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BuFERA

razzismo

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il razzismo è credere una etnia (non razza , visto che non siamo animali) inferiore IN QUANTO TALE , a prescindere, come diceva Totò

 

solo che noi "bianchi" siamo davvero strani: abbiamo schiavizzato e colonizzato mezzo mondo per sfruttare popoli interi poi ci lamentiamo se cercano una vita nuova da noi

 

in USA il razzismo verso indiani e neri è stato preceduto da massacri e sottomissioni crudeli

basterebbe fare pace col cervello

 

i danni più grandi e imperdonabili li abbiamo fatti noi

Modificato da Me pizzica me mozzica
  • Voto Positivo 4

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A tanti post di chiara matrice razzialista ne sono stati scritti altri, che invocano maggiore sicurezza e ribadiscono una questione banalissima: proprio perchè di delinquenti italiani ce ne sono a iosa, non vi è alcun bisogno di importarne altri tramite flussi migratori completamente sballati.Non c'è niente di razzista in tutto ciò.

Devo ancora capire se mi fanno inorridire di più certi avanzi di ku klux klan o certi cazzettini pieni di piscio che straparlano di materia grigia e invocano uno pseudo razzismo strisciante o palesano una superiorità intellettuale completamente inesistente.

Beoti totali che inveiscono contro la casalinga che OSA mettere in discussione certa multiculturalità distorta perchè la sera deve stare attenta pure a scendere da casa per buttare l'immondizia, però sono completamente digiuni di concetti geopolitici, ignorano totalmente certe dinamiche che affamano i popoli africai/mediorientali/tra-un-pò-pure-noi ecc..

Cento volte più pericolosi di qualsiasi ignorante.

  • Voto Positivo 1
  • Voto Negativo 6

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Bellissimo articolo sul Guardian:

In pochissime parole spiega che al mondo d'oggi si usano ancora vecchi concetti gerarchici lessicali: un bianco che va a lavorare in Africa o Asia si definisce Espatriato, mentre un nero o un asiatico che viene a lavorare in Occidente si definisce Immigrato.

 

In the lexicon of human migration there are still hierarchical words, created with the purpose of putting white people above everyone else. One of those remnants is the word “expat”.

What is an expat? And who is an expat? According to Wikipedia, “an expatriate (often shortened to expat) is a person temporarily or permanently residing in a country other than that of the person’s upbringing. The word comes from the Latin terms ex (‘out of’) and patria (‘country, fatherland’)”.

Defined that way, you should expect that any person going to work outside of his or her country for a period of time would be an expat, regardless of his skin colour or country. But that is not the case in reality; expat is a term reserved exclusively for western white people going to work abroad.

Africans are immigrants. Arabs are immigrants. Asians are immigrants. However, Europeans are expats because they can’t be at the same level as other ethnicities. They are superior. Immigrants is a term set aside for ‘inferior races’.

Don’t take my word for it. The Wall Street Journal, the leading financial information magazine in the world, has a blog dedicated to the life of expats and recently they featured a story ‘Who is an expat, anyway?’. Here are the main conclusions: “Some arrivals are described as expats; others as immigrants; and some simply as migrants. It depends on social class, country of origin and economic status. It’s strange to hear some people in Hong Kong described as expats, but not others. Anyone with roots in a western country is considered an expat … Filipino domestic helpers are just guests, even if they’ve been here for decades. Mandarin-speaking mainland Chinese are rarely regarded as expats … It’s a double standard woven into official policy.”

The reality is the same in Africa and Europe. Top African professionals going to work in Europe are not considered expats. They are immigrants. Period. “I work for multinational organisations both in the private and public sectors. And being black or coloured doesn’t gain me the term “expat”. I’m a highly qualified immigrant, as they call me, to be politically correct,” says an African migrant worker.

Most white people deny that they enjoy the privileges of a racist system. And why not? But our responsibility is to point out and to deny them these privileges, directly related to an outdated supremacist ideology. If you see those “expats” in Africa, call them immigrants like everyone else. If that hurts their white superiority, they can jump in the air and stay there. The political deconstruction of this outdated worldview must continue.

  • Voto Positivo 2

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A tanti post di chiara matrice razzialista ne sono stati scritti altri, che invocano maggiore sicurezza e ribadiscono una questione banalissima: proprio perchè di delinquenti italiani ce ne sono a iosa, non vi è alcun bisogno di importarne altri tramite flussi migratori completamente sballati.Non c'è niente di razzista in tutto ciò.

