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Dan

Trentenni di oggi...

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Ho compiuto da poco 29 anni e mi abbandono ad alcune riflessioni.

Qual'è la situazione di noi trentenni di oggi?

Quand'ero bambino guardavo i miei genitori e immaginavo che "da grande" sarei stato come loro.

Avrei lavorato e avuto una casa, e ovviamente avrei avuto una "moglie" accanto che mi avrebbe sostenuto.

In tutte le famiglie era così e pensavo che pure per noi lo sarebbe stato.

Adesso penso che mio padre alla mia età era già sposato ed aveva un figlio (mio fratello maggiore).

Io posso farlo questo?

Mi accorgo di no.

Quello che guadagno è veramente pochissimo, questo malgrado alla fine lavoro sempre minimo 8 ore al giorno e dopo aver studiato tanti anni.

I miei genitori mi hanno detto che guadagnavano quando si sono sposati nel 72 mia madre 70000 lire e mio padre 90000 al mese.

Ne pagavano 40000 di affitto per un appartamento normale di 70-80 metri quadri.

Io guadagno circa 1000 euro e a Tivoli mi hanno chiesto una volta che mi informavo 550 500 euro al mese per una appartamento vecchio di sole due stanze (soggiorno-cucina e letto + bagno).

I miei genitori avevano contratti a tempo indeterminato io sto a progetto.

Mia madre faceva l'infermiera, per diventarlo all'epoca bastavano tre anni di superiori e poi la scuola infermieri, che erano come adesso 3 anni.

E già aveva uno stipendio che era quasi il doppio di quello che si pagava d'affitto per un buon appartamento.

Anche la vita di coppia era diversa.

C'era più stabilità, più serietà.

Adesso mi sembra si guardi solo alle cose materiali.

Forse dirò dei luoghi comuni, ma vedo che oggi ci si fidanza per anni, si va in vacanza insieme si esce, ci si diverte ma non si pensa mai a niente di serio.

Quando arriva l'ora di farlo la maggior parte delle coppie si sfascia (guardo anche le storie di amici e conoscenti).

Tante persone si sposano con entusiasmo, magari solo per la festa, invitano 500 persone al pranzo e poi si lasciano appena tornati dal viaggio di matrimonio.

Cosa è successo?Adesso non diciamo che prima i matrimoni duravano perchè le donne dipendevano economicamente dall'uomo, mia madre se avesse voluto avrebbe potuto essere indipendente eppure è sempre stata a fianco a mio padre e ha sempre pensato per prima cosa a noi figli.

Che c'avemo in capo noi trentenni de mo?

Io pure mi sono accorto che con le mie ragazze è sempre finita quando non sono più servito loro per cose veramente solo di tipo materiale, come portarle in giro con la mia macchina, pagare quando si usciva e cose del genere, e soprattutto quando si trattava di dover fare qualche sacrificio insieme.

Questo lo dico con serenità e senza voler fare la vittima, magari sono stato sfortunato, c'avro le mie colpe, ma anche se guardo gli altri mi pare che la situazione in generale è questa.

Sarà che con la cattiva situazione in cui ci troviamo forse molti preferiscono starsene a casa coi genitori e godersi quei pochi soldi che si guadagnano, visto che comunque non basterebbero per crearsi una famiglia propria o comunque vivere da soli senza dover stare scannati?Oppure siamo una generazione che non è abbastanza matura?

Boh, io a volte non ci capisco niente.

So solo che fra un anno faccio trenta anni e non so più che voglio dalla mia vita e che obbiettiv c'ho.

L'unica cosa che sono certo di volere è una maggiore stabilità economica per il futuro.

Voi altri che ne pensate?

Mi scuso se forse non ho potuto spiegare sufficientemente bene quello che provo, ma sto al lavoro e ho scritto tutto di getto per non perdere tempo. :)

Modificato da Dan

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Ho compiuto da poco 29 anni e mi abbandono ad alcune riflessioni.

Qual'è la situazione di noi trentenni di oggi?

Quand'ero bambino guardavo i miei genitori e immaginavo che "da grande" sarei stato come loro.

Avrei lavorato e avuto una casa, e ovviamente avrei avuto una "moglie" accanto che mi avrebbe sostenuto.

In tutte le famiglie era così e pensavo che pure per noi lo sarebbe stato.

Adesso penso che mio padre alla mia età era già sposato ed aveva un figlio (mio fratello maggiore).

Io posso farlo questo?

Mi accorgo di no.

Quello che guadagno è veramente pochissimo, questo malgrado alla fine lavoro sempre minimo 8 ore al giorno e dopo aver studiato tanti anni.

I miei genitori mi hanno detto che guadagnavano quando si sono sposati nel 72 mia madre 70000 lire e mio padre 90000 al mese.

Ne pagavano 40000 di affitto per un appartamento normale di  70-80 metri quadri.

Io guadagno circa 1000 euro e a Tivoli mi hanno chiesto una volta che mi informavo 550 500 euro al mese per una appartamento vecchio di sole due stanze (soggiorno-cucina e letto + bagno).

