Vai al contenuto
Nik

COME TE NESSUNO MAI!!!!

Messaggi raccomandati

A Vinovo, quando finiscono le colonne e il ruminare ferroso dei tir e comincia una strada dal nome senza battesimo, Débouché, una strada che sembra andare da nessuna parte, c’è un prato dove si allena Alessandro Del Piero. Per guardarlo si sale sul tetto piatto di un edificio prefabbricato, uno spiazzo da cecchini, sopra un posto chiamato “Mondo Juve”, una specie di lunapark senza le giostre. È un lunedì pomeriggio e si gela. Sul terreno corrono i ragazzi della Primavera, della prima squadra ci sono soltanto i tre portieri, un paio di riserve e lui, il capitano. Più tardi dirà, offrendomi un bicchiere di tè: «Volevo fare un po’ di palla. Vedi, ho sempre dato molta importanza al mio piede sinistro. Ci lavoro da quando avevo nove anni, incoraggiato dal mio primo maestro, Umberto Prestia. Il mio piede destro è più sensibile e preciso, è quello delle punizioni. Il sinistro è più potente». In campo l’esercizio è questo: i giocatori stanno in fila indiana a una trentina di metri dalla porta con un pallone tra le mani, lo lanciano a un preparatore che glielo restituisce facendolo rimbalzare sul prato. Loro devono calciarlo al volo. Del Piero compie sedici ripetizioni e fa nove gol, tra questi un pallonetto di destro con tocco sotto il cuoio e un sinistro violento che riprende il precedente destro respinto dall’incrocio dei pali. Nessuno in Italia calcia come lui. Qualcuno ha detto: è un robot. Quando abitava nel centro di Torino, ogni mattina entrava in un piccolo bar di via Carlo Alberto. Jeans, giubbotto di pelle, cappellino calato sugli occhi. Ordinava una spremuta. La beveva al banco, le spalle all’ingresso. Gentile e lontano. Un singolarista. «Un timido diventato diffidente. Non credo che un rapporto professionale, un incontro, un’amicizia debbano per forza trasformarsi in una seduta di psicanalisi. Avevo tredici anni quando sono andato da San Vendemiano a Padova. Ero solo, ero un bambino di campagna costretto a lasciare la famiglia per inseguire un pallone. Padova mi sembrava una città enorme. Mi mozzò il respiro».