Devo ancora capire se mi fanno inorridire di più certi avanzi di ku klux klan o certi cazzettini pieni di piscio che straparlano di materia grigia e invocano uno pseudo razzismo strisciante o palesano una superiorità intellettuale completamente inesistente.

Beoti totali che inveiscono contro la casalinga che OSA mettere in discussione certa multiculturalità distorta perchè la sera deve stare attenta pure a scendere da casa per buttare l'immondizia, però sono completamente digiuni di concetti geopolitici, ignorano totalmente certe dinamiche che affamano i popoli africai/mediorientali/tra-un-pò-pure-noi ecc..

Cento volte più pericolosi di qualsiasi ignorante.

 

:clap::clap:

  • Voto Negativo 2

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Secondo me oggi, nel 2015, è sbagliato guardare al razzismo come l'origine del male.

In realtà è un effetto del male.

I razzisti oggi sono solo delle vittime che hanno paura e non ragionano.

Sbagliano, ma ci dovremo prima di tutto chiedere chi e perché alimenta la loro ignoranza.

"della serie non so' io che so' razzista, so' loro che so' negri..."

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No, sono semplicemente due problemi diversi, c'è differenza.

 

Nel primo caso inveisci contro chi permette di andare in giro ad una persona che dovrebbe stare in galera e te la prendi con una giustizia che non ottiene il suo scopo primario.

Nessuno ti accusa di razzismo.

 

Nel secondo caso ti chiedi se con la scusa della solidarietà e delle emergenze internazionali qualcuno si arricchisce facendo entrare anche cani e porci senza i dovuti controlli, alimentando conflitti sociali (e quindi la piaga del razzismo).

E qualcuno ti potrebbe accusare di razzismo.

 

Secondo me oggi, nel 2015, è sbagliato guardare al razzismo come l'origine del male.

In realtà è un effetto del male.

I razzisti oggi sono solo delle vittime che hanno paura e non ragionano.

Sbagliano, ma ci dovremo prima di tutto chiedere chi e perché alimenta la loro ignoranza.

 

"della serie non so' io che so' razzista, so' loro che so' negri..."

 

Libero di interpretare come ti pare.

Ma ti posso garantire che non hai capito un cazzo di quello che ho scritto.

Modificato da callea

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Libero di interpretare come ti pare.

Ma ti posso garantire che non hai capito un cazzo di quello che ho scritto.

tranquillo, io non avrò capito un cazzo ma anche te me pari abbastanza confuso

peace

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No, sono semplicemente due problemi diversi, c'è differenza.

 

Nel primo caso inveisci contro chi permette di andare in giro ad una persona che dovrebbe stare in galera e te la prendi con una giustizia che non ottiene il suo scopo primario.

Nessuno ti accusa di razzismo.

 

Nel secondo caso ti chiedi se con la scusa della solidarietà e delle emergenze internazionali qualcuno si arricchisce facendo entrare anche cani e porci senza i dovuti controlli, alimentando conflitti sociali (e quindi la piaga del razzismo).

E qualcuno ti potrebbe accusare di razzismo.

 

Secondo me oggi, nel 2015, è sbagliato guardare al razzismo come l'origine del male.

In realtà è un effetto del male.

I razzisti oggi sono solo delle vittime che hanno paura e non ragionano.

Sbagliano, ma ci dovremo prima di tutto chiedere chi e perché alimenta la loro ignoranza.

Sei troppo indulgente nei confronti dei razzisti

Alla base del razzismo del fascismo e di tutti gli estremisti c'è soprattutto tanta ignoranza

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è una parola che ultimamente fa spesso capolino. credo che a nessuno piaccia essere etichettato come razzista, a meno che non la veda come una cosa positiva e non ne riconosca gli effetti negativi.

 

per me il razzismo è quando i miei figli, figli di un italiano all'estero, vengono derisi, emarginati e magari picchiati a scuola perché dei mafiosi si sono sparati e uccisi a duisburg, perché dei mafiosi italiani minacciano gente che vuole campare in pace, perché gli stessi criminali si vantano pure di essere italiani e tanta gente è talmente scema da farne uno stereotipo.

 

il razzismo è paura, è un calderone in cui vengono catalizzate tutte le proprie frustrazioni e scaricate contro un obiettivo che ha come etichetta una nazionalità, un'etnia, un'orientamento sessuale, un qualsiasi aggettivo che possa catalogare un tipo di persona e tagliare tutto con l'accetta.

