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Bluesbrother

LA GRANDE BELLEZZA

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pregi: panorami e inquadrature di Roma spettacolari - bravura degli attori - rende bene il senso dello squallore e della vacuità di quel sistema di vita - ci stanno gran belle sorche

 

difetti: il regista eccede in virtuosismi "tecnici" - è molto lento narrativamente - somiglia troppo a Fellini

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  • Voto Negativo 4

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pregi: panorami e inquadrature di Roma spettacolari - bravura degli attori - rende bene il senso dello squallore e della vacuità di quel sistema di vita - ci stanno gran belle sorche

 

difetti: il regista eccede in virtuosismi "tecnici" - è molto lento narrativamente - somiglia troppo a Fellini

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:)

 

così lo commentai qualche settimana fa su fb:

"aveva meno da dire di quanto volevano o ho capito solo una parte di quello che volevano dire.

In attesa di capirlo mi faccio un martini e apro un conto alla banca di vicenza."

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Fosse finito con la scena di Jep in casa del conoscente e la compagnia ucraina sarebbe stato un capolavoro assoluto.

L'ultima mezzora si trascina anche se ha praticamente detto già tutto.

Resta il fatto che solo sorrentino può permettersi film del genere e che secondo me fra qualche anno acquisterà ancora più valore

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pregi: panorami e inquadrature di Roma spettacolari - bravura degli attori - rende bene il senso dello squallore e della vacuità di quel sistema di vita - ci stanno gran belle sorche

 

difetti: il regista eccede in virtuosismi "tecnici" - è molto lento narrativamente - somiglia troppo a Fellini

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condivido. Resta, secondo me, un gran bel film ma sta deriva onirica surreale di Sorrentino rischia di portarlo dove lo seguiranno in pochi.

 

Aggiungo: troppo lungo, ci stanno 30 minuti buoni che si potrebbero tagliare senza un solo problema.

 

Strepitosa (e bonissima) la Ferilli.

2281012[/snapback]

 

 

precisi ;)

  • Voto Negativo 1

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il callarone orribile che a inizio film dice "auguri jep" è SERENA GRANDI! :blink:

2281562[/snapback]

 

si, e la parte che recita è praticamente autobiografica!

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un capolavoro ;)

 

 

 

a mio gusto anche le lentezze e i virtuosismi sono tra i pregi.......

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A me è piaciuto molto anche se Fellini era un'altra cosa e doveva essere un po' più corto, alcune scene sono di troppo.

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un capolavoro ;)

 

a mio gusto anche le lentezze e i virtuosismi  sono tra i pregi.......

2281793[/snapback]

Si anche io la penso cosi'. Tanti hanno criticato il fatto che fosse lento, ma secondo me e' un pregio. Mi ha colpito molto che tutto fosse cosi' grottesco. Sorrentino rimane uno dei miei registi preferti, se non il preferito. Mi piace perche' poi il messaggio che vuole trasmettere e molto piu' profondo e complesso rispetto ad una visione superficiale del film e poi secondo me sa unire intrattenimento con personaggi del cinema italiano che secondo me non sono apprezzati abbastanza.

 

A me è piaciuto molto anche se Fellini era un'altra cosa e doveva essere un po' più corto, alcune scene sono di troppo.

2281835[/snapback]

 

Tutti hanno voluto fare il confronto con Fellini, ma sono due epoche diverse e sinceramente e' difficile per me che non ho vissuto negli anni sessanta capire e fare un confronto con quell'epoca. Sono sicuro che fra qualche anno questo film sara' rivalutato. E dovrebbe essere considerato come il maggiore regista italiano degno erede di De sica, Visconti e Fellini. Sicuramente La grande Bellezza sta a pari merito a mio parere con altri film come Le conseguenze dell'amore e This must be a place.

2qklzxt.png

Un altro film non apprezzato abbastanza, ma che io adoro, tanto che ho creato dei poster con l'immagine di Sean Penn con un sito di stampa online, che ho appeso nella mia camera e regalato ai miei amici.