I miei genitori avevano contratti a tempo indeterminato io sto a progetto.

Mia madre faceva l'infermiera, per diventarlo all'epoca bastavano tre anni di superiori e poi la scuola infermieri, che erano come adesso 3 anni.

E già aveva uno stipendio che era quasi il doppio di quello che si pagava d'affitto per un buon appartamento.

Anche la vita di coppia era diversa.

C'era più stabilità, più serietà.

Adesso mi sembra si guardi solo alle cose materiali.

Forse dirò dei luoghi comuni, ma vedo che oggi ci si fidanza per anni, si va in vacanza insieme si esce, ci si diverte ma non si pensa mai a niente di serio.

Quando arriva l'ora di farlo la maggior parte delle coppie si sfascia (guardo anche le storie di amici e conoscenti).

Tante persone si sposano con entusiasmo, magari solo per la festa, invitano 500 persone al pranzo e poi si lasciano appena tornati dal viaggio di matrimonio.

Cosa è successo?Adesso non diciamo che prima i matrimoni duravano perchè le donne dipendevano economicamente dall'uomo, mia madre se avesse voluto avrebbe potuto essere indipendente eppure è sempre stata a fianco a mio padre e ha sempre pensato per prima cosa a noi figli.

Che c'avemo in capo noi trentenni de mo?

Io pure mi sono accorto che con le mie ragazze è sempre finita quando non sono più servito loro per cose veramente  solo di tipo materiale, come portarle in giro con la mia macchina, pagare quando si usciva e cose del genere, e soprattutto quando si trattava di dover fare qualche sacrificio insieme.

Questo lo dico con serenità e senza voler fare la vittima, magari sono stato sfortunato, c'avro le mie colpe, ma anche se guardo gli altri mi pare che la situazione in generale è questa.

Sarà che con la cattiva situazione in cui ci troviamo forse molti preferiscono starsene a casa coi genitori e godersi quei pochi soldi che si guadagnano, visto che comunque non basterebbero per crearsi una famiglia propria o comunque vivere da soli senza dover stare scannati?Oppure siamo una generazione che non è abbastanza matura?

Boh, io a volte non ci capisco niente.

So solo che fra un anno faccio trenta anni e non so più che voglio dalla mia vita e che obbiettiv c'ho.

L'unica cosa che sono certo di volere è una maggiore stabilità economica per il futuro.

Voi altri che ne pensate?

Mi scuso se forse non ho potuto spiegare sufficientemente bene quello che provo, ma sto al lavoro e ho scritto tutto di getto per non perdere tempo. :)

1310418[/snapback]

 

 

E' una inconfutabile consuetudinaria realtà odierna :(:(

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Guarda Dan .. è la stessa cosa per noi quarantenni...solo che noi abbiamo 10 anni di più  :(

1310438[/snapback]

Molto confortante questa... :lol:

:(

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E' una inconfutabile consuetudinaria realtà odierna  :(  :(

1310456[/snapback]

In pratica ho scoperto l'acqua calla? :D:(

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Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

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Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

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SI CARA E' FUORI MODA ADESSO....

 

ADESSO SI E' BAMBINI FINO A 40 ANNI.....

 

CONOSCO 35 ENNI CHE ANCORA SI OSTINANO A FARE I PUPETTI

 

CHE TRISTEZZA.....

 

ma poi noi donne non facciamo bene a stare da sole?

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fate bene si!!

 

basta che ogni tanto la sganciate, se no ve se secca!!

 

PS: sapessi quante ne conosco de quarantenni che se pensano de esse figlie!!!

 

 

questi discorsi sul sesso mi stanno sul cazzo.

non è una questione di genere, ma di CAPOCCIA!

Modificato da lubiondo

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E' una inconfutabile consuetudinaria realtà odierna  :(  :(

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Hi,I'm Michele Paravia :lol:

quanto c'avrai messo per scriverlo? :P

 

Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

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SI CARA E' FUORI MODA ADESSO....

 

ADESSO SI E' BAMBINI FINO A 40 ANNI.....

 

CONOSCO 35 ENNI CHE ANCORA SI OSTINANO A FARE I PUPETTI

 

CHE TRISTEZZA.....

 

ma poi noi donne non facciamo bene a stare da sole?

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lasciamo perdere va ;)

Modificato da Miran^^

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fate bene si!!

 

basta che ogni tanto la sganciate, se no ve se  secca!!

 

PS: sapessi quante ne conosco de quarantenni che se pensano de esse figlie!!!

 

 

questi discorsi sul sesso mi stanno sul cazzo.

non è una questione di genere, ma di CAPOCCIA!

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su questo sono assolutamente d'accordo

 

E' proprio una questione di testa.

 

E di maturita'.

 

Ogni età deve essere vissuta per quello che è e quello che ti da' senza rendersi ridicoli.

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fate bene si!!

 

basta che ogni tanto la sganciate, se no ve se  secca!!