 

se impariamo a difendere noi stessi dal nostro razzismo e dal razzismo degli altri impariamo anche a difenderci da chi ci vuol fare del male, ad impedirci di farlo agli altri e ad evitare l'emarginazione, che fa sempre comodo a chi il razzismo della gente comune lo usa per i propri comodi.

sbagliato, il razzismo ha unicamente a che fare con la RAZZA tutte le altre accezioni non sono corrette, vi sono altri termini che le spiegano. Sono razzista se, visto che hai tirato in ballo i figli, decido di riprodurmi solo con donne della mia stessa razza perchè questa venga proseguita.

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Beoti totali che inveiscono contro la casalinga che OSA mettere in discussione certa multiculturalità distorta perchè la sera deve stare attenta pure a scendere da casa per buttare l'immondizia, però sono completamente digiuni di concetti geopolitici, ignorano totalmente certe dinamiche che affamano i popoli africai/mediorientali/tra-un-pò-pure-noi ecc..

Cento volte più pericolosi di qualsiasi ignorante.

:confuso:

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A tanti post di chiara matrice razzialista ne sono stati scritti altri, che invocano maggiore sicurezza e ribadiscono una questione banalissima: proprio perchè di delinquenti italiani ce ne sono a iosa, non vi è alcun bisogno di importarne altri tramite flussi migratori completamente sballati.Non c'è niente di razzista in tutto ciò.

Devo ancora capire se mi fanno inorridire di più certi avanzi di ku klux klan o certi cazzettini pieni di piscio che straparlano di materia grigia e invocano uno pseudo razzismo strisciante o palesano una superiorità intellettuale completamente inesistente.

Beoti totali che inveiscono contro la casalinga che OSA mettere in discussione certa multiculturalità distorta perchè la sera deve stare attenta pure a scendere da casa per buttare l'immondizia, però sono completamente digiuni di concetti geopolitici, ignorano totalmente certe dinamiche che affamano i popoli africai/mediorientali/tra-un-pò-pure-noi ecc..

Cento volte più pericolosi di qualsiasi ignorante.

10 minuti di applausi !!!

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sbagliato, il razzismo ha unicamente a che fare con la RAZZA tutte le altre accezioni non sono corrette, vi sono altri termini che le spiegano. Sono razzista se, visto che hai tirato in ballo i figli, decido di riprodurmi solo con donne della mia stessa razza perchè questa venga proseguita.

In teoria (premesso che le razze umane non esistono) è come dici tu, anche se è discutibile.

 

Per esempio il manifesto fascista per la "difesa della razza" del 1938, se non ricordo male ,andava oltre il puro razzismo biologico hitleriano (la superiorità della razza ariana etc).

 

Anche perché come modelli di arianesimo noi bastardi meticci "multietnici" italici non è che eravamo e siamo un granché :D .

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è una parola che ultimamente fa spesso capolino. credo che a nessuno piaccia essere etichettato come razzista, a meno che non la veda come una cosa positiva e non ne riconosca gli effetti negativi.

 

per me il razzismo è quando i miei figli, figli di un italiano all'estero, vengono derisi, emarginati e magari picchiati a scuola perché dei mafiosi si sono sparati e uccisi a duisburg, perché dei mafiosi italiani minacciano gente che vuole campare in pace, perché gli stessi criminali si vantano pure di essere italiani e tanta gente è talmente scema da farne uno stereotipo.

 

il razzismo è paura, è un calderone in cui vengono catalizzate tutte le proprie frustrazioni e scaricate contro un obiettivo che ha come etichetta una nazionalità, un'etnia, un'orientamento sessuale, un qualsiasi aggettivo che possa catalogare un tipo di persona e tagliare tutto con l'accetta.

 

se impariamo a difendere noi stessi dal nostro razzismo e dal razzismo degli altri impariamo anche a difenderci da chi ci vuol fare del male, ad impedirci di farlo agli altri e ad evitare l'emarginazione, che fa sempre comodo a chi il razzismo della gente comune lo usa per i propri comodi.

 

Il razzismo è intollerenza/attacco verso chi è diverso: è inaccettabile nella società globale, ne è la negazione.

E' sinonimo di ignoranza.

 

 

Il problema però è che spesso va di pari passo con il perbenismo ipocrita ( con derive radical chic): nei paesi anglossoni si usa l'acronimo Nimby ossia “not in my back yard”. In parole povere va bene tutto ma non nel mio cortile.

 

Il tutto è conseguenza della non regolamentazione dell'integrazione.

Già perchè si fa presto a parlare di integrazione ma la Società secondo me deve fare da guida in modo tale che tutto il peso non cada sul comune cittadino.

Conseguenza altrimenti è che anche il comune cittadino, il buon padre di famiglia non dico sostenga ma quanto meno annuisca davanti a derive xenofobe.

