochi che riesce a mettere insieme due parole in fila.

Aldilà che possa risultare simpatico o antipatico.

E aldilà della squadra con cui gioca e ha sempre giocato in serie A (e pure in b per un anno) :lol:

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La leggenda 'Orange' incorona Del Piero

Cruijff loda il fantasista juventino: "È un vero esempio"

(1)

Alex Del Piero, bandiera della Signora

 

AGRATE CONTURBIA (Novara) - L'eco dell'ennesimo record di Alex Del Piero in maglia bianconera, è risuonato anche oltre i confini del Belpaese. Johan Cruyff, ex fuoriclasse di Ajax, Barcellona e Olanda negli anni '70, si è voluto complimentare con il Pinturicchio per le 600 presenze alla corte della Vecchia Signora festeggiate nel match di domenica sera a San Siro contro il Milan. Presente alla sesta edizione della Pro-Am Fondazione Vialli e Mauro Golf Cup insieme proprio a Del Piero e ad altri campioni del mondo del calcio, Cruyff ha speso parole al miele per il capitano della Juventus: "Le 600 partite di Del Piero sono una cosa fantastica - ha sottolineato il tre volte Pallone d'Oro - Lui è un grande professionista che gioca al calcio con amore e, nell'epoca degli 'iperprofessionisti', questo è un esempio di calcio vissuto con l'anima. Si merita tutti questi grandi traguardi dopo tutto quello che ha passato con la Juve, e le critiche ricevute tempo fa dopo l'infortunio - ha aggiunto Cruyff - È un vero esempio da seguire sia come calciatore che come persona".

 

 

GRAZIE CAPITANO

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Spulciando quà e là ho trovato questo articolo di Caressa su Alessandro Del Piero .....non so se l'avevate già letto, a me è piaciuto .. e ho pensato che poteva stare bene su questo topic !

B-)

 

"..L'ho visto volare leggero come un angelo, quando aveva la faccia da putto. L'ho visto inventare un tiro che è diventato solo il suo e lanciarsi tra i grandi ancora ragazzo. L'ho visto segnare con la sua squadra soprattutto nelle partite che contavano, negli scontri diretti, nelle finali in giro per il mondo.

L'ho visto arrabbiarsi e digrignare i denti se c'era un principio da difendere e chinare la testa se il suo bene non era quello dei compagni. L'ho visto lottare contro gli egoismi, anche contro i suoi, perché crescendo ha capito cosa voglia dire il gruppo. L'ho visto parlare di valori e comportarsi di conseguenza.

L'ho visto inciampare e poi cadere . L'ho seguito mentre si rialzava a fatica. L'ho visto lottare contro allenatori e mal di pancia nervosi. L'ho visto amare la maglia azzurra e non riuscire a farlo capire. Poi l'ho visto portarci a Berlino.

L'ho visto capire che le cose cambiano, modificare il gioco, segnare 11 gol di seguito su rigore se il rigore poteva essere il massimo da dare alla squadra in quel momento. L'ho visto adattarsi dove non voleva , sacrificarsi facendolo ricordare. L'ho visto umile e l'ho visto presuntuoso. L'ho visto soffrire quando ha sbagliato. L'ho visto uscire in smoking bianco, immacolato, da una discarica.

Non l'ho visto mollare, mai. Non ho mai letto di lui sui giornali degli scandali. Ieri sera l'ho guardato mentre si sedeva in panchina, con il broncio di chi vuole giocare. L'ho visto applaudire i compagni per i gol che segnavano, esultare per la squadra. L'ho visto entrare in campo senza riscaldamento, lui che non è più un ragazzino. L'ho visto strillare al ragazzo che parlava troppo, perché ci vuole rispetto. L'ho visto segnare una punizione da artista e un rigore da ragioniere. Sono contento di aver visto Alex Del Piero fare tutte queste cose. Alex Del Piero è un bell'esempio per i miei figli."

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Spulciando quà e là ho trovato questo articolo di Caressa su Alessandro Del Piero .....non so se l'avevate già letto, a me è piaciuto .. e ho pensato che poteva stare bene su questo topic !

B-)

 

"..L'ho visto volare leggero come un angelo, quando aveva la faccia da putto. L'ho visto inventare un tiro che è diventato solo il suo e lanciarsi tra i grandi ancora ragazzo. L'ho visto segnare con la sua squadra soprattutto nelle partite che contavano, negli scontri diretti, nelle finali in giro per il mondo.

L'ho visto arrabbiarsi e digrignare i denti se c'era un principio da difendere e chinare la testa se il suo bene non era quello dei compagni. L'ho visto lottare contro gli egoismi, anche contro i suoi, perché crescendo ha capito cosa voglia dire il gruppo. L'ho visto parlare di valori e comportarsi di conseguenza.

L'ho visto inciampare e poi cadere . L'ho seguito mentre si rialzava a fatica. L'ho visto lottare contro allenatori e mal di pancia nervosi. L'ho visto amare la maglia azzurra e non riuscire a farlo capire. Poi l'ho visto portarci a Berlino.

L'ho visto capire che le cose cambiano, modificare il gioco, segnare 11 gol di seguito su rigore se il rigore poteva essere il massimo da dare alla squadra in quel momento. L'ho visto adattarsi dove non voleva , sacrificarsi facendolo ricordare. L'ho visto umile e l'ho visto presuntuoso. L'ho visto soffrire quando ha sbagliato. L'ho visto uscire in smoking bianco, immacolato, da una discarica.