 

PS: sapessi quante ne conosco de quarantenni che se pensano de esse figlie!!!

 

 

questi discorsi sul sesso mi stanno sul cazzo.

non è una questione di genere, ma di CAPOCCIA!

1310591[/snapback]

 

te perQuoto B-)

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Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

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SI CARA E' FUORI MODA ADESSO....

 

ADESSO SI E' BAMBINI FINO A 40 ANNI.....

 

CONOSCO 35 ENNI CHE ANCORA SI OSTINANO A FARE I PUPETTI

 

CHE TRISTEZZA.....

 

ma poi noi donne non facciamo bene a stare da sole?

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Che tristezza..

Certo trovarsi a vivere con un 40enne che pensa di averne 18 è NETTAMENTE meglio stare da sole!!!! ;)

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Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

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SI CARA E' FUORI MODA ADESSO....

 

ADESSO SI E' BAMBINI FINO A 40 ANNI.....

 

CONOSCO 35 ENNI CHE ANCORA SI OSTINANO A FARE I PUPETTI

 

CHE TRISTEZZA.....

 

ma poi noi donne non facciamo bene a stare da sole?

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Che tristezza..

Certo trovarsi a vivere con un 40enne che pensa di averne 18 è NETTAMENTE meglio stare da sole!!!! ;)

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Aho ma ve pensate che a fa li stpidi a 40 anni sò solo l'omini, ma pensate per voi.... <_<

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dan, credo che il tuo discorso non faccia una piega. siete tutti BAMBOCCIONI, no? Schioppa dice così..vorrei vederci lui a vivere con circa 700-1000€ al mese, con ore di straordinario non pagato, datori di lavoro stronzi e non flessibili, costi e aumenti di appartamenti, bollette, e altre materie prime. è facile parlare...però ora sembra che se non appari non sei nessuno, e non avrai futuro(vedi tutti i reality show e talk show, GF e stronzate varie). ora se dici 4 cazzate mal messe, ti vesti bene però sei uno sfigato, ti credi sto cazzo invece di essere umile, avrai successo. la gente preferisce questo tipo di persone, e a volte non accetta te come tanti altri, laureati e con una testa che gli fuma.

 

spero che noi 20enni riusciremo a cambiare qualcosa, ma se mi guardo intorno..........

Modificato da LU_BASSO

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La riflessione di Dan, secondo me, nasconde almeno due ordini di problemi diversi. E non sempre la colpa è del "sistema" in quanto tale.

 

PRIMO PROBLEMA

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso è cambiata la scala dei bisogni della gente. I nostri genitori affrontavano l'ingresso nel mondo del lavoro sapendo che, a meno di clamorosi colpi di scena, quella prima occupazione avrebbe potuto durare per tutta la vita lavorativa. Messo in cassaforte il posto di lavoro, il bisogno primario era quello di avere una certa stabilità dal punto di vista sentimentale. Sposarsi, avere dei figli...bisogni che sono il riflesso della volontà inconscia di lasciare un segno del nostro passaggio. Sullo sfondo c'erano le grandi conquiste ottenute dalle lotte operaie e sindacali (quando i comunisti si chiamavano COMUNISTI e ne andavano fieri). Insomma, appurato che c'erano le condizioni economiche, sociali e di valori per fare il grande passo...rimaneva solo da fare il grande passo, appunto. Ora le cose sono diverse. non credo che a 30 anni la gente se ne freghi della possibilità di formare una famiglia. Il problema è che non c'è più quella sicurezza che avevano i nostri genitori. Ed il potere di acquisto è sceso vertiginosamente. Colpa di un mercato del lavoro che sta implodendo. Colpa di una serie di provvedimenti che hanno finito per favorire lo sfruttamento dei lavoratori; un'asta al ribasso per accaparrarsi il lavoro. Una lotta fra poveri. Colpa di una sinistra che ha smesso di rappresentare i lavoratori e che ha rinnegato il proprio passato (parlo dell'italia, non della russia). Colpa nostra e dei nostri genitori: la classe politica che ci rappresenta è semplicemente il nostro specchio. La gente ha abbassato la guardia. La sfiducia e la rassegnazione hanno avuto la meglio. Ormai siamo tutti ciechi perchè la nuova scala dei bisogni ci incula. Abbiamo paura della fame e preferiamo chiedere il favore a questo o quel politico per avere un lavoro sottopagato, piuttosto che combattere questo sistema. Lo stesso sistema che ha aumentato la percezione della "fame" tanto da farla apparire molto più prossima di quanto sia in realtà. Oramai fra i bisogni primari inseriamo spese e oggetti che di primario hanno solo il prezzo: Lcd, computer, banda larga, un telefonino l'anno....

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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La riflessione di Dan, secondo me, nasconde almeno due ordini di problemi diversi. E non sempre la colpa è del "sistema" in quanto tale.

 

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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è anche vero che in alcuni posti di lavoro trovi persone laureate-raccomandate a discapito di moltissime persone intelligenti con una laurea meritata. alcune lauree a me sanno inutili, e non tutti hanno capito che non basta avere la laurea, che è pur sempre teoria. il vero lavoro e l'esperienza si guadagna con il tempo materiale.

però è veramente deprimente vedere in giro persone intelligenti.