 

Al momento vediamo partiti di destra che attaccano gli extra-comunitari poi però gli imprenditori esponenti fanno il business con gli stessi extra-comunitari (che costano meno e quindi più profitti).

 

Partiti di sinistra che predicano la tolleranza poi però la classe dirigente se ne sta bella rinchiusa nelle torri d'avorio senza aver minimamente idea di come vivano i cittadini italiani vicini di casa del campo Rom o del quartiere passato in mano agli immigrati.

 

 

Il problema non è banale , basti pensare a ciò che è successo al Progetto Integrazione di un paese evoluto quale può essere la Francia o dei disordini riscontrati in Svezia.

Se i partiti xenofobi stanno prendendo piede di nuovo invece di innalzarsi d'ufficio sul pulpito altri soggetti politici dovrebbero chiedersi i motivi reali, quello che colpisce in pancia l'uomo della strada.

Manca un collegamento reale fra gente e politici.

 

Noi nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo "predicare" la tolleranza ma non basta perchè poi quando ti trovi davanti a statistiche abbastanza schiaccianti con sempre le medesime etnie coinvolte in furti-rapine ecc ( Rom, Rumeni ecc.) . allora ti senti impotente e prevenuto...mi sembra il minimo.

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Il razzismo è intollerenza/attacco verso chi è diverso: è inaccettabile nella società globale, ne è la negazione.

E' sinonimo di ignoranza.

 

 

Il problema però è che spesso va di pari passo con il perbenismo ipocrita ( con derive radical chic): nei paesi anglossoni si usa l'acronimo Nimby ossia “not in my back yard”. In parole povere va bene tutto ma non nel mio cortile.

 

Il tutto è conseguenza della non regolamentazione dell'integrazione.

Già perchè si fa presto a parlare di integrazione ma la Società secondo me deve fare da guida in modo tale che tutto il peso non cada sul comune cittadino.

Conseguenza altrimenti è che anche il comune cittadino, il buon padre di famiglia non dico sostenga ma quanto meno annuisca davanti a derive xenofobe.

 

Al momento vediamo partiti di destra che attaccano gli extra-comunitari poi però gli imprenditori esponenti fanno il business con gli stessi extra-comunitari (che costano meno e quindi più profitti).

 

Partiti di sinistra che predicano la tolleranza poi però la classe dirigente se ne sta bella rinchiusa nelle torri d'avorio senza aver minimamente idea di come vivano i cittadini italiani vicini di casa del campo Rom o del quartiere passato in mano agli immigrati.

 

 

Il problema non è banale , basti pensare a ciò che è successo al Progetto Integrazione di un paese evoluto quale può essere la Francia o dei disordini riscontrati in Svezia.

Se i partiti xenofobi stanno prendendo piede di nuovo invece di innalzarsi d'ufficio sul pulpito altri soggetti politici dovrebbero chiedersi i motivi reali, quello che colpisce in pancia l'uomo della strada.

Manca un collegamento reale fra gente e politici.

 

Noi nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo "predicare" la tolleranza ma non basta perchè poi quando ti trovi davanti a statistiche abbastanza schiaccianti con sempre le medesime etnie coinvolte in furti-rapine ecc ( Rom, Rumeni ecc.) . allora ti senti impotente e prevenuto...mi sembra il minimo.

 

Perfetto.

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Razzismo e'anche etichettare chi non la pensa come te come razzista senza minimamente ascoltarlo. Razzismo e' impedire libere e legittime manifestazioni del prossimo . È' Bollare come razzista il prossimo che si limita a chiedere legalità. Penso che nessuno ce l'abbia con

L'omicida perché marocchino ma parecchi ce l'abbiano con uno stato che permette ad un delinquente non cittadino italiano espulso di tornarsene e qua e continuare a fare delitti. Cosa ben differente.

Per come la vedo io, un delinquente è un delinquente, non ha connotazioni di razza o religione o orientamento sessuale.

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A tanti post di chiara matrice razzialista ne sono stati scritti altri, che invocano maggiore sicurezza e ribadiscono una questione banalissima: proprio perchè di delinquenti italiani ce ne sono a iosa, non vi è alcun bisogno di importarne altri tramite flussi migratori completamente sballati.Non c'è niente di razzista in tutto ciò.

Devo ancora capire se mi fanno inorridire di più certi avanzi di ku klux klan o certi cazzettini pieni di piscio che straparlano di materia grigia e invocano uno pseudo razzismo strisciante o palesano una superiorità intellettuale completamente inesistente.