Lo sistemarono in un appartamento assieme a altri quattordici ragazzi. Ogni due o tre settimane c’era chi se ne andava, chi arrivava. Adolescenti pieni di storie differenti che non osavano raccontarsi, o forse non c’era il tempo per farlo. «È stata un’esperienza dura e formativa, con gli anni il calcio mi ha dato sicurezza. E mi ha condotto dentro la solitudine. Sembro un paraculo, sono un introverso. Trascorro spesso quattro giorni la settimana con i compagni. Ventiquattro ore su ventiquattro. Alla fine voglio vedere altre persone. Vado a cercare chi mi è mancato». Bigatto, Rosetta, Monti, Varglien, Rava, Parola, Boniperti, Sivori, Castano, Salvadore, Furino, Scirea, Brio, Tacconi, Baggio, Vialli, Conte. Sono stati i capitani della Juventus. Alessandro Del Piero è il diciottesimo. Lo è diventato nel 2001. Nello stesso anno ha perso il padre, Gino. «La sua scomparsa mi ha reso più forte, so che dovrò fare i conti con il destino e che potrà dipendere da come tiro i dadi. Gli ostacoli si sono abbassati. Parlo ogni giorno con mio padre. Ho cercato di conservare in me la sua parte migliore. Se n’è andato in un momento difficile della mia carriera. Avevo i soldi per fare tutto, non ho potuto fare nulla. Papà era silenzioso, concreto, leale. Al paese sono andato a parlare con chi lo aveva conosciuto per conoscerlo a mia volta meglio attraverso i loro racconti. Mi porto dentro rimpianti. Le parole che non sono riuscito a dirgli, il tempo che non gli ho riservato, i sorrisi e il pudore che non ho saputo interpretare». Che cosa comporta essere il capitano? «Essere educato, essere un esempio, essere un riferimento. Lo so, può sembrare una frase scontata. Il capitano regola la vita di una squadra. Ci sono rospi da ingoiare, bisogna imparare a accettare una sostituzione, a mostrarsi ogni tanto altruista. Non è una questione di giovani e vecchi, né di intelligenza. Oggi non esistono giocatori stupidi. Mi è successo di bussare alla porta di un compagno per cercare di tranquillizzarlo, ci sono stati ragazzi che sono venuti a cercarmi per confidarmi un problema, una sconfitta privata, un dolore. Con altri ho litigato sul campo e fuori, senza mai fare depositare il rancore. Nel 2005 avevamo una squadra con nove capitani. Ho giocato con campioni dal carisma superiore al mio. Penso a Cannavaro, Buffon, Thuram, Vieira, Emerson, Nedved, Peruzzi, Deschamps, Zidane, Van der Sar, Di Livio, Montero. Padroni degli spogliatoi, fratelli in partita. Ho affrontato decine di volte un altro capitano storico, Francesco Totti. Siamo agli opposti. Io quasi un torinese compassato, lui un romano sanguigno. Francesco non verrebbe mai tra questi inverni, io non mi sono mai neppure domandato se riuscirei a amare Roma. Ci sentiamo al telefono, qualche sms dopo l’ultima Juve-Roma. Mi viene da ridere. Mi ha fatto i complimenti. Ero entrato al decimo del secondo tempo e non avevo combinato granché… So di incarnare un simbolo. La battaglia contro la violenza e il razzismo sarà lunga perché non basta sbattere fuori dagli stadi teppisti, delinquenti e idioti. Vanno educati i ragazzi, le famiglie, la scuola, la società, la politica. Ero un bambino di undici anni quando avvenne la strage dell’Heysel. Quella notte rappresentò per l’Inghilterra una linea di demarcazione tra il prima e il dopo del Paese, non solo del calcio. Serve un confine morale anche all’Italia. Quando non vedrò più padri che insegnano al figlio di sette o otto anni tenuto per mano come si insulta l’arbitro, un giocatore della squadra avversaria o il tifoso del seggiolino accanto, allora comincerò a sperare che le cose possano cambiare. Sono immagini tristi, mi fanno vergognare. A quindici anni, quando stavo in mezzo ai grandi con indole da spaccone, facevo il bulletto pure io, ma da solo, sotto lo sguardo severo di mia madre Bruna, mi pisciavo addosso». Sonia è la moglie. Tobias ha tre anni, Dorotea uno e mezzo. Tra pochi mesi nascerà il terzo figlio. Non hanno voluto sapere se maschio o femmina. Del Piero aveva una Ferrari nera, l’ha venduta. La vita plasma anche gli spazi, i posti a sedere. «Sono un padre mammone, cambio i pannolini, passo notti insonni, serate in cucina. Ho imparato da ragazzo, soprattutto pasta e riso. Il mio futuro è qui. Torino. Ci sono sbarcato a diciotto anni, tremavo davanti alle sue strade larghe e squadrate, alla sua cupezza, alla sua fatica operaia. Ma avrei accettato di dormire anche in una baracca. Oggi è una città trasformata, possiede una dimensione umana e un profumo internazionale. In queste ultime settimane ha ospitato uno dopo gli altri gli U2, Lady Gaga, Shakira. Montagne bellissime, il mare vicino. Oggi mi voglio godere ciò che mi sono guadagnato». Un’altra