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SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

 

Bocca tua santa!!!!

Io mi riferivo a laureati con la L maiuscola, per nulla togliere agli altri, ma dobbiamo essere sinceri...mio cognato è un chimico e per lavorare se ne è andato a madrid!!!

Ovvio che scegli un corso di studi facile facile e di gran moda poi prendi quel che viene!!!

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La riflessione di Dan, secondo me, nasconde almeno due ordini di problemi diversi. E non sempre la colpa è del "sistema" in quanto tale.

 

PRIMO PROBLEMA

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso è cambiata la scala dei bisogni della gente. I nostri genitori affrontavano l'ingresso nel mondo del lavoro sapendo che, a meno di clamorosi colpi di scena, quella prima occupazione avrebbe potuto durare per tutta la vita lavorativa. Messo in cassaforte il posto di lavoro, il bisogno primario era quello di avere una certa stabilità dal punto di vista sentimentale. Sposarsi, avere dei figli...bisogni che sono il riflesso della volontà inconscia di lasciare un segno del nostro passaggio. Sullo sfondo c'erano le grandi conquiste ottenute dalle lotte operaie e sindacali (quando i comunisti si chiamavano COMUNISTI e ne andavano fieri). Insomma, appurato che c'erano le condizioni economiche, sociali e di valori per fare il grande passo...rimaneva solo da fare il grande passo, appunto.  Ora le cose sono diverse. non credo che a 30 anni la gente se ne freghi della possibilità di formare una famiglia. Il problema è che non c'è più quella sicurezza che avevano i nostri genitori. Ed il potere di acquisto è sceso vertiginosamente. Colpa di un mercato del lavoro che sta implodendo. Colpa di una serie di provvedimenti che hanno finito per favorire lo sfruttamento dei lavoratori; un'asta al ribasso per accaparrarsi il lavoro. Una lotta fra poveri. Colpa di una sinistra che ha smesso di rappresentare i lavoratori e che ha rinnegato il proprio passato (parlo dell'italia, non della russia). Colpa nostra e dei nostri genitori: la classe politica che ci rappresenta è semplicemente il nostro specchio. La gente ha abbassato la guardia. La sfiducia e la rassegnazione hanno avuto la meglio. Ormai siamo tutti ciechi perchè la nuova scala dei bisogni ci incula. Abbiamo paura della fame e preferiamo chiedere il favore a questo o quel politico per avere un lavoro sottopagato, piuttosto che combattere questo sistema. Lo stesso sistema che ha aumentato la percezione della "fame" tanto da farla apparire molto più prossima di quanto sia in realtà. Oramai fra i bisogni primari inseriamo spese e oggetti che di primario hanno solo il prezzo: Lcd, computer, banda larga, un telefonino l'anno....

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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Ti straquoto in tutto e per tutto per quanto riguarda il lavoro e la lurea. Giustissimo.

 

Però per quanto riguarda le capocce, mi dispiace, ma moltissimi e moltissime a 30/40 si sentono ancora ventenni, vivono a casa con i genitori e naturalmente parlo di quelli che hanno uno stipendio decente che gli potrebbe permettere di essere ndipendenti o di formarsi una famiglia. E' molto facile avere mamma e papà che ti mantengono e ti proteggono da tutto. Colpa dei genitori che hanno cresciuto queste generazioni di peter pan.

 

C'è molta paura di affrontare la vita da soli, quella vera.

 

In questo sono anche molto diversi i 30/40 di oggi da quelli di ieri.

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PRIMO PROBLEMA

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso è cambiata la scala dei bisogni della gente. I nostri genitori affrontavano l'ingresso nel mondo del lavoro sapendo che, a meno di clamorosi colpi di scena, quella prima occupazione avrebbe potuto durare per tutta la vita lavorativa. Messo in cassaforte il posto di lavoro, il bisogno primario era quello di avere una certa stabilità dal punto di vista sentimentale. Sposarsi, avere dei figli...bisogni che sono il riflesso della volontà inconscia di lasciare un segno del nostro passaggio. Sullo sfondo c'erano le grandi conquiste ottenute dalle lotte operaie e sindacali (quando i comunisti si chiamavano COMUNISTI e ne andavano fieri). Insomma, appurato che c'erano le condizioni economiche, sociali e di valori per fare il grande passo...rimaneva solo da fare il grande passo, appunto.  Ora le cose sono diverse. non credo che a 30 anni la gente se ne freghi della possibilità di formare una famiglia. Il problema è che non c'è più quella sicurezza che avevano i nostri genitori. Ed il potere di acquisto è sceso vertiginosamente. Colpa di un mercato del lavoro che sta implodendo. Colpa di una serie di provvedimenti che hanno finito per favorire lo sfruttamento dei lavoratori; un'asta al ribasso per accaparrarsi il lavoro. Una lotta fra poveri. Colpa di una sinistra che ha smesso di rappresentare i lavoratori e che ha rinnegato il proprio passato (parlo dell'italia, non della russia). Colpa nostra e dei nostri genitori: la classe politica che ci rappresenta è semplicemente il nostro specchio. La gente ha abbassato la guardia. La sfiducia e la rassegnazione hanno avuto la meglio. Ormai siamo tutti ciechi perchè la nuova scala dei bisogni ci incula. Abbiamo paura della fame e preferiamo chiedere il favore a questo o quel politico per avere un lavoro sottopagato, piuttosto che combattere questo sistema. Lo stesso sistema che ha aumentato la percezione della "fame" tanto da farla apparire molto più prossima di quanto sia in realtà. Oramai fra i bisogni primari inseriamo spese e oggetti che di primario hanno solo il prezzo: Lcd, computer, banda larga, un telefonino l'anno....