Beoti totali che inveiscono contro la casalinga che OSA mettere in discussione certa multiculturalità distorta perchè la sera deve stare attenta pure a scendere da casa per buttare l'immondizia, però sono completamente digiuni di concetti geopolitici, ignorano totalmente certe dinamiche che affamano i popoli africai/mediorientali/tra-un-pò-pure-noi ecc..

Cento volte più pericolosi di qualsiasi ignorante.

tvb :wub:

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Per come la vedo io, un delinquente è un delinquente, non ha connotazioni di razza o religione o orientamento sessuale.

la fai facile... fosse vero varrebbe anche l'equivalenza un ladro è un ladro... guarda chi governa terni e ti renderai conto che non è così.... si possono sempre fare delle distinzioni

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la fai facile... fosse vero varrebbe anche l'equivalenza un ladro è un ladro... guarda chi governa terni e ti renderai conto che non è così.... si possono sempre fare delle distinzioni

poè, penso e temo che relativamente a quello che è successo ed alla sicurezza cittadina il nostro "interlocutore" principe sia Alfano e non DJ

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Il razzismo è intollerenza/attacco verso chi è diverso: è inaccettabile nella società globale, ne è la negazione.

E' sinonimo di ignoranza.

 

 

Il problema però è che spesso va di pari passo con il perbenismo ipocrita ( con derive radical chic): nei paesi anglossoni si usa l'acronimo Nimby ossia “not in my back yard”. In parole povere va bene tutto ma non nel mio cortile.

 

Il tutto è conseguenza della non regolamentazione dell'integrazione.

Già perchè si fa presto a parlare di integrazione ma la Società secondo me deve fare da guida in modo tale che tutto il peso non cada sul comune cittadino.

Conseguenza altrimenti è che anche il comune cittadino, il buon padre di famiglia non dico sostenga ma quanto meno annuisca davanti a derive xenofobe.

 

Al momento vediamo partiti di destra che attaccano gli extra-comunitari poi però gli imprenditori esponenti fanno il business con gli stessi extra-comunitari (che costano meno e quindi più profitti).

 

Partiti di sinistra che predicano la tolleranza poi però la classe dirigente se ne sta bella rinchiusa nelle torri d'avorio senza aver minimamente idea di come vivano i cittadini italiani vicini di casa del campo Rom o del quartiere passato in mano agli immigrati.

 

 

Il problema non è banale , basti pensare a ciò che è successo al Progetto Integrazione di un paese evoluto quale può essere la Francia o dei disordini riscontrati in Svezia.

Se i partiti xenofobi stanno prendendo piede di nuovo invece di innalzarsi d'ufficio sul pulpito altri soggetti politici dovrebbero chiedersi i motivi reali, quello che colpisce in pancia l'uomo della strada.

Manca un collegamento reale fra gente e politici.

 

Noi nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo "predicare" la tolleranza ma non basta perchè poi quando ti trovi davanti a statistiche abbastanza schiaccianti con sempre le medesime etnie coinvolte in furti-rapine ecc ( Rom, Rumeni ecc.) . allora ti senti impotente e prevenuto...mi sembra il minimo.

 

Ad ampliare il significato di Nimby dando una valenza non solo fisica c'è anche il discorso del lavoro inteso come benessere derivato.

 

esempio: Prendo in maniera " illegittima" posti di lavoro senza avere CV oppure scavalcando in maniera piuttosto evidente persone con CV nettamente migliore ( per esempio nell'ambito della lottizzazione partitica dei posti comunali) poi però leggo Terzani e metto la bandiera della pace fuori dal balcone.

A quel punto quando qualcuno ti ha "comprato" il lavoro è molto facile diventare "peace&love", l'importante è che la partita si giochi lontano dal proprio "cortile".

 

Magari il "disgraziato" che si trova a fare il lavoro umile ( senza magari avere chissà quanto un CV peggiore rispetto al soggetto che si è "rubato" il lavoro) in diretta concorrenza con l'extra-comunitario diventa intollerante e razzista perchè non arriva alla fine del mese mentre il suo corrispondente immigrato prende la casa e/o sussidio.

 

Insomma, il problema mi pare complesso.

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sbagliato, il razzismo ha unicamente a che fare con la RAZZA tutte le altre accezioni non sono corrette, vi sono altri termini che le spiegano. Sono razzista se, visto che hai tirato in ballo i figli, decido di riprodurmi solo con donne della mia stessa razza perchè questa venga proseguita.

se diamo ad ogni parola un significato letterale non ne usciamo più. è sufficiente darle il significato comunemente inteso, che spesso si riferisce al diverso, tant'è che spesso si dice "razzista nei confronti di..."