vita, da Harry Potter a Sun Tzu, passando attraverso Faletti. I libri lo hanno aiutato a parlare pulito, a cercare sinonimi. «Sono diventato un curioso della psicologia. Ho da poco terminato di leggere L’Arte della guerrae Lo Zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel. Mi piace l’idea di focalizzare filosoficamente un gesto. La linea che unisce tiratore, freccia e bersaglio. Vedi, quando segni un gol, mentre aspetti che il pallone ti cada sul piede o ti arrivi rasoterra e poi lo calci, fai tutto in un momento di trance, dentro un vuoto della mente. Vorrei riuscire a fermare il pensiero che regge questo mistero, o almeno quella scheggia di pensiero che ti fa organizzare il gesto, le tre perle della collana: tiratore- freccia-bersaglio. Ho segnato gol bellissimi, ne ho sbagliati di clamorosi. Sono stato un fenomeno e una pippa. Papà teneva i taccuini delle partite. Formazione, risultato, marcatori. Io mai. Da qualche parte qualcuno ha scritto che un artigiano non smette di costruire un tavolo solo perché la moglie lo ha lasciato. Il giorno dopo i disastri mi sono svegliato, mi sono vestito e ho ricominciato. È stato così dopo la finale europea persa nel 2000. Sbagliai due gol facili, la Francia vinse in quei maledetti dieci secondi. Chiesi scusa a Zoff. Il giorno dopo ricominciai. Nel 2006 sono diventato campione del mondo, non ricordo nemmeno più se ho giocato e quanto ho giocato prima della semifinale. So che in quella partita straordinaria contro la Germania ho siglato il 2-0 con un gol bellissimo e in finale ho calciato uno dei rigori decisivi. Vincere è la sola cosa che conta, se non ci fossi riuscito sarei stato un grido spezzato». Gli dico: Agnelli. Che ti fa venire in mente? «Torino, la Fiat, la Juventus. L’Avvocato, il Dottore, Andrea. Incontrai l’Avvocato per la prima volta a diciannove anni, non si accorse neppure di me. Al di là delle sue battute famose, ricordo due episodi. Il 16 marzo ’94, dopo che il Cagliari ci eliminò dalla Coppa Uefa, si presentò nel ritiro di Villar Perosa con un ritaglio di giornale in mano e mi disse: “Senta Del Piero, qui scrivono che siete dei brocchi, dimostri che non è vero”. La domenica affrontammo in campionato il Parma che aveva superato l’Ajax e vincemmo quattro a zero. Segnai tre gol. Un’altra volta al Delle Alpi, prima di un Juve-Milan, mi chiamò al telefono mentre facevo il riscaldamento. Mi vennero a prendere, mi portarono nel sottopassaggio. Poche parole, pochi secondi: “Come sta? Giochi bene, mi raccomando”. Perdemmo 1-0». Quasi trentasette anni, una vita di rincorse, di rigori, di palloni messi sotto l’incrocio dei pali, eppure c’è ancora chi aspetta la sua punizione perfetta. Lui sta dentro la sua pelle di incompleto come un babà, protetto da una lista di record che riempie una pagina di Wikipedia. L’ultimo lo ha battuto senza muovere un muscolo, accomodato sulla panchina dello stadio di Marassi all’ora di pranzo. È diventato il giocatore con la più lunga militanza in maglia bianconera: 17 anni, 2 mesi e 9 giorni. «Non mi sento vecchio. Dentro sono molto, molto giovane. Certo, cambiano interessi e obiettivi. Non ho paure, le scaccio. Non so se sono coraggioso, prima bisognerebbe capire che cos’è il coraggio. A otto anni una macchina mi centrò in pieno mentre uscivo in bici dal cancello di casa. Era il secondo giorno di scuola. La mamma mi caricò sull’auto della vicina, una vecchia Dyane, mi stringeva tra le braccia e piangeva, io staccavo pelle e carne insanguinata dalla fronte e le mormoravo: guarda, non mi sono fatto niente. Kronos un giorno decreterà la mia fine. Ma il prossimo anno giocherò ancora. Nella Juventus, se la società mi rinnoverà il contratto, altrimenti da qualche altra parte, ma sempre in Italia. Dopo dovrò riorganizzarmi la vita. Non farò l’allenatore». Chissà se un miliardario, che ha avuto in sorte di diventare tale restando un Peter Pan col pallone incollato al piede, coltiva ancora dei sogni. «Sì, forse sì. Quello che faccio non è un lavoro. Il lavoro era quello di mio padre, elettricista. Guadagno molto. Voglio che i miei cari stiano bene. Investo, compro case. Arrivo da una famiglia nella quale si guardava anche alle cento lire. Da ragazzino sognavo di avere due soldi in più per potermi permettere un paio di scarpe nuove, una giaccavento, la bicicletta con il cambio. Oggi di sogni ne ho tre: che i miei bimbi crescano in salute, vincere ancora qualcosa nella Juve, tornare ad arrampicarmi nella campagna di San Vendemiano su un ciliegio alto sei metri. In punta le ciliegie prendevano un sole stupendo, erano dolcissime. Ci salivo di nascosto. Lassù ho avuto un po’ di paura, ma sono stato felice. Dopo, è stata solo fortuna».