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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La riflessione di Dan, secondo me, nasconde almeno due ordini di problemi diversi. E non sempre la colpa è del "sistema" in quanto tale.

 

PRIMO PROBLEMA

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso è cambiata la scala dei bisogni della gente. I nostri genitori affrontavano l'ingresso nel mondo del lavoro sapendo che, a meno di clamorosi colpi di scena, quella prima occupazione avrebbe potuto durare per tutta la vita lavorativa. Messo in cassaforte il posto di lavoro, il bisogno primario era quello di avere una certa stabilità dal punto di vista sentimentale. Sposarsi, avere dei figli...bisogni che sono il riflesso della volontà inconscia di lasciare un segno del nostro passaggio. Sullo sfondo c'erano le grandi conquiste ottenute dalle lotte operaie e sindacali (quando i comunisti si chiamavano COMUNISTI e ne andavano fieri). Insomma, appurato che c'erano le condizioni economiche, sociali e di valori per fare il grande passo...rimaneva solo da fare il grande passo, appunto.  Ora le cose sono diverse. non credo che a 30 anni la gente se ne freghi della possibilità di formare una famiglia. Il problema è che non c'è più quella sicurezza che avevano i nostri genitori. Ed il potere di acquisto è sceso vertiginosamente. Colpa di un mercato del lavoro che sta implodendo. Colpa di una serie di provvedimenti che hanno finito per favorire lo sfruttamento dei lavoratori; un'asta al ribasso per accaparrarsi il lavoro. Una lotta fra poveri. Colpa di una sinistra che ha smesso di rappresentare i lavoratori e che ha rinnegato il proprio passato (parlo dell'italia, non della russia). Colpa nostra e dei nostri genitori: la classe politica che ci rappresenta è semplicemente il nostro specchio. La gente ha abbassato la guardia. La sfiducia e la rassegnazione hanno avuto la meglio. Ormai siamo tutti ciechi perchè la nuova scala dei bisogni ci incula. Abbiamo paura della fame e preferiamo chiedere il favore a questo o quel politico per avere un lavoro sottopagato, piuttosto che combattere questo sistema. Lo stesso sistema che ha aumentato la percezione della "fame" tanto da farla apparire molto più prossima di quanto sia in realtà. Oramai fra i bisogni primari inseriamo spese e oggetti che di primario hanno solo il prezzo: Lcd, computer, banda larga, un telefonino l'anno....

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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Ussaro ha fatto una analisi ineccepibile della realtà.

 

Aggiungo dal mio punto di vista che il problema della laurea, che pure esiste nella qualità dei percorsi e della quantità dei soggetti formati, subisce un ulteriore fattore distorsivo, particolarmente acuto alla nostra ternitudine.

 

Scontiamo in pieno gli effetti della società bloccata. Tanti laureati sono a spasso mentre i posti di comando sono presidiati da soggetti inadeguati che sfruttano e difendono autentiche rendite di posizione.

 

Le imprese locali, salvo troppo rare e lodevoli eccezioni, non vogliono assumere laureati perchè brutalmente ritenuti "destabilizzanti": il geometra non vuole al suo fianco l'ingegnere, perchè questo sarebbe in grado di riconoscerne la praticoneria spacciata per talento e competenza. Il piazzista o l'impresario di successo, inventatosi imprenditore, non vuole aver a che fare con l'esperto in controllo di gestione, perché questo saprebbe subito svelarne i maneggi.

Poco importa che l'uno e l'altro laureato posseggano le competenze e l'entusiasmo necessari a far fare all'impresa il salto di qualità, se questo dovesse costare la messa in discussione delle incommensurabili qualità del "padrone".

Molto meglio saccheggiare gli ingenui entusiasmi delle centinaia di stagisti che, pagati dalla collettività, cercano disperatamente di dimostrare le proprie capacità nei pochi mesi di soggiorno nell'azienda, che sentitamente incassa senza ringraziare.

 

E nel settore pubblico? Succede la stessa identica cosa.