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L'ho veduto con interesse, è certamente un film sulla decadenza della nostra società attuale ed è scoraggiante constatare che persone di cultura, scrittori, artisti e giornalisti, anche di una certa età, non pensino altro che ad organizzare feste trasgressive mentre i senzatetto della stazione termini d'inverno muiono di freddo, di notte mentre dormono, e nessuno si interessa a loro.

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L'ho veduto con interesse, è certamente un film sulla decadenza della nostra società attuale ed è scoraggiante constatare che persone di cultura, scrittori, artisti e giornalisti, anche di una certa età, non pensino altro che ad organizzare feste trasgressive mentre i senzatetto della stazione termini d'inverno muiono di freddo, di notte mentre dormono, e nessuno si interessa a loro.

2290061[/snapback]

e le organizzassero anche i senzatetto le feste no....

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Gran bel film, se l'è meritato tutto http://www.corriere.it/spettacoli/14_gennaio_13/golden-globe-all-italia-il-film-la-grande-bellezza-miglior-film-straniero-5bd1467e-7c11-11e3-bc95-3898e25f75f1.shtml

 

«La grande bellezza» miglior film straniero Il film di Sorrentino trionfa ai Golden Globe

 

  • Voto Negativo 1

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sono d'accordo sul grande regista, ma servillo me sta troppo su li cojoni.

Perchè?

Io non lo conosco, in tutta sincerità, se non di fama. A pelle mi ispira simpatia, ma ovviamente è una percezione opinabile.

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Perchè?

Io non lo conosco, in tutta sincerità, se non di fama. A pelle mi ispira simpatia, ma ovviamente è una percezione opinabile.

a me piace come attore. In questo film, a mio avviso, è stato veramente bravo, grande interpretazione. Come la Ferilli, che non delude mai.

  • Voto Negativo 1

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copio e incollo una critica abbastanza feroce di cristina piccino su il manifesto di ieri che può stimolare alcune riflessioni, sia che la si condivida o meno.

una critica che, personalmente, reputo mal formulata pur condividendo diverse riflessioni e, in sintesi, mi pare un ragionamento con spunti validi e condivisibili ma nel complesso un po' forzata. secondo me, la grande bellezza è un ottimo film.

condivido alcune tesi presenti nell'articolo sulle dinamiche del mondo cinematografico, condivido l'accento che viene posto sull'importanza dell'elemento sorpresa nel cinema e anche la considerazione che "la grande bellezza" racconta nel mondo ciò che ci si aspetta dall'italia, non inventa nulla, ma forse sorrentino voleva raccontare, offrire uno spaccato e credo ci sia riuscito.

invece, di vintage, ci vedo molto questi frequenti richiami ai passati gloriosi, a fellini ad esempio, ricordando sempre che anche lo stesso fellini, ai suoi tempi, subiva attacchi molto accesi da critici cinematografici di fama, sia per i temi dei suoi film che per il suo stile.

 

LA TRAPPOLA VINTAGE DELLA GRANDE BELLEZZA

 

ll Gol­den Globe a La grande bel­lezza ha acceso — come pre­ve­di­bile — gli entu­sia­smi nazio­nali. Tutti con­tenti, o quasi, e pure già certi (o quasi) che il film di Sor­ren­tino ce la farà anche la notte degli Oscar. Si dice e si pensa infatti che il rico­no­sci­mento della Hol­ly­wood Foreign Press (l’organizzazione ombrello dei Gol­den Globe com­po­sta di parte della stampa stra­niera di Los Ange­les) sia una spe­cie di anti­ca­mera alla sta­tuetta (per ora La Grande bel­lezza è nella shor­tlist dei 9 titoli, il 16 gen­naio verrà annun­ciata la cin­quina). Non sem­pre è vero ma poco importa.