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Spero che quel giorno non arriverà mai..Capitano come farò senza di te...grazie di avermi fatto innamorare del calcio...sono creciuto con te in testa...GRAZIE CAPITANO....

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Del Piero ai tifosi: 'Firmo in bianco per la Juve'.

 

Del Piero ha annunciato una scelta importante che chiude la trattativa per il suo rinnovo con la Juventus

 

Dal proprio sito ufficiale, Alessandro Del Piero ha annunciato una scelta importante che chiude la trattativa per il suo rinnovo con la Juventus. Il numero 10 bianconero ha reso noto che firmerà in bianco il contratto. Ecco il messaggio di Del Piero.

 

"Da tempo leggo accanto al mio nome riferimenti a situazioni e comportamenti che non mi appartengono e questo mi amareggia - inizia così il video messaggio di Del Piero -. Il motore della mia carriera è stato da sempre l'amore profondo per il calcio, per la maglia della Juventus e per i suoi tifosi. Non per i soldi: ho guadagnato molto nella mia vita, avrei potuto guadagnare anche di più altrove accettando le offerte che più volte, anche ultimamente, mi sono state fatte.

 

Ho parlato al Presidente, non di aspetti economici, ma della mia volontà di mettere a disposizione anche per il prossimo anno la mia determinazione, la mia professionalità e la mia passione, la mia voglia di vincere ancora, la voglia che mi ha accompagnato dal torneo di Viareggio al Mondiale, per non parlare della Serie B.

 

Ci tengo a sottolineare che il legame per la maglia e per i tifosi per me non è quantificabile. Ho firmato il mio primo contratto con la Juventus in bianco, firmerò anche quello che sarà l'ultimo della mia carriera con questa maglia in bianco".

 

Che dire: GRANDE CAPITANO! B-)

Modificato da FERA67

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Del Piero ai tifosi: 'Firmo in bianco per la Juve'.

 

Del Piero ha annunciato una scelta importante che chiude la trattativa per il suo rinnovo con la Juventus

 

Ci tengo a sottolineare che il legame per la maglia e per i tifosi per me non è quantificabile. Ho firmato il mio primo contratto con la Juventus in bianco, firmerò anche quello che sarà l'ultimo della mia carriera con questa maglia in bianco".

 

Che dire: GRANDE CAPITANO! B-)

1899009[/snapback]

non credo che abbia tanto mercato ;)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

In Italia forse, ma basta che va negli emirati arabi o in america 15ml l'anno e passa la paura.

Ma siccome te si uno zozzo interista con i paraocchi come li cavalli e te piace vedè nero anche quando è bianco dici cosi.