Quanti uffici pubblici si reggono ora solamente sulle energie disperate degli stessi stagisti che sognano un rapporto di collaborazione per meriti acquisiti sul campo? Quanti di questi poveri cristi debbono aver a che fare con funzionari diplomati alle scuole serali e laureati con i crediti formativi del duo Berlinguer-Moratti, che sono entrati al lavoro come uscieri dietro raccomandazione dello zio sindacalista della CGIL e che ora dedicano il loro tempo quasi esclusivamente a promuovere lavorativamente o politicamente le esigenze del figlio, magari attivista di un partito di centrodestra?

 

Onestamente non so come faremo ad uscirne fuori. :(

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La riflessione di Dan, secondo me, nasconde almeno due ordini di problemi diversi. E non sempre la colpa è del "sistema" in quanto tale.

 

PRIMO PROBLEMA

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso è cambiata la scala dei bisogni della gente. I nostri genitori affrontavano l'ingresso nel mondo del lavoro sapendo che, a meno di clamorosi colpi di scena, quella prima occupazione avrebbe potuto durare per tutta la vita lavorativa. Messo in cassaforte il posto di lavoro, il bisogno primario era quello di avere una certa stabilità dal punto di vista sentimentale. Sposarsi, avere dei figli...bisogni che sono il riflesso della volontà inconscia di lasciare un segno del nostro passaggio. Sullo sfondo c'erano le grandi conquiste ottenute dalle lotte operaie e sindacali (quando i comunisti si chiamavano COMUNISTI e ne andavano fieri). Insomma, appurato che c'erano le condizioni economiche, sociali e di valori per fare il grande passo...rimaneva solo da fare il grande passo, appunto.  Ora le cose sono diverse. non credo che a 30 anni la gente se ne freghi della possibilità di formare una famiglia. Il problema è che non c'è più quella sicurezza che avevano i nostri genitori. Ed il potere di acquisto è sceso vertiginosamente. Colpa di un mercato del lavoro che sta implodendo. Colpa di una serie di provvedimenti che hanno finito per favorire lo sfruttamento dei lavoratori; un'asta al ribasso per accaparrarsi il lavoro. Una lotta fra poveri. Colpa di una sinistra che ha smesso di rappresentare i lavoratori e che ha rinnegato il proprio passato (parlo dell'italia, non della russia). Colpa nostra e dei nostri genitori: la classe politica che ci rappresenta è semplicemente il nostro specchio. La gente ha abbassato la guardia. La sfiducia e la rassegnazione hanno avuto la meglio. Ormai siamo tutti ciechi perchè la nuova scala dei bisogni ci incula. Abbiamo paura della fame e preferiamo chiedere il favore a questo o quel politico per avere un lavoro sottopagato, piuttosto che combattere questo sistema. Lo stesso sistema che ha aumentato la percezione della "fame" tanto da farla apparire molto più prossima di quanto sia in realtà. Oramai fra i bisogni primari inseriamo spese e oggetti che di primario hanno solo il prezzo: Lcd, computer, banda larga, un telefonino l'anno....

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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aggiungerei una cosa, cioè il "sistema consumistico", il quale rappresenta un sistema edonistico cioè un sistema dove il singolo pensa solo a soddisfare i propri bisogni (anche superflui).

oggi il mondo in cui viviamo si basa su una serie di "falsi bisogni" (molto spesso veicolati dai media) e sono queste le priorità del mondo moderrno, non più avere l'automobile x spostarsi, ma avere il suv per farsi notare quindi da soddisfare un bisogno egocentrico. questo è solo un esempio, forse il piu semplicistico però riprendendo cio che diceva dan oggi molte poche persone sarebbero disposte a rinunciare ad esempio alla carriera per mettere al mondo dei figli e prendersi cura di loro, o peggio chi è disposto a smettere di continuare a vivere da 20enne pur avendo superato abbondantemente i 30... (uomini e donne sia ben chiaro)

I bamboccioni non esistono, è 1 dato di fatto c'è un sacco di gente che è "bambocciona" per forza, perchè il mercato del lavoro degli affitti ecc non consente loro di essere nient'altro che un "bamboccione" .

cmq voglio anche aggiungere che conosco molta gente che,seppur 30enne abbondante, ha preferito utilizzare il suo stipendio per comperarsi la motocicletta che tanto va di moda invece che, per esempio, accendere un mutuo per la prima casa.

ma se sa, qualcosa dovrai pur ostentare ede videntemente è una questione di priorità...

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Ho compiuto da poco 29 anni e mi abbandono ad alcune riflessioni.

Qual'è la situazione di noi trentenni di oggi?

Quand'ero bambino guardavo i miei genitori e immaginavo che "da grande" sarei stato come loro.

Avrei lavorato e avuto una casa, e ovviamente avrei avuto una "moglie" accanto che mi avrebbe sostenuto.

In tutte le famiglie era così e pensavo che pure per noi lo sarebbe stato.

Adesso penso che mio padre alla mia età era già sposato ed aveva un figlio (mio fratello maggiore).

Io posso farlo questo?

Mi accorgo di no.