Di fatto tra i film in corsa avreb­bero potuto sce­gliere meglio. Che so? Il mera­vi­glioso The Wind RisesSi alza il vento di Miya­zaki. È vero pure che nelle scelte delle giu­rie con­tano molti e diver­sis­simi fat­tori, val­gono equi­li­bri­smi che non sem­pre fanno vin­cere il migliore, e il risul­tato dei Globe nel suo com­plesso sem­bra cal­co­lato al mil­li­me­tro per non scon­ten­tare nessuno.

Non penso che La grande bel­lezza sia un grande film. Il movi­mento barocco sul vuoto dei nostri tempi (?) che Sor­ren­tino dispiega con enfasi di vir­tuo­si­smo, è cali­brato sullo stesso vuoto, e su una sorta di regi­stra­zione dell’esistente a fronte della quale non viene messa in atto alcuna ambi­guità. Fel­lini, citato a piene mani come rife­ri­mento prin­cipe, aveva inven­tato una Roma e una «dolce vita» con l’immaginario prima della realtà. Sor­ren­tino non inventa nulla: il suo Jep Gam­bar­della è immerso nell’istante che rac­conta, su esso sci­vola, pon­ti­fica, gode. Per­sino l’amarezza — se mai ce ne è — del dan­di­smo che ostenta è com­pia­ciuta, come è com­pia­ciuto il cata­logo di Roma/Italia che affa­stella le sue notti.

Però nelle clas­si­fi­che di oltreo­ceano sti­late a fine anno dai cri­tici il film è pia­ciuto dav­vero, fat­tore que­sto che ha sicu­ra­mente con­tato nella scelta della stampa stra­niera. E qui ci si dovrebbe inter­ro­gare su tante altre cose, che vanno ben al di là del film di Sorrentino.

Mi stu­pi­sco sem­pre quando a domanda: «Cosa le piace del cinema ita­liano?» qual­siasi regi­sta ame­ri­cano di qual­siasi gene­ra­zione (per dirne uno per­sino Wes Ander­son) risponde: Fel­lini, Anto­nioni, Ber­to­lucci. E poi: Sor­ren­tino e Garrone.

Certo, sono i film che arri­vano, e che sono arri­vati più facil­mente negli Sta­tes. Però è abba­stanza inquie­tante sia il salto decen­nale che, soprat­tutto, nulla si sap­pia sul resto.

L’impressione, come ai tempi di Tor­na­tore, che difatti vinse il Gol­den pure lui con Nuovo cinema Para­diso (88), è che nel mondo, in Ame­rica par­ti­co­lar­mente, rispetto al nostro cinema si cer­chino con­ferme e ras­si­cu­ra­zioni, inse­guendo una nostal­gia (molto vin­tage) per la gran­dezza del pas­sato. È ras­si­cu­rante dun­que rin­trac­ciare le vesti­gia del Cinema Ita­liano, aggrap­parsi all’aura fel­li­niana, poco importa se poi Fel­lini non c’entra nulla, ciò che conta è pen­sarlo. Così come è ras­si­cu­rante quell’immagine di Ita­lia, cele­brata dal film di Sor­ren­tino, stretta nel pae­sag­gio dei «miti» comuni, fan­ta­sma­go­rie tra le quali non è quasi più pos­si­bile distin­guere il filo del «vero» e del «falso».

È l’Italia della com­me­dia umana, del ber­lu­sco­ni­smo, dell’imbroglio. Delle maz­zette, dei nobili, dei preti e dei car­di­nali. Ma anche della «bel­lezza» di chiese e palazzi, il «pic­colo mondo antico» euro­peo di fronte al quale ogni turi­sta dell’altro mondo si com­muove dimen­ti­cando le nefan­dezze. Di que­sto caos e mera­vi­glia Roma è l’emblema asso­luto, così come lo è di quel cinema ita­liano che fu, delle sue vesti­gia, della sua magni­fi­cenza. E del biso­gno, appunto, di ritro­varne oggi almeno un barlume.