Ma la colpa mica è la tua ;)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
In Italia forse, ma basta che va negli emirati arabi o in america 15ml l'anno e passa la paura.

Ma siccome te si uno zozzo interista con i paraocchi come li cavalli e te piace vedè nero anche quando è bianco dici cosi.

Ma la colpa mica è la tua  ;)

1899023[/snapback]

-_--_--_-

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Del Piero è forse, con Zanetti, l'ultimo signore rimasto nel mondo del calcio; come lo fu Maldini e pochissimi altri.

Questi, pochi signori, dovrebbero essere presi ad esempio dai giovani che si avvicinano al calcio.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Del Piero ai tifosi: 'Firmo in bianco per la Juve'.

 

Del Piero ha annunciato una scelta importante che chiude la trattativa per il suo rinnovo con la Juventus

 

Ci tengo a sottolineare che il legame per la maglia e per i tifosi per me non è quantificabile. Ho firmato il mio primo contratto con la Juventus in bianco, firmerò anche quello che sarà l'ultimo della mia carriera con questa maglia in bianco".

 

Che dire: GRANDE CAPITANO! B-)

1899009[/snapback]

non credo che abbia tanto mercato ;)

1899021[/snapback]

 

:lol::lol::lol::lol:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Del Piero ai tifosi: 'Firmo in bianco per la Juve'.

 

Del Piero ha annunciato una scelta importante che chiude la trattativa per il suo rinnovo con la Juventus

 

Ci tengo a sottolineare che il legame per la maglia e per i tifosi per me non è quantificabile. Ho firmato il mio primo contratto con la Juventus in bianco, firmerò anche quello che sarà l'ultimo della mia carriera con questa maglia in bianco".

 

Che dire: GRANDE CAPITANO! B-)

1899009[/snapback]

non credo che abbia tanto mercato ;)

1899021[/snapback]

 

eddaje su, risparmiate sti commenti inutili la prossima volta ;)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Capisco che la faziosita' possa portare a parlare male della Juve in ogni caso (soprattutto in questo momento e' come sparare sulla Croce Rossa), ma in questo frangente si poteva benissimo evitare, in quanto l'argomento riguardava una delle ultime bandiere del calcio che che si e' distinto in un atteggiamento che gli rende solo che onore! :ph34r:

 

Comunque dice che Zanetti lu vojono Real, Barça e Manchester! :lol:

Modificato da FERA67

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Del Piero-Juve, una storia d'amore lunga 19 anni

Il capitano non aveva ancora 19 anni quando firmò il primo contratto con la Juve e 19 anni saranno passati quando, a fine stagione, toglierà la maglia bianconera

 

TORINO - È una storia quasi d'altri tempi quella che stanno per finire di scrivere insieme la Juventus e Alessandro del Piero, uno dei campioni più significativi del calcio italiano dell'ultimo ventennio. Il capitano non aveva ancora 19 anni quando firmò il primo contratto con la Juve ("Mi volle Boniperti", ricorda il campione di San Vendemiano con orgoglio) e 19 anni saranno passati quando, a fine stagione, toglierà la maglia bianconera. La parola fine di un rapporto durato mezza vita era già in parte scritta nell'ultimo contratto del giocatore, un annuale che aveva sottoscritto lo scorso maggio, e oggi il presidente bianconero, Andrea Agnelli, ha ufficializzato l'addio, parlando di questa stagione come "l'ultimo anno in bianconero per Del Piero". Non ci sono più dubbi, quindi, sulla conclusione di una storia che anche nell'Italia dei Rivera e dei Totti, dei Maldini e dei Zanetti, ha pochi altri esempi di attaccamento ai colori sociali.