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Io non sono razzista ma...

 

se c'è il "ma" lo sei.

 

'sta cosa è meravigliosa... ;)

 

MA il mio pensiero sul razzismo e pari pari a quello che ho sull'aborto. Sono favorevole all'aborto, ma vorrei che la società lavorasse affinché non ce ne fossero più; non mi sento razzista, ma vorrei che la società (rectius politica) lavorasse per non farci essere razzisti (e sottolineo farci perché, magari, a volte, potrei avere dei comportamenti razzisti).

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ma guarda che non è difficile non-essere-razzisti e limitarsi ad esigere che la legge venga rispettata.

 

se ad esempio, leggendo quello che scrivono tizio e caio, palesemente razzisti, arrivo a considerarli, giustamente (mia opinione), dei coglioni per quello che scrivono, non è che poi allo stesso tempo me la prendo con tutti quelli che abitano nel loro condominio, nella loro via o nel loro paese per quello che hanno scritto loro due.

 

è semplice.

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Il razzismo è intollerenza/attacco verso chi è diverso: è inaccettabile nella società globale, ne è la negazione.

E' sinonimo di ignoranza.

 

 

Il problema però è che spesso va di pari passo con il perbenismo ipocrita ( con derive radical chic): nei paesi anglossoni si usa l'acronimo Nimby ossia “not in my back yard”. In parole povere va bene tutto ma non nel mio cortile.

 

Il tutto è conseguenza della non regolamentazione dell'integrazione.

Già perchè si fa presto a parlare di integrazione ma la Società secondo me deve fare da guida in modo tale che tutto il peso non cada sul comune cittadino.

Conseguenza altrimenti è che anche il comune cittadino, il buon padre di famiglia non dico sostenga ma quanto meno annuisca davanti a derive xenofobe.

 

Al momento vediamo partiti di destra che attaccano gli extra-comunitari poi però gli imprenditori esponenti fanno il business con gli stessi extra-comunitari (che costano meno e quindi più profitti).

 

Partiti di sinistra che predicano la tolleranza poi però la classe dirigente se ne sta bella rinchiusa nelle torri d'avorio senza aver minimamente idea di come vivano i cittadini italiani vicini di casa del campo Rom o del quartiere passato in mano agli immigrati.

 

 

Il problema non è banale , basti pensare a ciò che è successo al Progetto Integrazione di un paese evoluto quale può essere la Francia o dei disordini riscontrati in Svezia.

Se i partiti xenofobi stanno prendendo piede di nuovo invece di innalzarsi d'ufficio sul pulpito altri soggetti politici dovrebbero chiedersi i motivi reali, quello che colpisce in pancia l'uomo della strada.

Manca un collegamento reale fra gente e politici.

 

Noi nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo "predicare" la tolleranza ma non basta perchè poi quando ti trovi davanti a statistiche abbastanza schiaccianti con sempre le medesime etnie coinvolte in furti-rapine ecc ( Rom, Rumeni ecc.) . allora ti senti impotente e prevenuto...mi sembra il minimo.

come hai scritto nel messaggio successivo è un problema veramente complesso. con le derive radical chic o il perbenismo ipocrita però si devia un po' il discorso. come ho scritto nell'altra pagina credo che nessuno sia libero da pregiudizi razzisti, per quanto ci si sforzi di evitarli. il problema è quando si piazza un'etichetta e si mette tutto dentro un calderone senza pensarci su due volte. si ergono muri e tu di qua, io di la, proprio come succede con l'acronimo nimby. il problema è quando si va a fare un fine settimana in una città europea, magari una di quelle suggerite nell'altra discussione, e ci si sente dare dei mafiosi. o quando te ne vai in una cittadina nella costa meridionale inglese e devi passare una serata in ospedale perché quella sera c'era la caccia all'italiano.

 

il discorso dell'integrazione per me è estremamente complesso. le varie culture italiane vengono indebolite ed annientate da fenomeni globalizzanti che distruggono realtà nazionali e locali. penso che sia parecchio difficile entrare a far parte di una comunità che non conosce più nemmeno se stessa. che quando non lavora passa il tempo davanti alla televisione se ne sta comunque chiusa in casa, e questo non solo in italia. le migrazioni di massa sono solo uno degli aspetti della globalizzazione, tutti coi propri lati positivi e negativi.