Quello che guadagno è veramente pochissimo, questo malgrado alla fine lavoro sempre minimo 8 ore al giorno e dopo aver studiato tanti anni.

I miei genitori mi hanno detto che guadagnavano quando si sono sposati nel 72 mia madre 70000 lire e mio padre 90000 al mese.

Ne pagavano 40000 di affitto per un appartamento normale di  70-80 metri quadri.

Io guadagno circa 1000 euro e a Tivoli mi hanno chiesto una volta che mi informavo 550 500 euro al mese per una appartamento vecchio di sole due stanze (soggiorno-cucina e letto + bagno).

I miei genitori avevano contratti a tempo indeterminato io sto a progetto.

Mia madre faceva l'infermiera, per diventarlo all'epoca bastavano tre anni di superiori e poi la scuola infermieri, che erano come adesso 3 anni.

E già aveva uno stipendio che era quasi il doppio di quello che si pagava d'affitto per un buon appartamento.

Anche la vita di coppia era diversa.

C'era più stabilità, più serietà.

Adesso mi sembra si guardi solo alle cose materiali.

Forse dirò dei luoghi comuni, ma vedo che oggi ci si fidanza per anni, si va in vacanza insieme si esce, ci si diverte ma non si pensa mai a niente di serio.

Quando arriva l'ora di farlo la maggior parte delle coppie si sfascia (guardo anche le storie di amici e conoscenti).

Tante persone si sposano con entusiasmo, magari solo per la festa, invitano 500 persone al pranzo e poi si lasciano appena tornati dal viaggio di matrimonio.

Cosa è successo?Adesso non diciamo che prima i matrimoni duravano perchè le donne dipendevano economicamente dall'uomo, mia madre se avesse voluto avrebbe potuto essere indipendente eppure è sempre stata a fianco a mio padre e ha sempre pensato per prima cosa a noi figli.

Che c'avemo in capo noi trentenni de mo?

Io pure mi sono accorto che con le mie ragazze è sempre finita quando non sono più servito loro per cose veramente  solo di tipo materiale, come portarle in giro con la mia macchina, pagare quando si usciva e cose del genere, e soprattutto quando si trattava di dover fare qualche sacrificio insieme.

Questo lo dico con serenità e senza voler fare la vittima, magari sono stato sfortunato, c'avro le mie colpe, ma anche se guardo gli altri mi pare che la situazione in generale è questa.

Sarà che con la cattiva situazione in cui ci troviamo forse molti preferiscono starsene a casa coi genitori e godersi quei pochi soldi che si guadagnano, visto che comunque non basterebbero per crearsi una famiglia propria o comunque vivere da soli senza dover stare scannati?Oppure siamo una generazione che non è abbastanza matura?

Boh, io a volte non ci capisco niente.

So solo che fra un anno faccio trenta anni e non so più che voglio dalla mia vita e che obbiettiv c'ho.

L'unica cosa che sono certo di volere è una maggiore stabilità economica per il futuro.

Voi altri che ne pensate?

Mi scuso se forse non ho potuto spiegare sufficientemente bene quello che provo, ma sto al lavoro e ho scritto tutto di getto per non perdere tempo. :)

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Puo' consolarti pensare che ho gli stessi pensieri?

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Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

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e' molto coraggioso.

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La riflessione di Dan, secondo me, nasconde almeno due ordini di problemi diversi. E non sempre la colpa è del "sistema" in quanto tale.

 

PRIMO PROBLEMA

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso è cambiata la scala dei bisogni della gente. I nostri genitori affrontavano l'ingresso nel mondo del lavoro sapendo che, a meno di clamorosi colpi di scena, quella prima occupazione avrebbe potuto durare per tutta la vita lavorativa. Messo in cassaforte il posto di lavoro, il bisogno primario era quello di avere una certa stabilità dal punto di vista sentimentale. Sposarsi, avere dei figli...bisogni che sono il riflesso della volontà inconscia di lasciare un segno del nostro passaggio. Sullo sfondo c'erano le grandi conquiste ottenute dalle lotte operaie e sindacali (quando i comunisti si chiamavano COMUNISTI e ne andavano fieri). Insomma, appurato che c'erano le condizioni economiche, sociali e di valori per fare il grande passo...rimaneva solo da fare il grande passo, appunto.  Ora le cose sono diverse. non credo che a 30 anni la gente se ne freghi della possibilità di formare una famiglia. Il problema è che non c'è più quella sicurezza che avevano i nostri genitori. Ed il potere di acquisto è sceso vertiginosamente. Colpa di un mercato del lavoro che sta implodendo. Colpa di una serie di provvedimenti che hanno finito per favorire lo sfruttamento dei lavoratori; un'asta al ribasso per accaparrarsi il lavoro. Una lotta fra poveri. Colpa di una sinistra che ha smesso di rappresentare i lavoratori e che ha rinnegato il proprio passato (parlo dell'italia, non della russia). Colpa nostra e dei nostri genitori: la classe politica che ci rappresenta è semplicemente il nostro specchio. La gente ha abbassato la guardia. La sfiducia e la rassegnazione hanno avuto la meglio. Ormai siamo tutti ciechi perchè la nuova scala dei bisogni ci incula. Abbiamo paura della fame e preferiamo chiedere il favore a questo o quel politico per avere un lavoro sottopagato, piuttosto che combattere questo sistema. Lo stesso sistema che ha aumentato la percezione della "fame" tanto da farla apparire molto più prossima di quanto sia in realtà. Oramai fra i bisogni primari inseriamo spese e oggetti che di primario hanno solo il prezzo: Lcd, computer, banda larga, un telefonino l'anno....