 

La storia di un calciatore, di un campione come Del Piero può essere raccontata in mille modi. Ogni tifoso - bianconero, della nazionale o solo del bel calcio -, ogni compagno, ogni avversario la può ricordare in modo diverso. A volte i numeri aiutano e quelli di un giocatore come lui sono, a solo citarli, impressionanti e indicativi: solo con la maglia della Juventus, e fino ad oggi, Del Piero ha giocato per oltre 47.500 minuti, per un totale di 682 presenze, ha segnato 284 reti (185 in serie A) e ha vinto 17 trofei, tra cui sette scudetti, una Champions League e una Coppa Intercontinentale firmata dal suo decisivo gol al River Plate. In nazionale vanta 91 presenze, 27 gol, un titolo di campione del Mondo e due campionati europei under 21. La cifre imponenti e rare nella storia del calcio italiano non dicono però tutto sulla 'cifrà del giocatore e dell'uomo. Su tutti i campi, Del Piero è sempre stato anche un esempio di correttezza e umiltà, di disponibilità e senso della squadra. Il gol alla Del Piero ha identificato fin da inizio carriera il suo tiro a parabola da sinistra verso l'incrocio dei pali più lontano.

 

Tra tante gioie, "Pinturicchio" - come lo aveva affettuosamente definito l'Avvocato - ha dovuto affrontare anche momenti difficili, come quello che chiama "l'infortunio", l'incidente al ginocchio sinistro subito a Udine alla vigilia del 24/o compleanno, che gli fece temere per la carriera. Tornò nove mesi dopo "più forte in tutti i sensi", ricorda. Soffrì molto anche per le critiche ricevute dopo l'Europei perso in finale contro la Francia nel 2000, quando divenne il bersaglio generale e pochi lo difesero. Altro anno cruciale fu il 2006, stagione di esultanza ed amarezza, tra lo scudetto vinto in piena bufera di calciopoli e poi annullato (Con la retrocessione in B) e il trionfo nel Mondiale in Germania. "La Coppa del Mondo l'ho portata una sera di settembre a casa a San Vendemiamo - ricorda Del Piero - dove l'avevo sognata da bambino". In quel settembre, Del Piero aveva già preso un altro impegno: guidare la Juve, una nuova Juve, dalla serie B alla serie A, dove non era mai mancata dalla sua fondazione. Anche quella missione, con dedizione e umiltà, la portò a termine con successo, insieme a campioni come Buffon, Camoranesi, Nedved e Trezeguet. Da allora la fascia di capitano che ha indossato per la prima volta dieci anni fa, ha avuto anche più profondo significato. È per forza lui, ora, a traghettare la Juventus della nuova era Agnelli sulla riva della rinascita dopo anni cinque anni difficili, nel nuovo stadio e con grandi prospettive. Del Piero ha la possibilità di battere altri record, di vincere ancora prima di lasciare Torino. Difficilmente, però, si ritirerà subito a San Vendemiano, dove si è materializzata una sognata coppa del Mondo.

 

I SUCCESSI - Sette scudetti (ma due revocati), una Champions, una Coppa Intercontinentale con la Juve; un titolo mondiale in azzurro. Questi alcuni gli straordinari numeri della carriera di Alessandro Del Piero, cominciata nel Padova (1991-1993) e proseguita nella Juventus dove giocherà fino a fine contratto, cioè fino al termine della stagione. In azzurro esordì nel 1993 con l'Under 21 e nel 1995 con la nazionale.

 

JUVENTUS presenze reti Serie A: 460 185 Serie B: 35 20 Champions L. 89 42 Coppa Italia 51 23 Altre 47 14 TOTALE 682 284 - JUVENTUS: 17 vittorie tra tornei e trofei. 7 campionati serie A: 1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005, 2006. (Gli scudetti 2005 e 2006 sono stati revocati alla Juve) 1 C.Intercontinentale: 1996 1 Champions League: 1995-96 1 Coppa Italia: 1995 4 Supercoppa italiana: 1995, 1997, 2002, 2003 1 Supercoppa Europea: 1996 1 Coppa Italiana: 1999

 