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Bellissimo articolo sul Guardian:

In pochissime parole spiega che al mondo d'oggi si usano ancora vecchi concetti gerarchici lessicali: un bianco che va a lavorare in Africa o Asia si definisce Espatriato, mentre un nero o un asiatico che viene a lavorare in Occidente si definisce Immigrato.

 

In the lexicon of human migration there are still hierarchical words, created with the purpose of putting white people above everyone else. One of those remnants is the word “expat”.

What is an expat? And who is an expat? According to Wikipedia, “an expatriate (often shortened to expat) is a person temporarily or permanently residing in a country other than that of the person’s upbringing. The word comes from the Latin terms ex (‘out of’) and patria (‘country, fatherland’)”.

Defined that way, you should expect that any person going to work outside of his or her country for a period of time would be an expat, regardless of his skin colour or country. But that is not the case in reality; expat is a term reserved exclusively for western white people going to work abroad.

Africans are immigrants. Arabs are immigrants. Asians are immigrants. However, Europeans are expats because they can’t be at the same level as other ethnicities. They are superior. Immigrants is a term set aside for ‘inferior races’.

Don’t take my word for it. The Wall Street Journal, the leading financial information magazine in the world, has a blog dedicated to the life of expats and recently they featured a story ‘Who is an expat, anyway?’. Here are the main conclusions: “Some arrivals are described as expats; others as immigrants; and some simply as migrants. It depends on social class, country of origin and economic status. It’s strange to hear some people in Hong Kong described as expats, but not others. Anyone with roots in a western country is considered an expat … Filipino domestic helpers are just guests, even if they’ve been here for decades. Mandarin-speaking mainland Chinese are rarely regarded as expats … It’s a double standard woven into official policy.”

The reality is the same in Africa and Europe. Top African professionals going to work in Europe are not considered expats. They are immigrants. Period. “I work for multinational organisations both in the private and public sectors. And being black or coloured doesn’t gain me the term “expat”. I’m a highly qualified immigrant, as they call me, to be politically correct,” says an African migrant worker.

Most white people deny that they enjoy the privileges of a racist system. And why not? But our responsibility is to point out and to deny them these privileges, directly related to an outdated supremacist ideology. If you see those “expats” in Africa, call them immigrants like everyone else. If that hurts their white superiority, they can jump in the air and stay there. The political deconstruction of this outdated worldview must continue.

quella delle parole utilizzate e dei significati che gli vengono dati è una cosa che ci fece notare un professore diversi anni fa. lui aveva usato scapolo/zitella, che in tutte le lingue che abbiamo visto ha un accezione negativa nella versione femminile (tipo bachelor e spinster o jungeselle e jungfer).

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Il razzismo è intollerenza/attacco verso chi è diverso: è inaccettabile nella società globale, ne è la negazione.

E' sinonimo di ignoranza.

 

 

Il problema però è che spesso va di pari passo con il perbenismo ipocrita ( con derive radical chic): nei paesi anglossoni si usa l'acronimo Nimby ossia “not in my back yard”. In parole povere va bene tutto ma non nel mio cortile.

 

Il tutto è conseguenza della non regolamentazione dell'integrazione.

Già perchè si fa presto a parlare di integrazione ma la Società secondo me deve fare da guida in modo tale che tutto il peso non cada sul comune cittadino.

Conseguenza altrimenti è che anche il comune cittadino, il buon padre di famiglia non dico sostenga ma quanto meno annuisca davanti a derive xenofobe.

 

Al momento vediamo partiti di destra che attaccano gli extra-comunitari poi però gli imprenditori esponenti fanno il business con gli stessi extra-comunitari (che costano meno e quindi più profitti).

 

Partiti di sinistra che predicano la tolleranza poi però la classe dirigente se ne sta bella rinchiusa nelle torri d'avorio senza aver minimamente idea di come vivano i cittadini italiani vicini di casa del campo Rom o del quartiere passato in mano agli immigrati.

 

 

Il problema non è banale , basti pensare a ciò che è successo al Progetto Integrazione di un paese evoluto quale può essere la Francia o dei disordini riscontrati in Svezia.

Se i partiti xenofobi stanno prendendo piede di nuovo invece di innalzarsi d'ufficio sul pulpito altri soggetti politici dovrebbero chiedersi i motivi reali, quello che colpisce in pancia l'uomo della strada.

Manca un collegamento reale fra gente e politici.

 

Noi nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo "predicare" la tolleranza ma non basta perchè poi quando ti trovi davanti a statistiche abbastanza schiaccianti con sempre le medesime etnie coinvolte in furti-rapine ecc ( Rom, Rumeni ecc.) . allora ti senti impotente e prevenuto...mi sembra il minimo.