Per que­sto il plauso ame­ri­cano intorno al film di Sor­ren­tino non è esal­tante. Un imma­gi­na­rio esi­ste ed è forte quando dispiega fuori dai pro­pri con­fini, e dalla chiac­chiere del cor­tile di casa, potenza e sedu­zione, ribel­lione e sor­presa. Il con­tra­rio fa pen­sare a quella forma di colo­niz­za­zione per cui da certi paesi ci si aspetta sem­pre e solo una cosa. Per for­tuna sap­piamo che, Gol­den Globe e Grande bel­lezza a parte, non è così.

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copio e incollo una critica abbastanza feroce di cristina piccino su il manifesto di ieri che può stimolare alcune riflessioni, sia che la si condivida o meno.

una critica che, personalmente, reputo mal formulata pur condividendo diverse riflessioni e, in sintesi, mi pare un ragionamento con spunti validi e condivisibili ma nel complesso un po' forzata. secondo me, la grande bellezza è un ottimo film.

condivido alcune tesi presenti nell'articolo sulle dinamiche del mondo cinematografico, condivido l'accento che viene posto sull'importanza dell'elemento sorpresa nel cinema e anche la considerazione che "la grande bellezza" racconta nel mondo ciò che ci si aspetta dall'italia, non inventa nulla, ma forse sorrentino voleva raccontare, offrire uno spaccato e credo ci sia riuscito.

invece, di vintage, ci vedo molto questi frequenti richiami ai passati gloriosi, a fellini ad esempio, ricordando sempre che anche lo stesso fellini, ai suoi tempi, subiva attacchi molto accesi da critici cinematografici di fama, sia per i temi dei suoi film che per il suo stile.

 

LA TRAPPOLA VINTAGE DELLA GRANDE BELLEZZA

 

ll Gol­den Globe a La grande bel­lezza ha acceso — come pre­ve­di­bile — gli entu­sia­smi nazio­nali. Tutti con­tenti, o quasi, e pure già certi (o quasi) che il film di Sor­ren­tino ce la farà anche la notte degli Oscar. Si dice e si pensa infatti che il rico­no­sci­mento della Hol­ly­wood Foreign Press (l’organizzazione ombrello dei Gol­den Globe com­po­sta di parte della stampa stra­niera di Los Ange­les) sia una spe­cie di anti­ca­mera alla sta­tuetta (per ora La Grande bel­lezza è nella shor­tlist dei 9 titoli, il 16 gen­naio verrà annun­ciata la cin­quina). Non sem­pre è vero ma poco importa.

Di fatto tra i film in corsa avreb­bero potuto sce­gliere meglio. Che so? Il mera­vi­glioso The Wind RisesSi alza il vento di Miya­zaki. È vero pure che nelle scelte delle giu­rie con­tano molti e diver­sis­simi fat­tori, val­gono equi­li­bri­smi che non sem­pre fanno vin­cere il migliore, e il risul­tato dei Globe nel suo com­plesso sem­bra cal­co­lato al mil­li­me­tro per non scon­ten­tare nessuno.

Non penso che La grande bel­lezza sia un grande film. Il movi­mento barocco sul vuoto dei nostri tempi (?) che Sor­ren­tino dispiega con enfasi di vir­tuo­si­smo, è cali­brato sullo stesso vuoto, e su una sorta di regi­stra­zione dell’esistente a fronte della quale non viene messa in atto alcuna ambi­guità. Fel­lini, citato a piene mani come rife­ri­mento prin­cipe, aveva inven­tato una Roma e una «dolce vita» con l’immaginario prima della realtà. Sor­ren­tino non inventa nulla: il suo Jep Gam­bar­della è immerso nell’istante che rac­conta, su esso sci­vola, pon­ti­fica, gode. Per­sino l’amarezza — se mai ce ne è — del dan­di­smo che ostenta è com­pia­ciuta, come è com­pia­ciuto il cata­logo di Roma/Italia che affa­stella le sue notti.