NAZIONALE presenze reti Naz.A 91 27 Under 21 11 3 Con la maglia azzurra, Del Piero ha vinto il Campionato del Mondo nel 2006. Con l'Under 21 ha vinto il Campionato europeo nel 1994 e nel 1996.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

La notizia del suo ultimo anno non la doveva dare certo Agnelli ma Del Piero. Nonostante sia tifoso interista immenso rispetto per questo giocatore che ha fatto la storia della Juventus ricevendo (uno dei pochi) la standig ovation al Bernabeu. Avoja a magnà pinoli Ibra e compagnia cantante :)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
La notizia del suo ultimo anno non la doveva dare certo Agnelli ma Del Piero. Nonostante sia tifoso interista immenso rispetto per questo giocatore che ha fatto la storia della Juventus ricevendo (uno dei pochi) la standig ovation al Bernabeu. Avoja a magnà pinoli Ibra e compagnia cantante :)

1979203[/snapback]

Te si scordato anche l'Old Trafford... :)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Da "nemico" dico che solo che Del piero meritava piu rispetto, il gesto della società è stato veramente brutto, toccava a Del piero annunciare il suo ritiro...............messa cosi suona molto di benservito.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

che squallore Agnelli nell'annunciare il ben servito a Del Piero, doveva essere lui a farlo!

 

e comunque Del Piè..chetepijiungorboperchèsijuventinodemerda, c'hai un bel sito..e ho trovato sta chicca che sapevo, ma non me ricordavo:

 

"Con la maglia del Padova faccio l’esordio in serie B con Bruno Mazzia in panchina, il 15 maggio 1992 allo stadio Giovanni Celeste contro il Messina, ma soprattutto provo l’emozione del primo gol da professionista, l’unico in una squadra di club senza la maglia della Juventus: 22 novembre 1992, Mauro Sandreani mi butta dentro contro la Ternana e segno il gol del 5-1. La mia maglia allora era la 16 (a proposito, quanto fa 1 + 6?)"

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
che squallore Agnelli nell'annunciare il ben servito a Del Piero, doveva essere lui a farlo!

 

e comunque Del Piè..chetepijiungorboperchèsijuventinodemerda, c'hai un bel sito..e ho trovato sta chicca che sapevo, ma non me ricordavo:

 

"Con la maglia del Padova faccio l’esordio in serie B con Bruno Mazzia in panchina, il 15 maggio 1992 allo stadio Giovanni Celeste contro il Messina, ma soprattutto provo l’emozione del primo gol da professionista, l’unico in una squadra di club senza la maglia della Juventus: 22 novembre 1992, Mauro Sandreani mi butta dentro contro la Ternana e segno il gol del 5-1. La mia maglia allora era la 16 (a proposito, quanto fa 1 + 6?)"

1979344[/snapback]

a dire la verità le chicche so due..

il suo esordio da pro è stato in un Padova-Ternana 5-0 con Gol come hai scritto te

ma il suo esordio in nazionale è stato in un Italia-Galles 3-0 con rete al 7' del pt..a Terni ;)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

delpierogolinter.jpg

 

:inchino::inchino::inchino::inchino::inchino:

 

 

Guai a sottovalutarlo Del Piero è ancora decisivo

 

Un gol al Milan e uno all'Inter: Ale è stato ancora una volta determinante. E a una settimana dal match con il Napoli si candida da titolare

 

Due gol in sei giorni. A Milan e Inter. Per riprendersi la "sua" Juventus, una volta di più. Alessandro Del Piero a 37 anni suonati riesce ancora a stupire. Eppure non dovremmo sorprenderci più. Le presenze in maglia bianconera sono 697, record ogni epoca, i gol 287, record ogni epoca, insomma ce n’è abbastanza per non ricascarci, nell’errore di sottovalutarlo. Eppure, siamo sinceri, chi pensava una settimana fa che il numero 10 bianconero, una rete segnata in stagione, in Coppa Italia alla Roma, si sarebbe caricato la squadra sulle spalle nel doppio impegno che metteva in palio, contro le rivali di sempre, la finale di Coppa Italia (raggiunta) e tre punti da portare a casa per forza, per rimanere in corsa per lo scudetto? Pochini, diciamo la verità.