Quanto scrivi è assolutamente ragionevole,però mi domando:

 

a) cosa significa "regolamentare l'integrazione"? come si fa?

 

b) il fatto che in Italia l'integrazione non sia regolamentata da cosa dipende? Non sarà per caso una precisa scelta politica e anche il frutto di una "cultura" molto diffusa e radicata (o mancata cultura, vista anche la nostra storia di emigrazione ma non di immigrazione)? Nel senso che se penso che l'immigrazione - a prescindere che sia regolare o no - debba essere SCORAGGIATA, mi viene abbastanza conseguente NON fare politiche di buona integrazione ma al contrario mettere bastoni tra le ruote, creare ostacoli, impacci, separazioni, divisioni etc..

 

 

p.s:suppongo che NIMBY sia anche "aiutiamoli a casa loro", "perché i centri per gli immigrati proprio sotto casa mia e non nel quartiere/città x,y,z...?", "basta che non si vedano per strada a chiedere l'elemosina" etc., giusto?

Modificato da passaparola

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come hai scritto nel messaggio successivo è un problema veramente complesso. con le derive radical chic o il perbenismo ipocrita però si devia un po' il discorso. come ho scritto nell'altra pagina credo che nessuno sia libero da pregiudizi razzisti, per quanto ci si sforzi di evitarli. il problema è quando si piazza un'etichetta e si mette tutto dentro un calderone senza pensarci su due volte. si ergono muri e tu di qua, io di la, proprio come succede con l'acronimo nimby. il problema è quando si va a fare un fine settimana in una città europea, magari una di quelle suggerite nell'altra discussione, e ci si sente dare dei mafiosi. o quando te ne vai in una cittadina nella costa meridionale inglese e devi passare una serata in ospedale perché quella sera c'era la caccia all'italiano.

 

il discorso dell'integrazione per me è estremamente complesso. le varie culture italiane vengono indebolite ed annientate da fenomeni globalizzanti che distruggono realtà nazionali e locali. penso che sia parecchio difficile entrare a far parte di una comunità che non conosce più nemmeno se stessa. che quando non lavora passa il tempo davanti alla televisione se ne sta comunque chiusa in casa, e questo non solo in italia. le migrazioni di massa sono solo uno degli aspetti della globalizzazione, tutti coi propri lati positivi e negativi.

 

il problema è che ci stanno frustrati che hanno l'hobby di fomentare l'odio nei confronti di persone INNOCENTI, che hanno sempre bisogno di avere un nemico da affrontare (meglio se debole e isolato) nel quotidiano, dalla coda alle poste alla poltrona di casa davanti alla tv.

 

esigere che la legge venga rispettata o che faccia il suo corso se violata e prevenire certi episodi (anche attraverso il contrasto dell'immigrazione clandestina) non ha alcun legame col prendersela con i membri di una specifica comunità che vivono quotidianamente rispettando le leggi (salvo diversi casi che di volta in volta vanno presi in esame ovviamente) e che, nella maggior parte dei casi, immagino neanche conoscessero sto tizio ubriaco-drogato o probabilmente non ne condividevano minimamente lo stile di vita. questa è la differenza tra LEGALITA' e RAZZISMO.

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il problema è che ci stanno frustrati che hanno l'hobby di fomentare l'odio nei confronti di persone INNOCENTI, che hanno sempre bisogno di avere un nemico da affrontare (meglio se debole e isolato) nel quotidiano, dalla coda alle poste alla poltrona di casa davanti alla tv.

 

esigere che la legge venga rispettata o che faccia il suo corso se violata e prevenire certi episodi (anche attraverso il contrasto dell'immigrazione clandestina) non ha alcun legame col prendersela con i membri di una specifica comunità che vivono quotidianamente rispettando le leggi (salvo diversi casi che di volta in volta vanno presi in esame ovviamente) e che, nella maggior parte dei casi, immagino neanche conoscessero sto tizio ubriaco-drogato o probabilmente non ne condividevano minimamente lo stile di vita. questa è la differenza tra LEGALITA' e RAZZISMO.

:clap::clap::clap::clap::clap::clap:

 

La legalità è tendenzialmente egualitaria ("Tutti sono uguali davanti alla legge") e personalista ("la responsabilità penale è personale").

 

Il razzismo è assolutamente gerarchico (la mia razza, cultura, nazionalità,etnia,religione etc.è superiore alle diverse altre , che debbono essere sottomesse e disprezzate qiuando non annientate) e totalizzante ("marocchini di merda, negri bingo bongo, italiani mafiosi" etc.etc.etc.).

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