Però nelle clas­si­fi­che di oltreo­ceano sti­late a fine anno dai cri­tici il film è pia­ciuto dav­vero, fat­tore que­sto che ha sicu­ra­mente con­tato nella scelta della stampa stra­niera. E qui ci si dovrebbe inter­ro­gare su tante altre cose, che vanno ben al di là del film di Sorrentino.

Mi stu­pi­sco sem­pre quando a domanda: «Cosa le piace del cinema ita­liano?» qual­siasi regi­sta ame­ri­cano di qual­siasi gene­ra­zione (per dirne uno per­sino Wes Ander­son) risponde: Fel­lini, Anto­nioni, Ber­to­lucci. E poi: Sor­ren­tino e Garrone.

Certo, sono i film che arri­vano, e che sono arri­vati più facil­mente negli Sta­tes. Però è abba­stanza inquie­tante sia il salto decen­nale che, soprat­tutto, nulla si sap­pia sul resto.

L’impressione, come ai tempi di Tor­na­tore, che difatti vinse il Gol­den pure lui con Nuovo cinema Para­diso (88), è che nel mondo, in Ame­rica par­ti­co­lar­mente, rispetto al nostro cinema si cer­chino con­ferme e ras­si­cu­ra­zioni, inse­guendo una nostal­gia (molto vin­tage) per la gran­dezza del pas­sato. È ras­si­cu­rante dun­que rin­trac­ciare le vesti­gia del Cinema Ita­liano, aggrap­parsi all’aura fel­li­niana, poco importa se poi Fel­lini non c’entra nulla, ciò che conta è pen­sarlo. Così come è ras­si­cu­rante quell’immagine di Ita­lia, cele­brata dal film di Sor­ren­tino, stretta nel pae­sag­gio dei «miti» comuni, fan­ta­sma­go­rie tra le quali non è quasi più pos­si­bile distin­guere il filo del «vero» e del «falso».

È l’Italia della com­me­dia umana, del ber­lu­sco­ni­smo, dell’imbroglio. Delle maz­zette, dei nobili, dei preti e dei car­di­nali. Ma anche della «bel­lezza» di chiese e palazzi, il «pic­colo mondo antico» euro­peo di fronte al quale ogni turi­sta dell’altro mondo si com­muove dimen­ti­cando le nefan­dezze. Di que­sto caos e mera­vi­glia Roma è l’emblema asso­luto, così come lo è di quel cinema ita­liano che fu, delle sue vesti­gia, della sua magni­fi­cenza. E del biso­gno, appunto, di ritro­varne oggi almeno un barlume.

Per que­sto il plauso ame­ri­cano intorno al film di Sor­ren­tino non è esal­tante. Un imma­gi­na­rio esi­ste ed è forte quando dispiega fuori dai pro­pri con­fini, e dalla chiac­chiere del cor­tile di casa, potenza e sedu­zione, ribel­lione e sor­presa. Il con­tra­rio fa pen­sare a quella forma di colo­niz­za­zione per cui da certi paesi ci si aspetta sem­pre e solo una cosa. Per for­tuna sap­piamo che, Gol­den Globe e Grande bel­lezza a parte, non è così.

Sinceramente non c'ho capito niente.

 

Un imma­gi­na­rio esi­ste ed è forte quando dispiega fuori dai pro­pri con­fini, e dalla chiac­chiere del cor­tile di casa, potenza e sedu­zione, ribel­lione e sor­presa. Il con­tra­rio fa pen­sare a quella forma di colo­niz­za­zione per cui da certi paesi ci si aspetta sem­pre e solo una cosa.

 

Ma che vordi'?