Non l'ho visto mollare, mai. Non ho mai letto di lui sui giornali degli scandali. Ieri sera l'ho guardato mentre si sedeva in panchina, con il broncio di chi vuole giocare. L'ho visto applaudire i compagni per i gol che segnavano, esultare per la squadra. L'ho visto entrare in campo senza riscaldamento, lui che non è più un ragazzino. L'ho visto strillare al ragazzo che parlava troppo, perché ci vuole rispetto. L'ho visto segnare una punizione da artista e un rigore da ragioniere. Sono contento di aver visto Alex Del Piero fare tutte queste cose. Alex Del Piero è un bell'esempio per i miei figli."

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bello... :rolleyes:

 

si può non essere un suo ammiratore e neanche io lo sono mai stato (perlomeno non visceralmente..) ma penso che oggettivamente, quello che assolutamente non si può discutere di lui, siano le sue qualità morali e di uomo...

da questo punto di vista sono sicuramente un suo ammiratore....

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Del Piero: inizi la mia festa

 

09:25 del 09 novembre

 

Compleanno in famiglia per Alex, ma il regalo se lo vuole fare contro l'Udinese. Il capitano compie 35 anni e prepara il grande ritorno dopo la pausa: 'Sono pronto'

 

Nei prossimi giorni forzerà il ritmo per recuperare anche la brillantezza. Diego lo aspetta e lui si aspetta di acchiappare l'Inter.

 

Ferrara: Ho avuto il piacere di giocare con il ragazzo Alessandro. Ora alleno l'umo diventato campione: auguri capitano.

 

Zidane: Auguri campione infinito. Il tuo entusiasmo ti sta mantenendo giovane la tua immensa classe ti renderà eterno. Un abbraccio.

 

Cristina Chiabotto: Ma come 35! Ma non sono 25?

Alessandro non scherzare sono 25! Auguri compagno d'avventura. (Tuttosport)

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Del Piero è a quota 299 reti, ora punta a un altro record

 

Il capitano della Juve contro l’Ajax cercherà il gol che gli consentirà di entrare nel ristrettissimo club dei grandissimi attaccanti del calcio italiano

 

TORINO, 17 febbraio - Come le ciliege, o le patatine. Un record attira l’altro. Appena domenica Alessandro Del Piero ha tagliato il traguardo delle 445 presenze in campionato con la maglia della Juventus, scavalcando Giampiero Boniperti. E domani potrebbe raggiungerne un altro, quello dei 300 gol in carriera.

 

IN RETE - Numeri da capogiro, non per il capitano, infaticabile nello stracciare primati. È il miglior bomber della Juventus, è il bianconero con il maggior numero di presenze e contro l’Ajax cercherà di entrare nel ristretto club dei maxi goleador. Dal primo e unico gol segnato con la maglia del Padova alla doppietta di domenica contro il Genoa, nel mezzo altri 296 centri distribuiti tra la maglia bianconera e quella azzurra (27 con l’Italia, 3 con l’Under 21).

 

 

 

:inchino::inchino::inchino::inchino::inchino::inchino:

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L'ho visto volare leggero come un angelo, quando aveva la faccia da putto.

L'ho visto inventare un tiro che è diventato solo il suo e lanciarsi tra i grandi ancora ragazzo.

L'ho visto segnare con la sua squadra soprattutto nelle partite che contavano, negli scontri diretti,nelle finali in giro per il mondo.

 

 

L'ho visto arrabbiarsi e digrignare i denti se c'era un principio da difendere,

e chinare la testa se il suo bene non era quello dei compagni.

L'ho visto lottare contro gli egoismi, anche contro i suoi, perché crescendo ha capito cosa voglia dire il gruppo.

L'ho visto parlare di valori e comportarsi di conseguenza.

 

 

L'ho visto inciampare e poi cadere. L'ho seguito mentre si rialzava a fatica.

L'ho visto lottare contro allenatori e mal di pancia nervosi.

L'ho visto amare la maglia azzurra e non riuscire a farlo capire. Poi l'ho visto portarci a Berlino.

 

 

 

L'ho visto capire che le cose cambiano, modificare il gioco,

segnare 11 gol di seguito su rigore se il rigore poteva essere il massimo da dare alla squadra in quel momento.

L'ho visto adattarsi dove non voleva, sacrificarsi facendolo ricordare.

L'ho visto umile e l'ho visto presuntuoso. L'ho visto soffrire quando ha sbagliato.

L'ho visto uscire in smoking bianco, immacolato, da una discarica.

 

 

Non l'ho visto mollare, mai. Non ho mai letto di lui sui giornali degli scandali.

Ieri sera l'ho guardato mentre si sedeva in panchina, con il broncio di chi vuole giocare.

L'ho visto applaudire i compagni per i gol che segnavano, esultare per la squadra.

L'ho visto entrare in campo senza riscaldamento, lui che non è più un ragazzino.

L'ho visto strillare al ragazzo che parlava troppo, perché ci vuole rispetto.

L'ho visto segnare una punizione da artista e un rigore da ragioniere.

 

Sono contento di aver visto Alex Del Piero fare tutte queste cose.

Alex Del Piero è un bell'esempio per i miei figli.

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