 

SETTIMANA MAGICA — Eppure le cose sono andate proprio così. Gol che sblocca il risultato contro il Diavolo, linguaccia d’ordinanza, lo Juventus Stadium che canta "Un capitano, c’è solo un capitano". E quindi la qualificazione raggiunta ai supplementari, dopo che Conte lo aveva richiamato in panchina. Lui che poi ai microfoni sorride tanto ma dice poco, tenendo il profilo basso: "Siamo orgogliosi, questa finale raggiunta speriamo ci porti ancora più entusiasmo". Poi la promessa: "Faremo in modo di recuperare bene". Che a ripensarci ora suonava come una "minaccia" sportiva, in vista dell’Inter. Ma contro i nerazzurri partiva di nuovo dalla panchina, dopo la rara parentesi dal 1’, di Coppa. E allora era difficile immaginare tanta grazia persino per i suoi tifosi. E invece Conte lo manda dentro per Matri all’8 del secondo tempo, sullo 0-0, e lui al 26’ segna il 2-0 che chiude la partita. Movimento in verticale, da attaccante centrale, come lo era stato quello contro il Milan, allora appostato a centroarea, e gioco-partita-incontro per la Juve.

 

LE PAROLE DI ALE — Nel dopogara Ale è raggiante come pochi giorni fa. Ma forse più consapevole del suo ennesimo "gran momento". I gesti, ancora più che le parole, al solito, sono misurati, sembra quasi parli di un altro. Forse è uno dei tanti segreti del suo successo, il non abbattersi e il non esaltarsi: "La vittoria di questa sera ci fa gioire perché era una gara molto sentita a livello emotivo per noi e per i nostri tifosi. Poi il gol raddoppia la soddisfazione. I miei gol sono pochi, ma buoni, contro Roma, Milan e Inter? I gol, tanti o pochi, ti rendono sempre felice".

 

LE PAROLE DI CONTE — Il tecnico bianconero concede di più. Non è che abbia fatto giocare molto il suo capitano quest’anno: 20 presenze, solo 7 da titolare. Una sola volta in campo dall’inizio alla fine: contro il Bologna in Coppa Italia. Eppure Conte non si nasconde, gli rende merito: "E’ un campione, un valore aggiunto. Sono contento per lui. E’ in un momento in cui ci può aiutare. Quando vedo questo, io lo utilizzo".

 

LE PROSPETTIVE — Dichiarazione che ci proietta già a domenica, a Juventus-Napoli, altro partitone. Del Piero sarà titolare? A questo punto è quantomeno un’ipotesi plausibile. Borriello ha toppato nelle ultime uscite. Matri contro l’Inter ha sprecato un paio di occasioni gol. E quindi Del Piero, che sta bene e segna, "rischia" di diventare una candidatura obbligata per Conte, in chiave futura. E il ruolo da centravanti, che pure per ragioni fisiche (Ale non è un gigante, mettiamola così), avrebbe delle controindicazioni, in questo momento della carriera potrebbe essere il più appropriato per Del Piero: con la Juve che produce un gioco d’attacco, non deve sfiancarsi sugli esterni, e può rivelarsi micidiale sottoporta. Le cifre le trovate qualche riga più in su. Questa Juve con "la bava alla bocca" era già un bel rompicapo per Milan e Napoli (in proiezione doppia sfida, tra serie A e Coppa Italia). Con questo Del Piero lo è ancora di più. E, non ci cascate: se lo vedrete segnare presto, ancora, non sarà il caso di stupirsi.

Modificato da MaTtEuCcIo

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Usando questo sito acconsenti ai nostri Termini D'uso. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.