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Sinceramente non c'ho capito niente. Un imma­gi­na­rio esi­ste ed è forte quando dispiega fuori dai pro­pri con­fini, e dalla chiac­chiere del cor­tile di casa, potenza e sedu­zione, ribel­lione e sor­presa. Il con­tra­rio fa pen­sare a quella forma di colo­niz­za­zione per cui da certi paesi ci si aspetta sem­pre e solo una cosa. Ma che vordi'?

niente, come ho scritto sopra, la critica si scaglia contro il fatto che la grande bellezza abbia diffuso nel mondo un messaggio atteso. racconta l'italia nei termini in cui, grosso modo, il pubblico straniero se la aspetta. insomma, manca di sorprese e di ribellione verso un certo stereotipo italico. per questi motivi, parla di colonizzazione.

io, almeno, l'ho così intesa e ripeto, posso condividere la mancanza di un messaggio così innovativo e la lettura del paese in termini, per certi versi, attesi ma, d'altra parte, questa mi pare sia la realtà del paese e sorrentina l'ha raccontata bene e con belle immagini.

quello che non condivido è l'eccessiva insistenza sul dato della non sorpresa e di aver soddisfatto le attese del pubblico, fino a considerare la grande bellezza un film di basso livello. poi, scomodare la colonizzazione per sta cosa mi pare forzato.

d'altra parte, la critica deve fare questo, pare. :(

fa sorridere, appunto, che una critica, costretta dal proprio ruolo a dover criticare per forza, accusi di "vintagismo".

Modificato da Lu Generale

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niente, come ho scritto sopra, la critica si scaglia contro il fatto che la grande bellezza abbia diffuso nel mondo un messaggio atteso. racconta l'italia nei termini in cui, grosso modo, il pubblico straniero se la aspetta. insomma, manca di sorprese e di ribellione verso un certo stereotipo italico. per questi motivi, parla di colonizzazione.

io, almeno, l'ho così intesa e ripeto, posso condividere la mancanza di un messaggio così innovativo e la lettura del paese in termini, per certi versi, attesi ma, d'altra parte, questa mi pare sia la realtà del paese e sorrentina l'ha raccontata bene e con belle immagini.

quello che non condivido è l'eccessiva insistenza sul dato della non sorpresa e di aver soddisfatto le attese del pubblico, fino a considerare la grande bellezza un film di basso livello. poi, scomodare la colonizzazione per sta cosa mi pare forzato.

d'altra parte, la critica deve fare questo, pare. :(

fa sorridere, appunto, che una critica, costretta dal proprio ruolo a dover criticare per forza, accusi di "vintagismo".

Ti dico la verità, probabilmente avevo capito il senso ma non capisco la necessità di scrivere in una lingua così contorta e lontana dal parlare comune.

Detto questo, credo che il film avesse l'obiettivo di fotografare una realtà che in tanti immaginavano che pochi vivono. Lo fa con immagini molto belle ed evocative e questo mi basta per considerarlo un buon film.

Se avesse parlato de l'operaio de l'acciaieria che s'alza alle 5 de mattina, forse avrebbe dato una risposta diversa ai colonizzatori, ma sarebbe anche stato un altro film

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Ti dico la verità, probabilmente avevo capito il senso ma non capisco la necessità di scrivere in una lingua così contorta e lontana dal parlare comune. Detto questo, credo che il film avesse l'obiettivo di fotografare una realtà che in tanti immaginavano che pochi vivono. Lo fa con immagini molto belle ed evocative e questo mi basta per considerarlo un buon film. Se avesse parlato de l'operaio de l'acciaieria che s'alza alle 5 de mattina, forse avrebbe dato una risposta diversa ai colonizzatori, ma sarebbe anche stato un altro film

hai ragione, ma devi considerare: 1, che si tratta di una critica cinematografica e a volte capita anche di peggio!; 2, è un articolo de ilmanifesto e lo stile del giornale non è propriamente quello, che ne so, de lapadania!

fatti due conti! :D

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hai ragione, ma devi considerare: 1, che si tratta di una critica cinematografica e a volte capita anche di peggio!; 2, è un articolo de ilmanifesto e lo stile del giornale non è propriamente quello, che ne so, de lapadania!

fatti due conti! :D

M'è bastato sfogliare un paio di volte alias...

Brrrrrrrrrividi

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