 

SECONDO PROBLEMA

non voglio offendere nessuno, ma siamo caduti anche in un altro tranello: la laurea. Il fatto di aver studiato tanti anni non deve e non può assicurare il posto di lavoro. Perchè la stragrande maggioranza dei laureati, francamente, si è appoggiata a corsi di laurea che sono serviti solo per spillare soldi alle famiglia e che non offrono nessuno sbocco lavorativo. Per me i laureati veri, che possono realmente battere i pugni sul tavolo, sono quelli che hanno deciso di farsi un culo così con lauree vere: e penso agli ingegneri a spasso o costretti ad emigrare per poter lavorare, a chi ha studiato medicina, a chi ha il sogno di insegnare, a chi ha studiato giurisprudenza e a pochi altri. Tutto il resto dei laureati (che sono anche la maggioranza) hanno condotto degli studi ridicoli pensando che un semplice pezzo di carta potesse farli avanzare nel mondo del lavoro a prescindere dalla qualità, dalla utilità e dalla difficoltà degli studi condotti.

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Ussaro ha fatto una analisi ineccepibile della realtà.

 

Aggiungo dal mio punto di vista che il problema della laurea, che pure esiste nella qualità dei percorsi e della quantità dei soggetti formati, subisce un ulteriore fattore distorsivo, particolarmente acuto alla nostra ternitudine.

 

Scontiamo in pieno gli effetti della società bloccata. Tanti laureati sono a spasso mentre i posti di comando sono presidiati da soggetti inadeguati che sfruttano e difendono autentiche rendite di posizione.

 

Le imprese locali, salvo troppo rare e lodevoli eccezioni, non vogliono assumere laureati perchè brutalmente ritenuti "destabilizzanti": il geometra non vuole al suo fianco l'ingegnere, perchè questo sarebbe in grado di riconoscerne la praticoneria spacciata per talento e competenza. Il piazzista o l'impresario di successo, inventatosi imprenditore, non vuole aver a che fare con l'esperto in controllo di gestione, perché questo saprebbe subito svelarne i maneggi.

Poco importa che l'uno e l'altro laureato posseggano le competenze e l'entusiasmo necessari a far fare all'impresa il salto di qualità, se questo dovesse costare la messa in discussione delle incommensurabili qualità del "padrone".

Molto meglio saccheggiare gli ingenui entusiasmi delle centinaia di stagisti che, pagati dalla collettività, cercano disperatamente di dimostrare le proprie capacità nei pochi mesi di soggiorno nell'azienda, che sentitamente incassa senza ringraziare.

 

E nel settore pubblico? Succede la stessa identica cosa.

Quanti uffici pubblici si reggono ora solamente sulle energie disperate degli stessi stagisti che sognano un rapporto di collaborazione per meriti acquisiti sul campo? Quanti di questi poveri cristi debbono aver a che fare con funzionari diplomati alle scuole serali e laureati con i crediti formativi del duo Berlinguer-Moratti, che sono entrati al lavoro come uscieri dietro raccomandazione dello zio sindacalista della CGIL e che ora dedicano il loro tempo quasi esclusivamente a promuovere lavorativamente o politicamente le esigenze del figlio, magari attivista di un partito di centrodestra?

 

Onestamente non so come faremo ad uscirne fuori. :(

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Temo che si dovra' ricominciare dal rimettere i voti a scuola, BOCCIARE chi non e' capace, e forse fra venti anni avremo una nuova generazione di gente preparata.

 

Nel frattempo riformi il mercato del lavoro, metti fuori gli incapaci e i fancazzisti , e cerchi di tirare fuori una generazione di gente in grado di far crescere il nostro paese. Ma temo sia troppo tardi.

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Purtroppo molti dei pensieri scritti da Dan vengono spesso in mente anche a me...

mi dispiace vedere amici che hanno studiato per molti anni e ora sono inseriti nel mondo del lavoro ma con contratti a progetto dove il datore di lavoro ti tiene sempre sulla corda e non sai mai domani dove sarai...

Ma una cosa mi sconvolge, io sono sposata e quando dichiaro candidamente di essermi sposata a 23 anni mi sento sempre dire: ma sei matta?

Ma stare bene con una persona e decidere di vivere con lui anche i momenti meno facili è così fuori moda? :unsure:

1310585[/snapback]

 

e' molto coraggioso.

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Grazie :rolleyes::rolleyes::rolleyes:

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